Luigi Berlinguer: il Rettore, il Ministro, l’amico di famiglia
Pezzo settimanale dedicato, in modo monografico, alla poliedrica figura di Luigi Berlinguer, scomparso mercoledì all’età di 91 anni (il tutto, poi, condito da 3 Ps sullo scenario geopolitico internazionale): sarà un ricordo – ovviamente del tutto personale -, fra pubblico ed anche un po’ di privato, nonché sull’asse Siena Roma, pur ricordando che – come a tutti ben noto – la famiglia Berlinguer ha radici sarde, profondamente sarde. Luigi Berlinguer: uno e trino, dunque.
LUIGI BERLINGUER (I): IL MAGNIFICO RETTORE
Luigi Berlinguer è stato Rettore dell’Università di Siena dal 1985 al 1994: nove anni importanti, in cui l’Universitas della città ha tessuto legami internazionali, ha ottenuto la collaborazione di docenti di grande prestigio (nella “mia” Lettere, fra gli altri, quella di Antonio Tabucchi), ha organizzato eventi di grande spessore ed originalità (Roberto Benigni inaugurò la sua fortunata versione di divulgatore dantesco, more suo, con al suo fianco proprio il Rettore Berlinguer: c’ero, e devo confermare che fu un evento favorevolmente spiazzante, nella sua – fino ad allora – clamorosa novità).
Pino Di Blasio – sia ieri che oggi – scrive sulla Nazione con accenti fortemente positivi del periodo berlingueriano, partendo dall’ateneo fino alla città tutta; e su questa sua idea – condivisa da molti, e che lo stesso Di Blasio ha esposto lo scorso anno in un suo intervento dedicato per l’appunto ad Antonio Tabucchi, nella Sala storia della Comunale – lo scrivente qualche crocianamente “igienico dubbio” continua però ad averlo. Insomma, è stata un’età dell’oro, ovvero in quegli anni si sono creati i presupposti per i “problemini” emersi all’interno dell’Università, una manciata di anni dopo? Ed ancora: non è che proprio in quegli anni, si sia inaugurata una (sciagurata) stagione senese, quella cioè dei soldi della collettività (Monte compreso, allora fiorente come mai prima e dopo), per creare le condizioni per avventure romano-ministeriali?
Fra l’altro, credo davvero – in pieno corporativismo familiare – di dovere sottolineare una tesi cara all’Augusto padre (Mangia d’oro nello stesso giorno di Berlinguer, fra l’altro: e su questa scelta, si aprirebbe un altro capitolo, che oggi lasciamo volentieri decadere…): perché, da politico di livello nazionale ed ex Ministro quale era, Luigi Berlinguer non ha mai detto niente su ciò che succedeva alla banca MPS ai tempi di Antonveneta, e poco prima e poco dopo? Un suo intervento – in casa Pds, Ds e Pd – avrebbe avuto un peso specifico, e non da poco. Ma non ci fu.
In ogni caso, quando si arrivò al fatidico 750esimo – correva l’anno 1990 -, e ci fu la proposta del Palio straordinario in onore della ricorrenza, arrivò – dalle assemblee delle Contrade stesse – una sonora, e davvero clamorosa, bocciatura, da Berlinguer stesso vissuta come una sconfitta. Stefano Bisi – sul Corriere di Siena odierno – scrive che la città (quantomeno i contradaioli) votò contro al Palio, perché non voleva gli studenti, i fuori sede (che erano cresciuti in modo notevole nel periodo berlingueriano); a noi, però, pare di ricordare – visto che si era già grandi a sufficienza per votare, ahinoi – che il sentimento prevalente fosse piuttosto un altro (fatto salvo un atteggiamento spesso ipocrita di molti, che passavano dal “terrone levati dai c…..i”, alla riscossione dell’affitto, magari in nero): Berlinguer aveva impostato il Palio straordinario come un evento che lo doveva celebrare personalmente – quasi più lui, che non l’istituzione stessa -, o almeno così fu vissuto dai votanti No. Quel che restava (ben poco) della fierezza repubblicana, quindi, non volle offrire un trionfo personalistico al Gran potente di turno: forse, quello fu l’ultimo sussulto di una dignitas municipalistica perduta – “ogne vergogna diposta” – solo pochissimi anni dopo, con l’ingresso del nuovo secolo e millennio…
LUIGI BERLINGUER: IL MINISTRO
A parere della redazione, pur con i suoi errori, il meglio di sé Luigi Berlinguer lo ha dato come Ministro della Pubblica istruzione, carica ricoperta nel primo Governo Prodi (1996-1999), poi proseguita sotto il governo dalemiano. Uomo di Universitas, seppe calarsi con un piglio non banale nel ruolo: fece l’errore (sempre a parere della redazione, si capisce) di iniziare a finanziare le scuole private con soldi pubblici, facendole diventare “paritarie”, ma al contempo se oggi si fa studiare un po’ più di Historia contemporanea – nell’ultimo anno delle Medie o delle Superiori -, andando oltre le colonne d’Ercole del 1945, questo è merito del suo operato e della sua attenzione verso il Novecento. Non era affatto scontato.
Inoltre, anche se pochi se lo ricordano (a partire dai docenti, sic), Berlinguer tentò di portare avanti un’innovazione epocale, che poi non riuscì a portare a compimento, per il combinato disposto dell’opposizione dei sindacati e per l’ottusità antimeritocratica della corporazione degli insegnanti: legare i salari al merito, intendendo per merito (anche) il fatto di andare in concreto a vedere chi ne sapeva di più, a proposito della materia insegnata. Test sulle conoscenze (non sulle competenze: sulle conoscenze), da far fare ai docenti stessi; ve lo immaginate, il panico che scese sulle teste e sui cuori del docente medio, sempre pronto a lamentarsi del salario basso, ma al contempo sempre pronto a farsi le infinite ferie estive e spesso a conoscere il minimo sindacale della sua stessa disciplina? Rimettersi a studiare sul serio, dopo essere diventati di ruolo? Ma siamo diventati pazzi? E se quello che prende il caffè con me all’ora di buco fa il test bene, va a guadagnare più di me? Non si può fare, né ora né mai.
Ecco, Luigi Berlinguer non pensiamo proprio possa essere annoverato fra gli ingenui: eppure, in quel caso di specie – incredibile a dirsi – lo fu. La scuola italiana, da par suo, fa fare perfino questo…
LUIGI BERLINGUER: L’AMICO (DI FAMIGLIA)
Per motivi familiari, ho avuto l’opportunità di frequentare, da bambino, piuttosto a lungo la famiglia di Luigi Berlinguer; i miei genitori – prima della loro separazione e divorzio – frequentavano spesso i Berlinguer: Luigi (professore di Storia del Diritto, collega del babbo, dunque) e sua moglie Marcella, scomparsa ormai da qualche anno. Da par mio, frequentavo i loro due figli: Iole, detta Ioletta (che ho perso completamente di vista, da decenni), e soprattutto il mio coetaneo Aldo, detto Aldino (per affetto, perché è sempre stato fisicamente assai ben piazzato: il diminutivo si sarebbe attagliato più a me che a lui, a dirla tutta…).
Ho frequentato la loro casa di Via del Porrione (credo di averci anche dormito più volte), ove mi ricordo scorrazzare, per i corridoi pieni di libri (sono cresciuto in mezzo ai libri, e come giusta nemesi ne ho anche io la casa strapiena), un canino di nome – non credo proprio di sbagliare – Alfonso; ma soprattutto, in tante fanciullesche domeniche, ho avuto modo di frequentare la futura villa di Stigliano (ad una manciata di chilometri da Rosia), quando era solo una classica casa di campagna, semi abbandonata dai proprietari, verosimilmente inurbatisi a Siena: erano i Settanta, dunque gli anni in cui proseguiva quel processo di abbandono della campagna, tale da permettere acquisti vantaggiosissimi, a chi lo volesse (e lo potesse).
Ecco, da quel che ricordo Luigi era, illo tempore, un 40, 45enne molto attivo, il quale – mi fa piacere ricordarlo – sapeva stare con i bambini, quantomeno così mi sembrava, e comunque era con me: presenza non certo ingombrante, preso da tutte le sue cose, ma quei momenti ritagliati per Aldo e per chi era con lui, erano preziosi, simpaticamente preziosi.
Stigliano non era certo ancora la villa con piscina che è diventata dopo, nella quale peraltro non sono mai stato; quei ricordi di bambini che si aggiravano fra questi adulti che si concedevano buon cibo (una castagnata, in particolare, mi sovviene), davanti all’ampio camino debitamente infuocato, con l’immancabile per l’epoca chitarra (non ricordo armeggiata da chi), a cantare tutti insieme “Alla fiera dell’est” di Branduardi, è un ricordo che – senza alcuna retorica – si potrebbe definire struggente.
Ciao Luigi, in particolare quel Luigi di quella Stigliano; ed un abbraccio sincero ad Aldo e Iole: sono passati decenni, abbiamo preso strade così diverse, ma tanto è: quei ricordi continuano ad avvolgerci, come è bello e giusto che sia…
Ps 1 Conflitto Hamas-Israele (I): siamo ormai arrivati al combattimento casa per casa, con l’aggiunta dei tunnel, a Gaza, inferno in terra; vediamo oggi come andranno i due eventi geopolitici più importanti: il proclama televisivo di Nasrallah, leader di Hezbollah (il rischio di un allargamento ad un secondo fronte libanese c’è), e la missione di Blinken in Israele, per cercare un momentaneo cessate il fuoco e l’apertura di varchi umanitari. Ricordando che il tempo dilatato gioca sempre a favore di chi difende le proprie postazioni, specie se usa i suoi civili come carne da macello. Per Hamas, si può andare avanti ad libitum; per Israele, invece, ogni giorno che passa è una mezza sconfitta: se non sul campo, negli altri campi.
Ps 2 Conflitto Hamas-Israele (II): l’antisemitismo, camuffato da antisionismo, è ai suoi massimi dal 1945 in avanti, gli esempi sono sui media mondiali; come ha scritto acutamente Danilo Taino (Corriere della sera di ieri) “non tutti i partecipanti ai cortei filopalestinesi sono antisemiti (ci mancherebbe altro, aggiungiamo noi), ma tutti gli antisemiti sono filopalestinesi”. Aspetto, questo, che dovrebbe fare un po’ riflettere, magari…
Ps 3 Telefonata burla dei due “comici” russi al Premier Meloni: pur con illustri precedenti, la figura non è affatto bella, inutile girarci intorno, e stupisce che una persona avveduta e seria come il Sottosegretario Alfredo Mantovano dica che la Premier se ne era accorta in itinere (ad ascoltare, non sembra proprio, ma soprattutto, se così fosse, sarebbe ancora peggio: perché non è stata lei a pubblicizzare la cosa, dal 18 settembre?). C’è comunque da aggiungere un elemento, che è poi il più importante: è del tutto evidente che i due sedicenti comici abbiano agito in nome del Cremlino (che senso poteva altrimenti avere la domanda su Bandera, per esempio, mentre si spacciavano da diplomatici africani?), ergo siamo di fronte ad un chiarissimo attacco di guerra ibrida. Che le opposizioni ci marcino un po’, è ovviamente del tutto comprensibile (Conte conferma di avere la faccia che ha, peraltro), ma di fronte ad un attacco proveniente da una potenza straniera, oggi ostile, ci si aspetterebbe anche altro…
Chi ha qualche anno più di me ricorda bene che all’epoca il rettore volle celebrare l’anniversario con tutti i fasti possibili. E già allora si incominciava ad avviarsi all’autodistruzione per il desiderio di grandeur e per l’ottusità di chi si faceva incantare da lustrini e paillettes senza porsi domande alcune.
molto equilibrato e ricco, bello il ricordo di Stigliano! Io ci potrei scrivere un libro, ma intanto dovrei trovare il molto che ne ho scritto negli anni passati (forse nello zibaldone del grande pdf SIENA DI OGGI, on line già). Tutti e due siamo stati ‘vittime’ in positivo di Siena. Per insegnamento a Sassari con gente come Onida, Ruffilli, Zagrebelsky, De Siervo, Zolo, Bassanini ecc., e assessorato in Provincia fu certamente importante: il Pci non mi conosceva, non essendo iscritto. Divergenze politiche dagli anni 80: svolta di Enrico incompiuta e cosette locali tipo Farma-Merse mi portarono presto alla Lista Referendum e Alleanza per Siena ecc. ma il rispetto e una ‘bloccata’ amicizia di fondo mai venuta meno. Lui da gran Signore (e Potente) non replicava a me, ragazzo senz’arte né parte. Mangia fu una combinazione: io, grazie anche a Grottanelli Bruschelli e Giannelli, potei fare Siena nella Storia e Lo spazio storico di Siena (2000, 2001), libri singolari, molto meditati, e comunque letti da chi mi propose per il Mangia. In 20 anni ho lavorato ancora di più per Siena (anche con presenze e libri all’estero) ma… a un secondo Mangia non posso aspirare!
Carissimo Eretico,
quando parlavi di Aldo Berlinguer mi tornano in mente le scuole medie, frequentava anche lui la Duccio di Boninsegna (scuola media legata all’Istituto d’Arte oggi non più esistente), non era nella mia sezione ma era un ragazzino che si faceva notare nella scuola per la vivacità, è buffo pensare al ruolo serio che ricopre oggi. Sul padre Luigi mi vengono da fare alcune considerazioni, persona senz’altro perbene, ma come hai giustamente fatto notare ha rappresentato il PDS-PD di quegli anni fatidici in cui la nostra città si preparava al più grosso tonfo della sua storia recente legandosi mani e piedi a questi notabili di partito. Sul merito invece dissento: personalmente non ha mai condiviso le politiche legate al cosiddetto “merito” anche perchè sono spesso la giustificazione di nuove ingiustizie che semplicemente si vanno ad aggiungere alle ingiustizie precedenti senza risolvere alcunchè, capisco i portatori sani di giustizia ma in realtà penso che siano degli illusi che non si rendono conto dei danni aggiuntivi che queste politiche nei fatti apportano. Forse è semplicemente un problema antropologico di noi italiani ma francamente le vedo più adatte per i popoli disciplinati come i tedeschi o i norvegesi, noi no per carità, a furbizia vecchia si aggiungono solo furbizie nuove. Saluti cordiali
Il poro Aldo tra l’altro è una vittima della mala giustizia, tipo vigni e Mussari. La sua villa di Cagliari ristrutturata con 819k euro pubblici gli ha procurato una condanna risarcitoria annullata in appello; per fortuna ‘In sede penale l’inchiesta a Siena era stata archiviata per prescrizione’ (fonte: Repubblica)
Come l’Eretico ha già scritto, credo che il 27 gennaio 2024 (Giornata della Memoria) ci sarà, molto amaramente, da divertirsi: celebrazione adottata tradizionalmente dalla sinistra, a questo giro che faranno? Passeranno dai cortei pro-Hamas al ricordo di Auschwitz?
I politici al potere passano (in Italia negli ultimi 20 anni anche con una certa frequenza) a preoccupare deve essere l’apparato statale perché, in un mondo sempre più articolato e conflittuale, la qualità (anche in livelli strategici) sembra inadeguata e difficilmente rinnovabile (i “tecnici” sono gli inamovibili detentori del potere).
In fondo il lavorare per lo stato è sempre stato inteso come un ammortizzatore sociale, uno strumento di consenso elettorale o di spartizione del potere, un mondo nel quale la valutazione della performance, del risultato è avversata in quanto destabilizzante (classica mentalità cattocomunista).
Nel caso specifico una dimissione c’è stata: un atto dovuto e si spera in futuro sempre più frequente per chi sbaglia.
Dopo il compagno Giorgio Napolitano ci ha lasciato anche il compagno Luigi Berlinguer. Sarà dura ma sono certo che supereremo anche questo trauma.
Devi ancora superare il trauma della morte di B e di b
Caro Raffaele,
Purtroppo su questo argomento, diversamente dal tema Israele-Palestina, il mio parere diverge assai dal tuo.
Tu sai che da 16 anni ho fondato il “COMITATO NAZIONALE contro MOBBING-BOSSING SCOLASTICO” (in nome del quale ho alle spalle non meno di 190 ampi spazi di denuncia alla Rai, tra cui quelli trimestrali regolari in 3 Regioni) che ha come fine indiretto, come rovescio della medaglia anti-Mobbing, quello di combattere il CRESCENTE GRAVE DEGRADO DI LEGALITÀ E DEMOCRAZIA DELLA NOSTRA SCUOLA PUBBLICA, degrado che tutti gli esperti fanno risalire ALL’AUTONOMIA scattata esattamente a fine secolo.
Così io avrò scritto mille volte il nome della coppia di sinistra Bassanini-Berlinguer additandoli come PRIMI RESPONSABII DI QUESTO DEGRADO in quanto furono loro 2 i veri artefici come Ministri di QUESTO TIPO di Autonomia che ha AZIENDALIZZATO la Scuola.
E mi fermo qui, per ora, su questo vasto tema DELL’AUTONOMIA SCOLASTICA, peraltro assai noto nel mondo della Scuola.
Aggiungo un DETTAGLIO, invece sconosciuto questo alla quasi totalità di coloro che fanno parte e lavorano in questo ampio mondo.
FU SOTTO BERLINGUER MINISTRO MPI CHE FU DIRAMATA UNA SCANDALOSA CIRCOLARE CHE AFFIDAVA CORSI DI FORMAZIONE DEI DOCENTI NIENTEMENO CHE…. udite, udite, resterete increduli…ad una delle più pericolose, potenti e ricche SETTE RELIGIOSE del mondo: SCIENTOLOGY!
Il no al Palio straordinario per il 750°anniversario della ns.Uiversità è legato alla antipatia dei senesi verso gli studenti inurbati a Siena o alla sensibilità di non “celebrare” oltre un certo limite il potente di turno?
Forse c’è del vero in entrambe le tesi.
Per quanto può contare(pochissimo) il mio atteggiamento tengo a precisare che io ho sempre votato NO a tutti i pali straordinari,motivendo anche in pubblico( cioè in assemblea di contrada) il mio no con un”crocianamento igienico dubbio”sulla utilità di andare oltre alle due annuali carriere canoniche(che per me sono anche troppe)proprio per tutto ciò che sottende ,di dritto e di rovescio,in questa nostra(dei senesi)debolezza.Ma forse sono un senese atipico.
L’Eretico sembra rimproverare al defunto Prof.Berlimguer il suo silenzio sul prima e sul dopo circa la disastrosa vicenda dell’Antonveneta.Ma quanti in Siena avevano, allora,il coraggio e le capacità di intervenire su un tale ostico(in tutti i sensi) argomento?.Perfino la potente “confraternita dei senesi a Roma”( esiste ancora?)è sempre rimasta silente sull’argomento.Chiedere a qualche ex potente montepaschino dell’epoca il terrore che attanagliava “i comandati “dal bel boccolo a partecipare e quindi ad intervenire ai convegni organizzati in Fondazione prima e in Rocca dopo!.Senza parlare della Stampa senese, tutta …
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Bello questo pezzo con tanti richiami al passato, anche personale…mi sento quasi indelicato ad intervenire sul PS presente.
Lo hai detto: la sicurezza delle istituzioni italiane ha fatto una figuraccia, ma è certo in buona compagnia, viste le altre vittime dei due russi. Credo sia lampante che i sedicenti comici sono tutto fuori che comici, o per lo meno chi li ha aiutati nell’impresa. A livello personale secondo me la Meloni (e quasi mi duole ammetterlo, ma bisogna pur essere obiettivi) ne esce integra: ha detto cose assolutamente condivisibili e scontate. Travaglio urla a gran voce che ha sostenuto le stesse tesi di Conte, Orsini e del Fatto Quotidiano…ma a questo prologo di accordo si è arrivati grazie ad una lunga guerra, al sangue degli ucraini e allo sforzo degli alleati. Fosse stato per loro l’Ucraina sarebbe a quest’ora una voragine fumante, con Putin in grado di dettare qualsiasi condizione: direttamente a loro, indirettamente a noi.
Una cosa assolutamente fuori tema.
La trovata di sbarcare i migranti in Albania, o è un’altra follia da incompetenti, o una follia voluta. Credo che giuridicamente non regga, e al primo ricorso verrà ritenuta illegale. O non se ne rendono conto o vogliono creare una frattura con la magistratura, per poi additare i giudici come colpevoli di mettersi contro il governo….vediamo se sbaglio.
Proporrei di organizzare le feste dell’ Unità anche in Albania, tanto per far sentire questi clandestini meno soli.
Ah ah, fine umorismo
…anche io non so se giuridicamente regge, andrebbe studiata, ma non credo che sia per creare una frattura con la magistratura, quanto, se vogliamo buttarla sul campo della provocazione, per dare una “ spinta “ all’Europa, che a forza di bla, bla, bla, bla, nulla ha fatto per aiutare l’Italia in tema immigrazione come paese di primo approdo…..
Raffaele, vorrei fare una domanda: cosa significa “test sulle conoscenze, non sulle competenze”? Davvero non ho capito. Io, figurati, sono una molto favorevole alle scuole steineriane, e poco amante delle scuole pubbliche che recano perlopiù dolore, sofferenza, e umiliazione. Studiare dovrebbe essere un piacere, non una supplizio, se così non è vuol dire che il difetto è nell’insegnante dal quale mi aspetterei (oltre alla conoscenza) la competenza di far crescere ragazzi felici, non ragazzi frustrati o sofferenti. I nostri figli passano molto più tempo con voi che con noi genitori. I genitori ormai contano poco, come dici tu spesso si separano e divorziano. La famiglia non ha più la valenza che aveva un tempo. La famiglia dei nostri figli siete voi insegnanti. Io da voi mi aspetto (e spero) oltre alle conoscenze (mica dovete andare a lascia e raddoppia eh) anche le competenze, intendendo come competenze la capacità di interpretare la psicologia degli adolescenti e le loro potenzialità, la capacità di interpretare le loro fragilità, la capacità di prenderli per mano e accompagnarli nel difficile e precario percorso della crescita, mi aspetto che insegniate loro i valori della vita (oltre alle date delle guerre puniche e le equazioni di secondo grado), mi aspetto che insegniate loro tutto quello che noi genitori non possiamo più insegnare visto che li vediamo la mattina alle 8 e li rivediamo la sera alle 20. Siete voi la loro famiglia. Noi non contiamo quasi più un caxxo.
p.s.1: mi pare di ricordare che durante il rettorato Berlinguer succedevano cose strane, tipo gente con la terza media (o poco più) cui veniva assegnata una cattedra all’università solo perché avevano la tessera del partito in tasca. Oggi conosco gente con due lauree+dottorato di ricerca che di mestiere fa l’oss in ospedale (cioè pulisce vomito e altre secrezioni umane al pronto soccorso) oppure fanno le commesse nei negozi del centro (gente con laurea in ingegneria, o anche in fisica, o in legge),nella migliore delle ipotesi fanno insegnanti di sostegno precari.
p.s.2, un abbraccio a Aldo Berlinguer
p.s.3 studiate il metodo steineriano e vedrete che tutto andrà molto meglio.
Cara M.C.,
permettimi, in francescana letizia, il più franco ed aperto dissenso rispetto alle scuole steineriane: io sono per una scuola vecchio stampo, in cui i docenti facciano i docenti (preparati, il più possibile, e soprattutto sui contenuti), e non invece gli assistenti sociali oppure i “supplenti” familiari e cose similari.
La scuola di oggi, però, va decisamente verso questa soluzione del docente-assistente sociale-supplente genitoriale: soluzione che è – a mio immodesto parere – una autentica, e devastante, deriva…
Ciao, l’eretico
M. C. mi ricorda anni di teatro giovanile, ma probabilmente non c’entra niente. Ho un’amica che in Germania insegna in scuole steineriane, e quello che mi racconta è poco edificante, oltre che spassoso. Io invece insegno in Francia, in un liceo pubblico, e purtroppo non è vero che i genitori non contano più un cxxxo: contano eccome!! E spesso i problemi che incontriamo vengono da casa. Sinceramente mi piacerebbe che la scuola facesse la scuola, per le attività ludiche e ricreative c’è il pomeriggio, ci sono altre persone. Insegno italiano all’estero, e gioco forza, devo passare da giochi, escamotages di ogni tipo per rendere la mia materia interessante e degna di interesse. Ma un quadro ci deve essere per forza di cose, sennò le cose vanno a ramengo. Per me la scuola dovrebbe dare questo quadro, e soprattutto dovrebbe preparare al dopo, che in pochissimi casi si può definire steineriano.
In gennaio verrò con mio figlio all open day della Cecco. Vediamo. Mi sento male.
Comunque, no, non c’entra niente l’assistente sociale. Non confondiamo le cose, dài. Io sinceramente sono stufa di sentire insegnanti che hanno il 50% della classe con “disturbi dell’apprendimento”, “dislessia”, “discalculia”, “disgrafia”, ecc ecc..echeccazzo!! ci dovete pensare voi a insegnare eh. Trovate il metodo, datevi dagfare santocielo! A nessuno interessa sapere che il professorino di turno è il primo della classe ed è preparatissimo. A noi genitori interessa che sia in grado di trasmettere qualcosa ai nostri figli. Sennò, ecco, vai a “Lascia e Raddoppia” a farti fare le domande di “cultura generale” da Mike Bongiorno e così potrai dimostrare al mondo quanto sei bravino. Dài su, Raffaele, non dire caxxate. Via.Te lo dico con affetto eh ! Ciao.
Cara M.C.,
il tuo – e non solo tuo, sei in buonissima compagnia – errore di fondo, a mio immodesto parere, è proprio questo: che la conoscenza dei fatti, dei collegamenti (che non possono prescindere dai fatti stessi), delle date, dei testi (i contenuti, per capirsi), siano cosa separata dalla capacità del docente di trasmettere qualcosa a livello personale, di essere insomma empatico, se non carismatico, con i ragazzi. Io sono per l’Et Et, ecco…
Un gradito off topic: oggi lo scrivente è sulla prima pagina del Fatto quotidiano (meno male che Gabriele Barone, autore del pezzo, non legge il blog!), con una densa recensione del libro “Giacomo Leopardi Una biografia (non autorizzata)”: gaudeamus igitur…
L’eretico
Sui giovani e la scuola ha detto cose molto giuste il giudice antimafia Gratteri.
Si legge spesso poi di questa crescita di pazienti adolescenti che vanno dallo psicologo. Non sarà forse che si vuol giustificare per forza tutto con la scusa di una qualche patologia quando una volta per smuovere determinate cose bastava due nocchini o una sana pedata nel sedere?
Caro Chicchero,
hai fatto proprio una buona domanda (per me, retorica): continuiamo così, a farci del male…
L’eretico