Riva, Shoah, manifestazioni di piazza (e 2 Ps)
Eccoci al consueto appuntamento settimanale con il pezzo bloggeristico: non monografico, a questo giro; si parte naturaliter con il 27 gennaio, Giornata della Memoria, aggiungendo però subito una chiosa sull’attualità legata a questa giornata (votata dal Parlamento nel 2000, giova ricordare); ma come non dare anche il giusto, anzi sacrosanto, spazio alla figura di Gigi Riva, il nostro Rombo di tuono?
UNA GIORNATA (DELLA MEMORIA) PARTICOLARE
Non è una abituale, ordinaria Giornata della Memoria, questa di oggi, 27 Gennaio 2024: come ho detto mercoledì pomeriggio in Sala storica (la registrazione è sul sito Fb della Comunale, per chi lo desiderasse: non c’è bisogno di essere “socialisti”), qualunque oratore che si sia preso la briga di ricordare la liberazione di Auschwitz-Birkenau quel giorno d’inverno del 1945, si sarà trovato di fronte ad un evento del passato remoto, che non può non intrecciarsi con l’attualità presente.
Il 7 Ottobre ha posto obiettivamente un’ipoteca anche sul 27 Gennaio, inutile girarci tanto intorno: se ne deve prendere debitamente atto. Si deve spiegare che è cosa del tutto legittima il criticare l’operato del Governo Netanyahu (come infatti si è fatto in Comunale, senza alcuno sconto), un Bibi che verosimilmente porterà avanti la guerra – pur abbassando il grado di ingaggio – fino alle elezioni USA (sperando nella vittoria di The Donald, ovviamente). Al contempo, chiarendo che solo un cieco furore ideologico, ovvero un autentico masochismo tafazziano, può fare sì che un cittadino del democratico e laicissimo Occidente abbia simpatia per i palestinesi, nel senso in cui ce l’hanno molti che manifestano (schierandosi “per il popolo palestinese” – prima vittima di Hamas -, non avendo il coraggio di schierarsi in modo aperto per i terroristi: ne riparliamo dopo).
E cercando di fare emergere come cosa più che nefasta, fra le altre, l’appropriazione indebita, l’arruolamento scandaloso, di Primo Levi nel campo antisionista (spessissimo, antisemita tout court); oppure – perché alla vergogna non c’è mai fine – l’abbinamento fra il ghetto di Varsavia e il territorio di Gaza (il che equivale ovviamente a mettere sullo stesso piano un certo Hitler e Netanyahu: no, non sono la stessa cosa, neanche alla lontana). Forse, gioverebbe ricordare – solo per dirne una – che nessuno fra i circa 500mila ebrei del ghetto di Varsavia era colpevole di alcunché, se non di essere ebreo; mentre così – dispiace dirlo – non è per Gaza: ove drammaticamente, insieme a tanti innocenti (che ovviamente sarebbe stato meglio risparmiare, ma il combattimento in zona ad alta densità abitativa con civili usati come scudo umano, chi lo ha deciso e perseguito?), sono stati ammazzati fior di terroristi, compresi quelli che hanno attuato il pogrom iniziale di questa guerra maledetta (e peccato che Sinwar e Deif siano ancora vivi, certificando in questo il fallimento dell’operazione).
Quel 7 Ottobre 2023, più di mille ebrei civili sono stati uccisi (e decine di donne stuprate), solo in quanto ebrei, in un sol giorno: come non era mai accaduto – dicasi mai – dai tempi della Shoah in avanti…
LE MANIFESTAZIONI DI OGGI
Nonostante gli espliciti divieti, oggi in alcune città italiane si è manifestato a favore della Palestina: le tensioni maggiori – pur senza gravi violenze, va detto – sembrano essere state quelle a Milano, ove peraltro, da dopo il 7 ottobre, ogni sabato va avanti questo rito.
Questioni di opportunità e prudenza hanno fatto vietare questi eventi, facendoli spostare a domani (a parte quelli di cui sopra, ovviamente): il Ministero dell’Interno Piantedosi ha scelto in questo modo, e forse è bene che sia andata così.
Da parte nostra – che non a caso non siamo Ministri – avremmo invece lasciato manifestare, anzi favorendo la più ampia diffusione possibile delle immagini, e dando voce al numero maggiore possibile di manifestanti: essendo il 27 gennaio, forse la “maggioranza ignorante” (che ha soppiantato la “silenziosa” dei Settanta) sarebbe stata finalmente pienamente consapevole di ciò cui stiamo assistendo dal post 7 ottobre in avanti.
Vale a dire: minimizzazione sistemica del 7 ottobre (quando non aperta giustificazione, come atto resistenziale, oppure deliri complottisti alla Muccino); enfatizzazione della indubbia tragedia di Gaza (come se tutti i morti fossero donne, vecchi e bambini: il rapporto 2 civili per un miliziano è il minimo, in un contesto come quello della Striscia), infine autolesionismo pratico e settarismo ideologico (con la scusa dei palestinesi – che purtroppo interessano poco anche agli arabi, e forse un motivo ci potrebbe anche essere -, si vogliono solo colpire gli occidentali, ma facendosi forza delle prerogative liberali dell’Occidente).
L’unica manifestazione degna di una autentica nota di merito, oggi, è stata quella degli israeliani, i quali, a Tel Aviv, hanno manifestato contro gli errori, macroscopici, del Governo Netanyahu, il quale ha le sue enormi responsabilità, politiche e non solo, per il contesto in cui ci troviamo: i manifestanti criticavano Netanyahu, innalzando al contempo le bandiere israeliane; sapendo bene – pur con tutta la comprensibile rabbia che avevano in corpo – quale sia la parte giusta con cui stare.
Chissà cosa avranno pensato, vedendo le immagini italiane, e non solo quelle…
CIAO, ROMBO DI TUONO…
In settimana, ci ha lasciato Gigi Riva, 78enne: Gianni Brera, nel 1970, l’aveva soprannominato – dopo un Inter Cagliari vinta dai sardi grazie soprattutto a lui – Rombo di tuono, per l’esplosività del suo sinistraccio.
Attaccante di razza (ala sinistra, il numero 11 per eccellenza) e hombre vertical (espressione abusata, ma non in questo caso); oltre che per le prodezze pedatorie – che per motivi anagrafici abbiamo potuto apprezzare solo ex post -, lo dobbiamo ringraziare perché la sua figura conferma le tesi dello scrivente – che tende alla laudatio temporis acti, certo – sul fatto che la tempra morale degli sportivi del passato, tendenzialmente fosse assai migliore di quella media di oggi.
Gigi Riva, per dire, aveva fatto l’operaio, da giovanissimo, dopo essere rimasto orfano assai presto dei genitori; aveva fatto il militare (un breve periodo, con un certo Zoff, anche a Siena), poi era diventato campione d’Italia con l’irripetibile Cagliari di Manlio Scopigno, in quel per lui magico 1970, in cui fu protagonista dell’Italia-Germania 4-3.
Gli vogliamo trovare un difetto, per non cadere nell’agiografia? Gli piaceva tanto la velocità in macchina, toh: meno male senza conseguenze, né per lui (che già aveva avuto almeno tre infortuni tremendi, in campo), né per altri, che si sappia.
Riguardatevi il suo modo di esultare, dopo un goal con il Cagliari o con la Nazionale: non andava narcisisticamente a cercare le telecamere (che, pur meno di oggi, c’erano anche allora!), né a provocare il pubblico con versi e versetti vari: rispettava chi gli pagava lo stipendio; c’era la gioia di avere fatto al meglio il proprio dovere, nonostante i calci e calcioni dei difensori e la bravura dei portieri avversari.
Se gli arabi lo avessero corteggiato – come fanno con i Mancini odierni, i quali abboccano subito -, lui gli avrebbe fatto una pernacchia, come fece in effetti ad Agnelli e a Moratti, fra gli altri.
Proprio un altro mondo, inutile girarci intorno: che – lo temiamo – se ne è ormai andato per sempre, lasciando almeno la memoria di qualcuno, come Gigi Riva, il quale possa essere additato ad esempio (nonché come vergogna comparativa) per i bamboccioni, viziati e narcisisti, di oggi…
Ps 1 Ci ha lasciato, venendo a Sienina, Attilio Botarelli, alla venerandissima età di 97 anni: pianista lui stesso, è stato per decenni – da metà degli Ottanta! – colui che ha commentato per Il Corriere di Siena i concerti della Chigiana (ma anche altri eventi culturali), con garbo e, nel caso musicale, piena competenza. Era davvero “uomo educato, gentile, entusiasta per ogni occasione in cui si poteva star vicini alla musica”, come ricordato in una nota della sempre benemerita Accademia Chigiana, nostro orgoglio e vanto municipalistico.
Ps 2 Uscito in settimana il programma di febbraio della Sala storica della Comunale: si parte lunedì 5 febbraio con Marco Imarisio (Corriere della sera), il quale viene a parlarci – dialogando con lo scrivente – di vari clamorosi delitti italiani, in particolare della strage di Erba: soffermandosi su ciò che c’è dietro alla riapertura del caso, sulla spinta della pressione mediatica…
La comparazione Gaza-Auschwitz è l’ennesima certificazione del fallimento del sistema scolastico.
Il prezzo da pagare per aver subappaltato l’istruzione ai volenterosi compagni.
Le manifestazioni dimostrano come per il comunista 2.0 la funzione della giornata della memoria sia di mero marketing politico.
Di conseguenza il 25 Aprile è giusto riscrivere la storia sventolando le bandiere palestinesi e cacciando la brigata ebraica.
In fondo l’ebreo è un capitalista oppressore.
Il messaggio è: il vecchio comunismo ha fatto degli sbagli ma la versione aggiornata è sicuramente migliore.
No, grazie comunque per l’impegno.
Una buona notizia: la sospensione dei sussidi ai compagni di merenda dell’unrwa
Il compagno 4.0 è molto attivo a scuola! Tipo la famosa insegnante del Bandini beccata a fare campagna elettorale con i propri studenti… uno schifo!
Il mondo non è nato il 7 ottobre. Solo dal 2000 gli israeliani hanno ucciso circa 13.000 palestinesi (secondo un rapporto di decimazione ‘nazista’) ferendone quasi 50.000; i coloni a Gerusalemme est e in Cisgiordania hanno cacciato migliaia di famiglie abbattendo le loro case e oggi sono più di 700.000. Solo citando questi numeri troveremmo un potenziale enorme esercito di orfani, vedovi, sfollati, feriti… per questo motivo ritengo che la maggior parte dei palestinesi riversino il loro odio contro gli isreaeliani, non in quanto ebrei (ultimo baluardo a difesa dell’indifendibile reazione israeliana) ma in quanto colonizzatori violenti.
Ai ‘guerrafondai a tempo pieno’ chiedo cortesemente quanti civili si possono uccidere per ogni terrorista, e di questi quanti bambini e quante donne.
Io invece vorrei sapere, visto che le cose stanno come dici tu, perché’ mai tutte queste proteste pro-Palesina avvengono DOPO il massacro del 7 Ottobre, come mai non sono avvenuta nel Settembre scorso per dire, o nell’ estate del 2021, e come mai in tutto il mondo ci sono state aggressioni a ebrei non israeliani, attacchi a sinagoghe e profanazioni di cimiteri ebraici. Sarà mica, più che solidarietà con la Palestina, un’esplosione di gioia per la morte di un migliaio di ebrei? Ecco, comincia a farti qualche domanda invece di pontificare.
Caro Marco,
approvo, et in toto, il tuo intervento, ed infatti non a caso mi sembra di averne già scritto in questi mesi.
Se la storia fra Israele e palestinesi nasce prima del 7 ottobre (cosa ovvia, peraltro; se si va indietro, suggerisco sempre di partire dalla risoluzione Onu del 1948, che prevedeva i due Stati: soluzione aggredita militarmente dagli arabi, eh), perché a settembre 2023 non erano certo così copiose le manifestazioni filopalestinesi (cadute anzi, da anni, in un significativo cono d’ombra)?
Su altre cose concordo con Gp, ma sulla questione in oggetto siamo proprio distanti, e distanti anni luce: è il bello del blogghe, no?
Buona settimana a tutti, l’eretico
Non capisco la logica per cui un eventuale antisemita dovrebbe essere stato ringalluzzito dal 7 Ottobre, anzi…l’antisemita lo era anche prima del 7 Ottobre, e se voleva sposare la causa Palestinese in modo pretestuoso ne aveva già modo, credo.
Ti spiego cosa è cambiato, per lo meno per me che non mi è mai passato per la testa di disprezzare gli ebrei in quanto tali, nè prima, nè dopo il 7 Ottobre. Molto semplicemente non conoscevo la situazione di Gaza, ne ero completamente ignorante. Venirlo a sapere, dopo il 7 Ottobre, mi ha colpito molto, probabilmente ancora di più degli attentati, e per un motivo semplice: del fondamentalismo islamico già sapevo a sufficienza, dell’estremismo dell’altra parte invece no, perchè ho sempre paragonato (sbagliando?) Israele ad un paese civile. Mi ha colpito molto sapere di milioni di persone che vivono da anni dietro un recinto, mi ha colpito molto vedere una reazione di violenza spropositata. Vorrei citare i 2 episodi di ministri(!) del governo Israeliano, che hanno reso pubbliche le seguenti proposte: la deportazione dei residenti di Gaza su un’isola appositamente costruita, il bombardamento atomico della striscia. Non è questo un odio viscerale, ideologico paragonabile a quello dell’altra parte e forse anche a quello nazista? E questo non lo dico perchè ce l’ho con gli Ebrei….per me potrebbero anche essere venusiani. Lo dico perchè sono stato educato a rifiutare la violenza, l’odio razziale e ideologico, indipendentemente da dove arrivino. Cosa che vale ovviamente anche per Hamas…ma non è che condannare Hamas vuol dire giustificare Israele. Lo ripeto, perchè mi sembra talmente normale da poter dire addirittura banale: condannare Hamas non vuol dire giustificare Israele, condannare Israele non vuol dire giustificare Hamas
Per non parlare della situazione in Cisgiordania, volutamente dimenticata, perché non (ancora) deflagrata a differenza di quella gazawa, ma non meno drammatica sotto tanti aspetti. Segnalo questa testimonianza diretta, di pochissimi giorni fa:
https://www.youtube.com/live/SSq-PDruu-s?si=i4H9q9MWVsvesfZ9
Francamente, mi pare quasi una perdita di tempo, a fronte di tale tragedia e complessità, continuare a parlare di come si comporta qualche minoranza infinitesimale dell’Italietta contemporanea (i manifestanti pro-palestinesi da una parte o la cosiddetta area liberale filo-israeliana dall’altra).
Mah… io parlo di bombardamenti a tappeto su donne e bambini e te di ‘esplosioni di gioia’ e ‘cimiteri profanati’… fattela te qualche domandina
Tacciare di antisemitismo chi è pro Palestina o è una operazione di una enorme disonestà intellettuale. Sentire gente che fa fatica a rinnegare il fascismo (padre putativo del nazismo e complice nella messa in pratica della “soluzione finale”) salire sul pulpito degli accusatori di una “certa sinistra”, accusandola di antisemitismo solo perché critica la carneficina messa in atto da Netanyau, fa venire il voltastomaco.
Il più grosso spregio alla memoria del l’Olocausto viene fatto proprio dal governo Netanyahu e dalla sua politica vendicativa e predatoria,almeno secondo il mio parere.
Concordo.
Tre fatti:
1) Netanyau per sua stesse dichiarazioni sosteneva che un Hamas forte fa il gioco di chi non vuole uno stato palestinese e quindi lo ha finanziato
2) Hamas ha piena libertà nel commettere il massacro del 7 ottobre.
3) coloni israeliani e importanti ministri di Netanyau,già progettano nuove colonie nella striscia di Gaza da ricostruire sulle macerie.
Nulla di più chiaro….
Sulla Palestina. Si parlerà, blablabla, si discuterà, si rifletterà e poi alla fine sarà come nel pollaio se c’è confusione, le penne ritornano giù e resta tutto come prima. Dovrebbe intervenire per prima l’ONU con una forza armata neutrale a dividere le due fazioni, i caschi blu nel mezzo e guai a chi, ebreo o palestinese, cerca di passare la barriera neutrale. L’Onu dovrebbe anche convocare i due Capi contendenti in campo neutrale e per chi non aderisce la sospensione di ogni aiuto. Queste due testoline matte devono essere costretti a fare la pace. Hamas è colpevole, ma Israele deve smettere di invadere la Striscia di Gaza. Personalmente li metterei ambedue in prigione, o su un’isola deserta, e sostituirli con leader più pacifici ed umani. Ma l’Onu non ha la forza o la voglia di fare qualcosa. Poi se ci si mette Rimbambiden, siamo a posto. L’Ucraina invece sembra un progetto di Rimbambiden per indebolire l’Europa ed avere un maggiore controllo tramite la Nato, l’attentato ucraino al gasdotto Stream 2, la riluttanza assoluta al compromesso col delinquente di Putin. Con Trump un equilibrio c’era e qualcuno lo rimpiange, cosa deprimente considerando la sua testa balzana, ma si dimostrato migliore di Rimbambiden. Siamo messi male in Europa, veramente male. Un vaso di coccio tra due di ferro, gli USA e la Russia.