Iene, Pizzichini, querele (e 2 Ps importanti)
Pezzo piuttosto denso, quello di quest’oggi: le Iene che tornano sul Caso Rossi, ma c’è anche altro, sul Caso stesso; anche perché, alla fine, le persone per bene si incazzano, a furia di essere tirate dentro a vicende in cui non hanno nessuna responsabilità o tantomeno colpa. Se non si ha la documentazione di ciò che si dice, occhio ai portafogli, dunque: lo diciamo per quelli che sono ormai abituati a scrivere e parlare di getto (salvo poi dovere vergare letterine di scuse, eh).
Come in ogni occasione in cui ci si occupa del Caso, si rinnova l’appello per un incontro pubblico con qualsivoglia rappresentante delle famiglie Rossi-Tognazzi (noi si continua a chiederlo ad libitum, prima o poi, magari: certo, davanti ai microfoni amici è tutto più semplice, non vi è dubbio alcuno…).
IENE: MINESTRONE RISCALDATO, CON DUE TOCCHI DI PEPERONCINO
Nella puntata di ieri, dopo essersi sorbiti (a volume eliminato, sia chiaro) la tortuosa vicenda del tatuaggio di Gigio Donnarumma, poi le tette “profumate” di tal Valentina Persia, raffinata gentildonna romana, ed altro ancora, finalmente è arrivata la nuova puntata sul Caso Rossi, curata dal tandem Monteleone-Occhipinti (attesi giusto domani in Commissione di inchiesta, dopo un rinvio estivo: ad essere complottisti al pari di qualcun altro, si andrebbe avanti fino a dopodomani…).
Entriamo in medias res: consueta minestrone riscaldato, con l’altrettanto consueto inserimento di persone perbene che non c’entrano niente ma che, in qualche modo, bisogna farci entrare (Filippone, di cui parliamo a parte; il portiere Riccucci; Lorenza Bondi, che colpevolmente quel 6 marzo andò via dal lavoro senza neanche salutare il povero David Rossi, pensate un pochino: quale potrebbe essere la sanzione?); inesistenza del pluralismo (dall’ultima volta che si erano occupate della vicenda, sarebbe uscito un libercolo intitolato “Cronaca di un suicidio (annunciato)”, ma giustamente non facciamo indebita pubblicità: ma sono giornalisti, o esperti di marketing aziendale, di grazia?); difesa, davvero con notevole coraggio intellettuale, della figura dell'”escort” Matteo Bonaccorsi. Le solite cosette, insomma. Con due aggiunte di serata, però: l’intercettazione dell’avvocato Pittelli; le carte delle indagini difensive sul maresciallo dei Carabinieri, portate a Genova dal pool legale della famiglia nell’agosto del 2019, che, secondo Carolina Orlandi, sarebbero scomparse.
Intercettazione di Pittelli (già nota da 12 giorni mediaticamente, ma questo è stato correttamente detto): a parte che il suo avvocato ha già smentito, come riportato dalla Nazione; in ogni caso, che Pittelli dica nomi e cognomi degli assassini, se ne è in grado. Lo faccia, please. Altrimenti è solo acqua fresca, che scorre senza potere lasciare traccia alcuna. Per ora, risulta non abbia dato alcun seguito. Fremiamo nell’attesa che parli, dunque.
Quanto alle carte, siamo proprio sicuri che negli atti non ci siano? Carolina la sa proprio tutta, questa storia? Il Gip pare proprio, invece, che le carte in questione le abbia esaminate, essendo le stesse, per l’appunto, negli atti; in ogni caso, il maresciallo in questione tira dentro un Pm della Procura di Siena per (ovviamente presunti) fatti di circa dieci anni prima della morte di Rossi: ancora una volta, se non attinente al discorso televisivo, non si capisce quale sarebbe il nesso con il Caso in questione. Parecchio fumus, senza – come d’abitudine – alcun arrosto.
Per finire: nel ficcante servizio, ad un certo punto si vede l’onorevole Rizzetto (grande protagonista della puntata di ieri, lui: immaginiamo l’onorevole Migliorino roso dall’invidia) che mima quella che, secondo lui, sarebbe la dinamica dell’uscita di Rossi dalla finestra; con un particolare invero assai stimolante, che concerne colui che, secondo i desiderata della famiglia, sarebbe dovuto essere il Presidente della Commissione: quel filmato dovrebbe essere segretato, facendo parte dei rilievi della Commissione in trasferta a Siena; invece, è già arrivato alle Iene: chapeau, Rizzetto con il piede sul termosifone è davvero uno scoop. Il segreto istruttorio, ovviamente, sarebbe altra cosa: forse, per la credibilità della Commissione stessa, sarebbe meglio chiarire: a domani con i chiarimenti, dunque…
QUERELA PER RANIERI ROSSI
Visto che lui agli inizi di luglio – forse cercando di fare l’ironico, cosa che non ci sembra molto nelle sue corde – aveva denominato lo scrivente “scrittore in erba” (dopo una dozzina di libri, complimenti per la reattività), quest’oggi ci permettiamo noi di dare una definizione a Ranieri Rossi, vale a dire quella di “querelato in erba”, giacché la querelona che – in buona compagnia – lo ha raggiunto, crediamo sia la prima (chissà se l’ultima?). Chi come noi ne ha raccattate davvero tante, sa che ci sono due elementi fondamentali per uscire dalle guazze, in questi sempre spinosi casi: avere un buon avvocato; potere documentare e giustificare tutto – dicasi tutto, dall’alfa all’omega – ciò che si è detto o scritto pubblicamente.
Il 3 luglio 2021, la famiglia Rossi-Tognazzi era in fibrillazione per l’uscita di “Cronaca di un suicidio (annunciato)”; mentre Antonella Tognazzi si limitava cordialmente ad insultare lo scrivente, Ranieri invece allargava l’orizzonte, e, oltre ad assegnare improbabili epiteti, si lanciava in intemerate sui social. Per esempio, a proposito dell’allora (nel 2013) Comandante provinciale dei Carabinieri di Siena Pasquale Aglieco, acutamente scriveva quanto segue:
“che io sappia giungeva lì (in zona Rocca Salimbeni, Ndr) il Colonnello Aglieco, trovatosi lì per caso (era a comprare le sigarette a 3 km da casa sua la sera alle 9,00), che già sapeva però chi era volato dalla finestra prima di arrivare lì”.
Ergo, il Colonnello Aglieco – oggi di stanza a Roma – ha querelato Ranieri Rossi e due diffusori del suddetto “pensiero” (mettiamola così). Ma per tutti e tre – non ne dubitiamo in alcun modo – sarà un autentico giochetto da ragazzi smontare questa querela del titolato carabiniere: basterà dimostrare – in un’aula di Tribunale, però, non sui social o davanti a microfoni amici – che David Rossi è stato assassinato, ed anche che il numero uno dei Carabinieri senesi, in quel momento, era come minimo complice degli efferati assassini defenestratori. Davvero un giuoco da ragazzi, ad occhio e croce: la strada è un pochino in salita, ma auguroni sinceri…
E BRAVO, IL PIZZICHINI CARLO…
Per finire, ecco come il Caso Rossi approdi finalmente anche nell’Arte contemporanea; in una mostra dedicata all’anniversario dantesco, organizzata dall’Università senese nel cortile del Rettorato, il fior fiore degli artisti senesi viventi ha creato opere di svariata foggia. Ed il demiurgo sommo, il primus inter pares fra gli artisti, è stato Carlo Pizzichini, figura ben nota a Siena (forse anche altrove: ci scusiamo di non saperlo, avendo perso tempo prezioso con Raffaello ed altri minori, in queste ultime settimane), il quale ha visto bene di partorire un’opera – sul cui valore, in questa sede, non entriamo -, in cui era però riconoscibilissimo Giancarlo Filippone davanti al corpo senza vita di David Rossi. Il tutto, legato al XXXIII dell’Inferno (il Canto del conte Ugolino, per capirsi), in senso lato universalmente inteso come quello dei traditori.
Chiaro il messaggio, di grazia? Filippone che tradisce l’amico: il consueto refrain che la famiglia Tognazzi-Rossi porta avanti da anni (poi ci si stupisce che uno tolga il saluto, il birbone); alla fine, anche per il sin troppo mite amico di Rossi è scattato il momento di querelare il grande artista senese. Per ora, l’opera è stata rimossa dalla mostra.
Diciamo che, visto l’andazzo ed al di là delle querele presenti e future, sarebbe cosa buona e giusta che qualcuno si scusasse pubblicamente con chi è stato, ancora una volta, esposto al pubblico disprezzo come traditore, mentre era lì – chiamato da Antonella Tognazzi! – per fare un favore a lei stessa. Non potendolo fare chi più dovrebbe, ci potrebbe pensare l’istituzione universitaria.
Quanto al grande artista Pizzichini, da parte sua si ricorrerà ad una letterina di scuse, o si andrà avanti a difendere la sacralità dell’opera d’arte? Sarebbe un prosieguo denso di pulsioni tutte da scoprire. La curiosità – inutile nasconderlo – è altissima…
Ps 1 Green pass per tutti, meno due: ne abbiamo già parlato, ne riparleremo ancora; per intanto, quando lo Stato si mostra forte con i deboli (non di salute), e debole con i forti (tipo portuali triestini, ma ce ne saranno altri di casi simili), perde credibilità a spanne, e non si può non scriverlo.
Ps 2 Curiosamente, nello stesso giorno se ne sono andati due Brandani i quali, nel Senese, hanno lasciato un segno: Alberto, vecchio democristiano (Cesa e Casini hanno presenziato ai funerali colligiani in Sant’Agostino, ieri), ed Enrico, detto “Bobo”, storico – è davvero il caso di dire – barbaresco dell’Oca. Parce sepulto per entrambi, ci mancherebbe altro; possiamo almeno dire che, fra i due, ci stava parecchio, parecchio più simpatico il Bobo?
Ps 3 Aggiungiamo un Ps davvero inevitabile, dopo la incredibile audizione (sulla quale ovviamente si tornerà) delle Iene di ieri (segretata all’80%!): nessun audito, neanche i magistrati, aveva avuto segretata la parte delle domande; la Commissione dica che è stato un problema tecnico, e le mandi in onda. Così non è più possibile andare avanti.
Ah, nel frattempo è stata arrestata Giovanna Ricci, fonte importante e qualificata delle Iene sui festini; in settimana prossima, pubblicheremo infine ampi stralci delle deposizioni di Antonella Tognazzi e di Ranieri Rossi (quelle senesi, di settembre), finalmente arrivate…
Ps 2 anche a me
Articolo magistrale dell’Eretico, lo dico con piena consapevolezza. Quando tutti i nodi di questa triste e squallida vicenda saranno venuti finalmente al pettine (è come la pandemia, non è dato sapere quando mai si potrà dire di esserne del tutto fuori), quantomeno quando i protagonisti di queste narrazioni complottistiche che mettono di mezzo in modo vergognoso persone che non hanno niente di cui vergognarsi saranno state condannate da un tribunale per diffamazione (ma calunnia nessuno?), ancora una volta la comunità senese ti dovrà ringraziare per l’infaticabile lavoro svolto per fare conoscere i dettagli di una vicenda che, ci tengo a ripeterlo, è di uno squallore umano infinito. Bravino anche il Pizzichini: io opto per letterina, ma vediamo…
Rossi/MPS, mancava Di Battista. Mamma butta la pasta!
Ma Pittelli chi?
Gianni e Marcello Pittella: … i Pittelli.
Fratelli Pittelli, anzi … PiDDellli.
Ecco.
Piattelli ex forza italia
Ps 2. nessun dei due. Il Brandani politico per i suoi noti maneggi, il secondo perché in una intervista su una tele locale, non si era gloriato di avere dato un cazzotto a freddo dopo 5 anni ad un fantino che nel passato gli aveva dato tante soddisfazioni. Considerato poi che nel 1961 il detto fantino l’aveva già prese parecchie di botte dai contradaioli delusi, lui compreso.
……una volta i fantini ne buscavano…..e il bello, basta sentire le interviste vecchie, lo mettevano in conto, come incidente del mestiere…..una volta, quando il vostro Palio era più bello perché fuori dalle regole…….una volta
Si, ma un cazzotto a freddo non va mai bene. Già a sangue caldo è sbagliato figuriamoci a freddo. E poi la favoletta dei cazzotti leciti durante il Palio non mi ha mai convinto. Le prese in giro, le battute, gli stornelli per deridere la rivale, che deve stare zitta e subire, vanno benissimo, sono il sale della Festa, ma un cazzotto o simile fa sempre male e non si sa mai come va a finire per chi lo prende. Ho visto gente partire con i pugni, passare poi ai legni, anche calci a chi è per terra fino a che l’intervento della forza pubblica impedisce che la cosa si faccia veramente seria.
Il fatto del povero Rossi mi sta venendo a noia, più si va avanti e più c’è tanto fumo e poco arrosto. Cosa deve venire fuori dopo tutti questi anni? Tutto è stato detto ed ogni altra aggiunta favorisce solo nuova confusione. Solo le “Iene”, di nome e di fatto, ne stanno facendo vergognosamente uso per avere più ascolti in televisione.
Appunto basterebbe un articolo ogni due tre mesi,tanto per fare un po’ di dovuta pubblicita’ al libro del caro Raffa.
No voglio dire io con tutta questa cronaca minuto per minuto,del ,carolina ha detto,la moglie ha fatto, ranieri ha scritto,la commissione,il troio, il maresciallo, il colonnello,il montigiani ecc. ecc.
avrei anche le palle pienotte.
Rossi, poraccio ,un ambizioso con poco pelo sullo stomaco e meno cervello, l avevan ben scelto per il suo ruolo, buscava diversi dindini per andare a raccontare che il monte era solido e che andava tutto a meraviglia, scoppiato il casino di certo si sara’ vergognato delle puttanate che aveva scientemente raccontato, poi essendo boncittone, non gl ha retto la pompa e appena han cominciato a girare
convocazioni e interrogatori, la natura sua di vaso di coccio tra vasi ( di cesso) di ferro smaltato ha fatto il resto.
Buttato o lanciatosi ,poco cambia.
Chi aveva coscienza della fine a cui era stato destinato il monte s’era sfilato per tempo dalle posizioni di comando, han pescato un tizio ambizioso e omertoso per origine docg , gli hanno affidato il comando e poi , prima premiato ( pres abi) ,poi inquisito ed eletto a capro espiatorio, non gli faranno una bella sega e lui terra’ la bocca chiusa.
Amen ite in pace missa est.
Ps. messa tridentina rito tanto caro a botin e all opus dei
Caro Manunta,
sono ovviamente costernato che tu “abbia le palle pienotte” del Caso Rossi, e con te qualche altro affezionato lettore. In parte, vi capisco anche, ci mancherebbe.
La redazione, riunita in modo plenario, ha però deciso di andare comunque avanti con questo argomento, anche perché sempre più schifata, in particolare da ciò che è accaduto quest’oggi a Palazzo San Macuto. Cosa della quale, per l’appunto, toccherà riparlare, eh…
L’eretico
Oioi non mi dire che intendi farne il prodromo propedeutico della tua ( Probabile? Sicura?Si stara a vede’ ? ) campagna qualora tu decidessi ,(ovviamente in nome del bene di sienina ,offesa,vilipesa e vituperata) obtortissimo collo ( ci mancherebbe) scender in lizza o meglio in campo come candidato , chiaramente solo dopo un eventuale supplichevole e implorante coram populi.
No perche’ in tal caso toccherebbe ( comprensibilmente) ciucciassi la telecronaca tuttorossi minuto per minuto ,ancora per diversi mesetti.
Cose attuali sul Monte:
Unicredit prende solo quello che le interessa. Il resto andrà regalato a qualcuno.
7000 esuberi
Aumento di capitale di 3 mld (oggi si parla anche di arrivare a 5-7) che c’è li ette lo stato
Affrancamento dalle pendenze giudiziare (che restano a carico dello Stato)
Ma se lo Stato si assume tutti gli oneri del risanamento, perché regalare il resto a Unicredit?
Si possono fare esattamente le stesse cose e tenersi la Banca.
Draghi facesse valere il suo peso in Europa. Altrimenti politicamente si sta confezionando un bel pacco regalo a Salvini e Meloni.
In tutto ciò dove stanno Comune Regione e tutti i parlamentari Toscani?
Ecco finalmente un bell’intervento, Roberto, aggiungici anche il partito egemone, sedicente democratico, ed è perfetto.
In una città normale si parlerebbe soltanto di questa imminente fine, invece di quella ormai oggettivamente, non ulteriormente investigabile, del povero David, oppure ancora una volta di fascisti e comunisti, guelfi e ghibellini, montecchhi e capuleti, ric e gian, otto e barnelli romani e cartaginesi, neanderthal e cromagnon … basta dividersi, sempre.
Quell’Alighieri maledetto alla fine purtroppo aveva visto giusto: gente vana che spera in Letta, neanche Gianni, e forse farebbe meglio a tornare a scavare per trovare la Diana, che almeno non esiste.
Direi anche Tolomei e Salimbeni
Avv. Non Tozzeggi, vana era solo una cosa , la credenza che in una fase di completa ristrutturazione del sistema bancario,dove tutti gli istituti non riconducibili a sistemi di gestione e proprieta’ strettamente privata( tranne le landsparkasse tedesche…….. ),venivano privatizzati o inglobati in banche piu’ grandi, il monte potesse rimanere come era.
La sua natura particolare ( a livello societario) e l affezione dei senesi per la loro banca, ha richiesto l organizzazione di una recita particolarmente lunga e articolata, per:
1) Drenare la ricchezza della banca a favore di altri gruppi ( privati)attraverso operazioni di acquisizione suicide
2) Saccheggiare cio’ che era restato e lasciare allo stato un guscio vuoto
e un “monte” di debiti.
3) per assurdo che possa sembrare l unica alternativa ,sarebbe stata fare l opposto di quanto avvenuto, ovvero non acquisire altri istituti dissanguando la banca, ma vendere la b.ca quando era sana.
Ma, sempre per assurdo ,farlo avrebbe provocato una sommossa di popolo, quel popolo che invece ha assistito quieto e rassegnato allo svolgersi della lunga recita e della lunga agonia.
L allucinato Roby chiede al boia del monte ( Draghi) di avere pieta’ e rispetto per la salma della vittima dopo averla giustiziata e squartata.
Se lei me lo definisce ” finalmente un bell intervento”…….
Mi tocca dar ragione a Durante.
Ieri ho letto – sul sito mercati24.com – un articolo del 7.10 u. s. secondo cui UniCredit non starebbe così bene e che avrebbe bisogno di 9 miliardi…….(sic!)
Non è che tra due moribondi si sacrifica quello che per il potere ( Draghi) olezza di più?
Non so se tra i frequentatori del blog vi sono esperti di finanza, ma se ci sono mi piacerebbe un commento, pro veritate, su quanto ho letto
A volte effettivamente cazzeggio, perché senza un po’ di ironia saremmo tutti già morti, se Tozzeggiassi anche, però, ti assicuro, lo faccio a mia insaputa …
L’esame autoptico del Monte richiederebbe un grande approfondimento.
Di certo non è stato un suicidio …
Molti i responsabili in concorso (soprattutto omissivo) con l’assassino.
Ad ogni buon conto, alla fine, purtroppo dobbiamo entrambi dare ragione a quel fiorentino fetente, amico di Manunta.
E la cosa mi secca molto.
Solo a scorrere i curriculum dei protagonisti della vicenda si dovrebbe capire che è tutto predisposto da tempo.
Orcel era in Santander ai tempi dello scellerato acquisto. Padoan deputato di Siena, il ministro che ha ricapitalizzato la banca, poi presidente UniCredit. Draghi governatore Banca d’Italia ai tempi di Antonveneta. Morelli, già vicedirettore ai tempi di Mussari/Antonveneta incredibilmente non cacciato da Padian dopo che ha portato 0 (zero) euro di aumento di capitale nel 2017, ha gestito la banca talmente male da azzerare il prezzo; tra l’altro ha firmato poco prima di andare ad AXA una clausola di 1 miliardo in favore di… AXA.
Saccomanni (ora defunto) era direttore generale in banca d’Italia ai tempi di Antonveneta, poi ha fatto il ministro dell’economia nel governo… Letta (!) poi il presidente di UniCredit. Letta ha lavorato per Amundi quando questa rilevò Pioneer da UniCredit che ne colloca i fondi (e fra poco anche ai 4 milioni di clienti Mps).
Caro Roberto, in linea di massima apprezzo il tuo appello, se un parlamentare toscano o regionale si mette di traverso è, almeno politicamente, morto.
Solo una cosa, parlo dei parlamentari Toscani, di qualsiasi colore.
Quanto affermi può essere vero per quelli dem, ma tutti gli altri, i non dem, cui aggiungo il nostro sindaco, e tutta la sua giunta, perché tacciono? Cosa temono? Possibile ci sia un disegno più grande di tutti che coinvolge e minaccia tutti i partiti? O e semplice mancanza di idee? O è più facile non dire nulla prima, per poi avere le mani libere per criticare qualsiasi decisione dopo?
Sono solo ipotesi, ma il fatto certo è il silenzio tombale. Pari solo al plauso unanime che si registrò all’annucio nefasto dell’acquisto di Antonveneta.
Ottimo riassunto, poi volendo si puo’ sempre credere che sia stato solo un sovrapporsi di coincidenze………
Notare bene ,tutti i personaggi citati son dei cattivi foresti, ovvero come gia’ detto anche questo fa’ parte del plot della commedia, il monte ruinato
dai foresti.
Contrappasso storico all insegna della tradizione, la prima commedia nell italia post mediovevale nacque a sienina nell accademia dei/gli r/intronati, titolo….”gli ingannati,”
Ideata e messa in atto a sienina ma…….. scritta da un foresto, oltretutto un banchiere il Castelvetro.
Tradizione rispettata.
Guarda che conosco benissimo il ruolo che ebbe Bankitalia all’epoca. Ma oggi c’è lui al Governo, e se tutti tacciono, come tacquero all’epoca, può fare tranquillamente quello che gli pare. Mi sarei aspettato che partiti come 5S e Lega, che sostengono Draghi, alzassero un ditino. Sono loro al governo, e sono la maggioranza come numero di parlamentari,quindi la responsabilità delle scelte sarà anche e direi soprattutto la loro, non penserai mica che saranno ad alzare il ditino?
E FdI? Anche loro zitti. Perché?
I 5s? Il partito di sileri massimo apologeta di ogni decisione presa da Draghi?
La lega…il partito dove il genero di Verdini si fa’ dare la linea da Giorgetti?
FDI ……Quelli il cui segretario giorgina meloncina ,va in gita al club di Aspen?
Scusa ,scherzavi vero?
Guardz roby che non sono io quello che crede alla favola
Pd= quelli cattivi
Lega fdi= quelli bravi
Non preoccuparti, ci pensa Letta.
In campagna elettorale ha promesso la salvaguardia del marchio, dei livelli occupazionali, dell’unità della banca, la direzione a Siena. È il segretario del partito più fedele sostenitore del governo/azionista. Vedrai che manterrà le promesse.
Sparito!!!…….
Ribadisco, ha ragione dalema. La colpa, molta colpa, è dei senesi.
Dopo le elezioni, riguardo alla soluzione del caso Monte e di altri guai di Siena Letta ha detto ai suoi sostenitori: “Stai senza pensiero”.