Eretico di SienaLa tragedia delle Foibe (e Rossi Enrico) - Eretico di Siena

La tragedia delle Foibe (e Rossi Enrico)

- 09/02/15

 

Nonostante gli evidenti settarismi identitari, ad onta della incapacità di molti di ricostruzione della complessità del periodo, la giornata della Memoria dedicata all’esodo delle popolazioni istriane e dalmate, nonché delle Foibe, un risultato – tutt’altro che secondario – l’ha raggiunto: di questi argomenti si parla, si scrive, si dibatte. Fino a 20 anni fa, tutto ciò non accadeva: e dobbiamo dire che, se fosse stato per certa storiografia da Istituto storico, il tema sarebbe ancora completamente tabù.

Resta, certo, la faziosità identitaria: come già altre volte scritto, basterebbe conoscere bene la vicenda (complessissima, come sempre quelle balcaniche) e non avere bandiere da difendere, se non quella della propria onestà intellettuale.

Da parte di chi manifesta per ricordare (giustamente) le vittime, bisognerebbe però fare uno sforzo ulteriore, di basilare importanza: riconoscere cioè che il comportamento dell’Esercito italiano (dunque fascista) nei Balcani fu durissimo, per certi aspetti potendosi parlare di “approccio himmleriano” alla popolazione slava.

Esponenti come Roatta – con la sua nota circolare – e Robotti, lo possono testimoniare ad abundantiam.

Storici del calibro di Gianni Oliva e Raoul Pupo, con i loro studi, lo possono dimostrare in modo definitivo (storiograficamente parlando, si capisce).

 

D’altro canto, appare davvero intollerabile e censurabilissimo chi afferma – e lo mette financo per scritto – che i giustiziati, gli infoibati di quel maggio del 1945 erano solo collaborazionisti, delatori, spie: non tenendo conto che, ad essere scaraventati nelle cavità carsiche (magari ancora vivi, horribile dictu), furono anche bambini e donne. Tutti collaborazionsti, delatori, spie dunque?

Chi è stato ad Auschwitz-Birkenau, a Sarajevo o in altri luoghi simili, sa cosa si respiri: ciò che si respira anche nella foiba di Basovizza. Raramente si potrebbe trovare una simile coincidenza fra il paesaggio e la Storia che racchiude: la Tragedia, lì, si respira, solo ad avere polmoni per farlo…

 

Ps Intervista cult, da conservare, del Governatore Rossi Enrico (sabato, sul Fatto, a cura di Davide Vecchi): da richiamare il giorno della sua ufficiale candidatura per le imminenti Regionali.

Fra le altre cose – facendo lo spiritosone – l’indagatissimo Rossi fa capire in modo chiaro che un aiutino da parte del Denis nazionale non gli farebbe per niente schifo. Cosa non si fa, per la poltrona.

Andiamo però subito al passaggio cult, quello sul Patto del Nazareno e sulla (presunta) allergia di Rossi a siffatti patti politologici:

“Io poi non sono tipo da patti, MAI FATTI, né del Nazareno né della Madonna del Sacro Cuore”.

Questo blog, invece, scrisse di patto “politico” che Rossi, nel 2010, aveva stretto con un notissimo politico senesota (mai arrivata smentita o querela).

Forse qualcuno lo ricorderà…

 

30 Commenti su La tragedia delle Foibe (e Rossi Enrico)

  1. Edoardo Fantini scrive:

    “… riconoscere che il comportamento dell’Esercito italiano (dunque fascista)…” Ci risiamo, Eretico, un’altra affermazione, in tema di fascismo, completamente, disgraziatamente, ignorantemente sbagliata. L’esercito italiano del Regno non è mai stato fascista, appartenendo al Regno e non al partito fascista. Tutti gli inquadrati nelle forze armate avevano giurato fedeltà al Re (e non al Duce) che, a norma dell’art.5 dello Statuto Albertino le comandava e dichiarava la guerra, faceva i trattati di pace e anche le alleanze.«Giuro di essere fedele al Re ed ai suoi Reali Successori, di osservare lealmente lo statuto e le altre leggi dello Stato e di adempiere tutti i doveri del mio stato, al solo scopo del bene inseparabile del Re e della Patria». Questa era la formula e la si trova nel Regolamento di disciplina militare del 1929. Non mi illudo che questo sia il mio ultimo intervento sull’argomento, eppure per insegnare la storia lo stipendio lo danno a te…

    • quello di Gracciano scrive:

      infatti l’entrata in guerra dal balcone di Palazzo Venezia l’annunciò il re…..

      • Edoardo Fantini scrive:

        Caro graccianese, al popolo italiano la annunciò il Duce ma a Francia e Inghilterra la dichiarò il Re: c’è una certa differenza fra le due cose, sai?. In uno Stato ci sono le leggi e lo Statuto Albertino era la carta fondante per ogni atto giuridico italiano.

      • bella battuta! scrive:

        Continua a votare il pd che ti protegge dai “fassisti”: duro, duro, duro; ma forse so duro io e non ho capito che probabilmente ci guadagni: posticino al monte? Se non hai il tesserone grosso grosso o l’amicizia giusta al figlio però non gli tocca, e magari se va bene ci sarà un posticino da infermiere? Finiti anche quelli tornerete a mangiare le ghiande, sempre meno faticoso che pensare e provare a capire chi vi piglia per il culo da settant’anni, no? Buon 25 aprile!!!

        • quello di gracciano scrive:

          il piddì… ( ora nuova democrazia cristiana) mi fa andare di corpo ma cosa c’entri col fascismo mi sfugge…comunque ti rischiaro la memoria : Roma, Palazzo Venezia, 10 Giugno 1940, ore 18.00

          Combattenti di terra, di mare e dell’aria! Camicie nere della rivoluzione e delle legioni! Uomini e donne d’Italia, dell’Impero e del regno d’Albania! Ascoltate!
          Un’ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria.
          L’ora delle decisioni irrevocabili.
          La dichiarazione di guerra è già stata consegnata agli ambasciatori di Gran Bretagna e di Francia.
          Scendiamo in campo contro le democrazie plutocratiche e reazionarie dell’Occidente, che, in ogni tempo, hanno ostacolato la marcia, e spesso insidiato l’esistenza medesima del popolo italiano.
          Alcuni lustri della storia più recente si possono riassumere in queste frasi: promesse, minacce, ricatti e, alla fine, quale coronamento dell’edificio, l’ignobile assedio societario di cinquantadue stati.
          La nostra coscienza è assolutamente tranquilla.
          Con voi il mondo intero è testimone che l’Italia del Littorio ha fatto quanto era umanamente possibile per evitare la tormenta che sconvolge l’Europa; ma tutto fu vano.
          Bastava rivedere i trattati per adeguarli alle mutevoli esigenze della vita delle nazioni e non considerarli intangibili per l’eternità; bastava non iniziare la stolta politica delle garanzie, che si è palesata soprattutto micidiale per coloro che la hanno accettate; bastava non respingere la proposta che il Fuhrer fece il 6 ottobre dell’anno scorso, dopo finita la campagna di Polonia.
          Oramai tutto ciò appartiene al passato.
          Se noi oggi siamo decisi ad affrontare i rischi ed i sacrifici di una guerra, gli è che l’onore, gli interessi, l’avvenire fermamente lo impongono, poiché un grande popolo è veramente tale se considera sacri i suoi impegni e se non evade dalle prove supreme che determinano il corso della storia.
          Noi impugniamo le armi per risolvere, dopo il problema risolto delle nostre frontiere continentali, il problema delle nostre frontiere marittime; noi vogliamo spezzare le catene di ordine territoriale e militare che ci soffocano nel nostro mare, poiché un popolo di quarantacinque milioni di anime non è veramente libero se non ha libero l’accesso all’Oceano.
          Questa lotta gigantesca non è che una fase dello sviluppo logico della nostra rivoluzione; è la lotta dei popoli poveri e numerosi di braccia contro gli affamatori che detengono ferocemente il monopolio di tutte le ricchezze e di tutto l’oro della terra; è la lotta dei popoli fecondi e giovani contro i popoli isteriliti e volgenti al tramonto, è la lotta tra due secoli e due idee.
          Ora che i dadi sono gettati e la nostra volontà ha bruciato alle nostre spalle i vascelli, io dichiaro solennemente che l’Italia non intende trascinare altri popoli nel conflitto con essa confinanti per mare o per terra. Svizzera, Jugoslavia, Grecia, Turchia, Egitto prendano atto di queste mie parole e dipende da loro, soltanto da loro, se esse saranno o no rigorosamente confermate.
          Italiani!
          In una memorabile adunata, quella di Berlino, io dissi che, secondo le leggi della morale fascista, quando si ha un amico si marcia con lui sino in fondo. Questo abbiamo fatto e faremo con la Germania, col suo popolo, con le sue meravigliose Forze armate.
          In questa vigilia di un evento di una portata secolare, rivolgiamo il nostro pensiero alla Maestà del re imperatore, che, come sempre, ha interpretato l’anima della patria. E salutiamo alla voce il Fuhrer, il capo della grande Germania alleata.
          L’Italia, proletaria e fascista, è per la terza volta in piedi, forte, fiera e compatta come non mai. La parola d’ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti. Essa già trasvola ed accende i cuori dalle Alpi all’Oceano Indiano: vincere!
          E vinceremo, per dare finalmente un lungo periodo di pace con la giustizia all’Italia, all’Europa, al mondo.
          Popolo italiano!
          Corri alle armi, e dimostra la tua tenacia, il tuo coraggio, il tuo valore!

          • Edoardo Fantini scrive:

            Caro Graccianese, evidentemente non ti sei accorto che questo ė un discorso e non una dichiarazione formale di guerra. Mah…

          • antonio scrive:

            va be…la guerra la dichiarò il re. la colpa è tutta sua. e sai che mussolini non voleva per niente farla! discussero mezza giornata, poi il re, che comandava sicuramente più del duce, decise di dichiarare guerra e disse al duce di andare sul balcone a fare un bel discorso perchè lui aveva la raucedine. poi arrivarono i sette nani con biancaneve e cappuccetto rosso andò a trovare la nonna….

  2. The Jurist scrive:

    stavolta anche il giurista ti può benedire, Eretico!
    Ma chi lo contrasta seriamente questo Rossi?
    La Toscana non ha più storia, purtroppo. Venerdì vai dalla Bindi-Berlinguer: è la prima volta che rientra a Siena dopo il crack MPS*, no? E con la santa benedizione rossa. Sì, il timido tentativo di discontinuità è proprio fallito.
    Venerdì sarà seppellita anche visivamente. Amen.
    *Tu lo saprai: ha mai fatto interrogazioni parlamentari per sapere meglio che succedeva nelle sue terre? Ma Profumo è un suo protetto di famiglia, no?

    • Maurizio Montigiani scrive:

      Ci sono delle novità sulle candidature, per le contestazioni… parliamone.
      Craxiamoli!?

    • daria gentili scrive:

      Ma chi l’ha invitata la Bindi a Siena?
      La signora sinalunghese, dopo quello che disse sulla nostra città, si dovrebbe vergognare solo a parlare di Siena, figuriamoci a rimetterci piede.
      Comunque, a parte le contestazioni, che sarebbero meritate, a mio avviso dovrebbe essere la politica locale che ci rappresenta – sindaco e co., partiti di maggioranza e di opposizione – a far capire alla signora che non è persona gradita!

  3. John Doe scrive:

    Per poter affrontare per bene il futuro dobbiamo superare TUTTE le interpretazioni faziose del passato di OGNI parte in causa.
    Concordo quindi al 200%.
    Sulla indubitabile durezza (c’era una guerra mondiale in corso …) dell’occupazione, però, ho raccolto durante un viaggio in Yugoslavia (quando ancora esisteva) testimonianze dirette assai difformi dall’attuale vulgata massificante: cattivi i tedeschi, “boni” gli italiani.
    Una specie di mantra ripetuto pressoché ovunque …. da Fiume a Trau, a Ragusa, fino a Sarajevo.
    E nessuno ti chiedeva nulla in cambio …..
    Quando queste cose o anche l’indicazione richiesta sul come raggiungere un qualche luogo semi nascosto, ti venivano dette magari in una sorta di veneziano antico da qualche anziano del posto, ti sentivi parecchio in colpa per aver praticamente abbandonato quei nostri connazionali a loro stessi.
    Ed in quel momento storico non sapevamo praticamente niente delle foibe ….

    • ex montepaschino scrive:

      Mah..nel lontano 1971, durante il servizio militare, per un breve periodo soggiornai a Villa Opicina.Una sera ebbi occasione di parlare con un anziano sloveno del posto, e mi ricordo che quest’uomo mi disse (in ottimo italiano) che, durante il fascismo, e nel periodo bellico successivo, per la minoranza etnica a cui lui apparteneva fu un vero e proprio incubo. Io non parlai di foibe ed infoibati perche’, al tempo, come tanti altri, ne ero all’oscuro. Per il resto anch’io concordo al 200 per
      cento con te e con l’eretico.

  4. BARBICONE72 scrive:

    Chissà se nella nostra città che ha accettato tutto, almeno qualcuno organizzerà (venerdì 13, ore 17.30, Santa Maria della Scala)un pò di contestazione (civile, ma sacrosanta) verso la “signora” di Sinalunga che non soltanto ha campato una vita (e bene!) alle spalle dei cittadini che lavorano quotidianamente e che avrebbe dovuto rappresentare, non solo ha fatto parte del greuppo dirigente che ha portato alla rovina la nostra città, ma ha avuto anche il coraggio di dichiarare tutta la sua “soddisfazione” per le vicende del Monte, perchè non era giusto e normale che una cittadina come Siena gestisse una banca di livello internazionale.

  5. Cecco scrive:

    Ma la storia quando potrà essere semplicemente definita storia e non associata continuamente alla politica, possibile che i politici nostrani debbano continuamente attaccarsi a questi fatti tragici del passato per definire identità, scavare fossati con il nemico, contarsi e riconoscersi …. Siamo in un momento “storico” in cui forse sarebbero auspicabili alleanze trasversali (no trasformismi naturalmente) sul modello di quello che sta avvenendo in Grecia per fare barricate contro le politiche di macelleria sociale dell’Europa dei finanzieri ed in Italia ci dividiamo ancora tre Foibe e Resistenza. Si riconoscano giustamente i fatti storici, anche quelli scomodi che rendono meno lineare e limpida la nostra storia patria, ma per favore confrontiamoci sui modelli economici e non su queste faccende pseudo-identitarie che non portano da nessuna parte. Naturalmente questa è solo la mia opinione. Saluti e complimenti per l’articolo.

    • Edoardo Fantini scrive:

      Caro Cecco, se, per il rispetto della storia, aspetti che i comunisti di ieri e i loro nipotini di oggi, ammettano che furono trucidate decine di migliaia di persone per portare il proletariato al potere stai fresco. Sentirai sempre dire che lo hanno fatto in nome della democrazia, o per rendere giustizia a torti tremendi subiti in precedenza. I partigiani titini massacrarono diciassette italiani alla malga di Porzus, partigiani come loro, perché avevano mostrato una forte preoccupazione per le intenzione dei titini stessi su Trieste e altre terre italiane. Cosa era quella, ribellione al nazifascismo?

  6. Maria Lupi scrive:

    giusto John doe! Una cosa, come al solito, erano i comandanti, altra i soldati, ‘Italiani brava gente’, in Russia non si diceva così anche? Sappiamo troppo bene che cosa sono i capi e capetti: Eretico, ricordiamoci, come hai fatto tu, il Lussu da cui è stato tratto quel fantastico film che andrebbe proiettato con sapiente cadenza, meglio di ogni conferenza sullaGrNDE gUERRA

  7. Anonimo scrive:

    Se non ci fosse il Fantini bisognerebbe inventarlo! Di tutte le amenità che dice, questa del fascismo innocente per l’ingresso dell’Italia in guerra mi pare davvero una delle più clamorose. Ma fa bene l’Eretico a non rispondergli più:Fantini cerca solo pubblicità, e sbagliamo noi (io per primo) ad alimentarlo.
    Su Rosy Bindi, la vergogna deve scendere anche su chi l’ha invitata!

  8. Edoardo Fantini scrive:

    Caro Anonimo, lo Statuto Alberino contava molto in Italia, sai? Pensa che in virtù degli articoli 5 e 65 il Re, il 25 luglio del 1943, tolse l’incarico di capo di governo a Mussolini e lo assegnò a Badoglio, poi l’8 settembre fece l’armistizio con gli Alleati, in ottobre dichiarò guerra alla Germania…Oppure tutte queste cose le fece Mussolini?

    • quello di gracciano scrive:

      premesso che le foibe sono una crudeltà pazzesca….premesso ciò….la Jugoslavia fu invasa dalle forze dell’Asse o no? Una riavuta dopo era pressochè scontata

    • Fede Lenzi scrive:

      Da adoratore della lingua e dei suoi refusi… lo Statuto Alberino è prestigioso… chi lo firmò, don Luca?

      • Edoardo Fantini scrive:

        Lo Statuto Albertino, come recita il titolo, fu dato all’Italia (e quindi firmato ) dal Re Carlo Alberto nel 1848.

  9. Anonimo scrive:

    UOVA PER TUTTI!!!

  10. ale benve scrive:

    mi piace molto la frase di Maurizio Montigiani “CRAXIAMOLI”.
    ma invece nessuno dirà niente.
    e poi si parla di regime fascista??
    direi anche staliniano
    ciao

  11. A nord di Sinalunga scrive:

    Visto che avremo presto ospite a siena la Signora di Sinalunga, almeno per l’anagrafe (per gli emolumenti guardare altrove), forse occorrerebbe ricordarle se ha mai conosciuto o conosce un suo illustre , per la cronaca, compaesano. Quell’Harvel Falciani, conterraneo della Signora, oggi al centro della cronaca per la denuncia di evasori fiscali e malversazioni bancarie internazionali . Peccato che l’amico Falciani non sia rimasto a Siena (chissà che cosa avrebbe potuto raccontare della storica banca) ma almeno un cenno di solidarietà per questo Don Chisciotte d’Oltralpe ma suo conterraneo, la Signora lo avrà?

  12. Maurizio Montigiani scrive:

    Non è mia, ma… l’ho presa da qui:

    https://twitter.com/M_Montigiani/status/561105524859871232

    😉

  13. istro scrive:

    per tutte quei soggetti che non conoscono bene i fatti: muceniskapot.nuovaalabarda.org …quanta terribile crudeltà somministrata al popolo sloveno da tedeschi, italiani, e dagli sloveni collaborazionisti (belagardisti e domobranci) la guerra è sempre una cosa sporca e il nazionalismo anche.
    In questo sporco contesto come sempre ci rimette la povera gente, così è stato per gli italiani d’istria.
    Fu anche vendetta e non solo persecuzione.
    Riflettiamo sul trattamento riservato agli esuli dai “fratelli italiani”, offesi dai comunisti alla stazione di Bologna, o dalla PA che ancora oggi, nonostante una legge dello stato ne permetta l’omissione, continua ad individuare per i nati nell’Istria italiana la ex Jugoslavia, la Croazia, perfino Serbia-Montenegro.
    Semplicemente una preghiera per i poveri martiri istriani che pagarono con la loro vita il prezzo della sconfitta.
    Mi è parso anche inopportuno e mortificante per i reduci e loro figli che nel giorno del ricordo sia stato trasmesso il festival di S.Remo, avrei preferito che la RAI fornisse un contributo più costruttivo e rispettoso.

  14. Gianni Meiattini scrive:

    Va comunque detto :
    CHE SI FANNO A FARE L’ELEZIONI REGIONALI?
    Rossi ha già vinto con un buon 58% minimo (alla faccia di indagini, buchi ospedalieri, patti verdiani ecc). Avversari seri non ci sono anche se sarebbe bello succedesse come a LIVORNO ……….. Forza amaranto.

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