La domenica del villaggio:”Dunkirk”, Fiuggi, la scuola
Eccoci, dopo avere saltato giusto un giro, al consueto appuntamento domenicale con la rubrica culturale del blog: quanto alla tragedia di Livorno, per ora fermiamoci alla sincera solidarietà, in attesa di scriverne; quest’oggi scriviamo di una visita in quel di Fiuggi: per constatare de visu la prevedibile decadenza di un luogo che più anni Settanta-Ottanta non si può; dipoi, la recensione del kolossal bellico “Dunkirk” di C. Nolan, uscito la settimana scorsa; last but not least, la scuola: l’anno non è ancora iniziato, ma le esternazioni (esondazioni?) della Ministro Fedeli lasciano trasparire un duplice disegno: abbattere i costi (alla cieca, però), ed anche – cosa ben peggiore – eliminare quella residuale, miracolosamente sopravvissuta, componente di selettività ancora presente in questa istituzione.
Buona lettura a tutti, dunque!
FIUGGI, BEL SUOL D’AMORE
Si chiamava, fino al fatal 1911, Anticoli di campagna, con questa etimologia (da ante colles) che faceva riferimento ai colli Ernici, che la contornano; dopo il 1911, auspice anche Giovanni Giolitti che ne era un assiduo frequentatore, divenne appunto Fiuggi: ma ben pochi sanno che da questa località in mezzo alla Ciociaria, è passata la Grande Storia. Qui – e non altrove – viene firmata la dichiarazione di guerra contro la Turchia (cioè si decide per la Campagna di Libia, che – divisa in Cirenaica e Tripolitania – era illo tempore sotto gli ottomani); qui – e non altrove – Vittorio Emanuele III firmò la Neutralità italiana nella appena iniziata Grande Guerra.
Questa terra, dunque, passata nei secoli da Bonifacio VIII ad Alessandro VI e per circa tre secoli sotto i Colonna (un Colonna era quello del celebre “schiaffo” della vicina Anagni), è pregna di Storia, ma viene ovviamente associata alla celebre acqua curativa, che ha la sua sorgente nella parte bassa della cittadina.
E qui, dall’affascinante ed importantissimo passato remoto, si approda a quello prossimo, fatto di eventi molto meno eclatanti, pur tuttavia significativi: dopo l’età d’oro del Liberty e di Giolitti – di cui resta la struttura, chiusissima, del Grand Hotel, che domina sulla zona -, negli anni del boom e seguenti Fiuggi diventa una delle capitali del termalismo assistito e del turismo congressuale. Feudo elettoral-clientelare degli andreottiani (Sbardella, do you remember?), luogo della ripulitura post-fascista voluta da Gianfranco Fini, allontana da sé ogni tipo di turismo elitario, ed apre al turismo delle tre stelle: scelta certo democratica, se non fosse stata portata avanti in modo scellerato, promettendo evidentemente molto (licenze, facilitazioni varie) a moltissimi, se non a tutti.
Risultato: perso il turismo d’élite per quello di massa, finito il termalismo di Stato e ridimensionato di brutto quello congressuale, i 10mila residenti si trovano ben poco fra le mani. I tre stelle hanno subito una sorta di processo darwiniano, dopo il quale solo alcuni sono rimasti in piedi; resistono, grazie a gruppi di asiatici e russi, gli hotel legati alle compagnie internazionali, vista la vicinanza a Roma ed anche a Napoli.
E camminando per Fiuggi (soprattutto per la parte superiore, con immancabile ecomostro annesso) si respira un’aria, una brezza gradevolissima, ma di decadenza difficilmente reversibile; di fronte alla quale, non resta che bere l’acqua, che – insensibile al mal governo degli umani – resta buona, e assai salubre (a meno che non abbiate la pressione bassa, eh).
Con un’aggiunta, tipicamente locale: essendo il Liberty – Grand Hotel a parte, comunque chiuso – ormai cosa quasi invisibile e da passato remoto, Fiuggi è soprattutto un museo a cielo aperto degli anni Settanta-Ottanta; nella parte bassa – quella appunto termale – ci sono per esempio insegne che definire desuete sarebbe riduttivo, e in una vetrina di una sanitaria si trova financo tutta la gamma dei prodotti del dottor Gibaud, prodotti che pensavamo fossero estinti da anni; nella acropoli, infine, può capitare di trovare – sebbene targata Torino – una Fiat Marea, di cui si pensava non esistessero più esemplari, a sfrecciare sulle italiche strade. Basterebbe questo, per andarci, davvero…
“DUNKIRK”: TRIONFA L’ORGOGLIO BRITANNICO
Molto atteso, è finalmente arrivato anche sugli schermi italiani l’ultimo film di Christopher Nolan, incentrato sull’operazione Dynamo, quella cioè che – fra la fine di maggio e l’inizio di giugno del 1940 – permise l’evacuazione di più di trecentomila militari britannici (e non solo) dalla Francia, ormai persa, all’Inghilterra, consentendo quindi a Londra di resistere al Terzo Reich di lì a breve.
Operazione in sé brillante e quasi perfettamente riuscita, ma certo partorita da una cocente sconfitta, non certo da una vittoria: ma ben sappiamo che, in guerra, c’è un tempo per attaccare, ed uno per indietreggiare, di fronte al nemico. In questo caso, con l’aggravante naturale dello spicchio di mare che separa la Francia dall’Inghilterra, non proprio così agevole da solcare…
Ricostruzione suntuosa, ai limiti dell’iperrealismo; con una storia collettiva che prevale sull’approfondimento psicologico del singolo (a parte il pater familias sessantenne, che parte con il suo piccolo yacht alla volta di Dunkerque, con sovrano sprezzo del pericolo della vita sua e del figlio); connotata da movimenti di macchina padroneggiati al limite della perfezione registica (soprattutto nelle fasi dei combattimenti aerei fra velivoli della Raf e della Luftwaffe), il film ha il precipuo merito di avere fatto riscoprire un passaggio a dir poco fondamentale della Second world war, uno di quei momenti – nel periodo in questione, molto numerosi – in cui la sliding door della Storia poteva davvero prendere una strada o un’altra.
Polemiche – come sempre in questi casi – il film ne ha sollevate, certo: non c’è traccia della pur importante presenza di militari indiani, nella pellicola, dunque il ruolo dei Dominions è stato colpevolmente azzerato, scrive la storica di Oxford Khan, certo con piena ragione (“La Seconda guerra mondiale è stata combattuta dall’Impero britannico, non dalla sola Inghilterra”, precisa con rigore inappuntabile); il tripudio nazionalistico british del regista – inglese di nascita e di padre, americano per parte materna – è sin troppo scoperto e palese, dicono altri.
Certo è che quando si vede l’ammiraglio che, guardando in lontananza arrivare le decine di piccole navi di privati, accorse dalle coste inglesi a Dunkerque a cercare di garantire l’evacuazione dei soldati, risponde alla domanda del sottoposto che gli chiede cosa stia vedendo, con le lacrime agli occhi, che lui sta vedendo la Patria, beh chi è che in quel momento non si sente un po’ inglese?
LA PESSIMA SCUOLA, ED I DOCENTI PANDA
Abbiamo scritto tanto, oggi, e dell’argomento scuola ovviamente riparleremo; ma una riflessione di inizio anno, as usual, non possiamo non farla: venerdì – con scelta discretamente demenziale, nel senso che si poteva anticipare il tutto ad un paio di giorni prima -, riprende l’anno scolastico.
Non proveremo neanche a criticare, in questa sede, le strampalate proposte della Ministro che ci rappresenterebbe: ha solo voglia di protagonismo mediatico, non sa ciò che dice, e soprattutto è in uscita (ed ancora non si capisce come abbia fatto, con il suo Cv, ad entrare…).
La riflessione di inizio anno (un anno nel quale lo scrivente porterà a compimento il suo prossimo romanzo, che ha come protagonista proprio un professore…), è dunque questa: W i professori-panda, per Zeus!
Viva cioè quei docenti (ormai quasi estinti, purtroppo), che ancora si ostinano ad entrare a scuola ed in classe con l’ostinata, pervicace, in ultima analisi spesso perdente, idea che in questi luoghi si debba provare sic et simpliciter ad insegnare qualche straccio di contenuto (di fronte ad una platea composta in grande parte di semidementi digitali); ovviamente non limitandosi SOLO a quello, ma, certo, in modo prevalente e maggioritario a quello.
Che scoperta, dirà qualche lettore che non ha relazione di nessun genere con la italiota scuola: i professori da sempre devono fare così, no? Non sono forse pagati (pochino), per quello?
Risposta: caro lettore non scolarizzato, sappi che non è più così. Un docente oggi vive sganciato dall’etimologia della sua professione (pare che “docere” abbia attinenza con l’insegnare): oggi è soprattutto custode-guardiano dei ragazzi; psicologo, nei casi difficili e non solo; fa le veci della Polizia postale, per il cyber-bullismo dilagante; è mediatore culturale e molto altro ancora. All’insegnamento puro, è dedicata una porzione del proprio tempo scuola: per i professori-panda, almeno, superiore al 50%. Non è poco, credeteci…
Ps 1 Continua la assurda furia iconoclasta del politicamente corretto targato USA contro il non tale: dopo il Generale sudista Lee, causa degli scontri di mezz’agosto con morto al seguito; dopo il “povero” Cristoforo Colombo (che poi – come risaputo – non c’aveva neanche capito molto), ora è anche la volta di Italo Balbo, con la statua della atlantica transvolata a Chicago; possibile che non si capisca che – oltre ad altro – l’eccesso, l’abuso del politically correct genera i Trump?
Ps 2 In settimana, ci ha lasciato il poliedrico attore (televisione, teatro, cinema) Gastone Moschin, l’ultimo sopravvissuto della saga di “Amici miei”; a noi piace ricordarlo anche in tanti altri film (“Il Padrino parte II”, di Coppola; il Filippo Turati de “Il delitto Matteotti” di Florestano Vancini; il successore di Fernandel nel ruolo di don Camillo), ma soprattutto in una pellicola per chi scrive assolutamente cult: “Signore e signori” di Pietro Germi. Pare fosse una persona per bene anche fuori dal set, Gastone Moschin: cosa non scontata, in quel mondo.
Grande Moschin fu anche jan valjan nei miserabili ,di sandro bolchi in tv.
In signore e signori era il bancario rag. bisigatto ,amante di una spettacolosa Virna Lisi versione mora, cassiera di bar,i due soccombevano alle trame del perfido don schiavon .
Film capolavoro ,e attualissimo ,bancari proni ,pretume intrallazzone ,stampa asservita ,mentalita’ di provincia con smanie da gente di mondo Germi avrebbe potuto girarlo in nota cittadina toscana pseudo ghibellina.
Con poche varianti .
Sara’ per questo che il Raffa lo considera un cult?
Livorno sette morti ,il giorno prima in costa azzurra ,flash flood e danni,
era la prima grossa perturbazione dopo un estate caldissima,prevedevano il passaggio di una grossa cella temporalesca sul mar ligure ,che ha temperature fuori norma ,quindi pensare ad ulteriore intensificazione dei fenomeni gia’ visti in francia era il minimo ,in liguria avevano emanato allarme rosso ,per rischio meteo,da noi arancione ,siamo nell epoca dei radar doppler non dovrebbe essere difficile seguire l evolversi di una perturbazione ,che SI SAPEVA aver gia causato danni gravi,ma pare non in toscana .
Da noi arancio ,per il rosso ci vuole irma ,harvey o katrina.
Sua eccellenza illustrissima l esimio gov. alle ore 10.53 twittava partecipe e commosso .
Ieri sera dove era? ora indago poi vi fo’ sapere.
Se s affaccia all ardenza il bilancio potrebbe aggravarsi.
Visto che sono li con le pale in mano ,io fossi in lui eviterei visite pubblicitarie.
faranno i funghi ,l unica cosa di buono,si temeva di vederli spuntare in corea, invece tempo un par di settimane c’e’ da vederli qui da noi ,prime acquate il 1/9 sicche…
Su’ Robert lee mah!!
Stonewall Jackson e Pendetlon Mosby, ora gli tocca anche a loro. a me stavano tutti e due simpatici ,Jackson aveva anche aperto una scuola per i neri nella sua piantagione ,cosa che nel nord non credo fossero usi fare con i loro “liberi” operai e minatori.E se non gli avessero sparato i suoi ,a Gettysburg invece di Longstreet ci sarebbe stato lui ,e si poteva ora essere a ragionare diversamente.
Jackson poi appariva da fantasma al grande Tommy Lee Jones sceriffo della lousiana in “nell occhio del ciclone” di Tavernier bel film.
Per dunkerque, che poi lo potevano anche chiamare col suo nome questi inglesi ,m’ astengo ,ci vorrebbe la penna di noto esiliato per poca sportivita’lui si che narrerebbe i VERI scenari e le nascoste cose.
idem per il trasvolatore atlantico.
Ma se continuano l appelli per il di lui ritorno chissa’ che non si muova al perdono il buon raffa ,io da parte mia essendo nullatenente ,gia’ lo perdonai.
Su’ Rossi indico un concorso a premi ,dove era sabato sera?
il premio lo mette Raffa libro con dedica autografa ,indovinate il titolo?
Via Raffa ,io mi permetto ,tanto copie omaggio a casa n avrai ancora.
O casomai mi scuso prima ,un t avessi a buttare via anche te soldi co’ l avvocati ,che poi ora i tuo solito c ha altre cose assai ben piu importanti
pe’ i capo.
https://mobile.twitter.com/hashtag/Pescara?src=hashtag_click
vai ho vinto io ,sua eccellenza era a pescara con fratoianni alla festa di si ,menu? difficile saperlo ,sarciccioli? o un piu probabile brodetto alla
marchigiana? temo mai lo sapremo, io mi fermo qui.
O ma ho dovuto rufolare su twitter ,perche il sito toscana oggi
della regione ,riportava vita e miracoli sulle attivita’ di sua ecc. Rossi ma nulla su dove fosse il nostro amato ed eccellentissimo Rossi
la sera del 9/9/2017 ,ma manunta indaga ,manunta e’ al vostro servizio.
anche se c”e’ chi lo vole ai ferri.
ha twittato alla 10.53 prima non so’ cena pesante? verdicchio di jesi?
sono ovviamente solo ipotesi
In compenso alle 14.00 era gia’ a Livorno ,dove Nogarin ha chiappato un chetati e non fa’ polemiche dall assessora alla protezione civile ,che dice lei, il codice arancione era appropriato. Nogarin voleva fa’ polemica pretestuosa, ma che gente , s attaccherebbero a gnicosa,
la quale assessora si legge sul sito ieri era con quelli del soccorso alpino
elisoccorso a montale di prato.il pomeriggio ,la sera boh? ma ora non chiedetemi troppo.
Gia che siamo in tema d alluvioni ,e fiumi trabocchevoli ,pare si dice ,che a Chiusdino ,sia in progetto una mirabilia ingegnieristica,per congiungere finalmente le due sponde mersine all altezza di s galgano ,costo si dice un centino,di mila.
Basta traballanti passerelle in legno ,struttura in ferro , opus magna,
Dice :ma il 24/8/2015 c’ era qualcuno a misurare la piena storica della merse in tal luogo?
risposta: ma quella fu’ eccezionale disse l arpat evento ogni duecento anni
dice :si ma il 4/11/2016 ne rifece una uguale , tale la registro’ l idrometro di ponte orgia
risposta : appunto l idrometro non era al ponte del pian di feccia e quella piena era tutta acqua del feccia della gonna e del ricausa, sicche stai zittino e non molestare.200 anni, punto.
Bene grazie.
All isolotto invece so’ a rifare la passerella delle cascine ,lavoro che finalmente mettera’ in sicurezza idraulica la citta’ , Nardella lo sa’ lui , voi piccini un sindaco cosi ve lo sognate (che poi sarebbero incubi )
Rispondo volentieri al PS.2: la furia iconoclasta del “politicamente corretto” diventa facilmente spiegabile se si conosce bene la storia degli USA nel XX secolo.
Iniziamo con i monumenti innanzi tutto; le statue che si vogliono demolire a Charlottsville e in altre città del sud non sono vestigia di epoche passate, di alto valore storico e culturale e degne di conservazione.
Furono erette negli anni ’20 ( epoca d’oro del KuKluxKlan e delle leggi Jim Crow, che stabilirono la segregazione razziale) e negli anni ’60 ( epoca delle leggi sui diritti civili che nel Sud venivano osteggiate in maniera spesso violenta), ed erano essenzialmente un modo di dire “Qui comandiamo noi!” da parte dei bianchi razzisti. Ovvio che in un’epoca in cui certe ideologie sono malviste e minoritarie certi simboli diventino un bersaglio per tutti quelli che vogliono una società civile, aperta ed egualitaria, ed è anche inevitabile che si arrivino a degli eccessi( benchè il Sig. Cristoforo Colombo non è certo un personaggio da glorificare, anzi…).
E chiudiamo con il “politicamente corretto”: in Italia il suo significato vero è sconosciuto, al massimo si definiscono così certe formulette come “operatore ecologico” o “pittore edile” al posto di spazzino o imbianchino, ma in realtà è molto di più; sostanzialmente il policamente corretto è il principio secondo il quale un bianco ed un negro, un ebreo ed un musulmano, un italiano ed un irlandese hanno gli stessi diritti, devono avere la stessa dignità,devono avere accesso alle stesse opportunità.
Per questo motivo negli USA essere contro il “politicamente corretto” ha un significato forte, vuol dire essere a favore della segregazione, a favore del razzismo e contro ogni minoranza.
Questa la ragione dietro gli scontri, non si tratta di capricci ma di due visioni diverse su cosa devono essere gli USA del futuro, una posta che alle nostre latitudini non si è capita. E sono convinto che il “politicamente corretto” vincerà, ormai il suo percorso è irreversibile.
Caro Marco, come sempre prima di criticare, bisognerebbe leggere con attenzione (maggiore), e magari inspirare bene, ed a lungo…
Io ho parlato (scritto) di ECCESSI del politically correct: il contesto che delinei è corretto (ed infatti non mi contraddice), e ti aggiungo che alcuni dei monumenti ai sudisti sono posti in Stati che neanche esistevano, nel 1861-1865; il fatto è che ogni monumento è, etimologicamente, un ammonimento (Le Goff), dunque avendo una forte valenza storico-politica, bisogna andarci piano, per non fare un favore ai razzisti nostalgici del Klan (si poteva sperare che l’elezione di Trump servisse a qualcosa, in tal senso?).
Invece di demolire, si può fare altro: per esempio contestualizzare con opportune didascalie il tutto, per gli assennati. E se un fanatico razzista vuole andare ad eccitarsi davanti all’immagine del Generale Lee, mandiamocelo pure: almeno non farà la vittima dicendo che gli si nega questo diritto, almeno…
Ps Manunta in grande forma, diciamolo!
L’eretico
Caro Eretico,
Senza volere fare polemica nel mio intervento ho risposto dicendo che in una società così polarizzata come è quella americana di questi anni certe “esagerazioni” sono inevitabili, del resto ne sappiamo qualcosa anche noi in Italia dell’uso politico della storia e della toponomastica( come dimenticare ad esempio che Piazza del Campo prima del ’46 si chiamava Piazza Vittorio Emanuele?).
Però se accetti un appunto trovo fastidioso preoccuparsi solo della “furia iconoclasta” del “politicamente corretto”, mi pare un atteggiamento improntato al doppiopesismo. Mentre i suprematisti e i neonazisti possono fare e dire quello che vogliono ( financo “eccitarsi con l’immagine del Generale Lee” sennò fanno le vittime…) e hanno addirittura trovato una sponda politica in Donald Trump cosa dovrebbe fare, come dovrebbe agire chi la pensa in modo diverso?
Un saluto
Marco
Caro Marco,
financo un commentatore che simpatizza per il p.c. come Furio Colombo, sul Fatto, ha definito assurde le prese di posizione contro Colombo; cosa fare, chiedi, a me ed ai lettori: difficilissimo da dire. Montalianamente, so solo cosa NON fare, ed il caso Trump dovrebbe insegnarlo: eccedere nel politically correct. Se un gonzo, gonfio di birra, con il suo cappellino da baseball va in sollucchero davanti ad una statua di Lee, lasciamoglielo fare: purché si fermi lì, e non commetta reati.
Sulla solita tenzone Siena-Firenze: par condicio rispettata, ora si chiude, grazie.
L’eretico
Burroni ,m hanno detto che la boldrini e Rossi dopo codesto post t hanno chiesto l’amicizia su’ facebook ,e’ vero?
Charlottesville gazzarra ,organizzata,tra neodementi kkk ,e neoprezzolati da soros, lo schieramento proposto ,ovvero o multi globalizzati politically correct ,che pero’ tiravano sacchettate di piscio e escrementi ,(strano modo di essere politically correct,)oppure neonazi cattivi brutti e razzisti,e’ roba ,che ora si vende benino anche da noi.
Se seguiti a postare queste robe ,l amicizia te la chiedera’ anche soros ,e forse pure marione il gaucho.
Dunkirk:
a parte la dietrologia ed il complottismo che attribuiscono ad Hitler in persona aver fermato Guderian e compagni, consentendo agli inglesi, con i quali voleva effettivamente trovare un accordo di pace (V. il volo di Rudolf Hess..), di fuggire, questa pagina di storia ci insegna veramente qualcosa di importante.
Non serve a nulla resistere e morire fanaticamente sul posto, ma molto più eroicamente occorre invece sopravvivere per combattere ancora domani, quando ce ne sarà ancora bisogno.
Dunkirk o Dunkerque, infatti, alla fine non è altro che il preludio del D-Day.
Questo principio, peraltro, fu magistralmente adottato dai tedeschi stessi sul fronte orientale, laddove Von preservando, Manstein su tutti, le forze attraverso una “difesa elastica” da manuale, fu di molto allungata la resistenza contro la pur inarrestabile Armata Rossa.
Naturalmente quando la politica imponeva scelte diverse, tipo Stalingrado, l’esito fu disastroso …
Insomma, astraendoci dal contesto, evitiamo di fare soltanto testimonianza, conserviamo integre le forze e magari proviamo a cogliere una nuova occasione favorevole quando sarà il momento …
Ecco che per esempio adesso a Siena sarebbe il momento per fare tesoro di questo insegnamento universale.
Chi ha orecchi intenda.
Errata corrige: laddove preservando, Von Manstein su tutti, ….
Intervengo sulla scuola. Con la riforma, la cosiddetta Buona Scuola, i docenti neo immessi devono presentare la propria autocandidatura ai dirigenti, previo possesso dei requisiti che ogni istituto scolastico richiede e pubblica sul proprio sito, per firmare con detto istituto un contratto triennale. Provare, per curiosità, a vedere quali sono le competenze e i titoli che vanno per la maggiore nella stragrande maggioranza delle scuole, quelle caratteristiche che un istituto ritiene più idonee alla professione di insegnante. Ho semplificato il discorso, altrimenti troppo pieno di tecnicismi, e ho parlato riferendomi alle scuole secondarie di I e II grado. Però, navigate davvero tra i siti delle scuole, e scoprirete: dottorati, master, doppia laurea, tripla specializzazione, pubblicazioni scientifiche e su riviste specializzate, valgono ancora? Si intuirà che no, non li cerca più nessuno!…
Caro Raffaele
la forza del film (o almeno la forza di quell’orgoglio) è tutta racchiusa nella reazione del padre di fronte all’omicidio colposo avvenuto a bordo della sua barca.
La spinta è quella di un sopravvissuto, che ha già visto il peggio, che non può esprimere l’indicibile della guerra.
O affogava o bruciava nel carburante in fiamme.
E’ in superfice,ce l’ha fatta…
Ora lo stanno riportando indietro…
Quell’incidente avviene oltre qualsiasi intenzione : è frutto del panico.
Penso alla reazione di quel padre -nel film assurda da quanto è asciutta-(in sostanza ora sono tutti figli suoi) e non trovo le parole.
Si certo, la notizia in fondo.
Ma non c’è alcun melodramma (e questo credo faccia la differenza con lo spirito italico).
Caro poetico Poli lo spirito italico ,e’ anche quello di Germi ,Risi,,Zampa,Petri, della commedia all’ italiana, leggera,a volte grottesca ma ficcante ,figlia della commedia dell arte,e non solo quello del melodramma.
Certo e per fortuna non quello della retorica ,rule britannia.
viva l itaglia per bacco ,e l itagliani .
Stile espositivo il tuo che mi ricorda il pomposo ugurgeri.
viva i villani ,sercambi ,compagni, itagliani non senesoti ,a caccia di finezze espositive,pretenziose, melense ,inesatte ,e retoriche alquanto
Stile itagliano.non est stile senesota.
Dopo tua lettura est necessario ,sospensorio ,gonadi. stop.
Di Poli voialtri avevate Paolo…quello scommetto lo conoscevi bene eh?!
Poli paolo non annoiava ,leggero ironico,grande persona.
commento sintomatico della becera pettonite senesota.
maschia in pubblico ,meno nei macchioni delle piazzole superstrada si/fi zona poggibonsi
commento anonimo di qualcuno a cui piace avere
l’ ano a/nimato come da copione.
Abbiamo un tuttologo che è esperto anche di piazzole,ovviamente c’avrà fatto il viottolo altrimenti come avrebbe fatto ad “illuminarci”?!?
Per forza,vista la provenienza ed i “gusti sopraffini” dei cittadini di Fiorenza,che dovevamo aspettarci?
Teniamocelo caro eh,mi raccomando!
In fatto di CULInaria poi…ci manca si metta uno zinalino e a sdottrinà di ricette,poi siamo davvero tutti.
Caro Manunta
vorrei che tu avessi ragione.
Vorrei che le tue luminose minoranze -di mio gradimento- fossero alquanto rappresentative.
Le vorrei maggioritarie soprattutto nell’intendere il sottinteso.
Per esempio quando si nasconde il dolore nella dignità di un silenzio (è il caso specifico del film).
Ma chi rimane in silenzio (fuori dalla spettacolarizzazione melodrammatica) nell’ Italia di oggi ?
Anche quando (e soprattutto) non ha niente da dire ?
Mi vengono in mente alcuni casi ma cito la famiglia di Enzo Baldoni per farmi capire (nemmeno il corpo hanno riavuto).
Io vedo che il melodramma italico sta avendo il sopravvento.
Il melodramma inteso come sentimento che giustifica tutto , a partire dall’ignoranza per finire alle forme d’espressione prive d’ironia e autoironia.
Il melodramma inteso come autoassoluzione preventiva, per ogni cazzata effettiva o potenziale (nemmeno la confessione cattolica è più necessaria…).
Tipo : ho una fede politica e questa mi basta per lavare tutte le stronzate che sono state fatte nel passato.
Tipo : rivendico i diritti che io per primo sopprimerei (se tutelassero gli altri).
Tipo : miseria della logica (strumentalizzare tutto) ; logica della miseria (cosa non si farebbe per aumentare i consensi).
Per quanto ti riguarda : pensavo di avertele annichilite le gonadi (ma le tue sono speciali, si rigenerano…).
Penso, e credo di non sbagliarmi, che questa tua ultima sofferenza esplicitata (cosa mi tocca leggere per perdere tempo a scrivere) non sia altro che la tua specifica forma di melodramma.
Dovresti invece rivendicare il piacere di stroncarmi.
Accompagnare la freccia(ta) con la necessità di farlo (come se fosse un imperativo).
Sto facendo la pulizia dell’orpello !
La stroncatura ti si addice (le tue palle girano…non sono cadenti…).
Riguardo ai disastri idrogeologici di questi giorni vorrei dire nella mia ignoranza, forse sono troppo semplicista, qualcosa al riguardo. Dato che abbiamo avuto un’estate torrida e quindi in tutta l’Italia molti fossi erano asciutti non sarebbe stata una bella iniziativa dare una bella ripulita sia del loro fondo ed una rinforzata agli argini; anche in città ci sarebbe voluto un bel controllo dei tombini spesso intasati da terra e detriti vari. Questo ha valenza ovunque non solo dove si sono verificate le alluvioni. Avere pulito e rinforzato gli argini avrebbe in parte evitato i danni subiti. Anche a Siena ci vorrebbe una cosa simile, meno male che siamo in collina, ma fate un giro delle periferie e vedrete quanti tombini ed argini dei fossi sono pieni di detriti. Tornando alla situazione generale, la mano d’opera non sarebbe mancata, avremmo potuto incaricare quei migranti che gironzolano per la strada, stazioni e altri luoghi. Anche molti nostri giovani potevano essere coinvolti, ovviamente tutti, giovani e migranti, pagati giustamente. Specialmente per i migranti sarebbe stata una cosa anche molto gradita, si sarebbero anche sentiti utili e remunerati del loro lavoro ed anche più graditi. Le risorse? Questo è il solito problema perché mi sembra che i nostri amministratori (Comuni, Provincie, Regioni, Stato) preferiscano utilizzarle per altre cose, tipo brindisini e simili. Sarò semplicistico è vero, ma ho voluto dare il mio parere.
Una volta si chiamava emigrato ed era quello che partiva e si stabiliva all’estero per lavorare oppure immigrato ed era quello che arrivava e lavorava adesso per indicarlo si usa non a caso un participio presente, il migrante, colui che parte non verso una meta precisa ma alla continua ricerca di essa.
E tu Vedo nero vorresti dargli un piccone in mano?
Quando parlano dei migranti parlano di noi, non lo hai ancora capito vero?
Tra non molto andremo noi a pulire i fossi con pala piccone roncola e roncone per 2 euro all’ora.
errata corrige ‘sarebbe stata una bella iniziativa’. Ignorare il ‘non’
Caro professore
Vi sono molte storie da riscrivere sui fatti accaduti nella seconda guerra mondiale.
E molti verranno fuori lasciando molti a bocca storta.
Di certo il mondo anglosassone non ha più niente da dire, anzi cio che dice e in funzione antieuropea. E questo mondo oramai alla fine farà di tutto per entrare nelle fratture Europee, con films, giornali e quanto altro. Quindi vale detto Del mio amico Francese. Cio che è buono per gli Anglosassani non è buono per l’Europa, meno che mai per l’Italia.
Caro professore la cultura anglosassone va ridimensionata. Oramai sono extracomunitari e come tali vanno trattati.
Su Moschin, autentico mito della mia giovinezza grazie all’Arch. Melandri, sono però costretto ad aggiungere un particolare: era un Massone al 33° grado del Rito Scozzese.
Così, giusto per puntualizzare
Per rimettere in sesto il nostro sistema scolastico (e non solo) ci vorrebbe un altro ’68, con ben altri obiettivi, però. Ci vorrebbero donne e uomini disposti a dare una spallata ad un sistema che vuole le generazioni future ignoranti come capre: si sa, un popolo più è ignorante e meglio lo si governa…non aggiungo altro. Un saluto da uno dei panda ancora in circolazione.
carissimo Poli ,scrivevi ,e ti ho risposto ,a proposito di stili rappresentativi ,ti lamenti della tendenza al melodramma usando ,tu stesso,un tono melodrammatico ,mixato con rara lentezza, sei al transfert alla moviola?
sugli ,orpelli ,stavolta mi sembri pure peggiorato.
l’uso inflazionato dei puntini di sospensione ,scusa ma richiama ulteriormente all uso del sospensorio ,per leggerti.
Il tuo inconscio mette forse in guardia chi ti legge?
Per l’inconscio serve almeno un atto inconfutabile.
Una decisione.
Qualcosa oltre la parola.
Tu mi commenti , io no.
Poli , questo e’, lo spazio commenti, sull’ articolo ,e sui commenti all’ articolo,non te ne eri accorto?