La domenica del villaggio: il ridere, il Sud-Tirolo, Ventura (e il Palio)
Come promesso, anche questa domenica siamo di rubrica culturale, e anche ricca assai: si parte con la recensione di un libro francese sull’arte della risata; poi si dà un consiglio turistico a chi sia, o stia per andare, in Alto-Adige (Val Pusteria): un meraviglioso cimitero di guerra tra Cortina e Dobbiaco; infine, il grande cinema, con un libro uscito (finalmente) per farci conoscere meglio uno dei più grandi attori italo-francesi del Novecento, Lino Ventura.
Dopodiché, sfornata di Ps, ultimo dei quali sul drappellone presentato 48 ore or sono.
Buona lettura a tutti, domenica essendo, dunque!
L’ARTE DEL RIDERE
Cosa hanno in comune – così per ridere, stando in argomento – figure del calibro di Erasmo da Rotterdam, Montaigne e Rabelais? Beh, oltre al fatto di essere contemporanei ( XVI secolo), tutti e tre hanno teorizzato nei loro scritti una cosa che oggi ci sembra scontata, ed è perfino scientificamente dimostrata: la valenza, anche terapeutica, del ridere. Rispetto alla Medicina, sono arrivati circa 5 secoli prima: vi sembra forse poco?
“J’aime ta joie parce qu’elle est folle, ecrivains en fete (XVI et XVII siècles)”, scritto dallo storico Michel Jeanneret e pubblicato per Draz (non ancora disponibile in Italia) ripercorre proprio questo itinerario, abbinando ai tre mostri sacri dell’intellettualità cinquecentesca anche il nostro Teofilo Folengo, con il suo Baldus: lo stile cosiddetto “maccheronico” accomuna in effetti Rabelais, con il Pantagruel, al mantovano. E fra tutti, è proprio Rabelais quello che più direttamente insiste sul valore terapeutico della risata, come ci suggerisce Chiara Pasetti nella sua recensione al libro (domenicale del Sole 24 ore del 29 luglio, pagina 23): il dottore dovrebbe essere “dall’aspetto gioioso e sereno, aperto”, il tutto per potere rincuorare il malato attraverso “folleggiamenti gioiosi”.
Tema di grande rilevanza attuale; certo non si può pretendere che un buon medico sia sempre di ottimo umore, essendo umano anch’egli: in ogni caso, qualche pagina del Pantagruel (per esorcizzare il tema degli eccessi alimentari?), o del folenghiano Baldus, fa bene davvero a tutti. Sani e malati; medici ed infermieri. Ironia, condita da un pizzico di sregolatezza (in dosi omeopatiche, nel senso alto del termine), giacché “chi vive senza follia non è così saggio come si crede” (La Rochefoucauld).
UN CIMITERO INCANTATO…
Strada ciclabile fra Dobbiaco (Toblach) e Cortina d’Ampezzo, vicino alla foce della Rienza, torrente di montagna di rara limpidezza, nonché affluente dell’Isarco, 1300 metri esatti sul livello del mare: all’improvviso – curiosamente non annunciato da nessun cartello pregresso – si squaderna davanti agli occhi del visitatore una scena inobliabile. Un cimitero di guerra austro-ungarico (Soldatenfriedhof), tenuto in modo impeccabile dalla famiglia Fuchs; qui riposano 1259 caduti, fra il 1915 ed il 1917, la maggior parte dei quali morti a causa del freddo e delle slavine, peraltro.
Sotto ai maestosi costoni dolomitici, immerso nelle orchidee autoctone (l’Alto-Adige ne annovera ben 55), il tutto emana un’efficienza davvero asburgica, è proprio il caso di dire. All’interno di un contesto che trasuda una cultura del territorio profondissima, questo cimitero non è un’eccezione, è la regola: pur tuttavia, lascia a bocca aperta lo stesso.
Resta però, inevaso, un problema, certo non da poco: in Italia ci sono tanti cimiteri militari con soldati stranieri (americani, come risaputo; anche polacchi, come a Montecassino e a Bologna, ed altri ancora); sono però luoghi in cui sono sepolti militi che, nel momento della morte, combattevano per l’Italia (fino a prova contraria, si capisce). In questo caso, invece, in territorio formalmente italiano abbiamo 1259 soldati che, un secolo or sono, cercavano di ammazzare soldati italiani.
Inutile aggiungere che il tutto rimanda all’equivoco di fondo dell’Alto-Adige, o Sud Tirolo che dir si voglia (giusto tre anni fa si aprì, sul blog, uno stimolante dibattito, a tal proposito); l’assimilazione culturale dei sudtirolesi – inutile essere ipocriti – è fallita: a nord di Bolzano è l’Heimat tirolese, quella per la quale battono i cuori della popolazione (in loco maggioritaria) di lingua tedesca e di cultura tirolese. Forse, è davvero arrivato il momento di prenderne atto: il matrimonio di interesse dura sempre di più, ma qui il problema è che l’interesse è di un coniuge, e solo di uno…
UN ATTORE CHE SAPEVA DIRE NO: LINO VENTURA
Una lettura estiva – fra le tante – da raccomandare: “Ascesa e caduta di una stella” (La lepre, pagg. 224, 16 euro spesi bene), scritto dallo storico Roberto Coaloa (non è un abbronzante, eh…). La vicenda biografica di un grande attore, Lino Ventura, che seppe dire di no, con coerenza granitica, a tante lusinghe, rare da capitare in una sola vita: un italiano amatissimo sopattutto in Francia, che dice di no ad ogni tipo di onorificenza francese (conservando la nazionalità italiana fino al 1987, anno della morte); un attore, che seppe dire di no a registi per lavorare con i quali altri avrebbero venduto la mamma ed ipotecato i figli (Francis Ford Coppola, che lo pretendeva per “Apolcalypse now”; Steven Spielberg, il quale lo aveva prescelto per “Incontri ravvicinati del terzo tipo”, con il suo posto che andò a Truffaut). Nonostante la sua intransigenza, girò 74 film in 34 anni di gloriosa carriera.
Diede il meglio di sé nel noir, e questo è risaputo (“Asfalto che scotta”, di Claude Sautet, è forse il punto apicale; ma lo ricordiamo anche nel pur non eccelso “Cento giorni a Palermo” di Giuseppe Ferrara, in cui interpreta in modo simpatetico il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, e come non citare “Ascensore per il patibolo” del 1957, e “Cadaveri eccellenti” del 1976?); pochi sapevano – prima appunto di leggere questa biografia – due cosette assai edificanti, che ce lo presentano come il tipico duro dal cuore tenero (nel senso più nobile del termine). Nel 1965 (quando la sensibilità per queste cose era assai scarsa), creò un’associazione umanitaria per assistere persone afflitte da ritardo mentale; da giovane, prima di fare il provino decisivo per il cinema, era stato uno sportivo di livello: campione europeo di Lotta greco-romana, nel 1950.
Ah, quasi dimenticavamo: servì la Francia libera (lui, arrivato a Parigi a sette anni, figlio unico di madre abbandonata), nella Resistenza. Lo chiamavano l’italien, e l’Italia dovrebbe essere orgogliosa e fiera, di uno come Lino Ventura. Come sportivo, come attore, come uomo.
Ps 1 Nel complesso, molto bene sono andati gli Europei natatori (anche perché si è eclissata la stella di Federica Pellegrini, della quale non si sentirà alcuna mancanza), meno quelli della regina degli sport, l’Atletica: però l’Italia ha dato segni di vitalità, soprattutto nelle discipline di resistenza, cosa che ci inorgoglisce in modo particolare. Oggi l’italo-marocchino Rachid ha còlto un eccellente bronzo nella Maratona, per esempio; e che dire del senese Yoghi Chiappinelli – prodotto del Campo scuola -, che è arrivato terzo nei 3000 siepi? Chapeau, e peccato per la saltatrice in alto Elena Vallortigara, fermatasi nelle qualificazioni dopo l’eccellente 2,02 londinese.
Ps 2 Ci ha lasciato un intellettuale che all’insegnamento universitario della Letteratura e all’editoria italiana (con la Marsilio) ha dato moltissimo, sempre stando nell’ombra (a differenza del fratello, craxiano di ferro): classe 1943, dopo lunghissima malattia è morto Cesare De Michelis. Veneziano Docg, sulla scia del Manuzio ha lasciato un’impronta anche nella sua città, che sta perdendo la sua anima. Grande scopritore di talenti come editore, un solo neo gli va ascritto: ha reso ricca e celebre Susanna Tamaro. Non tutte le ciambelle riescono con il buco, neanche ai più grandi…
Ps 3 Alcuni lettori ci hanno esortato a scrivere di David Lazzaretti (morto nel 1878, ergo 140 anni or sono); in attesa di trovare il modo ed il tempo, rimando ad un libro esaustivo – che abbiamo avuto modo di presentare per due volte, a Siena e a Piancastagnaio, giusto un paio di anni or sono -, che merita: “David Lazzaretti – Un uomo della mia terra”, di Paolo Lorenzoni (Innocenti, 2016).
Ps 4 Visto che qualche buontempone ci indica come suggeritori occulti del Sindaco, allora suggeriamo al Primo cittadino un paio di cose che sarebbero stimolanti assai: l’istituzione, in città, dei Community gardens, che nel mondo anglosassone – Londra in primo luogo – stanno avendo un eccellente successo; ed inoltre di seguire l’esempio del Sindaco di Sellia (Catanzaro), Davide Zicchinella (ne scrive Il Giornale di ieri, pagina 17): ha firmato un’ordinanza per limitare l’uso eccessivo del web (oltre le tre ore, pare), esortando i cittadini ad uscire da casa e a fare più vita sociale. Beh, accontentiamoci della prima proposta, certo più fattibile…
Ps 5 Domenica scorsa abbiamo scritto dei vaccini, e delle scellerate campagne anti-vax: numquam satis; stasera vorremmo sottolineare la figura dell’illuminata, straordinariamente intelligente madre del Bresciano che ha cercato di fregare la scuola in cui va il figlio/a con una falsa autocertificazione. Non poteva mancare, a cotal madre, un passaggio autocelebrativo su Facebook, ove è stata sputtanata come merita. A proposito di madri, quella degli ……è sempre incinta, eh.
Ps 6 Si è scritto di Letteratura, di Cinema, di viaggi con annessi e connessi; come si fa a non scrivere qualcosa anche del drappellone di Charles Szymkowick, dunque? Considerato – anche dal professor Crispolti nella sua introduzione – un “neo-espressionista”, il suo Palio non poteva discostarsi più di tanto da quello che è stato presentato ieri l’altro, nel Cortile del Bargagli-Petrucci; sulla Madonna, sulla sua facies ed in particolare sulla bocca, di tutto è stato detto (non in positivo). E non è che se ad uno non piace questo Palio, debba essere considerato un buzzurro, ci mancherebbe. Se si commissiona un’opera ad un certo tipo di pittore, però, non è lecito aspettarsi altro da quello che è stato: questo è il punto. E allo scrivente lo scarto fra l’espressionismo della figura mariana (certo, ben poco spirituale), e la linearità non deformante della Cattedrale, della torre e dei cipressi, non dispiace. Il mistero del cavallo (quello nero) capovolto, certo, resta. Amen, e buon Palio…
Se non mi sbaglio lo hanno già scritto in molti, ma non si riesce a capire perché il Sindaco De Mossi (che io non ho votato: Piccini al primo giro, Valentini al secondo) non abbia nominato l’Eretico Assessore alla Cultura: è un suo amico, nel merito credo non ci sia da potere ridire, è una delle poche nomine che non avrebbe suscitato critiche, forse nemmeno nei social. Misteri demossiani…sono d’accordo sul drappellone: se lo dai a Picasso, poi non ti lamenti se la Madonna è oblunga e comunque non realistica.
gentilissimo Sig. Petrucci ,
I motivi per cui il Sindaco non ha scelto come assessore alla cultura l’Eretico o altre persone di comprovata cultura possono forse essere due: 1) la comprovata fama e l’essere quotidianamente al centro di dibattiti spesso roventi rende il soggetto scelto bersaglio di attacchi e critiche non sempre supportate da motivazioni intellettuali e imparziali e quindi la scelta si rivelerebbe forse un problema pur nella sua bontà . 2) se poi un domani per un qualsiasi motivo il Sindaco nel proseguo del suo mandato, per motivi oggi non immaginabili , dovesse o volesse revocare la nomina , troverebbe la cosa difficile e fonte di sicuro dispiacere con il rischio di velare o incrinare un’amicizia che oggi è la cosa più preziosa che questa società ancora ci concede .
due volte ripurgato…seguitoooooo
Penso no sia da buontemponi ritenere i bloggers un interlocutore privilegiato del primo cittadino, specialmente l’eretico, unico sopravvissuto, meritevole e qualificato più di tutti a ricoprire una carica di assessore: cultura, sport, decoro, istruzione…!
Per due ragioni: la prima in quanto i suoi argomenti raramente sono stati contraddetti anche dagli utenti più oltranzista, è in seconda battuta per il timore che il sindaco ascolti i consigli di sirene dal dubbio spessore morale, etico e dal passato colmo di ombre.
Prima di dedicarci alla nostra festa cittadina … Leggendo il bell’intervento sul grande Lino Ventura, mi è tornato in mente un altro suo film, a mio avviso straordinario, L’armée des ombres di Jean-Pierre Melville (autore formidabile). Peccato che il titolo dato dai distributori italiani (L’esercito degli eroi) tradisse il senso di quel film asciutto e privo di retorica sulla resistenza francese.
Alla presentazione del drappellone c’era un signore che girellava , sorridendo a tutti, stringendo mani e dispensando battute, cercava un posto a sedere che forse credeva di avere di “diritto”.Poi una dipendente del comune gli ha indicato la zona dei “posti in piedi” facendoli capire che le seggioline erano tutte assegnate a istituzioni ATTUALI E NON DEL PASSATO.
Ma questo signore non ha ancora capito che al suo posto adesso c’è DE MOSSI???
GIORGIO
t’ho l’ho visto anche io ma per caso un’era mica il valentini. ANCORA POVERETTO NON SI DA PACE.
Si, ma e’ anche giusto sottoliniere che non e’ stata le gente (comune), che ora mugugna per l’iconografia del palio, ad aver affidato il compito di dipingere il drappellone a Szymkowick…..
Giusto per puntualizzare: il mio post era una “risposta” al commento di P. Petrucci, senza alcuna polemica, ovviamente…..
Caro professore
Nel Sud Tirolo o Alto Adige ho fatto il militare e da alpino. Sono stato benissimo.
Per quanta riguarda i cimiteri dobbiamo avere sempre il dovuto rispetto.
Specialmente se sono soldati, allora il più alto silenzio.
Ora che i sud tirolesi siano da assimilare come cultura, mi pare una bestialità.
Perchè sono uguali agli italiani o poco ci manca. Per la verità anche gli austriaci sono simili. Insomma una buona carbonara fatta con lo speek e seguita da un buon Caltern penso vada bene a tutti.
Se per differenza porti ad esempio l’omino montanaro con pantaloni corti e bretelle: cosa dovrebbero dire loro delle vie di Siena?. Che tutti i giorni viaggiano persone vestite in montura al seguito di tamburi rumorosi.
Via professore….
Semmai ci sarebbe da ridire rispetto ai costi economici. Se l’Austria si accollasse un po di montagne con relativi cittadini. L’italia avrebbe un bel risparmio e lo potrebbe investire nel sud, dato che il mediterraneo è l’ombelico del mondo…….
Riguardo ai vaccini ho il mio pensiero…Se una persona nasce sana non vedo perche debba essere curata. E se uno sta bene e non vuol fare medicina preventiva non deve essere obbligato.
Professore è bene che i Dottori di medicina si preoccupino dei malati e non dei sani
Grazie dei suoi consigli medici e del suo pensiero riguardo ai vaccini e alla medicina preventiva. Ovviamente mancano di basi sia scientifiche che logiche, ma cosa importa? Ormai la politica (di basso livello, incolta ed arrogante) deve contare più della scienza.
Caro Francesco
In quello che ho detto la politica non c’entra niente. Ho detto solo che quando sto bene non vado dal dottore. Parlo di me come persona, ma non impedisco a te Francesco di fare tutti gli esami che vuoi, io rispetto il tuo modo di vedere la medicina come preventiva e risolutiva a tutti i mali. Ma mi devi lasciare libertà che quando sto bene
di non andare dal medico a a farmi tormentare dalle analisi.
Anche se non vale pena confondersi con gli ignoranti, ti pongo una domanda. Immagino che la tua prostata stia ancora bene, ma, come sai o forse no, ogni uomo è soggetto a sviluppare il cancro in quella ghiandola. Se la scienza medica trovasse un vaccino per prevenirlo ti vaccineresti o aspetteresti di ammalarti cosicchè i medici potessero fare il loro mestiere? In questa eventualità penso che, coerentemente alle tue idee, sceglieresti la seconda ipotesi e sarebbero affari tuoi. Nessuno avrebbe da eccepire perchè il cancro della prostata non è contagioso a differenza delle malattie infettive che sono pericolose per chi si ammala e per la comunità.Sei un pappagallo della Taverna.
Nessuno ti obbliga a fare analisi o a tormentati, ti si obbliga a fare un’iniezioncina in ossequio ad un principio di salute PUBBLICA…come tisi obbligherebbe a pagare le tasse, a osservare i canoni della civile convivenza, e potrei continuare a giornata.
Cazz.. Sienina è stata demolita nel 1300 dalla peste( allora i vaccini non c’erano, per la cronaca ed il batterio ammazzò una marea di persone “ sane”) ed ancora nel 2018 certa gente ragiona così!!!
Mi ritiro: da una zucca non si ottiene sangue, neanche se la spremi!!
De rerum novarum
Di Palii “brutti” se n’è avuti tanti…
Quel che più manca è un assessore alla CULTURA….
Cari tutti,
non entrando in questa sede nella questione delle nomine demossiane (farei il Cicero pro domo sua, no?), e ringraziando l’ottimo Gabriele Maccianti per la citazione su Lino Ventura (chapeau!), aggiungo un paio di cosette sulla questione dei cimiteri di guerra, suggeritemi da un caro amico.
Una questione in qualche modo similare (non identica) a quella trattata nel pezzo è quella del Sacrario di quota 33 (italiano, ovviamente) ad El Alamein: in quel caso, in effetti, eravamo noi gli invasori; inoltre, ci sono siti cimiteriali italiani in Russia: il tutto, in base ad accordi fra i due Stati, con tanto di periodici campagne di scavo per cercare i resti dei defunti. In ogni caso, resta il fatto che noi in Egitto ed in Russia eravamo invasori, mentre molti di questi 1259 sepolti a Dobbiaco difendevano la loro Heimat, al momento della morte: Patria che oggi, però, non è più tale.
Mi rendo conto che sia un argomento non proprio ferragostano, tantomeno paliesco: ma l’importanza e la drammaticità di queste vicende supera tutto il resto.
Al lettore anonimo, infine, che dice che i medici dovrebbero occuparsi solo dei malati, francamente non rispondo se non dicendo che la nuova frontiera della Medicina – a parte i vaccini – è quella della Medicina preventiva (fitness, alimentazione corretta e mirata et alia)…
L’eretico
Saltata comprensibilmente la seconda Prova pre-paliesca a cagione di Zeus pluvio, prendo la parola solo per un paio di motivi: in primo luogo, per ringraziare il buon Manunta che mi ha mandato 3 commenti 3 – raccomandandosi di non renderli pubblici -, con vari spunti propositivi. Caro Manunta, tu tieni a mente tutto, magari un giorno qualcosa si farà: non voglio fare promesse da mercante (altrimenti Valentini Bruno me lo rinfaccia), ma neanche bruciare delle buone idee…
In secondo luogo, per segnalare un denso articolo del Fatto odierno, che riprende tematiche riprese più volte negli ultimi tempi: “Incubo morte da batterio – aumentano i contenziosi” (Della Sala e Maroni, pag. 8). Il problema delle infezioni ospedaliere, soprattutto ma non esclusivamente nei reparti di neonatologia, inizia ad essere drammatico.
E continua ad essere colpevolmente sottostimato dai media: forse ci vuole il morto eccellente, per risvegliarli un po’…
L’eretico
x Sabrina Pirri: non capisco tutta questa necessità di avere necessariamente e in fretta un assessore alla cultura; è stata sufficiente l’assessora precedente o forse stiamo di nuovo partecipando al concorso per “Capitale Europea della Cultura ?”
La necessità di un assessorato alla cultura e al decoro( in una città come siena) è stato il cartello della campagna elettorale, ravvisando evidentemente che fino ad ora cultura e decoro fossero assenti(!).
La ” fretta” si concretizza nel fatto che l’incompletezza della giunta la rende non operative, non efficiente e non funzionale…in pratica non può deliberare senza il rischio di impugnabilità.
Dunque occorrerebbe che quanto prima si nomini l’ultimo ingranaggio della macchina amministrativa così da poter cominciare( finalmente) a produrre atti concreti( dopo due mesi!!!) e non solo incontri e chiacchere!
Sul noto e passato concorso.
Siena dovrebbe smette d anda’ col cappello in mano a bruxelles per farsi
riconoscere quello che deve solo tornare ad essere.
Col cappello n mano coi poteri forti, e a farsi scappelare dalle genti minute , eran fenomeni quelli che c’ eran prima.
Se Siena in campo culturale ,riparte da sola, poi dall europa e dal mondo
caleranno come le mosche sul miele e ci sara’ solo da farne la cernita,
te si, te no, te forse.
A gradimento, e scelta vostra , e non accattonando dai tagliagole di bruxelles, come? prima v hanno rapinato e ora a capo chino a chiedergli
le briciole?
Ma c’ e’ da rimboccassi le maniche ,e all inizio da pensare poco anche ai dindini, che verrano, ma dopo.
Prima la patria, poi la famiglia, lo dicevan i vostri vecchi quando
eravate sulla bocca d europa.
Prima la patria, o patria a puttana , scegliete.
Quelli di prima l avete visto…. patria a puttana
f.to Manunta a maniche rimboccate anche d inverno .
Piove, il tufo è allentato e non si disputano le prove, per cui ci ha pensato il cardinale a movimentare la giornata e dare argomenti alla giornata con la non benedizione del Drappellone.
Laicamente una notizia che lascia il tempo che trova, ma trattandosi di una festa religiosa e di un’opera commissionata e con un’iconografia ben definita, la discussione cala di conseguenza sull’opportunità o meno di dare totale campo libero all’artista che dipinge il Palio.
http://www.ilcittadinoonline.it/palio-contrade/madonna-non-nella-tradizione-vescovo-non-benedice-drappellone/
Bene ha fatto il prof Crispolti a dire la sua sul drappellone dal punto di vista artistico e molto bene ha fatto il Vescovo a non benedire il Cencio blasfemo.
Questa giunta farà bene a studiare un po’ di più rispetto a quella Valentini (e ci vuole poco) onde evitare di prendere delle cantonate come quella presa col polacco-belga sennò, per venire incontro a pruriti demo-razzisti post-piddini, manifestati anche su questo blog, sarà costretto a proporre alle 17 Contrade e alla città tutta di cambiare la Tradizione radicalmente per poter fare 2 volte all’anno un bel Cencio offensivo il credo cattolico (ma magari tanto “progressista”) e rinunciare però al corollario sacro che la nostra Festa si porta in grembo dalla sua nascita (a partire dalla benedizione del Cencio, da portarlo in trionfo in Provenzano o al Duomo e via discorrendo).
Ad un certo punto poi bisognerà che qualcuno spieghi questa meravigliosa rivoluzione progressista al Popolo Senese … perchè in democrazia le minoranze vanno tutelate e la maggioranza vince.
Allora ci sarà da ridere …
Non sembri il tutto blasfemo, ma la non benedizione del drappellone da parte dell’Arcivescovo Buoncristiani – specialmente di fronte alla tragedia genovese, spia di un’arretratezza che rende l’Italia non presentabile a livello di consesso mondiale – mi lascia quasi del tutto indifferente.
A proposito, il Comune di Siena ha giustamente diramato un comunicato di solidarietà alla città di Genova: bisognerebbe fare qualcosa di più, però; anche per superare l’indifferenza senese dimostrata ai tempi della strage di Viareggio, illo tempore. Non perdiamo la speranza.
L’eretico
Oggi non si è sbriciolato solo un ponte. Si è sbriciolata definitivamente l’illusione di vivere in un paese vivo e civile.Ho lacrime per i poveri martiri sacrificati sull’altare dell’ignavia e della cupidigia,non ne verserò nessuna quando finalmente faremo la fine che meritiamo. Scusa lo sfogo, ma vedere l’allegra e caciarona agonia di un popolo, mi verrebbe da dire di una intera civiltà, mi sta diventando insopportabile.
Per come mi avevano insegnato il Vangelo, la benedizione si rifiuta solo difronte a casi limite. E non si dicono bugie.
Se il drappellone avesse ragioni( esoteriche) per le quali sorge un turbamento( non ravvisato dai comportamenti nei seminari e nelle sagrestie)La benedizione dovrebbe essere doppia, per far prevalere il bene(?)sul male(!).
È al contrario sarebbe coerente che si “sanzionassero” con la scomunica( o almeno con una deplorazione! La censura è troppo poco!)i responsabili dei reati che invece vengono coperti o accettati in silenzio.
Ogni buon cristiano/ cattolico dovrebbe provare a effettuare questa riflessione
Condiviso e apprezzatao. L’intervento del sindaco in merito alla scelta dell’arcivescovo è stato degno di un vero rappresentante delle istituzioni, nonchésenese e persona di palio.mi congratulo con il primo cittadino per toni forma e contenuti.
Mi associo. Quando un sincaco fa il Sindaco ed unisce una comunità, ponendo un recinto di civiltà e di regole condivise, lasciandone fuori gli esaltati e gli odiatori di professione, non si può che esserne orgogliosi.
Questo commento mi fa doppiamente piacere: esprime in modo efficace anche il mio pensiero e dimostra l’onestà intellettuale di chi gestisce o più modestamente frequenta questo blog, confrontandosi senza pregiudizi sui fatti cittadini.
Vado oltre ed un po’ controcorrente ringraziando l’Arcivescovo per averci messo un po’ tutti d’accordo con la sua “singolare” presa di posizione. Bravo, non era per niente facile!
Per quel poco che conta ho trovato l’ Intervento del Sindaco di Siena esemplare, chapeau!,!
Qualcuno lo faccia leggere al Podestà di Piancastagnaio
Italia impresentabile perche’e’ caduto il ponte o perché a Siena corrono 10 cavalli benedetti in vecchie chiese per vincere
per vincere un cencio benedetto da un vecchio vescovo? Meglio abolire questo vecchiume.
Il “cencio” è ben disegnato (nello stile dell’autore), espressivo ed originale. Riporta gli elementi iconografici richiesti dal committente. Cosa doveva avere la donna per essere una Madonna anche agli occhi del Buoncristiani? Uno sguardo assorto verso l’alto o miserevole verso il basso? Una tunica azzurra? Un’aureola? Due mani lisce? Cosa ci ha visto di così terribile il Buoncristiani per prendere una decisione così mal consigliata?
Una buona notizia per i credenti e non credenti, entro l’anno Buoncristiani se ne va in pensione. Sono convinto che chi lo sostituirà difficilmente lo farà rimpiangere.
il Palio non è un rito, come ci propinano da 7-8 lustri a questa parte. Il Palio è una festa. Una festa di popolo. Di popolo becero, ignorante, ubriacone, rissoso, prevaricatore, bestemmiatore, e così via (diciamo che ora si è molto, forse troppo, ingentilito). Ma la sera del 10 u.s. si sentiva, specie fuori dall’entrone, “madonna brutta” e non era una bestemmia ma un dato di fatto. A me ha fatto sinceramente rabbrividire ma non ci ho visto una blasfemia tale da suggerire all’Arcivescovo di non benedirlo. A parte che non capisco perché debba essere benedetto il premio di una tenzone (potrebbe benedire anche il masgalano nooo) mentre ha senso, secondo me, benedire prima della provaccia i fantini e nel primo pomeriggio i 10 cavalli. Se avesse poi voglia di smettere di benedire il “cencio” pazienza. Torneremo a rivivere, se saremo capaci di toglierci dal groppone le grinfie della Curia, quella bella splendida festa PAGANA che si viveva dentro le mura senesi e che la Chiesa ci ha lentamente, da par suo, sottratto.
Abbi pazienza Raffa l esortazione alle tu genti grazie pe avella messa
devon torna’ a esse leoni come quelli di’ vessilo di’ capitano del popolo.
O sentine un altra Siena e Firenze in trasferta a ferrara
i della guercia e i gamberelli jacopo e bernardo
Premetto che ho titolo e diritto ,se la vostra madonna del melograno
ora troneggia a san romano a ferrara integra , sia chiaro che manunta
c entra e dimorto, seramo con la saima servizi autunno inverno 199/2000
a trasferire il museo della cattedrale da in cima alla cattedrale all odierna sede in san romano ,manunta equilibrista con l opera di jacopo
incassata a regola d arte , che su un pianerottolo incima alla tromba delle
scale , dopo aver segato la ringhiera col flessibile , intemerato passava
la cassa ,a du’ colleghi sbiancati di paura al pianerottolo di sotto
che con un elevatore la trassero nella canonica della curia vescovile, da !i poi terrazza gru e tutto bene,
So ‘ a bollore e lo sai , bernardo v ha regalato robe grosse porta!e d ingresso a palazzo per non parla’ di pienza, jacopo v’ ha fatto la madonna di fonte gaia e lo stemma del capitano del popolo ,e di li si parte
da un aneddoto reale vi fo’ serata .
Accanto ci vole e professori ,ma la cosa va condita pe ‘ accattivassi i popolo e trarlo a cultura arte e tradizione, tutto vero a ritrovalla ci deve esse anche i filmato fatto da una dottoressa della sovrintendenza che era li ,datosi che il sistema usato per trasferirla alla sovrintendenza ,
li faceva sbiancare dalla paura , io mano ferma piede da contadin di poggio
mi ci divertivo che paura e quattrini in tasca mai avuti ne avrolli.
Ecco ma e’ solo una delle tante . scusa se t assillo
ma stai tranquillo a me l idee mi restan stampate tante me n arriva a mente
e tante me n asserbo.
Questa riman sempre tra noi , a san romano se’ portato tutto noi le stagioni l arazzi di cosme tura i rossellino , e i pezzo meglio di tutti
la madonna del melograno.
Per la musica avrei bisogno di accessibilita agli organi storici delle contrade i concerti nelle sedi dei popoli delle contrade, dove son gli organi , Guido Morini e’ lombardo ma ora vive a grosseto ,c avete accanto il meglio improvvisatore e diminuitore barocco di organo clavicembalo e spinetta , se’ rotto le palle di girate il mondo vuole godersi la famiglia ogni tanto ancora va’ da jordi saval che non e’ mai riuscito a trovare un sostituto del suo valore, basta fagli fa’ cena e libagioni dopo il concerto che l e’ artista e regge poco, Andrea Inghisciano occhio roba giovane ,senza tema di smentita il meglio diminuitore e improvvisatore di cornetto barocco sulla piazza, vole rimane’ in val di merse dato che gli garba cerca’ funghi pesca’ e attre robe non menzionabili, gl ho nsegnato a pota’ l ulivi ma lui dice c ha mparato da solo…, la su’ donna… Anais Chen violinista da terrore
sempre n giro pel mondo violino barocco, e strumenti rinascimentali.
Se mi date semaforo verde …….. Mururoa esplosione culturalpopolare.
Vedranno i fungo alzassi da lontano .
Firenze si mangi le mani voi avete svortato pagina , e come ho scelto di battezzammi , con cambio di due vocali cosi’ faro’.
A fkrenze il 21 cm. piazza duomo chiusa per renzi documentarista , andro a organizzare i cori, e se non mi arrestano a settembre son da voi.
Capito l idea di cultura a firenze? renzi a pontificare e il popolo
dietro le transenne………..
Sicche’ #vadanculofirenzerenzienardella.
scusa la lunghezza ma du’ risate l ahi fatte.
Manunta /manente servo vostro, settembre…montaperti lui c era piu di cinquantanni suonati e in prima fila.
Sicche’ ci so anchio.
ps come i vecchio manente uguale uguale, sete a corto di dindi, bene Anais
Chen (la donna dell inghisciano) e’ di basilea ha contatti con associazioni
culturali svizzere e tedesche, se il comune vuole interfacciarsi per avere
sostegni e sponsorizazioni ,la cosa si puo’ fare ,occhio Raffa vi porto
anche i rinforzi svizzero alemanni, Firenze si vergognera’ d esistere
E Siena traccera’ la strada.
Arte e turismo ,citta e territorio sistema integrato ,ma dal popolo creato.
Ma mi devi apri’ qualche uscio mi basta uno spiraglio a pinta’ un mi batte nessuno.
Scusa di nuovo. ma ormai ti tocca.
Scusate per dire , ma….. il palio e’ cosa del popolo di Siena,
il drappellone ,perche non indire un concorso tra gli artisti Senesi?
Perche ‘ far piovere dall alto decisioni a volte discutibili?
Perche’ il popolo non puo’ metter bocca?
Perche darlo a realizzare a gente megalomane che ci mette il ritratto della
su citta ?scusate cita.
Perche’ non tornare alle vecchie usanze? concorso pubblico , se lo
volete aprire anche ai forestieri fate voi , le porte del paradiso ebbero
tra i partecipanti al concorso anche Jacopo della quercia(guercia in realta’) vabbe vinse un altro , ma c era ,jacopo,brunelleschi, ghiberti tanto per citarne tre,ora io dico ,i sinistri so tutti a bubucchiare che
Siena e’ in mano ai populisti , bene o vediamo se a far partecipe il popolo
il prossimo cencio venisse fori chesso’ magari meglio dell ultimo?
De Mossi pensaci tanto ,o non dicono che sei populista? bene o vediamo
se esser tale sia poi peggio di quel che c’ e’ stato finora.
Concorso e magari anche voce del popolo sulla scelta, ci vorrebbe poco
e …. le urne nelle contrade se in caso ,e voti solo chi in contrada
e’ battezzato ovviamente.
Palio roba vostra, ma vostra dei popoli delle contrade sicche’…….
Manunta popolano salutavi.
Oh Manunta, ma non avevi detto che avresti riposto la tastiera nella fondina fino a settembre? Il concorso tra artisti senesi già c’è, è stato già fatto per i palii di provenzano, tradizionalmente affidato ad autoctoni.
vero ab ma decide commissione o popolo?
Festa di popolo parmi il palio, e non di commissari.
E allora caro mi spingi a ricordarti che se tra
i valutanti dovessero esserci organizzatori di mostre
monografiche degli artisti scelti…..conflitto di interessi? e aggiungo che in passato il belga in quel di castellina ebbe sponsor e sostegno da
comune,provincia e fondazione, ovvero la nota trimurti. Residui del passato?
Noto che il belga nella sua biografia ,letta da me adesso ,ammette di esser stato tratto
a pittura dai manifesti cinematografici visti da bambino e poi dalla scoperta di Guttuso, o chi e’
che senza nulla sape’ giorni fa’,da gnorante fece il paragone ,con un manifesto da film di corman? ovvero il popolo d istinto puo’ arrivare dove crisputi benche scarsocriniti professori arrivan con lo studio.
E l arte, o la fai pel popolo , o la fai per le ristrette cerchie.
Io del e nel popolo ho fiducia , te mi par che l hai nei titolati che dall alto(di cosa?) decidon.
Come da tua argantesca natura.
O forse natur d apulia ,terra di tiranni greci e/o imperiali, e genti prone e sottomesse? Siena grande fu’ sanza tiranni , libera repubblica.
Accorda l intelletto.ab non sei tra messapi o dauni ,e sembri sempre
scordarlo.
Ciao senza polemica giusto per chiarezza e logica(toscana)
Che ti devo dire Manunta, capisco la tua visione molto retorica, ma non mi freghi con i tuoi riferimenti storici, ci sarebbe molto da discutere sulla libera repubblica senese, ma non devo dirlo a te che sicuramente conosci meglio di me una storia di secoli di asservimenti guelfi o ghibellini a seconda dell’opportunità, appoggiandosi a papi, imperatori o re a seconda delle circostanze e degli interessi dei potentati locali di turno. Sai bene anche che il popolo è stato artefice delle peggiori nefandezze tutte le volte che è stato guidato (o meglio, manipolato) dalle persone sbagliate (ti ricorda per caso l’Italia dei giorni nostri, a me sì). Il Palio è stato scelto dall’alto, ma a personalmente mi ha emozionato e non trovo un’idea sbagliata affidarsi a degli esperti in grado di arricchire i musei delle contrade con opere di artisti di rilevanza internazionale. Se il nuovo Sindaco lo facesse in maniera trasparente e chiara ne sarei ben lieto e lo apprezzerei, ma sinceramente lascerei l’onere della scelta a chi ne capisce più di me per studi e competenze, l’alternativa sarebbe il solito cencio fotocopia con immagini della Madonna di ennesima mano e pallide imitazioni di studi rinadcimentali di cavalli in azione.
Caro ab , col quale e’ sempre un piacere e uno stimolo confrontarsi.
Vero tutto , tutto vero, mi soffermo solo sull ultima tua frase.
Chi ne capisce di piu’ dici? eccoci al punto , l arte non e’ fatta solo per essere intellettualizzata a posteriori , ma e’ fatta per dare impressioni,
per colpire subitanemente senza mediazioni logicizzanti. Quelle vengon dopo. Le impressioni invece le hanno tutti gli umani, contadini gnoranti come me, e professoroni, oddio forse nei professoroni la troppa mentalizzazione ,impedisce di sentir le proprie sensazioni e impressioni?
In passato a Firenze l Alberti e altri della sua epoca eran ospiti fissi nella bottega di tale Burchiello ,e non era bottega di pittore o scultore ma di barbiere,figlio di barcaioli. In passato i grandi artisti sempre tenevan il polso del popolo, sapendo che le loro opere pittoriche ,architettoniche , o scultoree
sarebbero state fruite non solo dai committenti, e giudicate non solo dai loro colleghi ,ma dal popolo.
L arte non e’ solo per l esercizio mentale di giudizio, tu ne vedi solo una
parte della sua natura e funzione.
Per il drappellone poi, scusa ,ma deve diventare un occasione per far fare vetrina agli artisti prevaricando col loro stile tradizione e significato
della festa di popolo della quale e’ il simbolo?
Nello specifico il belga lo contesto anche a livello di giudizio freddo, che un emulo scopiazzatore di guttuso nella pennellata e colori , di van gogh nelle espressioni e di wharol nei soggetti scelti , possa essere sto popo’ d artista che il Crespoli ci vuole ammannire, a me personalmente non pare.
La storiella del dramma interiore di un traumatizzato dall olocausto?
Ma se e’ nato in belgio nel 48 da genitori li imigrati negli anni 30,di cosa stiamo parlando? Di opportunismo nello scegliere una bandiera ad effetto da sventolare e sulla quale poi ricamare il proprio percorso artistico?
A me caro ab delle presentazioni agiografiche fatte al libro
per i suoi 50 anni , da indovina chi? ATTALI ,si proprio quel Attali.
poco me ne cale.
Disperazione facce deformi, espressioni grottesche sono la sua cifra, sempre e solo quella. E le ultime due ve le siete ritrovate sul drappellone.
Summa massima di un individuo sempre e solo ripiegato su se stesso.
Metafora di molti artisti di oggi ,incapaci d altro che della narrazione di se’. E te ne dico un altra ho visto il video, su you tube della narrazione dell artista e della sua opra,in occasione della sua mostra a siena, bene un fulgido esempio di “arte “spiegata per una ristretta cerchia , ad uso di una ristretta cerchia. un ora di noia.Brodo allungato e sciapo.
E stante il materiale descritto altro non poteva essere.
Inutile pensare di poter fruire dell arte moderna (ammesso che sia tale) senza conoscere , un minimo di quella del passato.
Siena riscopra la sua tradizione di arte e cultura, e la divulghi al popolo, rendendola viva parte del sentire e della coscienza cittadina.
E smetta Siena di esser preda di sindrome da provincialismo, e di esorcizzarla con certi antidoti moderni gallobelgi
E ti parlo di logica e di sentire, la retorica invece l’ ho vista grondare dal video che ti ho citato.
Saluti da manunta ,ignorante misogallo,ma’schietto popolano di tuscia.
ps scusate la lunghezza , ma se mi si accusa di retorica, puntualizzo
con la logica…… e l’ core.
Scrivi cose molto belle e largamente condivisibili, caro Manunta, ma io a riguardo posso solo esporre il mio punto di vista, che è quello di un fruitore, in grado di apprezzare sia la perizia che le emozioni che possono trasmettere le arti nobili ma niente di più. Le scelte spettano ad altri, come in mille altri momenti della vita, da quando ordino un vino al ristorante a quando devo imbiancare le pareti di casa o potare le piante in giardino. Uno dei grandi problemi dei nostri giorni è che tutti pensano di poter fare da soli, senza ricorrere a chi ne capisce di più. Io che invece a malapena riesco ad occuparmi del mio minuscolo orticello, preferisco delegare a chi ne sa più di me. Per tornare alla scelta degli artisti, continuo a pensare che la scelta di affidarne uno ad un senese ed uno ad un artista internazionale sia molto intelligente. Un paio di suggerimenti mi sento di darli però, intanto potrebbero scegliere l’artista coloro che lo hanno preceduto, una variante dell’Academy dell’Oscar, poi sarebbe bello se l’artista prescelto per tempo, l’anno precedente passasse la settimana del Palio a Siena, ospitato dal Comune.
manunta: “cita” è stupendo