Eretico di SienaDraghi, Frati, Conte (e 2 Ps) - Eretico di Siena

Draghi, Frati, Conte (e 2 Ps)

Eccoci all’appuntamento infrasettimanale del blog (domenica si torna anche alla rubrica culturale, a Zeus piacendo); una considerazione sulla quarta ondata di Covid, non ce la leva alcuno; poi, un bilancio – del tutto parziale – sull’operato del Magnifico di Unisi Francesco Frati, infine un cameo contiano (ed anche un po’ renziano, per non farsi mancare niente).

LA QUARTA ONDATA: IL DRAGHI TENTENNANTE

Siamo dunque in piena, pienissima, quarta ondata, in questa pandemia che ormai, come durata, ha battuto, o sta battendo, la Spagnola che tanto ci incuriosiva, letta nei manuali di Historia (ricordiamoci sempre che quella, venuta fuori alla fine della Grande Guerra, mieteva la grande parte delle vittime fra i giovani ed i giovanissimi). Come ci ripetono tutti i giorni, e varie volte al dì, noi italioti stiamo parecchio meglio di molti altri europei (anche perché di quelli che stanno meglio, non si fanno se non rari cenni impliciti, come succedeva illo tempore per la Svezia antilockdown).

Ciò detto, come si sta comportando il Premier Mario Draghi (SuperMario, per capirsi)? Lui, ci interessa, giacché il Ministro Speranza è una sorta di disco rotto che, dalla primavera del 2020, non fa che ripetere le consuete litanie (poi aggiornate con la comparsa dei vaccini), forse pensando che più si ripete una cosa, più si convince la gente (lo scrivente, per esempio, si è vaccinato nonostante Speranza, non certo grazie a lui). SuperMario, insomma: pur facendo opera di proscinesi come è giusto che sia di fronte a cotanto Presidente del Consiglio, a nostro sommesso parere il Draghi di questa quarta ondata ci pare assai ondivago, in un momento in cui invece ci sarebbe bisogno di certezze (certezze chiare e verificabili, peraltro).

Sempre in ginocchio per paura che qualcuno gli riferisca questo microaccenno critico, facciamo un esempio, che ci sembra quello più pertinente: siamo o non siamo il primo Paese occidentale ad avere introdotto il Green pass nei luoghi di lavoro, lo scorso 15 ottobre? Si tratta o meno di una misura energica, forte a tal punto da sollevare seri dubbi giuslavoristici da più parti? Fino ad un mese or sono, il Sommo governante ha usato il bastone (fuorché ove sarebbe stato da fare usare per davvero, vedasi assalto squadristico alla Cgil). Ergo, se si è consequenziali, le misure durissime che Austria e Germania stanno adottando in queste ore dovrebbero, se del caso, farci un baffo: invece, pare che ora si privilegi la carota; in ogni caso, alzi la mano chi ha capito dove Draghi stia pensando concretamente di mettere le mani.

Si va verso un Gp solo per i vaccinati, ovvero verso l’obbligo vaccinale tout court, ovvero ancora resta tutto come adesso? Un mese fa, eravamo i “mastini” d’Europa, un mese dopo siamo diventati i tentennatori del Vecchio continente; ci hanno detto e ridetto che il virus non va rincorso, ma anticipato, invece pare si stia aspettando e basta.

Ovviamente, essendoci Draghi sulla plancia di comando, si fa per chiacchierare: il Governo dimostra solo duttilità, pragmatismo, capacità di cogliere al volo ciò che si deve fare. Un modello per il mondo, as usual…

 

L’ULTIMO MIGLIO DEL MAGNIFICO

Il Magnifico Rettore dell’Università di Siena, Francesco Frati, è arrivato al meno uno, nel senso che gli manca un annetto, prima di terminare il suo mandato; quando si insediò, a parte la simpatia personale, non gli avevamo risparmiato alcune critiche, e francamente non ci piacevano affatto alcuni big sponsor della sua candidatura.

Arrivati ad oggi, a questo punto del percorso, tracciare un giudizio complessivo sarebbe inopportuno, da parte nostra: soprattutto mancandoci troppi dettagli e particolari – quelli che una volta non ci facevano difetto -, per dare un giudizio per l’appunto davvero assennato (tra l’altro, un anno è sempre tanta roba: mai dare giudizi prima della fine di un mandato).

Ciò detto, va comunque fatto presente un indubbio merito – questo sì, facilmente verificabile -, vale a dire quello di avere tenuto l’istituzione, così prestigiosa, da lui rappresentata, il più possibile fuori dalla mischia politica: problemi non sono certo mancati in tal senso (docenti con uscite filonaziste, ovvero offensive verso la Meloni, fino alla scivolata della recente mostra dantesca, con l’opera di Pizzichini sul Caso Rossi), ma l’intervento, dopo i “fattacci”, è parso piuttosto reattivo, e non si può imputare ad Rettore se, all’interno del corpo docente, ci sono sdirazzamenti personali (chiamiamoli così, suvvia).

Se poi compariamo l’Università con quella per Stranieri, con l’iper esposto Rettore Tomaso Montanari, con Unisi siamo in un Paradiso di laicità, a fronte di un ateneo che dovrebbe diventare, nelle intenzioni del suo Rettore da poco insediato, una sorta di succursale di un centro sociale, all’insegna della cancel culture e via discorrendo.

Ergo, avanti così, potremmo dire al Rettore Frati; visto soprattutto il livello attuale del dibattito politico e politologico, più esso sta fuori dal perimetro accademico, meglio è. Una linea di demarcazione totale non potrà mai esserci: alcuni argomenti sono talmente divisivi, da impedirlo; ma una cosa è mettersi l’eskimo fuori tempo massimo (o il fez, se del caso, ovviamente), un’altra è cercare di tenere la barra dritta sull’autonomia dell’ateneo. La differenza, in tutta franchezza, non pare di poco conto.

IL CONTE-SHOW NON HA FINE

La settimana politica vede, fra le altre cosette, l’intemerata del leader (ad essere generosi) dei pentastellati sulle nomine della Rai, in cui i suoi sarebbero stati trombati (certo, peccato non vedere Casalino al timone del Tg 1, peccato davvero).

Per sintetizzare al meglio l’ennesima uscita infelice di colui che ormai solo Il Fatto considera leader credibile (ed anche in loco appaiono delle crepe), basta citare un passo dell’ex Ministro grillino Spadafora – fresco di outing d’ordinanza sulla sua omosessualità – su Repubblica odierna (pagina 15, by Conchita Sannino):

“Trovo che quelle dichiarazioni siano un pessimo boomerang. Primo: si è ammesso che, se ci avessero accontentati, avremmo accettato. Secondo: si è ammesso di non essere riusciti ad interloquire con l’Ad della Rai, né attraverso il consigliere di amministrazione che Conte ci ha chiesto di votare, né attraverso le persone che Conte ha incaricato per la trattativa. A certi tavoli, io dico: o ci si sa stare, o è meglio non sedersi”. Chapeau a Spadafora.

Su questo, ha ragione da vendere Renzi Matteo (il quale in questa fase di caduta libera, in cui non ha niente più da perdere, offre il peggio ed il meglio di sé: il meglio essendo il “muoia Sansone e tutti i filistei”): Conte è un leader tutto da scoprire; con i pop corn davanti…

 

Ps 1 Commissione parlamentare sul Caso Rossi: ieri si è arrivati al top del top, con un’audizione segretata al 100%, compreso il nome dell’audito di turno (i bricconcelli della Gazzetta di Siena ne azzardano uno, da par loro). Diciamo che al Processo di Norimberga la segretazione non c’era, qui invece se ne fa un uso non omeopatico. Ciò detto, un evviva, aprioristico, all’onorevole Migliorino, da tempo ormai nostro faro ideale e politico.

Ps 2 Si è scritto di Università, e martedì – al Roxy bar in piazzetta Luigi Bonelli (con inizio alle 18,30 in punto, per chi voglia presenziare) – lo scrivente tornerà indietro al maggio del 1997, al cosiddetto “delitto dell’università” (la Sapienza romana, in quel caso), in cui trovò la morte la povera Marta Russo. Passata nel momento sbagliato, dal posto sbagliato.

 

 

15 Commenti su Draghi, Frati, Conte (e 2 Ps)

  1. Il resiliente scrive:

    Di Maio dice che a Marzo non si può votare per l’aumento dei contagi.
    La Repubblica afferma che la quarta ondata rilancia il tandem Mattarella-Draghi.
    Ormai l’emergenza sanitaria è come manna dal cielo per la politica…

  2. Holden Caulfield scrive:

    Riguardo al Rettore, personalmente ritengo sia stato un errore limitarne per Statuto la durata del mandato a 6 anni senza rieleggibilità. La misura è nata dopo le satrapie di alcuni ben noti rettori degli anni ruggenti, ma ha finito per creare una posizione debole, lasciando i fili del comando agli “sponsor”. Nell’università di Siena il Rettore passa rapidamente dal non poter decidere perché è troppo presto al non poter decidere perché è troppo tardi. In questo modo anche la città finisce per non beneficiare di figure potenzialmente forti e prestigiose che poi possano ambire ad altri incarichi a livello nazionale di cui beneficierebbero il nostro ateneo ed il nostro territorio. L’Università ha dei tempi di programmazione che fanno sì che al momento chi la dirige non possa che gestire le decisioni del suo predecessore, con il vulnus peró che, non essendoci sufficiente tempo, nessuno decide niente e si procede nell’ordinaria amministrazione senza linee di indirizzo forti. Insomma, scottati dalle esperienze del passato, abbiamo deciso di fare come il marito che si recide le parti basse per fare dispetto alla moglie.

    • Paolo Panzieri scrive:

      Effettivamente sei anni mi sembrano pochini. Come per il Presidente della Repubblica: sette più sette quattordici, pare il minimo … anzi, ormai che ci siamo, facciamolo a vita come Xi Jinping.
      E per il Sindaco no? No, quello presumo di no … magari “depende”?
      Il mio modello, invece, è sempre invariabilmente quello del 4° Stormo Caccia a Grosseto: il comandante pilota a rotazione lo fanno tutti i piloti ed invece di un uomo solo al comando (che mi pareva un tempo una cosa anche da evitare …) si crea un gruppo omogeneo, una specie di “band of brothers” di shakespeariana e nelsoniana memoria, che garantisce compattezza e continuitè, ma allo stesso tempo ricambio ed assicura, quindi, trasparenza e correttezza all’istituzione.
      Preciso, per la cronaca, che sono un estimatore di Francesco Frati fin da quando da piccini giocavamo a minibasket insieme e che quanto sopra è stato scritto senza olio di palma, consumo del suolo, col durc in regola, il green pass valido e del tutto carbon free, soltanto a carattere generale e non nei suoi riguardi.
      Quindi, astenersi polemisti.
      Si fa (anche) per scherzare un pochino … eh!

    • Anonimo scrive:

      La durata del mandato del rettore è di sei anni e non rinnovabile in tutta Italia, come stabilito per legge.

      • Holden Caulfield scrive:

        Sì, ho controllato, legge Gelmini del 2010, una delle tante nefandezze di quella riforma. La sostanza non cambia, i mandati in cui non è prevista la rieleggibilità (2 mandati che durino 5 anni per esempio, mica tutta la vita), configurano un ruolo debole che sfugge per definizione alla valutazione di chi lo elegge.

  3. Lorenzo Mistretta scrive:

    Se è lecito scherzare, pongo una domanda in stile “renziano” (cioè provocatorio) :

    La trasmissione quotidiana di RAI Radio 2 “Il Ruggito del Coniglio” è stata soppressa ? No ! E allora, di che si lamenta il leader dei pentastellati ?

  4. Lorenzo Mistretta scrive:

    Se ai termini (machiavelliani) “principe”, “popolo” e “nobili”, conferiscesi per traslato i significati rispettivi di “leader politico”, “opinione pubblica” e “principali esponenti” [del partito], i giudizi emessi sia da Vincenzo Spadafora, sia dall’Eretico, interpretati alla luce degli insegnamenti tramandati dal Machiavelli, appaiono severissimi, perché significano che il “principe” (leader del M5S) è decaduto. E forse non solo a causa della vicenda RAI.

    Scrive Machiavelli (passi estratti dal capitolo IX de “Il Principe” – versione in italiano moderno di Piero Melograni – BUR Superbur Classici) :

    “2 – Il principato è espressione del popolo o dei nobili […]. Colui che diventa prinicipe con l’aiuto dei nobili resta al potere con maggiori difficoltà di colui che lo diventa con l’aiuto del popolo. Si tratta infatti di un principe circondato da molti che si considerano suoi pari, cosi’ che a lui non riesce né di comandare né di gestire le cose a modo suo.

    3 – Viceversa colui che arriva al principato col favore popolare, vi si trova solo, e tutti o quasi tutti quelli che lo circondano sono pronti a obbedirgli. […]. Da un popolo che gli sia ostile, un principe puo’ alla peggio aspettarsi di essere abbandonato. Da nobili che gli siano ostili egli puo’ aspettarsi di essere non soltanto abbandonato, ma anche attaccato perché, avendo essi maggior chiaroveggenza e astuzia, fanno sempre in tempo a salvarsi e a cercar meriti presso chi è ritenuto il futuro vincitore. […].

    4 – Per chiarire meglio tale questione, dico che esistono soprattuto due categorie di nobili: coloro i quali, con il loro comportamento, si legano interamente alle tue sorti, e coloro che non lo fanno. Coloro i quali si legano e non sono avidi meritano di essere onorati e preferiti. Coloro che non si legano interamente a te possono a loro volta distinguersi in due categorie: o non si legano per pavidità e naturale mancanza di carattere, nel quale caso te ne devi servire […]. Ma quando non si legano a te per calcolo e per ambizione, è segno che pensano più a loro che a te. Il principe deve stare in guardia da costoro e temerli come se fossero nemici dichiarati perché sempre, nelle avversità, contribuiranno alla sua rovina.

    5 – Chi pertanto diventa principe con l’aiuto del popolo, deve conservarlo amico […]. Ma chi, contro il popolo, diventi principe con l’aiuto dei nobili, deve innanzi tutto cercare di conquistarsi il popolo […].

    6 – […]. Ma qualora, a fondarsi sul popolo, sia un principe capace di comandare, dotato di coraggio, impavido davanti alle avversità, attento alle precauzioni, in grado con la sua energia e con i suoi provvedimenti di suggestionare la massa, questo principe non si troverà mai ingannato dal popolo e dimostrerà di aver costruito su fondamenta solide.”

    FINE della citazione.

    A prescindere dai requisiti enumerati nell’ultimo paragrafo (sui quali chi leggerà, giudicherà da sé), sembrerebbe che il “principe” (leader) Giuseppe Conte non sia sostenuto né dal “popolo” (opinione pubblica), né dai “nobili” (principali esponenti del suo partito) e che, quindi, egli sia decaduto, o per lo meno in procinto di decadere…

    • Aggiornati prof. scrive:

      I vecchi requisiti enumerati
      Caro mistretta te lo devo dire
      Di questi tempi paion superati

      E per poterlo tu meglio capire
      Devi svecchiar letture e poi modelli
      LeBon Bernays ti devo suggerire

      Al posto del tu’ caro machiavelli
      Il tempo passa e ‘n questa nuova era
      Di lupi camuffati ben da agnelli

      Asch millgram zimbardo e poi Bandera
      Dimostrano nei lor esperimenti
      Pe’ ottenebrar cervelli la maniera

      Al popolo ovverosia agli armenti
      I principi che stanno dietro i troni
      Lavan cervelli e formano le menti

      Adoperando le televisioni
      Il segretario non potea supporlo
      Nemmen s aesse auto le..visioni

      • Aggiornati prof. scrive:

        Segue

        Chi non potea cognoscer novo tarlo
        Usato per scavar dentro l cervello
        Mi pare serva a poco rammentarlo

        E chi da professor usa un modello
        Che funzionava in epoca passata
        E’ come chi creda che mencio billo

        Possa servi’ pe’ fassi una trombata
        Mi scusi i volgare paragone
        Ma son di gente assai poco studiata

        Chi voglia dare utile lezione
        La dia magari un poco piu’ aggiornata
        Se un vol fa’ la figura da trombone*

        * trombone accademico ovviamente

        • Lorenzo Mistretta scrive:

          Ecco una citazione aggiornatissima, di Matteo Renzi, dal palco della Leopolda, nel suo intervento conclusivo:

          “Io credo che nella dimensione politica ci sia bisogno anche di tatticismo, io credo che Machiavelli non sia un eroe negativo come soltanto la banalità delle persone mediocri lascia intendere…”

          • In ode a un omovispo scrive:

            Lei cita un personaggio,che usa appunto social media,tv e propaganda a dismisura, come teste sull attualita di machiavelli?
            La missione di Renzi era non di raggiungere e mantenere il potere, ma di disfare l ultimo partito di massa italiano,dipoi gia’ che c’era disfare il movimento di massa che nelle fantasie di molti avrebbe rimpiazzato i vecchi
            partiti.
            Rottamare non la vecchia politica ma l idea di rappresentanza democratica,
            Mission accomplished, metta giu’ il trombone prof.
            Renzi tecnicamente e..tatticamente e’ stato il king maker di Draghi.

            La monarchia assoluta e la democrazia han poco in comune.
            Tale strategico cambiamento non l ha certo deciso Renzi, ma l ha eseguito con notevole scaltrezza.
            Lei cita pinocchio pensando che abbia il vizio di dir la verita?
            Posi il segretario e si rilegga Lorenzini

  5. Anonimo scrive:

    Quello di Spadafora si chiama coming out, l’outing è un’altra cosa.

    • Eretico scrive:

      Caro/a anonimo/a,
      sono stato assolto financo dalla Treccani, oltre che dal comune uso giornalistico del termine: sarebbe stato più opportuno usare “coming out”, ma “meno propriamente”, ed in senso estensivo, si può utilizzare tranquillamente anche “outing”. Meglio ancora, come quando c’era Lui ed i treni arrivavano in orario, sarebbe l’utilizzo dell’Italiano: ora dimmi, quale sarebbe il termine che tu useresti, caro anonimo, nel caso di Spadafora?

      L’eretico

  6. In ode a un omovispo scrive:

    Prolegomeno ispiratore a cura del bon Raffa

    SU questo, ha ragione da vendere Renzi Matteo (il quale in questa fase di caduta libera, in cui non ha niente più da perdere, offre il peggio ed il meglio di sé: il meglio essendo il “muoia Sansone e tutti i filistei”): Conte è un leader tutto da scoprire; con i pop corn davanti…

    Un omo bon per tutte le stagioni
    Ovvero lo sbazzato con la lisca
    Disfece movimenti e partitoni

    Sian sotterrati e con lor perisca
    L idea antiquata di rappresentanza
    Si torni dunque alla maniera prisca

    Comandi chi controlla la finanza
    E chi dei burattin tiraa gli spaghi
    Fornisca la novel manovalanza

    Pero’ che di finanza siano maghi
    Come parrebbe che in italia sia
    Con il novello premier mario draghi

    La crisis della democrazia
    Che trilaterarmente fu’prevista
    Guidata fu’ da noi per tale via

    Da strano duo che insieme scese in pista
    Grillo parlante assieme a pinocchio
    Un alleanza che mai s era vista

    Un dopo l altro guidarono il cocchio
    Che non porto’ al paese dei balocchi
    Parrebe io direi almeno a occhio

    C abbian portato nvece degli sciocchi
    A rottamare la democrazia
    Parrebbe ch oramai questo ci tocchi

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