Rinoceronte, Zemmour, Ranieri Rossi (e la Beccaglia)
Eccoci all’appuntamento infrasettimanale del blog; tre argomenti in primo piano, anzi quattro (come si fa a non scrivere niente sul Caso-Beccaglia, di grazia?): chi vorrà, leggerà. Nel frattempo, Angelona Merkel, in articulo mortis (politica, eh), fa i complimenti all’Italia per l’oculatezza della gestione pandemica (diciamo che ci sono luci, certo, ma anche qualche ombretta, eh: a scuola, per esempio, tutto ok?). Così facendo, però, la Merkel loda l’Italia, ma fa salire il concreto rischio di ulcera all’ex Premier Conte (con Casalino annesso), che mai aveva avuto tale complimento, dovendosi fermare all’ambiguo “Giuseppi” di trumpiana memoria: non si fa così, non si fa…
FRANCIA: LA CANDIDATURA DI ZEMMOUR
Nelle scorse ore, Eric Zemmour si è formalmente candidato alle Presidenziali francesi, dopo un lungo tira e molla che è durato per mesi; in attesa di scriverne ancora, dal punto di vista prettamente culturale – Zemmour deve la sua fama al giornalismo, ed è autore di saggi, densi di provocazioni care alla Destra, ed in qualche caso non solo a quella – scriviamo giusto un paio di cosette dal punto di vista dell’attualità politologica internazionale (anche nazionale, visto che ormai siamo un tutt’uno con Parigi, no?).
Nei sondaggi, rispetto a settembre, Zemmour pare già arretrato, pur restando sempre assai alto; resta un fatto, vale a dire che, con il sistema elettorale delle presidenziali francesi, la frittata la si può rigirare come e quanto la si vuole, ma il risultato non cambia: visto che ovviamente sarà ancora della partita Marine Le Pen, Zemmour rischia, per la Destra francese, di essere il miglior alleato di Macron, giacché se arrivasse lui al ballottaggio, le sue posizioni oggettivamente più forti e drastiche, su tanti temi, della sempre più centrista Le Pen, lo allontanerebbero immediatamente dalla chance di vittoria, consegnandola invece su un piatto argenteo al marito di Brigitte.
Insomma, siamo solo agli inizi, ma ne vedremo delle belle (si fa per dire); anche perché, detto delle Destre, bisognerebbe comprendere fino in fondo cosa succederà a Sinistra, non potendo, pur con tutto l’ottimismo della volontà, ascrivere Macron a quella parte: non a caso, venendo a casa nostra, l’attuale Presidente è il modello esplicito solo di Matteo Renzi (se non ci siamo perduti qualcosa, eh)…
145 ANNI DI RINOCERONTE
Martedì sera si è tenuta una conviviale commemorazione dei 145 anni dalla fondazione della Società di mutuo soccorso fra selvaioli, e residenti nel territorio: il nome “Rinoceronte” – come ha precisato il sempre documentatissimo Alessandro Ferrini – ebbe fra le altre cose il merito di fare “riavvicinare” questo esotico animale al simbolo della Contrada (correva, in questo caso, l’anno 1889). Richiesto di un interventino, lo scrivente si è limitato – nel momento in cui approdavano nelle tavole gli squisiti bolliti di ordinanza – a dire qualche cosina sull’Italia “adolescenziale” di allora (15enne, nel 1876), aggiungendo due o tre cosette sulla Siena dell’epoca (non mancando di citare il bersagliere-trombettiere di Porta Pia Niccolò Scatoli, ovviamente).
All’interno della serata, ai convenuti è stato donata una ristampa di un volumetto che era uscito nel 1976, curato come prevedibile dall’allora giovane professor Paolo Nardi: a dimostrazione del fatto che, oltre ai due interventi – dello scrivente e dell’immarcescibile Ferrini -, l’occasione ha prodotto qualcosa di culturalmente tangibile, pronto e destinato a restare.
Ancora una volta – ma è ormai tanto che non lo si faceva più -, ne approfittiamo, spinti da questa intensa serata, a ripetere ciò che si dice e scrive da anni: è il combinato disposto di solidarietà (prendendo spunto proprio da quel 1876, da quella Società in cui c’era un fondo cassa per chi, fra i soci, si ammalava) e di Cultura, che fa “elevare” (tipico verbo della pedagogia mazziniana, la quale in certi passaggi andrebbe recuperata) il popolo contradaiolo. Tutto il resto – va detto – non è come cantava qualcuno “noia”, ci mancherebbe altro; ma i due elementi pregressi devono – o, almeno, dovrebbero – essere il centro propulsivo di tutto: oggi come ieri, e ieri l’altro…
CASO ROSSI: LE CONTRADDIZIONI DI RANIERI…
Altra settimana piuttosto intensa per il Caso Rossi; la Commissione parlamentare ha affidato le consulenze a chi di dovere, e ne attenderemo con rigoroso scrupolo istituzionale gli esiti: la Commissione – presieduta dall’onorevole Zanettin, che almeno la Legge la conosce, ed egemonizzata mediaticamente dall’onorevole Luca Migliorino, loquacissimo davanti alle telecamere amiche, ma non disposto ad un pubblico confronto come richiesto giusto una settimana fa da questo blog – ha consegnato ben 49 domande agli esperti, ergo i tempi si dilatano.
Nel frattempo, altre audizioni; i due dirigenti della Tim non hanno fatto altro che confermare che nessuna chiamata è mai partita dal cellulare di Rossi post mortem (già gli assassini dovevano sistemare tutto l’ambiente, darsi una rinfrescata, buttare di sotto il mitico orologio, forse non hanno trovato il tempo anche per chiamare a casa con il cellulare del morto, per dire che era tutto a posto): ancora una volta, tante chiacchiere inutili, ma quando si arriva ai fatti che contano davvero per la Giustizia, ecco che la ricostruzione suicidaria viene confermata, con testimonianze inequivoche. Ovviamente, i terrapiattisti del caso troveranno qualche pertugio per insinuare dubbi ulteriori; io suggerirei questa pista, già enunciata altre volte: rispetto all’interno della Spectre che ha organizzato e gestito il tutto, potevano forse essere estranei quelli della Tim? Ah, in settimana poi sono emersi nuovi guai giudiziari per una nota ex vigilessa senese che si era presentata, in una ancora più nota trasmissione televisiva nazionale, a fornire la sua verità (molto sua, in effetti) sul Caso: per humana pietade, non si infierisce.
La chicca finale, però, è un ever green come Ranieri Rossi; il quale – intervistato sabato scorso dal Corriere di Siena -, fra le altre cosette, ce ne offre una davvero indimenticabile (che magari, se sarà chiamato in Tribunale per la sacrosanta querela che si è preso dal colonnello Aglieco – il quale Aglieco verrà sentito in settimana prossima dalla Commissione – avrà tempo e modo di chiarire); richiesto sullo stato d’animo del fratello, con cui lui pranzò il giorno del suicidio, Ranieri Rossi ha detto che: “l’ho visto a pranzo quel giorno, non direi che era (il congiuntivo, consueto optional, Ndr) una persona preoccupata…”.
Ah sì, davvero non era preoccupato? Peccato che davanti alla Procura, illo tempore (quando i ricordi erano più freschi, via) Ranieri Rossi abbia detto esattamente il contrario (oltre ad avere riferito in molteplici interviste che il fratello non faceva altro che girarsi, per guardare chi avesse intorno nonché gli specchietti delle altre macchine): “in generale, era un tipo molto preciso, nel giorno in cui ci siamo visti invece non era riuscito a capirmi telefonicamente visto che c’eravamo dati un appuntamento e lui è andato da un’altra parte, tanto che dovemmo telefonarci un paio di volte per capirci e vederci”. Il fratello non era stato neanche in grado di capire dove si erano dati l’appuntamento, però non era per niente turbato (come era, allora?). Questo veniva fatto mettere a verbale da Ranieri Rossi alle 15,30 del 26 giugno 2013, davanti a dei Pubblici ufficiali, non davanti al Corriere di Siena (il resoconto completo di ciò che fece verbalizzare il fratello del suicida è nel mio “Cronaca di un suicidio (annunciato)”, pagina 113 per la precisione).
Insomma, questa pantomima – almeno quando la Commissione avrà esaurito il suo compito -, andrà a terminare, o si protrarrà ad libitum?
Ps Sulla questione del “tastone” del ristoratore anconetano alla giornalista Beccaglia, si è ovviamente scritto anche troppo (ma in questo caso da una parte ben venga, pur di allontanarsi un pochino dalla “Covid-mania”): noi, comunque, più di un Ps al fatto non dedichiamo di certo. Aggiungendo solo che le cose più assennate le ha scritte la Conchita nazionale (la De Gregorio), da un pulpito incontestabile (donna, di formazione femminista, di bell’aspetto): senza ovviamente esimersi dalla ferma condanna del gesto, l’editorialista di Repubblica ha fatto presente la curiosità statistica della altissima percentuale di giornaliste piacenti assai nei rotocalchi sportivi (rectius: calcistici, che è ormai un “metasport”), con l’aspetto fisico che in qualche occasione – sempre statisticamente parlando – passa avanti alla competenza specifica. Come già detto, Conchita ha scritto la cosa giusta, e dal pulpito giustissimo…
Quell’essere che ha effettuato il “tastone”, previo sputo nella mano, alla Beccaglia è un cretino.
MA è di quei cretini che se qualcuno pone gli occhi per due volte sulla di lui consorte si incazza e nemmeno poco.
Ed è giusto punirlo con il pubblico ludribio.
P.S. e credo che non sia reato dare del cretino ad un cretino
C’è una storiella sulla scelta del rinoceronte come simbolo della Selva nelle cacce ai tori. Si narra che il popolo di Vallepiatta voleva scegliere un simbolo per la loro contrada e non sapevano quale scegliere. All’origine era un cinghiale assalito da un cacciatore con una lancia. Si narra che in Portogallo, in occasione di una visita di un Sultano con il Re portoghese, era stato fatto fare un duello tra un rinoceronte, dono del Sultano,ed un elefante, con la vittoria del primo che aveva fatto scappare il povero pachiderma. La cosa aveva fatto scalpore perché fino allora l’elefante era considerato la bestia più forte di tutte. La notizia arrivò anche a Siena dove i selvaioli fecero la considerazione che l’elefante, uno degli animali più forti, se ora si era spaventato alla presenza del rinoceronte era segno che quest’ultimo lo era di più e quindi decisero di prenderlo come simbolo con dietro una quercia. Io la racconto come l’ho sentita dal Ghiselli e Balestracci in una delle loro trasmissioni.
La storia mi rode un po’ in quanto della Torre, ma i fatti andarono così.
Interessante questa storia dell’elefante contro il rinoceronte (l’avesse saputa Annibale, chissà che avrebbe fatto…).
Vorrei dire una cosa, questa sul serio, al fratello di David Rossi: avete dipinto una città, che è piena di troiai, ben peggio di come sia in realtà, avete fatto in modo che si creasse una Commissione che, nonostante il suo attivismo, sta girando del tutto a vuoto (lo stesso Presidente, pur dubbioso sulla qualità delle indagini, ha ammesso che non sono emerse concretamente piste alternative), in più si continuano a cambiare le carte in tavola. Anche basta, no?
Avrei tante cose da dire, perché i pezzi dell’Eretico sono sempre pieni di stimoli (non ti ringrazieremo mai abbastanza, caro Eretico), però devo fare ricorso ad un off topic che tutti già conosceranno: ma il caso del dentista 50enne che è andato a farsi vaccinare con il braccio siliconato? Ne vogliamo parlare? Non è forse il simbolo dell’impazzimento, in tanti sensi, che stiamo vivendo? Dal rapporto Istat c’è il 5% degli Italiani che non crede alla esistenza del Covid, mah….
Non esiste il problema. Ricordate la mentecatta che gridava “Qui non ce n’è covidde” e poi l’ha beccato e si è pentita per le sue castronerie? Ecco, ci penserà il virus a farsi sentire con tristi effetti a chi si incaponisce a non vaccinarsi. E poi vaccinarsi, ragazzi, che mi fate perdere un sacco di soldi in Borsa; per colpa dei no vax si è creato un clima di paura generale e la gente vende le azioni.
Avevi a compra’ pfizer quella sale a mostro ,vai a sape’ che pormoni fradici ti sarai fatto rivoga’…..
Torbone che un sei altro, se gli fai propaganda, potevi ave’ un grammino di cervello e comprarti le azioni.
Meglio tacere se non si sa. La crisi della Borsa è generale, dalle banche alle industrie alimentari, passando dai petroliferi. Ma che lo dico a fare? Dare le perle ai porci e poi qui non si deve parlare di finanza, non usciamo dal seminato. Morale: chi non si vuole vaccinare, libero, ma c’è un detto: chi è causa del suo mal pianga sè stesso ovvero mal voluto non è mai troppo: insomma c…i sua.
Sul Caso Rossi, bisognerebbe che come scritto anche nel tuo libro, caro Eretico, fosse il Comune di Siena a querelare qualcuno per l’obiettivo danno di immagine che, da 5 anni senza interruzione, va avanti. Vedrai a quel punto che ringambata immediata…
Sulla (bella) giornalista molestata.
La scelta “sovietica” del legislatore, che ormai segue soltanto l’onda mediatica, di creare un unico reato monstre di violenza sessuale (prima non a caso c’erano anche gli atti di libidine violenti …), che va dal tentativo di bacio (!) alla violenza di gruppo (!!!), genera mostri.
Se, poi, come auspicherebbe qualcuno/a, diventasse anche procedibile d’ufficio, saremmo veramente arrivati … la STASI (non la moglie del Mussari eh …) avrebbe campo libero in ogni e ciascuna casa a prescindere.
Ad ogni buon conto, visto che in Italia la parte offesa testimonia e l’imputato ovviamente non può, consiglio vivamente a tutti i maschietti (ma forse anche le femminucce, siamo moderni)in ascolto di fare come non a caso a ragion veduta un nostro antico Procuratore della Repubblica: non prendete mai l’ascensore da soli con una rappresentante del gentil sesso (si potrà ancora dire così?).
Se vi si butta in terra e comincia a strillare, anche se non abbiamo fatto nulla, siamo finiti: serve soltanto qualcuno che ci porta le arance a S.Spirito.
Tutto questo per dire che, fermo il rispetto e la difesa della donna (e magari dell’esere umano in genere)che è assolutamente un valore non negoziabile, est modus in rebus.
Sei anni di reclusione per un pur esecrabile “tastone” (lode all’Eretico per i termini tecnici, non edulcorati dalla rivoluzione culturale in atto) paiono un po’ tantini. Si va dentro …
Spacciatori, ladri, truffatori, invece, restano tutti fuori.
Chiudo con un’annotazione circa l’avvenenza delle giornaliste: ben venga.
Belle e brave è senz’altro meglio di soltanto belle o soltanto brave.
(buono più buono fa migliorino, ricordate?)
Penso nessuno (di quelli che se la possono ricordare) rimpianga Angela Buttiglione …
Astenersi – mai come in questo caso – pervertiti.
Riguardo alla candidatura di Eric Zemmour, in quanto cittadino francese (scusate, nessuno è perfetto…), condivido pienamente l’analisi dell’Eretico.
Per Macron, questa candidatura è (o era) senza dubbio una fortuna insperata, specie perché, in Francia, i media (TV, radio e stampa) di lata diffusione ritengono sia la Le Pen che Zemmour dei politici di “estrema destra”. E, quando trattano di politica interna italiana, lo stesso fanno nei confronti di Lega e Fratelli d’Italia, nonché dei loro esponenti, mentre (se non erro) mi pare che i media italiani siano in complesso più moderati, collocandoli al “centro-destra”, fuorché nei periodi di elezioni, in cui i media di sinistra danno loro del “fascisti” e del “pericolo fascista”, come si è potuto osservare in occasione delle ultime amministrative…
Pero’, se la duplice candidatura di Zemmour e della Le Pen è obiettivamente una buona fortuna per Macron, essa lo è (o dovrebbe esserlo) a maggior ragione altresi’ per il candidato del centro-destra (cioè del partito LR – Les Républicains), il quale (lo sappiamo solamente fin da ieri pomeriggio) sarà una candidata, la signora Valérie Pécresse che, al secondo turno dell’elezione primaria del partito, ha raccolto quasi il 61 % dei voti dei militanti (contro il 39 % raggiunto dal suo avversario sconfitto, Eric Ciotti).
Quindi, considerato, da un lato, che la cosiddetta “estrema destra” incute molto timore ai Francesi e, dall’altro, che la Pécresse è una ottima scelta (non solo perché è una donna, ma anche e soprattutto a motivo del suo eccellente CV), e a prescindere dalle altre candidature — ecologisti, socialisti e stalinisti più o meno ammiratori di “Ciccio Kim” (© Paolo Panzieri, nella precedente puntata) — d’ora in avanti Macron dovrebbe avere la buona idea di non troppo pavoneggiarsi, perché a seconda dell’evoluzione della situazione politica francesse nei prossimi mesi, egli potrebbe essere sconfitto per bene dalla Pécresse.
Caro Lorenzo,
attendevo un cenno d’oltralpe: grazie, anche perché hai già messo tu quel che c’è da dire sulla Pécresse…
Quanto all’avvocato Panzieri, su Angela Buttiglione: nessuno rimpiange lei, in effetti; vista la gente che c’è in Parlamento oggi, però, viene quasi da rimpiangere il di lei fratello Rocco, questo sì…
L’eretico
Pure io sono mezzo francese, e per giunta residente. Le primarie LR in Francia sono state altamente ridicole, perché i candidati erano divisi da pochissimo, e solo gli aderenti al partito potevano votare. Il più forte, Bertrand, non è finito in finale per pochissimo, e la Pecresse avrà anche un gran CV, ma la Hidalgo le dà le paste tutta la vita, almeno secondo me, come esperienza politica. Rispetto a Zemmour, è chiaro che siamo tutti contenti se leva voti a Marine, ma il rischio grosso, per il 2022, è che salga ancora l’astensione, e che si arrivi al ballottaggio con pochi voti. Qui potrebbe succedere come al ballottaggio LR : che escano due candidati un po’ a caso. Il quadro per ora è abbastanza inquietante.