La domenica del villaggio: “Sottomissione”all’Islam, e la Grande Guerra
Nell’odierno appuntamento cultural-domenicale, oggi troverete soprattutto due argomenti: le prime impressioni sull’attesissimo “Sottomissione” del francese Houellebecq (che verrà presentato a Siena il 28, con relatore lo scrivente), e la recensione di un piccolo, grande libro sulla Grande Guerra. Buona lettura!
“SOTTOMISSIONE”: ISLAM; E MOLTO ALTRO…
Finalmente uscito in Italia (giovedì scorso, per la precisione) il libro-profezia di Michel Houellebecq, “Sottomissione” (traduzione di Vincenzo Vega, Bompiani; pagg.256, euro 17,50).
Letta la prima parte: c’è tanto Houllebecq, poco Islam. Il contesto geopolitico – a quanto pare – si farà più cogente nel prosieguo del romanzo.
Per ora, predomina il consueto universo del romanziere-saggista francese: l’Eros-Tanatos, la dissoluzione della società occidentale in re ipsa, il sesso bukowskianamente esibito, il terrore del disfacimento della corporeità, riflessioni certo non banali sull’Arte e sulla Letteratura in particolare.
Di certo, un libro non banale, dalla scrittura asciutta ed onirica ad un tempo; in Francia, sta piacendo molto, e quasi a tutti.
Uscito il 7 gennaio (!), il contesto geopolitico è quello che vede un Partito islamico trionfare, a Parigi, alle Presidenziali del 2022.
Di questo, però, scriveremo la prossima domenica, a libro interamente letto.
Per intanto, un annuncio importante: il 28 gennaio (ore 17,30, alla sala dei Mutilati) il libro verrà presentato dall’eretico, dall’imam di Colle Val d’Elsa e da un’altra persona sulla quale ragguaglierò a breve i lettori. Un incontro stimolantissimo, direi (organizzato lodevolmente dalla libreria Senese): partendo da Houellebecq, si può davvero spaziare moltissimo. E la cronaca di questo gennaio di sangue, purtroppo, ci deve spingere quantomeno a saperne di più…
LA GRANDE GUERRA E LA FAME
Questa domenica – in occasione del Centenario dell’ingresso dell’Italia nella Grande Guerra – inizia un appuntamento settimanale con libri sulla Prima Guerra mondiale. Fino al 24 maggio, ogni settimana ne presenteremo uno, a nostro parere meritevole.
Oggi partiamo con un libretto piccolo, edito da una piccola casa editrice, ma di grande spessore: “Ne uccise più la fame” (Francesco Jori, edizione Biblioteca dell’immagine, 2014; 256 pagg., euro 14, presente – per chi fosse interessato – alla Biblioteca degli Intronati).
Il giornalista, appassionato di Storia, Francesco Jori, infatti, ci porta nel Triveneto della Grande Guerra, vista però dalla parte dei civili (o dei soldati sbandati); e ribalta – in modo documentato (per quanto senza note) – l’idea largamente condivisa di una guerra sì devastante, ma solo per i soldati acquartierati in trincea.
No: Jori ci dimostra come in quella parte del Nord-Est d’Italia si ebbe a soffrire, eccome, anche restando a casa. La fame e gli stenti, oltre che le malattie.
Un esempio, fra gli svariati portati dall’autore: Valdobbiadene. Oggi località celebrata per le qualità enologiche, sentite questi dati:
“Cittadini uccisi da proiettili n.51;
Cittadini morti per fame n. 484”.
“In tutto il Triveneto, la mancanza di cibo provoca lo sterminio di migliaia di civili, a partire dai più deboli, anziani e bambini; e specie nell’ultimo anno diventa il peggior nemico anche dei soldati” (op.cit., pag. 15).
Tra il 1917 ed il 1918, la fase più drammatica: le patate (le poche rimaste), si mangiavano quando ancora non erano edibili, e scattava l’homo homini lupus financo per una buccia di tubero.
I morti per inedia, non hanno avuto medaglie, né pensioni, né gloria: questo prezioso libro, almeno, ci fa conoscere dall’interno il dramma del Triveneto da questo punto di vista. E qualche storia che realmente spezza il cuore.
LA FRASE DI LA ROCHEFOUCAULD
“Ci sono poche persone che durante il primo declinare dell’età non facciano capire in che modo i loro corpi e le loro menti verranno meno”.
Ps 1 Per onorare la memoria di Francesco Rosi, l’eretico in settimana si è rivisto “Salvatore Giuliano”, straordinario film sul bandito siciliano che fece sparare sui dimostranti di Portella della ginestra. Pellicola da rivedere in tutti i modi, perché lo merita, da tanti punti di vista. Anche per capire come la trattativa Stato-mafia sia consustanziale alla Repubblica italiana…
Ps 2 Se n’è andato Francesco Griccioli, il quale ebbe – in quell’inizio di luglio del 1944 – un ruolo logistico importantissimo, per la Liberazione di Siena. In vita, negli ultimi due anni, il suo ruolo gli è stato finalmente riconosciuto; ciò non toglie che qualcosa si possa fare anche post mortem…
Dato che l’Eretico continua a scrivere Liberazione con la “elle” maiuscola, offro ai lettori del blog alcuni elementi per giudicare se in questo modo si insegna bene oppure no. Il 10 febbraio del 1947 viene firmato a Parigi il trattato di pace fra l’Italia e le potenze alleate. Il rappresentante dell’Italia è Alcide De Gasperi, uomo che non fece parte del fascismo né durante il Regno d’Italia né durante la Repubblica Sociale. In quel momento, poi, la nostra nazione aveva già preso la forma giuridica della repubblica attuale, quindi non c’é dubbio che nei confronti del fascismo ci sia, dal punto di vista istituzionale, la più totale esecrazione. Ebbene, l’art. 16 del trattato che firmò De Gasperi riporta testuale: “L’Italia non incriminerà né altrimenti perseguiterà alcun cittadino italiano, compresi gli appartenenti alle forze armate, per il solo fatto di avere, durante il periodo corrente dal 10 giugno 1940 all’entrata in vigore del presente Trattato, espressa simpatia od avere agito in favore della causa delle Potenze Alleate ed Associate.
Attenzione: non l’Italia fascista, che difatti non c’é più, ma l’Italia che non è più neanche un Regno, che ha, cioè, completamente chiuso con il passato. Il motivo sta nel fatto che le potenze alleate non sono mai state in guerra contro il fascismo ma lo sono state sempre contro l’Italia, e tutti gli italiani che si sono dati da fare di modo che gli eserciti nemici avessero la meglio, dovrebbero essere processati per tradimento anche nell’Italia repubblicana. E quella sorte subirebbero anche nei Paesi Alleati. Infatti all’art. 45 si legge:” L’Italia prenderà tutte le misure necessarie per assicurare l’arresto e la consegna ai fini di un successivo giudizio dei sudditi delle Potenze Alleate ed Associate, accusati di aver violato leggi del proprio paese, per aver commesso atti di tradimento o di collaborazione con il nemico, durante la guerra.” Che nel comportamento degli Alleati vi siano due pesi e due misure è evidentissimo, ma d’altra parte se erano stati gli italiani a non aver cura della loro nazione, volete che quella cura la avessero coloro che la avevano bombardata in lungo e largo? Ora i lettori di questo blog hanno il modo di riflettere su quella “elle” maiuscola che piace tanto all’Eretico.
Caro Edoardo,
a parte che tendo a scrivere perfino Chiesa (cattolica) in maiuscolo, il che è tutto dire, non posso fare altro che ribadirti ciò che ti ho scritto plurime volte: pur con tutte le imperfezioni ed i difetti (nonché le incoerenze), per me la Liberazione dal nazifascismo resta un valore. Da non idolatrare, ma un valore sì.
E ti saluto con una nota personale: ieri giravo per Vescovado di Murlo, e ho trovato la targa del tuo studio odontoiatrico. Un fremito ha percorso il mio corpo…
L’eretico
Caro Eretico, se ci fai caso il mio post non era indirizzato a te (anche se ovviamente lo avresti visto), in quanto se non avessi ancora capito che non sei il tipo che riconosce e quindi corregge i suoi errori starei fresco. Difatti insisti con il nazifascismo, la Liberazione che è un valore…Relativamente al termine “liberazione” invito chi legge questo mio intervento, a cercare su internet il testo dell’armistizio lungo, che fu firmato a a Malta il 29 settembre 1943. All’art.20 le forze alleate si definiscono “occupanti” e all’art.21 i territori da loro conquistati “occupati”. All’art.33 stabiliscono che il pagamento delle spese di “occupazione” spetterà all’Italia. Cosa di per sé ovvia, visto che erano degli stranieri armati che bombardavano edifici altrui. Certo che è ovvia, eppure…
Dentista! Allora più che all ‘innocuo camerata Catenacci, ci troviamo davanti ad un emulo del dottor Szell, interpretato da Laurence Olivier nel Maratoneta. Stessa professione, stesso orientamento politico. Peccato solo che Olivier provenga dalla perfida Albione, debosciata democrazia contaminata da un miscuglio di razze inferiori, e non sia della grande, pura, razza italiana, indubbiamente di origine ariana (viene in mente niente al camerata Fantini?).
Cosa dovrei rispondere a queste cazzate?
la RAI passa uno splendido documentario, firmato Alfred Joseph Hitchcock, su Auschwitz Birkenau; pare che quel sentimentale del dottor Mengele, mentre straziava bambini per i suoi mortali “esperimenti” pseudoscientifici, ascoltasse “La Tosca” di Puccini. Documentazione di due giornate di esecuzioni: 33.771 ebrei trucidati e via di questo passo. C’è anche chi ha interpretato così la “civiltà occidentale”, anche se ora paiono tutti figli di Voltaire e di Giordano Bruno. E c’è chi rimpiange il dottor Mengele. La bestia è sempre in agguato.
E quindi Fantini? Cosa vuole dire? Mi pare che l’articolo da Lei citato faccia il paio con la famosa amnistia di Togliatti, che mise in libertà migliaia di fascisti che poterono tranquillamente tornare a fare quello che facevano prima, spesso andando ad occupare alte cariche nel nuovo stato repubblicano ( altro che esecrati…).
Mi spiega cosa c’entrano gli Alleati e la Liberazione ?
Caro Burroni, ho scritto in maniera tutto molto chiara e fra il trattato di pace e l’amnistia Togliatti non c’é la minima attinenza. Che poi Togliatti abbia ideato la sua amnistia per liberare i fascisti…
Mi dispiace dottor Fantini, ma alla sua sequenza infinita di cazzate inconsapevoli, non trovo che un antidoto: un consapevole cazzeggio.
Dopo Rosi per continuare sul filone da Portella alla trattativa odierna ti consiglio Segreti di Stato dell’autarchico Paolo Benvenuti. Fìdati.
Caro Eretico, in merito ai libri da consigliare relativi all’argomento Prima Guerra Mondiale, non può assolutamente mancare “Tappe della disfatta” di F. Weber; la prima guerra nel teatro italiano, vista da un giovane artigliere austriaco, e raccontata con gli occhi di un “nemico”, che ne restituisce un’immagine molto lontana dalla nostra storiografia classica.
“Dormi sepolto in un campo di grano…”
Così cantava un grande del passato,
parlando della morte di un soldato,
e ricordava il dramma disumano
di una guerra e di ogni caso umano,
delle stragi che abbiam dimenticato,
dei lutti di cui il mondo s’è macchiato,
in nome della Bibbia o del Corano…
E’ ora che la gente pacifista
prenda per mano questo mondo infame,
invada strade e piazze, scenda in pista,
urli e combatta, resti sempre unita,
contro la guerra e contro la fame,
per il valore sacro della vita!
La prima pagina della Nazione di Siena di oggi le batte tutte…altro che Charlie Hebdo. Pagina completa dedicata a un contradaiolo del Drago di 45 anni che è passato a Cresima…olè!
Farci una pagina, in effetti è un qualcosa di strabiliante (diciamo così, dai): diciamo anche che il tutto è per una persona (un amico) che proprio domani inizia un delicato ciclo chemioterapico.
Vai, Simoncino, non farci scherzi!
L’eretico
Mi associo agli auguri sulla salute,ci mancherebbe. La paginata però mi lascia perplesso
Auguri al dragaiolo Simone anche da parte mia! Forza Forza!
Ma i nemici di cui parlava De Gasperi erano le potenze alleate che poi sono diventate nemiche, o le potenze nemiche che sono diventate alleate?
Alla partenza del 7 AGOSTO 1946 con la delegazione (assieme a Saragat, Corbino e Bonomi) imbarcandosi sull’SM.75, a un redattore dell’Ansa che gli chiedeva qualcosa circa le prospettive ottimistiche del viaggio, De Gasperi non era molto fiducioso: “Non so nemmeno se parto come imputato. Direi che la mia posizione è per quattro quinti quella di imputato come responsabile di una guerra che non ho fatto e che il popolo non ha voluto, per un quinto quella di cobelligerante. La figura di cobelligerante è riconosciuta nel preambolo del Trattato come principio, ma nel testo si tiene invece conto dei quattro quinti, rappresentati dalla guerra perduta e non del quinto costituito dalla nuova guerra che abbiamo combattuto a fianco degli ALLEATI. Tutto lo sforzo che bisogna fare, mira a ricordare agli ALLEATI che li abbiamo chiamati così perchè li abbiamo creduti tali” (comun. Ansa, 7 agosto 1946, ore 10.25). De Gasperi s’era svegliato, aveva finalmente capito che con le bombe gli Alleati vollero prendere peso politico e non portare “libertà”. Grandissima parte del popolo italiano non lo capì, e questo è il punto al quale siamo tutt’oggi.
Prendere peso politico? Avevano appena vinto una guerra non voluta, di fatto ci occupavano e cercavano di prendere peso politico? Ed a chi poi, a 3 stati rasi al suolo per la follia di tre dittatori razzisti? Questa versione “italocentrica” della storia è a dir poco ridicola. La pace é semplicemente stata una divisione tra le due vere potenze vincitrici, Stati Uniti e Unione Sovietica. In quale dei due blocchi avrebbe preferito vedere quel che restava dell’Italia il camerata Catenacci? Che poi però, la libertá di scrivere le sue ardite revisioni storiche l’ha avuta. Ringrazi Mussolini pure per questo.
Chi non aveva voluto la guerra, l’Inghilterra e la Francia? Ma se la dichiararono proprio loro alla Germania che era entrata in Polonia, che non era terra né inglese né francese. Una settimana più tardi nella stessa Polonia entrò Stalin, ma per lui non ci fu ostilità né francese ne’ inglese. Non vollero la guerra gli Stati Uniti? Leggi il testo del patto atlantico e vedrai che fin da mesi prima di Pearl Harbur gli USA e Churchill dichiaravano e scrivevano che la Germania doveva essere battuta. A Varsavia, al ministero degli esteri, i tedeschi nel settembre del 1939 reperirono dei documenti che si erano scambiati i governi di Polonia, Francia, Germania e Stati Uniti. Ci trovarono scritto che la volontà dei democratici era quella di distruggere i paesi totalitari: l’Italia ancora non era in guerra! Cosa sono queste coincidenze?
Mesi prima di Pearl Harbour l’Europa era giá in guerra da due anni e l’Atlantico era squassato da mercantili, navi da guerra ed u-boat. Roosevelt e Churchill nei loro incontri cosa dovevano fare se non progettare l’abbattimento delle dittature nazi-fasciste? Comunque evidentemente è inutile rispondere con delle ovvietá a delle assurditá. Parafrasando il suo Duce: cercare di far ragionare il dottor Fantini non è difficile, è inutile.
Perfetto, lucidissimo A.B., Roosvelt e Churcill vollero abbattere le dittature nazifasciste e per farlo si allearono con Stalin. Complimenti. E una volta abbattuti i nazifascisti, perché fecero lamentare così tanto De Gasperi? Era più dittatore di Stalin e perciò si meritava una lezione di democrazia?
Vedi l’effetti della crisi, si vedano sempre più’ persone con i denti bacati perché’ non hanno soldi per andare dal dentista e dentisti. che hanno poco da fare e allora giù’ caz…te. Non se la prenda esimio dottore lei nella sua revisione della storia e’ precisissimo e da come si accalora per ridare verginità’ al fascismo mi fa anche un po’ di tenerezza.
Tu, invece, siccome non ti firmi mi fai solo pena.
Noi Italiani(e dico Italiani perche’anche a quel tempo la maggioranza era sul carro del vincitore cosi’come fino ad oggi)tentammo di vincere facile Una guerra mondiale senza avere la forza per sedare le rivolte di piazza!
….e ci poteva andare anche peggio!
Gli Americani furono “costretti ” dagli eventi a portarci la liberta’e ne approfittaro come al solito per prendere peso militare ed economico…poi pero’ non Hanno piu’ smesso…compiendo nel tempo tutti gli errori che potevano(Palestina,Iraq,Primavere arabe ecc.)con i risultatoni che sono sotto gli occhi di tutti…!!!
Detto questo bisogna pero’ sapere da che” parte ” deve stare ed imparare a difenderla quella”parte”.
Tanto per buttare altra benzina sul fuoco. Sembra che la Oxford University Press, casa editrice universitaria della prestigiosa università di Oxford, abbia chiesto di togliere da tutti i testi universitari e scolastici ogni riferimento al maialino Peppa Pig per evitare di arrecare offesa di carattere religioso alle comunità islamiche e ebraiche. Ora questa mi sembra una cazzata sesquipedale. Mi pare abbastanza improbabile che un gruppo di terroristi fuori di testa entri nelle redazioni della Oxford University Press per fare una carneficina in funzione anti-Peppa. Se vi pare normale mettere al bando un innocuo cartone animato per bambini (che tra l’altro lo guarda anche mio figlio di 15 mesi e impara l’inglese). Siamo fuori di testa, ma veramente fuori. Vorrei sapere che ne pensa l’Eretico.
http://www.tgcom24.mediaset.it/televisione/peppa-pig-nel-mirino-della-oxford-university-press-_2089529-201502a.shtml
Caro Eretico, per me l’elemento più interessante del libro, che ho già terminato, è quello della conversione: come Huysmans si convertì dall’estetismo al cattolicesimo, così il protagonista, suo esegeta, si convertirà dal nichilismo all’islam. Sono stai gli eventi del 7 gennaio, le concidenze impreviste che ci costringono ad una lettura di tipo profetico. Per citare i critici di mestiere potremmo dire che in questo caso l’INTENTIO LECTORIS supera l’INTENTIO AUCTORIS. Ti segnalo una recensione di Baricco, e un articolo del Corsera su CIORAN che già aveva scritto di Notre Dame trasformata in moschea.