Habemus Mattarellam (sed non gaudeamus)!
Scriviamo questo pezzo – in ritardo rispetto all’abitudine infrasettimanale, ma il “romanzo Quirinale” ha la sua tempistica – mentre è in corso la votazione decisiva, quella che eleggerà Sergio Mattarella al suo bis; con orgoglio, il candidato del blog – l’architetto e senatore a vita Renzo Piano – non ha preso neanche un voto, ergo è stato meno votato di Amadeus, di Giletti e di Mario Andretti: da un siffatto Parlamento, non c’è da rattristarsi, anzi…
LA TEMPISTICA
Questa storia della tempistica sulle elezioni, della loro presunta lunghezza, in tutta franchezza, in redazione la si trova un po’ stucchevole: come ormai tutti sanno – in questa settimana, in cui gli italiani sono diventati tutti quirinalisti -, solo Cossiga e Ciampi ce l’hanno fatta al primo botto; e soprattutto: in tempi assai perigliosi – secondo noi, ben più di quelli attuali: la gente non usciva da casa non per il Covid, ma per la paura di essere rapinata, sequestrata o di beccarsi una spranga sulla groppa o una pallottola vagante -, nel 1978 l’ottimo Sandro Pertini fu eletto ben oltre l’ottava “chiama”.
Le chiacchiere da bar, quelle all’insegna del “ma questi vogliono mangiare una settimana in più”, fanno capire a che livello – e qui siamo a parlare del “popolo”, non dei Deputati – siamo arrivati: come se un parlamentare avesse bisogno di votare per il Presidente, per percepire lo stipendiuccio; e poi, questa insopportabile retorica della fretta, questa demenza da social che corrode le menti (quel che ne resta): come se ora – con il nuovo Presidente, anzi quello di prima – si risolvessero tutti i problemini.
La questione vergognosa, oltre ai buontemponi che votano Amadeus o Galliani (peraltro senatore), o Mario Andretti -, è la pochezza della classe politica, non certo la manciata di votazioni in più: dalle leadership, fino ai cosiddetti peones, che fanno i conti con la testa a settembre. Una classe dirigente (si possono fare eccezioni? Bravo chi le trova, davvero) che sembra procedere a tentoni, con dei suggeritori a dir poco imbarazzanti (i Casalino, i Bettini, da una parte; dall’altra, temiamo che Salvini abbia fatto da solo, ed è semmai inquietante la familiarità con il Denis nazionale). Con la Meloni che pone legittimamente – ne scriviamo sotto – la questione della parola data da Mattarella in uscita, ma la quale, subito prima, avrebbe voluto Draghi sul Colle, pur di andare alle elezioni: della serie, il Premier per me è un incapace, ma a fare il Presidente lo vedo benissimo (come scrive Minzolini nel suo odierno editoriale su Il Giornale).
Non sembri populistico – magari lo fosse – il concludere dicendo che questo Parlamento non rappresenta il Paese (pieno di furbastri, delinquenti, evasori, raccomandati e via discorrendo): purtroppo, riesce nell’impresa titanica di essere peggio. Sapete perché? Per esempio, per il fatto che coloro i quali – sono il gruppo più numeroso, ricordiamolo! – erano stati votati per cambiare in modo palingenetico le cose, si sono adeguati davvero a tutto. Insomma, finché la barca va, lasciamola andare: se appartiene a Vincenzo Onorato, meglio ancora…
HANNO VINTO TUTTI (ECCETTO LA DECENZA)
In ogni caso, quella che Marco Pannella chiamava la “partitocrazia” ha vinto, su tutti i fronti; con il ritorno di Mattarella, infatti, abbiamo l’unica possibilità – per i Migliorino della situazione – di arrivare indenni a settembre, facendo scattare la agognatissima pensione (tutte le altre soluzioni, la avrebbero vista a rischio). Chiamali scemi…
Detto dei peones, arriviamo sul personale: il Silvione nazionale, con questa soluzione, riguadagna una decina di anni di vita, giacché il suo “dopo di me, il diluvio” si concretizza, titillando il suo orgoglio personale (“solo Lei, Presidente, sarebbe potuto salire al Colle, solo Lei”, gli staranno dicendo da stamattina i corifei più berlusconiani di Berlusconi); Giuliano Amato, da par suo, si consola con l’elezione alla Consulta, all’unanimità (sull’organigramma del tennis club di Orbetello, ammettiamo di non essere più preparati); Casini – colui che si sposò con Azzurra Caltagirone davanti al lorenzettiano Buon Governo, nel 2007 -, da par suo assurge ulteriormente al ruolo di statista, con la conferenza stampa in cui – ormai strasicuro di essere fuori dai giochi – invoca l’unità nazionale, raccomandando di non votarlo: al prossimo giro, parte in pole position, tranquilli.
Un po’ distonica – questo va detto – la senatrice Casellati, che ieri ha raccattato la più sonora delle sconfitte: ma resta la seconda carica dello Stato (questo è da capire: il perché lo sia potuta diventare), e in cuor suo, con la sua capacità di autocritica, potrà dare in aeternum la colpa a chi l’ha mandata allo sbaraglio (ma lei, il polsino della situazione lo sa cosa sia?).
Infine, a proposito di decenza: tutti i leaderini corrono ad intestarsi la vittoria (che non esiste tout court, peraltro); e qui, per l’appunto, il privativo “in”, al sostantivo “decenza”, lo si può aggiungere. Lo si deve, per dirla tutta…
LA PAROLA DEL PRESIDENTE
Last but not least, c’è la questione personale di Mattarella. Nessuno discute l’autorevolezza istituzionale e personale creatasi e consolidatasi durante il settennato 2015-2022, ci mancherebbe; e non parliamo di buona parte delle candidature alternative, sic. Il fatto, però, resta: la parola data, dovrebbe pur valere qualcosa, e Mattarella dell’assicurazione che non avrebbe fatto di nuovo il Presidente aveva fatto un autentico mantra.
Non è infatti la questione da porre questa: “Accetterà Mattarella?”; la questione è se sia aderente al concetto di decus politologico, il bypassare ciò che si è ripetuto pubblicamente per mesi.
Mattarella la sua parola l’aveva data in tutte le salse – molto più che Napolitano nel 2013 -, ed in un contesto che è rimasto il medesimo: la pandemia – Omicron compresa – c’era anche quando diceva che mai sarebbe tornato al Quirinale; il Pnrr da completare – compito precipuo del Governo, peraltro – c’era anche quando si postavano le foto del trasloco dal colle più alto. Ed anche i bambinetti al parco giochi, sapevano che, in caso di problemi, i Partiti sarebbero andati a pietirlo.
C’è di più: la votazione pomeridiana di ieri, con solo il centrosinistra votante, ha confermato che di fatto la candidatura – di cui nel 2015 fu demiurgo Renzi – era prevalentemente voluta da questa metà, di fatto rendendo – oltre al passato pre 2015 – Mattarella una figura un po’ meno bipartisan di ciò che tutti continueranno a sbandierare.
Al di là della Waterloo della Destra, che è costretta ad accontentarsi di meno di un pareggio dopo avere voluto stolidamente stravincere (e vediamo adesso che succede, al suo interno), a perdere è la credibilità delle figure istituzionali; da oggi in poi, dobbiamo registrare un nuovo verbo: “mattarellare”. Nel senso che si può dire una cosa per mesi, e poi farne un’altra, del tutto opposta: se vale per la prima carica dello Stato, che valga per tutti…
Ps In settimana, ci ha lasciato Eugenio Conte: per dirla con Enzo Biagi, era da qualche anno nei “tempi supplementari della vita”, divenuto a suo modo testimonial locale dei cardiotrapiantiati; andare all’Agenzia delle entrate non è mai il massimo, ma l’incontrare in loco Eugenio poteva riscattare anche quello. Lo ricordiamo così, insieme alle sornione cene selvaiole in cui raramente faceva mancare la sua presenza.
Ps (del dì seguente) Come prevedibile, il centrodestra è di fatto imploso: la Meloni può catalizzare parte del forte malcontento (che non trapela dalle grida entusiastiche di gran parte dei media) per una scelta spudoratamente autoconservativa (del Presidente e del ceto politico), ma va aggiunto che – da sola – va poco lontano; dall’altra parte, volano gli stracci nel Movimento 5 stelle, fra Di Maio e Conte, con Di Battista schierato a favore del secondo. Colpisce però lo straordinario tempismo di Grillo, che aveva scritto un tweet (fonte: Il Fatto) pro-Belloni, allorquando era già stata trombata (termine politologico, eh): che triste declino, per lui…nel Pd, invece, tutti contenti (anche se Letta era per Draghi Presidente, pare proprio di ricordare).
Un paese allo sfascio senza futuro alcuno! Quello che è successo oggi è vergognoso e grottesco!
Quanto giubilo nel partitino degli scik… il loro presidente è di nuovo in sella…
Lettura semplicistica. Una volta fatto fuori Draghi dai veti incrociati, quella di Mattarella era l’unica possibile elezione che avrebbe potuto lasciare il Presidente del Consiglio in carica con una legittimazione forte. L’alternativa sarebbe stata far esplodere tutto con un salto nel buio pericoloso. “Un uomo delle istituzioni” come te, caro Eretico, dovrebbe capirlo. Stiamo vivendo le conseguenze del no al referendum istituzionale confermativo di qualche anno fa, con il quale abbiamo (hanno) buttato il bambino con l’acqua sporca paralizzando un sistema politico in coma. Per questo trovo ingeneroso sottolineare “l’assicurazione” di Mattarella, che ha dovuto contraddire se stesso (a te piace farlo? A me no) per senso dello stato. Un ottantatreenne che ha occupato la più alta carica dello stato per sette anni con decoro e con un profilo tutto sommato moderato, mi pare si possa ritenere indenne da accessi di narcisismo (che invece vedo abbondare dalle nostre parti).
Caro Holden,
tutto puoi dire, fuorché “semplicistica”; comunque, visto che mi tiri in ballo come “uomo (omino) delle istituzioni”, ti rispondo subito: se io, negli ultimi mesi della mia presidenza della comunal biblioteca (non proprio della Repubblica) dicessi urbi et orbi che mai e poi mai rifarei il Presidente, dopodiché, siccome uno bravo come me non si trova più (è autoironico, eh), mi ripresento e faccio il Presidente, chiunque sarebbe accreditato a tirarmi i carciofi di rito nel muso, fra frizzi e lazzi. Mutatis mutandis…
L’eretico
L’unico bambino da buttare con l’acqua (parecchio) sporca sarebbe stato il promotore del referendum. Mattarella ha sbagliato a non sciogliere le camere, non considerando come avrebbe dovuto, le bassissime motivazioni politiche di ognuno degli attuali parlamentari (con rarissime eccezioni).
In pochissimi giorni i migliori hanno messo Frattini al Consiglio di Stato (dove si era recentemente distinto per un pronunciamento contro il Tar sui protocolli covid estremamente filogovernativo), Amato alla Corte Costituzionale (no comment), e Mattarella al Quirinale a scaldare lo scranno a Draghi.
Uno firmerà as usual qualunque porcata (non ultima la proroga dello stato di emergenza oltre i limiti di legge), gli altri saranno garanti dell’applicabilità/imponibilità di tali porcate
Non poteva, nel semestre bianco…
… ovviamente prima del semestre bianco, magari alla fine del Conte 2.
Su Quirinale, Consiglio di Stato e Corte Costituzionale spero vivamente di essere smentito dai fatti, ma con quello legislativo succube del governo, mi pare proprio che i poteri siano troppo accentrati. E non è mai una cosa buona
E il pronunciamento di Frattini sulle raccomandazioni non era filogovernativo ma solo filosensologico.
Una commedia di arte povera incentrata su scatoloni vuoti da finto trasloco. La realtà, e chi ha votato Mattarella lo sa bene, è che se dovessimo tornare alle urne di questi mille ne rimarrebbero forse cento.
Habemus il cartonato di nuovo. In fondo rappresenta la nostra classe politica; immobile, statica, ottima per le foto perché non viene mai mossa.
Il rinnovo è simbolo di un paese dominato da non giovani (per anagrafica o per mentalità)
I politici non arrivano da Marte, “sono intorno a noi, in mezzo a noi, in molti casi siamo noi” (peones inclusi).
Un popolo unito nell’anelare la pensione.
È una vittoria anche della tecnocrazia: si parla sempre dei politici ma nel declino strutturale di questo paese le responsabilità degli apparati sono cruciali.
buongiorno Eretico, as usual ottimo pezzo condivisibile in toto
mi permetto una piccola correzione nell’aggettivo dirigente (Una classe “dirigente” (si possono fare eccezioni? Bravo chi le trova, davvero) che cambierei in “Digerente” … e una piccola considerazione su Mattarella che, a questo punto, se si fosse rifiutato avrebbe davvero lasciato nel caos il suo settennato proprio per l’incapacita della classe digerente di cui sopra e che grazie a questa ha fatto la figura di un uomo tutto d’un “pezzetto” dato il mantra che ha portato avanti e come giustamente sottolinei (se pure la parola del PdR non vale nulla …..)
in ogni caso stendiamo un velo pietoso sulla politica italiana
buona domenica
Il velo va steso sul centrodestra:
Prima ha ceduto alle pressioni( ricatti) di un condannato che sta più in ospedale che a casa, poi ha consegnato il pallino del gioco al più imbecille di tutti, che si è incartato da solo bruciando quirinabili impresentabili( forse eccezion per il pera) in special modo la serbelloni vien dal mare, che ne è uscita devastata nello spito e nell’onore, per poi cedere alla sinistra su tutto( belloni, mattarella, anche diabolico pur di metterci il cappello sopra!).
Gli altri due, pedine fuori dello scacchiere.
Aborro al pensiero che questi possano ( dio non voglia) governare il paese.
E a siena non siamo da meno, anzi, è la cartina di tornasole che questa destra non è all’altezza .
Un’altra destra è possibile. Questa no.
Per fortuna ci sono Iv, PD e lei, altrimenti avremmo rischiato di avere la Belloni presidente
Ah, Matteo Salvini che danni hai fatto! Ed ora ci sorbiamo altri 7 anni di cartonato ed immobilismo. Ma tanto l’Europa è contenta. l’unica speranza è che Draghi faccia qualche riforma, ma lui, ricordiamo, non è un politico. Da che parte li guardi, i nostri politici non si sono dimostrati ancora all’altezza. Speriamo bene.
Per la seconda volta dopo il Papeete (quando voleva far fuori Conte ed invece fu fatto fuori lui dal governo), Salvini è partito per suonare ed è stato suonato. Voleva creare il primo Presidente della Repubblica di destra, ha finito col nominare lo stesso Presidente della Repubblica eletto dal PD sette anni fa.
Mattarella legittimato da maggioranza parlamentare di peones, che sono sempre là grazie a lui, che hanno barattato lo stipendio con la nomina del capo dello stato, sfanculando le posizioni dei vari leader…….ed ora si riparla di legge elettorale proporzionale.
I sinistrorsi. La sinistra, quella vera, era sinonimo di libertà di espressione e pensiero. In teoria doveva essere imparziale nella visione storica nemica della censura. Invece no. I seguaci del PD che si ritengono di sinistra, loro, si sono dimostrati gli ennesimi censori, sacerdoti della verità, la loro. Nel pratico spiego il fatto. In questi giorni è stata celebrata la giornata della memoria; giuste le commemorazioni di tanti innocenti morti nei campi di concentramento. E sono stati programmati film rievocativi tra cui anche quelli che nominavano tanti eroi che hanno salvato molti ebrei, a cominciare quello ormai di norma il film “Schindler list”, e via dicendo. Nulla da dire; la storia del tedesco buono va sempre bene, però è stato dimenticata la figura di un italiano che ne ha salvati molti di più del buon Schindler: Giorgio Perlasca. Questa persona fu da giovane un fascista e partecipò da volontario alla guerra civile in Spagna, poi dopo le leggi razziali iniziò ad avere i primi dubbi e se ne allontanò. Come noto, mentre gli altri scappavano dopo l’invasione nazista in Ungheria, si spacciò console spagnolo e salvò migliaia di ebrei. Poteva scappare e fregarsene della sorte di tutte quelle persone innocenti, ma non lo fece. Rischiò di essere giustiziato dai russi vincitori, era sempre un ex fascista, tornò in Italia dove inviò un memoriale al governo italiano e spagnolo, ma non venne creduto e quindi continuò a vivere una vita normale. Solo la segnalazione dello Stato di Israele nel 1989, da parte di famiglie ebree da lui salvate, riportò alla luce tutta la vicenda con successive inchieste, il libro di Deaglio ed onorificenze dall’Italia ed Ungheria. Concludo dicendo che questa brava persona, un eroe italiano, non l’ho mai sentito nominare (almeno da quello che visto in televisione) in queste ultime commemorazioni. Eppure nel passato venne trasmesso un interessante sceneggiato con Zingaretti protagonista che parlava della sua impresa. Non è che essendo stato un ex fascista -poi pentito- qualche radical chic ha ritenuto opportuno di censurarne il ricordo? Pensare male è peccato, ma spesso ci si indovina.
Il mio voto Salvini non lo rivede più neanche col binocolo! Giorgia Meloni ultimo baluardo! Per quanto riguarda il PD, mi stupisco che qualcuno si stupisca! Hanno fatto il peggior ostruzionismo… e ottenuto quello che volevano!
Da dire oltre a tutto quello già detto su Mattarella bis? Oltre all’immobilismo dei nostri politici altri mesi di Bengodi per molti senatori/deputati che non verranno riconfermati dopo le elezioni del 2023. La netta maggioranza saranno del Movimento 5 pecore opps, volevo dire stelle. Tante promesse, nessuna mantenuta.
A nominare un signore ottantenne per ulteriori 7 anni bisogna dire che ci vuole anche coraggio.
Quando finirà il mandato avrà 87 anni …
Meno male non possediamo missili e valigette coi codici di lancio da affidargli.
Negli USA stanno avendo non pochi problemi in proposito col loro vecchietto …
Le gherontocrazie occidentali.
Fermi a 21 commenti. Tutti a vedere San Remo? Alla lobotomia generale del popolo italiano? Io ho visto altri canali quando non ho deciso di fare una sana passeggiata nella tiepida e calma notte senese. Eppure di argomenti da commentare ce ne sarebbero molti. Il nuovo Presidente (!!!). Il futuro del Paese davanti ad una inflazione galoppante ed una ripresa sempre più in dubbio. Ed i soldi promessi dalla UE sono arrivati? Dopo la sua vittoria nel collegio di Siena, un certo Letta promise che si sarebbe occupato in prima persona di usarne qualche soldo per finanziare l’ammodernamento della ferrovia Siena-Empoli; nei media io finora non ho letto nulla. C’è bagarre al Monte e non si prevede un esito finora chiaro per Siena. L’emergenza covid è finita o no? Tutto finora tace o si sorvola su tutti questi argomenti sia nei blog locali, sia nei media nazionali. Ma Sanremo è Sanremo e lo veda chi vuole; io no.
Il Festival della Canzone Italiana è diventato il Festival degli Scikke Italiani! Ora gli Scikke c‘ hanno il loro nuovo paladino Drusilla…
Drusilla rispetto a salvini-meloni-tajani è un monumento di intelligenza, cultura, garbo e ironia….quei tre sono esattamente l’opposto!
Meglio scikke che sci…aborditi!
Caro Michele,
per quanto concerne il tuo altro contributo, ti consiglio di riformularlo, cambiando l’ultimo sostantivo che hai usato nel penultimo rigo: ho molte cose da fare, non mi fare tornare in Via del castoro, almeno a breve…
La prima parte del commento di Casmar sugli esami italioti degli ultimi anni, poi, è da incorniciare: nel senso che, purtroppo, è del tutto veritiera.
L’eretico
Michele Vittori ritira l‘ ultima parola!