Siena diretta sera: Da Frassini e D’Onofrio non sanno rispondere…
Puntata oligominerale ma gustosa, quella di giovedì sera su Siena Tv: Danielito Magrini aveva programmato due tempi, piuttosto che tre; nel primo, una coppia inedita: la vecchia volpe Vittorio Mazzoni della Stella con il giovane economista Renò, a discettare di Mps; nel secondo, quattro personaggi della fauna politica locale: Ivano Da Frassini (Pd), Pasquale d’Onofrio (Sel, cioè Pd), Marco Falorni della lista Impegno per Siena, nonché Enrico Tucci dei Cittadini per Siena.
Nella prima parte, riflessioni stimolanti (sottolineamo, sul finale, quella mazzonian-stellata sul Mps come “bara fiscale”: una manna fiscale in aeternum, per chi voglia buttare dei soldini in Mps, avendoceli! Dice Mazzoni che se ne parla pochissimo, con ragione: ancora di più, quando dice che di certi silenzi bisogna sospettare assai. Pungolato da Danielito, poi, l’ex Sindaco giraffato ha fatto emergere una sonora dissonanza con l’altro ex Sindaco Pierluigi Piccini, favorevole ad un salvataggio montepaschino da parte di Bancoposta. Proposta risibile (con grassa risata incorporata), secondo il pensiero di Mazzoni della Stella. Chi avrà ragione? Ne riparliamo a cose fatte…
La parte pulp, però, era quella politica, con i 4 esponenti del Consiglio comunale presenti in studio. A questo giro, l’eretico si è permesso di fare qualche domandina ai 2 esponenti della maggioranza (più una proposta ai 2 di minoranza): gli esiti – e non c’erano grossi dubbi al riguardo – sono stati piuttosto sconcertanti.
Per chi non ha visto la puntata, ho chiesto a D’Onofrio cosa pensasse della gravissima accusa che la Procura di Taranto ipotizza contro il suo leader Vendola (accusa di gravità enorme, se si pensa al suo rivendicatissimo essere di sinistra); a Da Frassini, di rispondere, in modo chiaro, sul suo definirsi ceccuzziano o meno; a Falorni e Tucci, più che una domanda, una proposta: primarie dell’opposizione, il prima possibile.
D’Onofrio ha risposto parlando d’altro: che lui era di sinistra anche prima della leadership vendoliana, e che continuerà ad esserlo dopo (chissà che farà Vendola dopo l’uscita di scena di D’Onofrio: sarà sempre de sinistra?). E allora? Sui fatti contestati nel merito (avere di fatto aiutato il padronato dell’Ilva nei controlli sulla insalubrità dell’impianto), manco mezza parola. Nemmeno un accenno. Poi ha iniziato a sbrodolare sulle pari opportunità che la Sinistra garantirebbe a tutti. Come se lui non conoscesse la situazione senesota…
Il Da Frassini piddino, segretario del soviet dell’Acquacalda, ha recitato la solita particina in copione: ci vuole rispetto per chi ha votato alle primarie piddine, noi siamo per la trasparenza e la discussione (sic), “le etichettature non mi piacciono”, bla bla bla. Sulla sua (eventualissima) autonomia dal dominus Ceccuzzi Franco, manco mezza parola. Nemmeno un accenno, come da parte di D’Onofrio.
Risultato dunque raggiunto in pieno: nessuno dei due ha risposto alle domande poste in trasmissione. Era esattamente ciò che si voleva, è esattamente ciò che è accaduto. Bingo!
Quanto ai due oppositori, almeno hanno preso posizione con chiarezza: Marchino Falorni, rispolverando una democristica diffidenza per le primarie, le ha giudicate giuste in teoria, ma non fattibili in pratica; Enrico Tucci, invece, ha plaudito con convinzione alla proposta. Aggiungendo un piccolo scoop della serata: che lui, a queste eventuali primarie, parteciperebbe volentieri. Ma solo come scrutatore…