La vittoria della Meloni (e Fini, e Sienina)
Eccoci al doveroso pezzo di commento sulla tornata elettorale del 25 settembre, la quale in generale ha segnato l’indubbia vittoria di Fratelli d’Italia, con tutti gli annessi ed i connessi; degli sconfitti (Pd e Lega in primis), ed anche dei mezzi vincitori (5stelle), scriveremo la settimana prossima: oggi non abbiamo né tempo, né spazio, e neanche troppa voglia…
IL SUCCESSO DELLA MELONI
Il successo di Giorgia Meloni assume una portata storica nonché periodizzante, nel senso che non solo entrerà nei manuali di Historia, ma anche di rappresentare una data spartiacque, rispetto alla quale c’è un prima ed un dopo; non ci convince fino in fondo la tesi travagliana – pur non del tutto errata: tante facce sono le stesse da decenni, non c’è dubbio -, secondo la quale ci sia una figura “nuova”, ma circondata dai soliti noti, anzi notissimi, i quali alle sue spalle fanno e disfanno a loro piacimento. Da quello che si fa filtrare per la formazione del prossimo esecutivo, non sembrerebbe più di tanto: in ogni caso, stiamo ovviamente a vedere. Anche dal Governo Draghi ci si aspettava roba grossa, poi arrivarono le conferme di Di Maio (in versione non ancora di esperto – pur poco apprezzato nelle urne… – di Politica estera) e di Speranza, per fare giusto un paio di nomi. Wait and see.
Le primissime mosse, vanno nel segno di quel – discontinuo ed altalenante, peraltro – “processo di accettazione” – come lo chiamano i politologi -, con cui la Meloni si presenta al Paese: ci si richiama alla “responsabilità”; ci si fa precedere dalla musica di Rino Gaetano (scelta azzeccata? Di certo, forzata); si cita San Francesco (almeno ci viene risparmiato Padre Pio); si bandiscono – in questo, chapeau – cortei a caldo in “Alemanno’s style”, e via discorrendo.
Un vecchio comunista, che trovo la mattina al bar, ha saputo fare – il 26 verso, le 7,34 -, una estrema sintesi del voto del giorno prima; causa della sconfitta: “vedrai, quando si fanno le cose con il culo…”, riferito ovviamente al Pd ed alla sua gestione della campagna elettorale; prospettiva da oggi in avanti: “comunque, adesso ammetto di essere davvero curioso: voglio proprio vedere che fanno da ora in avanti, visto che il boccone non è certo da ghiotti…”.
Come dargli torto, in effetti?
IL PORO GIANFRANCO FINI
C’è una figura di ex leader politico, a cui in molti hanno pensato, in questi tre giorni: quella di Gianfranco Fini, l’uomo che aveva provato – con l’iniziale, benevolo, imprimatur del Silvio nazionale – ad affrancare se stesso e chi più gli stava vicino dall’ingombrante passato missino.
Fini era stato il delfino di Giorgio Almirante, aveva definito illo tempore Mussolini lo statista del secolo, dopodichè aveva intrapreso il suo processo di catarsi, per proporsi al meglio come potenziale leader di governo: ecco spiegato il Fascismo come “male assoluto”, detto allo Yad Yashem, e vari altri gesti di contorno.
Poi, però, arrivò come un tornado il Caso-Tulliani (moglie e cognato), la casa a Montecarlo, le penose mezze ammissioni in tv, la campagna manu militari della stampa berlusconiana contro l’ex amico ed alleato (memorabile, in questo senso, Libero, che in piena campagna contro il bolognese, uscì anche di lunedì – cosa che allora non faceva -, pur di bastonare il malcapitato). La Verità di ieri scrive che Fini ha telefonato ad Ignazio La Russa per dirgli di fare i complimenti alla potenziale neo-Primo Ministro: un gesto di fair play, da parte di colui che, alla fine, ammise di essere stato un “coglione”, per come aveva gestito la sua vicenda familiare.
Insomma, per farla breve: se una donna ex Fronte della Gioventù, per la primissima volta, è riuscita a diventare Premier, lo deve ad un’altra donna (Elisabetta Tulliani); la quale, rovinando il marito, ha iniziato – del tutto involontariamente, ma in modo chiaro – a spianarle la strada: capace e determinata, la Meloni, ma verosimilmente senza la casa monegasca a campanello Tulliani, adesso – o magari qualche annetto or sono – a Palazzo Chigi si insedierebbe il bolognese: grande fiuto per la Politica, il suo; decisamente inferiore, invece, in altri campi, non meno importanti per un uomo politico…
IL VOTO A SIENINA
Il voto del Senese non è di facile lettura: certo, il territorio senese è sempre meno rosso, non esistendo più amministrazioni a priori non contendibili; ma è altresì corretto dire che il Pd ha sostanzialmente tenuto, risultando ancora in modo netto il primo Partito della città. In più, nel gioco del calcolo dei resti, il Sindaco di Montalcino Franceschelli ce l’ha fatta a diventare Senatore della Repubblica, mentre – è davvero il caso di dire per una manciata di voti – l’Assessore all’Urbanistica del Comune di Siena Michelotti non è riuscito, da par suo, ad entrare in Parlamento.
Situazione articolata e frastagliata, ordunque. A livello di riverbero sulle sempre meno lontane Amministrative della primavera del 2023, cosa cambia, di grazia? In attesa della scelta del Sindaco De Mossi su cosa fare in merito alla sua corsa per un secondo mandato, gli scenari sono molteplici.
Per intanto, dal Pd dovrebbe arrivare a breve un segnale per una candidatura (Susanna Cenni, secondo i più), la quale non può tardare più di tanto; in più, ci sono anche i pentastellati, i quali stavolta qualcuno lo dovrebbero pur candidare a Sindaco (noi siamo per Sherlock Migliorino, ovviamente).
Dall’altra parte della barricata, c’è chi intravede proprio nel succitato Michelotti (il Tg di Siena Tv di ieri sera, fra gli altri, lo ha riferito con nettezza, in parte ripreso da Orlando Pacchiani sulla odierna Nazione) un potenziale candidato a Sindaco di Fratelli d’Italia.
I civici Pacciani e Montomoli, da par loro, si limitano inevitabilmente ad una lettura generale e dall’esterno, rispetto all’agone partitico nazionale: Pacciani, ponendo l’accento sull’astensionismo (da lui letto non solo come elemento di indifferenza, ma anche di autentica rivolta contro il sistema dei Partiti); Montomoli, invece, stigmatizzando il fatto che nessun senese (nel senso cittadino, municipalistico, del termine) entrerà in Parlamento.
Non ci resta che attendere, suvvia…
É possibile conoscere la percentuale di bianche e nulle e fare il confronto con le precedenti consultazioni? Secondo me é un dato interessante, ho notizia di svariati billi sulle schede, espressioni, verosimilmente, nella maggior parte dei casi di elettori di sinistra delusi.
Gianfranco Fini, come Angelino Alfano, Luigi di Maio, Denis Verdini, Marco Follini etc. ha pensato di essersi accreditato nei salotti buoni ed ha creduto di essersi talmente affrancato dalle sue origini per avere un futuro nello schieramento avverso.
Esiste, però, la categoria marxista dell’utile idiota, che una volta assolto il suo momentaneo compito, deve tornare inesorabilmente nella fogna di provenienza.
Costui non ha fatto eccezione.
Poi c’è stata pure la videnda dei Tullianos e della casa di Montecarlo … ma se fosse stato davvero dalla parte giusta della storia, probabilmente, come a tanti altri, gli sarebbe stata perdonata.
A seguito di ciò saggiamente è sparito dai radar.
Adesso ha tentato di riaccreditarsi a destra provando a salire sul carro della vincitrice.
Omettiamo ogni commento sulla fine di colui che potremmo dire parfrasando quel fiorentino: “fu presuntuoso / a recar Italia tutta a le sue mani”.
Amen
Awomen (in onore alla rielezione della Boldrini nostra!)
Il bolognese si era infilato sciaguratamente dentro il partito di Berlusconi, la romana più lungimirante ne era sapientemente uscita.
Caro Eretico, disamina ineccepibile: vediamo cosa succede con questa Destra-destra-destra al potere, vigilando con gli occhi bene aperti su ogni provvedimento.
In quell’intervista su Siena Tv, ho sentito il Montomoli dire (due volte, non una sola) che “non c’è nessun senese né in Parlamento, né in Senato”. Eh s’andà bene…
Tranquillo ci pensa Occhi di Tigre a vigilare! Puoi stare sereno…
C’è da dire che la Meloni ha avuto contro praticamente tutti i media, l’Ue, blogger, influencer, cantanti, attori ecc… un po’ come i 5 stelke nel 2018 (e in oarte anche adesso).
Forse i pareri di certe persone producono effetti contrari a quelli desiderati. Chi li paga dovrebbe farci un pensierino.
Penso che quelli che facevano parte dei media anti Meloni fossero convinti che i like sui social avessero il valore come voto. Certa gente ha perso il senso della realtà a forza di guardare continuamente i vari tablet e smartphone. Un vero lavaggio del cervello.
buongiorno.
vorrei fare una precisazione riguardo al termine della carriera politica di Gianfranco Fini.
il caso Tulliani infatti fu solo l’epilogo di quanto manifestatosi all’auditorium della Conciliazione a Roma nel 2010 con il famoso “che fai, mi cacci?” indirizzato a Berlusconi.
il peccato originale di Fini fu il suo rifiuto a fare pressioni sull’allora Presidente della Commissione Giustizia, Giulia Bongiorno, per far approvare un emendamento che accorciasse i tempi di prescrizione dei reati.
da quel momento fu montata una campagna di stampa tesa a minare la credibilità del Presidente della Camera che andava di pari passo con il reclutamento degli scontenti di AN, che di fatto lasciò Fini con un pugno di mosche.
come vede se non ci fosse stata la Tulliani ci sarebbe stato qualcos’altro, poichè si trattava di lesa maestà.
saluti
f
Caro Francesco,
la tua precisazione rappresenta un contributo importante, e la redazione ringrazia.
Ma in parte anch’essa conferma ciò che è accaduto dopo: Fini era considerato un rappresentante di quella Destra law and order, di specchiata moralità (quantomeno pubblica): gli “inghippi” familiari furono amplificati mediaticamente dal can can berlusconiano, ma lui di certo diede loro una gran bella mano…di essere stato un “coglione”, lo ammise – come scritto – lui stesso…
L’eretico
Chissà, se non ci fosse stato il ‘mi cacci’ e il dissidio col capo forse della casa di Montecarlo non se ne saprebbe nulla.
Di questo sono sicuro.
Il commento a mio avviso più interessante sui risultati delle elezioni lo ha rilasciato l’oltre novantenne Cardinale Ruini, intervistato a tal proposito dal corrierone della sera. Mi permetto di consigliarne la lettura ( si trova agevolmente anche su internet)….
Considerare anche l’astensionismo dei seguaci del deboscianesimo, religione molto in voga tra gli under 35. Consiste sostanzialmente nel seguire a giornata video insulsi (ma ben studiati da chi li fa) e compiacersene, il tutto infarcito da 3 o 4 cannette en passant. Facendo tutto online (finché babbo e mamma pagano) diventa sacrificio insostenibile recarsi al seggio, senza peraltro conoscere alcun indirizzo ideale (benché siano veramente ai minimi termini) dei candidati.Qualcuno, dei pochi che si sono recati alle urne, ha pure postato il video della performance… rischiando, tra l’altro il penale.E questi…. specie nel centro sinistra ci fanno pure grandi ragionamenti…
Caro Yama,
purtroppo temo che il tuo amaro commento colga drammaticamente nel segno (su questi temi, peraltro, ho già scritto più volte): per la primissima volta un under 25 vota in Senato, ha un Partito che si è proposto come alfiere di ciò che lo interessa a livello di diritti (soprattutto civili), e lui che fa? In larga parte, se ne strafrega, come dimostrato dall’astensionismo e dai voti (pochi) per il Pd…il “deboscianesimo” pare davvero imperante, pur con lodevolissime eccezioni…e pensare ai giovani che, in altre parti del mondo, proprio in questi giorni stanno (speriamo!) cambiando le cose…
L’eretico
La demenza senile esiste, ma questa è anche da giustificare, ormai il cervello puo’ anche essere stanco dopo avere funzionato per molti anni. Quella non giustificabile è quella giovanile che si sta diffondendo in questi tristi anni. Tale influencer, Giulia Torelli di 35 anni, dice che i vecchi non devono votare, devono stare zitti perché vecchi di idee e fuori della realtà sociale ed economica. Manca solo che dica di gassarli per risolvere il problema della pensione. Il fatto è che qualcuno, pochi, le hanno dato ragione. La maggioranza l’ha mandata a quel Paese, ma il fatto è che se qualcuno comincia a fare certe ipotesi mi rende ancora più pessimista sul futuro. La giovane, mica tanto, ha circa 240mila persone che la seguono. Sicuramente non ha letto il libro di Umberto Simonetta “I viaggiatori della sera” da cui l’omonimo film con Tognazzi e la Vanoni (allora in perfetta forma fisica). Si parla di un futuro in cui chi arrivava alla terza età veniva portato obbligatamente in un residence dove possono fare tutto quello che vogliono, serviti e riveriti in tutti i sensi anche sessuali, ma ogni sabato c’è una tombola dove chi vince andrà a fare una crociera in alto mare; il fatto è che poi il giorno dopo la nave ritorna sempre vuota. La fine non è ottimista e nel libro si evidenzia che chi all’inizio, giovane, è entusiasta di emarginare i vecchi in luoghi ameni, ma senza ritorno subirà la stessa sorte da vecchia. Quindi, occhio cara Torelli che la vita è una ruota. Per il momento la consiglierei, con i suoi 240mila al seguito, di farsi una bella visita dal neurologo, che forse qualche sintomo demenziale le si comincia già a manifestare. Troppo telefonino? Troppi selfie che drogano l’autostima? O forse la totale ignoranza culturale e del saper vivere con la gente comune?
La giovane che ho accennato, è la figlia dei due genitori che fa rinchiudere nel residence/campo di concentramento.
…”per la primissima volta un under 25 vota in Senato, ha un Partito che si è proposto come alfiere di ciò che lo interessa a livello di diritti (soprattutto civili), e lui che fa? In larga parte, se ne strafrega…”
Caro Eretico, non sarà forse che i debosciati lo sono per colpa della formazione (in tutti i campi, dalla famiglia, alla scuola, allo sport ..) ricevuta da quelli che domenica gli hanno chiesto il voto?
E non sarà forse che, pur debosciati come è inconfutabile che in larga parte siano, hanno però un certo fiuto per le fandonie, o perlomeno per il predico bene ma razzolo male?…e di conseguenza preferiscono sfanculare chi si riempie la bocca con la loro tutela , piuttosto che dargli un voto?
Ricordo fino allo sfinimento che i più giovani ad aver votato , sono stati massacrati da due anni di gestione pandemica filo-cinese a trazione Speranza-Ricciardi…e questi dovrebbero votare PD?????????…suvvia…
Caro Cherubino,
forse mi sono spiegato male (capita anche ai migliori…): NON ho certo scritto che i giovani dovessero votare Pd, sebbene sui diritti civili sia stato il Partito più schierato; volevo dire che, dati alla mano, mi pare che non abbiano proprio votato in massa.
Come fa la politichina odierna a suscitare passioni, di grazia? Ma una volta erano i giovani a creare, a generare loro stessi forza propulsiva: ora in maggioranza preferiscono il tandem divano-spritz (salvo le solite, lodevoli, eccezioni), ovvero esperienze francamente penose come quelle delle sardine…
L’eretico
Consiglio all’eretico di provare il bus che fa servizio sostitutivo dalla stazione di Empoli a Siena delle 23.55,è indicativo per capire certi movimenti elettorali e i loro spostamenti. Esperienza fatta la sera di domenica 25.
L’ho preso una sola volta, un’esperienza che non vorrò mai più fare. Fortunatamente era estate e si poteva tenere aperto il finestrino perché il mezzo era invaso dai peggiori odori. La causa era che la maggioranza dei passeggeri era composta da driver che tornavano a casa e quindi erano fradici di sudore dal capo ai piedi. La colpa non era certo tutta di loro, era gente che tornava da un onesto e faticoso lavoro, ma se invece di un ristretto bus fosse stato usato un normale treno con almeno due vagoni facilmente lo spazio sarebbe stato maggiore e l’aria sarebbe stata un po’ più respirabile. Poi ciliegina sulla torta il bus doveva fare lunghi percorsi cittadini per raggiungere i piazzali delle stazioni. Doveva fermarsi a tutte quelle della linea in quanto era un locale. A quando il raddoppio completo per ridurre il tempo del viaggio per andare ad Empoli, Firenze e Pisa? Finora solo parole e basta.
Non sono d’accordo sui commenti sui giovani, vorrei ricordare che questa è la generazione più bistrattata di sempre: spesso si arrangia con mezzi lavoretti o è vittima del precariato ormai sistemico, qualche figlio di papà esiste e di certo non si preoccupa dei suoi simili (ma quando storicamente ai ricchi è importato qualcosa dei poveri?), spesso naufragano la loro esistenza proprio sui social, unico appiglio a cui aggrapparsi per rivendicare il proprio individualismo ed emergere da una esistenza spesso anonima e senza futuro, figli di un’altra generazione che invece ha subito il reaganismo ed il thatcherismo diventando fiera sostenitrice del successo individuale a tutti i costi e che poi ha scaricato sui figli la propria frustrazione. Generazione abbondonata dalla politica perchè irrilevante numericamente ed anche perchè la politica stessa ha smesso di essere uno strumento di redenzione delle classi popolari e si limita ad essere soltanto amministratrice dell’esistente anche quando questo è palesemente ingiusto. Che vi devo dire, mi emoziona quando colgo ancora nei giovani l’innato senso di giustizia proprio della gioventù, quando li vedo speranzosi e creativi nonostante il mondo abbastanza merdoso che i vecchi hanno lasciato loro. Ecco, questo Paese secondo me ha un problema più nei vecchi che nei giovani, magari mi sbaglio e non ho capito io, ci mancherebbe, nessuno ha la verità in tasca. Buon pomeriggio.
Per quanto l’attuale CDX sia scarsamente potabile, in un paese con 15/20 milioni di pensionati, 4/5 di dipendenti pubblici, 3/4 di fruitori RDC, questa votazione è stata occasione unica e forse ultima per votare qualcosa diverso.
La saldatura PD 5S ci porterà sempre più a replicare il modello (economico) Siena: zero iniziativa privata e babbo stato a mantenere tutti (finché dura…)
Si preoccupavano di Orban ed invece sarà probabilmente la Germania a smontare UE.
Arriviamo più poveri e più indebitati a “scoprire” che il grande sogno europeo stava in piedi finché faceva comodo ai tedeschi…
… in ogni caso ora vedremo se qui in Italia, data la compagine politica uscita vincitrice, davvero ci sarà un cambiamento o se saranno fagocitati dal sistema anche questi “nuovi” … del resto, ora è la Meloni che la fa da padrona e, vuoi o non vuoi, nuova è davvero a partire, si suppone, dal primo premierato femminile e da quello che urlava dall’opposizione se ne deduce che potenzialmente di cose nuove potrebbero essercene tante a partire dai rapporti con l’Europa e da quello che se ne vuole fare!
A proposito dell’Europa beh, direi che in questa circostanza, guerra e conseguente crisi energetica, ha dichiarato la propria fine; senza un esercito, senza un idea comune, senza personalità e anzi piena di nazionalismi più o meno evidenti (vedi l’ultima sulla Germania e il suo stanziamento, in solitaria, di 200mld per fronteggiare la crisi, dei suoi ovviamente) … ah si c’è l’euro e c’è la possibilità per le aziende di andare a produrre in un altro posto ma di rompere il cazzo alle locali e ai cittadini con mille cavilli e sgangherate norme, un po’ pochino rispetto agli Stati Uniti d’Europa o UE che dir si voglia cosi com’era stata pensata e concepita ma che anche in questa circostanza sta dando pessima prova di se!