La domenica del villaggio: Singapore, Coli, scuola
Finalmente – è proprio il caso di dire – una saluberrima boccata d’ossigeno, all’interno della bagarre politica locale, ed in attesa del gran finale della settimana che ci porterà, dritti dritti, al 24 giugno, ergo al Ballottaggio De Mossi-Valentini (e sul quale ci butteremo, more ereticale, sin da martedì prossimo, sul fare della sera, giusto prima dell’incontro dei bloggers all’hotel degli Ulivi, previsto per le ore 21); oggi scriviamo in primo luogo dello storico incontro, a Singapore, fra Trump e Kim Jong Un, dittatore nordcoreano; presentiamo, poi, un autentico cadeau del blog: un racconto dell’ottimo Vincenzo Coli, che inaugura l’aumento dell’offerta culturale del blog, con 41 pagine davvero tutte da scoprire; infine, ecco la nostra consueta rubrica scolastica (siamo anche sotto esami, per Zeus): tutta dedicata ad Alessandro Manzoni (numquam satis).
Buona lettura a tutti, dunque!
TRUMP-KIM: AI PUNTI, VINCE IL DITTATORE
Come era piuttosto prevedibile, il tanto atteso e mediaticamente enfatizzato incontro di Singapore (contesto che meriterebbe un approfondimento a parte, se solo ce ne fosse il tempo e lo spazio) fra il Commander in chief degli Usa e il dittatore (comunista, o giù di lì) nordcoreano Kim Jong Un, si è concluso con un netto successo ai punti del secondo; il 12 giugno, infatti, Kim non solo ha ottenuto di parlare face to face, ed alla pari, con il Presidente della prima potenza mondiale (cosa non riuscita né al nonno, né al padre), ma ha dovuto concedere all’ex nemico solo una denuclearizzazione di fatto sine die, nonché senza i controlli a sorpresa tanto paventati dal regime nordcoreano.
En passant, Trump – inebriato e tronfio come sempre, allorquando si atteggia da statista – ha buttato là una cosa che avrebbe del clamoroso (ma il condizionale è più che d’obbligo): il ritiro dei circa trentamila soldati Usa dall’Estremo Oriente (lasciando sgomenti Giappone ed ancora di più Corea del Sud, nonché facendo un favore alla Corea del Nord ed ancora di più alla Cina). Troppa grazia, President Trump, chioserebbe Xi Jinping!
In ogni caso, il Commander in chief è uscito tutto soddisfatto, nel suo egocentrismo, per avere fatto un qualcosa che non era riuscito né ad Obama, né ai Bush, né a Clinton; ma soprattutto: è una delle poche volte in cui un potente, per cercare di deviare l’attenzione dai grossi problemi interni (Russiagate in primo luogo), invece che inventarsi un diversivo creando ad arte una guerra, crea artatamente una pace. Da un certo punto di vista, un piccolo capolavoro…
UN RACCONTO DI VINCENZO COLI
Aumenta l’offerta cultural-letteraria del blog ereticale; da qualche giorno, infatti (lo lanciamo solo oggi, visto l’agone elettorale imperante), a destra della schermata, con un paio di clic, potete trovare un graffiante racconto (41 pagine) del sempre brillante Vincenzo Coli; racconto che Luca Betti pubblicò nel 2003, ma che – immaginiamo – la stragrande maggioranza dei lettori non conosce.
Dal libro “Secreti, sette racconti facili sui misteri dell’organismo” (titolo già ammiccante in se stesso), il blog vi dà la possibilità di leggere il racconto “Romanamente vostra”, ambientato nell’Italia fascistissima del giugno del 1940, al momento dello sciagurato ingresso nella Seconda guerra mondiale (che ancora mondiale non era affatto, peraltro); un Mussolini – quello della penna di Vincenzino Coli – che ricorda, almeno a tratti, quello del gaddiano “Eros e Priapo”(pubblicato nel 1967, ma scritto durante gli anni quaranta), con potenziale attualizzazione weinsteiniana.
Come ci suggerisce Coli, tra Grande Storia, ed italico costume, tra commedia e tragedia, “c’è perfino il rischio che vi divertiate”.
L’arguzia dello spirito – in perigliosi tempi come questi – non ha davvero prezzo: ed in questo caso, essendo il tutto gratuito, il prezzo non ce l’ha davvero.
L’ANGOLO DEL PROF: MANZONI, GLI INNI SACRI ED I PROMESSI SPOSI
Arrivati alla fine dell’anno scolastico, siamo arrivati anche al termine della ennesima rilettura personale del capolavoro manzoniano; ebbene, ed ancora una volta, non si può non dirlo: “I Promessi sposi” sono un’opera di imbarazzante attualità; certo, alcuni personaggi sono datati, antropologicamente anacronistici (Lucia, in primissimo luogo; in compenso altri – come il Conte zio o Don Ferrante e non solo loro, si potrebbero inserire in qualunque romanzo che discettasse di Potere ed intellettualità nell’Italietta odierna, 4 secoli dopo quella dell’ambientazione manzoniana); ma soprattutto, l’attualità è cogente in tantissimi passaggi cruciali: la politica demagogica e – si direbbe oggi – populista di chi amministra Milano, e prepara, con la propria mala gestio politica, il contesto che porta all’assalto ai forni; oppure, si pensi alla peste bubbonica: quanti don Ferrante ci sono oggi – sui social, magari autentici influencer sommersi da like d’ordinanza – pronti ad attribuire certi fenomeni alla confluenza fra Giove e Saturno, invece di basarsi su ciò che ci può dire la scienza?
Con un’aggravante, davvero non da poco: che allora, la scienza medica era ferma alle sanguisughe ed ai salassi, tutt’al più ai lazzeretti; mentre oggi solo la demenza popolare – all’uopo amplificata – può giustificare certe prese di posizione antirazionali di cui tante volte abbiamo parlato.
Ma nel titolo, abbiamo citato anche i manzoniani “Inni sacri”; l’abbiamo fatto per un semplice motivo: finalmente abbiamo trovato una auctoritas assoluta – che vale più di un valente italianista, con tutto il rispetto – che li critichi – gli “Inni sacri” – con decisione e vigore (e noi – filomanzoniani non a prescindere – ne siamo davvero lietissimi).
Salvatore Silvano Nigro – sul domenicale del Sole 24 ore del 10 giugno scorso, pag. 3 – ci ricorda che a giudicare gli “Inni sacri” certamente ineccepibili dal punto di vista prettamente formale, ma NOIOSI, fu un certo Stendhal, peraltro grande ammiratore del Manzoni (in particolare del “5 maggio”). Sia lode a Stendhal, dunque: che offre a tutti i colleghi uno straordinario appiglio per saltare, nella loro programmazione annuale, la succitata opera…
Premetto che sono un fan di Ciccio Kim, l’ultimo dittatore comunista al mondo, che ormai, almeno in ossequio alla biodiversità, andrebbe preservato come un panda.
Se però, come si è letto, il nostro non aveva più neppure i soldi per la trasferta a Singapore (ed infatti è stato il governo di Singapore stesso a pagargli il summit) il tuo ragionamento non va.
Se così fosse, infatti, Trump attraverso l’inasprimento delle sanzioni (anche lato Cina) lo avrebbe veramente piegato, ottenendo un risultato storico, paragonabile in piccolo a quello di Reagan con l’allora U.R.S.S.
Nei prossimi mesi ci renderemo conto.
Senza soldi non solo niente razzi (Razzi invece sarà ancor più benvenuto), ma via libera alle truppe da sbarco U.S.A.: Mc Donald, Coca Cola, Apple etc….
Forse così alla fine al puzzone dovranno pure dare il Nobel per la pace, ma non come quello preventivo sulla fiducia dello splendido Obbbama, che poi in realtà, tra primavere arabe, Afghanistan, Iraq, Siria e Yemen alla fine ha fatto anche più morti di Giorgino Bush Jr, senza cavare nemmeno un ragno dal buco …. neanche un Kim dalla sua Nord Korea.
Giunti al termine delle lezioni, lasciati gli alunni, traccio una linea di bilancio dell’andata, mettendo in discussione il mio operato e quello dell’istituzione ove presto “opera”.
Come ogni anno ho il timore di aver troppo insegnato, e troppo poco educato: il rispetto dei programmi, il libro da terminare, le colleghe che tampinano sui tempi, messe sotto pressione da ansiosi genitori preoccupati che il cadetto non abbia “fatto” la tabellina del 4 come i compagni della classe accanto, o che loro sono già ai Sumeri, e noi ancora ai Babilonesi…
Oltre alle conoscenze, alle informazioni, ai dati ci sono a noi avviso la passione, la curiosità, il mettere in relazione due eventi: non solo la capacità di risolvere un problema, ma la possibilità di prevedere e scegliere la situazione migliore tra un ventaglio di offerte.
Sviluppare il senso critico, l’analisi del contesto, la proiezione temporale, per imparare a scegliere e non lasciar scegliere gli altri x noi; saper osservare, riflettere e valutare intellettualmente e saper anche cambiare idea, invertire la strada intrapresa se, grazie all’analisi sommativa, si avesse la percezione non essere quella giusta.
Forse avremmo avuto e avremo cittadini migliori, critici si ma propositivi, liberi dal conformismo liberista e consumistico. Cittadini che cavalcano le emozioni e da queste non si lasciano travolgere, che analizzano i contenuti non fermandosi alla forma.
Ecco, gentile eretico, giunti nel mezzo del cammino di nostra vita( speriamo!) Non ti pare che , visti i risultati del prodotto dei 30,40 e 50enni la “squola” abbia fallito nella battaglia contro appiattimento culturale, i conformismo, è l’elevazione culturale?
Buona estate
Caro Giacobbe,
mi trovi talmente d’accordo, con te e con la tua domanda finale, che – come già scritto qualche tempo or sono – sto quasi finendo di scrivere un romanzo su questa triste, odierna SQUOLA; cercando di essere – si parva licet – come il migliore Leonardo Sciascia: di essere cioè, mentre uno scrive un romanzo, anche un po’ saggista. Sono leggermente di parte, ma il risultato quasi finale mi garba assai…
L’eretico
Caro Professore
Sono rientrato ieri da Basilea, ed oggi sto telefonando per rimettere insieme l’equipe, per lo studio di una nuova via.. Ti premetto che all’incrocio della via maestra volterrana e la via francigena abbiamo un’altra congiunzione. Una via che dalla Sardegna, Populonia andava a Fiesole Spina Venezia. Ti farò sapere….
Vorrei precisare una cosina riguardo a il Truppa. A vinto a piene mani. Non mi dire che a Sienina non si arriva a capire che si è aperto la strada verso l’Eurasia. In Corea del sud il Truppa ha la propaggine dell’alta tecnologia Californiana, si passa dalla Corea del nord e si va a Vladivostok. Inizio della Transiberiana.E la transiberiana passa tutta l’Eurasia. E Senza sparare un colpo. Che affarista il Truppa. D’ altra parte con i diritti umani non si sfamano i popoli…. A sienina a forza di parlare di diritti la fine è segnata
Off topic (ma on siena)
Caro eretico, ho appena letto il bollettino di guerra quotidiano del tuo superavvocato (te lo concedo). Avendo molto bazzicato negli ultimi giorni i vari blog senesi, tutti schierati per il cambiamento senza troppi distinguo, una domanda mi sorge spontanea: qualcuno di voi è il ghost writer dell’avvocato? E se così fosse chi tra eretici, santi o bastardi condivide in maniera così simbiotica i pensieri col De Mossi? Magari è un “all togheter with love”?
Caro A.B.,
non ti resta che venire domani sera all’hotel degli Ulivi alle ore 21, e vedrai che capirai molte cose della special partnership che c’è fra i bloggers (ognuno diverso dall’altro) ed il Superavvocato: a domani sera, dunque!
L’eretico
Forza e coraggio allora.
Buon lavoro!