Ciao Aldone… (e Hobbit)
Ci ha lasciato Aldo Brocchi, classe 1939: come sempre senza alcuna retorica, e cercando di farsi capire anche dai tanti che leggono il blog da fuori Sienina, cerchiamo di dare qualche noterella sulla figura. La rubrica cultural-domenicale la dobbiamo rimandare alla prossima settimana.
In settimana, a proposito di Contrade, se ne è andato anche il chiocciolino Massimo Pii: un quasi vicino di casa, che non dimenticheremo. E per concludere, giusto oggi si è tenuta una Messa per ricordare i dieci anni dalla scomparsa di Lorenzo Guasparri, ancora ben presente – quanto a ricordi – fra i tantissimi che lo hanno conosciuto e frequentato nella sua davvero troppo breve vita.
ALDONE ED IL CALCIO
Per iniziare, diciamo due cosette sul rapporto fra Aldo Brocchi ed il calcio; a parte il pallone, Aldone ha interpretato tutte le parti della umana commedia calcistica: calciatore da giovane (non un regista dal tocco raffinato, pare); arbitro (alzi la mano un calciatore amatoriale, non più giovanissimo, che non sia stato arbitrato da lui, nella sua attività); tifoso sfegatato, della Robur nonché della Juventus (quante partite avrà visto, in vita sua?); financo gestore del campino di Vico alto, insieme alla moglie (e guai a sporcare di fango gli spogliatoi, eh!). Lo scrivente, da adolescente, ha militato nel Marciano calcio insieme al figlio Claudione (anche compagno di scuola alle Medie, peraltro); il pater non veniva quasi mai a vedere il figlio giocare (e faceva benissimo: bisognerebbe vietare in modo rigoroso la presenza di genitori a bordo campo), ma una delle poche volte che si presentò, l’incitamento tonitruante al figlio non mancò, per tutta la partita.
Ha arbitrato – crediamo – fino al limite anagrafico ed oltre, introducendo nei campini senesi una nuova tecnica arbitrale: il “passo dell’Aldo”, lo potremmo definire; non correva, diciamo che la sua era una camminata veloce: senza staccare i piedi da terra, e soprattutto senza arrivare necessariamente a ridosso dell’azione. Per non intralciare i calciatori, ovviamente…
Come tifoso juventino, non pochi ancora lo ricordano come il sopravvissuto dell’Heysel: le immagini da Bruxelles, in quella maledetta serata di maggio, ripresero in effetti un povero cristo a terra, calpestato ben bene, che a lui assai assomigliava. Non era, però, Aldone: ci dispiace per il quasi sosia (chissà che fine avrà fatto), ma la città intera fu contenta e sollevata per lui. Negli Ottanta, tra l’Heysel ed un problema di salute, rischiò assai, ma quel decennio lo superò alla grande.
IL DUCE (DELLA GIRAFFA)
Siamo in un periodo di bassa stagione (abbinato al sempre infestante Covid), ma immaginiamo un turista per le vie cittadine, in questi giorni: una messe di manifesti funebri dedicati ad Aldo Brocchi, accompagnato dall’epiteto di “Duce”, financo con la variante di “Duce plurivittorioso”. Non potendo e sapendo ovviamente contestualizzare il tutto, l’ignaro turista avrà pensato che la città sia rimasta orfana di una sorta di Mussolini locale: il buon Umberto Eco, su una cosa come questa, avrebbe potuto scrivere una delle sue “Bustine di Minerva”…
Aldone in effetti è stato senz’altro il Duce per antonomasia, nei Cortei fra i Settanta e gli Ottanta (della Giraffa, sempre per i lettori foresti): mi raccontavano, a suo tempo, come il fargli capire che era arrivato il momento di lasciare l’ambìto posto ad altri – non fosse altro che per un minimo di fisiologica turnazione -, era stata cosa piuttosto ardua, per così dire; come convincere Casini che sarebbe il momento di lasciare ad altri lo scranno parlamentare, per capirsi.
D’altro canto, più che il fisico – certo ben robusto -, era la faccia, lo sguardo, a creare il ruolo: una faccia vissuta, abbinata alla ben nota voce non proprio da “eunuco cantor”, la quale lo rendeva una figura da città di mare, di porto, più che da contesto di terziario avanzato, rendite di posizione e paste dal Nannini-rosticceria Monti la domenica. Di certo, non era figura consona al Palio ipernormato, come già si era ridotto in epoca pre-pandemia: quello, non era proprio, non poteva essere, il suo modo di vivere la Festa.
QUELLA DOMENICA DI GIUGNO, CON LA SAMBENEDETTESE…
Per finire, un ricordo – anche personale – di uno spiacevole (ma anche divertente, a distanza di più di 30 anni) evento: correva l’anno 1991 (salvo errori), ed era di giugno; Giro della Giraffa, con ovviamente Aldone ad aprire il tutto (notoriamente, lui o apriva o chiudeva, non c’era verso: in mezzo non stava mai).
All’altezza di Piazza Tolomei, un nutrito gruppo di tifosi della Sambenedettese calcio (arrivati a Siena per la partita serale di Coppa Italia con la Robur), invece di limitarsi a guardare ed a fotografare come il turista medio, vollero in tutti i modi “fraternizzare” con i monturati, ed anche con chi casualmente si trovava lì.
La “fraternizzazione” fra le due parti in causa iniziò dalla parte sbagliata: ed il distanziamento sociale, per capirsi, all’improvviso non fu più così rigidamente rispettato…
Ps 1 Ci eravamo dimenticati di segnalarlo, in settimana, dunque cerchiamo di rimediare all’ultimo tuffo: lunedì 21 e mercoledì 23 febbraio, alle ore 17 nella Sala consiliare dell’Università (Banchi di sotto 55, Palazzo del Rettorato), lo scrivente terrà due lezioni-conversazioni, dal titolo “Come Leopardi leggeva Dante”. Per chi fosse interessato, prenotazione obbligatoria sul sito dell’Università popolare, anche last minute.
Ps 2 Questo sarebbe stato argomento da pezzo domenicale: pare che in Ucraina siamo vicini al redde rationem; lo diciamo subito (con piacere, abbiamo visto che anche Francesco Verderami – apprezzato notista del Corriere della sera -, la pensa come noi): quello che si sta per consumare in Ucraina è uno scontro fra due grandi potenze in declino (USA e Russia, che vorrebbe tornare URSS); chi ne gode al massimo grado e livello, ovviamente, sarà la Cina: e non sarà un bel risultato, purtroppo. A prescindere da come andrà tutto quanto il resto.
Ps 3 Qui è necessario dilungarci un pochino di più: i lettori ci scuseranno, sed necesse est; nel pomeriggio, è arrivata in redazione una nota del Circolo culturale “Hobbit”, che si autodefinisce “attivo dal 1984 e punto di riferimento della destra intellettuale di Siena con i suoi 142 aderenti”. Un intervento molto duro contro il Sindaco De Mossi (“Sfrattiamo De Mossi dal Comune”), per tutta una serie di motivi, con l’aspetto culturale in pieno focus; in un passaggio, si tira fuori anche l’operato della Biblioteca comunale, dallo scrivente indegnamente presieduta.
Ergo, si riporta il passaggio in questione, e poi lo si commenta: “l’involuzione della Biblioteca degli Intronati che di fatto ha chiuso tutte le iniziative”.
Allora, giusto un paio di considerazioni: sotto la mia presidenza, la Comunale, fino all’avvento del Covid (per capirsi, dall’ottobre 2018 al marzo 2020), ha organizzato più eventi di quanti ce ne fossero mai stati prima (nisi fallor, anche 9 in un mese: forse fin troppi – mi fu detto da più parti -, e direi con ragione); l’avvento del Covid ha penalizzato totalmente gli eventi, specie intra moenia, e nello specifico la Sala storica da mesi – dopo la riapertura della struttura al pubblico – è purtroppo adibita a Sala di consultazione, visto che – per problemi di aerazione che ne proibiscono l’agibilità -, la parte ipogea è del tutta chiusa al pubblico dal marzo 2020 (sarebbe bastato chiedere informazioni, a tal proposito, e si sarebbe risposto). Peraltro, per sopperire alla forzata mancanza di eventi indoor, il Presidente è da due anni che organizza – in Fortezza, bastione San Domenico – fior di incontri ed eventi culturali outdoor, cosa evidentemente sfuggita, nella foga polemica, agli aderenti del Circolo (non certo ai tanti cittadini che hanno presenziato agli stessi, fortunatamente); inoltre, era già previsto un incontro fra il Cda, dallo scrivente presieduto, e la Direttrice, per preparare – ora che il Covid ha finalmente allentato la morsa – un nutrito carnet di eventi, da fine marzo, massimo inizio di aprile, in avanti.
Questo è quanto, da parte di una Biblioteca che ha dato spazio e continuerà a darlo – fino al Covid, e dal prossimo aprile in avanti – a voci polifoniche, nonché ad ogni tipo di argomento; con un’unica esclusione, quella sì: in Comunale non entrano eventi direttamente ascrivibili ad un Partito, a nessun Partito. Destra, centro, sinistra. Tanto per capirsi, senza girarci intorno: delle Foibe, si è parlato, eccome se si è parlato (con Dino Messina del Corriere della sera, per esempio), ma quando c’era l’idea di trasformare la Sala storica in un bivacco di parte (febbraio 2019), il portone di Via della Sapienza è rimasto ben chiuso, anzi sbarrato: e siamo molto orgogliosi che così sia stato…
Ho letto con attenzione l’intervento del Circolo Hobbit (che pensavo non esistesse più, ma bene che ci siano quasi 200 persone che si riuniscono per parlare). Per molti aspetti vi trovo inserite cose molto corrette e condivisibili, perché l’operato del Sindaco sulla Cultura mi pare che lasci molto a desiderare.
Due rilievi: è un po’ curiosa l’uscita, così dura e perentoria, di un Circolo del quale buona parte della cittadinanza ignora l’esistenza, fino ad oggi completamente in silenzio da questo punto di vista. In secondo luogo, l’attacco alla Comunale ed indirettamente all’Eretico è totalmente fuori luogo. Non c’è neanche bisogno di dire perchè, visto che proprio sull’eventistica si è fondato il nuovo corso presidenziale.
L’Ucraina (come l’Afghanistan) è sacrificabile ed infatti non fa parte della NATO.
I russi sono ‘costretti’ ad invadere, è esigenza intrinseca, concezione del loro stare al mondo.
Gli americani non vedono l’ora che succeda:
invasa/ceduta parzialmente l’Ucraina si alzerà un muro con resto del continente europeo.
L’obiettivo principale è debellare l’influenza russa da approvigionamento di materie prime.
Ricordo volentieri Aldo Brocchi, che è anche il ricordo nostalgico di una Siena che non c’è più e di tanti personaggi che vi gravitavano e le davano anima.
Memorabili le partite di calcio da lui arbitrate e la chiama negli spogliatoi, che, quando era l’occasione di una partita delicata, finiva sempre con “…..ragazzi occhio, non mi fate gira’ i c…..”.
Come poi dimenticate i giorni di Palio e il Brocchi che si faceva il giro di piazza facendosi sempre immancabilmente spingere dai vigili che facevano pulito.
Che film!!!
Fausto
In ricordo di un senese di una Siena che fu.
Una mattina di molti anni fa, mentre mi recavo in banca alla filiale MPS di P.za Salimbeni,fui attratto da una simpatica scenetta.
Nell’angolo destro della facciata del Monte alcuni operai stavano finendo di montare una gru di notevole altezza evidentemente funzionale per lavori di manutenzione del tetto.Uno di questi operai, appollaiato sul traliccio, mentre stringeva dei bulloni, con voce baritonale intonava la canzone “Stasera mi butto” molto in voga negli anni 70 e resa popolare dal cantante di colore Rocky Roberts,mi pare.
La voce era quella inconfondibile del mitico Duce della Giraffa Aldo Broccchi recentemente scomparso.
Riposa in pace Aldone!
Conosco bene il fondatore del circolo Hobbit, che faceva il liceo a quei tempi, un amico.
La sede era accanto al Forno dei Galli e, sebbene orientato a destra, il circolo si professava del tutto apolitico e pacifico, come un Hobbit, ma senza i piedi pelosi, appunto.
Devo dire che questa iniziativa ebbe come effetto almeno il merito di farmi conoscere e leggere – per curiosità – il signore degli anelli, uno dei più bei libri che abbia mai letto in vita mia.
Non credevo che questo circolo esistesse più da tempo.
Mi pare che questa critica (assolutamente inconcepibile verso la Biblioteca) faccia il paio, o meglio, forse, si coordini, con il cappuccino e la brioche che Mauro Marzucchi – mi pare – abbia promesso pubblicamente di offrire a chiunque gli dimostri che questa Giunta abbia fatto anche solo una cosa di destra.
Complicato eh?
Masima stima per l’Eretico per gli ottimi risultati della sua gestione della Biblioteca Comunale. Molti eventi culturali in Fortezza ed in sede. Chi lo sta criticando ha detto una grande cazz…inesattezza. Sono altri i problemi di inefficienza in questa Siena, uno dei tanti quello della miserevole condizione della Stazione, da più di due anni con transenne, umidità nei muri, e lavori in corso sospesi da una eternità. Poi il garage è isolato dalla stazione, nonostante sia vicinissimo in linea d’aria alla stazione, perché se uno deve prendere il treno deve sperare che sia libero l’unico ascensore funzionante, se no deve salire per delle scale ripide e scivolose. Sorvolo sullo stato generale della stazione vera e propria. Poi pensiamo alla ferrovia da terzo mondo che abbiamo, per arrivare a Siena col treno non è mai stato un viaggio veloce, l’unica cosa positiva che se i turisti fanno le foto al paesaggio questo non vengono mai mosse. Se Siena vuole essere una meta turistica di livello, non è certo questo il modo per accogliere i turisti. Ed il turismo, ricordiamo, è una delle poche risorse che ancora possiamo sfruttare dopo la fine delle “vacche grasse” da parte del Babbo Monte. Il Sindaco dovrebbe incontrare chi è competente della gestione della stazione e dargli una bella svegliata.
Fuori tema, ma attuale: un piccolo neo per l’Eretico, ottimo gestore della Biblioteca, ma ancora da lui vorrei sapere, lui insegnante, un parere circa l’iniziativa Scuola-lavoro per la quale ci sono molte proteste da parte degli studenti e non solo. Mio parere personale, l’iniziativa è valida, ma ci devono essere sempre delle misure di sicurezza e non superficialità come è sembrato finora.
Hai già detto tutto tu: ottima idea, in linea di principio, poi però bisogna vedere COME la si mette in pratica; ed è lì, la vexata quaestio…
L’eretico
La mia alternanza scuola lavoro è stata come studente perito edile la mattina e manovale al pomeriggio, con tanti scapaccioni dal mi poro nonno se facevo cazzate! Si rigava dritti… e quando uno grande apriva bocca si stava zitti e si obbediva! Francamente rimpiango questo periodo… mi ha temprato caratterialmente e ho imparato un mestiere! Era un‘ altro mondo, il mondo dei polli ruspanti! Oggi è il trionfo del pollo d‘ allevamento… il trionfo del politicamente corretto e del tutto dovuto!
Hai ragione.