Le balneoelezioni (V): domenica si vota!
Ci siamo: domenica si vota (dalle 7 alle 23, ergo lo scrivente andrà verso le 22,48), per vedere se ci sarà lo sfondamento a Destra, oppure se il Pd, con gli odiati “vicini di casa” grillini e calendiani, riuscirà ad ottenere un pareggio che, sondaggi alla mano, avrebbe a questo punto del miracoloso (oggi, peraltro, è San Pio: se è diventato Santo lui, vuol dire che c’è davvero speranza per tutti…).
I GIOVANI, ABSOLUTE BEGINNERS SENATORIALI
Ci si è molto soffermati, nel corso di questa campagna elettorale, sulla questione del taglio dei parlamentari (quanti Segretari di Partito si saranno morsi le mani, al momento di formare le liste?), ma si è quasi sottaciuto un fatto di enorme, e storica, importanza: in questa tornata elettorale, per la primissima volta gli under 25 voteranno anche la seconda scheda, quella senatoriale.
Una scelta, quella maturata nell’ottobre scorso, che ci sembra giusta (mentre sarebbe del tutto demenziale abbassare la soglia del voto, concedendolo ai 16enni): che senso può avere, il dire ad un 22enne che può votare una scheda sola?
I giovani dunque saranno – specie se andranno a votare – protagonisti, con il loro peso aumentato, dilatato, come non mai prima.
Quelli italiani, li vediamo sfilare per l’ambiente, con tanta buona volontà abbinata ad uno sfacciato velleitarismo; mentre i loro coetanei in Iran sfidano a mani nude il regime degli ajatollah sulla questione del velo, mentre in Russia vanno a farsi manganellare ed arrestare dagli Omon nelle piazze, mentre in Brasile mettono in gioco la loro vita per cercare di contrastare le camarille bolsonariane, l’impressione è che, nell’attuale Italia, ci si limiti a scimmiottare qualcosa di neanche troppo originale, ancorché doveroso.
E poi, insomma: lo spritz a chilometro zero, esiste o no?
LA COLLOCAZIONE INTERNAZIONALE DELL’ITALIA
Ecco, una cosa va detta, comunque la si pensi e la si voti: non si era mai sentito parlare così tanto di Politica estera in campagna elettorale come a questo giro, dal 1948 ad oggi; con l’accelerazione della vicenda ucraina – fra successi degli ucraini e le minacce di Putin -, la quale ha contribuito a rafforzare ulteriormente il tutto.
Nel 1948, la Dc – che sbandierava la special partnership con gli States – non solo vinse, bensì stravinse, ben oltre ciò che avevano vaticinato gli stessi democristiani più ottimisti; oggi, sondaggi alla mano, dovrebbe vincere la parte che ha un atteggiamento ben più diversificato verso gli USA: con la sua front runner Giorgia Meloni fortemente filoatlantista, ma sponda trumpista (ed al potere c’è Biden); con Salvini che non scioglie affatto la sua ambiguità di fondo in rapporto alla Russia (specie a quella “unita”), e con il Silvio nazionale, il quale davvero oscilla paurosamente, volendo riaffermare da una parte il suo atlantismo convinto, ma al contempo il suo rapporto personale con Putin (cosa significa dire – come ha fatto lui da Vespa – che il suo amico Vladimir voleva mettere persone per bene al Governo in Ucraina, di grazia? Ah, già: anche ieri è stato equivocato…).
C’è poi la Van der Leyen, la quale sembra non rendersi conto di fare il gioco dei suoi avversari italiani, dicendo – il giovedì preelettorale! – cose che si sarebbe potuta e dovuta senz’altro risparmiare, o che avrebbe comunque fatto bene a differire al post voto: possibile che non le abbiano detto che le ingerenze straniere, per molti italiani, vanno bene e sono accettabili solo se le fa un Medvedev o un Lavrov, di grazia?
LA MANCANZA DI VIOLENZA
Salvo l’essere clamorosamente smentiti di qui a domenica o lunedì, comunque sarà andata saranno state elezioni contraddistinte dall’assoluta mancanza di violenza: violenza concreta, fisica, per capirsi; nessun morto, nessun ferito – che si sappia, neanche di striscio -, niente più di qualche (deprecabilissimo) danneggiamento a gazebo. Questi i fatti; meglio ancora, i NON fatti…
Può sembrare scontato, ma dovremmo avere capito che non c’è ormai più niente da dare per scontato, in questa congiuntura: neanche la piena democrazia, fra le altre cose, figuriamoci una cosetta come la violenza. A maggior ragione, in un contesto che sembrerebbe fatto apposta, per scatenare la violenza di piazza: inflazione galoppante, sempre più vicina alla doppia cifra; caro-bollette, che può essere solo tamponato; diseguaglianze sociali in vertiginoso aumento. Eppure, almeno per ora, non si muove una foglia.
Negli anni Settanta, al termine dei 30 anni più affluenti della Historia dell’umanità (anche a livello di distribuzione della ricchezza, quelli fra il 1945 ed il 1975 tali sono stati), la gente si sprangava per le strade, e fra P2 e, soprattutto, P38, la famosa “maggioranza silenziosa” non usciva da casa la sera, e metteva “sacchi di sabbia alle finestre” (copyright by Lucio Dalla).
Oggi, in tutta evidenza, lo sfogatoio dei social serve da camera di compensazione per la montante (ed in parte già montata) rabies sociale: come già scritto altre volte, l’accapigliarsi in modalità digitale offre evidentemente scariche adrenaliniche pari a quelle dei fronteggiamenti per le strade e nelle piazze, urlandosi contro in modo belluino.
Abbiamo sostituito la chiave inglese con la password, creando una gigantesca cornucopia di rivoluzionari da divano e da poltrona: gente che ha un’aggressività digitale impressionante, quando è immersa – per varie ore al dì – nel proprio mondo “sociale”, sbraitando di veleni, di complotti, di inganni… poi, se li incontri fuori dal virtuale, sono personcine inquadrate ed irreggimentate al massimo grado: viviamo tempi, almeno da questo punto di vista, molto più tranquilli di prima, dei Settanta. Non si stava meglio quando si stava peggio. Quando si va al ristorante, si trovano debosciati che passano mezza serata davanti al piccolissimo schermo, ma almeno è difficile che entrino un paio di incappucciati per rapinare il locale, ecco.
Poi, magari, fra un annetto si arriverà alla guerra civile, da alcuni quasi agognata; ma per intanto godiamocela, questa libertà e questa mancanza di violenza: buon voto a tutti, a prescindere da dove si metta la crocetta (magari, senza poi postare sui social la foto del voto, eh)…
All’alba della piu’ grande vittoria della destra da 70 anni molti temono ( e altri sperano…) un ritorno del fascismo in Italia.
Nulla di tutto questo, si trattera’ purtroppo della riproposizione della maggioranza che vinse nel 2008 .
Certo, cambiano i nomi dei partiti e i rapporti di forza all’interno della maggioranza ma le persone sono le stesse, invecchiate, un po’ rincoglionite come Berlusconi, ormai sputtanate come Salvini, oppure con il vento in poppa come la Meloni ( inutile ministra della gioventu’ per 3 anni).
Cosa si possa sperare da questo accrocchio di falliti vorrei tanto capirlo. Risollevare l’economia italiana? Ma non fatemi ridere, questi all’Italia pianteranno gli ultimi chiodi della bara.
Ridare credibilita’ all’Italia all’estero? Se ancora all’estero ridono di 20 anni di figure di m&r#a di Berlusconi ( e di Salvini in Polonia…).
Contare di piu’ sullo scacchiere internazionale? Con alleati come l’Ungheria o la Russia contro Francia, Germania, UK e USA? Non fatemi ridere.
Faranno ne piu’ ne’ meno di quello che fecero 15 anni fa, cioe’ gestiranno il paese in maniera pessima, portandolo di nuovo sull’orlo del baratro ( e questa volta sara’ molto piu’ facile vista la disastrosa situazione economica).
Cosi’ tra qualche mese il vento in poppa smettera’ di soffiare, la Meloni crollera’ nei sondaggi, tra un anno o due la maggioranza si spacchera’ e allora sara’ necessario un nuovo governo tecnico “di unita’ nazionale” in cui entreranno il PD, M5S e chi piu’ ne ha piu’ ne metta.
E ricomincera’ tutto da capo… non cambia mai nulla in questo disgraziato paese.
Negli ultimi 10 anni in Italia sono raddoppiati i poveri e siamo l’UNICO paese ocse dove non sono cresciuti i salari reali… ovvio e democraticamente auspicabile che prenda più voti chi non ha governato.
Per tanti nipoti di patrioti costretti a lasciare la patria nel dopo guerra, sarà fantastico tornare in Italia da VINCITORI! Riprendiamoci c‘ho che ci appartiene da sempre!
Vi appartiene? Per quale diritto? E chi ( e come ) ve lo avrebbe portato via?
Costretti a lasciare la patria da chi? E perché?
sarei curioso di sapere come Pierpaolo tratta e garantisce i diritti dei suoi lavoratori argentini…
Mi pare che l’Eretico come sempre abbia messo tanta robetta interessantissima al fuoco per il pre-voto.
Mi soffermo su una cosa sola: la Von der Leyen ha sbagliato, nel contenuto e nella tempistica. Su questo non c’è dubbio, e lo dimostra la rettifica successiva. Ma ormai c’è una parte di opinione pubblica italiana che sta con il fucile puntato su ogni gaffe degli alleati (europei o d’oltre Atlantico che siano), mentre sta zitta, se non plaude apertamente, a fior di ingerenze quotidiane da parte di Putin e dei suoi scherani di turno. Se quelli con il ricatto del gas arrivano a minacciare e ricattare, a dire che si aspettano un nuovo Governo che abbia un atteggiamento diverso verso di loro, va bene lo stesso, anzi hanno anche ragione…ci si rende conto a che livello siamo arrivati?
Domani, dice qualcuno, si cambia. Speriamo, ma più passa il tempo e mi sembra che non cambierà nulla. Siamo l’ultima ruota del carro dell’UE a sua volta fedele servo degli USA-NATO. L’alternativa sarebbe Putin, ma il risultato non cambierebbe, servi siamo e restiamo.
finalmente! Ora potremo attuare il nostro programma! Quello che crosetto aveva prefazionato:
– cambio della costituzione
– espulsione di immigrati( tutti), gay, rom( ebrei vediamo…!
– via il reddito di cittadinanza e redistribuzione di questi fondi alle aziende dei nipoti dei patrioti costretti a scappare in Argentina
– tagli a scuola, sanità e servizi pubblici a favore dell’impresa privata, per rilanciare la vera economia circolare interna,
– aumento delle spese militari
– ponte sullo stretto, centrali nucleari, e metropolitana sotterranea dalla stazione a piazza gramsci( nome della piazza da cambiare!)
– monitoraggio dei circoli arci( quelli ancora aperti…si fa lesti! Due e tre omini a giocare a briscola)
– istituzione del sabato patriottico e grembiulini a scuola tutti neri, creazionismo in tutte le classi!
Tutto questo subito, poi dopo le amministrative, se si rivince anche li, si scurisce ancora il rosso della torre, si mette il nero al posto del rosso nella pantera( la civetta va bene cosi), si mette il viola nella giraffa.
Oppure si fa come a siena…si mettono i soliti al comando, si tira a campare facendo la voce grossa, e per le cose che non si riesce a fare si da la colpa a chi c’era prima!
Hai dimenticato un aumento esagerato di olio di ricino e trattamento obbligatorio come calmante per i più agitati. Poveri buonisti che vi nascondete e vi riempite la bocca con l’alibi del fascismo mentre lo siete proprio voi. Se tornassero Pertini, Nenni, Saragat e altre degne figure che hanno onorato la Sinistra, sarebbero i primi a sconfessarvi. Siete solo degli ipocriti che vivete in una torre d’avorio con i vostri privilegi e lontano dai veri problemi delle persone comuni come il lavoro, la sanità, la giustizia, la sicurezza e molto altro. Con la vostra ipocrisia avete favorito il ritorno della Destra.
divertente l’analisi di Galeazzo!
Ha iperbolizzato, ma sicuramente qualcuno ci si riconosce, anche nelle parti più grottesche.
Io auguro al nuovo governo di saper scegliere le persone migliori, che facciano meglio di chi li ha preceduti( anche se non condivido né i valori, né i programmi) e se ci riusciranno, che governino ancora.
Magari senza prendere a modello siena…
Il vero vincitore è il Movimento 5Stelle. Dato per estinto ha ottenuto molti voti, principalmente dal Sud Italia, grazie alla sua difesa ad oltranza del reddito di cittadinanza. Con la sua posizione ambigua sarà, purtroppo, l’ago della bilancia trai vari schieramenti. Il qualunquismo è duro da vincere.
Ha vinto la Meloni, ma l’oca giuliva dell’Ue è già sul piede di guerra. Bella la sua dimostrazione di democrazia con le sue minacce all’Italia se avesse vinto la destra. Bene che l’Olanda, membro (?) dell’UE, faccia i suoi maneggi speculativi col gas, bene che la Francia si rifiuti di darci l’elettricità, bene che esistano paradisi fiscali in Europa, bene che i migranti ce li dobbiamo tenere tutti noi, ma se in Italia un voto libero ha scelto una parte non gradita allora scattano le sanzioni. Questa è la democrazia dell’Unione Europea, schiava degli USA-NATO.
La democrazia dell’Unione Europea. Giusta la difesa dell’Ucraina, ma i Curdi e gli Armeni sacrificati, i primi, per l’opera di mediazione del tiranno Erdogan con Putin ed i secondi per la fornitura di gas dall’ Azerbaïdjan, sono degni della nostra solidarietà? I soliti due pesi e due misure. Fa senso vedere l’oca giuliva Ursula che stringe la mano al capo azero, insanguinata delle vittime armene, in occasione della stipula del detto accordo di fornitura del gas. Gli uomini sono tutti uguali, ma c’è chi è più uguale di altri.
Spero che ora con il nuovo governo vengano abbandonate per sempre iniziative come lo ius soli e ius scholae. Ovviamente spero che venga regolamentato e ridotto il flusso dei migranti, con l’obbligatorio concreto aiuto degli altri membri dell’Unione Europea. Dovranno essere semmai incentivate delle iniziative a loro favore in Africa, con il coinvolgimento dei loro Governi e dei vari Organismi Internazionali che finora hanno fatto tanto fumo e poco arrosto (ONU, FAO, UE, ecc.) ed eliminando le tante organizzazioni pseudo umanitarie che finora ci hanno solo speculato. Sarebbe bello anche che venisse promulgata una legge che mandasse a scontare i reati commessi dai migranti nel loro Paese di origine, ma penso chwe questo resterà solo un’utopia.
Non illuderti, con Forza Italia decisiva per la maggioranza, fra un paio di anni Draghi al quirinale e un Cottarelli qualunque a palazzo Chigi. E si riparte con l’accogli(on)enza
Mr. Sereno è un vero genio della politica!
Alcune riflessioni in salsa senese sulle elezioni di domenica, su cui mi farebbe piacere un tuo commento:
Il PD non riesce a perdere a Siena, nonostante i danni prodotti sulla città dalla cattiva politica degli scorsi/ ultimi anni di amministrazione piddina si possano constatare ( basta pensare alla vicenda Monte) agevolmente; senza i voti di Arezzo e Grosseto il nostro Enrico Rossi avrebbe raggiunto il culmine della carriera politica ottenendo un seggio in parlamento….
Letta, segretario che verrà ricordato nella storia del partito per la cocente sconfitta a scapito della prima vittoria della destra a trazione ex missina, è stato eletto proprio a Siena…….
Se il PD ha vinto a Siena bisogna guardare in “casa De Mossi” e cospargersi il capo di cenere…
Daniele Capezzone ha detto che il PD è un “partito appenninico”, che in pratica si sviluppa ormai soltanto sulla direttrice Firenze – Bologna.
In realtà ha dimenticato l’appendice sud che corre lungo l’Autopalio e la Cassia.
Non è, infatti, solo Siena in controtendenza, ma la gran parte dei comuni della nostra provincia …
Probabilmente lo ha dimenticato perché questo sulla mappa del voto non risulta neppure, visto che con i voti pesanti dell’aretino e del grossetano questo enclave in definitiva è praticamente ininfluente, irrilevante secondo il Rosatellum.
Quindi quella macchiolina rossa appenninica sulla piantina del voto di un blu intenso generalizzato (salvo un po’ di giallo in Campania), fa l’effetto di una riserva indiana o forse, per i più bellicisti, di un ridotto, stile quello che alla fine della guerra i due infami dittatori, ormai alle corde, volevano realizzare tra la Valtellina e la Baviera.
I nostri comuni dimenticati, invece, potrebbero essere considerati (a seconda dei casi) o come sperdute quanto valorose repubbliche partigiane indipendenti o forse come atolli abitati dagli ultimi Giapponesi, quelli cui nessuno ha ancora detto che la guerra è finita.
In ogni caso tutti questi ragionamenti hanno un difetto comune: sono vecchi, decrepiti, appartengono tutti almeno alla metà del secolo scorso, … come del resto chi scrive.
“Il mondo è cambiato. Lo sento nell’acqua, lo sento nella terra, lo avverto nell’aria”.
La c.d. generazione Tolkien lo ha capito da tempo ed ora ne raccoglie i frutti.
Adesso sarebbe l’ora che lo comprendessero anche gli altri.
Dobbiamo liberarci tutti di questo ciarpame storico-ideologico e guardare la realtà per quello che è e non per come penseremmo (o vorremmo) che fosse, impegnandoci soltanto per cercare di risollevare – in qualche modo – questo paese altrimenti destinato al declino, alla decrescita infelice ed a morire di statalismo e burocrazia italiana ed europea.
Tutto il resto è inutile sovrastruttura.
Occorre, quindi, rimboccarsi le maniche perché, seguitando con Tolkien, “l’ora è tarda”, ma parecchio tarda, ormai.
Chiunque coerentemente lo faccia ottiene voti e consenso, gli altri sono condannati all’irrilevanza e prima o poi ad andare a casa.
Si chiamerebbe democrazia.
Con il voto ai diciottenni, qualcuno ha confuso i “Like” sui social con i voti ai seggi. Forse una causa dell’alto astensionismo? Fosse per me avrei riportato la maggiore età a 21 anni e tutto quello che ne deriva nel votare.
Adesso la pazienza è finita, abbiamo vinto e ci siamo ripresi la nostra patria. Quindi si comanda noi, punto. Una cosa che deve essere fatta subito nel primo consiglio dei ministri, togliere genitore 1 e 2 dal passaparto e rimettere padre e madre. Inasprimento dei decreti sicurezza con confisca delle navi ong e galera per l’equipaggio complice. Azzerare il budget previsto per le associazioni che gestiscono la cosi detta accoglienza. Ripulire le stazioni ormai invivibili. A casa nostra si comanda noi.
Eh si, queste le vere e più cogenti necessità italiane. Per tutto il resto c’è tempo…
La faccenda della violenza mi sembra una bella cosa e non scontata, ieri mi sono guardato l’inizio di Propaganda con il buon Diego Bianchi che faceva il suo resoconto del comizio del centrodestra a Roma. A parte che le persone lo salutavano divertito, secondo me una ragazza con tanto di maglietta identitaria lo ha chiamato a gran voce abbozzando pure un pugno chiuso chiaramente ironico, insomma i toni erano veramente distesi, forse consapevoli dell’imminente vittoria, comunque niente che potesse ricordare il clima plumbeo che si registrava in passato nelle manifestazioni della destra missina. Vediamo se finalmente ci stiamo avviando a diventare un paese normale con la destra che, non tanto nelle dichiarazioni ma nei comportamenti, prende le distanze dal proprio ingombrante passato. Intendiamoci, naturalmente la politica è scontro e spesso anche duro, però sarebbe davvero una grande cosa se questo potesse limitarsi allo scontro verbale senza scadere mai nella violenza, un bel passo in avanti verso la piena maturità democratica. Il problema maggiore purtroppo sarà rappresentato dall’aumento del disagio sociale causato dalla crisi economica, chissà se questa destra avrà le giuste ricette per affrontarlo che vadano al di là del mantenimento dell’ordine pubblico e della retorica del “prima gli italiani”, auguriamocelo perchè non hanno di fronte una sfida semplice.