Mps: che si fa con il voto multiplo (e 3 Ps natalizi)?
Se ne sta parlando poco, ed il clima natalizio certamente non aiuta, ma la questione del cosiddetto voto multiplo, deciso dal Governo Renzusconi, è davvero di grande interesse, per l’hic et nunc e per il futuro della banca e della Fondazione. Per intanto, dato che non credo ci sia la fila di chi sa, di cosa si tratta?
Con un blitz notturno (casualmente?), nel momento della conversione del decreto cosiddetto Crescita (speriamo!), il Senato ha inserito un comma (l’1-bis dell’articolo 20), e si è arrivati a questa sorpresa: fino al 31 gennaio 2015 (quindi l’agevolazione è del tutto transitoria), nelle società si può introdurre il voto doppio a maggioranza semplice. Per ora, solo la Astaldi costruzioni ha convocato un’Assemblea straordinaria (il 29 gennaio), per deliberare in tal senso.
La norma renziana viene interpretata da alcuni economisti smaliziati e di grande credibilità (cito l’ex Commissario Consob, professor ad Oxford, Luca Enriques) come l’ultimo tentativo per salvare i salotti buoni del capitalismo – più o meno relazionale – italico, anzi italiota.
Cosa farà il tandem, come si comporterà la Fondazione Mps? Farà raddoppiare il peso dei propri voti agli azionisti, rinforzando il peso specifico della Fondazione, o meno? La domanda – non ci vuol molto a capirlo – è di cruciale importanza, per il futuro di quel poco che resta della Fondazione Mps.
Scrive il ben informato Andrea Greco (Repubblica, 24 dicembre, pag.31):
“…il voto doppio potrebbe fare comodo, in un futuro più o meno lontano, anche ad altre imprese, soprattutto nel SETTORE BANCARIO che più di altri ha proprietà diffuse, e scosse dalle ripetute ricapitalizzazioni che inseguono i crescenti requisiti patrimoniali chiesti dai regolatori”.
A qualcuno saranno fischiate le orecchie, forse?
Forse intontito dal clima natalizio, l’eretico non ha però sentito niente, sul tema, da parte del Presidente della Fondazione, il professor Marcello Clarich: e questo è un silenzio davvero assordante, stridente con l’importanza della posta in gioco, in questo ineunte gennaio 2015.
Perché il Presidente della Fondazione Mps non parla, per Dio? Dovrebbe avere già indetto non una, ma due o tre conferenze stampa, per chiarire il suo pensiero sul punto.
Per intanto, due news di fine anno in casa Mps: la banca ex senese ha definito “ogni controversia sulle verifiche fiscali” relative alla cartolarizzazione immobiliare chiamata Chianti Classico. Transazione da circa 126 milioni di euro, ma l’impatto sul conto economico è di fatto “neutro”, a cagione degli ammortamenti fiscali. Ergo, Mps ha fatto quel che ha fatto, ma poi ci sono gli ammortamenti: siamo in Italia, no? L’Agenzia delle entrate è ancora una volta forte con i deboli (i singoli contribuenti), e debole con i forti (banche ed assicurazioni, per esempio).
Seconda notizia: il 15 gennaio, il tandem incontrerà la Presidenza del Consiglio di Vigilanza della Bce (Danièle Nouy), per il via libera (se ci sarà…) alla ricapitalizzazione da 2,5 miliardi (vediamo se non lievitano ancora, visto l’andazzo…). Subito dopo questo delicato incontro, il Cda della banca deciderà se fissare la suddetta ricapitalizzazione per marzo o per maggio: decisione non da poco, visto ciò che accadrà in aprile.
Non sono rose, dunque forse fioriranno…
Ps 1 Oggi salta l’appuntamento culturale della domenica, ma due segnalazioni sono d’uopo. In primo luogo, si consiglia la visione del bel thriller psicologico “L’amore bugiardo”, di D. Fincher (regista di “Seven”, tra gli altri). Film tra Hitchcock e Polansky, con una tensione che non abbandona mai lo spettatore ed una Rosamund Pike che nessun maschietto vorrebbe avere come moglie…
Ps 2 Per noi amanti di Piero della Francesca, un’occasione unica: la nuova monografia sul maestro di Sansepolcro, a cura del professore (senese, tra l’altro) Alessandro Angelini. “Piero della Francesca” (Edizioni Sole 24 ore, Milano).
Unico neo, peraltro prevedibile in casi come questi: le 384 pagine – piene di immagini di pregio – costano 99 euroni. Invece che un peccato di gola, ci concederemo un peccato di Arte…
Ps 3 Il blog chiude i battenti dall’1 al 6 gennaio; programma di questi ultimi tre giorni: oggi, Mps; domani, lungo pezzo sul 2014 senesota (e non solo); il 30, scoopone sanitario, tanto per cambiare. Ad majora!
Stai tranquillo, carissimo Eretico, il silenzio del professor Clarich sul voto multiplo continuerà a lungo, così come quello di chi ce l’ha messo. Anche da questo silenzio si capisce quale sia la mission del Presidente della Fondazione, e buonanotte suonatori..
Eretico c’è una pletora di dipendenti rovinata o almeno in forti difficoltà finanziarie dovute al crollo del 90% del titolo MPS. Non solo a Siena ma in tutta Italia.
Il furfantesco duo vigni/mussari già quando falsavano i bilanci della banca con artefizi, derivati etc etc e quindi coscienti del cattivo andamento della banca, forti del proprio ruolo (uno presidente e l’altro direttore generale) INCITAVANO I DIPENDENTI AD INVESTIRE LA PROPRIA LIQUIDAZIONE NEL TITOLO pur sapendo delle proprie malefatte. E’ seccesso per ben tre volte, adesso hanno perso tutto ignari ed inconsapevoli di quanto avveniva nelle cosidette stanze dei bottoni. Per avere idea del danno un dipendente che ha messo nel titolo € 10.000 adesso ha in tasca appena 100 euro. Soldi sudati una vita e come detto chi comandava sapeva ma nulla faceva per almeno non coinvolgere i colleghi in questa tragedia.
Se non ci pensa la giustizia terrena confidiamo nella Giustizia Divina.Uno rovinato dai dirigenti della banca
Al Monte di multiplo non serve il voto ma il capitale..che non c’é
Buon viaggio caro Eretico, ti prego di salutarci Aña Botin !
Caro Raffaele, credo che per noi, il voto plurimo sia giunto fuori tempo massimo.
Ormai la fondazione è al 2,5 ed incombe un nuovo aumento che, senza entrare in sofismi, solo considerando i prezzi correnti ed assumendo che la fondazione non investa altri soldi in MPS, porterebbe questa partecipazione all’1,25 circa. Capirai che anche avendo il voto plurimo al massimo previsto, di due voti per azione, ritorneremo, a contare per il 2,5.
Non cambia molto se la fondazione decidesse di svenarsi per restare all’attuale 2,5, in questo caso, alla fine sarebbe al 5 per cento, sempre con i due paletti che ho citato.
In realtà questa cosa del voto plurimo serve a chi ha azionisti stabili, o che comunque hanno un certo pacchetto sensibile di voti, per blindare il controllo, ma nel nostro caso, credo non servirebbe ad un gran che. A noi potrebbe servire solo se Axa fosse disposta ad entrare in gioco, ma sappiamo che non entra nel patto per certe legislazioni internazionali.
Io credo che la misura sia utile alle imprese “di tipo familiare” o comunque “storiche” ed ancora una volta, il legislatore abbia storpiato con le fondazioni bancarie, perché, di fatto, questa regola ridarebbe ancor più potere a queste fondazioni, invece di invogliarle, come fatto intendere dalla legge Ciampi/Amato a cedere definitivamente il controllo delle banche.
Mi permetto di riportare questo piccolo stralcio del Sole 24H per far capire meglio quanto scritto dall’Eretico:
“Per capire bene di cosa si tratta, val la pena di fare un passo indietro. Nel corso dell’estate, con il Decreto Competitività, il legislatore ha previsto che le società quotate o in via di quotazione possano introdurre una modifica all’interno del loro statuto con cui possono emettere azioni a voto maggiorato (con un limite fino a un massimo di due voti) a beneficio degli azionisti più stabili, ovvero coloro che abbiano tenuto in mano le azioni per un periodo non inferiore ai 24 mesi. Affinché le modifiche statutarie siano efficaci devono essere approvate nel corso di un’assemblea straordinaria con il voto positivo della maggioranza qualificata dei votanti. Il legislatore ha però previsto una corsia preferenziale – che prevede la
di Luca Davi e Marco Ferrando – Il Sole 24 Ore – leggi su http://24o.it/USE4f2”
Considerazioni: se dovesse prevalere il vincolo dei 24 mesi, i soci della Fondazione, appena entrati, non dovrebbero rientrare nel beneficio. Cosa diversa per Axa.
Credo che qualunque sia l’ammontare del futuro aumento di capitale e di qualunque percentuale che la Fondazione si ritroverà a possedere il Presidente Clarich dovrebbe fare di tutto, anzi mi meraviglio che ancora almeno ufficialmente non ha fatto niente, forse preso dalle feste natalizie, per la città e per i piccoli azionisti. Sarebbe anche interessante conoscere il pensiero del primo cittadino che su questa vicenda è’ rimasto muto mentre parla sempre di tutto a volte anche del niente.
Ma questa non è una banca… è una barzelletta… dai staccate la spina