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Tris domenicale: Nastasi (e Filippo Rossi), Ucraina, SMS…

Questa domenica, obtorto collo, è davvero impossibile non scrivere di tre argomenti di cogentissima attualità: la crisi ucraina, in primissimo luogo; il Caso Santa Maria della Scala, per stare a cose senesi (e culturali), infine l’audizione del PM Nastasi in Commissione-Rossi; la rubrica cultural-domenicale, dunque, non può che essere rimandata alla prossima puntata. Così va la vita, suvvia…

LA CRISI UCRAINA

Allora mercoledì o giovedì si comincia – secondi fonti USA -, con l’invasione dell’Ucraina da parte dell’orso russo: stiamo a vedere, ma di certo la diplomazia sembra avere spazi sempre più marginali, per non dire quasi inesistenti.

Tutti gli attori sulla scena devono mostrare i muscoli: Biden è in picchiata nei sondaggi, ha Trump alle calcagna e, soprattutto, deve rimediare alla ignobile figura dell’agosto scorso in Afghanistan, nonché lanciare un monito ai cinesi sulla questione Taiwan (li sì, che può scoppiare una Guerra mondiale); l’Ue è a guida francese, con Macron che è in piena campagna elettorale: detto questo, detto tutto; Putin, da par suo, fa il Putin: le parole del suo portavoce Peskov (“L’Europa…sarebbe più stabile e sicura se l’Occidente non fosse ossessionato dall’idea di sottomettere la Russia”) sono davvero inquietanti, giacché rilanciano il plurisecolare vittimismo antioccidentale russo.

Di certo, i putiniani cercano un pretesto per legittimare l’attacco: un Golfo del Tonchino versione 2022, insomma. Per saperne comunque di più, si torna a raccomandare la lettura di un libro che abbiamo recensito poche settimane or sono: “Russia: alla ricerca della Potenza perduta” (Eiffel), del senese Alessandro Fanetti.

In tutto ciò, è francamente di ardua lettura la posizione del Presidente ucraino Volodymyr Zelensky – una sorta di Beppe Grillo dell’Est -, il quale continua ad avere un atteggiamento a dir poco ondivago, raccomandando la calma a fronte di una escalation, da lui ritenuta solo eventuale (qualche soldato della fu Armata rossa, dislocato su migliaia di km di confine – bielorusso compreso – è ben documentato, sic); che churchillianamente si debba avere paura solo della paura, è cosa buona e giusta, ma arrivare a dire che “c’è troppa informazione sui media circa questa invasione…questo genera panico, non ci aiuta”, è davvero – andando ovviamente a memoria – un autentico primum. Non si smette davvero mai di imparare…

 

LA SINISTRA TORNA CON GLI “OPERAI” (FINALMENTE!)

Il 10 febbraio era il giorno del passaggio delle consegne fra Opera laboratori e la comunale Sigerico (ex Siena parcheggi, per capirsi), per quanto attiene al Santa Maria della Scala; le cose – su questo nessuno può nutrire dubbi – non sono andate al meglio, e lo spettacolo che si è palesato in Piazza del Duomo di sicurissimo non è stato edificante. A tutto questo, aggiungasi il fatto dei 26 posti da assegnare in loco: con procedura arenata, per ora, ai nastri di partenza.

Si segnala, per il tardo pomeriggio di lunedì, un evento da parte di docenti universitari ed intellettuali progressisti per manifestare contro questo modus operandi del Comune. A suo tempo, per dirne una, in questo blog si infierì non poco sugli spazi del SMS destinati – dalla precedenza gestione comunale – alla mitica zumba, dunque – dopo uno spettacolo diverso, comunque come detto non edificante – è legittimo che ci sia fermento, e polemico, in area piddina, o comunque di opposizione.

Resta però un fatto, inevitabile da segnalare avendo sempre avuto questo blog, negli anni scorsi, una posizione molto ostile ad Opera, pur riconoscendo – ci mancherebbe altro – le sue indubbie capacità di pubblicizzazione mediatica degli eventi: se Sigerico fallirà, allora sarà sacrosanto manifestare contro, e con veemenza; ciò detto, visto che la manifestazione avviene giusto giusto all’indomani della “defenestrazione” di Opera, con un tempismo che non lascia adito a dubbi: l’intellettualità progressista che si schiera a fianco degli “operai” – da sempre contestati in ogni modo, a sinistra, dall’onnipresente professor Montanari, per dire -, in quale altra città italiana l’avete vista? Opera laboratori – giusto per aggiungerne una – è la stessa che, tre mesi or sono, voleva montare quella orripilante struttura che avrebbe occupato una bella fetta di Piazza San Giovanni, o ci ricordiamo male?

Alla fine, insomma, secondo noi domani sera molti dei presenti – molti li conosciamo, e li stimiamo – saranno lì, davanti al Santa Maria, a manifestare: anche loro, ben lieti che finalmente Opera abbia fatto le valigie…

 

NASTASI, MIGLIORINO ED IL VICOLO BUIO (E FILIPPO ROSSI)

Purtroppo, per chi abbia come lo scrivente un pur residuale senso istituzionale, i lavori della Commissione di inchiesta continuano, con il consueto doppiopesismo: chi non è a favore della tesi omicidiaria, viene torchiato in stile Torquemada; chi, viceversa, mette in dubbio le tesi della Magistratura (nonché del buon senso), ottiene tappetini rossi. Se è un familiare, teino e pasticcini. Non a caso, Antonella Tognazzi e Ranieri Rossi sono stati auditi a Sienina: no tv (a circuito chiuso), no party, per loro.

In attesa di Mussari Giuseppe (il prossimo mercoledì pomeriggio) e del secondo PM (Aldo Natalini, giovedì), in settimana abbiamo assistito all’audizione fiume del PM Antonino Nastasi, il giorno prima – sia detto en passant – denunciato da Matteo Renzi per avere osato mettere in dubbio il suo cristallino modus operandi con la fondazione Open (il Silvione nazionale ormai è davvero invecchiato, ma c’è il suo degno successore, a livello di rispetto del potere giudiziario): dopo circa sette ore, Sherlock Migliorino avrebbe voluto continuare a torchiarlo, ma più potè il treno da prendere per il magistrato (forse ci sarà un secondo round, non si preoccupino i lettori).

Dopo domande fra il grottesco ed il surreale, denotanti il grado di conoscenza di come funzioni la macchina della Giustizia (c’è stato financo un Commissario che ha avuto l’ardire di chiedere a Nastasi se avesse informato David Rossi  dell’esito dell’impattante perquisizione subìta il 19 febbraio 2013: cosa che denota come molti – non tutti, fortunatamente – in questa Commissione siano ad un livello di sesquipedale ignoranza giuridica), verso il finale, Sherlock Migliorino ha calato l’asso pigliatutto: aveva in serbo la prova documentale (una foto tratta dalla Nazione di illo tempore), in cui si riconosceva Nastasi in Via dei Rossi, più o meno all’ingresso del vicolo del suicidio; Nastasi aveva detto 4 o 5 volte di non essere entrato nel vicolo, ma il giorno dopo qualcuno (chi, di grazia?) ha fatto filtrare la notizia che il PM ora fiorentino avesse mentito (peraltro, non si capirebbe il perché, su una circostanza di nessuna attinenza con l’inchiesta: ma qui siamo al pari del consulente che sostiene che l’orologio del Rossi è stato scaraventato giù dalla finestra una ventina di minuti dopo il presunto omicidio, evidentemente dall’assassino più idiota del globo, il quale sarebbe rimasto sul luogo del delitto così a lungo, prima di cimentarsi nel demenziale lancio).

La circostanza di Nastasi nel vicolo si è progressivamente sgonfiata, fino a quando – sul Corriere di Siena odierno, pagina 9 – si legge che lo stesso Sherlock Migliorino ha ammesso di non avere mai detto che Nastasi era entrato nel vicolo in questione (ma al Corriere di Siena, diretto da Davide Vecchi, non avevano saputo resistere dal titolarlo: chapeau per la figurona); come la mail “fantasma”, che fantasma non è mai stata, come tutta una serie di altre panzane, il tutto si è afflosciato nello spazio di poche ore (la telefonata della Santanché, quella meriterà uno spazio a parte: gli sviluppi sono tutti da seguire…).

In precedenza, fra le tante cose dette da Nastasi (tutte debitamente appuntate), ci permettiamo di segnalarne una, che ci pare non abbia avuto il dovuto risalto; allorquando il Pm Nastasi, la notte del suicidio, si recò all’abitazione del defunto in Via Garibaldi, accadde che “Filippo Rossi (il fratello minore di David, quello che accusò lo scrivente di essere il mandante morale del suicidio del fratello, Ndr) mi mise le mani addosso”; la sgradevolissima circostanza fu poi sedata dall’intervento dell’avvocato Lepri, ed in seguito Nastasi poté entrare nell’abitazione. C’era chi voleva prendere provvedimenti nei confronti del fratello (a rigor legislativo, ci sarebbero stati tutti), ma fu lo stesso PM – con una signorilità che non è da tutti – a dire di lasciare perdere, comprendendo lo stato d’animo alterato del soggetto; il giorno dopo, in Procura, “Filippo mi chiese scusa”, fa mettere a verbale Nastasi.

Lo scrivente, invece, dopo 9 anni da quel 6 marzo, le scuse da parte del fratello, per le cose gravissime che aveva scritto a caldo, le aspetta ancora: a caldo, certe cose si possono anche scrivere, ma a freddo bisognerebbe riconoscere l’errore commesso (anche perché l’hanno ammazzato, no?): si fa per dire, ovviamente…

 

Ps Noterella che sarebbe culturale, storica in particolare, ma che invece è soprattutto politica: siamo dunque reduci dalla settimana della Giornata del Ricordo, dedicata alla tragedia delle Foibe. In attesa di scrivere sul tema una cosina un po’ più articolata (oggi non c’è neanche lo spazio!), in particolare proponendo una data che dovrebbe (molto in teoria) mettere d’accordo tutti, che dire? Per ora, solo questo: davvero indegna, l’iniziativa dell’Università per stranieri sulla genesi politica della data. E non certo perché non si possa e debba dire che questa è una data (10 febbraio) spesso strumentalizzata a Destra. Se però si inizia a fare l’analisi del sangue (è proprio il caso di dire) delle date novecentesche da celebrare, si entra in un pertugio dal quale – date retta allo scrivente – non si esce davvero più…

19 Commenti su Tris domenicale: Nastasi (e Filippo Rossi), Ucraina, SMS…

  1. Paolo Panzieri scrive:

    Un presidente debole come Biden è il più grande pericolo per la pace, sia per il fatto che gli avversari degli USA sono naturalmente tentati di approfittarsene, sia soprattutto per la sua necessità di offrire all’opinione pubblica un tema diverso rispetto ai suoi continui fallimenti di cui discutere.
    Quindi, ragionevolmente possiamo sperare soltanto nell’intelligenza di Putin.

    Un tempo Sting cantava: I hope the Russians love their children too.
    Quella volta andò bene.
    Bisogna dire, però, che sulla plancia di comando c’era un vero cowboy e non il nonnetto un po’ sciroccato dei vecchi film western.
    Speriamo in bene.

    • filippo scrive:

      Invece un macellaio come Putin (vedi Caucaso) è garanzia di tranquillità.

      • Paolo Panzieri scrive:

        Sempre meglio avere a che fare con un autocrate, macellaio, comunista, ex capo del KGB, ma intelligente e perfettamente in controllo della sua nazione, che un presunto buono (seppur non ancora insignito del Nobel per la pace per i suoi bombardamenti …) ultrademocratico, ma palesemente rimbambito e ormai con la poltrona traballante.
        Nessuna garanzia, per carità, soltanto un’aspettativa che sappia quando gli conviene fermarsi e ragionare.
        L’altro purtroppo no.

        • filippo scrive:

          Oppositori politici arrestati e zittiti. Giornalisti ammazzati. Uso sistematico di milizie irregolari prive di segni distintivi. Vittimismo revanscista tipico dei nazionalismi. Come detto sopra, il laboratorio dove Putin ha forgiato il suo modello di politica estera è stata la Ciscaucasia, non proprio un capolavoro. Capisco però che chi si abbevera solo alle fonti di informazione più immediate, difficilmente ricorda qualcosa oltre i disastri americani in Afghanistan, Iraq ecc. degli ultimi vent’anni. Inoltre, le voci “fuori dal coro”, oggi, amano molto sfoggiare questo realismo politico illuminato, per cui contano solo i risultati (che mal che vada si aggiustano con la propaganda) e mai i mezzi. Il perfetto controllo di Putin riposa su un sistema repressivo brutale che tiene le redini di una società lacerata da disuguaglianze interne che non hanno nulla da invidiare a quelle dei mitici USA. Però oggi è più di tendenza simpatizzare con la Russia in chiave anti americana, perché regala un allure da barbuti intellettuali pensosi, da pericolosi dissidenti: del resto, è la posizione del blocco politico maggioritario alle ultime elezioni e favorito alle prossime (Russia: Lega + FdI; Cina: M5S + ex DS).
          Ma forse la cosa più triste è il fattore generazionale: Putin piace agli ultracinquantenni nostrani – i suoi più strenui avvocati – perché forse sono bisognosi di uomini forti che virilmente mantengano il controllo della situazione, costi quel che costi. O magari, è una specie di rivincita di chi non era comunista, ma sotto sotto avrebbe voluto esserlo.

    • Marco Burroni scrive:

      Credo sia il caso ricordare che questa guerra non l’hanno iniziata gli americani ma i russi, che 8 anni fa hanno invaso la Crimea e il Donbass e da allora cercano di destabilizzare l’Ucraina. Ora i russi ammassano truppe al confine e
      la colpa sarebbe degli USA e di Biden? Ma come cavolo ragioni? confidiamo pure nella “saggezza di Putin” ma e’ evidente che sulla tua non si puo’ proprio fare affidamento…

      • Paolo Panzieri scrive:

        Prima di emettere certi giudizi, però, bisognerebbe avere almeno presente il quadro storico e politico della situazione e non abbeverarsi soltanto a quello che la propaganda USA (del dopo Afghanistan) giornalmente ci propina.
        Quasi mai la realtà è così netta come te la rappresentano.
        Nella fattispecie la Crimea non c’entra nulla con l’Ucraina, fu aggiunta nell’era del socialismo reale, il Donbass, poi, è abitato prevalentemente da popolazioni russofone.
        Sono popoli che in Ucraina non vogliono proprio starci e desiderano ricongiungersi con la madrepatria o comunque avere una autonomia.
        E questo è un presupposto che non può essere ignorato, da nessuno.
        Poi c’è l’altra questione della NATO che avanza ad est …
        Certamente che sono i Russi gli aggressori, ma essendo guidati da un leader indubbiamente capace, che non ha bisogno di cercarsi la legittimazione all’estero, non scateneranno mai la terza guerra mondiale.
        I loro obbiettivi sono chiari e limitati.
        Quello che volevo rappresentare io (ma non sono il solo, se allarghi solo un poco il tuo orizzonte scoprirai che è un’opinione molto diffusa) il pericolo per la pace, come sempre è successo nella storia, viene dai leader deboli e poco capaci.
        Tutto qui.
        Spero tanto che i fatti non ce ne offrano una dimostrazione pratica.
        Comunque sono contento che tu non conti sulla mia presunta saggezza.
        Ognuno deve usare la propria testa.

  2. Daria gentili scrive:

    Premesso che io li vedo come il fumo negli occhi, è senza dubbio legittima, ci mancherebbe altro, la manifestazione di stasera della migliore intellighenzia di sinistra ……quella che, è sempre bene ricordarlo, durante il sacco della Banca/Fondazione negli anni passati, ha assistito silente, senza colpo ferire

    • Roberto scrive:

      Beh, non mi pare che all’epoca qualcuno, e in particolare da destra, abbia detto qualcosa, anzi….chi andò a capo di Antonveneta?

      • Daria gentili scrive:

        meglio lasciar perdere……
        Ma ripeto, per me, vedere, l’altra sera, la schiera di intellettuali senesi sulle scale del Duomo a pontificare è da piangere.
        Al momento in cui, forse, avrebbero fatto comodo tutti rintanati senza fiatare…….che pena!!

        • Holden Caulfield scrive:

          Per riassumere: in passato molti hanno preferito chiudere gli occhi coprendoseli col caviale, oggi invece altri continuano a chiudere gli occhi, purtroppo però con la mortadella, che il caviale è finito ed il piatto piange.

  3. San Valentino scrive:

    Un saluto e un “in bocca al lupo” a Sara Pugliese.

  4. Holden Caulfield scrive:

    Off topic bello grosso:
    L’ex assessore Sara Pugliese ha messo una bella pietra tombale alla gestione De Mossi. Al netto di ipotetici secondi fini e di nuove aperture per la campagna elettorale prossima ventura, che immagino verranno esternati a destra e (non) a manca, ha dipinto un affresco spettacolare. Ha lavato i panni in piazza, finalmente. Vediamo se ci sarà ancora qualcuno pronto a negare che il re sia nudo.

  5. UN AMMIRATORE DA TEMPI NON SOSPETTI scrive:

    Caro Eretico, il passaggio su Filippo Rossi che è stato affrontato dal dottor Nastasi mi sembra significativo della mentalità della famiglia: il problema della morte (un suicidio come, purtroppo, moltissimi altri, anzi questo molto più annunciato e prevedibile) è sempre e solo degli ALTRI, che siano i magistrati, i blogger, i poteri forti minacciati o Pinco pallino.
    Quanto alle dimissioni della dottoressa Pugliese, a me dispiacciono perché mi sembrava una persona garbata che cercava di darsi da fare in un settore non facile, nel quale sicuramente non aveva una grande esperienza specifica. Non so ovviamente cosa succederà adesso, ma è chiaro che ci vorrebbe un nome di peso. Credo che molti lettori del blog una idea ce l’avrebbero.

  6. Michele vittori scrive:

    Nel ruolo di assessore alla cultura il profilo più adatto e condiviso è quello del,prof. Raffaele Ascheri, un intellettuale apartitico e civico con tutte le carte e l’esperienza in regola per rivestire tale ruolo.
    Ma, non penso che possa rendersi disponibile a fare la comparsa di un teatrino dove il palcoscenico è di esclusiva .
    In merito al fumo negli occhi, chissà cosa rappresentano invece quelli che sono dentro al palazzo, nel merito di quanto è come hanno agito fino ad oggi….
    La sig.ra si offese alla censura di un suo pensiero, ma per ora un individuo arrogante, autoritario e autarchico! Coerenza….

  7. Spettatore critico scrive:

    Un’altra cosa che ha detto Nastasi è che sul telefono del Dott. Rossi la moglie era registrata in rubrica come Toni; e Toni_etto su instagram… ma lui non la chiamava mai Toni.
    Comunque tutta questa narrazione della seconda indagine, e il tam tam seguito, io credo stia nuocendo all’immagine del Dott. David Rossi, stimato professionista fino al 5/3/2014 (data della prima archiviazione). Poi l’effetto successivo che è andato in onda tra i mille tentativi di accreditare la tesi l’omicidio è stato anche quello di evidenziarne tutta la fragilità emotiva. Non possono non venire in evidenza nelle note dei magistrati e della commissione, che pure dovrà pronunciarsi sui fatti certi avvenuti in precedenza alla sera del 6/3/2013, i tagli sulle braccia autoinferti, la mail, quella del 4/3 HELP e le altre mail ansiose verso Viola. Mail di un Manager che, vox populi, si ritiene debba mantenere la dovuta freddezza essendo a capo della potente macchina comunicativa di MPS che invece mostra al Dott. Viola e alla funzione del Personale tutta la sua fragilità emotiva in uno scenario temporale parecchio critico da gestire. Sia sul lato della comunicazione sia giudiziario. Avendo peraltro subito il cambio della guardia protettiva precedente (Mussari), con una nuova che non faceva alcuno sconto, specie dopo le dichiarazioni di Profumo del 2012 che… “i dirigenti si possono licenziare”… https://st.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-07-19/profumo-dirigenti-troppo-140402.shtml?uuid=Abr8iMAG … e che aveva proprio nella funzione personale il braccio armato di tale politica di riduzione. Al di là delle rassicurazioni di facciata, i Dirigenti erano quindi tutti in ambascia, correvano tutti sulla lama di un sottilissimo e affilatissimo rasoio, con una spada di Damocle, non al di sopra della testa, ma proprio “appoggiata sul cuoio capelluto con già una goccia di sangue trasudante” (come ti muovi ti fulmino). In questo scenario il suicidio era la tesi che valorizzava la bella figura del Dott. Rossi, una persona dignitosa, professionale. Capace. Amorevole. Capace, pur senza pressioni, di dare finanche una lezione di stile al nuovo management … “non tirate troppo la corda sui dirigenti e personale MPS”. Perché arrivato dov’era per la sua capacità di gestire la comunicazione e creare humus favorevole alla sua azienda e favorevoli collegamenti mediatici verso MPS. Suicidio che aveva deciso lui stesso per porre termine a ciò che non poteva più sopportare: gli intrighi che lo vedevano estraneo, il clima esterno pesante che respirava, il clima sui dirigenti MPS. Lo dice lui stesso nell’ultimo biglietto. Lo dice la Dott.ssa Ciani.
    L’insistenza sulla tesi dell’omicidio invece è una cancellatura “a catrame” sulla bella immagine del Dott. Rossi. Solo gli sprovveduti possono credere che sia una pista che si possa seguire senza gettare merda sulla figura del Dott. Rossi. Perché chi ha um minimo di buon senso si pone la domanda: ma cosa sapeva realmente di tanto grave da costituire movente di omicidio? E non solo. Ma subito dopo viene in mente la seconda domanda a qualcuno più esperto… E se sapeva cose così compromettenti perché non ha riferito tempo per tempo alla vigilanza Bankit come Whistleblower? e tirarsene fuori? o agli inquirenti prima del 6/3? In somma la tesi dell’omicidio credo non getti affatto una buona luce sul Dott. Rossi che per certo non meritava ne da vivo né da morto alcuna gogna o sospetto alcuno perché in fondo lui restava solo e solamente il capo della comunicazione, ma non aveva alcuna competenza tecnica sulle vicende finanziare oggetto di scandalo. Tant’è che MPS nomina un “comitato di crisi interdisciplinare” e che la questione derivati e causa a Nomura e Deutsche, CDA 28/2, fu affidata al Dott. Mingrone. E’ tutto agli atti. Sostenere che il Dott. Rossi fu ucciso sol perché voleva parlare con i magistrati significa infangarne la memoria o come omertoso o come colluso, non come testimone. Un testimone quando chiamato dice tutto quello che sa. Era una brava il Dott. Rossi, limpida persona che non aveva informazioni tecniche tali da poter valutare atti e responsabilità su un’attività quale quella bancaria che + una delle più complesse. E che in tutte le banche sono competenza esclusiva della tecnostruttura sovraordinata, con preposti responsabili e specializzati. Rossi non aveva competenza né di ruolo né di studi per valutare decisioni in ambito finanziario e non era lui la fonte diretta cui attingere notizie di reato (Laureato in Lettere moderne con indirizzo artistico storia dell’architettura e giornalista professionista). Ciò che poteva sapere erano le lobby senesi ma questo è lontano dalle responsabilità dirette e penali di chi assume poi le decisioni perché non basta dimostrare la lobby ma serve dimostrare che l’atto sia perseguibile penalmente. Spero la commissione faccia chiarezza definitiva. Tuttavia la commissione deve mostrarsi imparziale, altrimenti i dubbi non verranno dissipati.

  8. Marianna scrive:

    Con le dimissioni di Pugliese, che ha deciso di lavare i panni sporchi in pubblico, continua lo stravolgimento delle rappresentanze in consiglio comunale. Con una serie di abbandoni, dimissioni e passaggi altrove, la componente civica della maggioranza prende sempre di più le distanze dal sindaco, che rimane cosi prevalentemente appoggiato dalla destra. In questo modo ci troviamo di fronte un’ amministrazione molto diversa da quella espressa dalle elezioni del 2018.
    P.S
    La Pugliese non avrà avuto una competenza specifica per l’assessorato alla cultura, ma è altrettanto vero che neanche De Mossi ce l’ha e soprattutto in quattro anni non è riuscito a trovare qualcuno che ce l’ha.

  9. Michele vittori scrive:

    Ultima becera sparata la strumentalizzazione politica in merito al palio….la sx ha sbagliato e di brutto( mentre la dx ciucciava dalle stesse puppe), ma questa amministrazione neroverde fa veramente desiderare di meglio ( o cacare , per usare il loro linguaggio!)
    Siena si merita di meglio.

  10. Marco Burroni scrive:

    Non sapevo di questa accusa all’eretico da parte della famiglia Rossi. Pero’ora che abbiamo trovato un mandante morale perche’ non si trova anche quello materiale? Credo infatti che sarebbe lecito, dopo 9 anni dai fatti, chiedere ai sostenitori della tesi omicidiaria qualche elemento in piu’ a sostegno delle oro idee. Non ho seguito il caso, a differenza dell’Eretico, ma mi pare che non sia mai stata proposta un’ipotesi seria su chi abbia ucciso Rossi, a parte vaghe accuse a vari “poteri forti”.
    Mi piacerebbe capire invece se esiste una pista realistica da seguire; l’assassino ed i mandanti hanno ucciso Rossi perche’ aveva fatto un “errore” nel suo lavoro ( l’ormai celebre “cazzata”)? Su cosa stava lavorando Rossi negli ultimi mesi di vita? Aveva ricevuto minacce, intimidazioni, lettere minatorie? E se invece il suo omicidio fosse legato alla vita privata? Agli ormai celebri fastini? E’ stato uno degli ormai celebri “orgiastici pervertiti” a farlo fuori? Si sono fatte indagini su questa presunta doppia vita? Perche’ se non ci sono elementi seri su cui indagare bisogna pensare che ad ammazzare il Rossi sia stato un fantasma… magari quello di barbicone, viste le modalita’ dell’omicidio.

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