Terza Guerra mondiale (e 3 Ps)?
Appuntamento settimanale all’insegna della politica internazionale, con la domanda delle cento pistole: siamo davvero ad un passo dalla Guerra mondiale (a pezzi, già iniziata da tempo)? Nel frattempo, en passant, si segnala la clamorosa svolta della Francia, con il Premier Barnier che chiede esplicitamente scusa all’Italia per certi sgarbi del recente passato: la Germania arranca sempre più, e questo farà nascere un tandem italo-francese?
VERSO LA TERZA GUERRA MONDIALE?
Purtroppo, su questo nessun dubbio: mai si era stati così vicini allo scoppio di una Guerra mondiale, forse neanche con la crisi missilistica cubana (i famosi 13 giorni dell’ottobre 1962).
Gli analisti si dividono, quanto a letture fra passato e presente (sempre a rischio anacronismo), fra chi dice o scrive che siamo come i “sonnambuli” del 1914 (dal libro – temiamo più citato che letto – dello storico Clark, più volte preso in considerazione in questo blog), e chi privilegia la visione del pre Seconda Guerra, tirando fuori il 1938 e la politica di appeasement voluta nei confronti di Hitler (e non solo) da parte delle democrazie francesi ed inglesi (lo “spirito di Monaco”, evocato fra gli altri da Roberto Fabbri su Il Giornale di ieri).
Noi propendiamo ovviamente per una lettura più orientata sull’asse 2024-1938, pur con tutte le differenze, anche macroscopiche, del caso; per svariati motivi, e con una che le sopravanza tutte: se nel 1914 chi deteneva il potere davvero “ballava sul Titanic” della geopolitica di allora, e mai si sarebbe aspettato che l’Europa sarebbe entrata di lì a poco in guerra, dopo l’attentato contro Francesco Ferdinando a Sarajevo del 28 giugno; qui ed ora, invece, è dal 2022 che ogni due settimane si parla di escalation, di Armageddon sempre più vicino: rischio che è sicuramente in corso – grazie all’autocrate moscovita, con il lancio sulla città di Dnipro del suo non intercettabile missilone Orechnik, potenzialmente atto a sganciare ordigni nucleare -, ma che non è detto ci porti all’Armageddon.
Nel frattempo, la Germania si prepara alla guerra (difensiva), ed in Svezia distribuiscono opuscoli ad hoc su come usare lo iodio (in funzione antiatomica, ovviamente). Sappiamo chi ringraziare, noi; il problema è che – come si scrive diffusamente anche sotto – per tanti “esperti” da tastiera, se siamo arrivati a questo la colpa è solo dell’Occidente…
NETANYAHU: I PATTI VANNO RISPETTATI (E PUTIN GONGOLA)
Un’altra notizia bomba (in questo caso, in senso figurato, ma neanche troppo) della settimana è la richiesta d’arresto, da parte della Corte penale internazionale, per il Premier israeliano Netanyahu e per l’ex Ministro della Difesa Gallant (peraltro defenestrato da Bibi poche settimane or sono: i due si detestano, ma questo è un dettaglio). Per la 76esima volta, ribadiamo che i morti civili a Gaza (e non solo lì) sono stati davvero troppi, pur sempre aggiungendo che, se si usano i civili come scudi umani, la responsabilità morale è di chi pratica questo disumano metodo.
Ciò detto, in tutta franchezza equiparare Israele (o il suo Governo) ad Hamas – come di fatto fa la Corte penale internazionale – ci pare assai discutibile: non tirerei fuori l’antisemitismo (montante, ma non in modo diretto in questo caso, almeno si spera), però la cosa lascia stupiti. In ogni caso, visto che l’Italia aderisce al Trattato, se Bibi venisse in Italia, bisognerebbe arrestarlo, punto e basta: pacta servanda sunt. In redazione, siamo fermi sulla linea Crosetto.
L’autentico vincitore, comunque, è Vladimir Putin (toh): non a caso da Mosca si stanno levando svariati sassolini, in questi giorni; nel marzo 2023, fu l’ex spia del Fsb ad essere inserito in lista, per la questione dei bambini ucraini rapiti e portati in Russia (che volete che sia, robetta da poco): oggi, con la campagna contro i giudici della Cpi appena iniziata (and best has yet to come: dal 20 gennaio, si insedia Trump), va da sé che la Corte penale sarà sempre più disprezzata e vilipesa.
Un autentico balsamo, una insperata manna per tutti coloro verso i quali la succitata corte aveva tirato i suoi strali: Putin ringrazia, ordunque…
IL DOTTOR STRANOPUTIN
Il bello è – come sta succedendo da più di due anni – che più Putin alza il tiro (ed ora l’ha alzato davvero al massimo livello), più abbaia minacciando (o minaccia abbaiando, scelga il lettore), più trova, in Italia in particolare, estimatori: i quali – senza mai ovviamente dire di esserlo – invece di dirsi scandalizzati ed indignati da ciò che dicono lui e l’ubriacone una volta considerata colomba (Medvedev), riversano subito, con immediato automatismo, la colpa sugli States, sull’Europa (Great Britain in primissimo luogo), nonché ovviamente sugli ucraini, in maggioranza disposti ancora – nonostante stanchezza e delusioni – a combattere per la loro libertà (pensate che imbecilli, eh: la maggioranza di noi italioti, si sarebbe in effetti arresa il 25 febbraio 2022…).
Nessun leader mondiale ha paventato – neanche durante la Guerra fredda – così tanto l’uso degli ordigni atomici (iniziò subito, nel 2022, mentre gli ucraini chiedevano inutilmente venisse attivata la no fly zone sopra di loro), come ha fatto Vladimir Putin: solo questo, dovrebbe bastare a bandirlo dal consesso internazionale, ed invece – oltre alla pletora dei “meglio dittatori del bigoncio” (Cina, Corea del Nord, Iran, Siria) – anche un leader – per quanto in caduta libera – come Olaf Scholz all’improvviso lo riabilita a livello diplomatico, con una telefonata tanto inutile quanto assai significativa.
Putin cambia la sua dottrina nucleare, mistificando completamente i fatti (sembra sempre uno che all’inizio ha subìto, invece che aggredito ed imposto), ed ecco che pletore di criptoputiniani da tastiera invece che tuonare contro di lui, sbraitano contro Joe Biden (il quale il disco verde a Zelensky lo avrebbe dovuto dare mesi e mesi or sono, non adesso che è in fase di definitiva uscita: su questo, non c’è dubbio alcuno).
Anche tantissimi lettori di questo blog, hanno idee ben divergenti rispetto alle mie, quanto a Putin ed alla guerra che ha unilateralmente scatenato, pensando da par suo di fare come in Crimea nel 2014: ed io, come sempre, le rispetto (così come, ovviamente, non mi sognerei mai di censurare ciò che scrivono: per quanto assai spesso – duole dirlo – ciò che scrivono coincida con idee, giudizi e pensieri davvero simili a quelli della propaganda putiniana).
Se proprio Guerra mondiale deve essere (speriamo di no!), almeno ricordiamoci tutti che nella categoria dei Buoni non ci sarà magari nessuno, ma in quella dei crudeli dittatori sanguinari Putin c’è di sicuro: sembra ovvio dirlo, ma – visto i tempi perigliosi che corrono – meglio ripeterlo con nettezza…
Ps 1 Intervista ad Ali Agca (Qn, pag. 8 di ieri): ancora una volta, l’ormai 66enne ex Lupo grigio turco dice di sapere la verità sulla povera Emanuela Orlandi; perché la Commissione parlamentare sul Caso Rossi non lo ascolta? Visto il tipo di personcine che sta ascoltando da quando si è gloriosamente insediata (a spese dei contribuenti), anche il turco farebbe un figurone, e la pista ottomana, tutto sommato, vale quella calabrese…
Ps 2 Per quello che conta (poco), il blog esprime solidarietà ai dipendenti della Beko, che domani sfileranno per le vie cittadine; i quali, peraltro, si lamentano della freddezza della città nei loro confronti. Su Repubblica (22 novembre, pagina 15, pezzo di Michele Bocci), una dipendente dice, a proposito della manifestazione di giovedì: “non abbiamo ricevuto grande solidarietà, nemmeno dai commercianti. L’atmosfera è stata fredda. Se fossero passati i cavalli del Palio ci sarebbe stata molta più gente”. Difficile darle torto, purtroppo, molto difficile…
Ps 3 Lunedì, ultimo evento novembrino, alle 17,30 nella Sala storica della biblioteca Comunale (e a brevissimo uscirà ovviamente il programma dicembrino): lo scrivente discetterà della figura di Enrico Berlinguer, a 40 anni dalla morte (1984); un’occasione importante – date retta – per rivisitare una figura indubbiamente complessa, fra luci (molte) ed ombre (anche quelle)…