La domenica del villaggio: Casadei, Grande Guerra, Manzoni (e Dante)
La rubrica cultural-settimanale torna alla struttura classica, dopo la parentesi monografica sulla Svezia della scorsa settimana: 2 argomenti centrali, più la rubrichetta manzoniana, con Ps a guarnire il tutto; oggi si scrive della morte di Raoul Casadei, poi di una lodevole iniziativa senatoriale sulla Grande Guerra e del Capitolo XV dei “Promessi sposi” (a proposito, Enrico Letta – di cui scriveremo in settimana, magno cum gaudio, ha detto oggi, con pregnante citazione manzoniana, di avere dormito, ieri,… come dormì il Principe di Condè).
UN MAESTRO ROMAGNOLO: CASADEI, NON MUSSOLINI
Il “maladetto Covid”, dunque, ieri ci ha portato via Raoul Casadei; quest’oggi, speluzzicando sui vari quotidiani notizie su di lui, ne ho trovate alcune davvero troppo stimolanti per non proporle al pubblico del blog. Peccato per il ricordo, che era già quasi infornato, sui 100 anni di Gianni Agnelli, ma l’attualità impera, no?
Il Raoul nazionale era romagnolo fino al midollo, ed era del 1937: bella scoperta – potrebbe dire qualcuno -, visto che la sua cover è intitolata “Romagna mia”, eh…però, chissà quanti sapevano fino a queste ore (quorum non ego) che Casadei era diplomato alle Magistrali, e che per ben 17 anni aveva fatto regolarmente il maestro. Insomma, aveva la medesima formazione geoculturale di un romagnolo ancora più famoso di lui, un certo Benito Mussolini…fermi tutti, tranquilli: Casadei era, politicamente parlando, di bosco e di riviera; diceva di avere votato per Salvini, ma l’anno scorso aveva fatto outing per Bonaccini. Par condicio del liscio.
Raoul Casadei è stato tra l’altro il demiurgo della parola che dà il nome al genere (“Ho inventato la parola “liscio” nel 1972, alle Rotonde di Garlasco, a Pavia”); negli anni Settanta ed Ottanta, al culmine della carriera, era capace di fare fino a due concerti al giorno – uno il pomeriggio, uno la sera -, da autentico Stakanov; in un’epoca in cui spadroneggiavano i cantautori impegnati (e di straordinario valore, peraltro), contrapposti a mediocri canzonettari veteromelodici del tipo di Al Bano o Baglioni (che solo Fabio Fazio avrebbe potuto riesumare, anni dopo), almeno Casadei non ha mai tradito il suo pubblico. Tra l’altro, il liscio (in epoca pre-Covid, ormai è finito tutto, no?) aveva non solo un’ovvia funzione aggregativa e sociale, ma è stato riconosciuto che, stimolando un minimo di movimento, rappresenta cosa buona e giusta per la popolazione anziana (grazie al Viagra, poi, il movimento stimolato poteva essere duplice, se del caso…).
Insomma, il paradosso è che il “maladetto Covid” ci ha portato via anche una persona, un artista, che rappresentava proprio l’antitesi antropologica di ciò cui siamo oggi, purtroppo, costretti.
GIUSTIZIA PER I FUCILATI DELLA GRANDE GUERRA
Non si scrive da un po’ sulla Grande Guerra: è un piacere doppio tornare sull’argomento, dunque; per prima cosa, per segnalare – seppure in ritardo, il libro essendo uscito a fine 2020 – un bel saggio che unisce Historia e Geografia: “Le acque agitate della Patria”, del giovane storico Giacomo Bonan; un affresco sul fiume Piave, fra guerra, industrializzazione forzata e financo Vajont.
In secondo luogo, segnaliamo con estremo piacere una iniziativa senatoriale, con la quale si rende giustizia a chi ne aveva avuta di certo poca, illo tempore, vale a dire ai 750 circa soldati italiani i quali – accusati come “disertori”, e condannati dopo processi sulla cui sommarietà si potrebbe scommettere -, furono fucilati, fino a quel 1918, anno di Vittorio veneto e, dunque, della Vittoria.
Giustamente Giordano Bruno Guerri (a pagina 15 de Il Giornale di ieri) scrive che “qualcuno potrà dire (di certo qualcuno lo dirà) che il Parlamento perde tempo ad occuparsi di simili quisquiglie in tempi di pandemia. Non è così, è un atto di coraggio civile e di serietà proseguire la normale attività alla ricerca di giustizia per chi non ha mai potuto difendersi”.
Parole da sottoscrivere in pieno, con un’aggiunta che ci sta particolarmente a cuore: la Patria la si ama tanto di più, quanto con maggiore determinazione siamo capaci di riconoscere i suoi drammatici errori; e, per quanto umanamente possibile, porvi un minimo rimedio…
“PROMESSI SPOSI 4.0”, CAPITOLO XV: SE ANCHE I FURBI SONO STRESSATI…
Il Capitolo XV è quello dell’arresto del povero Renzo Tramaglino: del tentativo di arresto, per meglio dire; inizia con il montanaro, del tutto ebbro, che viene trascinato dall’oste della Luna piena su fino in camera, prima di andare a letto e di risvegliarsi con i “birri” ed il “notaio criminale” davanti a sé, l’indomani mattina: gran bel risveglio, non c’è che dire.
A quel punto, Renzo compie un autentico atto di maturazione, di crescita, nel bildungsroman manzoniano: capace di leggere al meglio la situazione, nella parte conclusiva del Capitolo non solo riesce ad eludere l’arresto, ma addirittura – sobillando con intelligenza la folla che gli si assiepava intorno, mentre lui era ancora in manette – a mettere in fuga i poliziotti ed il magistrato, i quali da cacciatori divengono quindi prede. Un autentico capolavoro di massimizzazione del risultato, per l’ormai maturato montanaro.
Manzoni, ancora una volta, si dimostra il finissimo antropologo del Potere che è, analizzando l’errore fondamentale del magistrato: il quale, in buona sostanza, non è riuscito a mantenere il necessario sangue freddo; continuando, insistendo senza posa nel raccomandare a Renzo di mantenere per strada un comportamento tranquillo, ha dimostrato all’arrestato di non essere lui, quello tranquillo. Il “notaio criminale” incarna quello che nel romanzo viene definito il “furbo matricolato”: il quale però dovrebbe essere freddo e sempre lucido; quando sono “angustiati e agitati”, però, anche i furbi matricolati perdono lucidità, come per l’appunto il soggetto in questione nel finale del Capitolo. Ove Renzo, mutatis mutandis, diventa una sorta di Ulisse, capace – al pari di Odisseo nell’antro del ciclope, o in tante altre simili situazioni – di uscire, al meglio, da una situazione all’apparenza senza scampo alcuno. Insomma, l’intelligenza può essere più forte del Potere, a saperla usare: ricordiamocene sempre, tutti quanti…
Ps 1 Ieri ci ha lasciato Marvin Hagler, uno dei più grandi pesi medi della storia della boxe; su Youtube, mi sono rivisto, in suo onore, i 15 drammatici round del match con Vito Antuofermo (correva l’anno 1979, al Caesar’s palace: fu uno dei primi incontri che vidi, ovviamente in tv): a prescindere da come andò a finire, boxe allo stato puro, fra due grandi, coraggiosi, atleti. Da antologia del pugilato.
Ps 2 In settimana, registreremo una tripla clip dedicata a Dante, per i 700 anni dalla morte: sarà un’occasione importante, patrocinata dal Comune, per approfondire il rapporto, complesso ed assai stimolante, fra l’Alighieri e Siena; appena pronto il materiale, ne scriveremo sul blog, e i lettori verranno ovviamente avvertiti sulle modalità della messa in onda: in ogni caso, si conta di terminare il montaggio prima del Dantedì (25 marzo prossimo).
In effetti, dopo un anno di clausura (con la parziale eccezione dell’estate), mi verrebbe voglia di passare un sabato sera o una domenica pomeriggio ad ascoltare il liscio in qualche locale, guardando i vecchietti sbavanti che cingono le badanti agghindate…
Sequestro di beni per 14 milioni nelle indagini per riciclaggio internazionale e corruzione nei confronti di 12 persone tra le quali il famoso Kasako di Piazza del Campo. Il sindaco di Siena difensore di uno degli indagati.
Ma è tutto normale?
Abbastanza grave e controproducente che il sindaco difenda il kazako! Fra gli altri indagati comunque ci sono il segretario comunale del Valentini e il presidente della CCIAA (mi pare che sia quello che si complimentò per l’affare Galaxy/Ampugnano mesi prima della gara d’appalto!). Secondo me al De Mossi conviene starne fuori, ed occuparsi da sindaco delle ricadute occupazionali dell’inchiesta
secondo lei esiste al mondo un legale disposto a rinunciare ad una parcella grassa come qualla garantita da una difesa del genere?
Tutti(pochi) ricordiamo il grande Casadei Adriano, braccio destro di Corbari, medaglia d oro al valor militare, impiccato dai repubblichini.
Per l episodio di monte lavane tra s benedetto in alpe e campigno vicino le cascate dell acqua cheta,Casadei fu’ elogiato dal gen. Alexander su’ radio londra.
Cascate(quelle dell acqua cheta) che Durante ha citato nella Divina Commedia (Inf. XVI, 94-102):
«Come quel fiume c’ha proprio cammino
prima dal Monte Viso ‘nver’ levante,
da la sinistra costa d’Apennino,
che si chiama Acquacheta suso, avante
che si divalli giù nel basso letto,
e a Forlì di quel nome è vacante,
rimbomba là sovra San Benedetto
de l’Alpe per cadere ad una scesa
ove dovea per mille esser recetto;
così, giù d’una ripa discoscesa,
trovammo risonar quell’acqua tinta,
sì che ‘n poc’ora avria l’orecchia offesa.»
Ps 1…. porannoi il 1o Antuofermo Hagler ,da antologia del pugilato?
Casomai Hearns Hagler, Mugabi Hagler, Leonard Hagler.
Antuofermo Hagler fu’ uno dei verdetti piu’ scandalosi della storia del pugilato.
Match a senso unico Antuofermo ne chiappo’ quant un noce.
Su Dante, oioi ero n pensiero, Dante e Siena cheddi’ una sorpresona, un me lo sarei aspettato.
Stesso approccio che con Hagler? Ovvero citarlo per uno dei suoi piu’ insignificanti incontri giusto perche’ antuofermo e’ italiano?
Far tre video su’ Dante e Siena ,pare lo stesso tipo di vano sminuente e insignificante approccio, chi te l ha data l idea? Balestracci?
Tra te e l accademicoidi che vi sete nventati il Dantedi’
Una cosa l aete ndovinata( pe’ caso) ,il giono giusto
25/3 il capodanno fiorentino
Hagler – Hearns fu un match senza storia. Antuofermo resta uno dei più grandi pugili italiani di tutti i tempi, molto molto sottovalutato in Italia.
Il 25 Marzo era anche (sopratutto) il capodanno Senese.
Ci pensò un fiorentino a cambiarlo.
Ottimi articoli Eretico ed anche i post finali. E delle critiche non ti curar di loro, ma guarda e passa.
Fuori argomento, ma attuale. La possibile candidatura di Letta a Siena alle elezioni suppletive è deprimente. Con le sue idee da nuovo segretario del PD lo Jus soli e la possibilità di votare già a 16 anni mi rende sempre più ostile a questa parte politica che non rappresenta ormai il popolo, ma solo una casta di buonisti avulsi dalla realtà. Il voto a 16 anni, con il livello educativo attuale è semplicemente ridicolo, in questa allegra libertaria società molti non sono maturi nemmeno a 30 anni, i recenti assembramenti pre-covid milanesi, romani e altrove lo dimostrano. Lo jus soli? La solita idea balzana del solito buonista, se venisse attuata gli sbarchi sarebbero moltiplicati e con l’Europa assente sarebbero tutti a nostro carico. Come detto tante volte aiutiamoli a casa loro, le autorità sovranazionali ci sono e devono fare il loro dovere.
So proprio curioso di vedere cosa scrivi di kazaki, birrai, armeni etc. Roba da leccarsi i baffi per l’Eretico di una volta
…una volta…
ma altri blogger non ci sono ? O hanno le grancie alle mani…….
Scusate ma la raccolta differenziata non era una cosa “bona e giusta” ?
buongiorno.
come va?
è tanto che non commento su questo blog, pur seguendolo sempre con molto interesse.
oggi ho trovato un pò di tempo per scrivere qualche innocuo appunto.
1. dopo le giustissime parole spese per stigmatizzare le offese di gozzini alla meloni, mi aspettavo un paio di righe riguardo quanto scritto da tal fabiano arcangeli (fdi) su feisbuc riguardo alla deputata alessandra morani (pd).
ed invece nulla.
allora sono andato a ricercare negli archivi del blog le prese di posizione sui ripetuti attacchi a boldrini, boschi, ecc.
nulla. neanche una riga, ma certamente ho cercato male ma, se così non fosse, le chiedo il perchè di tali omissioni.
2. molto interessante quanto scritto sulla svezia e sull’approccio al covid del paese.
però nella sua analisi manca un dato secondo me fondamentale: la densità di popolazione.
infatti la svezia ha circa 12-15 abitanti/kmq, mentre la nostra povera italia super di gran lunga i 100 abitanti/kmq.
lei capisce che tenere tutto aperto con 4 gatti è molto più semplice che tenere tutto aperto nel napoletano con tutti i paesi che costituiscono un tutt’uno con il capoluogo con circa 4 milioni di persone.
le faccio presente che norvegia, che ha attuato una chiusura molto simile alla nostra ha avuto un tasso di mortalità percentualmente assai minore rispetto alla svezia, che risulta essere la pecora nera nordica.
la danimarca è tutt’ora in restrizione come noi, mentre la finlandia gode del fatto di avere poco più di 5 milioni di abitanti in un territorio ampio e quindi di bassissima densità (dichiarazioni di Pekka Nuorti, professore di epidemiologia presso l’Università di Tampere).
infine un p.s. EVIDENZE SCIENTIFICHE è un obbrobio grammaticale. la parola evidenza manca del plurale.
molti la traducono pure in inglese aggiungendo una famigerata “s”!
così come l’uso inappropriato di PIUTTOSTO seguito da “che” con il significato di «o», «oppure», per indicare un’alternativa.
grazie e buon lavoro
fb
p.s.2 ho appena finito di rileggere la monaca di monza, altra perla manzoniana. bellisssimo1
Caro Francesco, allora bentornato!
Al volo – perchè il caso Iantorno mi impegna assai – rispondo ad un paio di punti:
1) il Caso Gozzini è significativo proprio perchè viene NON da un parlamentare o comunque da un politico, ma da un intellettuale: Arcangeli fa parte della malacomunicazione politica, cui ormai non si riesce neanche a stare dietro;
2) sulla Svezia, certo che hai ragione: l’avevo già scritto illo tempore, ma era opportuno ribadirlo, in effetti.
Sull’uso errato del PIUTTOSTO, credo di essere inattaccabile: ho dunque modo di ritenere che tu scriva in linea generale; W il Manzoni!
L’eretico