Sala, Trump, Mussolini (e 4 Ps)
Eccoci finalmente al primo pezzo del blog targato 2025 (il prezzo resta bloccato, rispetto a quello del 2024): i vari impegni ci hanno fatto un po’ tardare, ma i lettori ci perdoneranno, suvvia…
Come e più di sempre arduo scegliere i tre temi principali: con un poker di Ps, comunque, noi ci abbiamo almeno provato!
LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA
La notizia della settimana, una volta tanto, è una buonissima notizia: la giornalista (inviata di guerra) Cecilia Sala è stata liberata, da quella sorta di “rapimento di Stato” in cui era stata coinvolta in Iran. Tutti coloro che hanno concorso alla sua liberazione, hanno pieno, pienissimo diritto a rallegrarsi, e – nel caso della Premier Meloni – di incassarne il successo politico.
Ci è fra l’altro piaciuto il fatto che la Sala abbia, insieme alla famiglia (il pater è, incidentalmente, nel Cda di banca MPS), abbia ringraziato – con le parole, ed anche con i gesti del body language – chi in prima persona si è speso nei suoi (loro) confronti: anche ciò che sarebbe ovvio – il mostrare un senso di gratitudine – in casi come questi è ormai tutt’altro che banale e scontato. Avevamo citato i casi di Giuliano Sgrena, giornalista de Il Manifesto, per liberare la quale un servitore dello Stato passò a miglior vita; avremmo potuto continuare, fra gli altri, con l’italo-egiziano Zaki, per avvicinarci ai giorni nostri.
Ciò detto, vediamo cosa accadrà il 15 gennaio – ormai alle porte – con l’ingegnere iraniano, il “dronista” che così tanto sta a cuore a Teheran: pare che si andrà verso la non estradizione negli USA, con il neo insediato Trump, il quale si accontenterebbe della consegna agli States della documentazione informatica sequestrata al dronista iraniano. Senza la di lui estradizione. Wait and see. In ogni caso, una soluzione la quale sembra equilibrata, dunque assai saggia.
Mentre invece, troppa fretta di concludere con il sistema satellitare gestito da Elon Musk (e non è certo una questione solo di soldi) sarebbe sbagliata, di certo assai pericolosa: chi di dovere, ci pensi benissimo; noi, da par nostro, di sicuro ne scriveremo…
TRUMP PACIFISTA, EH…
Prima ancora di essersi insediato (20 Gennaio, come noto), il neocondannato (notizia di ieri) Donald Trump sta lanciando proclami a dir poco roboanti: da Panama (potenziale occupazione militare), al Canada da fare diventare il 51esimo Stato stars and stripes, alla questione Groenlandia: di gran lunga la più inquietante, perché in quel caso c’è la minaccia all’integrità nazionale di uno Stato – la Danimarca – facente parte della Nato.
Per non dire del suo cavallo di battaglia – questo, almeno, non è una novità – del 5% di tetto per le spese militari (noi siamo ad 1,5%, tanto per chiarire); solo l’arrembante Polonia – che ha messo nel bilancio previsionale l’auspicio del raggiungimento del 4,7% – potrebbe in qualche misura stare dietro ai propositi trumpiani.
Visto come è stato trattato il povero Biden (problemi neurologici evidenti, ed in questo blog mai negati: da qui a dargli sistematicamente del totale rimbambito e minus habens, però, ce ne sarebbe dovuto correre), permetteteci di scrivere questo: il problema è che – mentre dice cotante cose su Panama, Canada e Groenlandia – non si può neanche sperare che Trump sia ubriaco, giacché il Nostro va avanti a diet Coke e basta, quanto al bere.
In ogni caso, stiamo a vedere nel post 20 Gennaio, certo; una cosina, però, fatecela scrivere, e sin da adesso: coloro i quali innalzavano peana al Trump “pacifista”, rispetto ai guerrafondai a priori dem, novelli “dottor Stranamore” (a fronte di un Putin, il quale parla di usare l’atomica ogni cambio di settimana); coloro i quali scrivevano che, in fin dei conti, sotto il Trump 1 non era scoppiata nessuna guerra (quella in Afghanistan, per dire, era però continuata, eccome se era continuata), se le premesse trumpiane si dovessero concretizzare (basterebbe uno striminzito 10% di quello che sta uscendo dalle sue labbra in questi giorni), faranno pubblica ammenda, di grazia?
Il “bello” è che il Trump muscolare, sotto sotto, piace davvero a moltissimi: purché non lo sia con la Russia putiniana, però…
MUSSOLINI SUPERSTAR (MA CON INDICIBILE SOFFERENZA)
Ieri sera, è andata in onda su Sky la prima delle 8 puntate della fiction sulla biografia (furbescamente romanzata) di Benito Mussolini, scritta come noto da Antonio Scurati: l’ultimo tomo della quale – con l’epilogo della parabola mussoliniana, compreso si immagina Piazza Loreto con annessi e connessi – uscirà, con ben studiata mossa, il prossimo 25 Aprile.
Lo scrivente vi dice subito che non l’ha vista, ergo sulla questione della resa televisiva del romanzo non saprebbe proprio cosa dire (se qualche lettore vuole scrivere la sua, previa visione, benissimo venga: sarebbe un autentico valore aggiunto): eravamo reduci dall’uno-due sulla fiction su Leopardi (ci sarà un Ps ad hoc), e ieri sera c’era la serata alleniana su Raimovie (“Hannah e le sue sorelle”, sempre godibilissimo).
Permetteteci però di segnalare una cosa davvero curiosa, che non abbiamo potuto fare a meno di notare: sia Scurati che Luca Marinelli (l’attore che presta la sua faccia al Mussolini scuratiano) si dicono psicologicamente devastati, demoliti, distrutti dall’avere scritto – Scurati – e dall’avere interpretato davanti ad una cinepresa – Marinelli – la figura del Duce.
Scurati, addirittura, sul Venerdì della scorsa settimana – intervistato da Simonetta Fiori, e presentato ormai come simbolo vivente e faro intellettuale del neo antifascismo – dice di avere sofferto – durante la stesura dei tomi – di un autentico problema di “scissione”, in certi momenti non riuscendo neanche a riconoscere più la sua stessa voce rispetto a quella del fu Duce (all’inizio, pensavo fosse un qualcosa di autoironico, ma mi sbagliavo clamorosamente: in effetti, l’autoironia non si abbina molto a Scurati…).
Luca Marinelli, da par suo, non è certo da meno: intervistato da Walter Veltroni (sì, proprio lui: il noto berlingueriano mai stato comunista in vita sua), sul Corriere della sera del 6 Gennaio (pagg. 22-23), già dal titolo si capisce il travaglio interiore dell’uomo (“Interpretarlo è stato doloroso”); poi, si legge nel dettaglio, e davvero non si riesce a comprendere come Marinelli riesca ancora a camminare con le proprie gambe:
“…è stata una cosa per me veramente dolorosa, veramente forte, che naturalmente mi aspettavo, ma non pensavo di vivere con tanta intensità. Non mi volevo avvicinare a Mussolini e purtroppo ho dovuto farlo”.
Avendo questo Marinelli interpretato, fra gli altri, il ruolo di Diabolik (e Jeeg robot, poi?), chissà cosa avrà provato in quel caso.
Comunque, visto che l’anniversario – giugno 1924 – è ormai alle spalle, basta parlare di Giacomo Matteotti o di altri, è solo storia polverosa; volete mettere la perniciosa e drammatica attualità degli antifascisti targati Sky, con le scissioni psicologiche di Scurati ed i dolori del giovani Marinelli?
Ps 1 Il 7 gennaio, è caduto il decimo anniversario della strage di Charlie Hebdo; se una riflessione al volo, da Ps, è possibile, è questa: è cambiato, in questi 10 anni, il terrorismo islamista (più debole e frammentato, all’insegna dei “lupi solitari”), ma soprattutto – cosa che più ci dovrebbe fare riflettere – siamo profondamente cambiati noi. Il “Je suis Charlie” delle grandi manifestazioni del Gennaio 2015 è un ricordo lontano, ormai sbiadito: e francamente, a chi scrive non sembra un segno così positivo…
Ps 2 Il Caso Todde, da par suo, meriterebbe ben altro approfondimento (per intanto, la Presidente resta ben abbarbicata alla poltrona, ci mancherebbe, non è mica una politica come gli altri): forse, anche questi passaggi spiegano perché chi si oppone alla maggioranza attuale, alla fine, magari obtorto collo, voti sempre più il Pd e non certo il partititino contiano. Se la Todde doveva essere la punta di diamante del rinnovamento contiano, lo spettacolo che sta offrendo è un autentico regalo alla Schlein…
Ps 3 Entro Gennaio, riapertura del cinema Pendola: finalmente, ci siamo! La porta di sicurezza più laboriosa e defatigante d’Europa è stata alfine conclusa, e adesso – arrivate le ultime carte – quello che è diventato il cinema più longevo della città, potrà riaprire i battenti: se non è Gennaio, poco dopo. Gaudeamus igitur.
Ps 4 Ieri, evento leopardiano in Sala storica: lo scrivente ha discettato della fiction di Rai1 dedicata a Giacomo Leopardi – per la regia di Sergio Rubini -, andata in onda in settimana (adesso, su Raiplay). Aldo Grasso – sul Corriere della sera di giovedì – l’ha stroncata in modo davvero durissimo, a nostro parere eccessivo, pur restando un’occasione in larga parte spesa male (il film di Martone, del 2014, era assai meglio, per farla breve). In ogni caso, la Rai in questo caso ha fatto il servizio pubblico, e noi – nel nostro piccolo – lo stesso, offrendo una serata di approfondimento leopardiano ad un pubblico che mai ci saremmo atteso essere così numeroso: benissimo così, ovviamente…
Ottima serata offerta dall’Eretico. Ma facciamole girare un po’ le nostre rotelle celebrali invece di ubriacarsi di trasmissioni stupide ed inutili con tanta pubblicità nel mezzo. Lo sceneggiato televisivo sul Leopardi giudicato in senso positivo puo’ essere stato utile più simpatico e più umano a chi lo deve studiare a scuola, non era una figura statica fuori dalla realtà solo da studiare e digerire la sua pessimistica filosofia. In negativo c’è da evidenziare il problema del fono certe volte troppo basso, ma migliorato nella seconda parte; il fatto di figurare il Poeta come una persona solo un po’ malaticcia, senza il suo principale difetto fisico, sorvola parzialmente la sua sfortuna causa anche del suo eterno pessimismo contro la Natura maligna. C’è infine il compromesso di inserire le pene d’amore per la Fanny Targioni Tozzetti, mentre quest’ultima amava l’amico Ranieri, con qualche scena un po’ osè (bella la Buscemi), quasi una storia da teleromanzo, forse per fare interessare ed assimilare più piacevolmente il messaggio letterario del Leopardi – buone le declamazioni delle sue poesie – per chi lo deve studiare a scuola o chi invece, già ex studente, lo aveva odiato e non capito in gioventù. Insomma, giudizio positivo, tutto sommato ho visto di molto peggio, comunque ho trovato migliore e meno frivolo il film su Leopardi del 2012 di Martone “Il giovane favoloso”.
La liberazione della Sala e’ un grande successo della Meloni, che si è districata con abilità nel triangolo diplomatico Italia,Iran, USA ed il recente incontro con Trump ha dato, a mio avviso, il via a tutto. Penso che la premier possa addirittura giocare un ruolo di rilevo nei tentativi di soluzione del conflitto Ucraino, che stanno faticosamente abbozzandosi con l’incontro, che sembra ormai certo, tra Trump/Putin e con quello Zalenski/Meloni .
Invece nei confronti di Musk la posizione della Meloni non mi sembra convincente e personalmente andrei invece con i piedi di piombo, proprio per l’interesse nazionale di difesa sotteso alla questione dei satelliti, considerando che Musk non è – e mi fermo qui – un quisque de populo………
Mussolini:ho letto il libro di Scurati e stimo come attore Marinelli. Dopo aver letto però delle “sofferenze” patite da entrambi, a cui hai accennato, mi ero ripromesso di non vedere la serie. Veramente patetici!
Spinto però dalla curiosità, ho iniziato a guardare il primo episodio……..mi sono bastati dieci minuti di visione, in cui dalle parole del Duce/Marinelli si disvela il disegno politico della serie (il solito refrain sull’attuale pericolo fascista) per ritornare sui miei passi.
Fausto
Caro Fausto,
almeno tu dieci minuti te li sei concessi, suvvia…
Penso abbia ragione De Robertis (Nazione odierna): la fiction su Mussolini ha i suoi punti forti a livello di resa televisiva, certo, ma la Storia è un’altra cosa, e purtroppo c’è chi pensa di poterla imparare guardando le serie Tv.
Segnalo un buon film veduto ieri: “Conclave”; teso, vibrante, ottimamente recitato: certo, sembra uno spot del papato progressista, questo sì…
Buona domenica – laicissima, financo paganeggiante- dall’eretico!
Caso Todde. Non per vantarmi, ma tempo fa avevo previsto il declino del Movimento 5 Stelle paragonandolo al fu “Uomo Qualunque”. Anche quello si basava sulla sfiducia nei partiti normali, ma non aveva un preciso programma politico, solo una sterile protesta contro tutto. Il caso Grillo, le varie dimissioni dei fondatori da Di Battista a Di Maio, e l’ascesa di Conte che ne ha cambiato l’indirizzo iniziale, hanno causato il declino. Forse se non fosse morto Casaleggio, che era il guru del Movimento 5 Stelle, forse con la sua moderazione qualche problema sarebbe stato evitato, ma rimane solo un’ipotesi. Ci sta guadagnando la Schlein perché molti degli elettori del M5S, stanno ritornando nel Pd, da dove provenivano prima di aderire a questo partito ormai morente.
Il M5S è arrivato al capolinea. Da principali oppositori del PD a stampella del PD. Una barzelletta! La Todde piena espressione del campo largo alla mortadellone. Robbertino stravede per Mortadellone.
Comunque sia Scurati è proprio bravo, sarà che sono appassionato sia di romanzi storici che di romanzi distopici ma insomma il suo è proprio un bello scrivere, e se ha sofferto nello scriverlo pazienza, quello che conta è il risulato, proprio oggi ho acquistato l’ultimo libro della saga mussoliniana e penso non deluderà le mie aspettative. La serie tv me la guarderò con calma tanto per quella c’è sempre tempo, buona serata.
Bisognerebbe domandarsi il perché non si abbiano alternative valide ai satelliti USA.
La verità è che Italia ed Europa hanno sistematicamente mancato le principali rivoluzioni tecnologiche degli ultimi 40 anni. Un declino strutturale, un gap incolmabile figli della nostra mentalità, delle nostre priorità di allocazione delle risorse.
Speriamo che gli istruttori amministrativi che comune & provincia di Siena si apprestano “finalmente” ad assumere vengano conteggiati da Trump tra le spese militari..
Lo scopo della serie M è lenire la sofferenza che lacera di questi tempi i Marxisti della ztl (i mandanti morali dei pidocchi che imbrattano sinagoghe).
Come fiction non mi è dispiaciuta.
Credo non ci sia bisogno di scomodare satelliti e intelligenza artificiale (e nemmeno la vendita agli americani della rete TIM) per capire che Italia e Europa stanno arretrando in tutti i settori tecnologia, da decenni oramai. Banalmente: quando accendiamo un PC o uno smartphone, cosa trovate di europeo nell’hardware e nel software? Assolutamente nulla. Ricordo circa venticinque anni fa il mio professore di elettronica profetizzare: finiremo a vendere pizze ai coreani…aveva scambiato i coreani coi cinesi, ma l’aveva dato alla grande
Liberato anche Abedini: una pernacchia ci sonmergerà! Forse un profilo più basso sarebbe stato più appropriato…
Caro Superciuk,
in tutta franchezza io mi sarei aspettato, in effetti, prima i domiciliari per il dronista iraniano (ergo, senza estradizione), e poi – a fari spenti – la riconsegna all’Iran: sarebbe stata cosa fatta meglio, suvvia…
Buona settimana ai lettori!
Per quanto riguarda il filmetto sul DUCE, che dire… perlatene bene, parlatene male, purchè se ne parli. Onore ai Tifosi della Juve Stabia! Ha segato Romano MUSSOLINI! Ha segnato Romano MUSSOLINI!! X
Discussioni sterili sulla serie ispirata da “M” di Scurati, Mussolini si, Mussolini no, è stata rispettata la vera storia o meno. Il fatto è che con tutte le rivolte pro Ramy in diverse città italiane quegli agitatori stanno facendo un piacere alla pessima vera Destra, quella che nel passato ha fatto danni. Agitatori dei centri sociali ed i maranza, figli di migranti di seconda generazione, stanno creando una crescente antipatia verso chi sbarca dai barconi che se questa brutta situazione non verrà risolta potrà avere pessimi sviluppi futuri. Già ora a molti, tanti, questi sgraditi ospiti cominciano a stare sui “cosiddetti” tanto che l’onda di malcontento potrebbe travolgere gli stessi moderati di centro destra ed allora ci troveremo proprio in una situazione tanto minacciata dalla pseudo sinistra. Questi incoscienti invece di collaborare col Governo per calmare gli animi, scioccamente speculano sui disordini credendo che tutto questo ne faciliti la caduta; invece si devono aspettare che potrebbero perdere ancora tantissimi voti da chi vuole essere più sicuro, ovunque dalla casa alle strade. Tornando a Ramy ricordiamo che se lui ed il suo amico si fossero fermati al posto di blocco dei carabinieri, tutto questo casino non ci sarebbe stato; gli unici che si salvano sono i familiari del ragazzo che fin da subito si sono dissociati da ogni strumentalizzazione politica chiedendo giustamente solo il silenzio ed il rispetto al loro dolore. Cercare il buono, anche trai migranti ed ex ci sono molte brave persone meritevoli di rispetto. Sarebbe bene quindi che una certa parte politica, amante, si fa per dire, delle classi disagiate, invece di fomentare l’odio dovrebbe calmare gli animi, non colpevolizzare a priori le Forze dell’Ordine, ma attenersi ai fatti realmente accaduti, che non evidenziano mancanze da parte loro. Al contrario senza il rispetto della legalità si rischia di arrivare ad un clima di insicurezza stile 1919, che chi conosce la Storia sa come poi finì.