De Mossi, Portanova, Caso Rossi ( e 2 Ps)
Settimana assai ricca, sia a livello nazionale che a quello locale, di eventi importanti: per meglio dire, si scrive di tre fatti i quali, da Sienina, in un modo o nell’altro si irraggiano a livello nazionale.
Dopo una lunga attesa, il Sindaco De Mossi ha sciolto la riserva, dicendo che non si ricandiderà; poi c’è la condanna a 6 anni per il giovane calciatore del Genoa Manolo Portanova, con i vari annessi e connessi; per finire, la rubrichetta sul Caso Rossi, nella settimana in cui anche il colonnello Aglieco ha raggiunto lo status di indagato a Genova.
DE MOSSI NON SI RICANDIDA
Con una conferenza stampa il giorno dell’Immacolata, dunque, il Sindaco Luigi De Mossi ha annunciato l’intenzione di non ricandidarsi alla carica di Sindaco, alle prossime elezioni comunali di primavera: l’annuncio era in parte nell’aria, e si è dunque concretizzato 48 ore or sono.
Nell’incontro con i giornalisti, il Primo cittadino ha brevemente ripercorso i suoi 5 anni da Sindaco (alla fine del mandato, peraltro, mancano ancora circa 6 mesi), sottolineando con orgoglio di essere stato il primo a spezzare un monopolio politico che durava da troppo tempo, come ammesso illo tempore anche da esponenti non settari del Pd e della Sinistra in genere.
Va da sé che qualcosa – per tutti coloro che si aspettavano un repulisti pieno di tutta la classe dirigente del passato – non ha funzionato, ed i Partiti del centrodestra – Fratelli d’Italia in primissimo luogo – hanno da tempo nicchiato, a dir poco, sulla ricandidatura del Sindaco in carica.
Per quanto concerne lo scrivente – dal Sindaco De Mossi nominato Presidente della Biblioteca comunale -, fra le varie considerazioni da fare, prevale adesso un sentimento di gratitudine per la scelta da lui fatta nell’autunno del 2018. Quella scelta fu tanto personale, quanto politica, e questo va ascritto a suo merito.
In un momento in cui piovono critiche da ogni dove (alcune giustificate, sia chiaro), forse il fatto che a Siena dal 2018 tutti abbiano avuto spazi per dire la loro, è cosa buona, giusta e soprattutto inedita: per non parlare di cose autoreferenziali, in quanto attinenti alla biblioteca Comunale, si fa presente che per esempio la Sala delle lupe ha visto presenti figure di intellettuali che la meritano in pieno, ma che prima non ne avevano accesso tout court. Di più: chi ci andava prima a parlare, ha continuato a farlo. Ricordiamoci dunque degli spazi – concreti, fisici, materiali – che i critici dei “navigatori” avevano prima, e di quelli che hanno avuto in questi anni.
PORTANOVA CONDANNATO A 6 ANNI
La sentenza nei confronti di Manolo Portanova (di I grado, dunque appellabile, ci mancherebbe altro) è stata assai dura: 6 anni, più provvisionali non da poco (120mila euro tra vittima e madre della stessa); la linea della Procura, sostenuta dal PM Nicola Marini, è stata dunque del tutto premiata, alla fine di un rito abbreviato voluto da Portanova anche per evitare l’esposizione pubblica delle udienze (ma il Processo che inizierà il prossimo 21 febbraio contro l’altro maggiorenne – che ha scelto il rito ordinario – lascia intendere che, comunque sia, dei fatti di quel maggio 2021 si inizierà a parlare anche di fronte al pubblico).
In attesa di tornare sullo spinoso argomento, non si può non segnalare ciò che è accaduto nelle scorse ore a Genova: mentre la società – compreso l’allenatore Gilardino – sembrava minimizzare il tutto, ecco che una mobilitazione “socialista” – della quale dà ampio conto il Corriere della sera di ieri – ha fatto capire a chi di dovere che lo schierare Portanova in campo sarebbe stato sbagliato e controproducente, oltre a fare risaltare come autentica pagliacciata l’adesione dei calciatori alle campagne antiviolenza sulle donne. Una volta tanto, W la mobilitazione “socialista”, per Zeus!
La notizia delle ultime ore, è che anche la Figc (non quella guidata illo tempore da D’Alema, peraltro lui sempre attivissimo per i diritti dei lavoratori…) ha richiesto le spinosissime carte del caso: forse non farà niente, forse si farà sentire; per adesso, diciamo che ha battuto un colpo.
L’avvocato Claudia Bini – costituitasi Parte civile, dunque vincente, con la sua associazione Donna chiama donna -, da par suo, ha giustamente cercato di fare capire che questo scabroso fatto (per la prima volta, in Italia, siamo di fronte ad un calciatore professionista condannato in modo serio per un fatto extracalcistico) potrebbe almeno servire per cercare di fare passare un messaggio concretamente fattivo verso i giovani: se il buongiorno si vede dal mattino, si va esplicitamente nella direzione opposta.
E attenzione, giacché al peggio non c’è mai fine: c’è qualcuno che possa essere certo che qualche trasmissione nazionale (non Rai 5, per capirsi) non voglia mettere mano a raccontare, a modo suo, questa vicenda? Wait and see…
QUANDO DAVID ROSSI SI ERA SUICIDATO: LA COACH CIANI (II)
In settimana, è aumentata la pressione di Renzi contro il PM Nastasi, cui l’ex Premier ha dedicato ben 12 pagine tutt’altro che amichevoli nell’aggiornamento del suo ultimo libro, dal titolo vittimistico-autoironico (“Il Mostro”); per quanto concerne il Caso Rossi più direttamente, la Procura di Genova si è attivata iscrivendo nel registro degli indagati il colonnello Pasquale Aglieco (riassuntino per chi, inevitabilmente, ormai non ci capisce più niente: tutto il battage mediatico rizzato dal dicembre 2021, era basato proprio sulle dichiarazioni in Commissione dell’ultimo – in ordine di tempo, sperando che ci sia spazio anche per non pochi altri – indagato nel capoluogo ligure).
Quanto al blog, come promesso torniamo sull’audizione della mental coach Carla Ciani, che fu audita in Commissione il 16 dicembre del 2021.
“Cade l’ultimo baluardo dei sostenitori del suicidio…in un colpo solo smentisce l’interpretazione che fu data delle sue dichiarazioni e non si riconosce nei verbali di allora”, titolò una gongolantissima Dagospia, da sempre schierata sul fronte omicidiario.
Il Corriere di Siena – diretto da Davide Vecchi, si ricordi sempre – riportò ampi stralci dell’audizione della Ciani:
“La Ciani ha risposto con un perentorio “assolutamente no” a chi gli (il LE dell’Italiano corretto, ormai, è un optional, Ndr) ha chiesto se avesse avuto la percezione di una possibile intenzione di Rossi di togliersi la vita”, aggiungendo la frase secondo la quale “ho lasciato una persona lucida e anche sul pezzo…”.
Questa era la Ciani di esattamente un anno or sono, di fronte alla Commissione; peccato che ci sia sempre, per tabulas, la Ciani del 2013, sentita il 13 marzo, ad una settimana dal funesto evento (suicidario); già abbiamo riportato una parte delle sue dichiarazioni rese davanti alla Procura di Siena – due settimane fa, e nel nostro libro “Cronaca di un suicidio (annunciato)” c’è ovviamente tutto il resto -, oggi magno cum gaudio ne pubblichiamo un altro pezzo, affidandoci come sempre all’intelligenza dei lettori. Ecco un passaggio di ciò che fece mettere a verbale la Ciani, davanti a tre PM, a proposito del colloquio avuto con Rossi la mattina del suicidio:
“Si sentiva quasi il senso di disgrazia imminente; questo era fortissimo, tant’è che usava espressioni quali “ho paura che mi possano arrestare”; “ho paura di perdere il lavoro”…lui mi ha detto che addirittura pensava che io fossi lì per aiutarlo a comunicare le sue dimissioni”.
Eh sì, cara coach Ciani, David Rossi era proprio “sul pezzo”…
Ps 1 Non ci piace più di tanto il politicamente corretto, tantomeno la retorica (e soprattutto, ciò che si sta per scrivere non serve assolutamente a niente, ne siamo del tutto consapevoli); ciò detto, come si fa a non inorridire al cospetto di ciò che sta accadendo in Iran (principale fornitore dei droni putiniani, peraltro)?
Ps 2 Lunedì – alle ore 18, nella Sala conferenza della Coop delle Grondaie – lo scrivente terrà una lectio (come sempre, i presenti diranno dopo se magistralis o meno) sulla figura di Luciano Bianciardi, l’autore de “La vita agra”, nato il 14 dicembre del 1922. Una figura di intellettuale – della quale a breve si discetterà anche sul blog ed in altre sedi – che vale davvero la pena approfondire o, se del caso (non c’è niente di male), iniziare a conoscere…
“
Diciamo che Gigi e la sua compagnia di giro hanno optato per un divorzio soft, non alla Totti diciamo. L’uno dice che non è un politico di professione, che vuol tornare a fare a tempo pieno il suo mestiere, e gli altri voltano pagina senza far rumore. Come provocazione lo avrei invitato a presentarsi da solo, come lista De Mossi escludendo alleanze o apparentamenti, un po’ a mo di “sondaggio” sul suo operato di sindaco uscente e per vedere se questo spirito civico era effettivamente tale o se invece contavano parecchio di più quelli che gli stavano intorno.
Da cittadino senese apolitico e anticomunista (se si parla di De Mossi c’è da specificarlo, se no si passa per supporter di quell’altri) mi limito a dire che di rinnovamento nel modo di governare la città ci ho visto ben poco. E da senese mi auguro prima o poi di avere un sindaco che venga lodato per le doti di buongoverno e non soltanto “di riflesso” perché la cricca che ha governato prima di lui ha distrutto la città.
Sul caso Portanova mi limito a dire che il ragazzo è innocente fino a condanna definitiva. Se sia opportuno o meno sospenderlo temporaneamente, lo deciderà la sua società. Non capisco invece, da ignorante in materia, perché nei processi ci sia una tale facilità nel costitursi parte civile da parte di associazioni o gruppi vari, che tra le altre cose magari beneficiano di sovvenzioni o agevolazioni comunali.
De Mossi esce, per ora, da vincitore e bene ha fatto a rimarcare che – volenti o nolenti – è stato l’unico, mettendoci la faccia, a sconfiggere il sistema politico che governava da anni la città ……vedremo ora cosa proporranno i partiti di centro destra.
Poteva essere l’occasione per le forze di opposizione per riorganizzarsi e preparasi alla rivincita, come un utile sistema di alternanza di governo vorrebbe. Ma il PD sembra imploso, viso che non riesce a spendere per il momento il nome di un candidato credibile…….che la mancanza di poltroncine da garantire alle varie correnti, abbia causato tutto questo?
Mi sembra che restino, a tirare le fila da dietro le quinte, i soliti personaggi della politica locale, i più già in età della pensione, che meglio farebbero, secondo me, a dedicarsi ai nipoti, se li hanno, o ad hobby più proficui.
Comunque a giugno 2023 un po’ di tempo manca, aspettiamo e vediamo.
Socrate (o meglio Platone) diceva che i filosofi sarebbero dovuti andare al potere.
Qui da noi, ultimamente, non so se vi siete resi conto, di certo ci sono andati gli avvocati …
Su fronti opposti, ma devo dire (so di essere di parte, anche perché trattasi di amici), con eguale passione ed impegno.
Proprio lunedì scorso uno di loro mi parlava della politica come una specie di malattia.
Oggi scopro che un altro, però, ne sarebbe guarito (anche se per certo se ne riteneva immune).
Da amico non posso che essere felice per lui.
Gli perdono anche di non aver nominato Raffaele Ascheri assessore alla cultura ….
Tuttavia, da cittadino vorrei capire chi avrà il coraggio di raccoglierne l’eredità e magari di portare a compimento il lavoro iniziato.
Ora viene il bello.
Infatti, come dici tu, de Mossi è stato il primo (e temo anche l’unico) che era riuscito a spezzare il monopolio politico che teneva in ostaggio la cittá. Dispiace constatare che la gente non ha capito, come al solito, che questa discontinuità sarebbe stato importante sostenerla e portarla avanti. Invece si è preferito fare polemica sulla ruota panoramica, sul trenino, e infine sulle piantine del Natale che erano state messe gratuitamente lungo le vie della Y. Vabbè. Non credo che il de Mossi abbia in mente un suo successore. A che servirebbe del resto? Perciò ci rassegneremo a cadere di nuovo nelle mani dei soliti furbetti delle poltrone. Peccato, poteva andar meglio. Ma non in questa vita.
Caro Eretico,
certo che questa mental coach ha compiuto una discreta “rigirata”….
Sul De Mossi, io da “gazzilloro” la vedo così: cose buone e cose meno positive, certo che la vicinanza di due o tre elementi che tutto possono essere fuorché nuovi nella politica locale, ha pesato parecchio.
Mi associo all’avvocato Panzieri: specie dopo che l’ha lasciata lui, non si riesce a capire come mai un incarico così importante come quello alla Cultura non l’abbia destinato a te, che stavi facendo così bene in Comunale (per consegnarlo alla dottoressa Pugliese, moglie di un suo potenziale successore). Misteri della politica…
È fondamentalmente un problema di aspettative: il senese medio pretenderebbe ancora di lallerare ma i lilleri so’ belli e finiti.
Dunque DeMossi Avvocatone non si ripresenta per l’elezione a Sindaco di Siena.
Comunque passerà alla storia come finor unico capace di mandare all’Opposizione PCI-PDS-DS-PD dopo 74 anni di governo ininterrotto della città (1944-2018), un record mondiale!
ONORE AL MERITO!
Delusi dai mancati cambiamenti, quelli VERI e PROFONDI? Perché qualcuno se li aspettava pure?
Ma a Siena ha sempre governato il P.U.S. (PARTITO UNICO SENESE), di stampo CONSOCIATIVO, come accadeva per la gestione di MPS e i veri padroni della città erano e restano le 7 LOGGE dei confratelli con grembiulino e compasso.
Cosa volete che cambi davvero?
Anche l’iscrizione di Aglieco nel registro degli indagati era questione da me attesa. O i magistrati senesi hanno fatto quello che ha riferito Aglieco in commissione o le sue dichiarazioni sono … diciamo imprecise? Non mi pare ci siano alternative. Ci sarebbe da disquisire tristemente sulle critiche mosse ai magistrati senesi dalla famiglia Rossi, anche sulla base dell’audizione di Aglieco, ma è bene aspettare la chiusura delle indagini genovesi. Credo che “si avranno altre conferme che non c’è bisogno di altre conferme”: Rossi si è suicidato, le indagini seppure non perfette hanno detto già ciò che è accaduto. È tutto scritto nell’ordinanza del GIP Malavasi 4/7/2017. Basta leggerla.
Bentornato a “Spettatore critico”: i suoi contributi sono autentica mirra, nel tristo panorama informativo del Caso Rossi…
Ho dovuto altresì censurare, a malincuore, il commento di Alba, alla quale suggerisco come sempre di riformularlo, eliminando però le parti che – lo dico con piena cognizione di causa – sono assai a rischio di querela.
L’eretico
Evviva!!! Siena quarta in Italia per la qualità della vita. Scettico per come viene fuori tale qualifica mi chiedo che vitaccia fanno nelle altre città se noi siamo in cima al buon vivere. Una città degradata sempre più piena di ospiti sgraditi con tanti giovani senesi vanno via per essere sostituiti da questi cosiddetti (dai buonisti) nuovi italiani. E poi è meglio che non si sappia tanto a giro che a Siena, secondo qualcuno, si sta bene perché allora si che ne arrivano altri di questi intrusi. ma la meloni che fa? Mi sembra che lei e Salvini quando sono andati all’UE con Ursula, l’oca giuliva, per risolvere il problema migranti abbiano fatto la figura dei pifferi di montagna, partiti per suonare ed invece poi suonati. Ritornando alla Siena Felix neanche il caso Rossi ha scalfito la buona reputazione. Continuiamo a farci del male. Per l’Italia ormai vedo nero, perché non c’è un colore più buio; ah forse no, c’è il buio tenebra!
Le statistiche, si sa, quando non sono deliberatamente falsate (basta selezionare opportunamente il campione …), risultano almeno – come minimo – orientate.
Nella fattispecie, però, purtroppo dipende dal degrado che ha investito, per adesso senz’altro in misura maggiore, le altre città italiane.
Quanto al resto, uno stato che non può più neppure fissare autonomamente la soglia per l’obbligatorietà del POS a 60 euro (diconsi 60 euro!), è evidente che ha completamente perduto la sua sovranità.
Ciò indipendentemente da come la si pensi in proposito.
Figuriamoci adottare una politica autonoma sul traffico dei migranti (la moderna tratta degli schiavi) che ormai per molti è diventato un vero e proprio core business …
Purtroppo ormai siamo diventati soltanto una specie di protettorato francese con al posto del Franco, l’Euro Coloniale.
Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello!
La storia si ripete.
All’opposizione tutti leoni, al governo…..
Sempre Guelfi e Ghibellini … Ghibellini e Guelfi … the song remains the same.
Magari se ti sfili un attimo le lenti dell’ideologia scopri che certi coglioni restano tali al governo come all’opposizione, certamente i più bravi (qualcuno forse si arrischierebbe perfino a chiamarne taluni i migliori) perché di certo (su questo ti do ragione) è molto più difficile esserlo all’opposizione piuttosto che al governo.
Di leoni peraltro non ne ho mai visti …
Ma il mio ragionamento di carattere generale – scusa – non c’entra proprio nulla con la sterile diatriba politica, spesso insopportabile ed inutile, di questi nostri tempi grami.
Anche il mio discorso è in generale. Ora governa la destra e a chi tocca non si ingrugna. Sono d’accordo con lei. Molti cittadini anziché da menti e coscienze libere, si comportano da tifosi e portano il cervello all’ammaso.
io al posto del sindaco non ricandidato vedrei bene il super assessore benini il vero fenomeno della stagione politica della destra senese