La domenica del villaggio: il nuovo Governo, secondo Sallustio (e 4 Ps)
Puntata quasi monografica della rubrica cultural-domenicale del blog, a questo giro: come sanno i lettori più fedeli, di solito non si trattano temi di attualità politica, ma quest’oggi si fa un’eccezione (confermante la regola), data l’importanza dell’argomento (il nuovo Governo, se sarà premiato dal voto parlamentare in settimana); siccome però, per l’appunto, siamo all’interno della rubrica culturale, ecco che proponiamo ai lettori un ardito (ma stimolantissimo, date retta) parallelo fra la sallustiana descrizione della Congiura di Catilina, ed alcuni passaggi di questi giorni. Lo ripetiamo: le differenze fra il 63 a.C. e l’oggi sono del tutto incommensurabili, ma qualche spunto eterno, l’analisi delle dinamiche del Potere lo offre sempre. Date retta anche su questo, e non vi annoierete…
Buona lettura a (quasi) tutti, dunque!
LA SOTTOVALUTAZIONE DEL NEMICO
Matteo Salvini – non c’è bisogno di scomodare Sallustio per vederlo – ha commesso un errore politico madornale, giusto un mese fa; ha fatto male i suoi calcoli, semplicemente, e nella realpolitik queste cose contano: ha fatto il kamikaze, sbagliando peraltro l’obiettivo (Massimo Giannini, copyright); Catilina, allorquando nel 63 a.C. fece il suo tentativo di presa del potere, forse fece un errore similare, considerando il suo nemico – il vituperato senato, gli optimates arcigni (si noti il chiasmo, eh) – più cedevole di quello che poi si sarebbe dimostrato (come, in questo caso per Salvini, il tandem Pd-5 stelle).
Insomma, primissima considerazione: quando un leader sbaglia mossa politica, i contesti sono sempre i più diversi, e da quelli partir si deve; ma la sottovalutazione del nemico politico è alla base di tutto, ed espone a sconfitte tremende (nel caso di Catilina, non redimibili, stante la sua morte in battaglia in quel di Pistoia; nel caso salviniano, invece, si perdono il Governo ed il trend ascensionale, ma non certo l’agibilità politico-mediatica).
LE PROMESSE BOOMERANG
Secondo Sallustio (che era anti-Catilina, ma non come e quanto lo fosse per esempio Cicerone), nella campagna elettorale precedente all’insurrezione, Catilina si era fatto forte di due tematiche: il rovesciamento del sistema oligarchico fino ad allora dominante (i “poteri forti” del I secolo a. C., per capirsi), e poi la cancellazione dei debiti (leggasi condono), abbinata ad un alleggerimento della fiscalità (Flat tax ante litteram, suvvia); ma il proletariato urbano, quello cioè che si infervorava di più a favore di Catilina, non avrebbe in concreto guadagnato alcunché, da un ipotetico successo politico dell’insorto; la cancellazione del debito, infatti, avrebbe gratificato soprattutto i piccoli proprietari terrieri, nonché i nobili decaduti (d’altra parte, Catilina stesso era “nobili genere natus”), i cui privilegi intendeva ripristinare. Eppure, la plebe romana si infervorava per gli accesi discorsi di un politico, che non avrebbe fatto i suoi (della plebe) interessi, con evidente eterogenesi dei fini. Ed ancora non c’era stato l’Editto di Caracalla: l’immigrazione non era il problema dei problemi. Mala tempora currebant, et currunt hodie…
GIUSTIZIALISMO E GARANTISMO
Nelle more della discussione senatoriale per decidere le sorti dei congiurati catturati (non di Catilina, che morirà in battaglia a Pistoia), Sallustio ci presenta due figure, che si stagliano su tutte: Cesare (che qui è in versione garantista, all’insegna della clementia), e quel Catone Uticense che anche a Dante sarà così caro, il quale in questa occasione incarna l’anima giustizialista (che poi prevarrà, venendo tutti i congiurati a morte condannati). Beh, l’eterno conflitto fra la clementia ed il pugno duro in fatto di Giustizia è stato un elemento (più forte di quanto sottolineato dalla maggior parte della stampa), della clamorosa rottura fra 5stelle e Lega. Paragonare il Ministro (confermato) Bonafede a Catone, è pura bestemmia domenicale: ma le ragioni del conflitto, di questo tipo di conflitto fra poteri, ci sono ancora tutte. Niente di nuovo sotto il sole (se non il fatto che allora si finiva morti, se prevalevano i Catone).
OPTIMATES E POPULARES
Sallustio – come detto – era favorevole alla spallata (non violenta, però) agli optimates, in questo concordando con Catilina: basta poteri forti, basta Atlantia, basta Confindustria e via dicendo (l’Europa era un po’ lontanina dal venire); ma lo storico romano era ormai disilluso, profondamente disilluso, anche per quanto concerne i populares, che vedeva come homines novi tesi non a abbattere una volta per tutte privilegi e rendite di posizione, quanto ad attuare una mera sostituzione di ceto politico. Amareggiato, si ritirò nella sua splendida villa (i celebri horti sallustiani, tra il Pincio ed il Quirinale, secondo alcuni costruiti con le malversazioni di quando Sallustio governava, grazie a Cesare, la Numidia), e si mise a scrivere di Historia. Dandoci anche ritratti femminili straordinari, come quello di Sempronia, su cui non possiamo dilungarci oggi (la cui sensualità era così accesa, che più spesso era lei a cercare gli uomini di quanto fosse da loro cercata, pensate un pochino).
Per noi, a distanza di un paio di millenni, Sallustio ed il suo “De Catilinae coniuratione” restano un faro, ben acceso nella notte in cui siamo avvolti: tale da permetterci di vedere come oggi – questo Lui l’avrebbe notato e stigmatizzato di certo – manchi del tutto il decus, il decoro, concetto all’interno del quale rientra anche il senso del limite. Quello che manca, fra gli altri, ad un neo-Ministero degli Esteri che andrà a rappresentare la nostra Repubblica, non solo senza le conoscenze di base minime ( linguistiche, ma anche storico-geografiche), ma anche avendo alle spalle clamorose prese di posizione (sul Venezuela, con i gilet gialli, e fermiamoci qui, per carità di Patria).
Ps 1 Gianni Brera, a cent’anni esatti dalla nascita (San Zenone al Po, 8 settembre 1919, morto il 19 dicembre del 1992 in un drammatico incidente stradale, come il grande Gaetano Scirea, esempio di un calcio fatto di nobiltà d’animo); Brera, colui che seppe trasformare – in meglio, ma con ben pochi epigoni – il giornalismo sportivo italiano, conferendogli una dignità letteraria ad oggi insuperata. Demiurgo di neologismi diventati poi non prescindibili, con idiosincrasie (tipo quella con Rivera, l'”abatino”) entrate nella storia del giornalismo sportivo.
Personalmente – come immagino molti lettori del blog -, non mi perdevo un suo commento del lunedì, su Repubblica (i suoi pezzi sul Giorno non ho avuto modo di gustarmeli); quando troverò il tempo, mi riprometto di leggere – visto che Brera non solo di sport si dilettava – “Il corpo della ragassa” (uscito per Longanesi nel 1969), di cui ho sempre sentito parlar bene. Se qualche lettore – certo non dei più giovani – vuole dirci la sua su questo romanzo, ne siamo lieti: e sarebbe un bel modo, condiviso, di ricordare Gianni Brera.
Ps 2 Non si può non citare: 8 settembre, pubblicizzazione dell’Armistizio (firmato il 3 a Cassibile); correva l’anno 1943, e l’Italia fece il salto di alleanze. Per alcuni, fu la morte della Patria, per altri la rinascita, dopo gli orrori del ventennio. Stasera carne al fuoco ce n’è già tanta, ma immaginiamo che anche questo spunto non ne farà mancare altra ancora.
Ps 3 Niccolò Borghesi era l’antagonista maggiore di un certo Pandolfo Petrucci, nella Siena di inizio Cinquecento (il Palazzo di famiglia è quello ove è situato il bar 4 cantoni, scusandomi per la pubblicità); venerdì sera Gabriele Fattorini e Giovanni Mazzini ne hanno ripercorso le gesta, finite in modo tragico con l’accoltellamento proprio ai 4 cantoni (ove l’Aquila ha lodevolmente fatto apporre di nuovo la lapide ad personam). Bene così, in attesa di riparlarne.
Ps 4 Biblioteca comunale: in attesa della riapertura (17 settembre, con l’appuntamento per ricordare lo scultore Giulio Corsini, primo appuntamento de “Il martedì senese”), informiamo volentieri che mercoledì prossimo (ore 17,30, Sala storica), il Presidente, in buona compagnia, esporrà le sue idee programmatiche per una sempre migliore integrazione fra scuola e Comunale, dalle Elementari ai Licei. L’incontro è per i colleghi di ogni ordine e grado (caldamente invitati alla partecipazione), ma se viene anche qualcuno non legato al mondo della scuola, non è che lo si mandi via a calci, eh..
Molti si sono sorpresi e scandalizzati per la morte del vecchio e la nascita del nuovo governo sottolineando che in pochi gorni siamo passati dal governo più a destra della storia repubblicana a quello forse più a sinistra: in realtà si tratta di una quisquilia rispetto all’8 Settembre del ’43 quando il paese passò armi e bagagli dall’Asse agli Alleati ( dal 25 Luglio del resto non c’era più un fascista a pagarlo oro…).
Ma poi pensandoci bene siamo davvero di fronte ad un cambiamento? I famosi 29 punti e l’ormai celebre “contratto di governo” sono quasi del tutto sovrapponibili – con l’unica, importante, eccezione per l’immigrazione ed i diritti umani – si tratta dell’ennesima rimasticatura delle stesse politiche che ci hanno portato a questo punto, tassare e fare debiti per “ridistribuire”risorse nella speranza di risollevare l’economia, speranza vana e che finisce per drenare risorse ai cittadini e all’economia reale per sperperarle in un settore pubblico oramai ipertrofico e incapace di incidere sui problemi veri del paese. Dopo 40 anni di errori sarebbe il caso di provare qualcosa di nuovo, invece questo “pensiero unico” domina l’intero spettro politico; di questo passo prevedo che la strada verso l’impoverimento e la decadenza del paese diventerà sempre più rapida.
Un ultimo pensiero poi a chi era appena salito o stava salendo sul carro del vincitore e si è ritrovato all’improvviso col sedere per terra e ai quali rivolgo la mia solidarietà (ma imparare un mestiere e lavorare seriamente no? Vi piace così tanto leccare il culo del potente di turno?) mentre esprimo la mia massima ammirazione per le capacità dialettiche di certi giornalisti capaci di parlare fino a metà Agosto di un Salvini imbattibile padrone d’Italia idolatrato dalle masse e di spiegarti, pochi giorni dopo, per filo e per segno, che Salvini è stato uno sprovveduto e addirittura di dire dove e perchè ha sbagliato… a questi gli antichi sofisti davvero fanno un baffo.
Caro Eretico,
parli degli errori di Salvini (Capitano della verdeggiante Contrada di Via Bellerio) e mi induci a sottoporre a te e ai tuoi attenti lettori una domanda: chi sarà mai quel dirigente apicale della banca della nostra città che si è temporaneamente allontanato dal PD e nei mesi scorsi si è temporaneamente avvicinato alla Lega al punto tale da farsi accompagnare a Roma da un pezzo grosso (anzi grossissimo) della Lega per ricevere una sorta di investitura istituzional-politica o politico-istituzionale?
In Rocca si dice che ora abbia un diavolo per capello e che il suo umore sia molto più nero del solito.
Ai lettori più attenti l’ardua risposta.
C.D.S.
Non saprei… accompagnato (da chi?) da Giorgetti sperando che divenisse lui il prossimo Commissario Europeo alla Concorrenza in grado di prorogare gli aiuti di Stato in scadenza perentoria a dicembre prossimo?!
Salvini non ha commesso un errore politico, solo ha agito, con i suoi peones,senza conoscere le regole del parlamento, cosi come aveva agito precedentemente quando allindomani della vicenda diciotti proclamava la suadisponibilita a farsi arrestare sventolando documenti ufficiali, “credendo” di essere intoccabile i quanto ministro, salvo poi farsela nelle mutande difronte alla realtà illustrata da Giulia Bongiorno e implorare in lacrime al 5s di votare contro l’autorizzazione a procedere…
Di questi comportamri ne ha collezionati molti, giustificate dalla sua stampa come goliardate o gesti sinceri di , invece, un incompetente, ignorante, sbruffone, ha ha giocato a fare il ministro degli interni dando rappresentabilita’ ai peggio di noi e al peggio di noi .
Dopo anni ad utilizzare un linguaggio truce, volgare,irriverente, si scandalizza ,e gli fanno eco media e mediatori, per una evidente metafora di autolesione( :” non ti resta che spararti ” non indica dove e soprattutto ,visto il personaggio, se ne ha la capacità di colpire il bersaglio o il coraggio di provarci).
Il riferimento alla figlia non andava scritto x non abbassarsi al suo infimo livello umano.
di Brera ricordo i vari soprannomi che appioppò a vari giocatori, come “abatino”, “stralongo”, “rombo di tuono”, ma la frase che non ho mai dimenticato è: La vecchiaia è bella, peccato che duri poco.
– il corpo della ragassa – si lascia leggere, magari non tutto insieme, ma il film che ne fu tratto non fu certamente da Oscar, anzi.
Epico lo ‘sciagurato egidio’ di manzoniana memoria per il sommo
padellatore egidio calloni attaccante del milan negli anni 70.
Caro professore
Sono rientrato da Lugano, per due giorni. Ospite dal cugino per festeggiare un onomastico. Stasera riparto per Basel.
Quando sono qui leggo sempre il tuo Blog. Che sinceramente ritengo il più libero che io conosca.
Sinceramente va valutato il confronto fra Catilina e il suo tempo, e chi ci guadagnava dalla sua rivolta. Ci sono molto verità….
Vorrei aggiungere un contributo anch’io. Nelle elezioni nazionali avevo votato convintamente 5 stelle. Onestamente mi era sembrato un partito di rottura. Fare quelle riforme necessarie ad uno stato moderno. Poi qualcuno del movimento andò a parlare con i gilet gialli. Questi rifiutarono il confronto. Pensai ci doveva essere qualcosa che non andava. Alle Europee non andai a votare….
Ecco cosa mi ha detto il Tedesco durante la partita a scacchi a Lugano.
” Vedi noi che viviamo a contatto con mondi reali multilingue sopravviviamo se abbiamo un fiuto speciale. Siccome i gilet gialli sono una vero movimento di protesta, erano a conoscenza chi fossero i cinque stelle. E li hanno scartati. Come hai visto in pochi giorni si sono rivelati per quello che sono uomini del E sono stati i loro voti in Europa a far passare. Un establichent vecchio e per pochi voti. Peccato è stata la vittoria di Pirro. In Italia hanno fatto passare il Salvini per uno che ha perso la sedia da se stesso, non è vero, se avesse continuato con quel governo. Sotto sotto si sarebbero attrezzati e Salvini sarebbe scomparso. Invece ora i cinquestelle hanno dimostrato quello che sono… Mi dispiace per il suo elettorato che è stato ingannato. E poi hanno dimostrato che la sovranità appartiene all’elitè. ……
Il tedesco finisce qui.
Caro Professore a differenza di te il Salvini lo paragono al Temporeggiatore, Basterebbe che dicessa al suo socio che i comunisti non ci sono più. Anzi se ne trova qualcuno potrebbero essere validi alleati. Sbaglio o misero la bandiera sul reichstag. Poi potrebbe fare un blog non direttamente lui o la lega che mette alla berlina i ministri Bugiardi. Lavorare sulle periferie. Soccorrere i disoccupati e tante altre cose che riguardano il popolo e non l’elite. E ribattere che il sovrano è il popolo Italiano. E questo non è uno slogan ma lo direbbe la costituzione se non fosse sospesa. Che poi lo eserciti il parlamento può andar bene perché i parlamentari non siano BUGIARDI, I bugiardi sospendono il mandato. “Io ti affido dei soldi perché mi paghi una bolletta invece li rubi.”
Caro professore ti saluto e ci risentiamo a fine ottobre. Mi hanno ingannato e derubato il Voto con la menzogna. Cosa più odiosa non me la potevano fare.
Voglio fare i sinceri complimenti all’Eretico: ogni suo pezzo, ma qualcuno come questo in modo più importante, mi insegna qualcosa e mi fa ragionare sul presente partendo dal passato. So che non sono il primo a scriverlo, ma trovo incredibile che, avendo una figura come la sua a disposizione, non gli si dia qualcosa in più della pur onorabilissima presidenza della Comunale.
Sono in vacanza in Sicilia, nella parte più a Sud.
Parlando di politica con gente del posto, tutti, dico tutti, rimpiangono Salvini.
Siccome credo più alla viva voce della gente che ai sondaggi che ci vengono propinati, dico che se Salvini non sbaglia, come invece ha fatto, mosse, al prossimo round elettorale farà mai bassa di voti, anche perché secondo me, e concordo in questo con Cacciari, il governo giallo-rosso durerà da Natale a Santo Stefano.
E per cosa lo rimpiangono? In una settimana cosa avranno mai fatto i traditori che si sono alleati ai ladri incapaci? Avranno affittato delle navi da crociera per far sbarcare in Sicilia qualche decina di migliaia di black panthers? Avranno allestito sulle navi militari dei comitati di accoglienza con lancio di caramelle, cioccolata e sigarette? Sono commosso al pensiero dei siciliani in lacrime per l’improvvisa dipartita del capitano, quello che fino a un paio di anni fa li avrebbe detersi col DDT…
Fai un sondaggio? Chiedi quanti rimpiangono mussolini, quanti la monarchia e se la mafia esiste.
Fuori contesto: niente di particolarmente importante ma ho finito ora di vedere a Siena TV un servizio sui “tabernacoli” ed ho notato che non c’è più l’usanza di addobbare il tabernacolo con le ghirlande, simpatico ed utile modo, una volta, per coinvolgere e far partecipare i bambini alla festa dell’8 settembre.
Lo so.
Ho settantaquattro anni e a volte penso di risultare patetico.
Pazienza.
Ma Amanda e Carolina, le miei eredi, ne hanno “coccoinate” parecchie.
Mi dispiace per quell’altri.
Ma come ho già detto: PAZIENZA !
Non ho letto “il corpo della ragassa”, ma consiglio a tutti, sempre che lo si trovi ancora, “storia critica del calcio italiano” del 1975, bellissimo e ormai un libro di storia più che di sport.
Anche “63 partite da salvare” è molto bello, una raccolta di articoli pubblicati da Brera di cronaca e commento di partite per lui memorabili.
Complimenti per il raffronto storico…perché è verissimo che differenze di tempo e contesto nascondono sempre schemi comuni rintracciabili. E quelli che hanno meno fantasia sono proprio gli schemi del potere.
Come dire, cambio d’abiti e diverso livello, ma lo schema è sempre quello…ciao
Ebbene si, mi dichiaro apertamente dalla parte di Catilina, come del resto di tutti quanti gli sconfitti dalla storia.
Semplicemente perché hanno perso ed avendo perso non sapremo mai cosa avrebbero potuto realizzare di buono, di migliore.
Anche se con i se e con i ma – dicono in Francia – si mette Parigi in bottiglia.
Insopportabile, comunque, quel trombone di Cicerone, avvocato dell’accusa dal compito facilitato come nelle parole crociate per l’inconsistenza reale della minaccia rappresentata da Catilina.
Una specie di golpe amatoriale tipo quello dei forestali del principe Borghese …
Chiudo con una domanda al professor Ascheri: ma Sallustio poi era forse sardo come Cossiga?
“Lubido maxuma” et similia …
Mi rendo conto che mi è saltato un rispetto agli sconfitti dalla storia.
Ovviamente mai con Attila, Hitler, Mussolini o Bersani …
Caro Paolo,
Sallustio non era sardo, ci dicono i manuali, ma gli piacevano assai, in effetti, gli arcaismi come quello da te citato.
Oggi, a proposito di eversione (nera, parecchio), è passato a miglior vita Stefano Delle Chiaie: ne riparliamo, tranquilli…
L’eretico
Cicerone, avvocato in politica, brutta razza…
Stoccata ad effetto A.B. almeno tre piccioni (tra nazionali e locali) con una fava …
Ma con le categorie attuali Cicerone sarebbe stato anche e soprattutto, però, una specie di Pubblico Ministero, un avvocato dell’accusa di stampo un po’ anglosassone (almeno nei maxiprocessi contro Catilina e Verre, e quelli contro Pisone, Vatinio etc).
Quindi, nella fattispecie più esattamente un PM in politica tipo Antonio Di Pietro, Pietro Grasso o Antonio Ingroia, che mi pare molto peggio…
Ma il problema vero è la politica che, fatta anche della materia prima di cui parlava Rino Formica, può riuscire a corrompere tutti indipendentemente dal titolo di studio o dalla professione.
Tutto ciò senza voler minimamente difendere la categoria oi colleghi, che sanno difendersi evidentemente (quando possono) da soli.
E sia il Governo Conte 2, no bis dato che nella storia repubblicana mi sfugge un’altro esempio di un presidente del consiglio buono per il diavolo (nel caso specifico salvini) e l’acqua santa(zingaretti e boldrini)
Interessante a tal proposito il commento del giornalista della Repubblica Giannini sul governo Conte 2: “..governo scelto dai poteri forti, salvini minaccia per UE..”
Sarà forse sempre per questo motivo, interessante per il giornalista Giannini e molto caro ai presidenti Monti e Prodi(nomino questi padri fondatori solo per loro affermazioni pubbliche), cioè di mettere al riparo le istituzioni dal processo elettorale, che il 5 Settembre il governo Conte 2 ancor prima di ricevere la fiducia in parlamento indicava il conte Gentiloni ex ministro governo Monti poi governo Renzi poi presidente del consiglio, in età giovanile fondatore del psiup poi fulminato sulla via di Damasco da Rutelli dunque Margherita e poi PD, come commissario europeo per l’italia; durata mandato 5 anni a partire dal 1 Novembre 2019.
Dunque è di oggi il colpo di scena della presidentessa tedesca: nomina del conte Gentiloni a commissario all’economia praticamente il portafoglio più importante di tutta la commissione insieme al portafoglio del Lettone vice presidente Dombrosky moneta e finanza.
Si Lettonia, due milioni di abitanti e Dombrosky laureato in fisica università di Riga alla moneta e finanza e vicepresidente della commissione.
Commissario europeo all’economia colpo di scena per l’Italia, sarà il commissario di tutti ci conferma Lui, anche di quelli che verranno dopo, ma dopo quando?
Maurizio Montigiani ci conferma che all’epoca del Conte 1 si parlava di un portafoglio per l’Italia a nomina leghista, partito che alle fresche elezioni europee raggiungeva il 34%, ma non più in alto della concorrenza, è dunque dietrologia o Giannini ha confessato? Con l’attesa della scadenza del settennato del capo dello stato scommettiamo su Mario Draghi?
Di Gianni Brera,che non mi era particolarmente simpatico,ricordo un giudizio su di lui espresso con garbata ironia da un professore universitario.
Su La Nazione(nella terza pagina,quella culturale dei giornali di una volta)un certo Prof.Satta (Luciano?)della facoltà di Lettere dell’Università di Firenze, teneva una rubrica sul significato delle parole,sulla loro provenienza,sul loro uso quotidiano e nella storia,nella letteratura ,nella poesia ecc.
In una di queste sue articolate e dotte ricognizioni semantiche si imbatté in un concetto espresso da Gianni Brera il quale in suo articolo aveva sostenuto che il vero italiano è parlato a Milano e non a Firenze o nella Toscana in generale.Tutte balle, compreso anche la storia del Sior Lisander venuto a Firenze a sciacquare in Arno il suo romanzo.
Il Prof.Satta,per confutare questa temeraria tesi di Brera,come era solito fare partì da citazioni molto antiche per arrivare all’epoca moderna e alla conclusione della dotta carrellata propose a Brera questa riprova (cito a memoria):
se uno le dà del pirla,il suo significato vero è inteso a Milano o al massimo in Lombardia, ma se le danno del bischero il suo significato è compreso subito in tutta Italia.
Non ricordo se Brera replicò o meno,sono passati tanti anni…purtroppo!
Brera? Che tipo strano. Ce l’aveva con il grande Rivera e questo, io milanista, me lo rendeva antipatico. Era un grande estimatore di Nereo Rocco (giustissimo) anche perché ne condivideva sia la mentalità difensivistica sia l’amore del frutto della vite. Anche lui aveva il suo scheletro nell’armadio perché profetizzò un veloce biglietto di andata e ritorno per la Nazionale Italiana entro i quarti ai Mondiali vittoriosi del 1982. Fu una bella ricopertura per il nostro Brera e Bearzot in varie occasioni lo fece notare e lui signorilmente incassò il colpo. Nel tempo si riappacificò anche col bistrattato Rivera. Oltre ad essere uno scrittore, si dilettava anche con la poesia perché fece una capatina a Siena per il Palio che gli piacque tanto da scrivere una poesia dedicandola alla Contrada del Nicchio (gli devono essere garbati i colori).
http://www.ventrotto.it/index.php?option=com_content&view=article&catid=4:sport&id=201:gianni-brera-linquilino-dei-versi http://www.ilpaliodisiena.eu/Incontri/contradaiolidafuori/Franco.htm
L’8 settembre 1943: una delle cose giuste che sono state fatte nella storia nazionale è quella di avere mandato i Savoia in esilio. Il “Re tappo” che aveva favorito l’ascesa di Mussolini, per poi colpirlo alle spalle, che aveva lasciato nell’incertezza e disorientamento generale un esercito di milioni di uomini per scappare verso lidi sicuri meritava l’esilio eterno. Suo figlio, il debosciato Umberto, doveva rimanere a Roma – anche contro la volontà del padre e di quel delinquente di Badoglio – almeno per difendere la città e dare un indirizzo e sostegno morale ad un esercito disorientato, invece si unì alla pattuglia dei fuggiaschi. Mi dispiace che in questi sciocchi e immemori tempi è stato annullato il provvedimento dell’esilio eterno dei maschi di Casa Savoia. Suo nipote Emanuele Filiberto apparso anni fa in una trasmissione televisiva di intrattenimento ha fatto partire l’iter di questo sciagurato provvedimento offensivo per chi è morto per difendere l’onore dell’Italia oppure ha dovuto subire la prigionia per non aderire all’esercito repubblichino. E’ una vera offesa alla loro memoria vedere il “principino” cantare anche ad una passata edizione del Festival di San Remo. Che tristezza. Dato che la data è abbastanza vicina all’apertura delle scuole chissà se almeno verrà ricordata agli alunni. Intanto l’educazione civica che doveva ritornare materia di studio è stata prorogata al prossimo, forse, anno. Sono veramente brutti tempi.