Napolitano, Portanova, Libia (e 1 Ps)
Oggi, XX settembre, per noi della redazione è il giorno della Breccia di Porta Pia, e ogni anno ci crucciamo del fatto che non solo i giovani ma anche i 4oenni ed oltre, nulla ormai sappiano di questo passaggio fondamentale della Historia, non solo italiana; ciò detto, buttiamo giù qualche bischeratina bloggeristica, nonostante l’amarezza del caso…
TRIPOLI, LO “SCATOLONE DI SABBIA”
Ieri sera, in biblioteca, si è svolto l’incontro dedicato a Gaetano Salvemini, nel 150esimo dalla nascita (a Molfetta, l’8 settembre 1873: lo stesso anno della dipartita di un certo Alessandro Manzoni); lo scrivente, ha ripercorso i tratti salienti della sua biografia (il grande meridionalista morì nel 1957), e ha detto qualcosina sul rapporto fra lui e Giolitti: autore del famoso pamphlet “Il ministro della malavita” – scritto contro il politico piemontese nel 1910 -, chi scrive ha ricordato come, nel 1949, l’ormai anziano Salvemini (Giolitti era morto nel 1928) seppe riconoscere di avere ecceduto, nella critica così dura e sferzante, verso il politico di Dronero. Forse si rendeva conto che il distruggere Giolitti, e contribuire alla delegittimazione delle istituzioni liberali tout court, aveva creato quell’humus culturale che poi aveva dato l’assist al successo di Mussolini (del quale, dopo le incertezze iniziali, fu sin dal 1922 aspro contestatore: pagandone lo scotto, con l’esilio e non solo).
Simonetta Michelotti, da par suo, ha squadernato ai presenti (e a chi voglia: il tutto è visibile sul canale Fb della Comunale, cui possono accedere tutti) l’opposizione salveminiana alla Guerra italo-turca, vale a dire alla Campagna di Libia: Salvemini, fra i pochi, aveva capito e denunciato l’affarismo che era sotteso all’impresa (il Banco di Roma aveva curiosamente ben 18 filiali, in quelle desolate terre), nonché il carattere abilmente diversivo della campagna giolittiana (“trappola tripolina”): per lui, Giolitti puntava all’unico spicchio di terra africana rimasto libero in zona, per fare perdere di vista l’Austria asburgica, l’autentico nemico italiano in quel momento (Salvemini – come si dovrebbe sapere – fu uno dei principali fautori dell’interventismo democratico nella Grande Guerra, seguendo i dettami wilsoniani). L’intervento in Libia, fu definito da Salvemini, nel 1912, con una espressione inusuale, una autentica “corbelleria”: senza girarci tanto intorno, eh.
Infine, Simonetta ci ha dimostrato che l’espressione “scatolone di sabbia” fu di Nitti, non di Salvemini, il quale pur la condivideva in pieno (il petrolio fu scoperto in loco solo molti decenni dopo, nel 1959); sabbia ce n’era tanta tanta (come oggi), ed acqua ben poca (a differenza di quanto diceva la stampa propagandista).
Certo che il vedere oggi una città come Derna (20mila morti su 90mila residenti, ci si rende forse conto?) devastata dall’acqua fattasi fango, pare essere una atroce beffa della propaganda giolittiana, smascherata da un intellettuale coraggioso, e coerente, come Gaetano Salvemini.
Un intellettuale – non sembri facile passatismo – come purtroppo non ve ne sono più: e sarebbe bello che Siena gli dedicasse finalmente una Via (c’è anche a Ponte a Tressa, suvvia!), dopo che in 70 anni di Giunte social-comuniste nessuno ha trovato il tempo ed il modo per ricordarsene…
LA QUASI MORTE DI NAPOLITANO
Classe 1925, primo politico ad essere stato eletto per due volte Presidente della Repubblica (purtroppo), primo esponente del Pci (pur se amendoliano-migliorista) ad ottenere il visto per entrare negli USA (correva l’anno 1978), Giorgio Napolitano si sta spegnendo.
Lo abbiamo criticato in vari momenti, e per svariati motivi: insuperabile quello dell’avere plaudito ai carri armati sovietici a Budapest nel 1956, peraltro in copiosa, e qualificatissima, compagnia, da Togliatti. A 98 anni, nonché in (verosimile) articulo mortis, adesso francamente ci asteniamo, e portiamo il ragionamento su un altro aspetto, questo sì di grande attualità.
Il Quotidiano nazionale, ma non solo, dà oggi notizia delle frasi e delle offese circolanti sui social nei confronti di Napolitano, grondanti livore se non odio verso una persona che sta per lasciarci: i soliti leoncini da tastiera, i quali – quasi sempre dietro rigoroso anonimato – sprizzano quel veleno che hanno in corpo, e che non sanno smaltire in altro modo. Niente di nuovo sotto il solicino settembrino (ultimo giorno di estate, suvvia).
In redazione, però, una cosa ce la domandiamo, ed anche piuttosto insistentemente: perché i quotidiani sempre più spesso rincorrono le squallide polemichette “socialiste”, di grazia? Se uno compra – o comunque legge – il cartaceo, forse è proprio perché vuole un tipo di comunicazione altra, no? Insomma, che ce ne frega se qualche disperato vomita rabies su un 98enne che sta andando altrove? Il cartaceo faccia il cartaceo, magari, senza andare a rimorchio del web: è chiedere troppo, di questi tempi?
IL GOAL DI PORTANOVA, E LA MAMMA PESCARESE
L’altro giorno, Manolo Portanova ha fatto goal: un goal pare bello, con pallone che sibila sotto la traversa (non l’ho veduto, ma diamo questo dettaglio per buonissimo); il fatto giornalisticamente rilevante è però che un telecronista RAI, colto da orgasmo calcistico per la rete, abbia avuto parole di tale ammirazione, da fare sembrare che la prodezza pedatoria possa financo superare la condanna nei confronti del giocatore della Reggiana. Basta un (bel) goal, a mondare certe colpe (fino a prova di Appello, condannate dalla Magistratura)?
Oggi, si trova sulla stampa una lettera della ragazza che ha subito la violenza (sempre fino a prova di Appello), la quale più che legittimamente polemizza con l’operato del telecronista, chiedendogli se abbia una figlia (o moglie, o sorella). Chi ha letto la nostra posizione sulla vicenda, sa bene come sia posizionata la redazione.
Siccome al peggio non c’è fine, e scavando si trova sempre chi sta peggio e più in fondo, ecco che viene fuori la significativa notizia della madre pescarese, pronta a difendere il figlio – ora ai domiciliari -, il quale – seconda le tesi investigative – avrebbe pesantemente molestato una ragazza, per strada. Davvero notevole la motivazione della mamma: il figlio è bello (poteva essere altrimenti, per lei?), ergo la ragazza doveva essere contenta delle attenzioni morbose del figlio.
Posizione tanto chiara e significativa, quanto imbarazzante per molti: in questo caso, è una donna a dire che un’altra donna se l’è cercata, in qualche misura. O che comunque non dovrebbe lamentarsi tanto. Le sacerdotesse del politicamente corretto a prescindere, a questo giro, come si comportano, di grazia?
Ps Sulla guerra fra Russia ed Ucraina i lettori (sempre davvero tanti, bene così!) hanno posizioni variegate, naturaliter (sin dal 24 febbraio 2022): come la pensiamo in redazione, lo sanno peraltro tutti. Su almeno una cosa potremmo essere d’accordo (ma non succederà, tranquilli): si possono fare tutte le considerazioni del caso (sull’oltranzismo di Zelensky, sul fatto che bisognerà pur farla finire, et alia), ma si può dire che quando un giornale (Il Fatto) gode – perché di ciò si tratta, di godimento – degli insuccessi, o dei successi solo parziali (vedasi controffensiva ucraina) di chi comunque è stato aggredito, un lettore possa farsi qualche domandina sul perché questo avvenga?
La linea editoriale prova ad intercettare una domanda (sostenuta e trasversale) di pace a qualsiasi costo (quindi indirettamente pro russia). Il fatto ha un approccio “bilderberg” (grillocomplottista) ma non è il solo, la verità ha una linea simile evocando però l’apocalisse economica (senza gas ed esportazioni russe moriremo tutti), così la repubblica che rispolvera i deliri geopolitici del cimelio sovietico caracciolo.
Nel mentre il declino strutturale delle vendite regala un brivido di piacere
Grazie per la segnalazione, nel fine settimana recupero online dell’incontro
Molto interessante la parte sulla Libia: qualcosa già sapevo, altro proprio no, come quasi sempre mi capita con i pezzi di questo eccellente blog. Anche io recupererò su Fb la conferenza su Salvemini del nostro Presidente-blogger.
Per alleggerire, un off topic: la creatura che fa bella mostra dei suoi seni (non naturalissimi) in Piazza del Duomo, con video incluso? Ieri lo abbiamo ricevuto in molti quel video. Il Corriere di Siena di oggi parla di “ragazza”, ma pare che la realtà sia, come dire, un po’ più complessa…
Giusto per segnalare due cosine, partendo dal sempre gentile amico di Strove:
1) La Nazione odierna, dà notizia della lettera che l’Assessore alle Pari opportunità del Comune di Reggio Emilia ha scritto alla ragazza violentata (fino a sentenza del contrario, ci mancherebbe) dal goleador Portanova, in ottima compagnia peraltro: atto giusto e doveroso, c’è poco da aggiungere;
2)quanto al video con il “top less della cattedrale” (e Prefettura), l’ho ricevuto anche io, compreso il passaggio che chiarirebbe – come dire – come sia appunto meglio parlare di “creatura”, invece che di “ragazza”. Creatura la quale, molto probabilmente, è in giro per Sienina: sarà per semplice turismo, ovvero per altro?
L’eretico
Intanto Bastianini ha vinto la causa contro MPS. Ricordiamo che fu mandato via dal governo dell’unto dal signore pochi giorni dopo la richiesta di risarcimento danni a Mussari e agli ex membri del CDA.
Napolitano? Pace all’anima sua, ma non ha certo lasciato un bel ricordo. Nel 1956 appoggiò la sanguinosa invasione russa in Ungheria. Gli ungheresi chiedevano la democrazia, la libertà. Gente come Pertini e Nenni furono nettamente contrari all’invasione e di loro conservo rispetto. Togliatti (lo chiamavano il Migliore), Napolitano e tutto il PCI, approvarono invece senza riserve l’operato della Russia. Nel periodo della sua presidenza è stato uno strenuo difensore dei privilegi dei senatori e parlamentari, dimenticando gli ideali del suo vecchio partito che propugnava il riscatto e difesa delle classi meno abbienti (in verità molto in teoria). Una sintetica definizione della sua personalità ed opera sulla scena politica: un comunista con il rolex.
Mi pare sia stata una persona molto coerente fino alla fine nella sua lotta contro la democrazia e la libertà.
Napolitano ora e’ morto davvero, non solo “quasi”. Ha avuto un ruolo importante, uno dei pochi nel PC a spingere verso la svolta socialdemocratica quando ancora aveva senso, e non fuori tempo massimo come fece Occhetto. E uno dei pochi, negli anni successivi, a tentare di arginare l’imbarbarimento della politica. E il tuo stesso tormentone “lodatore dei carri sovietici a Budapest nel 1956” e’ stato implicitamente un elogio a Napolitano. Non hai trovato molto di più da rimproverargli. Un errore in 70 anni ci può stare.
E d’altra parte cosa dire di chi applaude i carri russi in Ucraina OGGI? E loro sono purtroppo la maggioranza, tra i tuoi lettori e nel paese…
A parte la sua militanza fascista e stalinista, la sua pessima figura quando all’aeroporto di Bruxelles fuggi da un giornalista tedesco che lo incalzava sulla cresta sui rimborsi viaggio; a parte la nomina di Monti senatore a vita, a parte la sua ostinata opposizione allo scioglimento delle camere; a parte la conseguente deleteria stagione dei governi tecnici, per cui un poveraccio che aveva votato il programma di Bersani si ritrovava con il jobact, l’art 18, la pensione a 70 anni, ecc…; a parte la firma di provvedimenti riconisciuti incostituzionali come lo stesso jobact o il lodo Alfano; a parte la distruzione delle proprie intercettazioni con Mancino, indagato per falsa testimonianza sulle stragi mafiose.
Direi che a parte queste cosette, e a parte i forti, personali dubbi che nutro sulla presenza di decisori esteri in molte sue decisioni… a parte questo sono d’accordo con te
Applausi…. totalmente concorde
Caro Eretico, sul caso Portanova ho detto anch’ip la mia, tanto per cambiare con un sonetto che è già stato pubblicato sul sito “ilpalio di Siena”. Saluti, anche al babbo.
La Nazione, Siena 20 Settembre 2023 – Caso Portanova, la giovane al radiocronista: “Fosse stata sua figlia avrebbe detto lo stesso?” La senese che ha denunciato lo stupro per cui è stato condannato anche Manolo Portanova, ora alla Reggiana, interviene sulla frase a ’Tutto il calcio’… Durante la radiocronaca di Reggiana-Cremonese su Radio1, il giornalista ha infatti commentato il primo gol in campionato del giocatore dicendo, tra l’altro, che era “un gol meraviglioso che mette e tacere le polemiche”.
Bada come parli
Frase infelice quella pronunziata,
perché un gol non riabilita per niente
se una persona è stata condannata
per uno stupro, però onestamente
va detto che la parte s’è appellata,
perché lui dice ch’era consenziente
e la ragazza non fu violentata.
Credo ‘l processo non sarà imminente,
l’avvocati ci avranno il su’ da fa’,
la parte lesa penso abbia ragione,
ma ‘l caso è delicato, lascia sta’,
e lo deciderà la Cassazione.
Intanto quello seguita a giocà,
ma quel cronista faccia più attenzione.