Eretico di Siena31 dicembre 2024: Sala, Carter, un angelo (e 5 Ps) - Eretico di Siena

31 dicembre 2024: Sala, Carter, un angelo (e 5 Ps)

Abbiamo assistito – mentre ci ingozzavamo di salmone norvegese e, poi, di un saporitissimo cotechino con lenticchie (che originalità, eh?) – al discorso del Presidente Mattarella: siamo a priori d’accordo su tutto (ci preme peraltro segnalare un punto che ben pochi avranno memorizzato: quello sullo spopolamento dei “luoghi interni e montani”, piaga – antropologica, sociale e storica ad un tempo – da non sottovalutare).

Chiudiamo a questo punto con l’ultimo pezzo di questo intenso, intensissimo (a volte anche troppo) 2024…

 

LA MORTE DI JIMMY CARTER

La fine del 2024 ha visto la morte di Jimmy Carter, Presidente USA dal 1976 al 1980: fra l’altro, unico Presidente democratico a non essere stato rieletto negli ultimi decenni, a parte Joe Biden (ancora in carica fino al 20 gennaio, giova ricordare).

Carter ha sempre goduto, a partire dagli USA stessi, di cattiva stampa: fallì, certo, il blitz per liberare gli ostaggi americani a Teheran, e questo oggettivo fiasco venne enfatizzato, mentre un caso simile – non uguale, certo – come quello della Baia dei porci è stato invece quasi dimenticato; John Fitzgerald Kennedy era un Kennedy, aveva una moglie assai glamour ed era financo belloccio, mentre Jimmy Carter era un imprenditore – ramo noccioline -, veniva dalla Georgia, aveva una moglie normale, ed era anche fedele: non c’è passo, suvvia…

Carter fu, invece, il Presidente che continuò molte innovazioni volute da L. Johnson nel decennio pregresso (quello della Big society), soprattutto facendo entrare donne e neri in punti chiave; anticipò pulsioni ambientaliste (serie, non aprioristicamente ideologiche); andò avanti nella chiave delle trattative sul disarmo con l’URSS (di là c’era Breznev, ricordiamoci anche questo). Secondo Rampini (Corriere della sera di ieri), ci fu fra lui ed il suo successore Reagan molta meno discontinuità di quanto siamo abituati a pensare.

Soprattutto, Carter riuscì a raggiungere l’intesa fra Egitto (Sadat) ed Israele (Premier Begin), a Camp David nel 1978: accordo assolutamente cruciale, il quale ancora dura, a distanza di quasi mezzo secolo.

Certo, fu poi battuto nettamente dall’ex attore – ed anche Governatore della California – Ronald Reagan: in democrazia, succede; dopo, con il secondo tempo del suo impegno politico, si è preso gran belle rivincite, in particolare con il meritatissimo Nobel del 2002.

Ha rappresentato una modalità di fare politica del tutto agli antipodi rispetto alla attuale: si pensi a Trump, il quale lo ha in pratica insultato in campagna elettorale, per poi elogiarlo, a caldo, nel post mortem (andrà ai funerali di Stato a Washington, il 9 gennaio?); segno dei tempi, chiosano in molti: visto che, in questa parte del mondo, siamo ancora dotati di libertà di pensiero, si può scrivere che – dal punto di vista del modo di fare politica – ci garbavano più quelli di Jimmy Carter?

 

LA CARCERAZIONE IRANIANA DI CECILIA SALA

Cecilia Sala è una giornalista free lance, la quale collabora con varie testate (Il Foglio in particolare, fra quelle cartacee); il 19 dicembre – come si è saputo solo una settimana dopo, peraltro – è stata arrestata dalle autorità iraniane. La motivazione – a quanto è uscito, giusto ieri – è del tutto vaga e generica: di avere trasgredito alle leggi della Repubblica (islamica, e teocratica, incidentalmente) iraniana, fondata da quel Khomeini che, nel 1979, aveva sedotto politicamente, oltre al mondo islamico (sciita), anche tanta parte della Sinistra occidentale, italiota compresa.

Come ormai è del tutto evidente, l’arresto arbitrario della 29enne italiana è solo un modo per ottenere la liberazione, da parte dell’Italia, dell’ingegnere iraniano (di passaporto anche svizzero, si ricordi) arrestato a Malpensa, su pressione USA, guarda caso esattamente 3 giorni prima dell’arresto della povera Cecilia a Teheran.

La via diplomatica è alquanto complessa, e davvero assai stretta: da una parte, ci sono i rapporti con gli USA (dopo la clamorosa figuraccia del trafficante russo Uss, che l’Italia si è fatto sfuggire nel 2023: diciamo per un braccialetto elettronico male funzionante, suvvia); dall’altra, quelli con una potenza comunque importante, con la quale l’Italia ha rapporti geopolitici, nonché commerciali, da decenni, anche dopo la Rivoluzione islamista del 1979.

Verosimilmente, la strada sarà lunga (speriamo di no, ma così è verosimile); quanto all’esito, prepariamoci: mettere d’accordo tutti, non creare scontento, sarà letteralmente impossibile.

Speriamo bene, ed auguriamoci che la brava giornalista – una volta liberata – sappia essere riconoscente verso chi si è adoperato a suo favore: di Giuliana Sgrena (fortunatamente), ce ne è una sola, e ci è bastata ed avanzata quella…

 

UN ANGELO, DI NOME DANIELE

Per chiudere sul passaggio fra il 31 dicembre e Capodanno, avevo in mente spunti culturali: dal Leopardi delle Operette morali in giù, c’è solo l’imbarazzo della scelta; poi, però, giusto ieri mattina mi è accaduta una cosa – spiacevole, ma risolta senza problemi -, la quale a mio modo di vedere non solo merita di essere raccontata, ma può financo servire come augurio, a tutti i lettori, di un gratificante 2025. All’insegna di una considerazione: se tutti noi sic et simpliciter facessimo al meglio il nostro (o i nostri) lavori – e lo facessimo con quel minimo di garbo che non guasta mai -, il nostro piccolo mondo sarebbe di certo un posto assai migliore in cui vivere.

Il “fattaccio”, ordunque: ieri mattina, verso le 9,30, il vostro blogger preferito stava percorrendo con la sua Golf la Siena-Grosseto, in direzione Grosseto (fra le altre cose, volevo passare – e sono poi in effetti passato – da Niccioleta, luogo della strage nazifascista del giugno 1944: un giorno, i lettori sapranno il perché…); all’improvviso (sarebbe stato ben strano il contrario, eh), sento che la mia macchina perde aderenza, che c’è comunque qualcosa, di assai serio, che proprio non va: sono all’altezza di Lampugnano, in pieno contesto di strada-cantiere. Due sole corsie, e non c’è mezzo posto per fermarsi, sic; attraverso la breve galleria, e poi mi fermo, poco dopo, nella corsia che porta all’uscita di Civitella. Vedo che la gomma posteriore sinistra si è pressoché squarciata.

Sto per mettere il triangolo, allorquando una macchina dell’Anas si ferma dietro la mia: ne esce un 45enne, capello a coda di cavallo, il quale, con accento romano, mi suggerisce di salire verso la rotonda di Civitella, per maggiore sicurezza.

Il suo minimo sindacale, a quel punto, lui lo aveva fatto: era di servizio in quel tratto, doveva certo fermarsi vedendo un veicolo fermo (anche se io ero in un punto non così pericoloso). Poteva limitarsi a quello, salutarmi e proseguire.

Salito all’ingresso di Civitella, me lo trovo invece dietro; e siccome, di certo, mi riesce molto meglio lo scrivere (o anche altro, suvvia), che non il cambiare gomme, e visto che mi è venuto dietro, gli chiedo se gentilmente mi possa dare una mano (cosa di certo esulante dal suo compito professionale): nonostante qualche difficoltà – quei maledetti bulloni, che non si allentano neanche a salirci sopra con il peso di tutto il corpo -, alla fine la posteriore sinistra è cambiata. Al 90% – diciamocela tutta – il merito è suo.

Sapendo che i dipendenti Anas non possono essere pagati, gli offro una cifra (irrisoria) per prendersi un caffè: proposta – decente, credo – rifiutata in toto.

Ah, prima di salutarlo, gli chiedo il nome: si chiama Daniele. Il mio angelo di fine 2024…

 

Ps 1 In questi ultimi giorni del 2024, ci ha lasciato il giornalista (sportivo e non) e scrittore Gian Paolo Ormezzano (89 anni): GPO, come lui stesso amava firmarsi. Forse ultimo epigono di quello stuolo di giornalisti (i quali avevano un back ground culturale di assoluto rispetto) che trattavano il poker aureo dello sport (calcio, ciclismo, boxe ed atletica leggera) con un loro stile: colto, ironico, certo non urlato come i posseduti odierni. Tony Damascelli, nel suo bel “coccodrillo” (Il Giornale, 28 dicembre), ricorda una confidenza che GPO gli aveva fatto, anni or sono: di essere stato, in contemporanea, firma di Famiglia cristiana e di un non meglio precisato “giornaletto pornografico” (in modo anonimo); la circostanza non ci stupisce affatto, e ci immaginiamo GPO – davanti ad un buon Barbera o ad un rutilante Rossese – a ricordarla, con grande divertimento, proprio di gusto…

Ps 2 Siamo arrivati a 25 anni di potere di Vladimir Putin: il 31 dicembre 1999 – mentre il mondo si preparava con ansia al Millennium bug, e più modestamente, a Sienina, ci si apprestava al concertone di Gianni Morandi (fresco ottuagenario: auguri!) – un ormai impresentabile Boris Eltsin affidava il governo della Russia all’allora del tutto sconosciuto Vladimir Putin. Il quale, nei successivi 25 anni, abbiamo invece imparato a conoscere, anche sin troppo bene…

Ps 3 Operazione antidroga (“fumo” e cocaina), ieri, a Sienina: una inchiesta che si protraeva da tempo, e che ha messo ieri un punto fermo, con 18 provvedimenti; coinvolte anche figure “insospettabili”, come si usa dire in questi casi. Rampolli della “Siena bene”, sempre come si usa dire. Toh, e chi l’avrebbe mai anche solo potuto pensare, di grazia?

Ps 4 Giusto oggi, il Comune ha confermato la dottoressa Sara Centi in qualità di Direttrice della augusta Biblioteca comunale, per i prossimi due anni (giacché molti fanno confusione: lo scrivente riveste il ruolo di Presidente, che ha altre funzioni). Che dire, se non augurare buon lavoro?!

Ps 5 Frase cult di questo 31 dicembre (2024), dalla penna del corrosivo Charles Bukowski: “non sopporto questa ricorrenza: le strade sono sempre piene di alcolizzati improvvisati…”.

13 Commenti su 31 dicembre 2024: Sala, Carter, un angelo (e 5 Ps)

  1. VEDO SEMPRE PIU' NERO scrive:

    Che dire su Carter? Una brava persona, migliore di tanti altri Presidenti. Come già detto sottovalutato rispetto JF Kennedy per esempio, ricordiamo la brutta figura della Baia dei Porci.Carter è stato sempre ignorato eppure ha raggiunto ottimi traguardi politi con la Russia, Egitto, Israele ed altro. Ora arriva Trump e speriamo bene, certo sarà difficile fare peggio di Rimbabiden. Il discorso di Mattarella me lo sono perso, ma proprio non interessa affatto, mi sono risparmiato una marea di frasi fatte, discorsi ovvii, promesse fatue. L’italietta ha fatto l’ennesima figura di colonia con l’arresto dell’iraniano comandato dagli USA e contemporaneo sequestro della bella giornalista italiana Cecilia Sala, speriamo che la cosa si risolva presto. O vai anche Capodanno ce lo siamo quasi digerito, ora rimane solo la Befana e poi la fine delle mielose Feste dell’ipocrisia, dal sette gennaio la gente ritorna meno buona e celestiale. Col carnevale incombente, qualcuno se ne approfitterà per togliersi qualche sassolino dalla scarpa, occhio agli scherzi. Per il momento auguri a tutte le donne in occasione della Befana in particolare a certe femministe: godetevi la vita che il Tempo è tiranno e poi nessuno vi guarda più!!!

  2. VEDO SEMPRE PIU' NERO scrive:

    Feste di fine anno. La decadenza della Germania, sempre più in mano degli extracomunitari, a partire dai turchi e siriani che nonostante la fine della dittatura non se ne vogliono andare a casa loro. Moltissime vittime per i botti di capodanno; Berlino uguale Napoli anche se i partenopei stavolta sono stati molto più civili, solo feriti e meno che a Berlino. Da noi siamo stati più calmi, ma sempre zero tolleranza per questi intrusi.

  3. Ics scrive:

    Carter paga la responsabilità storica di non avere evitato l’ascesa del fondamentalismo sciita. Ad oggi l’Iran rimane l’ostacolo più rilevante alla definitiva pacificazione dell’area medio-orientale.

    Cecilia Sala non si era mai espressa in maniera ostile nei confronti del regime iraniano ed oggi paga il prezzo di questa sua immotivata fiducia nel dialogo.
    Fa parte della schiera degli “idealisti” occidentali che dal 7 ottobre 2023 pretendono di spiegarci che Netanyahu è un criminale e Pezeshkian un riformista.

    Magdeburgo, New Orleans, Berlino, Rimini sono gli ennesimi campanelli d’allarme.
    L’immigrazione islamica è un problema evidente, concreto che gli “idealisti” continuano a voler rimuovere, minimizzare.
    È tempo di risolverlo.

    • Anonimo scrive:

      ……sono d’accordo che l’immigrazione islamica sia un problema da risolvere….

      • Anonimo scrive:

        ….tanto per dire: un gruppo di immigrati a Milano ha festeggiato il capodanno, al grido “ fanculo italia” “polizia di merda”, tanto, evidentemente, per ringraziare dell’ospitalità e dell’accoglienza a loro riservata.
        Ma non finisce qua. L’immagine plastica della loro ingratitudine e della nostra idiozia sta nel dito medio alzato a favore di telecamera che riprendeva la scena.

        Fausto

        • Eretico scrive:

          Caro Fausto,
          per intanto buon 2025 a te, come ovviamente – e di nuovo – a tutti i lettori!

          Ho visto quelle immagini, davvero riprovevoli: enfatizzate dagli opinionisti di destra, certo (ma il fatto è davvero significativo e grave), ma al contempo clamorosamente sottovalutate dall’opposizione.

          Sentire l’onorevole Morani (Pd) dire che si trattava di “teppistelli”, ovviamente dissociandosi da loro (si può essere d’accordo?), mi ha fatto raggelare: ho qualche buon libro alle spalle, per ricordare quante volte questa parte politica ha clamorosamente sottovalutato la gravità di certi fenomeni.

          L’eretico

    • VEDO SEMPRE PIU' NERO scrive:

      Sui disordini provocati nel fine anno dai mussulmani in Italia ed Europa. E’ inutile che anche l’omino in bianco predichi la pace e la tolleranza con i mussulmani. La loro religione e la mentalità retrograda sono degli ostacoli troppo grossi per avere un buon rapporto di rispetto reciproco. Nessuna accoglienza, tolleranza zero con i mussulmani, meno ci sono da noi meglio è, aiutare i più moderati a casa loro. La differenza tra noi e loro è che noi, di base, siamo per la fratellanza e solidarietà tra tutte le persone; il loro scopo principale è quello di conquistare il mondo imponendo la sharia. Anche la religione cattolica ha avuto degli alti e bassi, ma ci siamo evoluti, loro invece hanno fatto il gambero ed ora ci vorrebbero imporre le loro leggi assurde. Questo Governo un po’ mi delude perché è troppo morbido con gli immigrati più turbolnti, dovrebbero esserci molti rimpatri forzati e basta con la menata dei Paesi insicuri, con il loro comportamento stanno rendendo l’Italia insicura.

    • Roberto scrive:

      A parte i discorsi teorici (ok, se negli USA non fosse mai stato permesso l’ingresso agli islamici, forse gli avi del terrorista ex membro dell’esercito americano di New Orleans non sarebbero emigrati li, e quindi egli sarebbe nato in qualche altro paese, il ragionamento non fa una piega,no? ), bisogna capire cosa fare. Rispedire tutti gli islamici
      americani indistintamente nei paesi di origine? Può darsi che Trump ci riesca. Poi magari potrebbe decidere di rispedire in Italia tutti i nostri concittadini emigrati da 150 anni a questa parte, per sradicare la mafia italoamericana.

      • Roberto scrive:

        P.S.: i matti che sparano e uccidono a migliaia i loro concittadini in scuole e college sono quasi tutti bianchi di origine europea. Probabilmente in USA dovrebbero essere cacciati via tutti i cittadini di origine europea e restituire la terra agli ‘indiani’

        • Ics scrive:

          Nei “neomarxisti” c’è ancora la convinzione di poter convertire alla causa gli islamici.
          La storia ha già dimostrato come tale certezza sia priva di basi. Il movimento marxista partecipò attivamente alla caduta dello scià di persia per poi essere malamente purgato. Andò maluccio anche ai russi in Afghanistan.
          I cinesi hanno studiato e gli uiguri vengono mandati nei campi “rieducativi”.
          Perfino gli USA, ad oggi il miglior modello pratico di assimilazione e valorizzazione dell’immigrato, fanno fatica con la componente islamica.
          Bisogna essere razionali e concreti: non esiste nessun diritto all’accoglienza (a maggior ragione per chi non ha volontà di integrarsi).

  4. Superciuk scrive:

    Cecilia Sala: tutta colpa dei cattivoni americani a cui l’Italia è asservita. Questa è una tesi che lentamente striscia e viene insinuata, non solo da giornali usi a sostenere tesi siffatte (tipo il fatto) ma incredibilmente, proprio ieri sera, anche da una giornalista del Corriere. Giova ricordare che verso l’ingegnere iraniano era stato spiccato un mandato di cattura internazionale, e sia l’arresto che la detenzione sono avvenuti nel pieno rispetto del diritto. Per Cecilia Sala invece si tratta di un ignobile arresto con ricatto annesso. Tutto ciò che ho detto è banale, ma vale la pena ripeterlo, non si sa mai

    • Eretico scrive:

      Caro Superciuk,
      fai molto bene a cogliere questo scivoloso passaggio (compresa la presa di posizione della Sarzanini, cui penso tu ti riferisca, la quale ha sorpreso anche lo scrivente).

      Quello dell’iraniano, è un arresto che rispetta in pieno il Diritto internazionale; quello della Sala è tutt’altro, collocandosi a metà fra l’arresto arbitrario ed il sequestro di Stato (più il secondo del primo).
      Di più: seguendo questo concetto (secondo il quale, arrestando l’ingegnere iraniano, siamo schiavi degli USA), allora quando gli statunitensi arrestano a casa loro un mafioso e poi ce lo consegnano estradandolo, loro sarebbero schiavi nostri, sic…

      L’eretico

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