Eretico di SienaMercoledì scolastico: in aula, fuori i Vescovi e gli arcisti! - Eretico di Siena

Mercoledì scolastico: in aula, fuori i Vescovi e gli arcisti!

- 26/03/14

Ferve la polemica, a livello nazionale e locale, sui libri di testo con indicazioni innovative sul tema dell’omosessualità, e sul programma della Regione Toscana per combattere l’omofobia ed il bullismo: due cose diverse, ma intimamente collegate.

E che dimostrano, purtroppo, almeno due cose, entrambe tristissime, culturalmente parlando:

1) i Guelfi ed i Ghibellini esistono ancora, e non è certo indice di progresso, per questa sventurata Italietta renziana;

2) i “neoghibellini” che combattono le posizioni vescovili, non solo non sono spesso all’altezza (culturalmente) della situazione, ma preferiscono contrapporre sic et simpliciter una parrocchia ad un’altra: quella del politicamente corretto di stampo arcista (parrocchia loro), contro le posizioni (ormai superate dalla consolidata prassi quotidiana degli stessi cattolici, in larga maggioranza). Siamo ancora ai guelfi ed ai ghibellini, giustappunto;

3) il centrodestra, i cosiddetti moderati, ogni volta che sentono il richiamo elettorale dell’incenso, non ce la fanno proprio a trattenersi: sbagliando, e di brutto. In tutta Europa (compresa l’islamofoba Le Pen), la laicità è una bandiera ANCHE della destra (in Spagna, prima dell’anticlericale Zapatero, i diritti civili furono tutelati laicamente da Aznar): in Italia, ahimè, giammai…

 

Veniamo alla scuola, dunque: perché non vogliamo né Vescovi, né arcisti (gay o meno) in classe, a dettare la linea? Per un semplice, lapalissiano motivo: per parlare di omofobia, di omosessualità, di legame fra omofobia e bullismo (fortissimo, fra i giovani: più forte del razzismo), che bisogno c’è che mi venga in classe (o mi faccia un libretto ad hoc) un arcista o un paladino del Concilio di Trento fuori tempo massimo?

In casi molto specifici, è giusto servirsi di esperti (l’ho fatto anche io, in anni passati): ma non certo per parlare di tematiche delicatissime, ma che devono fare parte della quotidianità di una classe. Senza alcun ricorso ad esternalizzazioni (meno che mai, finanziate da dindini pubblici).

Senza girarci tanto intorno, diciamolo con tutta franchezza ed onestà: se un docente (specie di Italiano) non è in grado di relazionare ai suoi ragazzi intorno a queste delicate tematiche, è bene che cambi professione, ed anche al più presto.

Se pensa di non essere in grado, non è umiltà, la sua: è pigrizia…

 

Ps Ieri, Capodanno senese, con lectio magistralis del professor Massimo Cacciari: stimolantissima, as usual. L’eretico pagherebbe soldi autentici per sapere cosa ne abbiano capito alcuni degli astanti: a partire dal nostro amatissimo Sindaco, e giù per li rami…

9 Commenti su Mercoledì scolastico: in aula, fuori i Vescovi e gli arcisti!

  1. anonimo scrive:

    Caro Eretico
    Alcune considerazioni sul Cristianesimo
    Mose’ fu probabilmente un dignitario Egiziano, tanto è che i comandamenti si ritrovano nei libri dei morti Egizi, usati molti secoli prima di Mose’. I vangeli furono scritti del tempo dopo Gesu’, ed hanno alcune contraddizioni. Senza considerare i Vangeli apocrifi. I Cristiani considerano Gesu’ figlio di Dio, il corano un profeta.
    la Trinita fu stabilita tre secoli dopo. Il cristianesimo e’ convissuto con il mitraismo per tre secoli e presenta molte analogie. Il resto è un deposito di tradizioni greco romane, medioevali e moderne.

    L’arci è del secolo scorso e più che tradizioni riflette mode politiche del momento.

    Io penso che nei tempi di internet, che si può assimilare ad una nuova religione, nessuno dei due soggetti può dare risposte.

    • Luca Fantuzzi scrive:

      Caro Eretico,
      il mio commento è un OT, ma forse non più di tanto.
      Concordo con tutto quello che hai scritto, ma vado un po’ oltre. E cioè: va bene l’obbligo formativo della scuola; va bene la libertà di insegnamento dei docenti; ma dove sta il limite fra tutto questo e il mio desiderio di genitore di educare i miei figli ai valori in cui credo (e che non necessariamente corrispondono a quelli dei suoi professori, per non dire di quelli del Ministero della Pubblica Istruzione)?
      Come si risolve un conflitto del genere tra agenzie formative (famiglie vs. scuola)? E non buttiamola in angolo rimandando alla libera scelta dei ragazzi (magari delle elementari o delle medie…).

      • Eretico scrive:

        Caro Luca,
        te lo dico subito, e volentieri: il limite sta tutto (proprio tutto) nelle conoscenze e nell’onestà intellettuale del docente. Non saprei spiegarlo meglio, o altrimenti…

        L’eretico

  2. Patrizio scrive:

    “La funzione docente è intesa come esplicazione essenziale dell’attività di trasmissione della cultura, di CONTRIBUTO alla ELABORAZIONE di essa e di IMPULSO alla partecipazione dei giovani a tale processo e alla formazione umana e critica della loro personalità.”
    Era il 31 maggio del 1974. Postumi del sessantotto. Per fortuna qualcosa di buono, che se ne dica, anche in quegli anni s’è fatto.
    A quel che mi risulta questo articolo 2 del D.P.R. 417 nessuno l’ha mai abolito. Meditiamoci un po’ sopra. A casa i vescovi (con la minuscola), gli esperti e anche quelli indicati da lei nell’articolo.

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  4. FuoriTema scrive:

    Buongiorno a tutti,

    so che l’argomento non c’entra niente con il tema del post ma vorrei far sapere a tutti i lettori del blog (e non) che stasera alle 21 su SienaTV si parlerà di Università. Interverranno in trasmissione:

    Lorenzo Costa – RSU
    Andrea Machetti – FLC CGIL
    Antonio Srerlacci – UIL RUA

  5. giacobbe scrive:

    Il beneamato duce attraverso i patti in laterano, rese popolare il fascismo, e da allora tutti i governanti, di dx e sx, si arrovellano x concedere alla chiesa cattolica privilegie vantaggi che non hanno privati cittadini e non hanno altre confessioni, secondola diceria diffus a della religione di stato.addirittura la moratti stabilizzo’ dall’ oggi al domani 30.000 docenti di irc, garantendosi il sostegno del clero e dei clericali, poi gelmini, taglio’ il tagliabile, ma rinfrondo’ i rami delle scuole private, verdi e bianche, a discapito ddella didattica e della pedagogia. Oggi l’annuncio della giannini delle assunzioni di 500000
    Precari e a ruota i diktat di bagnasco sulla retta via da seguire.
    Ma tutto questo voi lo sapete gia’.
    E sapete anche per caso dove fosse bagnasco, e tutti i prezzolati, durante il ventennio in cui i valori cristiani venivanosoppiantati dal culto del sesso, del denaro e dell ‘immagine?
    Dove rivolgeva lo sguardo la militia christi prodiga verso la famiglia naturale?
    O i seguagi del viva maria.
    Io penso di saperlo… a contare i t r enta denari !
    Oggi ho visto un film che consiglio a tutti: “amen”. Caro prof. Ce lo recensisca, in modo che i nuti del sito ne siano edotti.

    • Edoardo Fantini scrive:

      Caro Giacobbe, lasci intendere che il Duce concesse alla religione cattolica più che agli altri culti e che si trattò di “privilegi e vantaggi” che , siccome avevano “reso popolare il fascismo” hanno indotto altri governanti a fare altrettanto. Ti dispiacerebbe specificare?

  6. Giuliana Della Valle scrive:

    Ciao Eretico,
    scusa se ti scrivo qui, so che è totalmente fuori tema ma..
    hai letto questo passaggio dell’intervista al Ministro Giannini?

    “E poi?
    Ministro Giannini: “Dobbiamo lavorare sulle lingue, mamma mia. Possibile
    che solo in Italia si parli questo pessimo inglese? A 18 anni bisognerebbe
    stare, almeno, al livello C2, quello che ti consente di dialogare con il
    mondo, di lavorare. L’inglese è come lo sci: o lo impari da piccolo o
    zoppichi tutta la vita. Cercheremo di immettere nelle nostre scuole
    insegnanti madrelingua o “native like”. E dovremo sperimentare classi di
    “solo inglese” e “solo francese”, dove alcune materie saranno insegnate
    solo nella lingua straniera. Le due ore a settimana propinate da
    insegnanti oggettivamente scarsi servono a poco”.

    Che cosa ne pensi?

    Io le ho risposto così:
    Egregio Ministro,

    avendo letto le Sue riflessioni* sullo studio delle lingue, apparse sul
    quotidiano la Repubblica del 27 marzo, premettiamo che noi sottoscritti
    Docenti di Lingua Spagnola siamo tutti molto motivati, e non possiamo
    accettare giudizi sommari e sprezzanti sull’operato nostro e dei nostri
    colleghi, a maggior ragione se vengono da chi delle difficili condizioni
    in cui la nostra attività si svolge porta per intero la responsabilità.
    Ciò detto, notiamo che le Sue riflessioni prendono in considerazione solo
    lo studio del francese e dell’inglese e Le vogliamo quindi ricordare che:

    • con 500 milioni di ispanofoni, lo spagnolo è la terza lingua più
    parlata al mondo, dopo il cinese mandarino e l’inglese ed è, insieme
    all’arabo, una delle lingue in più rapida espansione: la quarta più
    grande città ispanofona del mondo è Los Angeles, New York è
    sostanzialmente bilingue;
    • con 21 paesi di lingua ispanica, lo spagnolo è la seconda madrelingua
    al mondo;
    • lo spagnolo è lingua ufficiale delle Nazioni Unite;
    • dal 2004 lo spagnolo fa parte dell’offerta curricolare della scuola
    secondaria di primo grado dove ha ottenuto grande successo e gradimento
    visto che in 10 anni gli studenti della lingua di Cervantes si sono
    quadruplicati; a fronte della crescente richiesta, in molte province
    italiane le graduatorie per le nostre Classi di Concorso sono esaurite da
    almeno un paio di anni, e molte cattedre di diritto sono affidate a
    docenti delle graduatorie di Istituto.

    Dopo l’inglese, riteniamo giusto che a genitori e studenti sia data libera
    scelta sulle altre lingue da studiare. Chiediamo quindi che questa libera
    scelta sia tutelata inserendo l’insegnamento dello spagnolo già dalle
    elementari e ampliandone l’orario nella scuola secondaria: in questo
    modo, in 14 anni di studio opportunamente guidato, lo studente italiano
    potrebbe acquisire un ottimo livello di produzione e comprensione dello
    spagnolo scritto e orale. A questo fine, la cosa migliore sarebbe che il
    docente italiano laureato in lingue potesse essere sempre affiancato da un
    lettore madrelingua.

    Cordiali saluti

    Docenti di spagnolo

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