Il Caso Rossi, 10 anni dopo
Oggi ricorre l’amaro anniversario dei 10 anni dalla morte, per suicidio, di David Rossi: essendocene occupati da anni – cosa che continueremo a fare, senza alcun dubbio -, non possiamo non farlo anche in questa triste occasione.
L’AMAREZZA, 10 ANNI DOPO
C’è tanta amarezza, a 10 anni di distanza: il Caso David Rossi – che si è voluto scientemente trasformare da classico suicidio a reality complottista – induce ad (almeno) 4 considerazioni, nel triste giorno del decennale della morte:
- amarezza in primo luogo per David Rossi, come è doveroso che sia: vittima consapevole di se stesso, certo, ma indubbiamente la tragedia di una vita che si spegne precocemente (e con il suicida che è lucido mentre muore, come da documentazione), tale resta;
- amarezza per le continue, vergognose, strumentalizzazione politiche, le quali porteranno verosimilmente ad una incredibile seconda Commissione di inchiesta (tempistica, fine marzo), voluta per ringhiare a prescindere contro la Magistratura (ringhio il quale, più o meno, va sempre bene a quasi tutto l’arco costituzionale);
- amarezza per una famiglia, la quale – duole ripeterlo, ma lo faremo ancora, e con dettagli ulteriori – continua a non accettare un evento tanto drammatico, quanto purtroppo tutt’altro che raro (vedasi il senatore Astorre, solo per citare l’ultimo caso noto: suicida assai meno prevedibile di Rossi, addirittura due ore prima del suo salto nel vuoto a lungo intervistato in una televisione privata romana);
- amarezza, infine, perché il combinato disposto di tutta una serie di interessi (non ultimi, economici) fa sì che non si veda una ragionevole via di uscita: se non basta la Magistratura (inquirente e giudicante, non certo un solo giudice, sia ben chiaro); se si considera carta straccia anche una cruciale sentenza di un Giudice del Lavoro (che ha negato, pochi mesi fa, il maxirisarcimento, di più di un milione di euro, chiesto dalla vedova alla banca); se non è sufficiente neanche una super perizia – quella affidata ai Ros -, nata per spazzare via tutti i residuali dubbi: per dirimere questa questione, che si fa? Si procede all’infinito? Siamo già di fronte al suicidio più indagato degli ultimi decenni: per quanto ancora deve trascinarsi, questa amara pantomima? Come già scritto in un’altra occasione, forse l’unica possibilità rimasta – molto concreta, tra l’altro – sarebbe questa: fare pagare tutti i futuri accertamenti, da oggi in avanti, alla famiglia. Verosimilmente, la morte di Rossi tornerebbe ad essere quel suicidio che loro, per primissimi, avevano in modo convinto descritto come tale…
MIGLIORINO CHIEDE SCUSA A FILIPPONE?
A proposito dell’atteggiamento della famiglia Rossi, più volte – a partire dal mio “Cronaca di un suicidio (annunciato)”, 2021 – ho fatto risaltare come il legittimo desiderio di verità non possa assolutamente giustificare tutto, a prescindere. Soprattutto quando si tirano in mezzo altre persone (contro ogni evidenza fattuale).
Prendiamo ancora una volta l’esempio di Gian Carlo Filippone, l’amico e collega del Rossi chiamato dalla moglie del manager Mps Antonella Tognazzi – preoccupata per la condizione del marito – affinché andasse a sincerarsi della situazione; ebbene, anche su questo in Commissione è venuto fuori di tutto, dopo interviste piene di insinuazioni (una in particolare, di Carolina Orlandi, citata nel mio libro) nei confronti del povero Filippone.
L’allora onorevole pentastellato Migliorino – ora tornato ad aggiustare i cellulari in Via dei Rossi, a pochi metri dal luogo del fattaccio -, infatti, non si era vergognato di insistere nel chiedere e richiedere che venissero monitorati tutti i movimenti del Filippone, in quella sciagurata serata: secondo lui, non era affatto scontato che l’amico di Rossi fosse a casa sua, al momento della chiamata della Tognazzi. Fortunatamente, i Ros hanno fatto giustizia: la cella telefonica, prima di partire da casa verso Rocca Salimbeni, era del tutto compatibile con la zona di residenza di Filippone (quella di allora), come quella della moglie (sì, perché anche lei era stata tirata dentro, senza alcuna vergogna): anche lei – pensino un po’ i lettori – con cella compatibile rispetto alla zona di residenza (e non compatibile con il centro storico).
Nel mondo alla rovescia in cui si è mossa la Commissione di inchiesta (chiunque fosse convinto del suicidio, torchiato come un mezzo delinquente; per la famiglia e per i giornalisti schierati con essa, aurei tappetini e scappellate continue), dunque, è capitato anche che, a finire nel tritacarne, sia toccato ad una persona per bene come Gian Carlo Filippone (e non era neanche la prima volta), con consorte al seguito: giusto per non farsi mancare alcunché.
L’ex onorevole Luca Migliorino – ora tornato alla pristina vita professionale -, visto ciò che è emerso dalla super perizia, potrebbe (dovrebbe) almeno chiedere pubblicamente scusa a Gian Carlo Filippone: lo farà? Anche su questo punto, vi terremo informati, statene certi…
LA MANIFESTAZIONE DI STASERA
Stasera, alle 19, inizierà l’evento organizzato dalla famiglia per il decennale del suicidio (non accettato come tale) di David Rossi: si presume che, a gestire la serata, saranno la vedova Antonella Tognazzi e la “figlia” di Rossi, Carolina Orlandi.
La seconda, magari, potrebbe finalmente ammettere di avere riferita ai 4 venti – e per anni ed anni – una circostanza non esatta: il suo tentativo di chiamare il “padre”, alle 20,16 di quel 6 marzo 2013, non si concretizzò, solo perché la digitazione attivò il menù fonico del servizio SOS ricarica della Tim. Quell’ormai celebre 4099009, su cui si è attivato ogni sorta di penoso complottismo, era semplicemente il segno della fine del credito della ragazza, sic: la Orlandi per anni ha detto una cosa, ma questa – già smentita dai dirigenti Tim -, è stata infine resa non credibile in alcun modo dai Ros.
Se la Tim ed i Ros certificano una cosa, e Carolina Orlandi ne dice un’altra, ognuno pensi a chi sia giusto credere. Ma in piazza ed in tv, è lei ad andare; fortunatamente, però, il tour della Orlandi inizia a toccare anche le aule di Tribunale (come teste, in questo caso): lunedì prossimo la Orlandi sarà infatti al Tribunale di Grosseto, nel corso dell’udienza del Processo nato dalla querela delle Iene ad Antonio Degortes, e ci sarà per la prima volta la possibilità di ripercorrere certi passaggi di cui lei si è fatta portabandiera, specie dal 2017 in avanti.
Sul Corriere di Siena odierno (intervista ad Aldo Tani), poi, è la volta di Antonella Tognazzi, la quale – tipo disco rotto – ripete da anni la stessa, identica, intervista, con una richiesta su tutte (anche questa tutt’altro che inedita):
“Mi sembra evidente che David è stato picchiato” (talmente evidente, che non risulta da alcun documento o consulenza, ma questo è un mero dettaglio, eh)…”non mi spiego come mai ancora nessuno abbia detto “tiriamo una riga e apriamo un fascicolo per omicidio”. Contro ignoti, perché non ci sono state testimonianze (lo deve ammettere anche lei, sic) nei confronti di qualcuno in particolare”. Basta che si apra il fascicolo per omicidio, insomma.
A parte il fatto che nessuna Procura riaprirebbe mai un caso su cui non è stato trovato alcun serio elemento in senso favorevole all’omicidio (nonostante la buonissima volontà, in tal senso, della Commissione di inchiesta), resta una domanda: ad Antonella Tognazzi, interessa la verità, quale che essa sia, oppure sta a cuore solo che si apra questo fascicolo per omicidio (l’unica verità che sembra starle a cuore)? Perché, in tutta franchezza, questa continua insistenza ci fa venire qualche dubbietto.
Dubbietto che, magari, sparirà, quando mai gli esponenti della famiglia (compreso il fratello Ranieri Rossi, ovviamente), invece di rilasciare dichiarazioni solo a giornalisti amici e a supporters (come faranno stasera), si degneranno di sottoporsi ad un incontro – ovviamente pubblico – con lo scrivente: come richiesto da anni – carta e video cantano – da chi scrive, ma senza alcuna risposta.
Questo confronto, in tutta evidenza, non s’ha proprio da fare: e in effetti, forse è meglio che il contraddittorio non ci sia, perché magari – se ci fosse – anche coloro che continuano a dare in buona fede fiducia a loro, inizierebbero a nutrire qualche dubbio…
Sei zozzo come la merda. Un buffone.
sig.ra ricci(poco signora) la sua uscita, con quanto ha scritto, conferma la sua reale situazione circa il suo stato psicologico. Spero che l’interessato la denunci cosi’ completerà lA collezione di sentenze di condanna che si ritrova nella sua borsetta.
Signora, par di intuire una sfumatura di acredine nel suo commento. Può spiegarsi meglio in modo da farci capire qualcosa di più al riguardo?
Dobbiamo registrare – così ho letto – l’uscita di un nuovo libro sul caso, questa volta scritto da Tommaso Strambi, giornalista della Nazione a Siena all’epoca dei fatti……l’hai letto? E, se si, tua opinione?
Cara Daria,
ho dato solo una occhiata al libro, che mi sembra soprattutto una ricostruzione del contesto della Siena del 2013 e una testimonianza amicale, più che legittima peraltro.
Grazie, infine, a Max e a Giovanna Ricci per i loro genuini e significativi “complimenti” (anche assai ben argomentati), che mi stimolano non poco ad andare avanti con il mio lavoro.
L’eretico
Vai avanti perché sei ricattato da uno dei più grandi delinquenti psicopatici massomafiosi senesi.
Signora, ci racconta la storia nel dettaglio? Eventualmente va bene anche senza fare nomi (tipo Manunta e i “Testimoni di Genova”), giusto per capire.
“talmente evidente, che non risulta da alcun documento o consulenza, ma questo è un mero dettaglio, eh)…”
Le evidenze non le trovi sui documenti, le trovi direttamente sul corpo di David, miserabile!!!
Miserabile è chi, in questa città, ha contribuito e contribuisce quotidianamente a distorcerne la storia/cronaca a proprio vantaggio e/o per ripulirsi la coscienza. Miserabile è chi da del miserabile a chi ha dedicato molto tempo della sua vita a fare l’esatto opposto.
Ite missa est
(in realtà vi ciuccerete altri dieci anni di ienismo, “ha stato filippone”)
Caro Eretico, i complimenti più sinceri per la tua battaglia, che ancora una volta vede la razionalità (suffragata dai documenti) contro l’irrazionalità complottistica (lusingata da certo squallido giornalismo). I “complimenti” sono davvero degni di chi ci si abbandona, in mancanza di argomenti concreti e verificabili.
Significativo è anche che la famiglia rifugga, da anni, qualsiasi confronto. Fattene una ragione: una percentuale di persone che si fanno abbindolare le devi mettere in conto, ma, per quello che posso vedere anche nella mia cerchia pistoiese, chi usa il cervello qualche domandina su questo “reality del dolore” ha iniziato a farsela…
Ancora questo accanimento palesemente insensato… si guardi dentro eretico e mi dia retta ci dia un taglio.
Caro Pucci,
il suo commento – come gli insulti degli altri – non fanno altro che confermarmi nel continuare a scavare nella vicenda: voi portate insulti o mezze minacce, io invece porto documenti e fatti. Ognuno, ragionando con la sua testa, potrà apprezzare la differenza. Poi, se uno come lei crede più a Carolina Orlandi che non ai Ros (vedasi questione telefonata), il problema è suo, mi creda.
Quanto al guardarsi dentro, chissà se lo facesse anche qualcun altro, che cosa verrebbe fuori: fortunatamente, però, ciò che si è detto e fatto verbalizzare resta, parecchio più degli insulti…
L’eretico
Guardi l’offendere non fa parte della mia persona, sa bene a cosa mi riferisco, l’ho scritto altre volte.
Mi riferisco al palese calpestare il dolore altrui, le critiche che gli muovo io sono le medesime che lei ha avuto in mille occasioni da tante persone diverse.
Traspare un accanimento che sconcerta, sembra che lei lo viva parecchio male questo caso. Liberissimo, ma lasci in pace la famiglia. Lei non ha la verità in tasca, e le ripeto, si pone in una maniera sgradevole per chi voleva bene a David.
Ah il commento precedente è scritto da me medesimo, Massimo Pucci, Maurizio è colpa del correttore .
Non ho problema a non nascondermi.
Nel valutare il tuo ‘accanimento’ non si dovrebbe mai scordare che all’inizio il povero Rossi s’era suicidato per colpa dei blogger cattivi
Io in realtà l’accanimento l’ho sempre letto e udito dalla parte opposta. Ci sono sentenze, ci sono perizie, ci sono relazioni… a me la famiglia onestamente inizia a far pensare (e non in bene), idem per chi ha preso posizione e continua a prendere una posizione di parte (la loro) per comodità, amicizia, interesse…
è proprio vero : io quel mestiere un lo potevo fa !
anzi, quei mestieri (al plurale).
cioè a seconda se la scritta “LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI” la vedi di fronte o l’hai dietro al groppone.
va rifondato praticamente tutto della nostra bistrattata Giustizia.
a cominciare dalla montesquieiana separazione dei poteri, autentico BALUARDO di ogni Democrazia degna di questo nome.
purtroppo viene calpestata cotidie, da più parti : continue e “sinallagmatiche” invasioni di campo tra Politica, Magistratura, opinione pubblica poi un ne parliamo per carità….
anche questa vicenda docet: un conto è l’intima convinzione che ogni mente pensante può legittimamente avere, un conto è l’inopportuno sindacato ispettivo che osserviamo a fuochi incrociati !
Caro Raffaele, inutile che ti dia la mia più sincera solidarietà verso questi attacchi inqualificabili (anzi,molto qualificanti per chi li fa).
Io se fossi in te, nelle ore di Educazione civica, parlerei del Caso Rossi, per cercare di insegnare ai giovani quale sia il principio di autorità (in questo caso, solo per citare gli ultimi, i Ros), e di come venga bypassato in modo ridicolo e arrogante da tutti coloro che continuano a gridare “Verità”, senza accettare quella dimostrata. Sarebbe una lezione importante, credimi.
In questa vicenda mi pare che la famiglia del poro Rossi si stia comportando come quando s’era ragazzi: si gioca fino a quando non vinco io. E loro fanno uguale si devono celebrare processi si devono celebrare commissioni di inchiesta fino a quando gli esiti non dimostrano che c’e’ un colpevole, poi che sia basso, alto, grasso o magro non importa ma un colpevole in qualche cassetto ci deve pur essere.
Condivido quanto detto: sarebbe l’ora che le spese per le nuove inchieste e quant’altro siano a carico della famiglia Rossi e non sulle spalle dei cittadini.
Massimastima per come vai avanti e sincero disagio per il perpetuarsi di questa inchiesta. Approfitto invece di questa giornata dedicata alle donne per ricordare una grande ragazza che ha pagato con la vita, senza peraltro ottenere giustizia, il suo senso del dovere. Vicenda molto tralasciata dai media negli anni e a cui mi piacerebbe tu dedicassi qualche parola, parlo di Serena Mollicone.
Fa specie che proprio in questo luogo dove ognuno ha da sempre la libertà di poter scrivere quello che crede (perfino insulti al titolare del blog stesso …) qualcuno possa pretendere di esercitare una sorta di censura rispetto a questo argomento, che invece a contrario può e deve essere continuamente riproposto fino allo sfinimento, nonostante ormai dopo ben 10 anni ci possa essere ben poco di nuovo da aggiungere.
Purtroppo è il neobigottismo conformista al contrario del mainstream imperante a fare scuola.
Liberiamocene per favore e riaffermiamo sempre il sacrosanto diritto di dire tutto ciò che ci pare, magari senza insulti o contumelie varie.
Per quelli per fortuna, volendo, c’è ancora la magistratura.
Non ho una posizione su omicidio/suicidio del povero Rossi.
Penso solo che la famiglia abbia il diritto incontestabile di fare le battaglie che ritiene. E’ la famiglia che vive sulla propria pelle il lutto e le conseguenze morali e materiali della scomparsa di un familiare.
Tutti gli altri fanno esercizi intellettuali, liberi di farli, per carità, ma abbiano rispetto per il lutto ed evitino di polemizzare con i familiari.
Caro Roberto,
mi dispiace dissentire totalmente da te, ma – come ho già scritto – in primis non è assolutamente vero che una famiglia colpita da un lutto, possa per questo permettersi di fare qualunque cosa (per esempio, tirare di mezzo altra gente, vedasi Filippone, Riccucci o altri); in questo caso di specie, poi, se siamo arrivati a questo penoso reality complottista, la responsabilità è solo loro (certi giornalisti si accodano, ma senza il “motore” familiare non avrebbero potuto farlo).
Tra l’altro, stiamo parlando di gente che non ha mai preso le distanze – se vogliamo proprio dirla tutta – dagli haters che spesso allietano anche questo blog, insultando ed offendendo a destra e a manca. Tutto fa brodo, per la causa.
E non aggiungiamo altro, per adesso: il tempo sarà galantuomo – ha già iniziato ad esserlo, peraltro -, i tanti che continuano a dare fiducia in buona fede alla famiglia si renderanno conto della loro clamorosa ingenuità…
L’eretico
Solidarietà incondizionata all’Eretico. Pensare male è peccato, ma spesso ci si indovina. Se non sbaglio, aveva stipulato un’assicurazione sulla vita e quindi se venisse fuori che il “poro” Rossi fosse stato ucciso, la famiglia prenderebbe un bel premio assicurativo, mentre se rimanesse l’ipotesi del suicidio la cosa sarebbe molto diversa e con meno indennizzo. Non so le clausole del contratto, ma queste sottigliezze contano spesso in assicurazioni sulla vita. E’ triste pensare tutto questo, ma l’accanimento tenace contro tutti i riscontri avversi alla famiglia, sia motivato anche dalla questione soldi. Penso che il tragico gesto sia stato causato dallo stress, dallo smarrimento, ma rimane sempre un suicidio quindi niente premio assicurativo oppure decurtato in una certa percentuale. Con tutto il rispetto per il dolore per la famiglia, sarebbe l’ora che si rassegni alla dura realtà e non se la prenda con persone che non c’entrano nulla, ma cercano di difendere la realtà. Continuando con questo accanimento è anche offensivo alla memoria del “poro” David Rossi, e facciamo il gioco di certe iene giornaliste.
Carissimo Eretico, io sento già la nostalgia di una puntata delle Iene con un altro capitolo orgiastico-senesota, come ai bei tempi.
Ma te la ricordi Carolina con il suo cellulare in mano che fa vedere le foto a quello che faceva il “troio”, come lo chiamavi tu? Io lo dico chiaramente: ho grande nostalgia di quei grandi momenti televisivi. Ora la Orlandi-Rossi dice di avere gli strizzoni di stomaco davanti alle telecamere, però è talmente innamorata della ricerca della Verità che non si ferma. Secondo me, è da Mangia…
Dieci anni dopo gli animi sono ancora a dir poco infiammati. Il caso Rossi è paradigmatico. Una città (e una famiglia) che non sa guardare avanti facendo pace con il proprio passato, per quanto doloroso possa essere. Guardare avanti dovrebbe essere la soluzione per elaborare il dolore di una perdita. L’amore per un uomo, così come quello per una città, ad un certo punto non può che portare ad elaborare il lutto, come atto supremo e definitivo.
Solidarietà all’Eretico. Chi lo offende è solo un terrapiattista. Uno che rifiuta le evidenze documentali per lasciarsi andare a congetture infondate.
L’Eretico, ci metto anche Degortes, sono gli unici, a mio avviso, che hanno ragionato punto per punto sulle risultante processuali, perizie testimonianze e documenti dell’indagine e della sua evoluzione, senza lasciarsi prendere la mano dal sensazionalismo come invece hanno fatto Le Iene, Quarto Grado e quanti hanno aderito criticamente alle variabili tesi della famiglia tempo per tempo. Incluso Davide Vecchi con il suo librino pieno di ipotesi alternative non suffragate da elementi fattuali. Letto anche questo Ahimé.
Ma poi, a voi pare normale che Vecchi, dal novembre 2021, sia stato pure nominato consulente della commissione d’inchiesta parlamentare sulla morte di David Rossi???
Ma veniamo alla vedova, ad Antonella Tognazzi … “come uno schiacciasassi”…
Rileggiamo il suo passaggio dall’AUDIZIONE in Commissione Parlamentare del 8/9/2021 ore 18 (occhio a orari e date); riporto testualmente:
«Mi ricordo che tante persone, vedendo il discorso del video e quant’altro, mi dicevano: “E’ impossibile che Giancarlo (Filippone NDR) non sappia niente”. Siccome sono una persona molto trasparente e molto sincera, una volta dissi alla mia amica, sua moglie: “Guarda, tutti quanti mi dicono che Giancarlo sa qualcosa. Se è vero non ti voglio nemmeno chiedere niente e non voglio nemmeno tu faccia da tramite, però sappi una cosa: se vengo a sapere che c’entra qualcosa io gli passo sopra come uno schiacciasassi, come farei anche con mio fratello”.»
Ora il filmato a cui ci si riferisce quando dice “vedendo il discorso del video” è, con tutta probabilità, quello del NYPost che riprende Filippone nel vicolo vicino all’ormai cadavere di Rossi. Perché quelli agli atti di indagine non potevano essere di pubblico dominio ma conosciuti solo alle parti. Qui il video: https://www.youtube.com/watch?v=WvX9jB0uQxk . Interessante sarebbe capire chi lo ha dato al NYPost e chi lo ha montato in quel modo artefatto dal momento che trasmette l’idea che Filippone fosse stato vicino al corpo nell’immediatezza della caduta e non abbia fatto nulla per l’amico; quando non è affatto così.
Ora dagli atti dell’ordinanza Malavasi e della Commissione risulta che Filippone e la Orlandi arrivino in rocca verso le 20:30. Rossi è già precipitato alle 19:43 reali (tenendo conto dell’errore, documentato, del tempo del registratore del video). La signora Carolina Orlandi però salita con Filippone e appresa la notizia va via subito e torna dalla madre; domanda: perché non va a vedere quello che dice essere suo padre steso per terra nel vicolo? Eppure ha dimostrato di avere un carattere di ferro prima (per esempio nel confronto con il “padre” a proposito dei tagli sulle braccia) e dopo la morte di Rossi nelle interviste e nelle dichiarazioni di stampa. Perché non va? Se lo aspettava? Ha avuto remore? Timore di vedere? Cosa?
Mingrone, che stava uscendo dalla Rocca, risale. Vista la scena e Filippone in choc è lui che chiama i soccorsi. Ma in commissione il brillante Onorevole Rizzetto gli ha ricordato che … sa ci può essere l’omissione di soccorso… e la risposta di Mingrone fu… On… e lo dice a me? Lei che avrebbe fatto? Rizzetto: Avrei chiamato i soccorsi. Mingrone: l’ho fatto. Questo il senso. Potete ascoltare l’interrogatorio, non mi è parsa un’audizione quella di Mingrone. Per dar ragione all’Eretico sulla posizione di certuni in commissione.
Comunque si giri la frittata, gli orari desunti da ordinanza di archiviazione Malavasi e audizioni in commissione sono:
19:43 Precipitazione di David Rossi.
20:05 Cessazione di gesti da parte di Rossi, non si muove più.
20:10 uomo ignoto al telefono all’inizio del vicolo.
20:30 Carolina e Filippone sono in Rocca e vanno su e a seguire Filippone chiama Riccucci e Carolina va via.
20:35 Mingrone è su con Filippone e Riccucci; Mingrone chiama i soccorsi. Dopo scendono, Riccucci resta in portineria.
20:46 Filippone e Mingrone sono nel vicolo e Mingrone sollecita i soccorsi.
20:50 arrivano i soccorsi.
Ora dal filmato del NYPost, che era alla portata di “tutti quanti mi dicono”…, al secondo 0.00.04 si vede l’orario (errato) per la precipitazione avvenuta realmente alle ore 19:43. Quando invece è ripreso Filippone al secondo 0.00.23, ma tu guarda un po’, non è più visibile l’orario della telecamera, che avrebbe riportato le 20:46 reali. Cioè un’ora e tre minuti dopo. Chissà perché… ma questo è a mio avviso, di spettatore critico, un artefatto gravissimo per quanto detto sopra.
Ora su questo filmato si fonderebbe, stando all’audizione in commissione della Tognazzi, una sua posizione su Filippone “tutti quanti mi dicono”… da … passargli sopra “come uno schiacciasassi” se… Filippone è infatti audito il giorno dopo, 9/9 alle 11.30 ed è messo sotto torchio dall’ineffabile Migliorino in modalità “schiacciasassi”…
Bhe, se questa è stata la base della valutazione e dei comportamenti della Tognazzi e di Migliorino nei confronti di Filippone “siamo del gatto”.
Si può allora ben capire perché a distanza di dieci anni si ricerchi una verità inesistente, su sospetti senza nemmeno un indizio, su ipotesi senza alcuna base fattuale, anziché accettare una realtà che onorerebbe la memoria di quella brava persona che fu David Rossi.
Mancanze nelle indagini? Errori? Non modificano la sostanza. Suicidio.
Sorvolo su tutte le domande specifiche di Migliorino sulla posizione e sulla figura di Filippone in commissione. Potete leggere tutto dagli atti della commissione ed ascoltare e vedere i filmati. Magari L’Eretico potrà scriverci un altro libro che leggerò molto volentieri, vista la fonte sempre ben documentata. Sarebbe proprio il caso.
Spero infine che Migliorino abbia un minimo di coscienza verso Filippone… e che prima o poi si decidesse ad usarla, chiedendo pubblicamente scusa a Filippone. Magari in una conferenza stampa insieme all’Onorevole Rizzetto e all’intera famiglia Rossi. Sarebbe, secondo me, un atto meritorio e risarcitorio verso Filippone che non ha meritato una sola goccia del tanto fango, per non dire altro, che gli è stato, senza ritegno, gettato addosso.
Per non parlare poi dei nefasti riflettori tenuti accesi su Siena per così tanto tempo…
Solidarietà piena a Filippone. Biasimo verso chi ha dubitato di lui.
errata corrige … e quanti hanno aderito a-criticamente alle variabili tesi della famiglia…