Cicale, debiti, rincari (e 4 Ps)
Eccoci al consueto appuntamento con il pezzo settimanale del blog (per le Feste, forse, si troverà il tempo per qualche novità), questa volta dedicato a tematiche economico-sociali, legate al periodo natalizio, ma non solo.
Quattro Ps, poi, sono lì, ad aspettare i lettori, giusto per aggiungere un po’ di sapore al tutto…
ERAVAMO UN POPOLO DI FORMICHINE
Eravamo un popolo, noi italioti, di formichine (ed era un pregio, sia ben chiaro), mentre oggi stiamo slittando sempre più verso un approdo, o deriva che dir si voglia, da autentiche cicale: alcuni indicatori sotto analizzati lo dimostrano, purtroppo, in modo inequivoco.
Come scritto tante volte, Pasolini – intuendo per primo la mutazione antropologica dell’italico popolo – aveva antiveduto tutto: per esempio, che il Natale sarebbe diventato il “secondo tempo del black friday” (qui il copyright è nostro, mi raccomando…). Cosa puntualmente avveratasi: ed al peggio c’è difficilmente fine.
Con punte di autentica – e benissimo calcolata – genialità: fra tutte, la pubblicità di Amazon, per il regalo (i regali?) natalizi al proprio cane (ed i felini, dove li mettiamo? Non necessitano di un bel cadeau natalizio anche loro, forse?).
Ed il bello è che tanti, i quali vanno in piazza con le bandierine “Free Palestine”, che se potessero brucerebbero un paio di bandiere USA al dì (per sentirsi meglio, una la mattina a stomaco vuoto, poi l’altra prima di cena, toh), poi hanno introiettato, nella loro concreta quotidianità, il modus operandi stars and stripes: comprare, assottigliare vieppiù i risparmi per spese in gran parte voluttuarie, poi iniziare ad indebitarsi con le rate e ratine con la finanziaria di turno.
Tutto già visto e rivisto: contestano gli americani, e poi – giorno dopo giorno – ripetono l’errore madornale della middle class statunitense. Da lungimiranti formichine, a cicale: e neanche delle più sveglie…
IL CARISSIMO-VIAGGI
Da fonte autorevole (Federconsumatori): rispetto al 2022, gli addobbi natalizi sono aumentati del 19%; i regali di “ultima generazione”, del 14%; quelli classici, tipo il cavallo a dondolo (esiste sempre!), del 22%.
Impressionante, poi, la questione dei rincari dei viaggi: le tratte dei bus sono alle stelle (un Torino-Reggio Calabria è aumentato del 324%, così per ridere); gli aerei, manco a parlarne, a maggior ragione le tratte interne (un Roma-Reggio Calabria è andato su del 129%: prima si faceva con 80 euro, ora con 208); anche i treni piangono, eh, e non poco: da Reggio Calabria a Roma, si va su un rincaro del 272%.
Eppure, il prezzo dei carburanti (benzina e gasolio), pur sempre alto, è sensibilmente ribassato rispetto al trend mediano del 2023, e l’incubo anche psicologico dei 2 euro al litro è discretamente lontano (toccando tutto il toccabile, ci mancherebbe: e nonostante l’accordo fra gli arabi e Putin…).
Ciò scritto – e si potrebbe continuare per moltissimo -, come concludere su questo aspetto? I bus saranno semivuoti, gli aerei voleranno con passeggeri a macchia di leopardo, gli autogrill saranno semideserti? Non c’è certo bisogno dei posteri, per l’ardua sentenza: non sarà assolutamente così, anzi; siamo diventati un popolo di cicale, no?
Poi, en passant, circa il 30% delle famiglie non riesce a stare dietro ai pagamenti dei mutui, ma insomma: una sciatina la si dovrà pur fare, sotto l’albero, nevvero?
INDEBITARSI PER LE VACANZE…
Eccoci quindi all’elemento relativamente nuovo, già ben fotografato in primis dall’Istat; l’Italia di oggi è fatta da poveri (oltre 5 milioni i “poveri assoluti”, per l’Istat: ma con il nero, in Italia, ogni dato va preso con le molle), da ricchi e ricchissimi (in crescita), e poi da un pezzo di ceto medio – o di quel che ne resta – disponibile ad indebitarsi per le vacanze, natalizie o agostane che siano.
Una sociologa di grande acutezza ed esperienza (anche negli States, fra l’altro) come Chiara Saraceno, descrive questo fenomeno (La Stampa,11 dicembre, pag. 23), parlando di “crescente propensione all’indebitamento per accedere a consumi non solo necessari, ma voluttuari”.
Tendenza dovuta non solo ai redditi cresciuti negli ultimi 30 anni pochissimo e all’inflazione (ora assai migliorata, peraltro), ma anche “dovuta alla maggiore propensione al consumo, o al desiderio di mantenere il livello di consumo voluttuario sperimentato in tempi migliori”; un ceto disponibile anche “ad indebitarsi, coadiuvato dal proliferare di agenzie finanziarie che hanno proprio nel sostegno ai consumi delle famiglie e degli individui il proprio target principale”.
C’è forse bisogno di aggiungere alcunché, a quanto scritto da Chiara Saraceno, di grazia?
Ps 1 Assoluzione Profumo e Viola, in settimana, per le vicende MPS: dopo quella di Mussari e Vigni, esisteva forse una sentenza più prevedibile?
Ps 2 Impazza il toto-nomina per il Santa Maria della Scala, mentre noi – che nominati già siamo stati (e ci dispiace per l’ex Sindaco dalla ieratica barba) continuiamo a proporre eventi culturali, anche nella settimana prenatalizia: lunedì 18 – Sala storica, ore 17,30 – lo scrivente terrà una lectio sul centenario de “La coscienza di Zeno”. A Trieste fanno ben altro, va detto; ma anche a Siena qualcosina si fa, per onorare questo autentico capolavoro di arguzia letteraria.
Ps 3 Concertone di Patti Smith, lunedì scorso: lo scrivente non c’era, anche perché la Smith non gli è mai garbata molto (volete mettere con Bob e Joan, per dire?). Quanto alle polemiche, visto che si parla della Cattedrale, saremo democristiani (o “aristotelici”, come ha detto qualcuno importante a Firenze, di recente): la musica, anche non sacra, può ben entrare nelle chiese (retaggio del Concilio vaticano II, fra l’altro), ma il rischio dell’eccesso va sempre, e costantemente, monitorato.
Ps 4 La Gazzetta di Siena ha lanciato le votazioni per “il senese dell’anno”; noi, ed in modo davvero convinto, non abbiamo dubbi di sorta: per noi, una più brava – nel portare fuori dalle mura il buon nome di Siena – di Carolina Orlandi, non ci può essere, ergo votiamo lei…
Caro Eretico, non posso che concordare con te sull’assoluzione Profumo-Viola: accusati in sostanza di avere cercato di coprire i danni del tandem Mussari-Vigni, una volta assolti loro…
A mio modo di vedere, era logico che alla fine finisse così dal punto di vista dei tribunali: se il codice penale italiano è molto garantista, per i colletti bianchi lo è ancora di più. Resta il profondo dispiacere per il povero Davide Rossi: l’unico senese in alto grado ad avere pagato per la fine della senesità della banca, l’unico non capace di reggere lo stress enorme che aleggiava in quel momento. Sarebbe bene farlo riposare in pace, ma non succederà, e mi dispiace.
Siamo a Natale e quindi a questi grandi esperti (Mussari, Vigni, Viola, Profumo, ecc.) auguro tanto bene secondo i meriti. C’è sempre qualcuno lassù che decide prima o poi al riguardo.
Sono anch’io dell’opinione che il povero David avrebbe tutto il diritto di essere lasciato finalmente riposare in pace.
Sul fatto, invece, che abbia “pagato per la fine della senesità della Banca” parecchio meno.
David può essere semmai considerato come una vittima – probabilmente soltanto in senso lato – proprio di quel potere politico ed economico abnorme e sciagurato, che per un momento ha parzialmente condiviso, e che ha distrutto in pochi anni ciò che generazioni avevano nei secoli abilmente costruito.
Una sciagura per la quale, come era ovvio, non ha pagato e non pagherà nessuno né trai distruttori, né trai pretesi salvatori.
La fammosa senesità, invece, era già venuta meno da tempo, almeno da quando la Banca era diventata uno strumento di regime e qualcuno (pace all’anima sua) si era vantato persino che non ci fosse funzionario privo della tessera del partito (sic!).
Ecco quindi trovato il vero responsabile (peraltro non imputabile) di tutto: la politica, più precisamente (occorre precisarlo sempre) una certa politica.
A proposito delle formichine. Chi me lo fa fare di risparmiare per poi dovere pagare bolli e spese di gestione varie sul conto corrente. Aumentano i tassi, ma quelli favore del cliente non seguono mai il rialzo. Ora la simpatica congrega dell’UE ha inventato anche il bail-in cioè se risparmi oltre una certa cifra e la Banca fallisce, questa ti rimborsa, chissà quando, solo una parte ridotta. Hai una casa e te la tassano al massimo, Siena è una delle più care nella riscossione Imu. La dai in affitto ci paghi la tassa e poi se l’inquilino non paga, hai mille ostacoli per liberare la casa, peggio se poi è un migrante o simile. Insomma chi risparmia paga ulteriori tasse sui tutti i tipi di risparmi. Allora cosa è meglio? Sputtanarseli al più presto, goderseli finché vivi, non lasciare nulla ai vari figli, nipoti e sanguisughe varie. A questi esseri egoisti, bravi solo a criticare e spendere tanto c’è il genitore bancomat, ma assenti quando questo ha bisogno il rispetto che hanno per noi, vale a dire nessuno. Bella la definizione del “boomer” inventata per disprezzo nei nostri confronti, loro super informati di telefoni, selfie e cavolate simili, ma digiuni di cultura e conoscenza della storia. Andare in una casa di riposo di lusso, fare la bella vita con i propri risparmi di una vita e non preoccuparsi più di nulla, godendosi gli ultimi anni su questa terra. Un tempo i figli ed i nipoti erano il bastone della vecchiaia, erano sempre liberi di vivere la loro vita, ma almeno aveva il rispetto e sentivano il dovere di essere presenti; ora si fanno vivi per chiedere soldi e pretendono e basta; addirittura ci fanno una colpa se abbiamo una pensione. Italiani formichine ribellatevi non ne vale più la pena esserlo.
Commento assai volentieri il finale dell’intervento, stimolante, di “Vedo sempre più nero: in effetti, penso che quello che lui scrive – magari senza dirlo tanto in giro, specie in questi giorni di melassa natalizia – sia patrimonio di molti ultramaggiorenni, i quali qualche soldarello magari ce l’hanno (anche perché hanno fatto le formichine per decenni, oltre a lavorare più o meno sodo), e dentro di sé si chiedono se fare ancora sacrifici in favore di figli e nipoti che tendono a relazionarsi ai loro generatori come bancomat, valga proprio la pena…
In ogni caso, i figli ed i nipoti, in moltissimi casi, si troveranno ad ereditare, da parte degli ultramaggiorenni che li hanno generati e molto ben pasciuti, molto più di quanto abbiano concretamente meritato, fra immobili vari e contanti variamente distribuiti: come vedete, si torna sempre alla meritocrazia, questa volta infrafamiliare…
L’eretico
se vogliamo tirare in ballo la questione generazionale alcune osservazioni però sono doverose. L’Italia del secolo scorso ha molto risparmiato (privatamente) ma si è anche molto indebitata (nel pubblico), basti pensare alle pensioni. Del resto se siamo passati dalle baby pensioni ad essere il paese OCSE che manderà più tardi in pensione gli attuali giovani (71 anni, dato letto l’altro ieri) un motivo ci sarà…come le cicale abbiamo bruciato tutto allegramente. E per il presente badiamo bene a difendere lo status quo, come dimostra l’attuale compagine governativa, fortemente corporativa e impermeabile all’innovazione: sociale, tecnologica, di qualsiasi tipo insomma. Perciò chi è adesso un pò agè, perdonate la battuta, invece di vantarsi di essere stato formichina, farebbe forse meglio a mantenere un elegante riserbo. Ed è vero che questa ricchezza complessivamente accumulata sarà ereditata da figli e nipoti, ma si sa, non è questo il meccanismo che privilegia il merito e il progresso. Ed ecco infatti che l’Italia è diventata uno degli ultimi paesi per ricambio ed avanzamento sociale…anche questo dato statistico. Pensiamoci bene insomma, prima di parlare male delle nuove generazioni, visto che già si troveranno ad affrontare grossi grattacapi….
Concordo sul punto (anche se il commento di vedo nero ha il merito di strappare una bella risata).
Leggo di un esercizio inps per il 2024 negativo per 9.3 miliardi€: il trend futuro è da “no hay plata”.
D’altro canto, osservando le giovani generazioni, le prospettive sembrano anche peggiori (ma spero sinceramente di sbagliare).
Non è un caso che in un sondaggio tra i giovani Conte sia il politico più apprezzato (il rdc è una pensione anticipata. La realizzazione del sogno dell’italiano medio, giovani inclusi).
Non è un caso che Bologna, da città dei giovani “de sinistra” per eccellenza (ma grassa e produttiva), si sia ridotta a laboratorio del “wokerismo de noartri”, del nulla cosmico che partorisce personaggi come schlein, santori e zaki vari.
È tutto un: lo stato che fa, l’è colpa dello stato.
E chi sarebbe lo stato?!?
Lo stato è il babbo che si pretende ci mantenga dalla culla alla bara. In Italia questa pretesa è transgenerazionale, unisce nonnini e nipoti.
Attaccati alla mammella della mucca fino a schiantarla. Per uno stato è decisamente più complicato (rispetto ad una banca) ma fare la fine dell’Argentina non sembra un gran vivere
Mi sa che l’assoluzione di Mussari e Vigni non sia da ascrivere al garantismo del coduce penale, la vedo più come una clausola occulta del contratto di acquisto di Antonveneta.
La fine della senesità della banca non l’ha pagata solo Rossi, ma tutti i senesi (tranne qualche compagno che continua tranquillamente a pascersi alla mangiatoia), Rossi casomai è stato l’unico fra i responsabili a pagare (troppo)
Più politici che imprenditori (per lo più citati per comparsate televisive).
Il meridione è alle porte co’ sassi.
Sarebbe interessante indagare sui perché del fenomeno che tu descrivi.
Perché non c’è più l’educazione delle famiglie di una volta, in cui molte delle componenti venivano da periodi di miseria e le persone ormai si sono perse nel vortice del consumismo sfrenato, di cui non possono fare a meno? Perché di fronte ai tragici eventi che stiamo vivendo, si cerca ogni possibile occasione di svago ? Perché la pandemia ed i lockdown hanno contagiato la testa delle persone e quindi …… carpe diem, viviamo bene alla giornata, incuranti delle conseguenze che ciò può comportare ( non è indicativo di tanto anche l’aumento delle dimissioni volontarie da lavoro registrato negli ultimi tempi?) ? O perché altro?
Ps 1
Le assoluzioni registrate sotto il profilo penale nella vicenda Monte, non elidono, come più volte detto, le responsabilità morali di coloro che hanno causato la sciagurata distruzione della Banca.
Ora, se in Italia il messaggio principale che passa è quello incentrato sull’assenza di un profilo penale, vorrei che, quantomeno a Siena e principalmente per i posteri – visto che tanti dei viventi già tendono a sminuire – rimanesse scolpito su pietra la storia e il nome e cognome ( …,perché no, anche il partito) degli autori del disastro…..una sorta di damnatio memoriae .
Ora, se in Italia il messaggio principale che passa è quello incentrato sull’assenza di un profilo penale, vorrei che, quantomeno a Siena e principalmente per i posteri – visto che tanti dei viventi già tendono a sminuire – rimanesse scolpito su pietra la storia e il nome e cognome ( …,perché no, anche il partito) degli autori del disastro…..una sorta di damnatio memoriae
mi scusi sig.ra Daria ma addirittura il nome e cognome e la sigla del partito!? forse Lei è convinta che se ci fosse stata un altra compagine governativa al tempo l’operazione Antonveneta non ci sarebbe stata? … pia illusione secondo me
al di la del fatto che al governo c’era la sinistra e il PD (Prodi se non ricordo male) quella operazione vedeva e richiedeva l’operato di più istituzioni, Banca d’Italia e Consob in testa a tutte + i cosiddetti Advisor (intermediari) che in queste operazioni sono sempre nel mezzo e tutti di concerto hanno avallato, dopo averla imposta, l’operazione … la colpa, se cosi possiamo definirla, secondo me è dello Stato! non dimentichi che il buon Mussari, subito dopo il disastro (non l’acquisizione ma a disastro conclamato), è stato nominato alla guida dell’ABI dove è rimasto dal 2010 al 2013 e non dimentichi che a capo della banca d’Italia c’era il sig. Draghi e che questa, fra i suoi compiti e di concerto con la Consob, ha sicuramente quello di autorizzare le operazioni di fusione o di incorporazione fra banche e che avevano perfettamente chiara la situazione di AV.
L’imposizione all’acquisto senza la cosiddetta Due Diligence (altra perla unica) è, in questo quadro, solo un altro piccolo anche se importante tassello (se avessero fatto come dovevano questi controlli preliminari come ha fatto Unicredit quando era interessata all’acquisizione di MPS, lo stato debitorio di AV sarebbe stato palese anche al di fuori dei palazzi e difficilmente avrebbe avuto il benestare della fondazione ovvero del Comune di Siena e a seguire dell’opinione pubblica senese); Purtroppo MPS era l’unica banca in quel momento dotata di patrimonio sufficiente a sostenere l’operazione, patrimonio accumulato in secoli di attività; probabilmente e plausibilmente quello che non avevano assolutamente previsto fu la successiva crisi dei mutui sub prime e la conseguente bancarotta di Lehman Brothers che innescarono il crollo dei mercati e delle borse mondiali.
La Fondazione, oltre a svenarsi di tutta la liquidità, aveva dato in pegno il pacchetto di maggioranza per finanziare l’operazione a particolari condizioni legate e allo spread e all’andamento del valore del titolo e a crisi conclamata sia l’uno che l’altro sono rispettivamente cambiati l’uno implodendo e l’altro esplodendo; se a questo si aggiunge la malsana convinzione e pretesa (in quella circostanza ovviamente) di mantenere la quota del 51% del capitale sottoscrivendo i primi aumenti di capitale che si sono resi necessari il quadro è completo
Posso solo aggiungere e concludere dicendo che l’onda lunga della crisi della banca e la sua perdita da parte del territorio di Siena non s’è ancora manifestata; ancora le generazione dei nonni hanno ricche pensioni, quella dei padri hanno ricchi stipendi e avranno sostanziose pensioni anche loro … sono le prossime generazioni ovvero quella dei nostri figli e dei nostri nipoti e cosi a seguire che “pagheranno il costo” della perdita della banca e il territorio senese tutto che già lo sta pagando
…..quindi il Mussari Presidente illo tempore di MPS, attore principale dell’operazione Antonveneta, che ha dichiarato che il banchiere non era il suo mestiere, il Dg Vigni, il Mancini Gabriello Presidente illo tempore della Fondazione, che ha dichiarato di non aver saputo nulla dell’acquisto della Banca del nord, con il codazzo dei loro noti sponsor politici locali ( e, è ovvio, nazionali), non sono esistiti e/o sono personaggi secondari?
Non sono d’accordo.
È innegabile che un’operazione del genere ha avuto il suo ok anche a livello nazionale, basti ricordare il noto si di Draghi all’autorizzazione all’acquisto, ma i nomi di cui sopra si porteranno, direttamente e per sempre, sulle spalle il peso del disastro, che ha dilapidato in pochi giorni tutta la ricchezza che i loro più avveduti e competenti predecessori aveva accumulato nei secoli.
Io rispetto il suo pensiero, ci mancherebbe altro, ma lo trovo un po’ revisionista e mi conferma, se mai ce ne fosse bisogno, l’opportunità di scolpire su pietra i nomi e i fatti accaduti.
… no no no, non intendevo questo (lenire o celare le responsabilità delle persone menzionate e del partito al governo della citta e dello stato in quel momento), nel senso che i vari Mussari, Vigni (tra l’altro quest’ultimo, oltre che senese è stato anche un bancario Mps a tutto tondo prima che un banchiere e mi ricordo di una certa acquisizione di una tenuta storica di MPS fatta creando una società ad hoc chiusa immediatamente dopo l’acquisto ovviamente a prezzi di favore … questo come contrappeso a chi crede che non sono stati i Senesi i responsabili ma i terroni come Mussari) Mancini ecc. hanno la loro responsabilità sicuramente, ci mancherebbe altro, ma dico solo che l’operazione AV non è stata partorita dalle loro menti (a questo proposito, per quello che ne so io, prima di AV s’era paventata l’ipotesi di acquisizione di BNL, di ben altra caratura rispetto a AV ma questa ipotesi era stata stroncata per evitare concentrazioni di potere bancario sbilanciato a sinistra) e che dietro questa sciagurata operazione c’erano ben altri personaggi … c’erano le istituzioni, c’era il Vaticano, c’era lo Stato!
i nostri hanno certamente responsabilità non foss’altro perchè erano loro, al tempo, ad amministrare e gestire la fondazione e la banca quindi anche oggettive ma, ripeto, secondo me (e potrei anche sbagliarmi ma ….) l’input è venuto dall’alto
posso aggiungere che nel momento storico, per lo Stato è stato più facile far ingollare a MPS l’operazione proprio perchè questa era della stessa area politica.
secondo me è solo e semplicemente riduttivo dare la “colpa” solo alle persone menzionate ed al partito al tempo al governo dello stato e della citta che, ripeto per l’ennesima volta, pure hanno la loro bella dose di responsabilità solo non esclusiva (e in effetti ha perso Siena e perderà anche la Toscana ed ha perso manche il governo dello stato)
colgo l’occasione per farLe gli Auguri per le imminenti festività anzi Auguri a tutti i lettori del blog ed al suo redattore
Complimenti al comune che ordina ai cittadini di pulire il guano dei piccioni.?.ma dove siamo arrivati? E questi sarebbero quelli bravi?