Eretico di SienaIl blog agostano (I): turista a Siena (e Reddito di cittadinanza) - Eretico di Siena

Il blog agostano (I): turista a Siena (e Reddito di cittadinanza)

Mese nuovo, rubrica nuova (si fa per dire: più o meno, c’è in tutte le estati!), dedicata a qualche spunto di viaggio extra moenia (dalla prossima, ovviamente), ovvero a qualche riflessione su bellezze senesi (nel caso odierno, altrettanto ovviamente).

Cerchiamo di goderci questa settimanina di vacanze, senza farci prendere da troppe ecoansie (le lasciamo alla studentessa-attrice e al Ministro competente), o dalla preoccupazione da Terza guerra mondiale, la quale per ora (Niger compreso) è solo “a pezzi”, come ebbe a dire il Papa argentino tempo fa (in questo caso, rivelandosi profetico).

FARE IL TURISTA, A SIENA…

In questo finale di luglio, mi sono dedicato ad un’attività che raccomando toto corde a tutti: fare il turista nella propria città; fra l’altro, è l’unico modo – soprattutto se uno di turismo non ci campa – per vedere il lato senz’altro positivo e gratificante del turismo di massa delle città d’Arte: nessuna questione su tutti i problemi connessi (ne abbiamo scritto tante e tante volte sul blog, e ne riscriveremo, perché certo anche Siena corre il rischio di “barcellonizzarsi”).

In questi giorni, in cui il rapporto fra forestieri e residenti è stato ed è intorno al 3 a 1 a favore degli ospitati (rapporto ideale fra attaccanti e difensori per gli esperti militari, eh), è bello travestirsi da turista: cappellino, occhiale rigorosamente nero, pantaloncino ben corto; la carnagione chiara aiuta, certo, ma vi assicuro che funziona: quando si trova un conoscente, di solito salutante, la possibilità di non essere riconosciuto arriva tranquillamente intorno al 30,40%, da calcoli empirici fatti negli anni. Ovvero, c’è la seconda possibilità: l’agnizione si concretizza, accompagnata però da un: “toh, ciao: ti avevo preso per un turista!”. Risposta di ordinanza: “mi ero vestito apposta…”.

Arrivare per esempio davanti alla Cattedrale, di prima o primissima mattina, quando la zona è sotto il controllo, da maggio in avanti, di rondini e rondinini, e incrociare i primi turisti che arrivano da Via del Capitano: verrebbe voglia di dire loro di prepararsi, che stanno per vedere una delle umane creazioni più belle del mondo. Il dirlo, fra l’altro, servirebbe anche ai senesi: a non prendere il viziaccio di abituarsi, di assuefarsi a cotanta bellezza, dandola magari per ovvia e scontata, ricordandosi che – ogni santo giorno – c’è qualcun altro che quella facciata non se la dimenticherà così facilmente…

 

SANTO SPIRITO: UN ANGOLO DI SPAGNA, NEL CUORE DI SIENA

Sabato scorso, la chiesa di Santo Spirito è stata straordinariamente aperta al pubblico: significando ciò, l’essere di solito chiusa, e questa è cosa che si commenta da sé, vista l’importanza storica cui proprio oggi accenniamo. Possibile che chi di dovere (all’interno, in zona absidale, la bandiera vaticana fa bella vista di sé, insieme alle tante nicchiaiole) non possa provvedere almeno ad una minima apertura quotidiana o almeno settimanale, di grazia?

Di origine trecentesca, divenuta nel XV secolo il baluardo, a sud della città, dei domenicani, impreziosita dai lavori di ampliamento finanziati dal “magnifico” Pandolfo Petrucci, oggi si trova curiosamente attaccata al carcere (sin dal 1848), che ha preso il posto del convento annesso al luogo di culto: curioso destino, no? Ma questo, lo si capisce e lo si sa anche senza entrare all’interno dell’ampio edificio.

Entrando all’interno del quale, subito sulla destra, si trova invece la cappella di gran lunga più stimolante: quella cosiddetta “degli Spagnoli”. Datata 1530, opera del grande Sodoma, è una autentica nicchia di orgoglio identitario spagnolo, nel cuore di una Siena allora marcatamente filoispanica (6 anni dopo, trionfalmente accolto, sarebbe addivenuto in città Carlo V in persona). Vi si trova, nella parte alta della pala, addirittura un San Jacopo di Compostela, su cavallo bianco, in versione implacabile “matamoros”, nonché lo stemma dello stesso Carlo V in bella evidenza. Sembra di essere capitati all’improvviso dentro una chiesa del barocco spagnolo, magari in un luogo interessato dalla Reconquista, ove lo spirito di Isabella di Castiglia aleggia ancora: ma siamo nei Pispini, ed il senso di spaesamento non può non esserci…

Allorquando, dopo i moti insurrezionali di fine luglio 1552, la Repubblica senese passò di fatto sotto l’egida della Francia di Enrico II, dopo insomma che il popolo senese aveva cacciato gli Spagnoli e ne aveva distrutta la fortezza, questa cappella è facile immaginare che sia diventata, a dir poco, imbarazzante: nonostante ciò, nessuno l’ha distrutta o vandalizzata, a quanto pare. Non era ancora arrivato, in tutta evidenza, il tempo della cancel culture…

A proposito di chiese senesi da vedere e gustare per la loro beltade intrinseca, si raccomanda sempre San Martino: fra l’altro, rientratovi giusto ieri, ho notato che è rientrata in loco “La circoncisione” (1637), opera di un certo Guido Reni, la quale si trova accanto al “Martirio di San Bartolomeo” del Guercino (e dall’altra parte della struttura, simmetricamente posto davanti al citato Guercino, c’è un Beccafumi). Così per dire, eh…

 

Ps In questo fine luglio, ha fatto e farà inevitabilmente discutere la fine dell’erogazione del reddito di cittadinanza ad alcune delle famiglie di percettori (dati alla mano, meno di 200mila); la posizione della redazione – i lettori abituali del blog lo sanno – è che il Reddito di cittadinanza non solo non abbia ovviamente sconfitto la povertà, ma sia stata un’operazione sbagliata (vagamente clientelare?) – e dalla quale, a livello di forma mentis, si torna male indietro -, di erronea pedagogia sociale, in linea con il peggiore assistenzialismo italico di marca veterodemocristiana: è notorio che per molti – e non fra i tanti truffatori, no: fra i legittimi percettori – ormai il reddito venisse (venga) percepito come un qualcosa di dovuto, una sorta di pensione, per capirsi.

Di certo, il Governo e l’Inps dovevano tracciare una linea – chiara e ben comprensibile – sulla organizzazione dei corsi di formazione (meglio sarebbe incrociare, direttamente ed in modo serio, richiesta e domanda, visto che la gran parte dei mestieri si può imparare lavorando), e non scaricare sui Comuni tutta una serie di problematiche; altrettanto certamente, a chi si lamenta della modalità Sms per l’informazione (che pare non dovesse rappresentare proprio una improvvisa novità), chiediamo se avrebbe forse preferito che venisse mandata una raccomandata, con tutte le difficoltà logistiche per averla fra le mani? Oppure che venisse uno psicologo a prendere per mano il non più percettore, per avvertirlo con le dovute contromisure?

18 Commenti su Il blog agostano (I): turista a Siena (e Reddito di cittadinanza)

  1. Daria gentili scrive:

    …..la chiesa di Santo Spirito – a me cara perché foriera di ricordi legati alla mia fanciullezza/adolescenza, li in gran parte trascorsa, sotto gli occhi vigili del mitico Don Ricci – fino a poco tempo fa era tenuta aperta e pulita dal custode della Nobile contrada del Nicchio.
    A tal proposito, la collaborazione contrade curia sarebbe potrebbe rivelarsi fondamentale per tenere aperti quegli gli scrigni di tesori che sono le chiese senesi, non legando le aperture ad occasioni eccezionali

    • Senese doc scrive:

      Lei signora Gentili ha giocato a Santo Spirito? Non mi pare! Forse parla per conto di qualcun altro!

      • Daria gentili scrive:

        Effettivamente, il commento di Senese Due coglie nel segno!!!
        La Signora Gentilì, mia moglie, essendo nata a Roma, non ha mai frequentato la chiesa di Santo Spirito e la dimenticanza è stata di firmarmi come Fausto, cosa che normalmente faccio quando uso la sua registrazione al blog per commenti personali.
        Magari sarebbe stato più interessante ed apprezzabile un commento sul merito dei mio intervento, piuttosto che sulla paternità dello stesso.

        Fausto

  2. UNO DI STROVE scrive:

    Sul Ps: in Italia non ci sappiamo allontanare dai Guelfi e dai Ghibellini, inutile farsi illusioni. La Sinistra (compreso il Pd, che era contrario a quella misura, frutto del Governo Conte 1 rispetto al quale erano all’opposizione), per la quale truffe e mentalità assistenzialista connessa non esistono a priori (ma dove ha preso più voti, il Movimento 5 stelle?); la Destra, per la quale ogni ex percettore è un fannullone a priori. Siamo ad una politica medievale…meno male che c’è Matteo Renzi, che si sta battendo come un leone, da idealista quale è, a favore della istituzione della Commissione bis sul Caso Rossi…

  3. Una collega (in pensione) scrive:

    Caro Raffaele, grazie per questi pezzi estivi, di grande valore culturale.
    In attesa che tu riprenda i tuoi eventi in Sala storica, dovunque tu sia buone vacanze.
    L’Assessore Magi ha preso posizione sui comportamenti dei turisti, invitando fra le altre cose i vigili ad iniziare ad intervenire contro chi entra in centro in bicicletta come fosse al mare o in montagna, lasciandole dove pare a loro: spero non sia solo una fiammata di mezza estate, per evitare quella che tu chiami la “barcellolizzazione” della città ed il cui rischio hai stigmatizzato tante e tante volte.

  4. Ics scrive:

    Il problema è alla radice, ed è riconducibile alla mentalità “lo stato mi deve”.
    È così radicata che si ritiene opportuno chiedere il sussidio perfino per una manifestazione identitaria, simbolo di orgoglio come il palio.
    Si parte da “un ci venite” e si finisce a mendicare la sovvenzione regionale.
    Per migliorare si cominci dalle piccole cose: se un ci so’ i lilleri si risparmia su ospiti (fantini inclusi) e tartine

    • Eretico scrive:

      Caro Lcs,
      chapeau (oggi ero a Nizza: a tutto francese, dunque!): il tuo “si parte da “un ci venite” e si finisce a mendicare la sovvenzione regionale” è davvero sacrosanto, e meglio ancora l’ultimo rigo, sui costi da tagliare…

      L’eretico

  5. Cecco scrive:

    Del Movimento 5 stelle possiamo dire molte cose negative, prima tra tutte che i ragazzini erano poco preparati, illusi, messi insieme alla buona senza un programma chiaro ecc … Però azzarderei anche un’ altra tesi, sebbene poco graditi al cosiddetto mainstream, sono stati gli unici portatori di qualche novità nella claudicante e stantia politica italiana. Il Reddito di cittadinanza, aggiungerei insieme al Salario minimo, non sono idee così strampalate come ci vogliono far credere, ma sono due misure di grande civiltà in un paese sviluppato appartenente al capitalismo occidentale quale noi siamo. Ci dicono semplicemente che nessuno deve essere ricattato con stipendi da fame, ci dice che in virtù della semplice soparavvivenza non si deve accettare qualsiasi offerta di lavoro che non preveda un minimo di decenza anche salariale. Se questo non avviene non rimani nella miseria nera ma un sussidio statale ti mantiene in virtù del fatto che essendo un cittadino hai diritto comunque ad una minimo per vivere. Io personalmente non vedo scandali ma solo la costruzione di un terreno comune sotto il quale a nessuno è consentito scendere. Purtroppo la cronaca ci offre innumerevoli esempi di truffatori e approfittatori, ma anche di ricconi che si permettono di pontificare sulla nobiltà lavoro, meglio naturalmente se a tempo determinato e pagato poco, permettimi di dire che c’è troppa ipocrisia in questa faccenda.

    • Paolo Panzieri scrive:

      Siamo davvero un paese sviluppato, oppure una riedizione della confederazione sudista, che ha bisogno di schiavi più o meno neri non per la raccolta del cotone, ma dei pomodori, dei carciofi, dell’uva, delle olive etc.?
      Eravamo un paese quasi civile e ci lamentavamo di gamba sana, ma adesso abbiamo le favelas come in Brasile, le banlieu come in Francia ed in Belgio ed i senzatetto nelle scatole di cartone come a New York.
      Anche in Toscana abbiamo ormai i caporali, una specie mai vista tra quelle autoctone …
      Se questa è la globalizzazione, mi dispiace, meglio cento volte il sovranismo.
      Ciò posto, invece, del salario minimo in gran parte inutile per i già garantiti dai sindacati, i progressisti intellettualmente onesti dovrebbero prima di tutto battersi per assicurare anche un minimo di tutela ai non garantiti, ai c.d. ultimi da vero.
      Il reddito di cittadinanza, invece, è stato un oltraggio alla miseria vera, ai disabili, ai bisognosi, una misura sbagliata da un punto di vista economico (vedi i dati attuali sulla disoccupazione) e soprattutto pedagogico.
      Chi non può lavorare va aiutato, agli altri va trovato un’occupazione: anche piantare gli alberi o riempire le buche come al tempo del piano Fanfani.
      Soldi gratis lo Stato non deve né può darne.
      Vincenzo De Luca ha pronunziato in proposito parole sante.
      Quindi basta demagogia a buon mercato se la sinistra tra 10/20 anni vuole avere una chance di tornare al potere.
      Ma cosa ti vuoi aspettare da gente che ha regalato 500 euro per l’acquisto di monopattini, ha speseo milioni per inutili banchi a rotelle, ha comprato mascherine e respiratori inutilizzabili a peso d’oro ed ha partorito il 110%?
      Come i dinosauri sono detinati all’estinzione.

      • Roberto scrive:

        Invece il ponte sullo stretto, soldi ben spesi….

        • Daria gentili scrive:

          Concordo con l’Avv. Panzieri.
          La misura sul Reddito di C. doveva servire, se non erro, ad accompagnare il lavoratore alla ricerca di un occupazione e fino a quando questa non fosse stata trovata. La misura ha funzionato? No! A meno che non si ritenesse finalizzata a trovare un lavoro “ in nero”.
          La riforma del Reddito ha costituito un punto programmatico della campagna elettorale della Meloni, che, vinte le elezioni, non ha fatto che applicare il programma su cui aveva chiesto il consenso.
          Fanno semmai specie, quelle voci piddine e sindacali che illo tempore avevano tuonato contro la misura ed ora si stracciano le vesti solo perché l’abolizione viene proposta dalla Meloni.
          Anche sul reddito minimo mi chiedo, cosa hanno fatto nel corso degli anni i sindacati ( che hanno voce sulla contrattazione collettiva) e i governi di centro sinistra, i cui rappresentanti ora lanciano tuoni e fulmini?
          Per onestà intellettuale, va ricordato, e penso non possa essere negato, che le peggiori riforme sul diritto del lavoro, dai vari tipi di contratto a tempo determinato fino al jobs act , sono per gran parte di matrice piddina….

          Fausto

          • Roberto scrive:

            Tutto corretto quello che dice, ma non capisco cosa ne pensa lei di rdc e salario minimo.

      • Gianni scrive:

        Ha fatto un bel commento qualunquista, ne poteva anche inserire altri.
        Il reddito di cittadinanza, come tutte le misure che riguardano “welfare” e economia, vanno contestualizzate nel periodo in cui sono state fatte ed eventualmente aggiornate, migliorate, non tolte perchè fatte da una parte politica invece che un’altra.
        Per il 110% è stato ottimo chiuderlo/imbrigliarlo così da fermare di nuovo il settore edile, evitare che i lavori fatti ai privati venissero tutti fatturati, e ristrutturare una serie di immobili che avevano bisogno di efficientamento.
        Comunque va dato merito a questa Nostra ITALIA destrorsa di:
        1° aver tolto le accise sui carburanti
        2° aver dato un impulso all’economia italiana che crescerà dello 0.2%
        3° di aver risolto tutti i problemi delle imprese italiane che non trovavano dipendenti ( togliendo il reddito di cittadinanza )
        4° di aver bloccato gli sbarchi dei migranti
        5° di aver svuotato le strutture autorizzate (gli orfanotrofi non esistono più), perchè i minori abbandonati stanno meglio lì che adottati da coppie gay
        6° aver aumento il senso di sicurezza degli italiani rivedendo la normativa sui rave party
        e molto altro ancora come dicono al tg di Sienatv.

        Sinceramente credevo che con i governi pre-covid, gli italiani avessero toccato il fondo, con il governo Meloni stiamo scavando a gran ritmo preoccupandoci solo di “sloganare” sui fatti del giorno.

  6. Pino Mencaroni scrive:

    Concordo con Cecco
    Abolire il reddito di cittadinanza mi sembra una stupidaggine.
    La misura introduceva un sussidio unico, al pari di quelli già in vigore, da decenni, in molti civilissimi paesi europei, soprattutto del Nord Europa. In Germania, quest’anno, la Hartz IV, il sussidio in vigore da quasi un ventennio, è stato sostituito dal Burgergeld (indennità di cittadinanza).
    L’indennità di cittadinanza comprende 500 euro al mese, 50 euro in più rispetto al sistema precedente il contributo per l’affitto della casa e il riscaldamento. Più il kindergeld (il contributo per i figli a carico che si applica a tutte le famiglie) si va da 300 a 400 euro al mese x figlio. Per ricevere l’indennità di cittadinanza, occorre essere senza lavoro e avere una ricchezza finanziaria non superiore a 40 mila euro.
    In Italia il reddito di cittadinanza al valeva 700 euro, nessun contributo per affitto e riscaldamento, nessun contributo (serio, non mancette) per i figli a carico e non si doveva avere una ricchezza finanziaria superiore, se non erro, a circa 8 mila euro.
    Dove sta tutto questo spreco starnazzato dal governo, ancora non si è capito. Dato che il reddito di cittadinanza Italico era già ben più restrittivo di quello Germanico.
    Certo ci sono state le frodi, in Germania anche, per questo basta migliorare controlli e procedure. Altrimenti potremmo abolire anche le carte di credito dato che spesso ci sono delle truffe.
    Diciamo che il reddito di cittadinanza è stato cancellato solo perché lo avevano fatto i 5stelle. Psicologia della ripicca sulla pelle di poveri cristi.

  7. Cecco scrive:

    Mi scuso con l’Eretico per il troppo spazio preso, ma insomma volevo replicare al signor Paolo Panzieri non per acredine (tra l’altro ho ricevuto una replica molto educata anche nei toni e non è scontato su internet) ma per mettere in chiaro il mio punto di vista che probabilmente è diverso al suo. Intanto il reddito di cittadinanza non confligge con la difesa dei diritti degli ultimi, anzi, secondo me fa parte della stessa battaglia di civiltà ovvero la battaglia per i diritti universale (autoctoni e non). Poi una volta esisteva una Sinistra che faceva della lotta alla globalizzazione il suo cavallo di battaglia ma è stata messa a tacere per sempre dal peggior episodio di intolleranza politica (governo Berlusconi-Fini) avvenuto in Italia dal dopoguerra ad oggi, oggi quelli che si definiscono sovranisti forse si sono dimenticati che probabilmente allora tifavano chi picchiava alla Diaz, probabilmente non avevano capito le dimaniche allora in gioco. Infine, come lo Stato spende i soldi è una decisione politica, e personalmente mi sembrano meglio spesi per tentare di mitigare la miseria che non per costruire improbabili ponti, fornire armi ad un esercito in guerra o peggio aumentare le spese militari da circa 28 miliardi di euro l’anno a 38 miliardi come richiesto dall’alleato USA. Ah, giusto per togliere ogni illusione a quelli che per fortuna governa la Destra così si fermano i flussi migratori: il nuovo decreto flussi prevede la presenza di nuovi 450 mila immigrati in 3 anni… Niente di male per carità, solo che anche il duo Salvini-Meloni si è reso conto che se non introducono nuovi lavoratori difficilmente riusciamo a pagare le pensioni, e non credo che questo governo sia imputabile di attuare strategie per la sostituzione etnica.

  8. Gp scrive:

    Su stampa e tv ho trovato diversi articoli sulla giornata internazionale del gatto e nemmeno uno sull’anniversario della bomba di Hiroshima… chissà perché…

  9. Giuseppe Pallini scrive:

    Reddito di cittadinanza

    Ancora un ho capito, a dilla franca,
    e un saprei di’ qual è la verità,
    se qui da noi è ‘l lavoro che manca
    o piuttosto manca la volontà.

    A lavorare, si sa, ci si stanca
    e c’è chi preferisce di campà
    con quel reddito di cittadinanza
    che ora tanti si vedano levà.

    Ma però chi ha bisogno per davvero
    e lavorare non è ’n condizioni,
    quelli vanno aiutati, ma sul serio,

    poi c’è anche diversi fannulloni
    e quello che si deve fa’ per loro
    è quanto prima mandalli al lavoro.

  10. m.c. scrive:

    LECTIO FACILIOR – Ogni volta che passo davanti al sagrato del duomo da turista anch’io, mi viene in mente un interessante articolo della compianta Petra Pertici, nota storica rinascimentalista senese ma anche profondamente esperta del nostro medioevo e del patrimonio architettonico. Ebbene, nell’articolo si racconta di un maldestro intervento di restauro lapideo risalente al IXX sec in cui l’operaio addetto al recupero dell’iscrizione su una delle due anfore in commesso marmoreo, decise con il proprio ingegno di trasformarla in un più opportuno “MEL”, ché di certo con il “LAC” male non ci sarebbe stato, e del resto chi mai avrebbe potuto dimostrare che il latte con il miele ci sta male? In realtà si seppe solo dopo che in origine la scritta era “FEL” (fiele), a rappresentare la metafora dell’amaro che la vita dispensa in alternativa alla dolcezza del “LAC”, il latte. Ma da allora si è deciso che la scelta gastronomica non era poi così male. E l’abbiamo tenuta.

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