Ratzinger, Comunale, Cinelli Colombini
Eccoci dunque al primissimo appuntamento bloggeristico di questo 2023: come l’anno scorso, l’idea primigenia era quella di fare un pagellone di inizio anno sui “magnifici 10” della Cultura senese dell’anno pregresso, ma gli eventi ci impongono di scrivere d’altro (oltre al fatto che, purtroppo, grandi nomi nuovi, nel panorama culturale senese, francamente non li abbiamo visti, a parte 2 o 3 di cui comunque scriveremo, o abbiamo già scritto).
Buon 2023 a tutti: l’ottimismo della speranza, il pessimismo della ragione…
RATZINGER, E I RATZINGERIANI
Il 2022, dunque, si è portato con sé anche Joseph Ratzinger, il Papa emerito: la sua morte, preannunciata dal Papa regnante stesso, pone fine a questa del tutto inedita, nell’evo moderno, diarchia non riconosciuta all’interno del Vaticano. Perché che diarchia di fatto sia stata, lo dimostra in primo luogo il modo con la quale la morte del Papa emerito è stata accolta, in quell’Italia che, dal lontano 1981, lo aveva accolto (e ricordiamo – lo diciamo per il nostro anticlericalismo risorgimentale – che tutto il cerimoniale, da oggi a giovedì, per il funerale, lo paghiamo noi contribuenti: poliziotti, carabinieri, finanzieri, giacché con le alabarde delle guardie svizzere si va poco lontani, quanto a sicurezza).
“Era il nostro Papa custode della tradizione e un conservatore che ha difeso le radici dell’Occidente e le sue radici cristiane minacciate dall’estremismo islamico”, verga in prima pagina Il Giornale odierno (passato da Berlusconi ad Angelucci: ma di questo riparleremo): e giù un peana – condiviso dalla stampa destrocentrica -, la quale vede in lui un conservatore, pur non capace di portare a compimento il suo disegno di restaurazione (Cammilleri, fra gli altri, sempre sul Giornale di oggi).
Va detto, a proposito del suo breve passato da 15enne nella Wehrmacht, che ciò non deve scandalizzare più di tanto (pare facesse il telefonista, e definirlo a quell’età un “volenteroso carnefice” hitleriano è eccessivo), mentre ciò che riferisce Cosimo Ceccuti sul Quotidiano nazionale di oggi desta, invece, qualche crociano “igienico dubbio”: Ceccuti ricorda un incontro privato fra Ratzinger – allora Prefetto -, con Giovanni Spadolini, allora Ministro della Difesa del Governo Craxi. Correva l’anno 1986. Fu affrontato il tema – in Germania ancora assai controverso, non come i Patti Lateranensi da noi – del Concordato firmato con il Nazismo dalla Chiesa (cattolica) il 20 luglio 1933: beh, che Ratzinger se la sia allora cavata dicendo che Von Papen – il negoziatore – “non era bavarese”, e che i luterani hanno fatto anche peggio, pare davvero pochino.
Con la “Dominus Jesus”, da Prefetto della Congregazione della Fede (la massima carica inquisitoriale, illo tempore), contrastò con veemenza il (concretissimo, peraltro) rischio della deriva sincretistica impressa dal Papa polacco, in questo quasi più aperto del regnante argentino (Assisi, 1986: qualcuno se ne ricorda, ormai?); da Papa, con il celebre discorso di Ratisbona del 2006 – sul quale in questi giorni i vaticanisti progressisti stanno compiendo autentiche scalate dolomitiche, per cercare di diminuirne la portata antiislamica -, citando Manuele Paleologo certo, usò la spada della lingua, contro chi spesso usa quella concreta della violenza (come il Cristianesimo per secoli, ma ormai Roma può permettersi di dare buoni consigli, non potendo più dare cattivi esempi); contro la pedofilia – pur con le tonnellate di ombre sul suo operato, compreso ciò che è emerso nei mesi scorsi sul periodo di Munich, e sul quale era atteso da un Tribunale bavarese come teste – va detto Ratzinger essere stato colui che è stato più concretamente attivo, indicando le cose da fare in modo concreto.
Tra l’altro, detto dallo scrivente che qualcosina sull’argomento sa: di fronte al Grande imbroglio di Medjugorje, ha sempre mantenuto un rigoroso, ferreo, silenzio personale, istituendo poi una Commissione ad hoc. Non è stato coraggioso (in Vaticano tutti sanno come la pensasse sul grande inganno), certo, ma almeno ha cercato di arginare la deriva teologica della Madonna che appare a piacimento, e comodo, dei veggenti (e Padre Pio, l’ha santificato Giovanni Paolo II, non certo lui: ci piace pensare che Benedetto XVI non l’avrebbe fatto). Fides et ratio, per chi scrive, è un autentico ossimoro, ma almeno lui una idea di Cattolicesimo non del tutto sganciato dalla razionalità l’ha portata avanti, e questo gli va pur riconosciuto.
Ratzinger – che uomo assai vanitoso era, si ricordino il camauro e le scarpette rosse – dei complimenti e della stima di molti che ora lo celebrano (magari dopo averlo avversato da regnante), sarebbe stato verosimilmente ben orgoglioso, ma purtroppo anche i Papi emeriti la beatificazione dopo la morte se la godono poco, essendo per l’appunto post mortem.
Immaginiamo che, invece, sarebbe stato un po’ meno rinfrancato dell’essere brandito non solo dall’iper tradizionalismo cattolico di matrice lefebvriana (con cui aveva ripreso a dialogare), ma financo dalla galassia filoputinian-no vax (sì komplot). Quello – ci piace crederlo, almeno – l’avrebbe messo in serio imbarazzo, fra una suonata di pianoforte (Mozart, eh, mica fuffa), ed una preghiera, magari in Latino.
In ogni caso, dopo avere tanto combattuto contro l’ingerenza del Vaticano nella politica – italiota e non -, in questo inizio di 2023 tocca assistere allo stucchevole ingresso della politica nelle cose vaticane, con i bergogliani ed i ratzingeriani a rieditare l’epopea dei guelfi e dei ghibellini; ci vorrebbe forse una sorta di non expedit al contrario, un Pio IX che dicesse: basta, alle cose vaticane pensiamo noi (che ne facciamo parte). Voi pensate a pregare, ad andare a Messa, magari a fare qualche figliolo in più: extra ecclesiam, nulla salus. Su questo, Benedetto XVI sarebbe stato d’accordo di sicuro: garantito al camauro…
LE POLEMICHETTE SULLA COMUNALE
La Biblioteca comunale, in settimana scorsa, è stata presente sulla stampa locale: e non, come fortunatamente di solito accade, per cose di cui essere ben orgogliosi; la questione – non nuova, peraltro – concerne il contrasto che si è venuto a creare – dispiace personalizzare, ma in questo caso è davvero necessario – fra il Comune e la Direttrice, dottoressa Annalisa Pezzo (purtroppo fisicamente assente in loco, per motivi personali, da metà ottobre). La questione riguarda soprattutto il personale (la nota pubblicata, senza commento, dai giornali locali, non a caso era stata inviata dai sindacati). Come Presidente del Consiglio di amministrazione, lo scrivente non può che augurarsi che questo conflitto possa essere risolto nel modo migliore, nonché prima possibile: è davvero il caso di dire, nell’interesse di tutti. A partire dal Cda, dallo scrivente indegnamente presieduto.
Viste anche le polemiche sollevate da un sito senese (pezzo anonimo, all’interno del sito “Idee in comune Comunità monitorante”), ci tengo per intanto a precisare che non solo i servizi bibliotecari ai cittadini sono del tutto funzionanti (non c’è l’apertura del sabato mattina, questo purtroppo sì: e in questo caso il problema del personale si sente), come è ovvio; ma anche che l’attività di offerta culturale rivolta alla cittadinanza va assolutamente avanti, e con piena qualità: lo diciamo e ci autocelebriamo – come sempre – solo perché attaccati, in modo personale ed anche come Cda.
Solo per citare le ultime cosette: il Festival pasoliniano, svoltosi dal 7 al 24 novembre, ha visto tutte le variegate conferenze svolgersi in Sala storica, con grande successo – talvolta insperato – di pubblico. Per gennaio, in queste ore sta uscendo una programmazione degli eventi, programmazione che si ha l’ardire di definire assai stimolante (con una lectio dello scrivente, in occasione della Giornata della Memoria, sui 90 anni dal Nazismo al potere: mi permetto di consigliare di non perderla…). Non ci siamo fermati neanche in piena estate, neanche con un caldo birbone, traslocando gli eventi dalla Sala storica al bastione San Domenico della Lizza, da fine giugno a settembre inoltrato: lo sanno, questo, i sedicenti “monitoranti”?
Insomma, non solo per l’appunto si va avanti, ma lo si fa all’insegna della qualità: come chi critica senza conoscere ovviamente non può sapere. E quando arriverà un chiarimento fra il Comune e la Direttrice (alla cui figura professionale è demandata tutta quanta la questione finanziaria e del personale della biblioteca, vale a dire quella di cui sopra: basterebbe consultare lo Statuto, prima di scrivere), sarà meglio ancora. Non c’è dubbio.
In ogni caso, che si venga attaccati da un sito di Destra – come accadde alcuni mesi or sono, qualcuno ricorderà -, e poi, lo scorso 29 dicembre, dai “monitoranti comunitari” (sapendo benissimo, tra l’altro, che molti di quell’area non condividono in niente le critiche mosse, anzi), se da una parte dispiace, dall’altra fa capire come – per quelli che sono i compiti che lo Statuto ci assegna – si sta lavorando davvero bene: ci dispiace molto per i “monitoranti”, ma crediamo di poterlo dire a ragion veduta, e soprattutto – come piace allo scrivente ed al Cda tutto – ben documentabile.
Come Presidente del Cda, sarò infine assai lieto di donare, all’anonimo monitorante, una copia dello Statuto della biblioteca Comunale di Siena: cadeau natalizio certo un po’ tardivo, ma davvero necessario…
LA SCOMPARSA DI FRANCESCA CINELLI COLOMBINI
In questo sin troppo intenso finale di 2022, ci ha lasciato anche Francesca Cinelli Colombini, gran signora dell’imprenditoria vinicola ilcinese, dunque italiana e – con orgoglio, lo possiamo dire – europea e financo mondiale. Avendo avuto l’opportunità di conoscerla, sebbene del tutto marginalmente, possiamo dire che era davvero donna di altri tempi: e, in questo caso, l’espressione non era abusata.
Nelle sue magioni – ai Barbi, fra Montalcino e Sant’Antimo, o a Siena – le piaceva invitare amici di qualche valore e spessore culturale: le piaceva la compagnia di gente che sapesse tenere un certo tipo di conversazione, a tavola e nel post, magari assaporando una grappa di Brunello. Era donna curiosa, dagli occhi acuti ed esplorativi; aveva il legittimo orgoglio di chi aveva saputo portare avanti un’azienda complessa, dopo la morte del marito (1976). Da stamattina, riposa nel senese cimitero della Misericordia, lei che aveva vissuto fra Montalcino, Firenze e Siena. Le piaceva scrivere, e leggere, ed ascoltare, e parlare. Figura d’altri tempi, per l’appunto…
ok su tutto! breve ricordo della Colombini puntuale. La Signora aveva avuto conoscenze importanti e aveva saputo colloquiare, sentire, acquisire. Rara avis.
Mi sembra di ricordare che l’abdicazione di Ratzinger passo un po’ in sordina nei vari commenti del tempo, rispetto all’importanza dell’evento, epocale.
Anche ora che il Papa emerito è deceduto, nel ricordare la sua figura sul fatto avvenuto a suo tempo si sorvola. O così almeno mi sembra.
Che la Chiesa si aggiusti tutto e renda tutto normale?
Cara Daria,
in effetti anche io ho sorvolato (anche se io l’ho fatto soprattutto per mancanza di spazio-tempo, così come ho dovuto omettere molte altre cose).
Quanto alla tua domanda, si è effettivamente da più parti parlato – lo ha fatto lui stesso, tra l’altro – di una potenziale rinuncia anche da parte di Bergoglio: da una monarchia elettiva, si passerebbe de facto ad una diarchia (sempre elettiva).
Il dogma dell’infallibilità pontificia, alla faccia della buon’anima di Pio IX, forse andrebbe allora aggiornato…
L’eretico
Venerdì 13, alle 15,30 presentazione del libro di Andrea Cionci “Codice Ratzinger”edizioni Byoblu. Sostiene la tesi che papa Benedetto XVI abbia voluto comunicare in codice, usando la lingua latina di cui era un profondo conoscitore e studioso, per comunicare messaggi criptici.
Cara M. C.,
a questo punto, fatto 30, fai il 31: dove si terrà, l’evento, di grazia?
Per quello che posso dire a chiocco, le edizioni Byoblu un po’ mi insospettiscono: ma siamo per la libertà di pensiero, ci mancherebbe altro…di certo, la saldatura fra i ratzingeriani e l’arcipelago No Vax mi pare assodata, e confermata dalla sinossi di questo libro.
L’eretico
Mi pare alla sala mutilati alla Lizza.
Non conosco l’autore, né la sua posizione sui vaccini. Trovavo più interessante le citazioni latine e la loro traduzione che, pare, sarebbe la chiave di lettura principale per capire la posizione del pontefice emerito. Solo una curiosità, ecco tutto.
Tempo fa ho fatto un piccolissimo investimento di 6.99 euro prendendo per curiosità il codice Ratzinger su Kindle. Devo dire che il libro racchiude argomenti abbastanza convincenti, soprattutto quelli canoni e linguistici, relativi declaratio (la cd rinunzia): il munus petrinum, il ministerium e tutti gli inspiegabili errori che un grande latinista difficilmente avrebbe inserito inconsapevolmente in quel testo; altri argomenti, invece, sono meno evidenti, alcuni sembrano tirati un po’ per i capelli.
Da laico ne consiglio senz’altro la lettura come approfondimento, soprattutto per cercare di comprendere la stagione strana (ed unica) che abbiamo vissuto con due Papi al posto di uno.
C’è anche tutta una serie di articoli di approfondimento accessibile su libero quotidiano online.
Segnalo, inoltre, tra coloro che hanno sposato le tesi di Cionci, per quello che può valere, anche il filosofo piemontese Diego Fusaro, che sta per pubblicare un saggio in proposito.
Infine il libro di padre Georg Gaenswein, appena uscito, promette di gettare ulteriore combustibile sul fuoco.
Personalmente resto della mia idea che l’ultimo vero Papa sia stato Karol Wojtila, che mai si sarebbe dimesso (o fatto dimettere) dai suoi avversari, che avrebbe combattuto a viso aperto, ma devo ammettere che Benedetto ha adottato un’altra strategia di contrasto più sottile, ma non meno efficace nel lungo periodo e perfino dopo la sua morte.
Anche se ateo ritengo che il legame con il Vaticano sia strategico per la geopolitica Italiana.
Nei decenni a venire il gruppo etnico più numeroso negli USA sarà spagnolo. Per quanto la diffusione del cattolicesimo nel mondo sia in declino potrebbe rappresentare comunque per noi un’opportunità.
Se il Vaticano dipende da noi (visto il carabiniere davanti al senato, in bocca al lupo…) la nostra sicurezza (militare, economica ecc) dipende dagli USA
Il Vaticano ha influenzato, prima ed ora non ha smesso, la politica italiana. Papi fatti Santi che si portano nella tomba il segreto, uno dei tanti, della sparizione di Emanuela Orlandi ed altri che se ne sono lavato le mani o messo muri di omertà per non fare capire nulla anche a distanza di decenni. Dai come sono i fatti, in questo brutto affare si salva forse il povero Giovanni Paolo I (già nei primi tempi del suo pontificato, aveva assunto posizioni troppo popolari e poco in linea con le varie congregazioni vaticane) e sorge il sospetto che la sua morte così prematura sia stata causata dalla possibile sua volontà di fare chiarezza sulla fine della povera Emanuela. Questi misteri non fanno bene a chi ci crede.
Che devo dire di questo nuovo (?) Governo? Comincio ad essere sempre più deluso. Dopo gli iniziali entusiasmi, siamo passati ad una crescente delusione per vari provvedimenti che hanno disatteso le aspettative e le promesse pre elettorali. Nonostante il viaggio della Meloni e Salvini non abbiamo ottenuto un maggiore sostegno nella gestione dei migranti da parte della UE, poi l’adeguamento delle pensioni ridimensionato, una somma insufficiente per la sanità nel prossimo bilancio e, per concludere, la mancata promessa di togliere le accise sulla benzina e gasolio; anzi sono state tutte reintrodotte senza alcuno sconto. Forse, dico forse, gli unici che hanno finora beneficiato della ultima manovra economica sono gli autonomi con la flat tax. Ovviamente non voglio ritornare con i sinistrorsi buonisti al Governo e spero che nel tempo tante storture vengano rimediate, ma finora resto un po’ deluso. Speriamo bene.
Dimentichi che gli sbarchi di immigrati stanno continuando come, se non più di prima. Ovviamente nessuno se ne accorge,visto che i “giornaloni” son diventati pienamente filogovernativi, i giornaletti le tv di regime ovviamente muti, nelle tv pubbliche tutti tengono al posto.
Ma “Io sono Giorgia” non voleva affondare le barche? E già, come le accise.
I migranti potrebbero essere alloggiati nei circoli del PD! Intanto ottimo farli sbarcare nelle regioni rosse!
Come porto sicuro indicherei la spiaggia di Capalbio, oppure sotto l’ombrellone di Roberto.
….la coperta è corta ……..ed inoltre siamo sempre più eterodiretti, qualsiasi colore governi, tanto che ben si comprende che il maggiore partito italiano è divenuto quello dell’astensione
Della morte del Papa emerito che dire? E’ stato una grande persona oppure no? Difficile dare una risposta, tante luci con tante ombre, a cominciare dal caso dei preti pedofili che ancora non è stato totalmente chiarito e che forse non lo sarà mai. L’unica cosa certa è che è stato un grande teologo, con una grande istruzione umanistica e religiosa, ma tutto questo è solo teoria lontana dai veri problemi pratici della gente comune che la Chiesa dovrebbe affrontare. Fin dalla sua nascita è sempre la sua missione più importante.
Secondo te perchè Demossi non si ricandida?
Caro Anonimo,
la domanda, ovviamente, andrebbe rivolta a lui in persona, ma visto che premetti il “secondo te”, ti rispondo volentieri: perché non credo voglia restare (correre per) a dispetto di coloro i quali – la coalizione dei Partiti del centrodestra, ora egemonizzata da Fratelli d’Italia – ha dato segni di insofferenza nei suoi confronti. Non è un politico di professione, ergo non si annoierà…
L’argomento di questi giorni è il museo del palio. Sarebbe meglio se ci facessero sapere le loro proposte per fare in modo che il palio non diventi un’anticaglia da museo.
Caro Raffaele, questa proprio non me l’aspettavo: escono prese di posizione di un sindacato, documenti, notizie di riunioni del personale, giornalate sulle vicende della Biblioteca di cui sei attivissimo Presidente … e nessuno che in questa occasione si ricordi della tua stessa presenza, nessuno che ti menzioni, nessuno che ti citi.
Una cosa bizzarra, non trovi?
Se ne occupa un Blog di una nota associazione e tu, oggi Uomo delle Istituzioni che dovrebbero rendere conto pubblicamente del loro operato non meno di quanto avrebbero dovuto fare quelle istituzioni che per anni hai giustamente meleggiato, te la cavi definendole “polemichette” senza un accenno di merito e redarguisci l'”anonimo monitorante” .
Il quale, lo sai bene, tutto è fuorché anonimo o, almeno, non è anonimo più di quanto lo sia l’Eretico – di un tempo che fu….- Raffaele Ascheri.
Infatti, proprio il Blog che provi a svillaneggiare sul terreno della trasparenza reca una categoria intitolata “Chi siamo” https://www.ideeincomunesiena.it/2020/06/20/il-coordinamento/
dove ci sono tutti i nomi e, ad aver voglia di leggere, ci si trova anche lo Statuto, il Codice Etico e il Collegio dei Garanti.
La differenza tra il tuo Blog (un tempo eretico) e il nostro, dunque, non sta nel presunto “anonimato”, ma nel fatto, che, nel tuo, scrivi quello che ti pare e piace, e ne rispondi, nel nostro, scriviamo a seconda delle predilezioni e delle (scarne) competenze e ne rispondo io che pro tempore lo coordino.
E, allora, non ti sottrarre con scuse che non si addicono alla tua tradizionale capacità di esposizione e rispondi: perché nessuno ti cita?
E, con l’occasione, perché non rispondi anche a Pierluigi Piccini
https://pierluigipiccini.it/ma-siamo-sicuri-che-il-presidente-ascheri-conosce-lo-statuto-e-il-regolamento-della-biblioteca-comunale/
che ti rivolge altre interessanti domande?
Luciano Peccianti, coordinatore di Idee in comune – Comunità monitorante
Caro Luciano,
a parte il fatto che non mi pare proprio che nessuno mi citi (tu e il buon Piccini, per esempio: al quale, molto volentieri, risponderò domani, e lo farò magno cum gaudio, viste le clamorose inesattezze in cui è caduto), forse il tutto avviene proprio perché le problematiche da cui tutto nasce, sono problematiche che concernono – come sai bene – non la mia figura, bensì quella della Direttrice, dottoressa Annalisa Pezzo.
Ciò detto, ti informo altresì (mi hanno avvertito che c’è chi ha messo on line il tutto, ergo non si viola alcun segreto istruttorio) che venerdì prossimo, 13 gennaio, ci sarà una stimolantissima seduta del Cda da me indegnamente presieduto, alla quale sono invitati tanto il Comune quanto le rappresentanze sindacali: proprio per cercare di avere, come Cda, la possibilità di sentire tutte le campane, e farsi un’idea più chiara. Proprio nell’ottica di quel monitoraggio della trasparenza delle istituzioni, per il quale tu ti impegni.
L’eretico-Presidente
Mi sarei aspettato una disamina più concreta, ma capisco il ruolo e aspetterò il cda dove ” potrai capire” quello che sta succedendo nella biblioteca che più che degnamente presiedi.