Chico, junk food, acampade (e Caso Rossi)
Eccoci – dopo un periodo di iperimpegni (tre eventi in tre giorni, fra Sala storica e, ieri, Tartuca sulla figura di Tito Sarrocchi) – al pezzo settimanale: meglio tardi che mai. Tre argomenti, come sempre, e – come ogni volta – assai diversi fra loro…dipoi, tre Ps di ordinanza, per non farsi mancare alcunché. Per quanto riguarda il Liguriagate, vogliamo aspettare l’interrogatorio del nostro inquisito preferito (unico in prigione, peraltro) Spinelli, prima di tornare sul fatto in questione…
GOLDA MEIR IN BIBLIOTECA
Giovedì si è tenuto l’incontro, in Sala storica, sulla biografia di Golda Meir, Primo Ministro di Israele dal 1969 al 1974 (si ritirò nonostante avesse ripreso in mano la guerra del Kippur, ed avesse avuto un ottimo successo alle elezioni politiche: Netanyahu, da par suo, potrebbe prendere nota…).
La biografa – la giornalista Elisabetta Fiorito – era videocollegata, in quanto per un lutto familiare non era potuta venire di persona, ma è stata molto efficace nello squadernare la biografia di questa self made woman (una donna di grande potere, divenuta tale solo con la forza della sua intelligenza); donna, e di sinistra (nata a Kiev e formatasi negli States, peraltro, prima di approdare allo Stato di Israele delle origini).
In Sala storica, circa 30 persone (l’evento si può – come tutti gli altri – vedere sul sito Fb, in chiaro, della Comunale), e nessuno studente, quanto meno di quelli che fanno l’acampada all’Università, con bandiere della Palestina e kefiah al seguito (a Siena, non siamo arrivati al sermone dell’imam come a Torino, consoliamoci così). Avrebbero potuto ascoltare e, soprattutto, imparare molte cose, e poi – purché in modo civile – intervenire in modo critico e del tutto libero, come infatti ha fatto una signora, molto dura sul modus operandi israeliano: avrebbero potuto, se solo fossero venuti.
Ma è sempre parecchio più facile stare in mezzo a quelli che la pensano nello stesso modo – e sapendo ben poco di ciò di cui si parla -, invece che confrontarsi in modo pluralista con chi le cose le ha studiate ed analizzate: come volevasi dimostrare…
MORTE PER JUNK FOOD
Ci ha lasciato ieri Morgan Spurlock, figura originalissima di cineasta di denuncia che, 20 anni or sono, seppe fare un film di autentica denuncia contro il business del fast food: “Super size me” (poi replicato con un sequel, nel 2017, dedicato in modo monografico, al pollo industriale).
Già originale e lodevole per la sua denuncia dell’industria del fast food (come anche di altri argomenti scottanti per gli USA, vedasi l’Afghanistan), Spurlock era riuscito – nel suo film del 2004 – a creare anche un’opera che sapeva essere un pugno nello stomaco (anche in senso letterale), ma che era al contempo fruibile e godibile come pellicola in sé.
Soprattutto, Spurlock aveva sperimentato su se stesso i nefasti effetti dell’abbinamento Big Mac-Coke a go go: consumandoli per un mese intero, in volontario parossismo, era ingrassato 12 chili, aveva accumulato problemi al fegato ed anche tutta una serie di problematiche psicologiche. Essendo morto a 53 anni per un cancro, l’associazione fra ciò che fece nel 2004 (in parte replicato nel 2017) e la sua scomparsa viene naturale, ma non vogliamo certo fare i medici da blog.
In ogni caso, una conferma del fatto che gli States producono spesso cose (in questo caso, stili di vita) davvero pessime, nocive per la salute, come chiunque sia stato in loco può testimoniare; al contempo, però, al loro interno spuntano sempre figure che – dall’interno, per l’appunto – sanno denunciare, in questo caso con una coerenza quasi ascetica e, di certo, autopunitiva.
Noi, in Italia, tendiamo invece a limitarci ad importare supinamente le altrui schifezze, senza sapere mobilitare grandi masse critiche, ma solo masse, le quali si collocano all’altezza del giro vita…
CHICO, GIORGIA E LE IENE
Allora, diciamocela proprio tutta: a nostro immodesto avviso, la Premier Giorgia Meloni – come anche molti suoi fans iniziano a dire, sottotraccia almeno – ha preso uno dei suoi più grossi abbagli dal settembre 2022 ad oggi, andando a Pratica di mare ad omaggiare l’ergastolano Chico Forti al suo rientro (con volo pagato dallo Stato).
Photo opportunity da campagna elettorale (servirà? Probabilmente sì, ma non toglie alcunché alla gravità del tutto), con la rivendicazione di essere riuscita, laddove altri (da Di Maio in giù, o in sù) avevano clamorosamente fallito: ma un Presidente del Consiglio può andare a ricevere un ostaggio liberato, un mutilato di guerra, un prigioniero politico (di una dittatura, non certo degli States), non un assassino (fino a prova del contrario, si intende).
Al di là di tutto ciò, ha vinto il modello Iene: non a caso, quello che gli italiani sanno del Caso Forti, lo sanno – al 99% – dalle Iene, con il loro consueto metodo. Lo scrivente il Caso in questione non lo ha mai seguito, se non in maniera superficiale, dunque non si vuole propendere per alcuna tesi.
Ma quello che è di palmare evidenza, è che per l’appunto il modello-Iene ha vinto, anzi ha trionfato ancora: come per il Caso Rossi, ove siamo alla seconda Commissione di inchiesta (con esborso di pubblici denari: argomento populista, però quando ci vuole, ci vuole).
Ora, fare passare un assassino (fino a prova contraria, lo ribadiamo) per innocente, magari dopo un processo opinabile (se si va a fare le pulci in un certo modo, lo sono tutti, dal primo all’ultimo), è cosa che si può riuscire a fare; il problema di un suicidio, invece, è che quando si parte, è facilissimo trovare appigli, specie se la famiglia (in seconda battuta, peraltro) non accetta il suicidio stesso: prima o poi, però, ci sarebbe anche da trovare l’assassino, quello che concretamente avrebbe scaraventato giù il povero Rossi. Adesso la Commissione vuole audire questo De Pau, colui che si sarebbe autoaccusato: auguri, anzi augurissimi…
Ps 1 Giovedì, si è suicidato il professor Franco Anelli, Magnifico Rettore della Cattolica di Milano; aveva 61 anni, ed una vita professionale di assoluta gratificazione (professore, giurista, avvocato). Si è buttato di sotto, dal sesto piano, dopo avere lavorato ed essere andato con la compagna a prendere un aperitivo. Non ha lasciato nessun biglietto. “Gli investigatori e il medico legale hanno escluso l’intervento di terze persone” (Il Fatto odierno, pag. 12). Vediamo se si farà una Commissione parlamentare anche su questo “caso”…
Ps 2 In queste ore, si torna con insistenza a blaterare della bozza di pace, sic, proposta dalla Russia putiniana: bozza che prevede – oltre ovviamente al non ritiro delle truppe russe che hanno aggredito – addirittura di mettere bocca, da parte di Putin, sui futuri assetti dell’Ucraina, financo a livello legislativo (le Leggi, in parte, le farebbero a Mosca anche per Kiev), nonché sulle dimensioni dell’esercito ucraino (il quale ovviamente, per Putin, dovrebbe essere tipo guardie svizzere, o poco più). Certo, che ci vorrebbe una fine per la guerra, ma non tutto può essere digerito. L’Ucraina – ci vuole ben poco a capirlo – non accetterà, e si dirà che il nazista Zelensky non vuole la pace: scommettiamo?
Ps 3 Bradisismo a Pozzuoli: la colpa è della Terra, poi in subordine dello Stato, ci mancherebbe; ora, per fortuna, le cose sembrano essersi calmate, e di sicuro si cambierà rotta, a partire dai famigerati piani di evacuazione: certo, e come no?
Ps 4 (in tempo quasi reale) Il Costone basket ha vinto – al termine di una partita che lo ha visto quasi sempre avanti nel punteggio, ma senza mai riuscire ad “ammazzare” la partita – il derby con la Mens sana, ed andrà dunque in questa serie B infraregionale (credo si dica così).
Ormai non conosco più i giocatori, e sono con il cuore ancora fermo al dodecaedro, luogo di sfide di ogni tipo.
Avendo infatti in un’altra vita esercitata l’arte, per anni, prima del radiocronista (da minorenne) e poi del telecronista (fino ai 35 anni) di questa gloriosa squadra, non posso davvero nascondere una certa emozione, pur avendo seguito il match solo dalla tv (con la telecronaca di Roberto Bruttini: Capitano del Costone, quando le cronache le facevo io, pensate un po’). Forza Costone, insomma!
non c’entra niente, ma complimenti al costone per la meritata e sofferta più del dovuto promozione in serie B! Ci tenevo a rimarcando in onore alla fede gialloverde del giovane ascheri!
Complimenti davvero per l’incontro con la Fiorito, uno dei più significativi della stagione.
Va parecchio di moda professarsi antisionista. Sarebbe opportuno prima di tutto conoscere il proprio nemico.
Basterebbe conoscere un po’ la storia di Golda Meir per capire che la strada della violenza intrapresa dai palestinesi è un vicolo cieco che li porterà ad un costante peggioramento della loro situazione.
Decenni di lotta per laicizzare (giustamente) il percorso formativo, per ritrovarci gli imam nelle università ad inneggiare alla guerra santa.
La vera indifferenziata occidentale, altro che junk food..
L‘ Italia quella vera e che comanda da il benvenuto al fratello Chico. Di quello che dice o scrive la minoranza non ce ne può fregare di meno… anzi più gli rode e più si gode. Sono convinto che il partito della Salis non supererà il 4%… sai che risate… e bella ciao ciao ciao
Spero per te che tu àbbia anche altre cose per cui godere…
Il compagno Roby ha tuonato!
ma cosa vuoi che abbia…gli interventi parlano da soli!
Votate Ilaria Salis attivista antifascista! Votate Ilaria Salis attivista antifascista! In omaggio una cassetta con bella ciao a nastro…
Per chi ancora non l’avesse vista consiglio la visione integrale dell’intervista a Daniella Weiss da parte di Federica Mannocchi, giusto così per bilanciare la paventata distruzione di Israele con l’auspicata diaspora dei palestinesi nel mondo. Nelle parole della leader dei coloni israeliani viene fuori quella mancanza di empatia che caratterizza qualche volta anche i governi democratici di Israele, quasi che il male assoluto subito nel passato possa giustificare il male enorme che si provoca nel presente. E nonostante tutto questo non mi considererò mai antisemita, anzi, mi sentirò sempre amico del Popolo ebraico e del suo diritto di avere una terra dove vivere, però non posso giustificare un bombardiere con la stella di David che bombarda dei civili, ed ai miei occhi di essere umano la causa palestinese ha lo stesso valore di quella altrettanto sacra del diritto di esistere di Israele con la differenza che con molta probabilità Israele continuerà ad esistere mentre sulla Palestina comincio a nutrire qualche serio dubbio se non si fanno subito tacere le armi. E per fortuna che in Occidente abbiamo ancora i cosiddetti “giovani” che non si arrendono allo status quo e che continuano a puntare il dito contro questa guerra maledetta, mentre le generazioni più “anziane” mi sembra continuino a far finta di non vedere il disastro che ci circonda sperando che questo non tocchi mai direttamente loro, posso accusare gli anziani di ignavia? Un peccato ben più grave di quello dei giovani accampati forse un po’ troppo pressapochisti.
Caro Cecco,
io ho sempre condannato l’estremismo dei coloni messianici israeliani, come lo condannano quasi tutti gli studenti delle università israeliane, fra l’altro (quelli con i quali gli acampadi, se non fossero accecati dal combinato disposto di totale ignoranza e di faziosità ideologica, dovrebbero allearsi).
Visto che li difendi: cosa pensi del gran bel sermone, molto equilibrato ed assennato, dell’imam chiamato in ateneo dagli studenti torinesi? Io credo che sia il punto più basso toccato in una università italiota da almeno 30 anni a questa parte, ma attendo il tuo parere…aggiungo che a me ha fatto rabbrividire il vedere, nei giorni scorsi, le bandiere palestinesi issate sul monumento ai caduti a Curtatone e Montanara, nel cortile del nostro Rettorato: vergogna scenda su chi le ha issate, e su chi glielo ha permesso.
L’eretico
Vabbè, sul tema del rispetto della laicità delle istituzioni sono d’accordo con l’Eretico al 100%, purtroppo credo che il silenzio assordante della politica sul tema delle guerre (siamo in campagna elettorale e questo è diventato una specie di tabù) finisca con il dare spazio a chi vuole orientare la giusta protesta contro lo sterminio palestinese anche in un senso non propriamente laico. Bisognerebbe che la politica riflettesse sul fatto che quando si lasciano degli spazi vuoti inevitabilmente poi qualcuno tenderà a riempirli, e dispiace che a farlo poi siano quelli che inevitabilmente tenderanno ad estremizzare le ragioni degli uni ed i torti degli altri per un proprio tornaconto ideologico. L’unica difesa reale da questa deriva sarebbe che gli adulti smettessero di essere pavidi e si schierassero chiaramente rendendo la politica fruibile anche ai giovani senza nascondersi per la paura di perdere voti durante la campagna elettorale, altrimenti si rischia che il primo Iman che passa abbia più appeal di un politico tradizionale. Per finire sulle bandiere palestinesi sul monumento ai nostri caduti a Curtatone e Montanara: credo che sia molto meno rispettosa dei valori risorgimentali la riforma sull’autonomia differenziata che le bandiere della Palestina, naturalmente questo è un pensiero molto personale.
I coloni messianici fanno il loro sporco lavoro con l’appoggio morale dell’attuale governo e col sostegno logistico dell’esercito.
Tutto torna nella logica di fare la grande Israele, teorizzata e messa in pratica. L’assalto di Hamas è stato permesso, sapendo di creare un casus belli. Chi riesce a credere che il fortissimo esercito e i fortissimi servizi segreti israeliani si siano fatti cogliere così di sorpresa? I servizi sono capaci di sapere ora dove si trovano gli esponenti di Hamas a Rafah, e gli lanciano addosso bombe da 1 tonnellata, fregandosene delle vittime innocenti. Non è credibile che non si aspettassero il 7 ottobre da parte di Hamas, finanziato in passato da Netanyau per sua stessa ammissione.
Oggi raid su campo umanitario, almeno 40 morti bruciati vivi,campo dove IDF aveva detto di spostarsi per stare al sicuro….
Ps:
Al tuo incontro mancava tanta gente, non solo gli acampados…
Mi unisco al ribrezzo per certi tipi di manifestazioni e per il sermone torinese… probabilmente un prete o un rabbino non l’avrebbero neanche fatto entrare.
Ciò non m’impedisce, essendo tra l’altro in compagnia di moltissimi ebrei, di giudicare gravissimo il comportamento genocida del governo israeliano, comportamento che non può essere giustificato neanche da una strage come quella del 7 ottobre. Una cosa non esclude necessariamente l’altra
Caro Gp,
su questo concordo anche io: ed è la barra che si cerca di tenere dall’8 ottobre ad oggi…
Lo scrivente, sarebbe in piazza contro Netanyahu, se abitasse in loco: già detto e scritto plurime volte.
Il fatto di Torino è davvero grave e, soprattutto, significativo di una deriva…
L’eretico
Di iniziative infelici la Meloni ne sta mettendo in fila diverse, non solo l’accoglienza a Chico Forti. E’ opportuno che il capo del governo ironizzi in televisione sui telespettatori di LA7? È opportuno dichiarare che se la riforma costituzionale non si farà non si dimetterá? Poteva anche non dire nulla. Sono tutte dichiarazioni che farebbero pensare ad una sindrome da accerchiamento, tutto sommato incomprensibile, vista la maggioranza di cui dispone e l’inconsistenza dell’opposizione. Forse che la Meloni stia fiutando un crollo del suo consenso, fino a poco tempo fa impronosticabile? Vedremo alle europee
Facile far finta che il problema sia solo Netanyahu: dovremmo difendere Israele in quanto unica democrazia del Medio Oriente, salvo poi non riconoscere alla sua popolazione nessuna responsabilità per chi hanno messo al governo? Ma allora che vuol dire democrazia?
La realtà è che Israele, che avrebbe ogni diritto di vivere in sicurezza, da decenni sta rendendo impossibile la vita ai palestinesi (a quelli che non ammazza), soprattutto a Gerusalemme e in Cisgiordania (parlateci con un palestinese, ogni tanto…).
Per anni hanno permesso il finanziamento di Hamas (https://edition.cnn.com/2023/12/11/middleeast/qatar-hamas-funds-israel-backing-intl/index.html) definendolo una “risorsa” (https://x.com/muhammadshehad2/status/1659921474893774850).
Il tutto, nella più totale indifferenza di quelli che ora strillano all’antisemitismo e al genocidio degli ebrei, che poi sono spesso discendenti politici di quelli che gli ebrei li mettevano nelle camere a gas.
Fortunatamente, ci sono figli di sopravvissuti ai campi di sterminio che di questo uso strumentale della Shoà ne hanno pieni i cosiddetti, come Norman Finkelstein (https://youtu.be/Sf77bimq3wc?si=lqb5wLspElKAcDfr).
E voi Fioriti, ma più che altro Appassiti, dopo la condanna della IPC, dopo lo scoop secondo cui l’ex capo del Mossad Yossi Cohen aveva già minacciato l’ex procuratrice della IPC Fatou Bensouda (https://www.theguardian.com/world/article/2024/may/28/israeli-spy-chief-icc-prosecutor-war-crimes-inquiry), dopo gli ennesimi bambini morti a Rafah siete ancora qui a menarla con le “acampadas”?
Capisco che si tratta solo di Siena, ma insomma, via
Sono così democratici che anche il popolo è eletto
Condivido l’approccio di responsabilità collettiva.
La necessità di elaborare il trauma della seconda guerra mondiale ha portato noi italiani a sviluppare un concetto di totale deresponsabilizzazione dei popoli quando nella realtà sono attori protagonisti.
Non si capisce solo perché valga per gli israeliani e non anche per i poveri (in)civili palestinesi: appoggiano in maggioranza hamas e vorrebbero sterminare gli ebrei.
Il 7 Ottobre è un atto di guerra che si può chiudere solo con la liberazione degli ostaggi (o più probabilmente la restituzione dei cadaveri) e la resa/sterminio di hamas
Il passaggio sulla responsabilità collettiva degli isareliani era più che altro provocatorio, serviva a sottolineare un paradosso nel pensiero degli elmettati. Se te però non capisci la differenza tra una popolazione che vota il proprio governo e un’altra che l’ultima volta ha votato 18 anni fa, sotto occupazione, mandando al potere un gruppo terrorista che poi ha represso gli oppositori e che oggi è formata per circa il 50% da minorenni, devi ripartire dall’abbecedario
Interessante quello che scrivi: in sostanza un popolo ad oggi pericoloso per se stesso e per gli altri. Serve un tutore ed un consistente percorso rieducativo, altro che lo stato “from the river to the sea”
La tua osservazione è irrilevante: non ho scritto niente del genere, ma immagino che tu possa leggere ciò che vuoi nelle mie parole, come in quelle di chiunque, confermando ciò che già pensavi prima.
Concordo: irrilevante quanto le carnevalate fuori stagione degli ultimi mesi.
Vista la ricorrenza uniamoci nel ringraziare gli Alleati che ci hanno regalato la libertà di esprimere opinioni (nel rispetto della legge)