Referendum, putiniani, Caso Rossi (ed un Ps)
Settimana assai intensa, quella che ci ha portato al 10 giugno (anniversario imbarazzantissimo, dunque rimosso, per l’Italia: nel 1940, il nostro Duce fece entrare la Patria in guerra, previo discorsone in Piazza Venezia), e siamo alle porte del Referendum di domenica sulla Giustizia (ore 7-23, per la cronaca). Alcuni spunti, li sottoponiamo volentieri ai lettori…
UN REFERENDUM (CONTRO LA MAGISTRATURA)
Domenica si vota per il Referendum sulla Giustizia: 5 quesiti, dei quali forse al massimo uno (quello della separazione delle carriere), potrebbe stimolare un dibattito serio (peraltro andante avanti da decenni): anche qui, un PM, a nostro parere, se avesse svolto per qualche anno il ruolo di magistrato giudicante, avrebbe fatto una gran bella cosa (meglio che il passaggio contrario). L’esperienza non è tutto, ma, insomma, è parecchio…
Gli altri 4 quesiti – dispiace dirlo – sono tutti risibili; il clou è quello degli avvocati che dovrebbero giudicare il lavoro della Magistratura: roba da luna park giudiziario, nonché senza alcuna possibilità di reciprocità fra le parti in causa.
Come detto tante volte, i proponenti i Referendum – Lega e radicali, questi ultimi almeno coerenti sul tema – fino a qualche anno fa sarebbero arrossiti, anche solo nel proporli, e difficilmente avrebbero trovato le firme necessarie; oggi, in tempo di calo esponenziale della popolarità della Magistratura, si può questo ed altro: il Caso Palamara (su cui giustamente si dovrebbe intervenire, riformando in modo serio il CSM) è stato il grimaldello per un attacco concentrico al potere giudiziario.
Da destra (Berlusconi e Lega), dal centrosinistra-guardante al centrodestra (Renzi, insomma), lasciando incredibilmente i 5 stelle (dei quali sapete bene cosa si pensi in generale) come unici difensori dell’autonomia della Magistratura. Andate ad ascoltare il comizio anti-magistratura di Renzi, domani pomeriggio ( sabato) a Sienina, e ne avrete una discreta prova.
Con questi Referendum, insomma, non solo non si migliora lo stato agonico del CSM, ma – vedasi la proposta di abolizione della Legge Severino e l’indebolimento ulteriore della possibilità della custodia cautelare (secondo la quale, uno stalker resterebbe a piede libero, pur essendoci la concreta possibilità di reiterazione del reato) – si rende il carcere pressoché inespugnabile, per corrotti, corruttori e violenti di ogni sorta. Va bene così, evidentemente.
Chi la pensa diversamente – duole dirlo – magari è in buonissima fede, e merita dunque il massimo rispetto; ma proprio non sa come funzioni il sistema giudiziario italiano, ed è anche normale che i gangli tecnici, alla stragrande maggioranza della popolazione, siano del tutto oscuri: altrimenti, ditemi voi come si farebbe a fare ingozzare certe cose al popolino sozzo? Come si potrebbe finalmente dare il via al “rubi chi vuole”, di grazia?
LA LISTA DEI FILOPUTINIANI…
Impazza la discussione, la polemica sulla presunta “lista di proscrizione” dei presunti filoputiniani, pubblicata dal Corriere della sera domenica 5 giugno (pag. 6), a firma Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini: per alcuni, un autentico scoop, per altri invece un atto gravissimo, un genuino attentato alla libertà di stampa.
C’è stato l’intervento del Presidente del Copasir Urso, quello del dottor Gabrielli – anche oggi – e di altri, i quali hanno fatto capire che senza dubbio qualche forzatura ci deve essere stata – a livello di circolazione del documento -, e di certo ciò che non sarebbe dovuto uscire, è invece uscito; invece di dividerci as usual fra guelfi e ghibellini del rapporto politica-informazione (rectius: di questo rapporto in tempo di guerra, cosa che altera tutto), bisognerebbe chiarire un elemento, dipoi farsi una domanda.
L’elemento, è questo: non pare proprio che, almeno in Italia, nessuno impedisca ad alcuno di parlare, come dimostra il fatto che il professor Orsini – uno presente nella succitata lista, anzi ormai il più famoso fra i citati – non solo scriva e parli liberamente sin dal 25 febbraio, ma faccia financo spettacoli in teatro, per farci capire che siamo tutti mezzi ebeti – anche due terzi -, semidioti abbeverati alla fonte mainstream.
Chiarito questo (dato di fatto lampante, ma da qualche annetto a questa parte bisogna puntualizzare l’ovvio, e spesso del tutto indarno), arriviamo alla questione di fondo; premesso che la libertà di opinione è costituzionalmente garantita – e che dunque si può essere anche esplicitamente putiniani, senza penosi arrampicamenti sugli specchi per cercare di negarlo -, la domanda è: esiste forse un network italiota che si attiva, più o meno all’unisono, per difendere la politica, aggressiva ed imperialistica, putiniana (se ci fossero dindini di mezzo, ovviamente sarebbe anche peggio, ma per adesso nulla è emerso in tal senso)?
La risposta è, ovviamente, doppia: se non esiste affatto questo network, questa lista è una patacca di una sezione, o sottosezione, dei Servizi segreti italiani, ed il Corrierone sarebbe dovuto essere quantomeno più attendista (anche se sfido io, a non pubblicare un documento così, avendolo fra le mani, eh).
Se viceversa, però, o i Servizi o chi per essi, in futuro, dovessero mai accertare che i sospetti su queste persone di varia estrazione sono ben fondati e documentati, come ci si comporterebbe, di grazia? Ce la caveremmo con un buffetto di ordinanza, ovvero come di solito ogni Nazione degna di questo nome si comporta con chi è colpevole di intelligenza con quello che si considera, nell’hic et nunc, il nemico (anche se per molti è un amicone ed un modello)? Eccola, quindi, quella che si può davvero definire la domanda delle cento pistole: che facciamo, con gli eventuali traditori?
GLI AUDITI DELLA COMMISSIONE
Resta poco spazio per il Caso Rossi: ma la settimana prossima si pubblicherà un pezzo assai interessante e stimolante, sui fatti del 6 marzo 2013 (poi, va da sé che i terrapiattisti ad oltranza continueranno ad acchiappare i loro fantasmi, figuriamoci).
Per intanto, segnaliamo che il 2 giugno l’onorevole Sherlock Luca Migliorino ha detto alla stampa senese che ci sarà tutta una serie di nuovi auditi, in Commissione monocamerale: fra i quali, però, non ha citato la dottoressa Cattaneo, l’anatomopatologa più autorevole d’Italia, la quale insieme al colonnello Zavattaro ha depositato la fondamentale, seconda consulenza sul suicidio di David Rossi (quella del 2016).
Come al solito, la domanda è d’obbligo: l’onorevole Sherlock, parla su input del Presidente Zanettin, ovvero fa tutto da sé, andando in fuga solitaria? Siamo di fronte ad un semplice commissario parlamentare, oppure ad uno il quale – oltre ad intervenire il quadruplo della media degli altri – detta la linea della Commissione? Se qualcuno lo sa, ci faccia un fischio: sempre per la credibilità della Commissione, si capisce.
Nel frattempo, sempre dalla mente – notoriamente geniale – di Sherlock Migliorino, è stata partorita l’ideona di un altro sopralluogo della Commissione a Sienina (la trasferta non è così lunga, ma chi paga, di grazia?); per quale esatto e preciso motivo, lo sa solo Sherlock Migliorino: la cosa, infatti, pare sfugga financo a Watson…
Ps A livello prettamente senese, fra le altre cose in settimana è spuntata fuori una polemica fra i goliardi e la Contrada della Pantera, concernente la questione della dedica del Masgalano (anche effetto dei due anni di “maladetto virus”, certo: nel 2020, spettava ai goliardi, la dedica).
Senza volere essere cerchiobottisti, c’è un po’ di ragione e di torto da ambo le parti; di certo, una figura come quella di Ettore Bastianini – nel centenario della nascita – merita di essere ricordata in modo degno, anche più che da un semplice masgalano.
In ogni caso, beata quella comunità che – con tutto ciò che accade nel mondo -, si può ancora permettere il lusso di accapigliarsi su queste vicende; segno che, anche senza più MPS, siamo sempre una comunità assai privilegiata…
Di certo i proponenti dei referendum non sono scesi in campo in nome dei tanti poveri cristi vittime della malagiustizia ma in qualche modo questi ultimi a mio avviso possono trarre beneficio da una vittoria del sì.
Caro Chicchero,
scusa se chiedo: mi potresti fare qualche esempio, concreto e fattuale, a proposito di ciò che hai scritto? Pensi per esempio che, con una vittoria del Sì, i Processi si snelliranno? Che, magari, sarà più facile evitare il sempre possibile errore giudiziario?
Si fa per chiacchierare, eh: sine ira ac studio…
L’eretico
Sul ps, sono d’accordo. Ancora a Siena ci accapigliamo per cose minime rispetto ai veri problemi della nostra Città e Provincia. Siamo una città turistica, ma con una stazione conciata male, in perfetta linea con la nostra ferrovia da Terzo Mondo, con anche le strade principali non messe tanto bene, andiamo poco lontano. Ma dai ora c’è il Palio e speriamo che qualcuno da Roma non ci prepari qualche brutta sorpresa nel caso Monte: non sarebbe la prima volta che durante l’estate è stata presa qualche iniziativa dannosa per Siena ed la Banca. Il Masgalano era ormai degli studenti universitari fin dal 2020. Il “grande senese” Bastianini potrebbe essere onorato con iniziative come concerti, documentari, spettacoli lirici che lo ricordino degnamente; in Fortezza c’è un anfiteatro con un’ottima acustica che nel passato servì egregiamente per molte opere liriche e se venisse riusato per questo scopo sicuramente sarebbe gradito da tutti.
Caro Eretico, ho visto sulla Nazione di oggi che è uscita la programmazione dei tuoi eventi in Fortezza. Credo che ne scriverai. Sono molto contento in particolare di due: quello su Pio II, immagino sulla falsariga di quello tenuto a Pienza a maggio, e il tuo racconto dell’omicidio della povera Marta Russo, un assassinio che ha messo in mostra lati oscuri dell’Università romana, e dell’animo umano in generale. Complimenti a priori per la scelta.