Due morti sulla coscienza?
Qualche considerazione a margine della audizione dell’ex Ad di banca MPS Fabrizio Viola, audito ieri dalla Commissione parlamentare sul Caso Rossi (con il consueto ritardo di un’oretta e mezzo rispetto all’orario previsto: eh, è gente che lavora, questa, per Zeus); audizione interessante sotto moltissimi aspetti, ma inevitabilmente noi ci soffermeremo soprattutto su uno, essendo stati indirettamente tirati di nuovo dentro alle drammatiche vicende di quegli anni.
L’AUDIZIONE DI FABRIZIO VIOLA
L’audizione di Fabrizio Viola è andata esattamente come gli insiders del Caso Rossi immaginavano sarebbe andata; l’ex Ad di MPS ha ribadito di non avere letto, quel 4 marzo, la mail chiaramente suicidaria del povero Rossi (vi ricordate quando, solo poche settimane fa, l’avvocato di Antonella Tognazzi andò da Vespa, a mettere financo in dubbio che la stessa fosse databile a quel giorno, sic?); Viola ha soprattutto aggiunto che Rossi era letteralmente tormentato da due paure: l’essere licenziato (cosa che Viola ha escluso che sarebbe successo, e gli dobbiamo credere: in ogni caso il demansionamento era già iniziato, con la Dalla Riva che si era presa la Comunicazione interna), evento che per lui avrebbe rappresentato uno smacco non emendabile (come da chiarissima testimonianza della coach Ciani: ciò che poi ha detto in audizione vale parecchio meno di ciò che ha fatto mettere a verbale in Procura, e comunque questa circostanza specifica l’ha confermata financo davanti alla Commissione); in più, il terrore di essere arrestato, cosa che – fra gli altri – la stessa moglie, nella versione primigenia, aveva fatto mettere a verbale, con tanto di paura di essere portato in carcere a Borse aperte, con ulteriore crollo di immagine della banca (se solo avesse saputo cosa avrebbero fatto post mortem i suoi stessi familiari quanto ad immagine di MPS, chissà come avrebbe reagito…).
L’ex Ad di MPS ha poi ricordato le pretese economiche di Antonella Tognazzi, alla quale non bastava un Tfr ampiamente ritoccato in alto, una rimodulazione del mutuo a suo favore e financo una proposta di assunzione in banca (rifiutata non si è mai capito perché, peraltro): la vedova voleva molto, molto, più denaro. Non è una gran novità, ma benissimo ha fatto Viola a farlo presente.
Ha infine detto che lui un omicidio proprio non se lo riesce ad immaginare (in effetti, ci vuole una bella immaginazione per farlo), ma da questo punto di vista, a differenza di altri improvvisati esperti di criminologia, ha detto di “non poterci mettere il timbro”. Qualunque cosa, insomma, avesse detto sul 6 marzo, avrebbe avuto il peso dell’opinione di un assoluto profano, niente di più; l’importante è non arrivare a conclusioni alla Mussari Giuseppe, il quale non riconosce lo stile del Rossi dei tempi d’oro nelle tre lettere suicidarie, sic. Ecco, a questo Viola non è arrivato, accontentiamoci…
IL CLIMA CHE SI RESPIRAVA A SIENA
Oltre alla chicca di cui scriviamo sotto, però, la parte per noi più importante a nostro modo di vedere è stata quella concernente la rievocazione del clima che si respirava in the city of Sienina in quel 2013; questo è stato un passaggio sul quale merita davvero tornare, non soltanto perché ci fa tornare tutti più giovani.
Viola ha ricordato un’atmosfera indubbiamente pesante, pur da contestualizzare: in altre città – aggiungiamo sommessamente: anche toscane -, a fronte del crollo di una banca plurisecolare tale da impoverire tutta la comunità, cosa sarebbe accaduto? Interessante notare – in modo avalutativo, da pura sociologia weberiana – come, al di là delle vigliaccate anonime, l’unico evento che lo stesso Viola ha saputo ricordare, fu l’episodio con i tifosi del Siena calcio, squadra cui erano stati tolti finanziamenti. Una città in cui solo i tifosi sanno alzare la voce?
In ogni caso, dopo quell’episodio, Viola e Profumo furono addirittura messi sotto scorta; e qui entra in scena, in senso indiretto, il Caso Rossi: la diarchia MPS era sotto attacco, il clima era quello che era, eppure David Rossi NON ricevette neanche uno straccio di minaccia.
Ci vuole davvero sempre più coraggio, a sostenere la tesi omicidiaria: come già gli abbiamo scritto in settimana, onore dunque al “soldato nipponico”, nella giungla delle Filippine, Maurizio Montigiani, che fino alla fine continua a intravedere fantasmagorici scenari…
IL PADRE MORTO DI CREPACUORE (?): PER COLPA DELLO SCRIVENTE
Sia per il caso personale, che per il contributo di conoscenza che ci offre, il passaggio che ci ha più interessato è stato quello, in cui Fabrizio Viola ha buttato là di una cosetta che ovviamente si ignorava (altrimenti nel libro lo si sarebbe inserito subito, e con la dovuta evidenza): vedete che la Commissione serve, suvvia? Oltre a farci conoscere autoproclamati detective come gli onorandi Migliorino e Rizzetto, c’è anche dell’altro.
Viola ha ricordato di avere incontrato Rossi a novembre 2012, pochi giorni dopo la scomparsa del padre; il manager senese gli disse – e non abbiamo motivo di dubitarne – che il padre era morto “di crepacuore” (è davvero così? Solo i familiari sanno di cosa sia morto, magari potrebbero chiarire, toh), a causa del fatto che leggeva un blog – poi, in seconda battuta, diventati due – il quale aveva “martellato in modo inverecondo” il figlio. Messo insieme al mai abbastanza citato pezzo di Stefano Bisi che scriveva che David Rossi era una persona per bene che si era ammazzata per colpa dei blog (all’interno del quale, in effetti, si citava l’esperienza del dolore paterno), viene da chiedersi: ergo, lo scrivente avrebbe un paio di morti sulla coscienza, di grazia? Fatemi sapere, giusto per regolarmi per il futuro.
Messa, per ora, da parte la questione, arriviamo al contributo di conoscenza di questo passaggio: Rossi era in tutta evidenza entrato in una forma mentis paranoide, che accentuava problemi minimi – come è tipica prassi pre suicidaria -, già nel novembre 2012 (dopo che, infatti, c’erano già state le grandi perquisizioni della GdF del maggio 2012, l’inizio della fine della senesità della banca). L’impattante perquisizione del 19 febbraio 2013 è stata quindi solo l’acceleratore finale.
Salvo per i terrapiattisti, si capisce…
Sul clima pesante che ci sarebbe stato a Siena al tempo …
Non essendo un tifoso di calcio non posso ricordare l’episodio delle contestazioni subite.
Di certo Viola tagliando, come ha rivendicato, di punto in bianco ogni sponsorizzazione ha di fatto condannato il Siena al fallimento, con svincolo immedidato di tutti i calciatori, mentre se con pochi milioni si fosse potuto iscrivere al campionato non avrebbe perso né i finaziamenti della lega, né tutto il valore dei calciatori sotto contratto con grande danno per tutti.
Quindi, a ben vedere, i tifosi (e non solo loro) ne avevano ben d’onde di protestare nei suoi riguardi.
Mi ricordo perfettamente, invece, per essermi trovato lì per caso, l’ingresso del Mussari al palazzo di giustizia.
I tizi che tirarono le monetine saranno stati 3 o 4 ed il taglio era quello di qualche centesimo, tanto che mi ritrovai a pensare che evidentemente in città dovevano essere proprio finiti davvero i soldi ….
La famosa foto, poi, della smorfia del Mussari che cade, non rende affatto giustizia alla realtà della situazione.
Il nostro non era certo stato bloccato dai 3 facinorosi, appostati con i loro pochi nichelini dietro le siepine della Lizza, ma da un giornalista un po’ esuberante, che lo aveva placcato, per tentare di strappargli una improbabile intervista.
Non mi pare ci sia stato null’altro.
Sono certo che, per esempio, a Livorno, ma non solo, sarebbe successo parecchio, ma parecchio di peggio per molto, molto meno.
In verità questa secolare città (Saena Vetus, già vecchia nell’antichità …) incantata, ma dormiente, si è sempre fatta fare di tutto, ma proprio di tutto da tutti, praticamente senza mai ribellarsi e reagire, rassegnata ormai a sognarla soltanto la sua antica gloria e soprattutto la sua passata opulenza.
E adesso, come dicono in campagna, questi si lamentano anche di gamba sana.
Beffardo nella scelta fu’ del nome
Destin marrano che non vi consola
Riguardo il chi di piu’ certo che il come
Mise la robur con l acqua alla gola
Nella miseria nera et la ruina
Un forestier che si chiamava Viola
A evocazion di squadra fiorentina
Destin della citta’ volle beffarsi
Di banca squadra e gente di sienina
Potevan i tifosi non scaldarsi?
Per tal beffarda fine di lor squadra
Avean motivo di rammaricarsi
Conobbi uno ch era permaloso
E seguito’ diec anni a masticare
Senza di dassi pace oppur riposo
Robe che un gli riusciva d ingoiare
L eran a dire il ver robe pesotte
Che quarcheduno gni volle mputare
Lui le rimasticava giorno e notte
Gni riaggolavan in continuazione
L eran a dire i vero malefatte
Che chi conosca quella situazione
Potrebbe anche ragionevolmente
Attribuir a chi ebbe relazione
Con chi di giu’ casco’ pesantemente
Lanciatosi o buttato da qualcuno
Pe’ debolezza della propria mente
Raffa, se ti riuscisse sarebbe l ora di archiviare la cosa, avresti piu’ tempo da dedicare a cose piu’ interessanti, ormai costi’ siamo all gossip .
Se quarcheduno e’ stato lanciato o s’e’ lanciato dopo aver capito i dindi il potere e il frequentare certe genti in che situazione l aveva messo.
Amen e pace all anima sua.
Intanto già 35 morti per aver deciso di mandare le armi, e ancora non sono arrivate, e chissà se arriveranno mai sul campo a fare danno ai russi. La colpa è ovviamente di chi ha bombardato la caserma, ma cosa ci potevamo aspettare da Putin ?
La guerra si fa o non si fa.
Roberto, ti vedo davvero convinto di quello che scrivi, ma a questo punto mi sento di farti una domanda, soprattutto alla luce di quanto successo nel ventesimo secolo nella genesi del secondo conflitto mondiale. Come puoi pensare che Putin possa fermarsi, una volta concessa l’Ucraina alla Russia senza colpo ferire, come avresti desiderato tu, o ad oggi con parecchi colpi inferti ma con una resa incondizionata, come invocato da molti (deridendo e disprezzando un popolo e il suo orgoglio)? Non ci credo che qualcuno possa ritenere plausibile una soluzione simile. Il parallelo con la seconda guerra mondiale è assolutamente calzante, abbiamo una grande Nazione che ha perso una guerra (fredda in questo caso), i paesi vincitori che hanno sottovalutato la voglia di rivincita di quella nazione, trattando con sufficienza un popolo bellicoso e intriso di un senso di superiorità con antiche radici religiose e culturali, e un dittatore che catalizza gli umori peggiori dei suoi sudditi. Il risultato lo stiamo vedendo tutti, ma in giro vedo molti Chamberlain e Halifax, mentre di Churchill in giro proprio non se ce ne sono.
Siamo pratici. Razionali del problema:
a. La pista omicidiaria si sta rivelando da tempo un vicolo cieco e difficilmente porterà a colpevoli solvibili.
b. L’ipotesi suicidiaria ritorna ma l’istigazione al suicidio non è stata dimostrata nei due procedimenti penali quindi manca un responsabile tenuto a risarcire il danno.
c. Nessuno riporterà in vita il compianto David Rossi.
d. La situazione finanziaria del mutuo resta da gestire.
e. La commissione ha come mandato anche quello di accertare eventuali responsabilità di terzi. Il risultato dei lavori potrebbe essere del tutto innovativo.
f. In campo c’è una famiglia tenace, bene introdotta nei media, un avvocato di famiglia Deputato in Parlamento, una commissione fatta di esponenti politici che sta spaccando il capello in quattro.
g. Ultimo, una novità rispetto al 2013: al MPS c’è un nuovo MEF-management.
Il corso delle cose è sinuoso.
Una cosa e’ certa anzi 2
1) il defunto( rip) sapeva bene di dover continuare a raccontare a stampa ma soprattutto ad amici e conoscenti, che al monte tuttoandavaben, il suo lavoro era quello.
Quando e’ apparso evidente che al monte tuttononandavaben, il defunto da uomo riverito ,scappellato ,omaggiato e blandito da un popolino di leccaculo illusi e vani, forse ha visto la sua figura pubblica sgretolarsi.
Immaginate amici conoscenti adulatori ecc. , che da lui avevano ricevuto amplie rassicurazioni sulla solidita’ del monte e delle azioni obbligazioni ecc. che tali fresconi illusi rimbambiti avevano acquistato.
Lui che era pappa e ciccia col calabresello , come poteva continuare a presentare la faccia, quando tutti i suoi conoscenti ai quali aveva ripetuto il mantra ,state tranqui,state tranqui ,si son ritrovati un pugno di mosche in mano?
2)il fatto che dopo le perquise lui sia stato l unico a contattare la procura ,non avendo ancora ricevuto ne’ un avviso di indagine,ne’ una convocazione come testimone o persona informata dei fatti,testimonia la sua fragilita’ di nervi, e il suo disorientamento nel vedere la sua figura pubblica a cui evidentemente teneva ,rischiare di finire in pezzi.
Sappiamo bene che senza esame di celle telefoniche e riprese video, non e’ possibile dissipare l ipotesi di omicidio.
Sappiamo anche che la stessa famiglia con poca lucidita’ ha contribuito a distruggere gli abiti del defunto che avrebbero potuto essere un altro elemento utile.
Il resto,a questo punto possono essere solo …ipotesi induttive e deduttive.
Stare a fissarcisi sopra ancora dopo 10 anni, e’ roba da malati cronici di pruderie dietrologiche ormai impossibili da verificare.
Capisco che chi fu’ tirato in ballo come “responsabile” ancora voglia fare le sue dovute precisazioni.
Ma la cosa a sto’ punto ( anche vedendo il numero di commenti alle cronche della rosseide) sembra essere diventata ..noiosa.
Il 31/3 saranno auditi i responsabili e i tecnici dei Sistemi Informativi MPS. Era ora. E-R-A O-R-A! L’avesse fatto prima, la commissione, ci avrebbe risparmiato tutta una serie di contumelie e considerazioni supposte su date, mail, certezze di mail ed accessi al PC. Aspetto con ansia il confronto con gli On. Migliorino (in particolare sul fatto che l’utenza di Rossi era stata disabilitata… certamente, cosa si aspettava di diverso!?), Rizzetto e l’On. ridens Borghi. La verità verrà fuori e le chiacchiere ritorneranno a zero. Verranno fuori anche date e orari di effettivo accesso al PC. Il tutto… se l’avessero fatto prima…