La scuola del Ministro Valditara (e 5 Ps)
Eccoci all’appuntamento settimanale con il blog, tornato dalla settimana scorsa sabbatico; a breve – salvo imprevisti vari – si partirà con una serie di pezzi per “celebrare” i 5 anni dall’esplosione dal Covid, focalizzandosi in particolare sulla questione lock down; titolo provvisorio: “The italian lock down”, e chi avesse di meglio suggerisca pure, che noi ringraziamo in anticipo.
Oggi, pezzo quasi monografico sulle novità che (forse) caratterizzeranno la futura scuola italiana, con qualche riflessione a latere; dipoi, gragnolata di 5 Ps di Esteri, con varia umanità di contorno (la storia del falconiere della Lazio, non è forse stupenda, di grazia?).
Quanto al rinvio a Giudizio per il Ministro Santanché (potrebbe benissimo non essere l’ultimo, peraltro), si dice oggi ciò che si scrive da anni (il caso esplose nell’estate 2023): le dimissioni sono il minimo sindacale, suvvia…
LA MORTE DELLA 13ENNE JENNIFER
Lasciateci partire da una (ennesima) tragedia del “nichilismo gaudente” (Augusto Del Noce ha il copyright della eccellente definizione, fra l’altro coniata ben prima di oggi), narrata dalla stampa odierna, e state tranquilli che non la si cita invano: la 13enne Jennifer, dopo un gravissimo incidente stradale ed una settimana di coma, è passata dalla vita alla morte.
Era seduta sul sedile posteriore di un macchinone, guidato da un neopatentato (o poco più), con il quale aveva trascorso una serata, diciamo pure nottata, balorda – di locale in locale, di bevuta in bevuta, di accelerata in accelerata -, nei pressi del lago di Como.
Il giovanotto pare guidasse a 150 all’ora, ad un certo punto ha ovviamente sbandato, la macchina si è schiantata contro un muro: ha fatto tutto da solo; nel frattempo, mentre Jennifer, mezza addormentata, andava incontro alla morte, l’altro amico cazzeggiava, e le faceva il solito filmino da minus habentes su Tiktok.
Soccorsi da chi di dovere, secondo una testimonianza raccolta sul Quotidiano nazionale odierno, al Pronto soccorso i due giovani galantuomini si strafregavano della sorte dell’amica moritura, pensando solo a se stessi (ferite lievi), nonché a quel che restava della macchina. Una settimana dopo – come scritto – Jennifer è morta: aveva 13 anni.
Cosa ci può entrare, la morte di Jennifer, con la scuola pensata dal Ministro Valditara? Direttamente, niente di niente; indirettamente, invece, davvero moltissimo: chi ha orecchie per intendere, dunque, intenda; per gli altri, va bene lo stesso…
LATINO, MEMORIA, STORIA E GEOGRAFIA
Una premessa è davvero d’obbligo: le novità che il Ministro Valditara vorrebbe inserire nella italica scuola – tramite i lavori della Commissione ad hoc, comunicati in settimana a Il Giornale – non arriveranno in porto, ovvero, se mai ci arriveranno, saranno a dir poco annacquate. Comunque la si pensi, ciò è quello che accadrà: gli studenti hanno già espresso la loro contrarietà (ottimo segnale, peraltro), l’opposizione lo stesso (pur con sfumature), e poi ci saranno i sindacati, che diamine.
Facciamo comunque un gioco, fingendo che la scuola venga investita dalla Riforma del Ministro: di certo, non cambierebbe dal giorno alla notte la drammatica questione giovanile, figuriamoci; si può però dire che il segnale – specie se accompagnato da altre “guarnizioni” – arriverebbe chiaro, deciso e forte? Si può affermare che si invertirebbe, dopo decenni di discesa verso il fondo, un andazzo che è quello attuale?
Si rendono conto – i genitori, gli osservatori, i politici – di quanto si sia ormai livellata verso il basso la italica scuola? Alle Medie (secondaria inferiore), spesso si arriva all’8 “politico” (il famoso 6, per molti docenti, è il voto della disperazione, da assegnare solo a chi meriterebbe un 4 o al massimo un 5); alle Superiori – e parlo dei Licei, e, visto che siamo in argomento Latino, anche del Classico -, non è infrequente trovare studenti i quali – oltre a vantare un vocabolario mentale pari a quello di un ragazzo di prima o seconda media di una volta – studiano i Cicerone, gli Ovidio, i Lucrezio, limitandosi alla biografia, a qualche cenno sulle opere principali, e magari – quando va bene – si devono preparare su una ventina, trentina di versi al massimo. Nel nostro piccolo, noi – già studenti del post ’68, sia chiaro – quanto a versi latini (o greci), ce ne dovevamo sparare qualche centinaio.
Benissimo venga, ordunque, cercare di lanciare il messaggio che qualche paletto va alzato, che bisogna tornare ad attivare l’ippocampo per cercare di memorizzare almeno qualche cosina, ogni tanto (versi, date, nomi di luoghi e via dicendo): servirà a poco, ma almeno che questo segnale da Roma parta.
E a tutti coloro che sostengono che questa sarebbe una Riforma contro gli italiani figli di migranti, a tutti i Montanari e le Cuzzocrea della situazione insomma, non resta che dire che si vede bene che non hanno neanche una vaga idea di come funzionino le dinamiche scolastiche – effettive, sul campo – nel XXI secolo: è proprio alzando un po’ i paletti – con il Latino, con il ritorno all’utilizzo dello studio mnemonico, insomma con richieste di impegno di studio superiore – che l’italiano di seconda generazione, se vale, potrebbe emergere più facilmente, è grazie a questo modus operandi che la scuola potrebbe tornare ad essere, almeno, un inizio, un antipasto di ascensore sociale.
Quanto alla Historia, infine; ciò che i Montanari e le Cuzzocrea proprio non capiscono, è che oggi il problema non è contrapporre lo studio dell’Islam a quello del Cristianesimo, o viceversa. La questione essendo che il giovane medio (purtroppo, ormai, anche tanti trentenni e quarantenni) non sa niente né del Cristianesimo, né dell’Islam, né dell’Ebraismo (per restare alla Storia delle Religioni), almeno partiamo da ciò che ci riguarda un po’ più direttamente: quando uno ha acquisito le basi, poi il resto di solito viene da sé. Nel costruire la casa, si parte dalle fondamenta, o no?
VALDITARA FAN CLUB?
Se il Ministro Valditara avrà la schiena dritta per portare avanti, fino in fondo, questa sua idea nuova – che sa d’antico, certo, ma che al contempo, rispetto agli ultimi decenni, è davvero rivoluzionaria -, chi scrive gli sarà sinceramente grato.
Abbiamo una gran paura che le sue idee facciano la fine di quando – per dirne una, all’insegna della par condicio – il suo collega di fine Novanta Luigi Berlinguer provò a buttare là la proposta di test da far fare ai docenti, ogni tot di anni: se fosse stato puntato, da una potenza straniera, un missile termonucleare su ogni scuola italiana, la situazione sarebbe stata più tranquilla, dopo quella proposta berlingueriana. Gran parte della scuola insorse, aizzata dai sindacati: ma come, il Ministro che si permette di volere saggiare le conoscenze dei salariati per insegnare? Autentica eresia, sia anatema immediato su di lui: il quale, infatti, abbandonò poco dopo l’ottima idea. Altri lavoratori possono essere testati, durante i decenni di servizio: nella scuola, non si può.
Perché c’è un fatto, cui tutti i genitori e gli osservatori dovrebbero porre attenzione (in questo blog, negli anni scorsi, l’abbiamo sottolineato più e più volte): un fatto su cui quasi nessuno ha l’onestà intellettuale – ed anche il coraggio – di fermarsi a riflettere.
Un freno fortissimo – temiamo risolutivo – al ritorno del Latino, al recupero dello studio mnemonico, allo studio di certi periodi storici oggi spesso del tutto negletti (il Risorgimento, per dire di un caso eclatante), arriverà dalla maggioranza dei docenti stessi, con la scusa di fare gli interessi degli studenti. Statene ben tranquilli. E sapete perché?
Per un mero motivo autoconservativo, rispetto alla quotidianità del proprio lavoro. Perché il docente medio ha sempre tanta reattività nel lamentare gli stipendi indubbiamente bassi, ma non ha nessuna, nessunissima voglia di rimettersi – o mettersi tout court – a studiare il Latino o le Guerre d’Indipendenza, o a mandare a memoria date e versi poetici: meglio far fare un bel power point ai ragazzi, per l’interrogazione iperprogrammata (lo studente non può mica stare con l’ansia dell’interrogazione a sorpresa, eh?), e poi mettere il voto d’ordinanza (alto, così nessuno si arrabbia), dopodiché via, che c’è lo spaghetto caldo, a casina…
Ps 1 Incendi davvero devastanti a Los Angeles, ed inevitabili polemiche politiche, con Trump (che si insedia dopodomani) il quale maramaldeggia con il Governo californiano, rigorosamente targato Democrats (nonché feudo di Kamala); in pochi hanno però ricordato – guardando le drammatiche scene della città degli angeli – che, prima o poi, in loco ci sarà ben altro: il Big one, al cui cospetto gli incendi di questi giorni sono un aperitivo…
Ps 2 Il Prime Minister inglese Starmer ed il nostro Ministro della Difesa Crosetto, in visita questa settimana a Kiev, sono stati fatto oggetto di un bombardamento “dimostrativo” da parte di Putin: droni “telefonati”, hanno scritto molti commentatori. Comunque esplosi a circa 800 metri dai due, e non certo casualmente. In passato, per molto meno, l’orgoglio nazionale italiano si sarebbe infiammato; oggi, per molti italiani, semmai Crosetto se l’è cercata, e se restava a Roma era meglio per lui e per tutti. La dignità nazionale? Ormai è un optional…
Ps 3 In settimana, ci ha lasciati Oliviero Toscani: fotografo a suo modo geniale, e – sempre a suo modo – negli Ottanta coraggioso e soprattutto irriverente (poi, sempre più conformista, fatecelo dire); resta la macchia di svariate uscite – la più vergognosa fra tutte, quella dopo il crollo del ponte Morandi – che neanche la morte può, e deve, cancellare.
Ps 4 Eventi in Comunale (Sala storica, ore 17,30); in attesa della lectio presidenziale sulla Giornata della Memoria (27 Gennaio), segnaliamo, per mercoledì prossimo 22, un evento di grande interesse: “In carne ed in bronzo: gli ultimi ritrovamenti nel santuario etrusco-romano di San Casciano dei Bagni”, con Emanuele Mariotti – il demiurgo dei succitati scavi, di cui tanto si è parlato – a tenere una conferenza, introdotto dal Presidente e da Moreno Lifodi.
Ps 5 Finiamo in bellezza, con la vicenda del falconiere (ex, pare) della Lazio, il 56enne spagnolo il quale – appena uscito dalla sala operatoria, dopo un’operazione al pene -, tutto contento di avere ritrovato una sua agognata vigoria sessuale, ha visto bene di farsi un bel video – parti basse comprese -, e di divulgarlo a più non posso. Il Presidente Lotito, infuriato, lo ha licenziato in tronco. Il delirio narcisistico alimentato dai social non risparmia nessuno: neanche i falconieri…
Nei provvedimenti del ministro si vede un ritorno al passato che sa molto di nostalgico e consolatorio. Puzza insomma di propaganda, quel tipo di propaganda che può fare presa su un elettorato di vecchi, com’è appunto quello italiano, che vede nel ritorno all’istruzione della propria infanzia un ritorno al passato che non esiste più. Perché nei fatti, non solo a questo governo, ma ai precedenti di ogni colore degli ultimi decenni, dell’istruzione non frega nulla. E i fatti si misurano in risorse e punti percentuali del pil investiti, non in propaganda.
Applausi
Buongiorno Eretico, evito di commentare sulla scuola anche se con tutta onestà penso che tu abbia molte ragioni, ma lasciami fare solo un’affermazione di principio: di fronte ad uno stipendio troppo basso non si può pretendere troppa qualità, pretendere di alzare la qualità vorrebbe dire anche alzare le spese per la scuola e questo probabilmente più che ai docenti non va bene ai governanti nonostante magari gli sforzi intellettualmente onesti del ministro. E’ inutile girarci intorno: se vuoi motivare i lavoratori devi pagarli di più (Julio Velasco docet). Sull’orgoglio nazionale ferito anche qui sono d’accordo ma come spesso accade vale più la ragion di stato che l’orgoglio nazionale, e aggiungo per fortuna, altrimenti probabilmente saremmo già in guerra con Israele perchè non vorrei che ci fossimo scordati del fatto che i militari israeliani non hanno avuto nessun problema a sparare addosso ad i nostri messi a presidiare su mandato ONU il confine con il Libano. Meglio sempre stare calmi e trovare soluzioni ragionate e soprattutto pacifiche.
Caro Cecco,
dai retta a me, ad uno che viene da più di 20 anni di scuola pubblica (più qualche anno di sana gavetta nel privato): per alcuni docenti, hai ragione da vendere, giacché i dindini meritati dovrebbero essere il doppio; ma ti assicuro che per altri, sarebbe giusto che guadagnassero la metà: e non mi fare motivare il perché ed il percome, per genuina carità di Patria.
Quanto al caso che tu hai esposto, in politica estera: hai ragione da vendere, ma ti faccio comunque notare che dopo quell’increscioso evento almeno qualcosa di diplomatico si è mosso (e mi pare che altri episodi non ci siano stati, nisi fallor); in questo caso, invece, zero di zero…
Buona settimana a tutti i lettori, dall’eretico!
Concordo. Finora hanno parlato e straparlato della scuola, ma quando si parla di spendere di più per l’istruzione le parole superano i fatti. Non invidio gli insegnanti di oggi, oltre a dover lavorare spesso in condizioni disagiate, non hanno più il rispetto di cui godevano tempo fa, l’aumento dei genitori difensori ad oltranza dei figli somari stanno da tempo un altro colpo all’istituzione. Rientri il latino a scuola; io non l’ho mai dovuto studiare e l’ho fatto da autodidatta da grande; devo riconoscere che aumenta la capacità di ragionare, memorizzare e riflettere di più sulla costruzione di una frase. Non banchi arotelle, ma più aiuti seri all’istruzione ed ai suoi componenti.
Applauso!!!
Fausto
La scuola italiana? Clinicamente parlando, è un paziente allo stato comatoso. Dubito che l’introduzione del latino cambierà qualcosa. L’onda sessantottina ha distrutto da tempo la nostra scuola. Il sei politico è la conseguenza più evidente, in passato usato a sproposito, ora con l’introduzione dei “nuovi” italiani ne aumenterà di più l’uso. Sarà sempre peggio. La creazione di una società ignorante, educata senza la nozione del nostro passato, con spolverature generiche spesso con una visione storica di parte, porterà a tristi risultati. Con la nuova tecnologia, amica mortale, non ci sarà più bisogna di memoria basterà un pc o uno smartphone ed avremo ogni risposta; se poi sarà veramente la verità non sarà facile saperlo dato che lo spirito critico non verrà più stimolato alle nuove leve. La religione crescente è lo sviluppo ulteriore dell’utente consumatore senza passato e futuro, ma il presente di comprare, consumare, spendere seguendo delle mode del momento in tempi e modalità diverse imposte alla gente comune. La verità già è manipolata con l’intelligenza artificiale che magari con fare apparentemente scherzoso e leggero sta già producendo prove false, accostamenti assurdi tra persone che, in realtà si odiano ed invece appaiono in foto sui media, che invece si abbracciano da veri amici. Riassumendo da una scuola già malata in tutti i gradi, con molti insegnanti che ormai, per l’età o ex sessantottini delusi, hanno già gettato la spugna, la dilagante mancanza di rispetto tra insegnanti, studenti e relative famiglie, c’è poco da sperare. Anche a livello europeo mi sembra che la situazione sia poco diversa. In fondo è questo che qualcuno vuole che sia così, più ignoranti più pecoroni da guidare. Il Grande Fratello è già da noi e governa; un giorno se questa Autorità suprema vorrà, avremo anche un piatto come modello terrestre e non più una forma sferica. La Terra sarà piatta e nessuno protesterà. Il “1984” orwelliano è già arrivato. Speriamo bene.
Lo stato che fa?!?
La scuola italiana è la dimostrazione che la politica alla fine fa quello che la maggioranza (nel caso specifico genitori & docenti) vuole.
Intanto i figlioli crescono come polli d’allevamento intensivo (molli & rintronati).
Sarebbe necessario allenarli alla logica, al ragionamento. Sarebbe necessario instillare una predisposizione alla competizione ed al sacrificio.
C’è un mondo che corre mentre l’Italia s’è praticamente fermata.
A proposito di cose che un funzionano..
Zero simpatia per salvini ( a partire dalle posizioni putiniste) però pretendere di accollare i guasti di una centralina ad un ministro fa parecchio sorridere.
Il gruppo FS si vanta di avere più di 90mila dipendenti e riceve ogni anno svariati miliardi € di contributi statali.
Poi c’è chi si offende se si dice che nel fantastico mondo statale/parastatale la normalità è lavorare poco & male.
A me Salvini non è antipatico, ci sono stati ministri peggiori di lui, ma il suo comportamento un po’ da Capitan Fracassa non gli giova di certo. Il principale neo è però quello del Ponte di Messina; nonostante le proteste dei siciliani e calabresi lui va avanti; dovrebbe considerare che il luogo è soggetto a forti correnti marine e venti molto forti inoltre non dovrebbe dimenticare che è una zona altamente sismica. Meglio sarebbe spendere quei soldi per migliorare i collegamenti ferroviari e stradali in Sicilia e Calabria ed anche altrove; l’Italia è indietro specie nella rete stradale ad ancora di più in quella ferroviaria. Se vogliamo essere più “verdi” quest’ultima dovrebbe essere privilegiata, in quanto meno inquinante.
Sarà anche simpatico (è soggettivo, per me simpatico come….vabbe, taccio), ma non credo che un ministro si giudichi col metro della simpatia.
Volevo dire che Salvini non mi è antipatico nel senso che non aderisco alla continua campagna denigratoria nei suoi confronti che appena alza un dito arriva a priori la critica, il dileggio. Questo non vuol dire che mi è simpatico, lo giudico per quello che fa e basta e lo critico quando lo merita. Molti prima di lui hanno fatto peggio, si è trovato una rete trasporti disastrosa a causa della noncuranza ed incompetenza dei precedenti governi. Detto questo, credo che, invece di pensare a progetti molto difficili da realizzare e costosi come il Ponte sullo Stretto, farebbe meglio a rendere più efficiente l’attuale rete stradale e ferroviaria. E che facesse meno il Capitan Fracassa, che ci rimette in immagine ed offre il fianco alla critica dell’opposizione.
Salvini non ha mai lavorato un giorno in vita sua e, come si suol dire, non è capace a levarsi un dito dal culo. Peraltro ha fatto parte di svariati “precedenti governi”, per cui ha una certa responsabilità della situazione attuale.
Per un giovane oggi uscire dalla scuola senza sapere l’inglese corrisponde ad un giovane di 100 anni fa che uscito dalla scuola non riusciva ad esprimersi in italiano. La scuola italiana insegna poco inglese e salvo eccezioni, lo insegna con metodi assurdi: si parte con la grammatica imparata a memoria, che è il metodo migliore per non imparare nulla e fare odiare la materia. Più che su una lingua morta si dovrebbe puntare sulla lingua che quasi tutti, a parte gli italiani e pochi altri, parlano. Gli effetti su ragionamento, memoria ecc. ecc. sarebbero gli stessi che si otterrebbero con il latino. Il latino secondo me potrebbe o dovrebbe rimanere, ma come materia secondaria per i licei, e per chi lo vuole studiare all’università. Come dovrebbe essere per assiri, babilonesi e affini. La storia, un po’ più recente, anche dei romani, è importante, ma per conoscerla non serve il latino. Magari aiuta un po, ma non si può fare tutto, e per me ci sono priorità diverse
Caro Fabio,
su quanto dici a proposito dell’Inglese (uno dei tanti argomenti scolastici che non ho avuto la possibilità di toccare, per mancanza di tempo) concordo con te: con poche, lodevolissime eccezioni, la materia si insegna davvero male, e lo dimostra il fatto – da te evidenziato – che, alla fine della fiera, gran parte dei nostri virgulti esce da scuola senza essere in grado di dialogare in modo decente con un coetaneo che parla inglese, sic. Dicano i lettori se questo non è un fallimento…
L’eretico
Non mi pronuncio sulla questione di Latino e Greco, ma per chi vorrebbe liquidarli velocemente condivido una riflessione: Ciampi e Marchionne frequentarono il classico (e forse anche Draghi?). Vorrei però stuzzicare Raffaele, rilanciando una provocazione sull’insegnamento della storia, che lessi da un libro di Garcia marquez (e quindi inevitabilmente surreale). Perchè la storia non si insegna al contrario? Partendo cioè dal presente e retrocedendo verso il passato…non è la storia più recente, quella che ci aiuta a decodificare meglio questo nostro presente così complesso?
Una prova ulteriore?
Mi è rimasto impresso il risultato di una ricerca di pochi anni fa, riguardante la conoscenza della lingua italiana e la capacità di scrittura degli studenti giunti al più alto gradino della formazione, ossia l’Universita. Ebbene, esaminando un campione di circa duemila studenti universitari, spalmati su una quarantina di atenei, e’ emerso che in una paginetta Word venivano commessi, in media, una ventina di errori: di grammatica, di punteggiatura, di forma.
Ma le saghe nordiche alle elementari?
La reputo un chiaro cedimento “tolkeniano” alla ragion di Partito, questo sì: ma se ai bambini faranno imparare qualche bischerata nordica a memoria, va bene lo stesso…
L’eretico
Caro Eretico, mi dispiace che a volte sembri troppo fedele alla linea….dì chiaramente che questa fissazione della Meloni per tolkien è una emerita str…ta, e che finché la celebra ad Atreju, va bene, ma se deve inserirla nei programmi scolastici è un altro discorso, e non dire “ma la sinistra…”
Caro Roberto,
da uno che Tolkien lo conosce ben poco: mi pare che la sua opera sia stata ampiamente rivalutata, ben fuori ed oltre la cerchia “hobbittiana”. La faziosità sta semmai nel giudicare Tolkien in un certo modo, solo perché piace a chi uno detesta politicamente.
Peraltro, se ti sembra che nel mio commento in questo dessi del bravo al Ministro, il problema è davvero tuo; fortunatamente, poi, questo blog non ha alcuna linea, che non sia quella di non avere (più) preconcetti, né paralumi ideologici. Cosa che a non tutti i commentatori riesce, invece: ma il mondo è bello, in quanto variegato…
L’eretico
Non ti devi offendere, ho scritto “sembri” forse dovevo scrivere “rischi di sembrare”. Nemmeno io conosco bene tolkien, ma è ridicolo che debba essere inserito a scuola per evidente “sdilinguamento” governativo.
Caro Roberto,
figurati se mi offendo…la squola italiana è sempre stata in balìa della politica vincente, in quel dato momento: basterebbe trovare un equilibrio, cosa non facile.
E comunque, passano i decenni e si alternano i governi, ma chi ci guadagna sempre è la Chiesa cattolica: scusa se torno a ribadire un mio vecchio cavallo di battaglia, ma vi sembra giusto che i docenti di Religione – nella scuola pubblica, si badi bene – siano scelti con il beneplacito del Vescovo (che ha la possibilità di revocarli, all’uopo!), e pagati dallo Stato italiano? Cosa che se solo lo dici in uno Stato “normale”, ti ridono dietro.
Qualche anno fa, ospite di Del Debbio, lo dissi: e lui mi zittì subito, un po’ sullo stizzito, dicendo che così stabiliva il Concordato…
L’eretico
Concordo in pieno.
ps: “squola” era ovviamente voluto.
Secondo me la scuola pubblica italiana è pessima, con professori pessimi. I miei figli hanno frequentato istituti privati per fortuna. Ma vi ricordate la professoressa del Bandini, tale Francesca Stella, che faceva campagna elettorale con gli alunni per la sua candidatura nelle liste del PD? Una cosa semplicemente VERGOGNOSA!
Non credo si debba esagerare con la denigrazione della scuola italiana. All’estero accolgono a braccia aperte i nostri laureati.
Le scuole private, be lasciamo perdere, spero che i tuoi figli vadano in qualcuna delle poche eccellenze private, e non in una di quelle scuole dove…beh, non aggiungo altro….
Ma la polemica sul braccio alzato di Muso, quant’è ridicola? Veramente fa venire voglia di diventare fascisti per ripicca….che l’eccessiva concentrazione di potere economico sia un problema per la democrazia, certa gente se ne accorge solo quando vede un braccio alzato!
Dopo la costituzione più bella del mondo ci s’ha i docenti più bravi dell’universo..
https://www.fanpage.it/attualita/non-serve-studiare-basta-pagare-come-siamo-riusciti-a-diventare-insegnanti-senza-mai-aprire-un-libro/#
Caro Ics,
grazie del tuo prezioso contributo: questo, ancorché non inedito, è uno scandalo senza fine. Fra università on line e corsi a pagamento, il fatto è che essere ben preparati per fare i docenti è un optional: se c’è autentica preparazione, bene, altrimenti va bene lo stesso…basta dimostrare di essere inclusivi, accondiscendenti con i genitori, soprattutto tenere i voti tendenzialmente alti, e poi il 23 (non il 27, eh) lo stipendiuccio arriva…
In giornata, pezzo settimanale sfornato: c’è davvero tanto, su cui scrivere…
L’eretico