Scurati, candidature europee, Fassino
Eccoci al consueto appuntamento settimanale con il blog (oggi si pubblica addirittura il martedì, sic: periodo fra due ponti importanti, suvvia); a livello internazionale, fase di stallo (speriamo foriera di buone notizie, sia per il Medio Oriente che per l’Ucraina, flagellata più che mai da Putin, fino ad Odessa ed anche Leopoli: che sforzo enorme, quello putiniano, ma è per liberarsi dai nazisti ucraini, ci mancherebbe).
Quanto a domani, buon Primo maggio a tutti! Come ogni anno – e sperando di non essere etichettato come filonazista, non essendo neanche ucraino -, ricordo questa particolarità: la Festa del Lavoro (sacrosanta) fu abolita dal Fascismo, ma non dal Nazismo. Si fa per chiacchierare, eh…
SCURATI DA FAZIO
Domenica sera, dopo tanto tempo che non lo facevamo, ci siamo concessi il gran salotto di Fabio Fazio: sapevamo dell’ospitata di Antonio Scurati, e l’occasione era davvero ghiotta assai.
Purtroppo, come previsto, anche su Scurati i media si dividono in assetto da curva ultra: un idolo aprioristico per alcuni (“ti applaudono come una rockstar”, lo accoglie così don Fabio, durante l’applauso del pubblico in studio), un profittatore da dileggiare, financo con scherno, per alcuni altri (giustamente, lo scrittore si lamenta del titolone “Scurati, uomo di M.”, che gioca sfacciatamente sul doppio senso): manca una informazione un minimo equilibrata, non da curva, che sappia riconoscere i torti della Rai (che ci sono), e la gran furbizia del tandem Scurati-Bortone (che c’è, come già avevamo scritto la settimana scorsa, appena scoppiato il caso).
Per Fazio – non che ci fossero dubbi al proposito – Scurati è un intellettuale coraggioso e senza macchia, vessato dal potere neofascista che ci ammorba tutti: con lo scrittore si danno del “tu”, e lui non gli fa neanche mezza domanda scomoda; in quella autentica comfort zone, Scurati va giù tranquillo, continuando con quella che è una cifra, efficacissima, del suo modus operandi: attuare, nei fatti, il contrario assoluto di ciò che dice di volere fare. Una autentica gattamorta dell’intellettualità nostrana.
Dopo avere detto e scritto per anni, anche dopo il settembre 2022, di non avere “mai gridato al lupo, al lupo” per la Destra al potere, dalla svolta del 20 aprile 2024 in poi – con una discreta dose di egocentrismo, sia consentito dire – l’Italia è invece in preda ad un regime orbaniano parafascista; soprattutto: dopo avere detto e scritto urbi et orbi che lui non vuole fare la vittima, che il paradigma vittimario non gli si addice per niente, è tutto un atteggiarsi a perseguitato politico. Siccome hanno toccato lui, proprio lui, “la svolta illiberale è già iniziata” (fino al 20 aprile, invece, era tutto sotto controllo, con lui che giustamente vigilava). Ha ragione Saviano a lamentarsi, in questo caso: il blocco del suo programma – già pronto e montato – fu cosa ben più grave di quella occorsa a Scurati.
Come al solito, basterebbe dirla tutta (anche Travaglio, per tabulas, l’ha ricostruita esattamente così): a fronte dello zelo servile, nei confronti del Governo, dei dirigenti Rai (che non gli accordano il cachet – peraltro non stellare – di 1500 o 1800 euroni, oltre ai sacrosanti rimborsi spese), Scurati aveva la possibilità di andare gratis (che gratis non è mai: avrebbe pubblicizzato il suo prodotto, e la prossima serie su “M.”, fra l’altro in onda sul concorrente Sky); da lui e dalla Bortone, però, è stato preferito il martirio. Il quale, in un contesto come quello attuale, è sempre vincente.
E se poi si prendono topiche clamorose come quella sua sul Tg1 (“Il Tg1 ha offerto lo spettacolo indegno di una giornalista che ha chiesto la mia incriminazione per vilipendio alle istituzioni”, Repubblica, 26 aprile, nel corso dell’intervista della “svolta illiberale”: tutto falso, come obtorto collo ammesso dallo stesso scrittore il giorno dopo, con scuse al Tg1 annesse), figurette dopo le quali uno che si professa “intellettuale” (e lo è, ci mancherebbe) dovrebbe farsi portare la spesa a casa per almeno due settimane, per evitare di farsi vedere nel quartiere ove abita, che volete che sia? Ai perseguitati politici sono passaggi che si possono, che si debbono perdonare: é “il marasma del momento”, capito?
Resta giusto una domanda inevasa (una di quelle che Fazio non ha fatto, ovviamente): non si viene mai sfiorati – specie parlando di autentici martiri come Giacomo Matteotti, ed in qualche misura proponendosi come tali nel qui ed ora -, dal senso del ridicolo?
LE CANDIDATURE ALLE EUROPEE
Lo possiamo dire, chiaro e forte? La questione delle candidature dei leaders alle Europee (senza poi andarci), non è un bello spettacolo: Romano Prodi, su questo, ha ragione da vendere. A dirla tutta, non ce ne è uno che ne esca davvero bene.
C’era grande attesa per come la Premier Giorgia Meloni avrebbe annunciato la sua discesa nell’agone elettorale, e francamente l’appello popolar-populista del fare votare “Giorgia” sarà di sicuro efficacissimo, e magari la porterà al 40% (tipo Renzi giusto 10 anni or sono), ma lascia anche un po’ dubbiosi su vari aspetti; fra i quali – come detto ieri da Camilla Conti ospitata dalla Gruber – il fatto che voglia iperpersonalizzare per coprire il poco che si trova dietro, come classe dirigente di governo. E come dice il costituzionalista piddino Stefano Ceccanti (Il Quotidiano odierno), le liste alternative potrebbero organizzarsi, aggiungendo Giorgie di ogni genere alle loro liste, per creare confusione nell’elettore non particolarmente attrezzato.
Sulla Schlein, che dire? Ora è tornata penosamente a sostenere di votare il Partito e non le persone: non potendo più dare cattivi esempi, si è messa – pur così giovane – a dare buoni consigli…
Quanto a Calenda (ed in misura minore a Tajani), anche qui siamo alle solite: Calenda aveva detto financo agli altri di non candidarsi (se poi rinuncianti), alla fine si candida lui stesso in tutte le circoscrizioni (con Elena Bonetti).
Alla fin fine, chi resta fuori fa quasi meglio, ma poi magari macchia il tutto con spiegazioni assurde: pensiamo a Salvini (di Vannacci e della sua candidatura, riparleremo: vediamo come si comporterà in queste 5 settimane), il quale sostiene di lavorare 18 ore al giorno al Ministero. Noi, ci accontenteremmo che si facesse le classiche 8 impiegatizie, e poi basta: anche per non trascurare gli affetti, in particolare la figlia del nostro notorio faro politico di riferimento, vale a dire Denis il Verdini…
PIERINO, CHE CI COMBINI?
Mentre continua l’affaire Santanché (con Il Fatto che tira fuori un’altra questione delicata, concernente la Casina rossa del Parco della Versilia: quella che sarebbe passata da D’Annunzio-Duse e Santanché-Canio Mazzaro, davvero segno dei tempi) e Michele Emiliano tergiversa sull’audizione in Commissione antimafia (cosa grave, per uno che è stato – e potrebbe tornare ad essere – un PM), in settimana scorsa è esploso il Caso Fassino, che francamente rappresenta una sorta di unicum, nel pur variegatissimo mondo della politica italiota.
Pare ormai acclarato che il buon Fassino fosse già ben attenzionato da chi di dovere (Il Tempo ha ricostruito i singoli passaggi): una prima volta, un mesetto e mezzo or sono, sembra che gli fosse già cascato il profumo in tasca, mettendo in allerta l’antitaccheggio del duty free, e poi avesse fatto brillantemente perdere le sue tracce fra la folla di Fiumicino; una seconda volta, vistosi scoperto con le mani profumate, avrebbe pagato il prodotto, per chiudere la penosa situazione; infine, si sarebbe arrivati al terzo scivolamento, l’ultimo: quello fatale, dopo il quale Il Fatto ha reso nota la situazione.
L’imbarazzo – personale e del Pd tutto, dal quale comprensibilmente arriva ben poca solidarietà – non potrebbe essere più evidente e fragoroso: fra l’altro, come poteva un politico di lungo corso nonché uomo di mondo, pensare di non essere scoperto, in un duty free di un grande aeroporto, di grazia?
Infine, e soprattutto: visto che è lo stesso Fassino a dire che i profumi di questo mese e mezzo a Fiumicino erano per la moglie (Anna Serafini: donna dell’Amiata, più volte candidata nella circoscrizione senese, deputata dal 1987 al 2001, poi senatrice dal 2006 al 2013), si può dire che la Serafini in Fassino sia la first lady più profumata d’Italia?
Scurati? Non andava censurato… però mi piace ricordarlo così, quando si rivolgeva a Draghi: ‘…lei ha retto le sorti di una nazione e di un continente; le ha tenute in pugno con il piglio del dominatore, sorretto da una potente competenza, baciato dal successo, guadagnando una levatura internazionale, un prestigio globale, un posto di tutto rispetto nei libri di storia. Ha conosciuto il potere, quello vero, ha conosciuto la fama degli uomini illustri, la vertiginosa responsabilità di chi, da vette inarrivabili, decide quasi da solo della vita dei molti…’
Pura poesia… più che altro oserei dire maestria nell’uso della lingua (grammaticalmente parlando)
Caro Go,
davvero ottima, e significativa, citazione!
Per nera curiosità, mi potresti citare il passaggio: Corrierone, o cosa?
Grazie in anticipo!
L’eretico
Era una lettera al presidente pubblicata sul corrierone
Ci avrei giurato, ma in effetti non la ricordavo proprio. Che possa garbare Draghi più di Mussolini, nulla quaestio: il tono, e la lingua, si commentano comunque da soli.
Visto che ci sono, prendo la palla al balzo e aggiungo un particolare: anni fa (2011, ad occhio e croce) parlai, giusto per qualche minuto, con Scurati, che era venuto ad un incontro organizzato al Santa Chiara.
Ne trassi l’impressione di persona fredda ed altezzosa (e allora era ben lungi dal raggiungere il pieno, attuale, successo).
Ma la cosa più gustosa, dopo questo 25 aprile, è il vedere la gara interna fra i più “censurati”: Saviano che si lamenta (con piena ragione, come detto), dando però troppo l’idea dello “sformato”; poi, il professorone Canfora, portato in Tribunale dalla Premier e che già assaporava una Liberazione martirologica, che Scurati gli ha sottratto. E poi, okkio: sta iniziando il tour di Andrea Scanzi con la Meloni. Già pronto a dire che non c’è più spazio per il teatro politico ed impegnato…se aggiungete che il Tomasino nazional-fiorentino-senese ha battuto una musata epocale, nel tentativo di creare una aggregazione di sinistra dura e pura, e smania per ritagliarsi uno spazio – antifascista, ovviamente – tutto suo (ieri ha scritto che è stato giusto ammazzare Giovanni Gentile, pur ammettendo che si possa anche non essere d’accordo), penso che ne vedremo delle bellissime…
L’eretico
Schlein, Conte, Meloni, Salvini e ormai anche Calenda…la reazione che scatena l’idea di votarli non obbliga più a turarsi il naso, come diceva Montanelli, ma obbliga turare ben altri orifizi. Possibile che siano lo specchio del nostro paese, facciamo veramente così schifo? Alle europee mi giocherò la carta Riccardo Magi, che ha il pregio di essere stato fatto vedere poco, e quelle poche volte che s’è visto ha detto cose sensate…ormai non rimane che votare chi non si conosce
Il popolo invoca, la classe politica annusa e risponde: Vannacci, Strada e Tarquinio i tre re magi che porteranno in dono la pace.
Popolo lisergico che pretende sentire le favole per sfuggire dalla realtà.
Il ripristino della legalità nelle università americane è invece risposta concreta ed esemplare alla deriva woke di cui i movimenti prohamas sono solo ultima degenerazione.
Caro Ics,
la repressione – poliziesca, certo, ma non militare come dice qualcuno – è avallata perfino dai Democratici, oltre che dai Repubblicani i quali chiedono, per l’appunto, l’intervento della Guardia nazionale. Ed è benedetta dal Sindaco di NYC, afroamericano e democratico convinto. Tutto questo, nonostante che ci siano le elezioni a novembre, con questo intervento che costerà probabilmente lo scranno a Biden, visto che i giovani, già perplessi su di lui, lo eviteranno.
Nonostante ciò, quando è troppo è troppo: a tutto c’è un limite, ed un campus non può diventare un accampamento di giovanotti con la kefiah in testa, se non altro per rispetto di chi non è così schierato con la Palestina (ergo, con Hamas: lo dicono molti di loro, in modo esplicito); ora, sono davvero curioso di vedere quando i primi poliziotti dovranno entrare in qualche ateneo italiano, che cosa succederà: gli italici dem, saranno a stracciarsi le vesti a priori. Ginevra Bompiani – candidata con Santoro, eh – si immolerà, novella Jan Palach. Per poi perdere lo stesso – oltre alla faccia – le elezioni, peraltro…
L’eretico
Su Fassino: la vicenda è talmente surreale che sembra una spia di un qualche tipo di patologia.
In questo panorama politico, italiano e straniero, il più pulito ha la rogna. Ultimo pensierino, in ritardo, sul 25 aprile: che tristezza che in tante, troppe, manifestazioni le bandiere palestinesi erano in nettissima maggioranza su quelle italiane. Ormai la bussola è stata persa da tanta gente.
Gentile Eretico, propongo una riflessione: a lei e ai lettori del suo blog non pare che ultimamente la politica stia facendo numerosi passi indietro sul fronte della dignità e della serietà, da tutte le parti? Lasciamo stare le candidature alle europee di leader politici già abbondantemente eletti ed impegnati in cariche qui in Italia, ma vorrei far notare come in questi tempi sembra che i partiti non rincorrano le competenze politiche dei candidati, ma la loro visibilità, soprattutto sui social. Potrei citare Vannacci, ma anche, per par condicio il medico virologo che il PD, se non erro, ha candidato alle politiche (chiedo scusa, ma davvero non mi sovviene il nome). Mezzo secolo fa i politici erano conosciuti anche e soprattutto per il loro impegno, la militanza e le azioni sul territorio (gazebo, sezioni, volantinaggi, incontri, manifestazioni e via dicendo) così si costruivano un seguito, che partiva però da un impegno politico vero. Oggi mi pare il contrario: il partito ti cerca in base alla tua capacità di occupare i canali dei mass media. Più follower hai, più ti cerchiamo, nella speranza che i like diventino voti. E’ un vizio trasversale, che a me non piace. Lei che ne pensa?
Caro Michele,
penso che fondamentalmente tu abbia ragione da vendere: i Partiti non sanno più fare quella selezione interna che assicurava una classe dirigente nel complesso decente, prima (o almeno,rispetto all’oggi, meno peggio). E sempre di più le migliori teste rifuggono dall’impegno in politica: colpa anche loro, ma qualche ragione ci sarà, magari…
Bentornato a “Vedonero”: la questione delle bandiere palestinesi ben superiori a quelle italiane, in effetti, ha rappresentato uno spettacolo francamente penoso. E temo una cosa, visto ciò che sta accadendo nei campus USA (dato che che questi studenti sono antiamericani, ma copiano i loro “colleghi” stars and stripes che è un piacere): il peggio, in Italia, deve ancora arrivare (sperando di sbagliare)…
L’eretico
Carissimo Eretico,
sta andandosene questo 4 maggio, in cui – oltre al dramma di Superga, 1949 – ricorre la tragedia della miniera di Ribolla, con i quasi 50 minatori morti. Tu a marzo hai fatto un incontro in Sala storica per ricordarli, e ti fa onore come tante altre cose egregie che fai.
Ma diciamocela tutta, fino in fondo: Ribolla, nell’Italia di oggi, chi se la ricorda?
piano piano, ma nemmeno poi tanto, questa destra destra si svela: prima il premierato, poi le candidature impresentabili a dimostrazione della ricattabilita’, a seguire il ripristino dellautoritarismo nella scuola mascherato da dignità verso i prof, intanto si parla di numero massimo di studenti extracomunitari e di classi differenziali, la continua richiesta di spese militari….non dico i destrissimi, ma i moderati quando si accorgeranno chi sono i loro sodali? Quando si chiederanno a quali rischi andiamo incontro?
condivido e aggiungo che anche io non posso biasimare i professionisti, gli imprenditori, i commercianti ecc che votano a destra, ma non comprendo come categorie di lavoratori sfruttati, piegati,amministrativi non si accorgano che stanno facendo i loro controinteressi.
E poi una domanda: ma che razza di rappresentanti stanno proponendoci di mandare a Bruxelles? Politicanti che dovranno fare scelte lungimiranti…inizio a vedere nero anche io, ma per davvero!
……la sua meraviglia sui lavoratori sfruttati che votano destra, desta – opinione personale, chiaro – meraviglia. Basterebbe volgere lo sguardo indietro per accorgersi che le varie riforme del lavoro, i salari dimenticati, i tagli alla sanità non sono frutto di un anno di governo meloniano, ma hanno genesi anche in governi in cui cui, direttamente o indirettamente, la sinistra ha messo le mani.
Tanto per avere una prova eclatante di quello che dico, basta vedere quello che sta avvenendo sul jobs act…….approvato da un governo a guida pd e ora messo in discussione dal referendum cgil e su cui a posto la firma il segretario piddino
…..sembrano comiche, ma, purtroppo è realtà.
….ha posto…
sorry
beh,io che ho qualche anno, non avevo mai visto un pdc di corsa coi bersaglieri…ah si, Claudio bisio! Ma quello era il pdr!
Con questa sua immagine di amicona, sta perpetuando una vera truffa ai danni degli utili idioti che voteranno “giorgia” ben sapendo che lei non andrà al parlamento europeo e non sapendo affatto quali programmi promuove , quali sono le sue idee a parte accettare supinamente tutto ciò che gli usa, che ci hanno conquistati un secondo dopo averci liberati,ordinano.
Astenersi sul suo,patto di stabilità è stata la dimostrazione dell’inettitudine; aver candidato sgarbi dopo averlo dimissionato e non dimissionari la pitonessa dimostra la sua ricattabile, rendendola piccola a scapito della voce con la quale blatera.
Queste destre muscolari mi hanno sempre fatto paura( e un po schifo!)
Lucia detta “Lucia”