Vacanze senesi: Chiusure (Asciano)
Cosa sarebbe Chiusure, senza la vicinissima abbazia di Monte Oliveto, si potrebbe chiedere qualcuno? Che la vicinanza estrema agli olivetani le giovi, nessun dubbio; ma osiamo dire che Chiusure, minuscola frazione di Asciano (ma più vicina a San Giovanni d’Asso), abbarbicata in mezzo ai calanchi, ha molti elementi per vivere di luce propria. Soprattutto se uno ama il piccolo, si intende.
Siamo a 401 metri sul livello del mare, e di fronte si ha proprio quello che, circa un milione di anni or sono, mare era davvero: il “mareggiare morto” immortalato poeticamente da Mario Luzi. Da ogni parte del paesino, c’è una vista che non può lasciare indifferenti; fotografi, pittori, disegnatori, semplici amanti del bello, poeti appunto: chi può dirsi esente dall’ammirare questa bellezza, è un “bruto” nell’accezione dantesca (XXVI dell’Inferno).
In particolar modo, l’acropoli di Chiusure, la Rocca Tolomei, permette di spaziare al massimo grado, undique; nel punto più alto di Chiusure, c’è un ospizio, che il politically correct impone ai giorni d’oggi di chiamare Casa di riposo. Nei giardinetti adiacenti – il punto più alto del luogo – due piccoli ma significativi monumenti: una delle tante grotte rievocanti Lourdes, fatta costruire nel centenario delle apparizioni (1958), in piena campagna, patrocinata da Pio XII, per la riconquista del terreno minacciato dal boom industriale e dall’imminente secolarizzazione e scristianizzazione; a pochissimi metri, l’ancora più consueto monumento in onore ai caduti della Grande Guerra 1915-1918: solo fra i locali (si pensa compresi i poderi circostanti, altrimenti il numero risulterebbe eccessivo), 24 morti.
Lourdes e la Grande Guerra, dunque: la Grande Storia – sembra impossibile – è venuta a bussare perfino nella minuscola frazione del Comune di Asciano, nel basso Medioevo confine della Repubblica di Siena (non a caso, la chiesa principale è intitolata a San Michele).
Un’anziana signora, vestita con il tipico vestito delle donne sarde (originaria dell’oristanese, infatti), dice che gli abitanti oggi sono sull’ottantina (nel 2001 risultavano 110). D’estate, ovviamente c’è un po’ più di movimento.
Il piccolo ufficio postale – che era aperto il lunedì ed il venerdì di ogni settimana – da un paio di mesi ha chiuso i battenti, costringendo i residenti ad andare ad Asciano o a San Giovanni d’Asso. Ufficialmente, per problemi di staticità dell’edificio, ma un ristoratore pensa piuttosto ad un disimpegno volontario.
I ristoratori, già: nel minuscolo paese, ci sono ben tre ristoranti, più un bar. Il turismo – del Senese e del foresto – è davvero l’unica risorsa, oltre (insieme) a questo “miracoloso” carciofo autoctono, in primavera ufficialmente solennizzato come la specialità locale.
Monte Oliveto ha il Sodoma ed il Della Robbia, Chiusure ha il carciofo e la rocca Tolomei.
Due piccole isole, bellissime, in mezzo ad un pristino mare…
A Chiusure stavano i miei nonni e ci ho passato diverse settimane in estate, da piccolo, quando il paese non era abitato solo da anziani e c’erano ancora bambini con cui giocare.
Ogni tanto ci ritorno ed è bello riscoprire i tanti angoli più o meno nascosti del paese.
Grazie, o Eretico, di aver dedicato un post a questo piccolo gioiello delle Crete.
Che bello, mi hai fatto tornare in mente i nonni che appunto erano di Chiusure, mi ricordo la banda che andava ad omaggiare i caduti al monumento mi ricordo anche che una volta nella marcia del piave, la banda si fermò e io piccolo discolo rimasi solo a fare ZUN ZUN ,…..si respirava un’altra aria parlo del 1952-53 la sera la nonna tornava dal podere da circa 2 km si era fatta una corona con il grembiule e mettendola in capo sosteneva l’erba per i conigli sino a casa, ERAVAMO COMUNQUE MOLTO PIU’ CONTENTI DI ORA. CIAO
Non sono mai stata a Chiusure, ma ora mi avete fatto venire la voglia di andarci. Comunque anch’io sono nata e cresciuta in campagna e tutto mi ricorda la mia felice infanzia (anni 60). Anche se c’era molto meno era tutto molto più bello e i ricordi che ho sono meravigliosi. Ho paura che purtroppo non possa essere così per le generazioni di oggi.
Il bello di questi pezzi del blog è che realmente ti fanno venire voglia di andare a visitare questi posti. Perché l’eretico non organizza un percorso attraverso i luoghi descritti?
l’articolo, devo dire come tanti altri, è bello ed interessante,fa riscoprire i nostri posti più nascost.
Io ci sono stato a gustare i famosi carciofi ma l’articolo mi ha tirato fuori un ricordo dolce del mio babbo che andava (qualche volta lo accompagnavo) a quella residenza per anziani dove soggiornava un suo amico del quale era il tutore per fargli visita e per portargli saponette e calzini che consumava in modo impressionante. Ecco
l’articolo ereticale mi ha portato una piccola commozione. grazie
Andrea
Chiusurino nato, ho vissuto per ben 31 anni nel Paese di Chiusure , e come molti per motivi di lavoro mi sono dovuto allontanare,ma conto i giorni per arrivare al venerdi quando finalmente posso tornare alle mie origini,tra la mia gente ,tra le facce che ho sempre visto da quando ero bambino,etra l’affetto che solo un paesino può darti, sono orgoglioso e fiero di essere Chiusurino e non perdo occasione per ribadirlo.
Per chi tutti quelli che non ci sono mai stati,vi consiglio vivamente di farci un salto,magari per la festa che viene fatta il 25 aprile,la sagra del carciofo e cosi potete godere sia del panorama sia dei sapori che un piccolo paesino di 80 persone può offrirvi.
Forse s’è giocato insieme durante i miei soggiorni estivi a casa dei miei nonni…
Ciao buongiorno,no insieme non abbiamo giocato perchè se non ho intuito male dovresti avere qualche anno in più di me,ma sicuramente ci conosciamo ,negli anni 90 vestivi una carica a livello pubblico a Siena??? ecco io lavoro presso quell’ente e di Chiusure ci sono solo io perora, perciò se sei quello che penso, salutami anche tuo fratello.
Cristiano da Chiusure
Ciao a tutti,
leggo con piacere ricordi di persone che hanno vissuto situazioni che oggi possiamo solo sognare, piccole realtà fatte di cose vere, la campagna senese ammirata in tutto il mondo, le colline coi i suoi cipressi, altro che patrimonio dell’unesco, basta poco per tornare a quella semplicità e a quella vita reale dei nostri cari nonni…
oggi è tutto veloce e confuso, da aprte mia cerco sempre di tornare e adi avere un contatto con la natura, per sentirmi vivo e vero, in modo semplice e naturale…
Farebbe veramente bene a tutti e ci riporterebbe coi piedi saldi sull’amata terra nostra!
I ritiri spirituali e “carnali” col gruppo parrocchiale e un campo scuola coi bambini della Contrada…. Giù nella stalla del fabbricato accanto all’ospizio Paolo Rigacci che ci insegnava a costruire un tamburo … “Oh che giorni felici oh che bei momenti…”
un saluto a frate Asheur di monte Oliveto