La Siena che cambia (e 4 Ps)
Eccoci al consueto appuntamento settimanale del blog (questa settimana, domenicale); oggi, ci dedichiamo a tematiche prettamente senesi (inquadrate in un contesto anche internazionale), per festeggiare questo incipit di estate: la Siena post MPS – è cosa ben evidente a tutti – si è buttata sul turismo, ed era inevitabile che così fosse. Alcuni spunti critici, però, vanno comunque affrontati: di seguito, ne forniamo giusto alcuni, procedendo per mera sottrazione. Forse, invece di titolare a caratteri cubitali sull’infortunio al cavallo Zio Frac (come fanno oggi sia La Nazione che Il Corriere di Siena), queste sono tematiche che meriterebbero un focus maggiore.
Partiamo comunque con una vicenda che – fino a prova del contrario – ci sembra invece solo da elogiare…
IL BARBIERE PAKISTANO
In Via delle Terme, ad una manciata di metri dalla Biblioteca comunale, da neanche una settimana ha aperto i battenti una nuova attività commerciale: un barbiere, gestito da un signore, immagino pakistano (non padroneggiando molto bene la lingua italiana, non me la sono sentita di chiedergli lumi anagrafici).
Ho deciso di andare in loco a tagliare i pochi capelli che ancora mi appartengono, nei giorni scorsi: scelta che si è rivelata felice per l’esito (per il rapporto costo-risultato, diciamo), con l’oriental barbiere che – con il suo combinato disposto di buona perizia di forbice ed insistita ricerca del labor limae di rasoio elettrico – ha fatto in pieno il suo dovere.
Come detto, per le sue evidenti difficoltà con l’Italiano, non sono riuscito ad entrare in nessun modo in confidenza con chi mi stava sistemando i capelli: non so assolutamente, dunque, come e quando sia arrivato a Sienina.
So, però, una cosa, anzi due: la prima, che lui si sta integrando al meglio, grazie al suo lavoro artigianale (svincolato una volta tanto dal cibo: cucinato – vedasi kebab e simili -, oppure trasportato); la seconda, che i giovani senesi, barbieri non vogliono proprio essere (il mio ex – il mitico Mario di Pian dei Mantellini – aveva provato per anni ed anni a vendere la sua licenza, prima di andare alla meritata pensione).
Ah, quasi dimenticavo: quando sono andato a pagare (poco), mi ha fatto anche lo scontrino; si fa per chiacchierare, eh…
QUESTIONE CASE: CAMPANELLONE DI ALLARME
Firenze – per stare alla Toscana, ovviamente – ha aperto la strada, e Siena le è andata inevitabilmente dietro: sarebbe stato strano il contrario, su questo non c’è dubbio; e figuriamoci se, in linea di principio, si deve colpevolizzare chi cerca di capitalizzare al meglio la propria proprietà. Né il “modello-Salis” – quello di occupare una casa pubblica, togliendo il posto ad una famiglia, per denunciare al meglio la problematica dell’edilizia pubblica – sembra praticabile, salvo magari nelle grandi città (che Siena certo non è).
Al contempo, non si può negare che il dato secondo cui, dal 2019, sono quasi triplicate le locazioni turistiche di stampo non alberghiero debba imporre una concreta e seria riflessione: a Firenze, Nardella – con tempi un po’ da bradipo, peraltro – negli ultimi mesi della sua permanenza aveva posto il problema.
Nel 2023, a Sienina, secondo i dati dell’Ufficio comunale competente, siamo arrivati a quota 808 immobili registrati a tal fine (con ogni probabilità, i numeri sono in difetto: anche in questo caso, sarebbe strano il contrario, visto che le associazioni di categoria stimano un sommerso di circa il 30%).
Negli anni Sessanta e Settanta, il centro storico, almeno in parte, si svuotò, per scelte abitative consapevoli da parte dei residenti: case di solito più grandi (allora, ancora si facevano figli) e luminose in periferia, magari affittando poi agli studenti monolocali, e non solo, all’interno della cinta muraria; si trattava di una scelta su cui sono stati riversati fiumi di inchiostro, spesso in senso polemico: in ogni caso, aveva una sua concreta ragione di essere, e comunque tanti di quegli studenti, arrivati in città nei Sessanta e Settanta per l’Università, poi sono rimasti, mettendo le loro radici qui (lo scrivente lo può ben testimoniare, con il suo personale vissuto familiare).
Affittando al turista dormi e fuggi, non ci vuole molto a capire che questa dinamica non si può attivare in alcun modo, al netto di tutte le altre problematiche connesse (smaltimento rifiuti congestionato, consumo idrico che si impenna et alia). Inoltre, va da sé che il costo degli immobili e degli affitti viene dopato: i dati del Sole 24 ore di lunedì scorso, vedono Firenze incidere al 46% del salario per il costo per un affitto medio (mentre gli economisti scrivono che, per essere fisiologico, non dovrebbe superare il 25-30% dello stipendio); Siena, per ora, è in posizione accettabile, statistiche alla mano: 31% (Pisa 32, tiè!): ma va da sé che il modello-Firenze si avvicina a grandi, grandissime falcate…
Se l’alternativa, insomma, deve essere fra il turismo mordi e fuggi e quello dormi (in casa altrui ad hoc) e fuggi, siamo proprio sicuri che il primo sia così peggiore del secondo, di grazia?
PER NON ARRIVARE COME A BARCELLONA…
Libero di ieri dà notizia della manifestazione – che si annuncia come assai partecipata – la quale si terrà nel cuore di Barcellona contro gli effetti dell’overtourism (diciamocela tutta: in parte, proprio contro i turisti).
Proprio in Spagna, ed in particolare nella capitale della Catalogna, si stanno prendendo misure legislative (anche a livello nazionale) contro le locazioni private per i turisti (sicuramente sottostimati, risultano 10101 appartamenti a disposizione dei turisti): il Sindaco (socialista) Jaume Collboni ha detto che gli affitti sono aumentati di quasi il 70%, e le compravendite di quasi il 40%, in città.
A partire dal 2029, a Barcellona però il trend si invertirà di brutto: basta affitti di case private ai turisti, o comunque drastica riduzione. Pare che Airbnb non abbia voluto commentare questa decisione: il silenzio – si diceva una volta – è d’oro…
Insomma, come detto e scritto tante altre volte, bisogna che anche a Sienina ci si dia da fare per evitare la deriva catalana: l’avere ridotto il numero dei tavolini presenti sulle pubbliche (pubbliche, per l’appunto) vie è un segnale certamente importante e significativo, che va però accompagnato con molto, molto altro.
Per non dovere arrivare mai a dare ragione a quel cittadino, certo esasperato, il quale – angustiato dai “bestioni” neri (i sempre più ingombranti Ncc, per capirsi) e dai ciclisti perennemente in contromano -, in Via San Marco alla fine ha sbottato, con tutta la rabbia che aveva in corpo, di sperare nel reciproco, scambievole, vicendevole spicinio…
Ps 1 Venerdì, per un malore, ci ha lasciato (classe 1954) la psicologa e psicoterapeuta Vera Slepoy, figura assai interessante per vari aspetti: in anticipo rispetto all’oggi imperante Crepet, divenne la prima “psicologa da piccolo schermo”; per vari aspetti, il tempo le ha dato del tutto ragione: quando, per esempio, sottolineò i rischi degli eccessi del gender (rectius: del gender che si fa ideologia), nonché quando sottopose all’opinione pubblica il processo di femminilizzazione dei maschi.
Ps 2 Ieri, era il 22 giugno; nel 1941, lo stesso giorno, iniziava l’Operazione Barbarossa, la più grande invasione che la Storia militare ricordi (Putin in Ucraina? Un praticante, rispetto al Fuhrer). Come già detto anche di recente, è un passaggio cruciale per smascherare l’attuale propaganda moscovita (assai degna di quella staliniana d’antan): l’URSS (della quale faceva parte l’Ucraina, sarebbe bene ricordarlo) ha combattuto più che valorosamente contro il Nazismo, lasciando sul campo circa 26 milioni di morti; peccato, però, che lo abbia fatto, per l’appunto, solo, solamente e soltanto dopo essere stata invasa da Hitler, con il quale era attivamente alleata da un paio di anni (23 agosto 1939). Anche qui: si fa per chiacchierare, eh…
Ps 3 In vista del Palio del 2 luglio: dopo ciò che è accaduto in Parlamento una decina di giorni fa – con i commessi nelle vesti dei Vigili urbani -, come si farà in futuro a mandare sotto Processo i contradaioli per qualche scapaccione, a fronte di ciò che si è visto?
Ps 4 Appuntamenti in Fortezza: lunedì, Francesco Ricci presenta il suo Classico (“La luna e i falò”, di Cesare Pavese); mercoledì, Massimo Granchi presenta il suo “Etnografia del mondo sardo nella letteratura” (1908-2010), e giovedì – dopo il Caso Montesi, il delitto Marta Russo e il giallo dell’Olgiata – lo scrivente ricostruirà, da par suo, il Caso Bebawi (1964), detto anche il delitto della Dolce vita…
OFF TOPIC (ma mica tanto …)
Con la transumanza stagionale verso la Maremma si ripropone ancora una volta l’annoso problema della SIENA – GROSSETO, la cui percorrenza è martoriata come non mai dai cantieri aperti (5 ruspine ed 1 omino di media ogni 10 km) con grande lungimiranza lungo tutti e due i tratti da raddoppiare ed una aspettativa di completamento, con questo indiavolato ritmo di realizzazione, forse di un quinquennio …
A tale enorme disagio, che si sostanzia nel limite dei 40 km/h lungo tutto lo sviluppo due due cantieri, presto si aggiungerà una pericolosa trappola per gli ignari vacanzieri automobilisti.
Il comune di Monticiano, orfano del suo famoso autovelox, rimosso in conseguenza dei lavori, forse ricercando una sorta di invarianza contabile, sta installando un nuovo TUTOR, ma non già nel percorso interessato dal cantiere, bensì nel tratto a 4 corsie in direzione Siena, che dal bivio di Iesa conduce all’inizio del cantiere in località Potatine con limite di 90 km/h.
Al momento non è ancora attivo (parrebbe che Fleximan avesse avuto qualche epigono …), ma attenzione perché la segnaletica è ridotta ai minimi termini (forse proprio per i succitati problemi di invarianza) e quando sarà operativo farà una vera e propria strage.
Il mio amico, che si intende della materia, sostiene perfino l’illegittimità dell’istallazione, oltre che della cartellonistica ed ha già pronti i ricorsi.
Voi, però, lettori del Blog dell’Eretico mi raccomando: non cadeteci.
Nonostante la tentazione delle 4 corsie, tenetevi il camper, il camion o l’autobus davanti (tanto poi ci cono i 40 km/h …), ma non contribuite al bilancio del Comune di Monticiano.
Si fa per scherzare … eh !?!
Il bracciante morto pochi giorni fa? Un fiume di parole, servizi alla televisione con successive chiacchere di esperti di comunicazione. Ovviamente la capa dei comunisti col rolex in testa nelle manifestazioni con i capi delle sigle dei sinadacati latitanti fino ad allora. Due o tre giorni di tutto questo e poi? Silenzio e tutto come prima. I migranti saranno un problema sempre più grave e nessuno ha voglia di fare qualcosa, anche i buonisti oltre alle tante belle parole fanno molto poco. Speriamo che la Meloni col Piano Mattei riesca a trovare una possibile soluzione. Ma la vedo molto difficile.
Evviva Fleximan, nostro giustiziere. Sarebbe meglio che si dessero una mossa a finire questa importante strada invece di pensare a pelare i poveri automobilisti. La seconda galleria di Pari la vedranno finita i nostri nipoti? Speriamo. Ritornando all’argomento autovelox ce l’ho da tanto a chi si diverte ad installare l’autovelox in tratti, spesso rettilinei ed in discesa, per rimpinguare il bilancio comunale. Siena è tra le prime in fatto di multe appioppate. In teoria i soldi delle multe dovrebbero servire a migliorare il fondo stradale e l’illuminazione cittadina; provate per esempio in Via Colombini, una delle tante vie cittadine disastrate, e provate l’effetto terremoto della vostra autoo per le troppe vibrazioni causate dalle numerose buche; qualcuna di esse festeggia il decennio per anzianità. C’è anche notare che i nostri “cari” vigili sono tanto bravi a multare chi appena si affaccia alla ztl, basta girare intorno alla telecamera ed è multa, e sempre presenti a farsi belli al mercato mentre riscuotono le tasse dei bancarellari. Certo, sono ligi al dovere peccato però che la sera si scordano di fermare il povero rider in bici spesso col fanalino spento che, col fatto che parecchi sono di colore, è difficile vederli per strada e quindi il rischio di investirli è molto alto. Non ci sarebbe bisogno di multarli subito, ma fermarli e fargli notare che la sera non si va coi fari spenti, principalmente se uno va di fretta perché deve consegnare, perché poi si metterebbe in brutti guai lui e l’investitore. Una lampadina costa poco in fondo e quindi i nostri “cari” vigili, un po’ buonisti, non dovrebbero vergognarsi a rimproverare civilmente il povero ex migrante ora rider; se poi lui è recidivo si fa la multa. Per tutti ci sono i diritti, ma anche i doveri!
Ma rispettare i limiti no?
Sempre rispettare i limiti, ma mettere degli autovelox in discesa e magari nascosti dalle fronde degli alberi è una trappola. Un tempo era nella zona di Isola d’Arbia dopo il passaggio a livello, che secondo il codice stradale deve essere disimpegnato velocemente. Diversi anni fa, mi ci multarono per soli 3 km oltre il limite (strada completamente deserta); io contestai per l’eccessivo rigore e da allora gli alberi sono stati sempre potati. La multa venne abbuonata e l’autovelox spostato.
Caro Eretico,
ho visto la programmazione estiva del Cinema in Fortezza e, pur non vivendo più a Siena da tanti anni, mi si è riempito il cuore di Gioia.
Notizie della riapertura del Pendola? Verrà rispettata la paventata riapertura di Settembre?
Non abbassiamo la guardia!
Caro David, forse settembre è ottimistico, ma con ottobre ci dovremmo essere, almeno a quanto mi risulta…incrociamo le dita!
L’eretico
C’è un concreto rischio estinzione della provincia italiana.
Per sopravvivere ogni comunità dovrebbe sentirsi responsabilizzata nel produrre crescita, ricchezza.
Il turismo ha marginalità limitate e costi sociali non banali ma non sarà certo la mentalità “biotecnopolo” (ovvero lo sviluppo inteso come mungitura della mammella statale) a salvare Siena.
In campo economico, politico e sociale si è sempre privilegiato il livellamento ( verso l’alto quando c’erano i lilleri del babbo, oggi, giocoforza, verso il basso).
L’approccio comunistoide è disincentivante, perdente. Servono le punte, i bomboloni.
L’augurio è che prima o poi un baldo e giovane imprenditore nato sulle lastre ci liberi dai derby con l’asta taverne
Domanda fuori tema: ma ora che i cittadini Ucraini cominciano a non volere essere più arruolati per andare a morire al fronte, siamo pronti a mandare i nostri ragazzi?
È una domanda concreta e non retorica, e quella sparata di Macron di non tanto tempo fa, anticipava un tema che diventerà sempre più concreto.
Caro Roberto,
la domanda è più che concreta, non c’è dubbio: i seri problemi, in Ucraina, di reclutamento ci sono (non è solo robaccia da propaganda putiniana, purtroppo), e credo che – parafrasando la Danzica del 1939 – non ci sarà la fila per “morire per Kiev”.
In ogni caso, a combattere andrebbero solo e soltanto dei professionisti, i quali – essendo tali – hanno per l’appunto fatto una scelta professionale e di vita che non può non esporre a rischi. Certo, non andrebbero come peace keepers, purtroppo.
Nel frattempo, l’Italia ha raccattato il pareggio in zona Cesarini: chapeau a Zaccagni (grande goal), ma strada parecchio in salita nel prosieguo. Chi sta facendo il corteo, per lo scrivente è di fuori, fra parentesi. Con gli extracomunitari elvetici, si giocherà sabato alle 18: e si riproporrà l’antico dilemma adolescenziale fra il seguire lo sport oppure il Palio (nel senso di prova). Almeno si ringiovanisce (psicologicamente)…
L’eretico
Oltre alle notizie sulle diserzioni di massa in Ukraina (come chiamare la fuga all’estero di 600mila giovani Ucraini arruolabili ?) e anche, per quel che trapela, del malcontento dei giovani russi, che costringe Putin ad arruolare persino poveracci in Africa per quattro soldi, e infine degli ebrei ortodossi che pur sostenendo il governo guerrafondaio di Bibi, non ne vogliono sapere di andare a morire per la loro patria ,
ebbene tutto ciò da’ da pensare su quanta distanza c’è tra chi comanda e chi deve andare a morire, e quanto la retorica della patria sia un inganno a danno della povera gente, da sempre considerata carne da macello.
forse i capi dei gover
Beh gli ortodossi ebrei mi sembrano quelli che vorrebbero fare gli omosessuali con quello degli altri. Loro sono per la guerra, ma non vogliono partire mentre gli altri devono andare al fronte. Troppo comodo.
Quando il catetere-dipendente guerrafondaio Rimbambiden se ne andrà, sconfitto alle elezioni, il comico fallito ucraino detto Sniffolo verrà messo in riga ed allora sarà fatto un compromesso tra la Russia e l’Ucraina. Ancora quest’ultima è costretta dal “rimba” americano a continuare una guerra ormai persa invece solo la diplomazia è la soluzione; il figlio del Rimba ha diversi proficui affari pr la ricostruzione dell’Ucraina. Non voglio assolutamente giustificare Putin; è un dittatore, ma nel mondo ce ne sono molti, a cominciare da Ergogan. Per la “ragione di Stato” sono appoggiati dalla coalizione occidentale; purtroppo vale sempre la regola dei due pesi e due misure. Con Putin non doveva essere usata un’azione di forza, ricordiamo che le regioni contese sono a netta maggioranza russa e che c’è stato un referendum in cui a larga maggioranza era stata scelta la ricongiuzione con la Russia, ma per gli USA conta solo quella che fa comodo. E noi al traino dobbiamo concordare. Chiudo, idee già dette e ridette, sarei noioso.
Muorire per Sniffolo? No e nemmeno grazie.
Fa piacere che ci siano stranieri come il barbiere pakistano che riescono ad integrarsi, a molti altri non è consentito. Mi riferisco alla morte del “bracciante” indiano morto a Latina, mutilato e abbandonato senza soccorsi; bracciante è un termine quasi ottocentesco che sembra uscito da un libro di Verga o di Carlo Levi, ed effettivamente la realtà descritta nei giorni succesivi dai vari siti di informazione sembra quella di un secolo fa; centinaia di migliaia di persone ridotte in condizione di semischiavitu’ nelle aziende agricole del mezzogiorno, prive di ogni diritto. Oltre al danno la beffa, perché da anni gli stranieri vengono criminalizzati e descritti come brutti, sporchi, cattivi dall’informazione e dai politici di destra ( anche l’utente vedonero ha tenuto a ricordarcelo ogni settimana su queste colonne, prima di diventare esperto di geopolitica e dirci che Putin è buono e Zelensky è cattivo…).
Questa storia dice molto del nostro paese, della nostra agricoltura – che per reggere il passo con quella estera ha bisogno di ‘schiavi”- e del nostro menefreghismo – è passata una settimana e già nessuno ne parla più.
Purtroppo hai ragione. L’unica cosa che volevo mettere in evidenza è che se guardi il decreto flussi di questo governo ti accorgi che in realtà non ci sono grandi differenze tra Meloni, Salvini o la Schlein a parte il racconto diverso che ogni leader politico fa. In realtà abbiamo bisogno di immigrati come del pane altrimenti questo paese non può andare avanti.
Caro Marco,
credo che le modalità – particolarmente cruente, da film horror – della morte del bracciante indiano di Latina abbiano colpito a fondo, più di altre volte: non mi pare che la sua vicenda sia uscita dai radar, e comunque ha vissuto di un focus mediatico prolungato rispetto ad altre tragedie simili. Secondo me – sperando di non essere troppo ottimisti – il povero Satman potrebbe rappresentare, per i morti sul lavoro, ciò che Giulia Cecchettin ha rappresentato per il tema del femminicidio.
Va da sé che l’unica cosa concreta da fare, sarebbe quella di incrementare i controlli: facilissimo a dirsi, parecchio meno a farsi. Eppur, si dovrebbe…
L’eretico
Tra una settimana non ne parlerà nessuno, a cominciare dai buonisti, i comunisti col rolex.
Sono d’accordo sulla atroce vicenda del ‘bracciante’ indiano. He dio stramaledica lo schiavismo. Io da anni lo dico, questi poveri immigrati diventeranno perlopiù schiavi sfruttati. Non andranno ad arricchire il pil.E aggiungo, che il famoso “aiutiamoli a casa loro” in qualche caso (virtuoso) funziona: c’è una missione (laico/cattolica) in Togo che riesce a far studiare i ragazzi e in qualche caso anche a farli laureate. Leggo nell’ ultimo saggio di Rampini sull’Africa, che attualmente pare che l’attuale trend delle migrazioni si verifichi (in misura maggiore rispetto alle migrazioni clandestine con il barcone) tra stati africani. Molti riescono a studiare e a trasferirsi dalle remote zone rurali alle città dove trovano un lavoro dignitoso, con un titolo di studio adeguato. Non sottovalutiamo le missioni.
Un plauso al barbiere pakistano da cui ho portato mio figlio, proprio il primo giorno di apertura, per un perfetto taglio alla Sinner. Mi ha detto che ha fatto scuola di parrucchiere a Milano. Bravo e onesto.
Cara M.C.,
mi fa molto piacere che il barbiere pakistano ti abbia soddisfatto, come è stato nel mio caso: fra l’altro, avrai notato che – con abilissima mossa commerciale – il suddetto ha messo come suo giorno di riposo (meritato) il martedì, per essere dunque aperto il lunedì quando gli altri sono chiusi: chapeau. E grazie anche per la meritoria segnalazione della missione in Togo.
Quanto al tuo P.s.: certo che scriverò della liberazione di Julian Assange, nel pezzo di domani (spero di farcela!); ne scriverò però in un modo che – immagino – non sarà del tutto concorde con il tuo: è il bello dell’agorà bloggeristica, per Zeus…
A Vedo nero, tornato ad essere attivissimo: premesso che il nickname “Sniffolo” per Zelensky (al pari di altri) è delizioso, mi permetto di rivolgerti due domande; la prima: come mai tutti questi soprannomi diffamatori (perché tali sono, inutile girarci intorno), sono sempre e soltanto rivolti alla parte occidentale, e mai a quella russa?
In secondo luogo, come ho già chiesto ad altri che danno regolarmente del “drogato” a Zelensky (che magari lo sarà anche, figuriamoci se metto le mani sul fuoco per uno sconosciuto, a livello personale): chiamandolo “Sniffolo”, si immagina sia un forte consumatore di cocaina; ma da dove si evincerebbe, questa indubbiamente significativa circostanza biografica del “comico fallito”, di grazia?
L’eretico
L’eretico
Non vanno criminalizzati gli ‘stranieri’, ma un clandestino, per definizione, ha commesso almeno un illecito.
A me pare che l’informazione sia invece generalmente vaga sulle generalità dei criminali se non sono autoctoni.
La popolazione carceraria è per circa un terzo straniera pur essendo, gli immigrati, circa il 10%. Gli immigrati non sono ‘brutti, sporchi e cattivi’ ma un problema di sicurezza esiste ed aumenta (vedi Francia).
Detto ciò sono straziato per la morte del povero bracciante, spero che il responsabile la paghi cara, ma spero anche che i 4 euro che pago i pomodori siano redistribuiti un po’ meglio e che non ingrassino solo la grande distribuzione.
Spero anche che il governo metta mano alla questione e che si trovi un acronimo adatto per tornare a far interessare la sinistra alle condizioni dei lavoratori (tipo ‘lvrtrsfrtt+’)
Un tema leggero, visto che il buon Eretico ne ha fatto cenno.
Chissà come mai Mancini ha goduto sempre di buona stampa, anche dopo la mancata partecipazione ai mondiali, anche se ha vinto gli europei grazie ad una massiccia dote di fortuna, mentre a Spalletti lo stanno crocifiggendo. Sper mo proprio che inopinatamente vinca l’europeo per vedere gli attuali criticoni come la prenderebbero.
Ma la Sklein per chi tifa? Italia o Svizzera? Speriamo Svizzera…
Non c’è ne può fregare di meno, per chi tifa la Shlein. Ma come mai sei così ossessionato da lei?
Purtroppo la Elly ha tifato Italia…
Ribadisco, è una ossessione, forse la ami segretamente
P.S.: ma della liberazione di Julian Assange ne scriverai?
Visto che l’argomento è stato già trattato, volevo capire come mai ci sono dei difensori delle regole e del bilancio dello stato, che si affrettano a volere richiedere i 90mila euro che la regione Lombardia reclama dalla Salis e contemporaneamente non si scandalizzano del regalo miliardario che Toti ha fatto a Spinelli regalandogli praticamente (a prescindere dall’esistenza o meno eventuali mazzette) la gestione del molo rinfuse per 30 anni, considerando che lo stato col pnrr spenderà più di un miliardo per sistemarlo adattandolo alla sosta per i container? Lo Stato spenderà 1 miliardo, indebitandosi, e incassa 50 mln in 30 anni. E tutto il profitto a un privato.
Viva la patria!
Per me tutti dentro… salvo immunità ad hoc
Scusate l’off topic completo, ma sono assai curioso di conoscere l’opinione dei frequentatori del blog…cosa ne pensate delle nomine seguite alle elezioni europee? Italia ingiustamente inclusa oppure Meloni povera fessa? Devo dire che, sia pure in un contesto meno drammatico, è una vicenda che mi ricorda la conferenza di Parigi dopo la prima guerra mondiale, dove Sonnino e Orlando, invece di trattare, abbandonarono la conferenza, con esiti assai miseri per l’Italia…ma Raffaele potrà nel caso sicuramente correggermi
Caro Anonimo,
due bischerate sull’argomento le scrivo di certo in giornata, nel nuovo pezzo: buona lettura, dunque…
L’eretico