La domenica del villaggio: Verga, Wannsee, Lepri (e Riccardi)
Letteratura, Historia e Giornalismo, a comporre il quadro della rubrica cultural-domenicale del blog; dopo svariate domeniche, abbandoniamo la rubrichetta “Pubblicità-regresso”, ed inauguriamo – anno nuovo, rubrica nuova – un appuntamento settimanale con “la perla della settimana”: vale a dire con il peggior pezzo giornalistico letto infrasettimana (oggi, però, dobbiamo invece dare il meritato plauso ad un maestro del giornalismo come Sergio Lepri); dipoi, anche un paio di Ps politologici, tanto per non farsi mancare alcunché…
I 100 ANNI DI VERGA (ED “IL REVERENDO”)
Siamo arrivati al primo centenario letterario del 2022, quello concernente la morte di Giovanni Verga, demiurgo – insieme a Luigi Capuana – del movimento verista, a sua volta variante italica del Naturalismo francese. Curiosa la produzione dello scrittore catanese, nella fase verista iniziata con la novella “Nedda” (1874), dopo romanzi di diseguale valore e comunque di altro genere ed ambientazione: dopo il decennio d’oro 1880-1890 (fra i suoi 40 ed i 50 anni), gli anni cioè di “Vita dei campi”, de “I Malavoglia”, di “Novelle rusticane” e di “Mastro don Gesualdo”, il Nostro quasi non scrisse più niente, nel trentennio (!) successivo, che lo portò al 27 gennaio 1922, giorno della dipartita.
Di lui ci occuperemo non solo quest’oggi: il Verga merita di essere riscoperto, essendo – dopo il Gran lombardo – il romanziere e autore di novelle che ha lasciato un segno più profondo, nell’Ottocento italiano. Due parole, questa domenica, le dedichiamo alla novella che apre la sua seconda grande raccolta (“Novelle rusticane”), intitolata “Il reverendo”.
Come opportunamente scrive Pierluigi Pellini nel suo saggio sull’opera verghiana (edito dal Mulino nel 2012), questa novella è “sinopia del Mastro don Gesualdo”, perché davvero anticipa molti caratteri del muratore fattosi nobile: ma il reverendo – pensate un po’ – è un uomo di Chiesa. Quando c’è da fare del bene, però, parte sempre da se stesso; mantiene una nipote, con la quale ha una chiara tresca; si avvantaggia delle informazione carpite nel confessionale, per suoi interessi economici personali, non sopporta l’alfabetizzazione del popolino (“I villani che imparavano a leggere e a scrivere, e vi facevano il conto meglio di voi”, non li sopporta proprio), non tollera quell’accenno di secolarizzazione portata dai Savoia (“Un sacerdote non contava più né presso il giudice, né presso il capitano d’armi”).
Il Verga è quasi sempre critico verso il processo unitario (si pensi a “Libertà”, sui controversi e drammatici fatti di Bronte), ma in questo caso il suo ottocentesco anticlericalismo di reazionario, di impronta crispina (come anche in “Don Licciu Papa”), gli fa riconoscere che gli arbitri feudali vanno a diminuire, con i piemontesi al potere.
Luigi Russo, da par suo, lamentava “una ferocia troppo cruda, senza sfumature”, in questa novella verghiana: ma siamo o non siamo, a discettare del Verismo? E come l’avrebbe dovuta descrivere, la realtà sociale della Sicilia ottocentesca, se non così, il buon Verga?
LA PERLA DELLA SETTIMANA: SERGIO LEPRI, UN MAESTRO DI GIORNALISMO
“Non voglio capire per chi voti da quello che scrivi”, era aduso dire ai tantissimi giovani che gli sono passati innanzi, Sergio Lepri: maestro di giornalismo, morto in settimana alla venerandissima età di 102 anni (pare dopo avere sciato e giocato a tennis fino a non moltissimi anni or sono).
Partigiano azionista (lo ripetiamo ancora una volta: i migliori a livello ideale, giacché combattevano il Fascismo senza volere sostituire una dittatura con un’altra), nei Cinquanta portavoce di Fanfani (il quale diceva “di lui potete fidarvi, non vota per il mio Partito”), dopodichè demiurgo dell’Ansa – dal 1962 al 1990! -, cui fece guadagnare l’autorevolezza della quale, pur con gli umani scivoloni, ancora gode, Lepri è una figura che non è retorica definire leggendaria, a livello giornalistico.
La scelta di stare sempre un passo indietro, fu una sua scelta di vita. Lavinia Rivara – su Repubblica del 21 gennaio, pag. 29 – ricorda, nel finale del suo coccodrillo, che Lepri “ebbe l’intuizione di creare il primo archivio telematico d’Italia”. Correva l’anno 1974, e la maggior parte delle televisioni erano ancora in bianco e nero…
WANNSEE, DOVE SI ORGANIZZA LA SHOAH
In occasione della Giornata della Memoria 2022, ne approfittiamo per ricordare – sulla scorta anche di un pezzo di David Bidussa sul Domenicale del Sole del 16 gennaio (pag. 7) – un fatto tanto importante, quanto spesso misconosciuto: l’incontro che si svolse il 20 gennaio 1942 (ottantesimo anniversario, dunque) sul lago di Wannsee, nei pressi di Berlino.
Bidussa scrive che intorno a questa conferenza “si è diffuso un mito: il fatto che improvvisamente, quel giorno…in un habitat di relax e uno scenario da “fine settimana altoborghese”, tredici persone si riuniscono e decidono se compiere o meno lo sterminio degli ebrei. Non andò così. Tutti, in quella stanza, erano già d’accordo sullo sterminio: ciò di cui discutono sono i tempi, i modi e chi si assume l’onore di metterlo in atto”. Francamente, a noi pare che Bidussa, in questa caso di specie, abbia scoperto l’acqua calda: c’è forse qualcuno che abbia documentato altrimenti? Chi sarebbe ad avere detto che a Wannsee, ex abrupto, si decise a sorpresa per la Shoah (peraltro, di fatto, già in minima parte in essere, in quel momento)?
Lo stesso Bidussa, alla fine del suo pezzo, ricorda che nella primavera del 1942 “l’80% degli ebrei che perderanno la vita durante lo sterminio è ancora viva”, ammettendo implicitamente che il 20% era già stato eliminato.
Ma soprattutto, visto che non lo cita in alcun modo: Bidussa ha mai letto “Verso la soluzione finale La conferenza di Wannsee”, di Peter Longerich (Einaudi 2018), di grazia? Noi sì, ed anche piuttosto bene, mentre lui, delle due l’una: o non lo ha fatto tout court (e sarebbe una topica piuttosto clamorosa), ovvero lo ha fatto, ma ha deciso di occultarlo ai lettori. Shame on him!
Semmai, c’è da dire che i due attori principali del funesto evento – Heydrich ed Eichmann -, pur con modalità e tempistiche ben differenti, hanno avuto ciò che per la Bibbia meritavano: ed in questo caso, siamo tutti per il Libro…
Ps 1 Aggiornamento Quirinale: il Silvione nazionale ieri ha annunciato il gran passo indietro, pur dicendo di avere avuto i voti per diventare il Presidente (pare che Sgarbi stesso lo escludesse, eh); da domani si vota, andando probabilmente in bianco. Il centrodestra è dilaniato, anche perché Berlusconi ha chiesto esplicitamente lo scalpo quirinalizio di Draghi, prima di accettare la resa; il centrosinistra, invece, anche: la candidatura del fondatore della comunità di Sant’Egidio Riccardi – bandiera o meno che sia – è furba, quanto è furbo Riccardi stesso. Chi scrive è parte di quella miserrima parte di cittadini italiani che abbia letto, almeno una volta, qualche pagina di qualche ricerca storica di Riccardi: il quale, con tutte le sue arie progressiste, da quelle pagine appare più che altro un agente estero. Del Vaticano…
Ps 2 Chiudo molto volentieri, rispondendo – pur in modo ipersintetico: ci vorrebbe un libro! – al neolettore del blog, lo studente, del primo anno di Liceo Tecnologico, Luigi Morbidelli, che mi ha chiesto lumi a proposito della mia avversione nei confronti di Giuseppe Conte.
In generale, Conte non mi è mai piaciuto perché rappresenta il classico “uomo per tutte le stagioni”: non puoi presiedere un Governo con Salvini Ministro dell’Interno, e dopo presiederne un altro (senza che si fosse in alcuna emergenza) con il Pd; era tra l’altro vicino al Pd, da semplice cittadino, poi ha conosciuto Bonafede ed è diventato, per mero carrierismo, di quel Movimento che trattava i piddini come appestati; sei giovanissimo, caro Luigi, ma diffida sempre di chi è troppo duttile in politica: idealisti, ne vedo pochissimi, in giro, ma salvaguardiamo almeno un minimo di coerenza e di decenza. Quanto alla gestione della pandemia, poi, finalmente i nodi stanno venendo al pettine: i fatti della Val Seriana all’inizio della tragedia – in attesa che la Procura di Bergamo chiuda le indagini – sono già oggetto di critiche internazionali (focolaio per tutta quanta l’Europa, secondo The Lancet, grazie alla sua scellerata gestione). Per non aggiungere il fatto di avere sponsorizzato Domenico Arcuri toto corde: quello dei banchi a rotelle – e di tanto altro -, per capirsi! Sai perché è rimasto in politica, nonostante potesse tornare ad insegnare all’Università? Non solo per desiderio di tornare a fare il Premier (cosa peraltro assai, assai, assai ardua), ma – come spesso accade ai politici – per essere più forte, o comunque più difeso, quando la Magistratura gli chiederà finalmente conto del suo “ben fare”.
Spero di essere stato esauriente, ti saluto e ti dò benvenuto – se vorrai continuare a leggere il blog – in questa “comunità” di gente di mezza età, spesso malvissuta (a partire, ovviamente, dallo scrivente)…
Grazie per la risposta.
A me era parso persona per bene, dai modi gentili, deciso e in trincea quando necessitava.
A parer mio si è prodigato non poco nonostante la pessima compagnia leghista e ho ritenuto che avesse affrontato lo tsunami del covid come meglio non avrebbe potuto, dato anche che secondo me, nessuno ha fatto poi tanto meglio: né all’estero ( a parità di condizioni) né tantomeno chi gli è succeduto…anzi.
L’aver governato prima con un partito, poi con l’avversario dello stesso non l’avrei ritenuto peccato veniale, tantomeno grave.
Capisco le sue osservazioni, ma fatico, sinceramente, da non elettore, a trovare un politico migliore nell’emiciclo parlamentare.
Grazie ancora per la sua visione, stimolante e di ispirazione per la mente.
Tornassi indietro verrei a scuola da lei. Avremmo potuto intavolare dibattiti interessanti.
Buon lavoro.
Caro Luigi,
l'”intavolare dibattiti interessanti”, soprattutto nella diversità di vedute, lo si può fare senz’altro anche qui, in questo blog: ergo, ti aspetto per futuri spunti (ho saputo stamattina che il nome di Riccardi – che avrei dato per lettiano doc – è stato invece fatto dal “tuo” Conte, giusto per aggiungerne una…).
Grazie all’ottimo Resiliente, poi, per la nota di colore su Wannsee: d’altra parte – come da Venerdì di Repubblica di questa settimana – anche Auschwitz (Oswiecim) è diventata una sorta di luna park; quando ci arrivai io – in macchina -, francamente non mi pare lo fosse (correva l’anno 2008, nisi fallor)…
L’eretico
Un affabulatore, un virtuoso della parola usata come cortina fumogena e non come semplice mezzo di comunicazione, il nostro Giuseppi.
Magari se avesse vinto Trump sarebbe ancora al suo posto con il kommissario Arcuri ed il prode coreografo Casalino.
Monopattini, banchi a rotelle, lotterie degli scontrini e primule a go go…
Ed invece … let’s go Brandon
Peccato per lui, meno male per noi.
Ma è giusto che ci sia pure chi legittimamente la pensa diversamente.
La storia giudicherà.
Il trenino che collega Berlino a Postdam passa anche per Wannsee. Amena località nella zona dei laghi (una specie di Follonica berlinese, con urbanistica e paesaggistica differenti).
Caro eretico,
Giuseppe Conte non è mio ed io non sono suo.
Sono ancora troppo giovane per avere un politico mio, tuttavia, senza pregiudizi, mi fido di quello che vedo e nella platea di inquisiti, puttanieri, voltagabbana, nostalgici e cariatidi della politica, mi sembra che il ” nostro” emerga x spessore umano e relazionale.
Ho ancora alcuni anni prima di decidere chi rappresenti al megio la mia opinione e situazione.
Complimenti per il pezzo domenicale.
Con rinnovata stima
…. in effetti non posso darti torto; dice un vecchio proverbio delle mie parti… “nel paese dei ciechi chi è orbo da un occhio solo ne è il Re”
Beata l’innocenza. Ho idea che io debba lasciare il mio nickname al giovane Luigi. Lo scrivo con simpatia, rispetto e sincera ammirazione per un ragazzo che ha scelto con curiosità e coraggio di buttarsi in un agone di vecchi pazzoidi.
Impressionante come un ragazzo( non me ne voglia) risulti essere più riflessivo e lungimirante di tanti titolati, canuti e stagionati frequentatori del blog( e oltre): in poche righe ha dimostrato come le nuove generazioni siano avanti rispetto a noi, legati a faziosità e interessi…purtroppo è in tempo a peggiorare. Non glielo auguro.
A conferma di quanto sopra, in merito all’elezione del presidente della repubblica, è grottesco che la destra non abbia nomi di altro profilo da presentare. Hanno pretese di smazzare, ma sono privi di personalità di rilievo.
Speriamo in un ” casino”!
Ma manunta che fine ha fatto? Che ha preso il covid? Speriamo di no.
No no , non ti preoccupare, vi leggo, il passaggio su’ conte surfista che cavalco’ l onda dello tsunami pandemico con gentile decisione,riemergendone illeso svettante e galleggiante , grazie al suo spessore (ma soprattutto grazie alla natura e al peso specifico del materiale del quale e’ composto) non me lo son perso.
Un uomo da spiaggia e da trincea,da bosco e da riviera.
Tanta roba.
Nessuno ha visto,per caso il,servizio rai restart della Noseda?
Sarebbe interessante il parere d un medico d ospedale,giovane o vecchio che sia.
Magari sarebbe interessante anche il parere d un legale , ovvero
O son notizie false,tendenziose e calunnie ,o …..notizie di reato.
Pronostico per il nuovo Presidente: Casini. Persona molto duttile, modi molto educati, poca personalità, non creerà problemi ai politici, ambivalente, sempre d’accordo con tutti.
Da un democristiano – di sinistra – ad un democristiano ubiquo, ex portaborse di Forlani: sempre lì siamo, sic, aveva ragione Pintor
Abbiamo un presidente ,eletto all unanimita’.
Agenzia ANSA: La Consulta elegge Amato, è il nuovo presidente. Patroni Griffi ha giurato al Quirinale.
https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2022/01/29/consulta-patroni-griffi-ha-giurato-al-quirinale_1a2cfe0d-6313-41e6-bc80-7a06eefb5b57.html
Accontentatevi della quinta ( carica dello stato) le altre 4 ( presidenze)
rimangono.
La domanda e’,per assumere il nuovo incarico dovra’ dimettersi da presidente onorario del tennis club monte argentario ?
in effetti pensare al capitano( alcoolico) del papeete come playmaker delle manovre sul quirinale la dice lunga sullo spessore della destra…e le alternative di meloni e tajani sono a dir poco carnevalesche, visto come hanno subito l’ego dello ” statista” silvio ( minuscolo, come lui).
Ogni volta che sento di questi figuri fare dichiarazioni mi viene da ridere per il grottesco, e da piangere per la loro effettiva rappresentatività e rappresentazione di una parte degli italiani, che auspicavo, nel terzo millennio, si fossero emancipata da posizioni che hanno macchiato la storia dello stivale e non solo.
Destra e sinistra più di nome che di fatto, tanti nani. L’unica vera sinistra, pur con qualche riserva, è quella di Rizzo; il Pd e soci non lo sono più da tempo, sono solo un gruppo di radical chic, teorici del nulla e lontani dal popolo. La destra paga l’ambizione esagerata di Salvini e l’aterosclerosi del Berlusca, nel mezzo una Meloni sempre più disorientata. Rimango sempre per l’ipotesi di Casini, l’uomo tutto tondo adatto per tutte le occasioni, sempre pronto a dire “si” a tutto, basta una poltroncina. Ed il Movimento 5 Stelle? Dei fantasmi, ormai sono destinati all’estinzione alle prossime elezioni politiche, non rappresentano più nessuno, partiti con grandi progetti e speranze di cambiamento, ma finiti nella delusione generale di chi gli aveva creduto.
A proposito di queste elezioni:
siamo abituati alla proverbiale vocazione tafazziana del PD.
Penso che in questa specifica occasione il povero Salvini ne stia insidiando il primato.
Fuori argomento, ma attuale. Eretico, dato che sei un insegnante, qual è il tuo parere sulla morte di quel ragazzo che faceva il tirocinio scuola-lavoro nel Friuli? Molti hanno criticato questo tipo di insegnamento, io riterrei più opportuno seguire le normali norme di sicurezza che vale sempre, per tirocinanti e lavoratori. Sono favorevole alliniziativa scuola-lavoro.
Caro Vedo nero,
quella morte mi ha ovviamente toccato: a breve qualcosa se ne scriverà, tranquillo…
L’eretico
Credo che dopo questa ennesima, ignobile pagliacciata, la prossima elezione del Presidente della Repubblica sarebbe il caso che passasse veramente ai cittadini, unici veri depositari – piaccia o no – del potere costituito.
Registro, peraltro, un fronte sempre più ampio in tal senso perfino a sinistra, laddove questa soluzione “popolare” era sempre stata pesanetente avversata. Speriamo.
Del resto coloro che non ritengono il popolo in grado di compiere una tale scelta, rappresentano ormai soltanto una elite radical chic, formata da quelli che, invece di cercare di capire perché il popolo non gradisce le loro proposte e non li vota, vorrebbero invece seguitare bypassare il popolo stesso e continuare a fare come semplicemente gli pare.
Preme sommessamente ricordare che tutte le rivoluzioni che hanno purtroppo insanguinato, spesso invano, l’umanità sono scaturite sempre da situazioni simili.
Un segnale in Italia c’è già stato: il vaffanculo è diventato il partito di maggioranza relativa …
Aver comprato i vaffanculotti può essere una misura efficace sul momento, ma rischia di esasperare ancora di più le cose.
Quindi, potere al popolo (minuscolo e sul serio eh …) che se anche sbaglia, di certo gli capita di farlo molto meno dei suoi rappresentanti e comunque lo fa sempre in ottima fede.
Chi non riesce ad ottenere il suo consenso cambi mestiere e, se non ne ha, se trovi uno, come tutti del resto.
Astenersi intellettuali organici, apocalittici ed integrati.
Si avvicina il Presidente Cartonato-bis, che caz..volata.
Fantastico!!! Altri 7 anni di questo mite Signore siciliano di 81 anni di centrosinistra! Complimenti! Questa si che è la vera politica dell‘ alternanza e del rinnovamento! Sul PD ormai non mi stupisco più di niente… loro sono questa roba qui…
I nostri politici sono tutti degli incapaci rubastipendi. Possibile che debbano stare all’ombra di Draghi, che non riescano a fare un governo passabile. Povera Italia.
Sono contrario allezione diretta del Presidente della Repubblica .
Se il 50% degli italiani non riconosce che il trio salvini meloni berluscono( tajani e anche peggio) sono dei politicanti incapaci, significa che davvero avrebbe potuto andare al quirinale un condannato, indagato, puttaniere…..o anche peggio
Le regole democratiche, però, andrebbero scritte per qualcosa, mai contro qualcuno, il nemico metafisico, l’orco, il caimano, il puttaniere.
Chiunque egli sia, a destra come a sinistra.
Anche perché poi magari scopri che a casa tua, nel tuo partito etico (a chiacchiere …) c’è pure di peggio.
Le regole andrebbero scritte anzitutto per la governabilità del paese, che in questo modo è praticamente ingessato e muore ogni giorno di burocrazia.
Basta soltanto trovare un candidato migliore (ce ne sono tanti …) dell’avversario (mai nemico!) ed accettare veramente il confronto cosiddetto democratico.
Il popolo non è stupido e chi prende i voti alla fine li merita, sempre.
Il vero problema è che chi non li prende non fa autocritica, mai.
Per questo – di regola – riperde o comunque non vince la volta dopo …
Se poi effettivamente non fossimo più una democrazia, come ormai in diversi sostengono, allora si potrebbe ricambiare un’altra volta la legge elettorale e magari (come si sente ormai sussurrare in certi salotti) abrogare pure il suffragio universale.
Forse consegnando le tessere elettorali soltanto agli iscritti del PD una bella tornata elettorale in pace si potrebbe finalmente fare …
A me personalmente va bene sempre (quasi) tutto.
Basta smettere di prendersi per il culo (scusate il termine tecnico) e che qualcuno le cose da fare le faccia, le responsabilità se le prenda.
Qualunque cosa meglio che vivere in questa palude amorfa, fasulla, immobile e alla fine letale per il paese, ormai in pieno e costante declino.