Bagatelle paliesche: animalisti, polemisti, non corteo (con gaffe di Tomaso)
Pur con un giorno di ritardo, anche questo Palio è stato finalmente consegnato alla Historia: è stato certo assai movimentato, ma nel complesso nessuno alla fine si è fatto male (tutti a cavallo, i 10 fu “assassini”), e noi – come di consueto – scriviamo le nostre bagatelle ad hoc: non prima di avere fatto i sinceri complimenti alla Lupa ed al buon Dino Pes, tanto scrafiato negli ultimi anni; il contesto internazionale – sul quale si tornerà, ovviamente, nei prossimi pezzi – vede l’Iran ancora incerto sul da farsi con Israele (da almeno 13 giorni si attende ciò che non è ancora accaduto), mentre si sta stabilizzando il fronte, a guida ucraina, nella regione – fino al 5 agosto russa – di Kursk: la clamorosa avanzata di Kiev è andata avanti (così come i russi, peraltro, stanno progredendo da par loro nel Donbass). Non è, insomma, ancora tempo di pace: né in Medio oriente né fra Russia ed Ucraina; fra i due fronti, ad oggi, è più facile (meno difficile) che le armi tacciano in Medio oriente, che in Europa dell’Est…
ANIMALISTI IN FONTE GAJA: IL GRANDE EQUIVOCO
Andavamo a giro in pantaloncini corti (peraltro, continuiamo a farlo anche oggi…), quando sentivamo parlare, in modo concitato assai, omoni ed omini di Contrada, all’insegna del “magari venissero in piazza questi animalisti, una volta tanto, così ci si farebbe subito un bel battuto”, o giù di lì.
Il 16 agosto 2024 – dono anni, se non decenni, di attesa – tutto ciò si è finalmente verificato: 4 giovanotti di una organizzazione animalista, verso le 20 sono entrati all’interno di Fonte Gaja, a prima vista per protestare contro i presunti maltrattamenti contro gli animali.
Lo striscione “Basta sfruttamento animale” – contraddistinto da un lodevole afflato marxisteggiante, con tanto di salto di specie incluso (da “uomo sull’uomo”, a “uomo sul cavallo”) è stato ben filmato da un altro attivista, e sarà già virale nel mondo animalista, all over Italy e magari anche oltre. Le Forze dell’ordine, dopo una oretta, sono intervenute ed hanno portato via i 4, che hanno opposto resistenza passiva fino all’ultimo.
Che dire? E se invece fosse stata tutta una pantomima, e i giovanotti avessero solo voluto provare a vedere meglio – dall’interno, e con il refrigerio dell’acqua – la meravigliosa copia del capolavoro di Jacopo, opera del Sarrocchi? A maggior ragione, visto che il 2024 ricorre il bicentenario della nascita del grandissimo scultore senese, amico ed allievo del Duprè (sia in Sala storica – con Albertone Cornice -, che in Tartuca – con Nanni Mazzini – ne abbiamo parlato a lungo, nei mesi scorsi).
Insomma, bastava che ci chiamassero, e tutti e tre avremmo fatto loro volentieri da ciceroni, introducendo l’argomento a loro così a cuore: purché, poi, ci ricompensassero con una grigliata mista, dopo. Di maiale, non certo di cavallo…
LA QUESTIONE DEL (NON) CORTEO
Il Palio si è corso il 17 agosto, alle 19, ma senza il Corteo storico (che era iniziato il 16 pomeriggio): e la decisione, presa nella riunione post rinvio del fine pomeriggio del 16, ha suscitato molte polemiche (alcune delle quali spazzate subito via dalla disputa della carriera, altre forse di più durevole vita: come sempre, staremo a vedere nel prosieguo).
Sul Corriere di Siena odierno (17 agosto), erano riportate a tal proposito le critiche dell’ex Sindaco Bruno Valentini (che il Corteo lo avrebbe fatto di sicuro, dice lui); di Pierluigi Piccini (oggi Assessore a Piancastagnaio, in cui proprio oggi ferveva il locale Paliotto, di cui non conosciamo l’esito); in più ed infine, c’era un articolo di Stefano Bisi, polemico sulla decisione: tutti e tre, con accenti diversi ma alla fine coincidenti, molto, molto, molto critici con la decisione del Sindaco, peraltro avallata dai Capitani.
Ora, i lettori capiranno bene che, a fronte di cotanto tris, lo scrivente sarebbe stato ben contento e lieto di schierarsi contro di loro, ma francamente – al di là delle schermaglie regolamentari (articoli 72 e 90, in particolare), non abbiamo davvero capito fino in fondo che problema aggiuntivo avrebbe recato, l’effettuazione del succitato Corteo.
Parlando con alcuni Priori, infine, abbiamo saputo che il loro parere non era stato in alcun modo richiesto, ed anche questa è cosa opinabile. Evidentemente, c’è qualcosa che ha reso la pista più “sicura”, senza il passaggio dei monturati, e siamo noi a non averlo capito…
TRE POLEMISTI PALIESCHI: EMGIA, MELE, MONTOMOLI
Emilio Giannelli, detto Emgia; Pietro Mele; Emanuele Montomoli: cosa hanno in comune questi tre senesi, di grazia? Svolgono professioni qualificate assai, ma assai differenti l’una dall’altra; hanno età diverse, pur essendo ormai tutti ben maggiorenni; appartengono – avvicinando il focus – a tre diverse Contrade (nell’ordine di citazione, per i tanti lettori non avvezzi alle paliesche cose: Drago, Torre, Istrice).
La cosa che li accomuna è che – peraltro in piena, anzi pienissima, continuità con quanto già fatto in passato – per questo mezzo agosto i tre hanno aperto fronti polemici, fronti che hanno in comune il cambiamento (stravolgimento?) del Palio negli ultimi decenni.
Lo scrivente – pur nella diversità delle relazioni che intrattiene con ognuno di loro -, conosce da anni tutti e tre; ciò detto, siamo ben consci che – quando una persona tocca il Palio (salvo che sia un fantino, ovviamente) – a Sienina si cammina sui carboni ardenti: si può però parimenti scrivere che polemiche e provocazioni – se portate avanti civilmente, nonché da persone comunque a conoscenza di ciò di cui parlano, come nel caso di specie – siano da ascoltare con attenzione, con lo stimolo culturale che meritano?
Giannelli ha svariato su numerose tematiche, e ci è piaciuta molto, in particolare, la polemica contro il politicamente corretto, eccessivo, dei Numeri unici delle Contrade (solo Emilio, poteva dire impunemente una cosa così: Dio ce lo conservi anche per questo!), pubblicazioni ormai omologate, tutte uguali, salvo minime differenze, con la carrellata di foto in larga parte atte solo ad alimentare il narcisismo dei fotografati (speriamo che Onda e Lupa sappiano dare un minimo segno di discontinuità, in questo 2024).
Pietro Mele, da par suo, dai microfoni di Siena Tv ha, ancora una volta, tuonato contro il Palio in mano ai fantini (specie ad alcuni), più che alle dirigenze, all’uopo votate dai contradaioli: sarà diventato un luogo comune il lamentarsene, ma è purtroppo vero che la realtà effettuale delle vicende paliesche va in quella precipua direzione, inutile girarci intorno.
Emanuele Montomoli, infine, ha stigmatizzato il numero eccessivo dei partecipanti a certe cene contradaiole, e soprattutto si è speso assai polemicamente sulla “economia del Palio”, la quale non porta certo giovamento alle Contrade ed alla città tutta, ma solo ad un ristretto e privilegiato gruppo di gran furboni. Certe espressioni (“sagre paesane”) possono senz’altro disturbare la sensibilità di molti, ma lo spunto di Montomoli non può essere lasciato cadere come se fosse mancante di ogni appiglio alla realtà.
Queste sono tematiche su cui sarebbe giusto discutere durante la mitica invernata: ma tranquilli, non si farà; perché nei prossimi mesi – anche giustamente, sia ben chiaro – saremo tutti impegnati a fare le nostre cose, e nell’estate 2025 sia Emgia, che Pietro Mele che Emanuele Montomoli potranno tranquillamente ripetere le loro inascoltate denunce.
Così è, se vi pare (e se non vi pare, così è lo stesso): poi, però, non scandalizziamoci se viene fuori un articolo come quello apparso sul Washington Post – a firma Rick Reilly -, con tutte le sue imprecisioni ed insinuazioni. A proposito, un consiglio: che nessuno quereli il buon Reilly, perché poi – oltre a farlo assurgere a vittima, in una Nazione in cui la libertà di stampa è cosa seria -, poi ci sarebbe da discutere in Tribunale di alcune delle tematiche poste dal Washington Post: anche no, date retta…
Ps 1 La scomparsa di Alain Delon (ad 88 anni) rappresenta la fine di un mito francese: come attore, Lino Ventura o Jean Gabin – per fare solo un paio di esempi di francesi – erano di due spanne superiori, non una, pur essendo Delon negli anni cresciuto dal punto di vista professionale; il bellissimo Alain, senza l’attenzione (omosessuale) di un certo Luchino Visconti, peraltro avrebbe continuato a fare tutt’altro, nella vita: Alain Delon, però, era Alain Delon, punto e basta…
Ps 2 Ius scholae, ius soli, nihil (se si dà di Latinorum, noi si va in brodo di giuggiole, eh)? Ego opto pro iure scholae…
Ps 3 Nelle ore scorse, sono uscite foto di Imane Khelif – la ormai famosa pugile tunisina – in versione femminile e diciamo pure glamour: a parte tutto il resto (per l’ultima volta: il problema testosteronico è concreto e serio), si evince che, da parte di chi ha rizzato in modo più violento la polemica, c’è un problema di fondo: il non avere capito che una donna – a seconda del contesto in cui la si vede – può trasformarsi, ed in modo a dir poco drastico. Non facciamo esempi, per amor di Patria (che è donna essa stessa, non a caso…).
Ps 4 Venenum in cauda: sul Venerdì di Repubblica di questa settimana, all’interno della sua rubrica (“Ora d’Arte”, pagina 87), Tomaso Montanari scrive – dicendo anche cose stimolanti e ben poste – della berniniana Cappella del Voto, all’interno della nostra strepitosa Cattedrale (quella in cui ieri sono entrati i lupaioli, peraltro). Peccato, davvero, per un errore davvero clamoroso, da matita blu e doppia sottolineatura: all’interno del pezzo, Santa Caterina e San Bernardino sono definiti “patroni di Siena”.
Errore tanto evidente e macroscopico, da risultare quasi non credibile, da parte di uno studioso (cattolicissimo, fra l’altro) come il professor Montanari: eppur carta canta, fino a prova del contrario; ci aspettiamo a questo punto che – venerdì prossimo, nel prossimo numero del Venerdì – arrivi la doverosa correzione, eh…
Pur concordando con Emgia e Mele, la questione posta da Montomoli mi pare più importante. Le ‘sagre paesane’ hanno contribuito grandemente alla ‘rottura del giocattolo’ con flussi di denaro che come minimo (tralasciando eventuali e possibili malversazioni o ‘cashback’) hanno creato un’inflazione ‘turca’ nelle spese paliesche, a danno di contradaioli costretti a svenarsi sempre più ed a vantaggio di pochi. Oltretutto il Palio ha molti nemici e credo che questi aumenteranno con le nuove pseudoculture green, woke ecc… ricordate per cosa fu condannato Al Capone?
Caro Gp,
sono tutte e tre posizioni di polemica, a mio modo di vedere, dettate da autentica passione per il Palio (poi – come scrive Fausto – è chiaro che la faziosità contradaiola può sempre fare capolino).
Come scrivi tu, ciò che dice Montomoli ha generato una “inflazione turca” nelle spese paliesche. E qui – tanto sono in vacanza, lontano qualche centinaio di km da Sienina – butto là l’aspetto decisamente più grave, peraltro già proposto altre volte su questo blog: i problemi sollevati da Pietro Mele e Emanuele Montomoli sono sacrosanti, ma – a fronte di tutto questo – ci troviamo, alla fine della fiera (paesana o meno), di fronte a gente, a famiglie le quali magari ricorrono a prestiti e finanziarie varie per non perdersi – e per non fare perdere ai propri cari – cene, cenini (interminabili, di fatto), vestito per la festa, sottoscrizione, acquisto del numero unico, eventi vari di ogni genere.
Ed i “peggiori” (i “migliori”, per le casse contradaiole) spesso sono i neofiti, coloro i quali magari hanno messo piede in Contrada la prima volta a 40,50 anni: dovendo recuperare il tempo perduto, pensano che l’elargizione ad libitum sia un buon metodo per recuperare, dunque non si fanno mancare alcunché…
A fronte di tutto ciò, che si può fare, se non alzare bandiera bianca, di grazia?
L’eretico
Contradaioli costretti da chi?
Dalla propria essenza
..e quindi non credo si lamentino degli esborsi che fanno, e pertanto approvano su come i loro soldi vengano spesi, ed infatti non credo se ne lamentino e se se ne lamentano non possono che prendersela con loro stessi.
Scusa ma se a te piacesse il cinema e i biglietti raddoppiassero di prezzo per le pretese degli attori, non saresti ‘costretto’ a pagare di più? Lo faresti o rinunceresti alla tua passione? E se giustamente non rinunciassi, non saresti complice dell’aumento?
Il biglietto del cinema, quello è, e non ho modo di pagare meno, o vado o non vado; in contrada posso andare anche senza pagare o contribuendo a mio piacimento. E posso anche fare sentire il mio scontento. Se pago e sto zitto, allora mi va bene così e non posso lamentarmi…
Spesso ci si dimentica che il Palio non è solo la corsa dei cavalli, ma un evento complesso a cui prendono parte durante tutto l’anno migliaia di persone; pensiamo solo a tutti coloro che, volontariamente, si prendono cura delle monture, che si allenano col tamburo o le bandiere e che aspirano a rappresentare la loro contrada in Piazza. A tutta questa gente secondo me si è mancato di rispetto con la decisione di non fare la passeggiata storica, si è fatto loro capire che tutto il loro impegno non conta. L’unica cosa importante per il comune è la corsa, quella che fa spettacolo, che va in televisione e fa venire i turisti. Il “non-corteo” di ieri quindi mi è sembrato un altro passo verso la normalizzazione del Palio e la sua trasformazione in evento turistico.
Giusto per suonare un’altra campana: semmai non fare il corteo storico è andato nel senso opposto, sono forse stati i turisti maggiormente dispiaciuti per la soppressione. Un’altra considerazione: se fosse iniziato a piovere per le 17, come previsto, ed il corteo fosse stato rallentato o interrotto, anche il regolare svolgimento della carriera sarebbe stato pregiudicato. O addirittura anche lo stesso corteo sarebbe nuovamente dovuto essere rimandato. E vista l’incertezza delle previsioni, non era proprio il caso di rendere ancora più incerto lo svolgimento della carriera…non è un caso che sindaca e capitani si siano trovati praticamente subito d’accordo
I turisti, a stragrande maggioranza, non sanno nemmeno cosa rappresenta il corteo storico, ma la mia impressione è che non importi più nemmeno a molti senesoni come te, per i quali l’unica cosa che conta è la carriera e il suo risultato. Sarebbe grave, ma non in questa sienina, ormai incapace di conservare ciò che si deve conservare.
La stragrande maggioranza dei turisti non sa minimamente cosa rappresenta il corteo storico, ma la cosa più preoccupante è che molti senesoni pare se ne siano a loro volta dimenticati. Conta solo la carriera, e il suo risultato, una concezione della festa totalmente disconnessa dalla sua storia, sarebbe grave,ma non in questa sienina dove si è diventati incapaci di conservare il poco di buono che è rimasto.
Sono d’accordo al 110 per cento. Il Dio denaro ha vinto anche stavolta. Macché Corteo con la sua enorme valenza storica, lo spettacolo prima di tutto. Alla faccia di chi tutto l’anno si è allenato, ha provato e riprovato, si è sacrificato per essere il più bravo, più decoroso, il “mas galante”, nel Corteo Storico.
La scelta non convenzionale della monta e la determinazione del fantino sono un manifesto di quanto sia proficuo nella vita non essere rinunciatari, arrendevoli ma ingegnarsi e lottare.
Una purga per quelle dirigenze abituate a mettersi in fila dai “big” come fossero dal salumiere.
A giugno (su siena tv) Bastiano spiegò bene come le scelte dei capitani siano fortemente influenzate dalle aspettative dei popoli.
Alle dirigenze il compito di essere più audaci, ai popoli quello di darsi una svegliata ed accompagnare le decisioni.
E non vale solo per il palio
Questione del non Corteo: premesso che i tre da te citati non sono attendibili, perché pur di dar contro al sindaco pro tempore ne inventerebbero e che non conosco le motivazioni addotte dal sindaco, spezzo personalmente una lancia nei confronti della decisione assunta, che, a mio avviso, è molto probabilmente dovuta al fatto che il primo cittadino era preoccupato dalle previsioni meteo, che davano anche per il giorno 17/8, nelle prime ore (14/15) del pomeriggio e nelle successive ( 17), la possibilità di temporali . A fronte di previsioni meteo rassicuranti ritengo che la decisione sarebbe stata diversa.
Tre polemisti palieschi: 1)concordo con Giannelli 2) Mele: i fantini a cui si riferisce, intuitivamente, la sua polemica, hanno vinto, se non erro, 4 palii nell’Oca e tre nell’Onda. Domanda: la polemica sarebbe la stessa se i fantini in questione avessero vinto lo stesso numero di palii nella Torre? 3) Montomoli: in linea di principio concordo. Ma, anche qui se non sbaglio, Montomoli ha ricoperto per alcuni anni la carica di vicario nella sua contrada. Domanda: perché non ha affrontato la questione – almeno limitatamente alla sua contrada – quando rivestiva un ruolo attivo nella dirigenza?
Alain Delon …..andava solo invidiato!
Fausto
Chissà cosa avrebbe detto se ci fosse stato un sindaco comunista
Ahahahahah grande Sig. Roberto, bellissimo commento …….
Vale per entrambe le sponde
Caro Eretico,
credo che Siena, la comunità di Siena, abbia le spalle sufficiente larghe per tollerare la protesta dei tre animalisti, evitando di fare loro ulteriore eco.
Poi altro che “battuto”, si potevano lasciare tranquillamente a bagnomaria per tutta la notte.
PS 2:Nec ius soli, nec ius scholae, omnes excusationes hic manendi gratis, domum remittunt.
Fuori contesto, ma troppo ghiotta per ignorarla: uno degli eroi contro il politically correct querela Bersani che gli ha elegantemente dato del “co…ne”.
Evviva.
La querela è roba vecchia, la notizia è la condanna
Non condivido le opinioni di Vannacci, ma ritengo che le abbia sempre espresse in modo civile, senza insulti espliciti…si tratta pur sempre di un generale. Poi si può approvare oppure no, e in questo caso Bersani, cadendo nella provocazione e scendendo ad un livello ancora più basso, è stato lui il c..e
All’eroe in questione l’unica cosa che importa è che si parli di lui..
Ad Alain Delon delle donne interessava sourtou “la courbe de l’arrière des reins”. Grande tombeur des femmes, passava da una all’ altra come ci si cambiano i calzini dopo averli indossati. Lui le sue donne, le sue amanti, le indossava. Anafettivo patologico, (come lo furono i suoi genitori con lui) ha trasmesso la sua anafettivitá tossica ai suoi quattro figli. Di cui uno (identico a lui) mai riconosciuto e adottato dalla nonna paterna (la madre, appunto, di Delon stesso)che indignata per l’inqualificabile comportamento del figlio decise di dare quell’ affetto che a suo tempo non seppe dare al piccolo Alain. Quattro figli emotivamente distrutti, non tanto dalla morte del padre, quanto dalla sua esistenza. Anthony,il maggiore (quando non si conti tra la progenie anche il povero Ari mai riconosciuto, e morto di dolore) ha scritto un libro per elaborare la mancanza di affetto da parte del padre. Figli di Delon, sì, ma figli di nessuno.Figli senza amore, che oggi si fanno la guerra per l’eredità (cospicua invero) del defunto padre biologico. Alain Delon, bello di una bellezza feroce. Que reste-et-il ?
La polemica per la polemica è sempre il sale della vita (…) dalle nostre parti e alla fine affiora sempre e comunque la politica dei Guelfi e dei Ghibellini.
Proviamo, però, a guardare il bicchiere mezzo pieno: un Palio corso proprio nell’intervallo preciso tra due perturbazioni importanti.
Dieci cavalli con dieci fantini in sella hanno completato la carriera.
In barba agli animalisti.
Ha vinto a sorpresa un fantino (a torto) considerato ormai fuori dai giochi.
In barba ai soliti noti.
Col senno di poi, nonostante le previsioni meteo avverse, probabilmente si sarebbe potuto fare anche il corteo storico.
Però poteva andare anche peggio …
Come diceva Igor (ndr si legge Aigor): poteva anche piovere …
Alla fine vedi che si torna sempre lì …
Per una volta contentiamoci, dai.
Off topic per l’Eretico
Cosa dovremmo pensare di te se da Presidente del Consiglio della Biblioteca degli Intronati bandissi un concorso per Direttore scegliendone le caratteristiche, per poi parteciparvi e vincerlo (uscendo però dalla riunione del Consiglio al momento della decisione!) ? E cosa dovremmo pensare di chi dovrebbe controllare?
Caro Holden,
per intanto, bentornato: torna a darmi una mano, in questo blog pieno di commentatori di filoputiniani!!
Sei anche telepatico: ho appena pubblicato il nuovo pezzo, con Ps ad hoc…
L’eretico
Non sono Senese e neanche Toscano, ma seguo il Palio su Telesiena ( quelli di La7 mi paiono commentatori debolucci). Circa l’importanza dei fantini noto che il Palio di luglio 2023 è stato vinto da un cavallo scosso che non era neanche in testa quando il suo fantino cadde. il cavallo da solo se la cavò benissimo.
Da non Senese inoltre non afferro l’utilità di una procedura della mossa quanto meno barocca,sopratutto la partenza di rincorsa, che, fra l’altro, non risale affatto al medioevo.