Liberismo, borbonismo, menefreghismo (e chi è Lorenza?)
Eccoci al pezzo sulla tornata elettorale dell’ottobre 2021 (in molte città peraltro non ancora conclusa, anzi); si parte con il dato nazionale, poi si va a Sienina ed al Senese, infine si cerca – sebbene ancora abbastanza a caldo – di fare qualche riflessione generale sul voto. Due ghiotti Ps, infine, per concludere.
IL DATO NAZIONALE
Ormai i lettori sanno tutto dei risultati, quindi è abbastanza pleonastico ribadire il già conosciuto: in questa tornata elettorale – come peraltro previsto – abbiamo assistito ad un buon successo del Pd (di Letta scriviamo a parte), ad un avanzamento di Fratelli d’Italia (pur forse inferiore alle attese), ad una Lega assai affannata dietro alle sue contraddizioni (con la diarchia Salvini-Giorgetti, di fatto, già in atto), infine alla polverizzazione dei five stars (si è mai visto un Partito entrare come nettamente primo in Parlamento, poi arrivare, dopo 3 anni e nella medesima legislatura, a prendere il 3% a Milano?).
In ogni caso, ci sono i ballottaggi: il tandem Salvini-Meloni (Berlusconi non si offenderà se lo consideriamo un po’ residuale), se vincente a Torino e Roma, potrebbe ancora cantare vittoria; se viceversa le due Capitali storiche d’Italia (a Firenze non si votava) vedessero vincere il centrosinistra, sarebbe un trionfo per il Pd lettiano, inutile nasconderlo.
Il caso romano è particolarmente stimolante, e c’è l’incredibile successo personale di Charlito Calendito (non solo ai Parioli), il quale con la sua lista diventa il più votato a Roma, pur fallendo l’agognato raggiungimento del ballottaggio: una storica vittoria-sconfitta ad un tempo, per lui. Ma i suoi voti fanno gola a tutti, e sono di certo voti di opinione, ergo i più volatili. Wait and see, dunque…
IL CASO SENESE
Enrico Letta, dunque, vince nettamente in questa tornata di Suppletive che – come già detto e ridetto – non ci sarebbe neanche dovuta essere (ma questo è colpa del pessimo Padoan, ovviamente, non di altri); in questi casi, i costi della macchina elettorale dovrebbero essere a carico di chi – per farsi i ca..i suoi – abbandona il Parlamento.
Merito precipuo del Pd locale, oltre ad avere mobilitato al massimo grado quel che resta dell’apparato, ciò che ha fatto illo tempore, quando da Roma si ventilò l’ipotesi scellerata di Conte candidato: arrivò un forte no, ed il devoto di Padre Pio capì che era meglio lasciar perdere, nonostante le spinte della “corrente thailandese” (copyright renziano, a proposito di Bettini) per farlo candidare in tutti i modi, in modo da cementare ulteriormente l’asse Pd-5 stelle.
Da notare che il dato finale (Marrocchesi Marzi 37,8%; 49,9% per Letta: pensate la beffa se si fosse stati ad un potenziale doppio turno!) si assottiglia davvero parecchio, a livello di forbice, in Siena comune, ove comunque vince lo stesso Letta; buon segno, questo, per il Pd, o motivo di soddisfazione anche per gli anti-Pd? Crediamo che, per entrambi gli schieramenti, ci sia da riflettere, e non poco, su questo dato specifico.
Dietro i due competitors, spunta infine per il bronzo il più scafato fra tutti i contendenti, il comunista Rizzo, il quale ha saputo interpretare, al meglio delle sue possibilità, il ruolo di guastatore-esterno che si era consapevolmente ritagliato. Visibilità a costo zero, avendo comunque cose da dire.
Ovviamente, se ci fosse stato lo scrivente come candidato (come gli era stato proposto dagli “azionisti” del territorio), il risultato sarebbe stato assai diverso; ma che volete, Charlito Calendito alla fine ha preferito non presentare il suo simbolo, il birichino: Roma, in fin dei conti, valeva bene una non candidatura a Sienina…
LIBERISMO, BORBONISMO, MENEFREGHISMO
Una considerazione conclusiva, per gradire (non necessariamente): il dato più evidente della tornata elettorale è stato di certo quello sull’astensionismo. L’astensionismo – ce lo insegnano i migliori politologi (Sartori, per esempio) – ha due connotazioni: quella legata al menefreghismo per la cosa pubblica, ed un’altra – di segno davvero opposto e contrario – di rifiuto, assolutamente consapevole, informato e ben motivato, della singola scadenza politica. Ovviamente, la prima è quella largamente maggioritaria, e non può che fare riflettere. Specie venendo da un anno e mezzo di democrazia border line, eh…
Il liberismo, poi: il succitato Rizzo ha detto più volte che, votando per il centrosinistra o per il centrodestra, non si faceva altro che perpetuare l’approccio liberista della politica italiana, oggi guidata dal turbo Draghi (l’autentico, indiscusso, trionfatore di questa tornata elettorale, concordiamo con il Direttore di Domani, Stefano Feltri). Sulla pars destruens, sui limiti e sui danni prodotti dal liberismo negli ultimi anni, siamo quasi tutti d’accordo; si converrà, però, che la pars construens sia un po’ più complessa, da trovare. Si attendono ricette concretamente perseguibili, se possibili: siamo davvero tutti orecchie, a cotal proposito.
Il borbonismo, infine: a Napoli, ha vinto il professor Gaetano Manfredi – il contrario del “capopopolo” De Magistris – , con una percentuale bulgara, superiore financo a quella con la quale Lepore ha stravinto a Bologna. 64,1%, contro il 21,4% del Pm Catello Maresca (più del 40% di scarto!), nonché del 7,6% di Bassolino, il Piccini partenopeo. C’era, a Neapolis, il pieno accordo fra Pd e 5 stelle (restati come Partito sotto il 10% financo lì), certo; ma si può dire che la blindatura del reddito di cittadinanza abbia pesato, e pesato come un macigno? Se oggi arriva un politico che dice di abolire il reddito di cittadinanza, a Napoli e dintorni, rischia di fare la fine del povero Pisacane a Sapri…
Ps 1 Avvisone di garanzia al professor Massimo Galli, per una inchiesta sui concorsi universitari milanesi: visto ciò che succede in questi casi di solito (a Sienina, ne abbiamo visti tanti, ed eccellenti), il buon Galli se la caverà con laute parcelle avvocatesche. A noi, però, basterebbe che smettesse di dare lezioni su tutto lo scibile (non solo sul Covid), considerando tutti gli altri dall’alto verso il basso: questi inciampi, di solito, aiutano molto, in tal senso. O meglio: aiutano almeno per qualche tempo…
Ps 2 Vogliamo tutti bene al montepaschino Maurizio Montigiani, quindi gli scriviamo ciò che gli abbiamo detto tante volte in faccia: “prima di parlare e scrivere, fai 9 respironi lunghi (per poi magari non farne di niente)”. Ci sono già tanti, sul Caso Rossi, i quali parlano senza conoscere la documentazione (a breve si darà conto di una gustosa querela contro uno – molto noto – di questi, e non da parte dell’ultimo arrivato).
Da poco, Montigiani ha pubblicato sul suo profilo una precisazione riguardante la figura della dottoressa Lorenza Bondi, una di quelle persone che erano in Rocca, per lavoro, la drammatica serata del 6 marzo 2013; alla fine della presentazione senese del nostro “Cronaca di un suicidio (annunciato)”, lo scorso 26 agosto (il tutto è visibile sia sul sito di Siena Tv che de La Gazzetta di Siena), in Fortezza, Maurizio Montigiani volle intervenire, ed a un certo punto – nella sua ahimè del tutto indimostrabile ricostruzione di ciò che sarebbe successo quella sera – ad un certo punto tirò il fuori il nome “Lorenza”. Da oggi, sappiamo che non di Lorenza Bondi trattasi (lo sapevamo già, ma ora lo scrive anche il Montigiani); resta la domanda delle cento pistole (inevasa, ovviamente): chi sarebbe, allora, la mitica “Lorenza” evocata, a favore di pubblico e di telecamere, dal buon Maurizino?
Con l’affluenza al 35% c’è da dire che Letta ha preso 33000 voti compresi i grillini, Padoan ne aveva presi 53000 (ed i 5 stelle altri 23000).
Almeno si può dire che qualcuno ha aperto gli occhi.
Riguardo al moribondo Movimento 5 Stelle come avevo previsto molto tempo fa, quando ancora era vittorioso e rampante, predissi la sua dissoluzione come un vecchio partito, “L’Uomo Qualunque”, che partì bene con molti voti per poi dopo pochi anni dissolversi come nebbia al sole. Quante belle promesse, mai mantenute, il cambiamento per poi fare alleanze con Salvini prima e poi con Zingaretti e Letta. Erano i voti di protesta, la possibilità di un deciso cambiamento della scena politica erano i suoi punti di forza, ma poi la delusione per i vari compromessi, contraddizioni ed anche le isterie del Vate Grillo, l’hanno fatto abbandonare da chi finora lo aveva sostenuto, chi ci aveva creduto. E poi c’è il grande numero di astenuti; chi non ha votato, non ha nessun diritto di lamentarsi dato che ha solo dimostrato che per lui va tutto bene e non c’è bisogno di nessun cambiamento che ci sarà lo spezzatino per il Monte, che quelli che per anni hanno tenuto il potere a Siena continueranno a fare i propri interessi. Non mi illudo su chi hanno votato i sinistrorsi perché facilmente ringrazierà chi l’ha votato, tanti, saluti e baci e se poi ne andrà a Roma dimenticando le promesse fatte nella campagna elettorale. Come è sempre stato e continuerà ad esserlo per la nostra Città. Il partito degli astenuti, presumo in gran parte del centro destra, capiscano che hanno perso una grande occasione per un deciso cambiamento. A livello generale ha influito sicuramente il caso Morisi alla vigilia delle elezioni, ma non avere sostenuto Salvini e soci è stato come buttare l’acqua sporca col bambino dentro, anche i sinistrorsi ne hanno di scheletri nell’armadio già molto pieno. Poi quel co…bischero di Morisi ha fatto mea culpa ed ha giustamente dato le dimissioni. Se non sbaglio, mi risulta che i sinistrorsi l’abbiano fatto molto raramente. Quanti dopo Bibbiano?
Al Sud ancora il M5Stelle ancora sopravvive. La ciambella di salvataggio del reddito di cittadinanza ancora lo tiene a galla, ma c’è il buco, è prossima la sua cancellazione o drastico cambiamento e restrizione. Peccato perché se fosse stato amministrato bene, con i dovuti controlli l’idea poteva anche funzionare.
Ovvìa, nel giro di poche settimane si dovrebbe sapere se per Siena sia stato un voto “utile” o una nuova purga.
Già pronto il rebranding: Siena, polo del picio dal 1472
L’avviso è un segnale: si chiude la stagione dei virologi per dare spazio alle giovani mistiche della rivoluzione verde.
Pentitevi inquinatori!!
Caro “Resiliente”,
il “polo del picio” è davvero notevole, con tanto di allitterazione; spero che mi permetterai di riprenderla, eh? Grazie comunque in anticipo.
Importanti anche le considerazioni degli altri appassionati lettori: chiunque canti vittoria, rischia di batterci una musata dopo non molto, in effetti; l’unico che può essere contento è Letta, a livello prettamente personal-salariale.
Credo, infine, che la nostra proposta di fare pagare le spese elettorali a Padoan cadrà del tutto nel vuoto: almeno, però, ci abbiamo provato…
L’eretico
Il polo del picio è di un ironia amara impressionante! Non posso esimermi dal fare i complimenti all’autore.
Venendo alle elezioni, io mi sono ripurgata alla grande e i…….a a bestia quando ho visto il dottorino a festeggiare in Piazza del Campo.
Comincio però a dare ragione a dalema, che pochi giorni fa – prima delle elezioni – ha avuto il coraggio di dire in pubblico che il problema MPS è colpa, molta colpa, dei senesi.
Comunque, visto che le parole spese in campagna elettorale non possono non avere un peso, fossi il sindaco De Mossi, vorrei diventare l’incubo giornaliero del dottorino e stargli attaccato come un gatto ai c……i perché i famosi quattro punti, sui quali nessuno ha mai chiesto tecnicamente/giuridicamente come fossero realizzabili, vengano rispettati.
Te lo dici io come li rispetta:
1 livelli occupazionali: si, col fondo esuberi
2 direzione a Siena: si, ma territoriale
3 tutela del marchio: mantenimento in Toscana forse fino alle elezioni 2023
4 presenza dello stato: pacchettino omaggio di azioni UniCredit.
Mi ricorda il manzoniano Ferrer… alla folla fa promesse in italiano, ma in francese mormora ‘si Mario le veut’
Caro Gp, riflessioni davvero stimolanti, e, forse, non così distopiche…
Una sola osservazione critica: il Ferrer era “spagnuolo”, come avrebbe chiosato il Gran lombardo! Usava in effetti il doppio registro linguistico; a meno che tu non intenda dire implicitamente che MPS finirà in mani francesi, eh?
L’eretico
Letta lo immagino mormorare in francese solo per i suoi recenti trascorsi parigini
Siena potrebbe diventare anche un polo di vaccini.
Però l’aggettivo non il sostantivo
A volte le giovani fanatiche mistiche in preda alle allucinazioni poi le fanno patrone d’Italia e d’Europa
Il “polo del picio” è da brevettare
La nebbia mentale incombe nella Lega. Salvini con il comportamento di questi giorni, il rifiuto di essere presente al Consiglio dei Ministri sta rischiando una scissione interna. I soldi del Recovery, dati a patto di andare avanti a fare certe riforme, sono troppo importanti per la ripresa del paese e non bisogna esitare, ma collaborare e vigilare nello stesso tempo. Disertando la riunione, Salvini sta facendo un bel regalo all’opposizione.
Che tutto fosse stato orchestrato per fare vincere Letta ormai l’avevano capito anche i sassi. Lo stesso Eretico ha confermato la volontà di varie forze politiche di non presentare avversari pericolosi. Il risultato è che molti (me compreso) che avrebbero punito volentieri Letta per la faccia tosta di presentarsi a Siena (alla vigilia di un disastro di cui il suo partito è corresponsabile) hanno invece preferito stare a casa. Deleterie per il candidato di centro destra le trovate di Salvini, tipo la raccolta firme per mps…come se bastassero le firme, e non i miliardi, giá per altro bruciati a palate dalla banca. A prenderci in giro basta Letta, almeno lo fa con più garbo
Sì, a Napoli i miei parenti e amici hanno votato i 5stelle per il reddito di cittadinanza: meglio quello che niente, e soprattutto meglio che a Siena dove avete rivotato quelli che vi hanno portato via la banca. Bravissimi!
Ero presente in Fortezza alla presentazione del libro dell’Eretico, mi ricordo di Montigiani, capii subito che si stava mettendo nei guai. Questo a Siena come a Napoli: davanti ad un microfono le persone non sempre ragionano come dovrebbero. La figura comunque si commenta da sola.
Non so in quale delle due categorie di astenuti proposte dall’Eretico potrei rientrare, comunque io non ho votato, e posto alla grande l’idea (non realizzabile) di fare pagare le spese elettorali a Padoan.
Sul povero Montigiani, era da tempo chiaro che il Caso Rossi è diventato il ricettacolo, e non parlo di lui che almeno mi è simpatico, di mitomani, complottisti e sottobosco simile. Lo immaginavo da anni, il libro dell’Eretico me lo ha dimostrato in modo documentale, e di questo lo ringrazio.
Per gli astenuti. Non dovreste dire nulla, non avete votato, non avete espresso nessuna opinione, non siete stati incisivi nella vicenda elezioni, vi siete lavato le mani, siete stati solo a guardare, non vi dovete giustificare con l’alibi per la sfiducia nella politica perché facendo come voi non l’avete certo migliorata piuttosto l’avete avallata. Avete pensto: fate voi, io non mi ci confondo con queste cose, sono superiore. Poi però sarete i primi a lamentarvi. Pensate quante battaglie sociali sono state fatte per ottenere il diritto di voto universale, la democrazia si basa su questo, e voi avete ignorato questo privilegio. Finché si potrà esercitare; in una generazione futura di appassionati di smartphone, tik tok, twitter e simili cavolate vedo un decrescente uso della riflessione, della critica, del collegamento alla realtà, ma solo una massa di individui facili ad influenzare e guidare senza che qualcuno dissenta con il voto. Fascismo e comunismo sono molto simili, la Storia insegna. Chiudo ho detto anche troppo.
Corollario a quanto detto sull’astensionismo: astenersi è come tagliarsi i gioielli per fare dispetto alla moglie. Concetto sintetico, ma chiaro. Oppure no?
L’astensionismo può essere una leggittima manifestazione di opinione politica. Non essendoci un candidato che potesse rappresentarmi politicamente, semplicemente non ho votato. Cosa c’è di male? Mi sono turato il naso tante volte, adesso mi sono stancato di farlo.
Leggo del sindaco( di tutti) che non vuole partecipare all’inaugurazione dell’anno accademico unistrasi. Ecco, sarebbe l’elemento probante( se ce ne fosse ancora bisogno) del basso spessore umano ed istituzionale di un’amministrazione rancoroso, autoritaria, egogentrica: in una parola, infantile!
Si diserta un momento ufficiale a causa del dissenso con le oarole( strumentalizzate) del ( non ancora) rettore, ma si tace sul post del consigliere selvaiolo inneggiante alla xmas( non il Natale in americano….) e lanciatore sporadico di bottiglietta!
Sarà avvocato, e bravo, ma la costituzione potrebbe non averla capita, così come il ruolo di primo cittadino!
Caro Sandro,
la questione dell’inaugurazione di Unistrasi di domattina espone senz’altro il Sindaco a critiche, perché una cosa è la scemenza detta da Montanari, un’altra è l’inaugurazione istituzionale; ricordo altresì che, quando ci fu l’uscita infelice del Consigliere Forzoni, il Sindaco intervenne per condannarla; e faccio altresì presente che il buon Tomaso Montanari, dopo avere affermato le sue autentiche scempiaggini sulle Foibe (citando a suo favore una presunta auctoritas come Eric Gobetti, sic), non solo non ha chiesto scusa ad alcuno, ma ha financo recitato la parte della vittima.
A Gp: quando ti ho scritto, in effetti non pensavo ai recentissimi trascorsi parigini del Nostro. A proposito, vedendolo festeggiare nel Campo di Siena (“ogne vergogna diposta”, per Antonveneta), mi è venuto in mente questo: il Letta parigino, l’avrà vissuta la mondanità, ancorché sfiorita, della città che val bene una messa? Secondo me, sotto sotto è un insospettabile viveur clamoroso…
L’eretico
Posto che la Costituzione nulla dice sulle cerimonie e le celebrazioni (e ci mancherebbe!) inutili, quello che ci dovrebbe preoccupare piuttosto è che a capo di una prestigiosa istituzione pubblica come l’Università per gli stranieri ci sia un Rettore orgogliosamente di parte, pagato coi soldi di tutti, garanzia di parzialità e faziosità.
Il Sindaco, invece, pur eletto da una parte politica e quindi inevitabilmente e fisiologicamente schierato, dovrebbe essere sempre e comunque di tutti …
A patto, certo, che non sia “nostro”, nel qual caso, come al solito, niente prigionieri.
Vi immaginate, infatti, a contrario se il bravo Montanari avesse soltanto provato a mettere in discussione, non so, l’eccidio delle Fosse Ardeatine?
Altro che niente chiarine alla inaugurazione … lo avrebbero cacciato a pedate ed avrebbero fatto pure bene.
Ciò posto e ferma la sostanza delle cose, andare, non andare (ubi commoda eius et incommoda) … echissenefrega.
Mi è rimasto nella penna: … garanzia di potenziale parzialità e …
Anche lei è avvocato…allora sembra un problema di categoria….Il riferimento finale alla costituzione non era sulle celebrazioni ..ma sul ripudio al fascismo in tutte le sue forme..compresa la decima mas!
S’anda’ bene!!!
No, scusa, non svicoliamo, qui il problema sono solo le foibe, che qualcuno pensa ancora di poter negare o al più trattare come un banale incidente di percorso …
La questione, quindi, è piuttosto ancora e sempre una lettura faziosa della storia a senso unico.
Il giorno in cui tutti finalmente in questo pasese abbandoneranno l’idea ipocrita che il comunismo fosse maglio (forse perché per fortuna non l’abbiamo assaggiato) del fascismo, saremo una nazione e non una specie di repubblica delle banane.
Per inciso, infine, ma solo per informazione storica, i marò della X Mas non dovevano essere mai stati fascisti per essere arruolati. Erano l’esercito personale del Principe Borghese, non di Mussolini.
Hanno compiuto eccidi efferati, ma non erano fascisti.
Quindi, citazioni errate sia a destra che a sinistra … distinguiamo la storia dalla politica.
Il motivo per cui molti come me trovano De Mossi ripugnante è antropologico prima che politico. De Mossi incarna quell’approccio vernacolare-muscolare da “ora ti ci levo io di costì”, che gli abitanti di questo paesello sedicente città amano tanto e che è stato il suo unico programma. De Mossi è portatore di una postura rancorosa e machista verso il mondo, non di un’idea politica.
Quanto a Montanari, potete stare qui a cantarvela e suonarvela derubricando le sue parole a sciocchezze, ma, di nuovo, in tanti siamo del tutto d’accordo con lui: sì, di libri ne abbiamo letti, di documentari ne abbiamo visti e niente sposta di un millimetro l’idea che il giorno del ricordo sia una celebrazione che vuol far passare l’Italia tutta come vittima – il vittimismo è del resto l’anima del fascismo – quando lo furono soltanto alcuni italiani, e per motivi che derivano da una storia parecchio complicata (ma non da un intento genocida, etnicida ecc.).
La Scuola del risentimento (cit. H. Bloom) dovrebbero aprire a Siena, altroché.
Caro Filippo,
sui giudizi personali non intervengo: ognuno, per Zeus, in questo blog pensi quel che vuole, assegni le etichette che ritiene (senza offese, certo).
Quanto a ciò che dici sulle Foibe, invece, una chiosa si impone, eccome: secondo te, dunque, le vittime “furono soltanto alcuni italiani”. Ti chiedo: ti rendi conto della gravità di ciò che hai scritto? Seguendo questo criterio, per dirne solo una, non si dovrebbe celebrare neanche la Giornata della Memoria della Shoah: le vittime erano anche allora “solo alcuni italiani”, no? Ci sono strumentalizzazioni destrorse sulla Giornata delle Foibe: certo che sì (come per il XXV aprile dall’altra parte, peraltro: magari di chiaro segno antisemita, toh); e allora? Per questo si abrade ciò che è successo, e che è storicamente documentatissimo? Montanari prende come testo di riferimento quello di Eric Gobetti: chapeau, al contrario, però…
L’eretico
Ho conosciuto, tempo fa, un Montanari (Paolo), mangino e Capitano della Chiocciola.
Mi sembra ricordare la gestione di una torrefazione di famiglia per un ottimo caffè ed un grande orzo.
Ricordo anche che non mai fatto una storia, tantomeno si interessava di arte,
ma una gran bella persona, lui.
Caro Alberto,
in quella (ex) torrefazione, nel cuore della strada Massetana (parte privata, e non Massetana romana, eh), dall’ormai lontano 1995 vive lo scrivente: non potevo non scriverlo, a questo punto. Ergo, da lì non è uscito più né caffé, né orzo (credo la torrefazione sia all’Isola d’Arbia), ma sono stati sfornati tutti i miei libri, nonché le bischerate del blog: forse era meglio l’orzo, mi rendo conto…
Paolo Montanari ci ha lasciato vari anni or sono, ma sotto di me vive ancora la sua famiglia.
L’eretico
Encomiabile( e comprensibile) la sua difesa del sindaco…forse non riesce a farlo da solo, benché avvocato!
Le uscite infelici di montanari rientrano nell’articolo 21 della costituzione e vanno eventualmente contestate nel merito e con giusto metodo, e non rispondendo in modo privato con abito pubblico!
Per quanto riguarda il consigliere forzoni, se il sindaco avesse avuto un atteggiamento istituzionale, avrebbe dovuto chiedere( e ottenere) le dimissioni, quandunque lo stesso forzono( avvocato pure lui, mi pare, dunque sedicente conoscitore della legge e della costituzione) non si fosse dimesso motu proprio.
Ci dobbiamo evidentemente sorbire( ancora x un po’) un sindaco non istituzionale e ( almeno) un consigliere dichiaratamente x massino.
Siccome i martinellati fanno i simpatici, prendendo spunto dal tuo “ omini degli orti” “donnine della coppe” e dalla loro, questa si, altera superiorità, sogghignano sui senesoni, sui nati nelle lastre ecc… quando ci sarà da chiedere iconto sulle promesse fatte, io, che non sono di Siena, lo chiederò a loro, che tanto ho imparato a conoscere di vista all’epoca in cui si presentarono a difendere Profumo alla festa dell’Unita.
……..intanto come buon viatico delle promesse la Fondazione ha acquisito un diritto di prelazione sulla vendita di Rocca Salimbeni…..
Sembrava una barzelletta che vendessero anche Rocca Salimbeni………
In riferimento alla diatriba tra Montanari e Comune, dico una sola cosa: quando una persona rappresenta un istituzione deve pensare ad unire e non dividere, quando una persona decide di dedicarsi alla vita pubblica e amministrare deve pensare per tutti e non per se stessa. Oppure aprire se è il caso un dibattito pubblico e non un ping pong da giornale a giornale e viceversa. La cosa preoccupante cmq è che il Montanari nemmeno arrivato a Siena ha già litigato con mezza Città, per via delle sua affermazioni, speriamo quindi che non litighi con l’altra mezza…Sarebbe interessante un duello alla Biblioteca moderato dal nostro Esimio Professor Ascheri.
Il tuo pensiero mi pare in assoluto contrasto col lo pseudonimo che ti sei scelto.
Forse visto com’è andata non conviene scrafiare tanto gli “omini degli orti” e le “donnine della coppe” perchè poi si vendicano e insieme a figli e nipoti votano Letta così a Roma ci va lui e Marrocchesi Marzi no.
Vero, tra l’altro ritengo che su Mps sarà un degnissimo successore del buon Padoan, avendo analoghi conflitti di interessi (5 anni nella sgr Amundi, collocata dalla rete Unicredit).
Vorrei chiedere cortesemente per curiosità antropologica ad eventuali votanti senesi del PD che dovessero leggere il mio post, che cosa dovrebbe fare quel partito per non essere più votato da loro: che cosa, ipoteticamente, li contrarierebbe tanto da non votarlo più.
Forse a questo giro, vista la comprensibile vergogna di esibire il simbolo, qualcuno si è confuso, oppure i 33000 erano tutti grillini?
Una sedia vuota.
Ancora una sedia vuota alla cerimonia di inaugurazione di un anno accademico.
Diserzione della massima autorità cittadina ad una celebrazione di un luogo di cultura e di formazione.
Vuota, dell’autorità che riveste anche del ruolo di assessore alla cultura.
Vuota come vuoto è il contenuto della sua onorabilità!
Da senese, da studente, mi sento offeso. Offeso dal comportamento irrispettoso verso di me, verso gli studenti, verso tutti i cittadini che egli, anzi esso, rappresenta. Anzi, rappresenterebbe…perché fino ad oggi ha rappresentato solo sé stesso e le truppe cammellate inchinate.
Oggi è stato raggiunto il punto più basso dello spessore minimo di un’amministrazione autoreferenziale, puerile e antidemocratica.
Compatisco anche chi, per affetto o per convenienza o deferenza, difende un tale comportamento.
Una sola parola: vergogna! Siena e i senesi non si meritano un tale personaggio.
Anche Montanari rappresenta un Istituzione cittadina, per di più di istruzione e cultura e tale ruolo presupporrebbe, a mio avviso, quello di tenere un atteggiamento super partes. La prima esternazione del neo rettore non mi è sembrata in tal senso. La ritengo un esternazione legittima, si, ma inopportuna.
Diciamo che per una volta il Prof. Montanari – che tanto apprezzo come storico dell’arte, quanto critico su sue posizione posizioni politiche – avrebbe potuto usare meglio la sua intelligenza
Una nuova occasione persa, come a suo tempo lo fu quella contro il rettore Frati.Assenze e vuoti a perdere.
Mi rendo conto che non deve essere simpatico avere in tasca la tessera del PD e realizzare che ormai serve solo per fare qualche “pista”
Non deve nemmeno essere simpatico per un tesserato o elettore FdI ed avere come capa una che dice di non conoscere la “matrice” degli autori degli attacchi squadristi di Roma, quando la matrice è chiaramente fascista.
Oppure candidare a sindaco di Roma uno che dice che il saluto romano è igienico, o che gli ebrei hanno la solidarietà per la Shoah perché hanno le banche.
Quando non si hanno argomenti non resta che l’offesa. Però dare del drogato a chi la pensa in altro modo, dopo il caso Morisi, è piuttosto rischioso.
Mi raccomando, non fategli fare brutte figure.
Martedi prossimo tutti a Roma col fazzoletto rosso al collo.
Meglio il fazzoletto rosso al collo, che il cuore nero in petto
Elezioni
Secondo me è una vera malattia,
c’è uno zoccolo duro e resistente
sempre preso da quell’ideologia
che dappertutto oggi è decadente.
Hanno ridotto il Monte in agonia
e un è più de’ senesi? Un gli fa niente,
i senesi hanno sempre simpatia
per il compagno Letta e certa gente
e allora, cari miei concittadini,
se ci portano via la Direzione
o se ‘l Monte lo fanno a pezzettini
e votate chi l’ha ridotto male,
io chiamerei la vostra fissazione
sindrome di Stoccolma tale e quale.
Beppe
Quando mancano idee per rispondere sul tema parte l’insulto.Vecchia storia di origine morisiana.
A proposito di questa amministrazione, segnalo tra l’altro, il fatto che Siena è una delle poche città in cui il parcheggio si paga anche di domenica, che all’ospedale a parte la prima ora si paga ancora, nonostante i proclami ore elettorali, e che la Tari è aumentata, seppur di poco. Tutte promesse tradite.
A proposito di Montanari, la richiesta di dimissioni perché ha osato esprimere un pensiero non conforme al pensiero unico dominante, chiariscono pienamente il concetto di libertà proprio del pensiero diquesta destra.
A Roma, ieri degli imbecilli hanno dato un colpo molto duro a chi credeva ad una alternativa ai buonisti sinistrorsi. Ora con la scusa dei disordini contro il green pass, poi degenerato in un vergognoso reato politico, proprio ora che siamo vicini ai ballottaggi in molte città si rinomina il famigerato jus soli. Un autentico autogol a favore dei sinistrorsi e buonisti. A Roma il 16 prossimo, che combinazione la vigilia del ballottaggio, verrà fatta una manifestazione dei tre sindacati e si riparlerà di jus soli, migranti, magari con Lucano in testa. Tutto fuorché dell’iniziale pretesta contro il green pass. Si riempiranno la bocca con la difesa di ideali che sono stati i primi a tradire. Per colpa di pochi imbecilli un’opposizione che facilmente avrebbe vinto le prossime elezioni politiche ha fatto un passo indietro.
Intendo le prossime votazioni politiche del 2022 o forse 2023.
Caro “Vedo nero”,
ovviamente del grave fatto di ieri scrivo in nottata: per oggi, la rubrica cultural-domenicale è annullata, sic.
A Roberto: che la posizione di Montanari sulle foibe sia contraria a quella dominante, NON è assolutamente vero; purtroppo, è stato dominante per decenni il negazionismo, vedasi i manuali di Historia che studiavamo a scuolina. La strumentalizzazione della destra è una cosa, il riduzionismo contrastivo di Montanari è un’altra.
Salutiamo il ritorno di Giuseppe Pallini e dei suoi versi: bentornato, carissimo!
L’eretico
Riguardo alla nostra ex Banca. Sui giornali, a cominciare da “La Nazione”, quante dichiarazioni e giustificazioni di ex dirigenti montepaschini e politici sugli arrosti da Banca 121 a quello dell’Antonveneta. Nessuno colpevole, tutto regolare, tutto giusto ed il prezzo giusto. Il Nobel delle facce di bronzo.