Eretico di SienaTutta colpa del patriarcato? (e 4 Ps) - Eretico di Siena

Tutta colpa del patriarcato? (e 4 Ps)

Eccoci dunque al consueto appuntamento settimanale del blog, nonché ultimo novembrino (anche se si pubblica domenica mattina, 1 dicembre: buon Sant’Ansano a tutti i lettori, ordunque!).

Quanto alla Politica internazionale, la settimana era stata positiva, per le notizie dal fronte mediorientale (in Libano, soprattutto), ove si spera che la tregua possa reggere, mentre è sempre più a rischio “big one” in territorio ucraino (con tanti, in Italia e non solo, che quando dovesse accadere, avranno la risposta subito pronta: “dispiace, ma gli ucraini se la sono proprio cercata”). Nelle ultime ore, invece, arrivano notizie davvero inquietanti dalla Siria, da Aleppo in particolare (i russi, paladini del dittatore Assad, c’entrano sempre): seguiamo gli avvenimenti, con inevitabile preoccupazione.

Lasciata passare – lunedì scorso, il 25 novembre – la lodevole Giornata internazionale sulla violenza contro le donne (con cortei e manifestazioni annesse), ci permettiamo però, post eventum ed a mente un po’ più fredda, di scrivere la nostra: che a molti garberà poco, ma non importa…

 

PATRIARCATO O STRANIERI? LE CURVE NON SERVONO

Non è certo una gran novità, semmai l’ennesima, e perniciosa, conferma: ancora una volta, ed anche sul drammatico argomento della violenza contro le donne, in Italia siamo fermi a logiche da curva ultrà.

Da una parte (curva nord o sud, decidete pure voi), si tira fuori – con facile automatismo – la questione immigrati: questione che è, peraltro, tutt’altro che campata in aria come la Sinistra vorrebbe fare credere, giacché – dati ufficiali del Viminale alla mano – i reati contro le donne, da parte degli extra comunitari, sono ben più del 9% del totale (mentre la popolazione, in qualche modo censita, non di origine italiana, rappresenta per l’appunto il 9% dei residenti).

Dall’altra, invece, si parte lancia in resta con il mantra (o riflesso pavloviano?!?) del patriarcato, ormai pressoché scomparso dal panorama antropologico italiota: e non solo perché – sin dall’ormai lontano 1975 – è stato definitivamente messo fuori legge (e in questo caso ha sbagliato il Ministro Valditara a battere sull’abrogazione della legge: l’abrogazione non cambia all’istante la testa delle persone, altrimenti – per dirne giusto una – il razzismo contro le persone di colore, negli States, sarebbe allegramente finito nel 1865, oppure si potrebbe citare il caso indiano: non è che l’eliminazione per Legge delle caste abbia risolto il plurisecolare problema…).

Ma proprio per i motivi che cercheremo sommariamente di delineare nel prosieguo di questo pezzo, parlare oggi di persistenza del patriarcato appare a molti (anche fra intellettuali di rango, comunque la si pensi, come Cacciari e Ricolfi) una mera forzatura ideologica: certo che la forma mentis maschilista esiste sempre, e va da sé che rigurgiti patriarcali sono sempre possibili ( al giorno d’oggi, soprattutto all’interno di culture e religioni diverse da quella italiana, si converrà), ma – seguite le manifestazioni e gli eventi, con slogan annessi, di questa settimana – viene da chiedersi fino a che punto possa arrivare la cecità relazionale e psicologica, l’incapacità insomma di comprendere ciò che si squaderna davanti ai propri occhi.

 

IL “NICHILISMO GAIO”

Il filosofo ultracattolico Augusto Del Noce, nel 1984, sul Corriere della sera, in un intervento rimasto importante per il clima culturale di allora (erano tempi – oggi superati – in cui sulla grande stampa non si rincorrevano i social come oggi, bensì si cercava – e spesso ci si riusciva – di creare un dibattito sui grandi temi), aveva certificato il passaggio dal “nichilismo tragico” (quello dei violentissimi Settanta, con i suoi terrorismi, destrorsi e sinistrorsi), all’attuale (1984, per l’appunto) “nichilismo gaio”.

Del Noce dava una duplice significato a questa definizione: “gaio” nel senso dell’omosessualità (“intende sempre l’amore “omosessualmente”, anche quando mantiene il rapporto uomo-donna”: amore come “prolungamento dell’io”), e “gaio” nel senso della totale mancanza di inquietudine, di una superficialità senza posa.

Questo “nichilismo gaio” – teorizzato nel 1984 da Del Noce (pensatore che mi vede tutt’altro che concorde sul 90% di ciò che sosteneva) -, a mio modo di vedere è la chiave di volta per comprendere davvero l’oggi relazionale, specie fra i più giovani (vedasi il Caso della povera Giulia Cecchettin, continuamente richiamato).

Cosa possa mettere in relazione il tanto citato e ricitato patriarcato, con il modus operandi di un 22enne che usava andare a coricarsi tenendosi ben stretto, nel letto, un orsetto di pelouche (il ciuccio, quello pare lo avesse tolto almeno da un po’), è un autentico mistero, che trascende la umana razionalità: fin tanto che di “patriarcato”, nei cortei del 25 novembre, gracchiano le ragazzine – le quali vogliono scimmiottare le femministe d’antan  (che almeno leggevano libri seri ed importanti), con in più le bandierine della Palestina al seguito (mai dell’Ucraina, né – statene certi – adesso della Siria) -, concediamo pure loro l’alibi dell’età, ci mancherebbe; ma che ci siano fior di “maggiorenni” a sostenere che femminicidi come quello di Giulia sono causati dalla persistenza del patriarcato, fa capire l’abisso culturale (pseudo) in cui siamo ormai caduti, senza forse possibilità di redenzione…

 

IL PATRIARCATO (IMMAGINARIO)

Ho premesso di sapere bene che certi passaggi di questo mio pezzo saranno criticati (ci sono peraltro abituato, figuriamoci); per rendere più credibile la mia tesi – riguardo alla questione della violenza sulle donne, in particolar modo giovanissime come la povera Giulia – prendo e faccio dunque mie le parole di chi su questi problemi lavora. Una Capitana dei Carabinieri: chi si scandalizza, se la prenda dunque in primo luogo con lei, con Felicia Basilicata, capitana dei Carabinieri a Senigallia.

La quale – come stiamo per vedere – sostiene sul Corriere della sera (26 novembre, pagina 6, intervistata da Alfio Sciacca) un qualcosa di assolutamente indicibile, nei cortei del 25 novembre: vale a dire che financo le ragazzine hanno delle precise responsabilità in ciò che accade. Lo dice lei, eh: donna (giovane), e carabiniera esperta di questa tematica…

Partiamo dai maschietti: “Anche a 15 anni ci sono ragazzi che impediscono alla fidanzata di uscire con le amiche, che pretendono di controllarne il telefono o geolocalizzarle. Si creano rapporti malati che in alcuni casi possono sfociare in condotte persecutorie e stalkeraggio…perché molti ragazzi hanno un’idea distorta delle relazioni affettive e confondono l’amore con il possesso”.

Fin qui, per le gracchianti nei cortei, tutto a posto: non è forse questo è il ritratto di un “figlio sano del patriarcato”?

Però con ciò che state per leggere – detto da un’esperta, lo si ribadisce -, come la mettiamo, di grazia?

“In tanti casi (le ragazzine) assecondano queste condotte dei maschi, perché pensano che sia una forma d’amore: lui mi controlla perché io sono sua e questa è una forma di protezione”.

Capito? Sono le ragazzine ad assecondare questi “comportamente possessivi”: la povera Giulia, aveva provato ad affrancarsene, purtroppo senza fare in tempo; altre, invece, sono ben contente di essere “protette” dal loro fidanzatino.

Ma questo – che implica anche il ruolo dei social (“sono strumenti che amplificano l’ossessione per il controllo”, dice la capitana dei carabinieri) – nei cortei non si può dire, neanche di striscio.

Meglio (ed anche parecchio più facile) dare la colpa ad un problema che oggi – dopo secoli e secoli di enorme pervasività – risulta pressoché inesistente: così, alla fine della fiera, ciò che davvero crea il terreno fertile per la violenza sulle donne (la conclamata fragilità del maschio, il narcisismo divenuto ragione di vita e dunque in qualche caso di morte, il potere deleterio e devastante dei social, l’incapacità di affrontare le sconfitte et alia) si mette sotto al tappeto, e si fa finta di niente.

Date retta: quanto a questo tipo di problematica, se tornasse una dose omeopatica di ciò che non c’è più – in modo moderato e rivisitato -, di certo peggio non andrebbe. Ridateci un po’ di patriarcato, dunque…

 

Ps 1 Caso Milano, quartiere Corvetto: la tragedia che si è consumata, in attesa della verità giudiziaria, ci consegna almeno due cose buone; la prima: anche figure della Sinistra si accorgono del problema, e lo denunciano (Cottarelli, ieri su Retequattro, non ha avuto problemi a dire che a Milano ha camminato per un’ora intera, senza sentire parlare l’italico idioma); in secondo luogo, una famiglia – quella del 19enne morto – la quale non cavalca l’onda emotiva della morte di un congiunto, evitando di gettare benzina su un fuoco già alto. Chapeau.

Ps 2 Caso Beko (ieri Calenda dai lavoratori, con parole durissime contro il Ministro Urso, sulla questione della clausola della Golden power), in settimana anche Gsk (uscite volontarie, eh), più la crisi galoppante del piccolo commercio: il tessuto economico di Sienina è a dir poco in piena sofferenza. Siamo in auge solo nel dare da mangiare e da bere agli ospiti. Come scrivono molti, speriamo che i pensionati MPS, con i loro portafogli ben gonfi, campino tutti 110 anni, perché altrimenti è un bel casino…

Ps 3 Sciopero generale del 29 novembre: a parte la solita, penosa, sciarada sui numeri degli scioperanti (si va dal 5% al 70%, mah…), resta il fatto che l’eccitare in modo esplicito alla “rivolta sociale” – come fatto da Maurizio Landini – è da totali irresponsabili. Nei Settanta, il sindacato – la Cgil in particolare – fu un autentico argine, un baluardo insuperabile – dopo i tentennamenti iniziali -, contro il terrorismo di ogni genere, a partire da quello sinistrorso. Il sacrificio dell’operaio-sindacalista Guido Rossa – massacrato dalle Brigate rosse genovesi nel gennaio 1979 – lo dimostra ad abundantiam. Si vede che la Cgil sta subendo una mutazione genetica. Non certo in meglio, purtroppo…

Ps 4 Uscito il programma dicembrino della Sala storica della Biblioteca comunale; in settimana prossima, si parte lunedì con la presentazione del volume – a proposito di questione femminile – “Un’altra storia. Biografie imperfette” (Le Lettere), di Sandra Landi (che sarà ovviamente presente), insieme all’antropologo Pietro Clemente; mercoledì, poi, big event con l’autobiografia di Giovanni Buccianti (edita da Cantagalli): una figura, quella di Buccianti, che ha moltissimo da raccontare sulla Siena degli ultimi 50 anni (almeno), ed ha anche tanta, tanta voglia di farlo…

23 Commenti su Tutta colpa del patriarcato? (e 4 Ps)

  1. Ics scrive:

    Parlare di golden power per un’azienda di elettrodomestici è misura della pochezza generale del paese.
    Così come parlare di sussidi all’azienda per restare. La politica del bonus assistenziale applicata all’industria rimane una visione “drogata” e senza futuro.

    Come predetto dai più lungimiranti, la crisi del monte condanna Siena a trasformarsi in Gran San Gimignano.
    È tempo di sfoltire le spese. A partire dal palio.
    È tempo di pane & salame.
    In comune (e nelle dirigenze di contrada) si diano una svegliata.

    Il patriarcato è una delle tante doglie anti occidentali dei marxisti pancia piena & culo al caldo.
    Per evitare comunque che attecchisca è più che sufficiente contingentare il numero di immigrati islamici.
    Illuminanti in tal senso le ultime dichiarazioni dei primi ministri “de sinistra” di Canada e UK.

  2. Cecco scrive:

    Buongiorno a tutti! Post complesso anche da commentare, allora inizio con la questione del patriarcato: sono d’accordo a metà con l’Eretico nel senso che il patriarcato non è vero che è stato definitivamente abbattuto ma certo non siamo più nell’ 800, però la forma mentis che vede la donna come proprietà dell’uomo è dura a morire e probabilmente anche in qualche ragazzina obnubilata dai social. Detto questo c’è davvero bisogno di riprendere in mano l’educazione dei giovani e qui mi viene da citare Pasolini: “Penso che sia necessario educare le nuove generazioni al valore della sconfitta. Alla sua gestione. All’umanità che ne scaturisce ….”. Non so se la scuola italiana sottofinanziata sarà in grado mai di farlo, certo sarebbe una bella sfida, questa davvero da vincere per avere delle generazioni più consapevoli, tutto purtroppo sembra andare nella direzione opposta ovvero o sei un vincente (anche nelle relazioni amororse) o sei una nullità, ma questo è il senso più intimo del capitalismo. Su Salvini poi non vorrei sprecare troppe parole ma è quello che firma il decreto flussi da mezzo milione di persone in tre anni (senza pensare a spendere un euro per il disagio che questo inevitabilmente comporterà soprattutto per i ceti meno abbienti) e poi soffia sul fuoco ogni volta che se ne presenta l’occasione, l’ipocrisia fatta persona, però così acchiappa i voti ed alla fine è quello che conta. Su Landini poi che dire, qui sono in completo disaccordo con l’Eretico, intanto Landini non soffia sul fuoco ma semmai tenta di risvegliare qualche coscienza forse ancora viva sotto purtoppo montagne di braci ormai spente dalla disaffezione alla politica attiva, e poi ho partecipato convintamente al corteo fiorentino di Cgil-Uil con i lavoratori senesi della Beko in prima fila e con la vicinanza, anche fisica, della Fiom chianina e valdelsana, almeno qui si è riprodotto su scala provinciale un po’ di quel sano internazionalismo operaio, che ormai sembra morto e defunto, ma che in un passato ormai lontano faceva tanta paura ai padroni. Dato che ormai certa sinistra contemporanea non capisce nemmeno di cosa sto parlando mi viene da pensare che per fortuna esiste ancora un Landini a ricordarlo e qui sono ben consapevole di essere lontanissimo dall’Eretico pensiero.

    • Gp scrive:

      Fra il Landini che abbraccia Draghi e la rivolta sociale mi sono perso un passaggio? Eppure i salari e i diritti dei lavoratori erano ai minimi, i poveri e le bollette ai massimi…
      Landini è l’ennesimo sindacalista che a scapito dei lavoratori usa il sindacato per fare politica e costruirsi un futuro da parlamentare e/o ministro

      • Cecco scrive:

        Dati alla mano il governo Meloni è quello che numericamente ha subito per ora meno scioperi all’ anno indetti dalla CGIL, guarda caso proprio i governi Renzi e Draghi hanno avuto più scioperi contro, probabilmente fanno più rumore questi perchè le destre di governo mal sopportano di essere contestate. Comunque ritengo che siano le politiche economiche liberiste (in questo campo Renzi e Draghi maestri della Meloni) e non la politica in senso generale a scatenare gli scioperi, ma naturalmente ognuno ha il suo punto di vista.

      • Anonimo scrive:

        Su Landini concordo con l’Eretico.
        Per definire il soggetto, come non ricordare, tra l’altro, il silenzio assordante tenuto sulla gestione Elkann, che ha quasi distrutto il settore auto in Italia e gli attacchi sferrati nei confronti di Marchionne nel momento in cui la Fiat stava crescendo!
        Da ultimo, ma non per ultimo, se le parole dette da Landini fossero state usate da qualcuno di destra, come minimo avrebbe preso del sobillatore fascista….
        Corvetto: mi chiedo, quante Corvetto esistono oggi in Italia?
        Siena: ribadito il mio giudizio pessimista sulla situazione della città, dico che questa avrebbe bisogno di amministratori pubblici competenti e lungimiranti e, forse, nemmeno questo basterebbe.
        Purtroppo, mi sembra che non siamo sulla buona strada….

        Fausto

  3. Chicchero scrive:

    Quando l’eretico cita cottarelli tra le figure della sinistra mi viene in mente quando l’esimio mattarella aveva provato a metterlo al capo del governo in qualità di tecnico indipendente.
    D’altronde questi tecnici monti, dini, ciampi, ecc. guardacaso pendono sempre da quella parte.

    • Eretico scrive:

      Caro Chicchero,
      il buon Cottarelli aveva la tessera Pd, poi non rinnovata a causa delle politiche schleiniane: ergo, va considerato in quota sinistra (lo dico per informazione aggiuntiva, non certo per polemica nei tuoi confronti).

      Buona settimana dall’eretico

    • VEDO SEMPRE PIU' NERO scrive:

      Una delle tante dei buonisti sinistrorsi. Il dottor Mortadella dall’alto della sua cattedra ha iniziato a pontificare a destra e manca dimenticando tutti i guai da lui provocati quando era al Governo. L’entrata penalizzante dell’Italia nella UE con il cambio svantaggioso lira-euro è ancora un macigno che si porta dietro la nostra economia. Gli sfollati di Caivano avevano appartamenti da nababbi, che ne pensa la Rivoluzionaria Salis? La difesa ad oltranza dei poveri amici del ragazzo egiziano morto dopo la caduta dallo scooter dell’amico senza patente; tra poco passa che sono stati speronati dai carabinieri ed i soliti amici della Salis ovviamente sono d’accordo. Ah questi buonisti, che cattivo chi ha scritto il Codice della Strada, non deve valere per i poveri migranti.

      • VEDO SEMPRE PIU' NERO scrive:

        Nessun parlamentare, Dottori Mortadella vari, ha commentato negativamente l’uscita dalla Stellantis del suo Amministratore Delegato Tavares che dopo avere fatto molti danni esce di scena con una ricca buonuscita. Speriamo che almeno quel “simpatico” di Elkann venga a giustificare i soldi ricevuti dal Governo per rilanciare il settore auto e aiutare la sua transizione all’elettrico. Già che ci siamo, sarebbe magari un’occasione per i nostri politici a richiedere qualche chiarimento in più dell’operato dei padroni della Beiko.

  4. VEDO SEMPRE PIU' NERO scrive:

    Comunque andrà sarà sempre una rimessa per tutti. Erdogan attacca Assad, tiranno spalleggiato da Putin; Assad combatte gli ex Isis che sono sostenuti da Erdogan e sono nemici dichiarati dell’Occidente, gli USA infine non si capisce da che parte stanno, tranne proteggere l’Israele. In Libano c’è una fragile tregua.Nessuno ha ragione, gli unici sono i poveri civili bisognosi di pace. Peccato perché in quelle zone (dal nord del Libano alla Striscia di Gaza) ci sono tanti luoghi e testimonianze basilari per le tre importanti religioni (ebrei, cristiani e mussulmani), sono sopra una miniera d’oro in senso storico religioso. Se avessero mantenuto la pace quanti soldi avrebbero potuto usufruire con i numerosi pellegrinaggi dei fedeli delle tre religioni, dalla gestione dell’ospitalità ai vari souvenir che i visitatori riporterebbero alle loro case. Con i ricavi potevano anche costruire strutture per migliorare il clima aiutando anche il turismo prettamente vacanziero. Invece nulla di tutto questo; odio e rancore reciproco, miseria, fame e guerre devastanti per tutti e per l’ambiente, già poco accogliente, ancora più inospitale per gli effetti dei vari strumenti di guerra a cominciare dai fumi venefici delle esplosioni. Ci vorrebbe che qualcuno che è collegato spiritualmente a questi Santi (?) Luoghi intervenisse, ma finora non c’è risposta alcuna. Va bene la Fede, ma ci vorrebbe un po’ di più aiuto o no?

    • VEDO SEMPRE PIU' NERO scrive:

      Un tempo c’era un certo Zeus che s’arrabbiava e mandava giù qualche fulmine per punire chi riteneva responsabile se la questione non si risolveva in un tempo ragionevole…

    • Gp scrive:

      Gli usa, e di conseguenza noi, si capisce benissimo da che parte stanno… oltre ad occupare abusivamente (come la Turchia) parti di territorio siriano (dove il concetto aggressore/aggredito e l’integrità territoriale non contano). Siamo dalla parte del jihadismo sunnita in chiave anti iraniana. Anche gli ultimi attentati rivendicati dai nostri alleati quaedisti infatti sono stati contro un centro commerciale russo e un cimitero iraniano, con molte centinaia di vittime civili. D’altronde in un certo momento storico gli Usa sostennero anche Pol Pot (un milione e mezzo di cambogiani morti) in chiave antisovietica

  5. Un sardo scrive:

    Gentile Eretico, Lei è sempre molto pacato e leggerla è un piacere, anche quando non sono in sintonia con lei. Sul fatto del patriarcato, argomento molto molto delicato, io sono d’accordo sul fatto che a volte sia tirato fuori un pò a caso, ma quello che mi lascia più perplesso sia l’uso a sproposito che anche il ministro ha fatto di questo concetto. Come ribadito da persone anche più informate di me, è quantomeno fuori luogo parlare di responsabilità degli immigrati in occasione della presentazione di una fondazione dedicata a una ragazza massacrata da un bravo ragazzo italianissimo (come quello condannato per aver massacrato la fidanzata incinta di otto mesi, o come quello che , nella mia Sardegna, avrebbe confessato di aver ucciso la moglie nel sonno e aver poi nascosto i resti in un borsone nel bosco.)è assolutamente fuori luogo, un mantra che i leghisti tirano in ogni occasione, anche a sproposito. Esiste, sotto gli occhi di tutti, un problema di sicurezza legato all’immigrazione, ma non era certo quello il momento di parlarne (secondo me). Sul fatto che ci sia una cultura maschilista, (lo chiami patriarcato o come vuole) che vuole ancora le donne come oggetti, di proprietà del marito, purtroppo resistono sacche di uomini che lo pensano, o peggio , lo mettono in pratica. un saluto

    • VEDO SEMPRE PIU' NERO scrive:

      Il discorso è vecchio che i buoni ed i cattivi sono ovunque, ma se guardiamo le percentuali tra italiani ed extra comunitari, i numeri sono in svantaggio per i secondi. Giusto premiare chiunque, se si comporta bene, ma non è bene giustificare certi atteggiamenti maschilisti dei migranti, in netta maggioranza mussulmani. Invece di protestare biasimare aspramente come succede da parte di tante pseudo femministe in casi in cui si parli di italiani, con loro quasi vengono giustificati per la loro mentalità e radici culturali diverse. Due pesi e due misure creano solo confusione ed ingiustizia sociale. Le carceri piene? E’ vero, ma prima che che “loro” arrivassero questo problema era molto meno grave. Infine molti di loro chiedono, giustamente, più diritti, ma dimenticano che in una società civile ci sono anche i doveri, cose trascurate compresa la voglia di integrazione. Il discorso è sempre lo stesso accogliere, ma pretendere il rispetto e chi non vuole integrarsi il ritorno coatto ai suoi luoghi. I buonisti, a livello nazionale, stanno perdendo voti, si chiedano il perché, facciano un esame di coscienza. Con tutti i problemi economici sociali all’orizzonte le cose saranno sempre peggiori, la disoccupazione incombe su tanti nostri connazionali, quindi c’è da stare poco allegri cari sinistrorsi buonisti infangatori della memoria della vecchia vera Sinistra. Va bene la tutela delle minoranze, i gay, gli amanti “diversi”, il patriarcato e simili, ma c’è anche la disoccupazione, la sicurezza, l’assistenza sanitaria e sociale ed altri gravi problemi che toccano direttamente la maggioranza.

  6. VEDO SEMPRE PIU' NERO scrive:

    Post 4. non mancherò alla presentazione del volume “Un’altra storia. Biografie imperfette”, la storia vista da alcune figure femminile trascurate dalla versione ufficiale della Storia; sarà interessante sentire i pareri dopo che il dibattito entrerà nel processo ad Eva, vittima e colpevole di tutti i guai conseguenti al suo nefasto incontro col serpente luciferino. Spero che non si entri in modo parziale ed esasperato in argomenti tipo patriarcato o matriarcato. Riflessione finale; un tempo si diceva che se le donne avessero governato, al posto dei maschi, le cose sarebbero andate meglio, meno guerre, più pace sociale; ora molti posti di potere sono occupati da donne, eppure mi sembra che le cose non siano molto diverse. Un esempio trai tanti, quella specie di “vampira” che guida la BCE sta facendo danni come la grandine con la sua politica restrittiva e quando verrà rimossa sarà un grande guadagno per tutti. Tra l’altro è un avvocato e non un economista.

  7. Roberto scrive:

    “gracchiano le ragazzine” non è bello…

  8. Filippo scrive:

    Ed eccoci al solito minestrone à la boomer, ingrediente fresco di giornata: il patriarcato. Nella succulenta ricetta del giorno è possibile trovare, appunto, un boomer che cita nientedimeno che una capitana dei carabinieri di Sinigallia (l’arma: noto faro culturale di questo Paese) a supporto della sua tesi. Colpo da maestro: ci si poteva aspettare, chessò, una riflessione sul concetto di subalternità (che proprio in Italia ha visto formulazioni importanti, da Gramsci ad Alberto Cirese) e su come un gruppo in posizione di inferiorità tenda a riprodurre i meccanismi di potere che lo tengono in detta posizione. Del resto, in molti casi parliamo delle figlie e delle nipoti di gente che per anni ha votato e sostenuto un miliardario pur essendo operai o micro-borghesi. Ma, senza neanche studiare o aggiornarsi troppo, bastava ragionare con qualche operatrice dei centri antiviolenza, piuttosto che con l’esponente di un corpo che, fino al 1914, aveva come motto “Obbedir tacendo e tacendo morir”, sostituito poi da “Nei secoli fedele” (fulgido esempio di emancipazione, insomma). Ma il tocco di spezia della ricetta, il più tipico e sapido, è il discorso finale con tanto di ditino alzato in faccia alle ragazzine che, insomma, avranno anche loro una bella fetta di colpe. Diciamocelo, signora mia, spesso se la vanno proprio a cercare.
    Chissà da dove le pescano, le ragazzine, quelle concezioni malate dell’amore e delle relazioni? Sicuramente le generano motu proprio nel segreto dei loro diari e delle loro camerette, mica le imparano in casa, in televisione, sui social, a scuola. Giammai, con cotanti professori.

    • Eretico scrive:

      Caro Filippo,
      se non vuoi avere rispetto di una Capitana dei carabinieri (che collabora da par suo con i centri antiviolenza, ovviamente), potrei di nuovo citare intellettuali vari – non proprio gli ultimissimi arrivati – come Cacciari E Ricolfi (oltre al profetico Del Noce): niente a che vedere con la tua cultura ed esperienza di vita, certo, però ogni tanto leggo ed ascolto anche loro.

      Fra l’altro, nessuno ha mai detto che il “patriarcato” sia morto e sepolto: solo che rifugiarsi in quella spiegazione monotematica e monocausale, presentandola come esaustiva, a me pare parecchio, parecchio riduttivo. Diciamo pure sbagliato.

      I trappers-rappers, per esempio, per te rappresentano il patriarcato? Per me, rappresentano un puro atteggiamento violento, misogino e maschilista, che non è la stessa cosa del patriarcato, come immagino saprai benissimo: se ci fosse ancora il patriarcato, forse qualche pater due schiaffi, a suo tempo, glieli avrebbe tirati, ai Fedez della situazione…

      Ps a Roberto: il verbo “gracchiare”, a fronte di cotante scenate in alcune manifestazioni, mi pare il minimo del minimo sindacale…

      L’eretico

  9. Mazinga Z scrive:

    Questo Filippo ha fatto un intervento davvero geniale…l’Eretico mi ha rubato un paio di argomenti, io comunque aggiungo che:
    1) gratta gratta, a Sinistra l’atteggiamento critico contro le Forze dell’ordine viene spesso fuori: solo un cieco non potrebbe vedere l’atteggiamento di polemica aprioristica contro la storia dei Carabinieri (esempio di patriarcato anche loro, sembra di capire).
    2) quelli come questo Filippo sono ormai abituati a chiamare tutto “patriarcato”: uno come Turetta, fresco di meritatissimo ergastolo, vi sembra un esempio di patriarca? Ma lo sapete cosa sia la cultura patriarcale o no?
    3) ultimo ma non ultimo: non appena qualcuno cerca di uscire dagli slogan da neofemminismo, allora lo si accusa di vittimizzazione secondaria nei confronti delle vittime.
    Caro Filippo, abbi meno arrogante presunzione, dai retta. Aspettando la tua risposta alla legittima domanda del gestore di questo blog: i trappers che infarciscono le loro odiose canzoni di violenza misogina, rientrano nel canone patriarcale?

  10. Go scrive:

    I nodi vengono al pettine… non si può essere a favore dell’immigrazione e contro il ‘patriarcato’, non si può essere a favire della donna e della fluidità di genere (in un carcere femminile spagnolo una ‘detenuta’ ne ha violentata e messa in cinta un’altra), non si può promuovere un green deal ottuso come quello europeo (vedi automotive) ed essere dalla parte dei lavoratori.
    L’unica vera sinistra dovrebbe essere la voce delle classi lavoratrici, ma avendo voluto ignorare la categoria ha dovuto cercare un’altra identità.

    • Eretico scrive:

      Caro Go,
      in effetti, su molti passaggi, hai ragione: le stesse neofemministe che “gracchiano” (confermo in toto la scelta lessicale) contro il “patriarcato”, sono le medesime che hanno, come loro mantra, la bandiera palestinese (per non dire Hamas tout court).
      Contrastano il patriarcato (quel che indubbiamente ne resta) in casa, senza ammettere che il “patriarcato reale”, in Italia, è praticato sul serio, ormai, solo da culture religiose altre, rispetto a quella maggioritaria in Italia (un’Italia il cui effettivo punto di riferimento spirituale è il Black friday, si capisce).

      Lo stesso dicasi per la crisi Stellantis (o Volskwagen, per dire): un verde, un esponente della Sinistra ambientalista, dovrebbe essere ben lieto della drastica riduzione di macchine vendute in giro per l’Europa, in coerenza con il succitato credo ambientalista (suffragato dai dati scientifici seri, si badi): di certo, però, non può al contempo andare a partecipare agli eventi in favore dei lavoratori. Questo, vuol dire solo tenere il piede in due staffe.

      Ps come richiesto ieri mattina (richiesta rilanciata anche da un lettore notturno): stiamo ancora aspettando la risposta del nostro amico antiboomers. La domanda è: i trappers ed i rappers, sono esempio di “patriarcato applicato”, ovvero no? Fedez è un neopatriarca?

      L’eretico

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