ERETICO DI SIENA

Oggi dovevamo recuperare l’appuntamento culturale domenicale, ma la cronaca giudiziaria incombe, dunque l’appuntamento con “La domenica del villaggio” sarà, per l’appunto,domenica prossima: a Zeus piacendo, ovviamente.

LA PROCURA ARRESTA UN FILANTROPO

Ora scatterà il crucifige, per il povero Pescini Alessandro, 53enne imprenditore ben noto nel jet set senesota, a partire dalle Feriae matricolarum (soprannome d’ordinanza “Zucorone”), passando per la Round table, nonché per gli impegni istituzionali (dominus provinciale degli albergatori, in passato); se la Procura della Repubblica ne ha chiesto – ed ottenuto – l’arresto (ai domiciliari) per violenza sessuale, vuol dire che le carte in mano ce l’ha.

Noi vogliamo invece ricordare a tutti lo slancio umanitario, l’afflato filantropico dell’uomo, prima che finisse nella polvere; e fra i tanti esempi di quotidiana devozione alla causa degli altri, uno ci pare davvero sovrastarli tutti.

Siamo nel 2009, ed il tremendo terremoto a L’Aquila  del 6 aprile è una ferita aperta (lo è ancora, ma lasciamo perdere); cor magis tibi Sena pandit, però: in città, infatti, esiste un autentico “club dei filantropi”, un sodalizio di persone perbene, sempre pronte a farsi in quattro per i bisognosi.

L’ideologo del suddetto club – potrebbe essere altrimenti? – è il Gran Maestro (di vita) Bisi Stefano; il quale lancia l’idea di due famiglie aquilane da ospitare, per vedere il Palio di mezzo agosto. Un po’ di requie fra tante macerie, morali e concrete.

Bisi ci mette l’idea (geniale, come sempre), dunque non si può pretendere che ci metta anche l’ospitalità in casa; per il resto, tutta la compagnia di giro della solidarietà locale si mobilita (Pubblica assistenza di Vareno Cucini in primis, Enoteca in secundis). Resta però il problema dei problemi, la domanda delle cento pistole: chi li fa dormire, a casa sua, questi aquilani? Chi ci mette il materasso?

Ecco che il lato filantropico dell’albergatore prende corpo: si fa avanti il proprietario dell’hotel Palazzo dei Priori, alla Colonna di San Marco.

Bisi – ed è comprensibile – si scioglie dalla commozione (dal suo blog, 28 luglio 2009):

“Bravo Alessandro. L’Alessandro in questione è Alessandro Pescini dell’albergo Palazzo dei Priori a Colonna San Marco.

Ha raccolto l’appello del Corriere di Siena a ospitare 2 famiglie terremotate dell’Abruzzo, che saranno a Siena il 15 e 16 agosto a vedere il Palio”.

Chissà se l’inchiesta della Procura della Repubblica di Siena (che è ancora in corso) porrà fine alla carriera imprenditoriale del Pescini Alessandro.

Noi speriamo di no, di cuore: Siena – con tutti i suoi drammatici problemi – non può permettersi il lusso di perdere uno dei pochi filantropi sinceri che si ritrova…

Ps 1 Piddini sotto la lente della Giustizia (Procura della Repubblica di Firenze): questa volta per Turbativa d’asta, c’è cascato l’ex onorevole Vigni Fabrizio, punta di diamante (sic) dell’ambientalismo piddino (è un ossimoro ben calibrato, lo sappiamo).

La gara d’appalto che nel 2013 fece trionfare  il consorzio di Sei Toscana (di cui Sienambiente detiene circa il 24%), secondo l’ipotesi accusatoria sarebbe stata falsata, essendo predisposta ad hoc per fare vincere – guarda un po’ il caso – i vincitori. Vigni si dichiarerà di certo sereno e fiducioso nel lavoro della Magistratura. Chissà se anche la Magistratura avrà fiducia in lui…

Ps 2 Vigni Antonio a Firenze, da par suo, è stato condannato ad un forte risarcimento nella Azione di responsabilità intentagli dalla banca Mps per l’affaire Santorini. Deutsche bank si era defilata tramite transazione. La Fondazione era intervenuta ad adiuvandum.

Solo di spese legali, il contadino Vigni Antonio dovrà sborsare circa 350mila euro. Tanto olio buono da piazzare, dunque…

Ps 3 Venerdì alle ore 17, alla Biblioteca comunale di Sovicille, lo scrivente presenterà (per la seconda volta, ed è un gran piacere) il lavoro di Gabriele Maccianti “Una storia violenta” (edizioni Il leccio, 2015), opera fondamentale sulle origini del Fascismo senese.

In particolare, tratteremo della vicenda di Rino Daus, martire del protofascismo senese, sul quale l’autore ha scritto pagine particolarmente convincenti e documentate.