Eretico di SienaTiri Mancini... (e 2 Ps) - Eretico di Siena

Tiri Mancini… (e 2 Ps)

Eccoci all’ultimissimo pezzo agostano (anche perché oggi è il 30, eh!), in una Italia in cui la politica riapre (per adesso, solo il Governo, non il Parlamento), ed in un contesto internazionale che potrebbe vedere spiragli di pace per l’Ucraina, su evidente pressione degli States, sempre più vicini ad una campagna elettorale che si preannuncia quasi surreale (ovviamente ne riparleremo a lungo).

Il nostro pezzo sarà però tutto incentrato sulla notizia, tutt’altro che inattesa, dell’ingaggio plurimilionario di Roberto Mancini come Ct della Nazionale dell’Arabia saudita.

 

LA TEMPISTICA DELL’OPERAZIONE

In tanti si sono scandalizzati per i soldi: e con più di qualche ragione, diremmo noi (ne scriviamo sotto); ma dal punto di vista del “tradimento” verso la Nazionale, ancora più grave è la questione della tempistica: Mancini diventa un ex il 13 agosto, e sapeva benissimo che, meno di un mese dopo, la sua ormai ex squadra avrebbe avuto da giocare con l’Ucraina, in una partita importante, non una amichevole come tante.

Chi scrive, ha sempre pensato che il ruolo dell’allenatore (non “mister”, sic: parola che dimostra solo l’ignoranza – sportiva e linguistica ad un tempo – di chi la pronuncia) sia, in Italia, del tutto sopravvalutato, chiunque lo rivesta: sono i giocatori a fare la differenza, non il modulo od altro.

Ma resta il fatto che l’allenatore di una Nazionale indubbiamente è colui che sceglie (con più responsabilità che in un normale club, fra l’altro), e che la tattica qualcosina comunque conterà pure: cosa che – lo capirebbe anche un minus habens – accresce la gravità del gesto, il quale – se fosse stato fatto sic et simpliciter qualche mesetto prima – avrebbe avuto un significato ben differente. Forse però i dirigenti sauditi, qualche mese or sono, non si erano ancora mossi, eh…

 

LA PANTOMIMA DEL MANCIO

Ciò che poi colpisce – ed anche offende, se è consentito dirlo – è la motivazione: “motivi personali”, quelli che, nella sua Pec, Roberto Mancini ha tirato fuori per giustificare la sua scelta. Furbescamente generica all’ennesimo grado. Ci voleva ben poco a capire che ce ne fossero a milionate, di “motivi personali”: l’avevamo infatti scritto subito, in un Ps ad hoc (ma non ce ne vantiamo di certo: non ci voleva il piglio del giornalista di inchiesta, per capirlo, eh). Un autentico insulto alla intelligenza, dunque: mettiamo in conto anche questo, insieme al resto.

Con una duplice aggravante: l’essere allenatore della Nazionale, non è come l’esserlo per qualunque altra squadra (se non lo si capisce, significa che siamo ormai addivenuti all’ammazzacaffè); in più, ovviamente Mancini non aveva nessun cogente motivo economico (non è che in Italia allenasse gratis, anzi), e sono più giustificati di lui i vari Cristiano Ronaldo che sono andati in Arabia saudita, giacché tutti sanno che la carriera di un calciatore può essere monetizzata fino ai 35 (ora 40, magari) anni, e poi finisce, mentre quella di un tecnico può andare avanti sine die o quasi.

Infine: voi ve le immaginate figure come Bearzot, Vicini, Zoff ma anche altri, a portare avanti questa pantomima, di grazia? Ergo, lasciatecelo dire: cerchiamo di non abituarci – come purtroppo fanno in molti – all’idea che le vagonate di petrodollari tutto, e con tutti, possano e in qualche misura debbano. Chi si fa comprare, è giusto che venga considerato dalle sua azioni, da questa in particolare: niente di più, ma neanche niente di meno.

Benissimo ha detto il Sindaco di Pesaro, Ricci, a proposito del fatto di eliminare subito Mancini come testimonial della Regione Marche (meglio tardi che mai: Tamberi sarebbe senz’altro più legittimato); d’altra parte, pare proprio che gli amici marchigiani abbiano una forma mentis curiosa: anni fa, infatti, come testimonial marchigiano avevano scelto Giacomino Leopardi. Uno, il quale ha scritto sulla sua terra, e soprattutto sui suoi abitanti, cose che – se vergate oggi – gli avrebbero fatto guadagnare una sonora querela da parte delle istituzioni locali…

 

ROBERTO MANCINI: IL PRINCIPE DEI SOPRAVVALUTATI

Principe dei vanitosi, ma forse ancora di più principe dei sopravvalutati; non entriamo a scrivere dell’attività di calciatore (per chi scrive, la sopravvalutazione inizia proprio allora, e lasciamo stare i frequenti, ed insopportabili, battibecchi vittimistici con gli arbitri), e restiamo a quella di allenatore-selezionatore.

Ha vinto un Europeo: chapeau; ma ha fallito, ed in modo davvero miserando, una tutt’altro che difficile qualificazione al Mondiale, che avrebbe portato ad accoglienze con ortaggi vari qualunque altro Ct, in passato: vogliamo dire che si fa pari e patta, da questo punto di vista? Di certo, il trionfalismo egoriferito del suo video di presentazione da coach saudita, pare davvero mal riposto, per non dire beffardo, nei confronti dei tifosi e appassionati italiani.

Ma l’uomo – inutile girarci intorno – è fatto così, prendiamone atto: devoto della Madonna di Medjugorje, ha detto con orgoglio di essere andato più volte nella pietraia (covo dei nazionalisti croati, gaudenti dei portafogli pieni grazie ai devoti in buona fede), nonché di avere visto in sogno la Madonna, la ormai celebre Gospa, di matrice ustascia: “io non l’avevo mai vista, eppure prima di andare mi è apparsa in sogno…non lo so, è stata una cosa veramente stranissima. Ci siamo parlati diverse volte”, ha detto nel 2021, intervistato in Tv da Pierluigi Diaco).

Ha financo parlato con Vicka – una dei bugiardoni, delle visionarie ad orari stabiliti di Medjugorje -, pensate un po’: da celebrità a celebrità (meglio Mancini, eh, fra i due). Ora, dalla pietraia croato-bosniaca lui è passato a servire lo Stato in cui si trovano La Mecca e Medina, le due città più sante dell’Islam: non è più tempo di Crociate, questo, e ce ne rallegriamo assai…

 

Ps 1 Onda in lutto: nei giorni scorsi, ci ha lasciato Massimo Salvadori (1960), alfiere di Piazza degli Ottanta e contradaiolo appassionato; ci eravamo conosciuti all’interno del Coro Intonati e stonati, al cui spirito era sempre rimasto legato. Ciao, Massimo.

Ps 2 Tempesta sulle parole di Andrea Giambruno, il first husband (sposato o meno, tale è) della Premier Meloni e giornalista di Retequattro (non è neanche la prima volta, peraltro); le sue, sono parole da maneggiare con più cura, perché la colpevolizzazione della donna violentata (victim blaming, dicono gli esperti) aleggia purtroppo sempre (come per Beppe Grillo, come per Ignazio Larussa e via purtroppo discorrendo). Ciò detto, ed uscendo dalla polemica di fine agosto cagionata dal first husband: il ragionamento in sé, deprivato del suddetto victim blaming, sull’abbinamento fra più alcol consumato-maggior rischio di finire male, quale genitore o medico o genericamente educatore potrebbe criticarlo, di grazia? E soprattutto: si può dire ai giovani (maschi compresi) che il diritto alla ubriacatura ci sarà anche, ma che, se anche non ci si ubriaca tutti i fine settimana (e d’estate di più) è parecchio meglio, e non solo per il rischio della violenza?

 

 

17 Commenti su Tiri Mancini… (e 2 Ps)

  1. francesco scrive:

    buongiorno.

    mancini.
    sarebbe bastato dire che su 90 milioni non si sputa. purtroppo dire le cose come stanno spesso porta impopolarità, invidie e rancori.
    si immagina quanti avrebbero detto che, essendo già ricchissimo, non avrebbe bisogno di quei soldi.
    però nessuno obietta se un agnelli o un berlusconi o un del vecchio rimestolano fino alla fine per aumentare il patrimonio.
    doppia morale?
    sul lato tecnico sono in disaccordo completo perchè è stato frenato molto dal suo carattere (accio).
    per me è stato tecnicamente quasi al livello di baggio, pensi un pò.

    il chiamare Mr. l’allenatore deriva dall’ignoranza dei nostri addetti alla parola scritta e parlata che, sentendo le registrazioni dei colleghi britannici (Mr. Fergusson, Mr. Robson, ecc.), hanno pensato che Mr. = allenatore.
    c’è da capirli. vivono di parole e non conoscono l’imperfetto del verbo essere, per non parlare di congiuntivi e condizionali.

    infine il duce consorte.
    vecchia storia. spararla per il quarto d’ora di notorietà.
    poi cosa c’è di meglio che far passare una vittima per il colpevole?
    è accaduto non troppo tempo fa quando risposi ad un commento su queste pagine che diceva la stessa cosa (allora erano abiti gli succinti quello che oggi è l’alcool).
    penso che l’onestà, anche intellettuale, passi dalle possibilità di sfruttare o meno le occasioni che ci si presentano: se troviamo il classico portafogli per terra, chi lo riconsegna intonso è fesso o onesto?
    chi si ferma alle strisce è rispettoso delle norme o “tanto è uguale, attraverserà dopo”?
    per quanto mi riguarda mi fermo e riconsegno!

    saluti
    f

    • Roberto scrive:

      Io farei un solo appunto su Mancini.Quando ha comunicato che lasciare per motivi personali ha fatto un po’ il furbetto. Doveva dire chiaramente che aveva una proposta per lui irrinunciabile, ma essendo sotto contratto, gli Arabi avrebbero dovuto sganciare qualche milioncino alla Federazione per svincolarlo.Spero che la Federazione si faccia sentire. Tanto più che se fosse stato esonerato, avrebbe comunque continuato a prendere i soldi dalla Federazione.

  2. Alessio Pellizzari scrive:

    Tre elementi mi fanno sempre leggere con passione questo blog:

    l’affetto per il mondo senese (che frequentavo da bambino avendo gli zii e il cugino)

    il ricordo di papà Mario relatore della mia tesi a ROMATRE (mio prof di Storia delle Codificazioni Moderne)

    la penna e l’arguzia dell’autore che mi trova quasi sempre d’accordo

    Un caro saluto
    Alessio

  3. Roberto scrive:

    PS2: perché provare difendere l’indifendibile? Il fatto che hai messo maschi compresi tra parentesi (è una aggiunta tua e non del ganzo della premier), dimostra che tu stesso sai che il “ragionamento in sé” del suddetto, non è quello che fai tu: lui si rivolgeva solo alle pulzelle.

    • Eretico scrive:

      Caro Roberto,
      scusa se te lo dico: non mi pare proprio di avere “provato a difendere l’indifendibile”, anzi ho parlato di victim blaming e non solo. Ho provato soprattutto, partendo dalle parole del first husband, a porre l’accento sugli adulti che, con grande naturalezza, rivendicano, per i giovani, il “sacrosanto diritto allo sballo”: ai nostri tempi, chi si sballava aveva i genitori come antagonisti; oggi, il giovane che si sballa ha spesso i genitori come complici e conniventi, e guai a chi lo tocca. Non è una differenza da poco, direi…

      Grazie ad Alessio: riferirò senz’altro all’Augusto padre!

      L’eretico

  4. cherubino scrive:

    Interessante notare come la primissima fascia della società nella quale si avverano le distopie (?) di Huellebeq sia quella del mondo del calcio, che ormai da molto tempo non incarna più valori sportivi propri del secolo scorso. Ha quindi gioco facile la potenza di fuoco economica saudita o Quatariota nel far saltare per aria ogni minima parvenza di logica (non mettiamo in mezzo il pair play finanziario, per carità) nelle competizioni di alto livello.

    Quanto alla sacrosanta osservazione Ereticale che l’allenatore della Nazionale dovrebbe essere il meno attratto da certe sirene visto cosa rappresenta (secondo i valori sportivi del secolo scorso), mi tocca far amaramente notare che il concetto stesso di squadra nazionale sta perdendo miseramente il suo significato.

    In questo il mio amato basket, con le zuffe sempre più frequenti su naturalizzati-passaportati alla bisogna (si veda il vomitevole caso Banchero, corteggiato per due anni dalla federazione, che gioca i mondiali giustamente con la casacca degli stati uniti), come sempre fa da movimento innovatore: fra un po’ avremo squadre nazionali composte da un’accozzaglia di super-professionisti che in comune tutto hanno meno che la nazionalità di appartenenza.

    In un contesto sportivo di questo genere, figuriamoci se il CT di turno si fa mezzo problema a mollare su due piedi la propria nazionale per “due spicci”.

  5. Cecco scrive:

    Grazie per aver ricordato Massimo, davvero una bella persona.

  6. Ics scrive:

    L’esperienza del mancio in nazionale doveva chiudersi quella sera a Wembley.
    Una vittoria inaspettata, con la squadra non certo più forte del torneo e figlia di un movimento in profondo declino.
    Si poteva fare solo peggio (e così è stato).

    In bocca al lupo a Spalletti, tra i più illuminati (con il Sarri) ma dal carattere spigoloso e poco diplomatico.

  7. Mefistofele scrive:

    Posto al 100% quanto scritto dall’Eretico: allenare una Nazionale non è come allenare un qualsiasi club (i cui tifosi meritano, comunque, rispetto, per la passione e i soldi che ci mettono), è ben altra cosa.
    E, almeno in questo caso, bisogna ribadire che se per qualcuno i soldi passano avanti a tutto, questa persona semplicemente si vende, punto e basta: anche perché non è un modo per uscire dalla povertà e dal bisogno, è una maniera per passare da milionari a ultramilionari…non sembri di fare la volpe e l’uva: ne vale la pena, fatti tutti i conti? W Gigi Riva!

  8. Daria gentili scrive:

    …..è finito il tempo del calcio romantico con le squadre identificate con i giocatori bandiera…..ora è il tempo esclusivamente del business e dei soldi e questi (gli Arabi) si possono permettere di pagare parecchio più di quanto si paga che dalle nostre parti, tutto qua!
    Basta saperlo e non trovare scuse banali

  9. Maurizio scrive:

    Tipici italiani… quando vinceva andava bene però! Fenomeni!

    • Eretico scrive:

      Caro Maurizio,
      mi dispiace contraddirti, almeno per ciò che mi riguarda: non ho mai esaltato Mancini neanche dopo gli Europei (se uno non ha di meglio da fare, guardi pure l’archivio del blog), vinti per un coacervo di concause, più che per bravura sua (giudizio personale, ergo opinabilissimo).

      L’eretico

  10. Pino Mencaroni scrive:

    Mancini avrebbe fatto meglio a lasciare, spontaneamente o spintaneamente, dopo la mancata qualificazione ai mondiali del 2022, come accaduto ai Ct
    Foni (mancata qualificazione al mondile 1958) e Ventura (mancata qualificazione mondiali 2018). Si tratta di un fallimento sportivo piuttosto raro alle nostre latitudini, l’Italia ha mancato la qualificazione solo 3 volte su 22, nel 1930 non partecipammo.

    • Eretico scrive:

      Caro Pino,
      grazie del tuo contributo, as usual documentato.
      E poi, dai: con un occidentale (devoto della NON Madonna di Medjugorje, poi) a guida della Nazionale della Mecca e Medina, siamo tutti più tutelati verso le frange integraliste dell’Islam, come con il lodo Moro nel 1973, suvvia…

      L’eretico

  11. Anonimo scrive:

    Dopo le ubriacature l’Italia perde con chiunque, non è colpa di Mancini. I Campioni dell’82 fecero seguire 4 anni penosi, nei quali in gare ufficiali (europei e mondiali) riuscirono a battere solo Cipro e Corea del Sud, beccando invece da Romania, Svezia (in casa e fuori), Cecoslovacchia e da ultimo Francia. Anche dopo le notti magiche di Italia 90 fu un disastro (e neanche avevamo vinto). Dopo il 2006 ci salvò il cambio di Ct che portò nuovi stimoli. Non è possibile provarlo, ma difficilmente con Ranieri al posto di Mancini avremmo vinto l’Europeo.

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