La domenica del villaggio: Dante, donne sportive, Amazon
Eccoci al consueto appuntamento domenicale con la rubrica culturale del blog, che – in attesa di tornare in autunno a discettare di Manzoni – presenta oggi una nuovissima sezione, che in redazione si è deciso di denominare “Pubblicità regresso”: ogni settimana, segnaleremo una pubblicità particolarmente significativa dei tristi tempi che stiamo vivendo; prima, però, un po’ di Dante e di sport, declinato però al femminile.
IL PATRIOTA DANTE, E LEOPARDI
Non ci sarebbe neanche bisogno di sottolineare l’importanza cultural-politica dell’Alighieri nella nation building italiana, se non si vivesse nella società ottusamente appiattita sul presente in cui si vive (non solo i giovani, tra l’altro, non solo loro), quindi siamo costretti a partire dalla puntualizzazione dell’ovvio.
Quando questa importanza la si declina in concreto, si tende a dare voce al De Sanctis e ad altri, spesso omettendo una davvero significativa canzone leopardiana, composta dal recanatese (allora 20enne) fra il settembre e l’ottobre 1818: “Sopra il monumento di Dante che si preparava in Firenze” (Piazza Santa Croce, davanti al “tempio delle itale glorie”). Un Leopardi che era allora pervaso da una parte da genuino spirito patriottico (nonché dal forte misogallismo ereditato dal padre Monaldo), ma anche dalla ricerca di un successo cui giustamente agognava toto corde; ecco che arriva l’esortazione, la parenesi autentica, rivolta agli italiani affinché sappiano meritarsi la grandezza – quella del passato – in cui sono immersi, quasi senza rendersene conto.
Invitato da Daniele Magrini, insieme a Duccio Balestracci, alla prima puntata del programma di Siena tv su Dante (daremo il giorno della messa in onda, appena lo conosceremo), oltre a dire alcune cosette sul pensiero politico dantesco (fino al foscoliano, e non certo casuale, “ghibellin fuggiasco”), mi è parso stimolante tirare fuori alcuni versi di quest’opera leopardiana.
Ci permettiamo, quindi, di citare giusto i versi 191-196, i quali invito a leggere con la massima attenzione; giacché, se sono rivolti agli italiani di due secoli or sono, lo potrebbero essere agli italiani (e magari ai senesi) di oggi, tali e quali:
“volgiti agli avi tuoi, guasto legnaggio;
mira queste ruine
e le carte e le tele e i marmi e i templi;
pensa quale terra premi; e se destarti
non può la luce di cotanti esempli,
che stai? levati e parti”.
LE DONNE E LO SPORT
La donna dell’antichità, in Occidente, faceva sport? Dibattito annoso, cui è impossibile rispondere in modo categorico: in larga parte, dipendeva da dove si trovava; prendiamo Omero: ci presenta un esempio di donna di carattere forte, ma dedita al focolare domestico ed alla tessitura (Penelope, ovviamente), ma anche una giovane, Nausicaa, la quale – al momento di scorgere per la prima volta l’irsuto Ulisse – stava giocando a palla sulla spiaggia, in attesa del bagno, con le altre ancelle (le quali dopo avere visto questo uomo nudo, scappano, mentre lei resta: ma qui si entrerebbe in tutt’altro ginepraio, va da sé). E si sa che il legislatore spartano per antonomasia, Licurgo, obbligava le donne a fare sport, in funzione del loro futuro ruolo di madri (identica concezione della Hitlerjugend, peraltro). In ogni caso, per chi volesse saperne di più, si raccomanda la lettura de “Le protagoniste. L’emancipazione femminile attraverso lo sport”, di Eva Cantarella ed Ettore Miraglia (per Feltrinelli, pagg. 200, 16 euro), recensito anche sul Domenicale del Sole 24 ore della scorsa settimana da Eliana Di Caro, pagina 6.
Al termine di questa estate di trionfi per lo sport azzurro, anche declinato al femminile (si vedano le velociste ieri alle Paraolimpiadi, ed anche la pallavolo), ricordato anche il fatto che la “lunga marcia” delle atlete in Italia è stata più lunga ed irta di difficoltà stante la presenza della Chiesa (la quale, fin quando ovviamente ha potuto, ha fatto di tutto per non fare emancipare le donne attraverso la leva sportiva), non ci resta che citare il buon De Coubertin, come sempre si fa in questo blog cercando di rendere la complessità dei fenomeni.
Sentite un po’ cosa sentenziava De Coubertin, dunque (citato dal libro di cui sopra):
“ai Giochi olimpici il ruolo della donna dovrebbe essere soprattutto quello di incoronare i vincitori. Una Olimpiade femmina sarebbe non pratica, non interessante, antiestetica e non corretta”. L’importante è partecipare, dunque, ma declinato, e parecchio, al maschile…
AMAZON, CHE PRENDE PER I FONDELLI
Iniziamo questa rubrichetta “Pubblicità e regresso” con lo spot di Amazon attualmente in programmazione: un giovane dipendente, di origine nordafricana (spero si possa ancora usare questo termine, altrimenti ci scusiamo subito, a priori), che intona un autentico peana su quanto sia bello e familiare il lavoro all’interno dei magazzini della multinazionale di Bezos. I compagni gli fanno anche ascoltare la sua musica preferita, se lo coccolano tutto.
Morale: nel turbocapitalismo on line in cui siamo immersi, si arriva anche a questo; ve lo immaginate una pubblicità della Fiat ai tempi del boom, la quale avesse mostrato un operaio invece che il prodotto? Oppure negli anni Settanta? Come minimo, qualcuno sarebbe stato gambizzato il giorno dopo il primo spot. Insomma, la pubblicità è pubblicità, ci mancherebbe: ma anche se è la riconosciuta anima del commercio, non necessariamente deve arrivare a prendere proprio per il sederino, non vi pare?
Ps 1 Ci ha lasciato in settimana una figura appartata (anche prima dell’Alzheimer che se lo è portato via, a 72 anni) di scrittore, Daniele Del Giudice; fu scoperto da Italo Calvino agli inizi degli Ottanta, al tempo del folgorante “Lo stadio di Wimbledon”, per il quale Italo Calvino scrisse l’introduzione (non propriamente un romanzo sul tennis, bensì dedicato alla intrigante figura del triestino Bobi Blazen, figura importante dell’editoria italiana).
Su Repubblica del 3 settembre (pagg. 30-31), Alberto Asor Rosa lo ricorda, soffermandosi appunto su “Lo stadio di Wimbledon” e “Atlante occidentale”, e parlando, a proposito di Del Giudice, di “malinconica allegria”. Non era certo un autore facile, da autogrill, Del Giudice, ma è uno di quelli che, pur solo di estrema nicchia, resterà.
Ps 2 In Fortezza si va avanti per tutto settembre, eh, con le presentazioni dei libri: giovedì 9, chi vuole sentire qualcosa su Davide Lazzaretti, è il benvenuto; lo scrivente, infatti, introduce e commenta “David Lazzaretti Uno della mia terra: il santo e il profeta del Monte Amiata”, del cultore della materia – che sarà ovviamente ben presente – Paolo Lorenzoni (alle 18, al bastione San Domenico). Su una figura come Davide Lazzaretti, qualunque nuova pubblicazione è sempre la benvenuta.
Anche Alexey Stakanov era felicissimo e coccolato.
Il nuovo modello di lavoratore: immigrato, sottopagato, riconoscente
Nutro una flebile speranza che l’evento “Fortezza” venga prorogato, come l’anno scorso, alla fine ottobre. A Siena c’è restato molto poco di interessante in questi tristi anni di decadenza, almeno questo evento proroghiamolo. Da novembre poi ci sarà un po’ di più di buio e noia.
Molto azzeccata la nuova rubrica sulla pubblicità-regresso, amaramente geniale. Io ne avrei almeno una decina di spot da segnalare, ma non voglio rubare il tempo all’Eretico. Attendo, a partire da domenica prossima….
P.S: credo che ancora ci sia qualche superstite (a Roma ?) dei Giurisdavidici e comunque vale senz’altro la pena di fare una visita alla sua tomba/altare ad Arcidosso
Caro Alberto,
per intanto vedi di fare visita tu a noi, giovedì pomeriggio in Fortezza: non mancare (e pubblicizza anche fra gli “splendidi giovanotti” che sai, per Zeus)!
Per ingolosirti, potrei dirti che potrebbe esserci anche il professor Montanari, applaudito a scena aperta a San Casciano dei bagni giusto ieri (non per le foibe, per Dante)…
L’eretico
mi sembra di ricordare (tempus fugit et memoriam anchem) che oltre a chiamarlo “il Cristo dell’Amiata” lo chiamassero anche “Santo Davide”
Esatto in loco soprattutto “il Santo David” e ci dovrebbe essere ancora qualche seguace. Negli anni ’70 una certa Elvira Giro (che sosteneva di essere la reincarnazione della Madonna) ed il figlio (…) avevano addirittura rifondato la Chiesa Giurisdavidica ed il 15 di agosto sul Monte Labro sopra Arcidosso, almeno fino a poco tempo fa, accendevano ancora i loro fuochi.
Le case dei Giurisdavidici nei paesini dell’Amiata spesso recavano e recano ancora il loro segno (un + tra due C il primo dei quali rovesciato).
Ad Arcidosso, vicino all’Ex Hotel la Toscana c’è la lapide nel luogo in cui fu ucciso.
La vulgata del luogo (sui libri questo non l’ho trovato) racconta che di fronte all’alt, intimato dai carabinieri di Arcidosso più un bersagliere mi pare di Livorno in vacanza, egli abbia proseguito spavaldo dicendo: sparate al petto, salvate il volto.
Aveva effettivamente un giubbotto antiproiettile, ma gli spararono in testa …
Probabilmente è anche per questo che il suo cranio fu studiato dal crimonologo Cesare Lombroso ed il suo nome venne accostato a qello di altri criminali quale la saponificatrice Cianciulli.
Eppure se si legge una biografia di David Lazzaretti (quella di Arrigo Petacco a mio avviso è ottima) si scopre un personaggio assolutamente fuori scala.
Un eroe delle guerre d’indipendenza, un autodidatta delle Macchie d’Arcidosso che parlava da pari a pari con Papi e dignitari europei.
Intervento veramente interessante e molto istruttivo. Grazie, sinceramente.
Grazie Lorenzo, David Lazzaretti passò anche molto tempo in Francia, dove aveva un amico avvocato, che mise il suo patrimonio a disposizione della causa …
Una dottrina politicamente orientata vorrebbe ridurre il suo insegnamento ad una specie di interpretazione marxista del cristianesimo (cattocomunismo ante litteram ?), in realtà si trattava soltanto un ritorno alla povertà ed alla condivisione evangelica.
Magari questo fu il vero motivo della sua scomunica …
Grazie a te, Paolo, della precisazione.
sono in terra straniera per le mie giuste e meritate vacanze con moglie e figlioletta.
Ma porcaccia miseria riorganizzala da metà Settembre.
Non capita tutti i giorni di avere un faccia a faccia con un bischero
Caro Professore,
Sono stato medico condotto a Arcidosso dal 1957 al 1986, Paolo Lorenzoni da bambino è stato mio cliente e verrei volentieri alla presentazione del libro, ma ne sono fisicamente impedito. Ho avuto fra i miei clienti anche alcuni giurisdavidici, tutti brava gente, abitanti nelle frazioni, non nel capoluogo:in paese Davide Lazzeretti non ha mai avuto gran seguito. Il Gran Sacerdote di allora, un bel vecchio con una gran barba grigia, mi confidava i “segnali” che diceva di ricevere a volte dall’alto. Davide Lazzeretti è stato “riscoperto” dopo il 1960 o giù di lì, il Comune ha istituito un Centro Studi e un Museo che vale la pena di visitare. Attualmente credo che i suoi seguaci siano rimasti solo in tre.
Auguri per la presentazione, salutami Paolo.
Cara Giuseppe,
sei assente giustificatissimo, e di certo ti saluterò il buon Paolo Lorenzoni, così appassionato delle vicende lazzarettiane.
Per il suo contributo, ringraziamo poi l’avvocato Panzieri (lo studio, da parte di Lombroso, del cranio del profeta è certo significativo).
Quanto ad Albertone in trasferta extra Italiam, che dire? Quella della presenza di Montanari era una boutade, caro zuzzerellone (poi magari viene davvero, chi lo sa?)…
L’eretico
Caro Eretico
Su David Lazzeretti è stato scritto molto,il libro di Arrigo Petacco(che non riesco a ritrovare nella mia libreria,forse vittima di un prestito non più restituito ma non ricordo a chi,capita no?)forse è stato il più obbiettivo ed esauriente come giustamente ricorda l’Avv.Panzieri.Sarebbe interessante rileggere oggi la vicenda giudiziaria che David subì presso il tribunale di Siena;perché l’avv.Panzieri,che certamente possiede tutti gli strumenti tecnici e giuridici per una moderna lettura degli atti,non si cimenta in questa impresa?.
Anche per verificare lo spirito culturale che si respirava nella sienina dell’epoca.
Grazie
Nella biblioteca di famiglia avevamo il libro di un lontano parente, archivista (abbastanza famoso) presso l’archivio di stato di Lucca, Eugenio Lazzereschi (Casteldelpiano 28.9.1882 – Lucca 3.9.1949) “Il Messia dell’Amiata” stampato nel 1945, che ognuno che volesse scrivere di costui o della montagna, lo chiedeva in prestito alla mia nonna, perché praticamente introvabile.
Poi qualcuno non ce lo deve aver restituito …
Ricordo di aver anche provato a leggerlo, nei brevi periodi di permanenza nello scaffale, ma senza fortuna … era un vero mattone (quello gentilmente messo a disposizione da Piero non pare comunque da meno) almeno per chi all’epoca era solo un ragazzo.
Pur tuttavia lo segnalo volentieri alla comunità.
Quanto alla ricostruzione e delle vicende processuali l’idea effettivamente mi pare molto interessante.
In quello che resta della medesima biblioteca ci sarebbero ancora tutti i codici del regno applicabili alla fattispecie…
Se il nostro ospite, quindi, decidesse di affrontare l’impresa non di un altro, solito, ennesimo libro sul santo David (Lazzaretti stavolta eh …), ma da par suo in modo originale e completo, mi metterei volentieri a disposizione.
Anche per reperire testimonianze sul posto e perfino qualche impensabile discendente in Siena .
..
Errata corrige: Eugenio Lazzareschi ….https://it.wikipedia.org/wiki/Eugenio_Lazzareschi
Per chi fosse interessato ad approfondire l’argomento “David Lazzaretti” vi consiglio la lettura del libro scritto da Giacomo Barzellotti – David Lazzaretti di Arcidosso detto il santo, i suoi seguaci e la sua leggenda – Zanichelli 1885. Il libro essendo stato pubblicato pochissimi anni gli eventi del 1878, è il primo sul tema ed anche una cronaca di coloro che vi parteciparono. Fu ristampato in copia anastatica in prossimità del centenario della morte. Comunque, l’Università di Oxford lo ha digitalizzato ed è scaricabile gratuitamente all’indirizzo:
https://archive.org/details/davidlazzaretti00lazzgoog/page/n12/mode/2up
Caro Piero, grazie davvero per il contributo che hai fornito ai lettori del blog; in ogni caso, nella mia relazione non mancherò di fare opportuno riferimento al libro del Barzellotti: che non solo, in effetti, è scritto a ridosso degli eventi, ma che sa dare un giudizio tutt’altro che agiografico del personaggio (e per questo venne attaccato, per esempio, da Antonio Gramsci). Ne parlerò, ne parlerò…
Grazie anche al “Giaguaro”, che aspettiamo domani in Fortezza!
L’eretico
Grazie anche a Lei, Piero, per il link che consente di accedere al libro di Giacomo Barzellotti. L’ho scaricato in formato PDF. Lo leggero’.
Ieri ho rivisto la pubblicità di Amazon, che dà il la alla interessante rubrica: mi era sfuggito, ma anche all’Eretico, che c’è anche un tocco di patetismo, perché l’operaio riconoscente dice di avere una sorellina malata che ora si può curare grazie ai soldi del suo stipendio. Non ho ulteriori commenti, se non che i capitalisti prima si accontentavano di sfruttare, oggi sfruttano e vogliono anche farsi dire bravi dalle maestranze.
Grazie all’Eretico per questa rubrica, che promette molto bene.
Per rendere le nostre giornate ancora più progressiste e arcobaleno proponiamo Rosy Bindi come nuovo Presidente della Repubblica. Il nostro segretario Letta sta lavorando bene su tutti i fronti. Tanti saluti da Capalbio…
“Sono Capalbio felice, difeso dal leone senese dal quale sono protetto”
Questo sta scritto su di una lapide posta sopra la porta senese.
Basta intellettuali, vip e cani facoltosi: riprendiamoci il nostro antico, aspro, magnifico castello …
Viva Capalbio, Viva le Agorà democratiche, Viva l‘ accoglienza (nei luoghi giusti intendo…), viva il mondo dei Riformisti… Tanti saluti dalla spiaggia di Capalbio
Corsi e ricorsi storici
Novella strada imboccata sia
Nel nome di salute e economia
Purgata grecia e sua democrazia
Dop’ un decennio non vi paia strano
Ch ogni residuo sia spazzato via
Franza e diritti dell esser umano
Appoi per completare la deriva
L itaglia e il diritto suo romano
Tutta robuccia che a poco serviva
Quando s affaccian tempi d emergenza
La gente ha un sol diritto, restar viva
Di tutto l resto si puo’ fare senza
Non di salute e dindi pe’ campare
Sicche’ solo chi e’ esperto di finanza
E’ titolato pe’ pote’ governare
Quanto ai diritti l unico che conta
E’ quello bene o male di campare
E pe’ riuscicci la gente e’ sempre pronta
Basta d usare a spaglio la paura
E propaganda che bene la racconta
A fassi mette sotto dittatura
Se poi paura grossa si propina
Allora la riuscita l’e’ sicura
E sverti si puo scende pe’ la china
Che da parigi atene e roma porta
Alla destinazione ‘n fino ‘n cina
E se la gente la nun se n’e’ accorta
L’e’ che a chi guarda la televisione
La vista par che gni diventi corta
La pubblicità di Amazon mi fa tornare in mente il video Happy Fiat di qualche tempo fa dove, sulle note del brano di Pharrell Williams, gli operai ballavano felici. E’ il tentativo, nemmeno tanto nascosto, di superare la lotta di classe, anzi, mi correggo, è l’ennesima dimostrazione che la lotta di classe è viva e vegeta, peccato che a condurla sono i padroni e non più gli operai. Mi scuso per il linguaggio vetero-marxista ma certe cose è bene continuare a chiamarle con il proprio nome. Complimenti per la nuova sezione sulla pubblicità.
“sui morti bisogna dire la verità”
Un Grande Bischero (sembra un po’ drogato ma invece è “FATTO”) si è dimenticato di farlo sapere al Piccolo Bischero che transita nei pressi della stazione di Siena.
Vergogna dimenticarsi così di un seppur saltuario collaboratore.
Un altro scomparso inedito: il decreto Zan. Sospeso dagli stessi sinistrorsi, troppo dannoso per le prossime amministrative. Segno che qualche difetto l’aveva il tanto strombazzato decreto. Spero che sparisca per sempre e non se ne parli più. Sarebbe il massimo se anche la fazione sinistrorsa facesse la stessa fine. L’unica vera opposizione è solo il partito di Rizzo, di cui non condivido tutte le idee, ma lo vedo più coerente dei sinistrorsi radical chic. Questi vivono in una torre d’avorio, lontano dalla gente comune non capendo più le reali richieste delle classi, ma occupandosi di problemi di cui la maggioranza degli italiani interessa pochissimo come il nominato decreto Zan i cui problemi sarebbero risolti con un comportamento più civile reciproco senza tante leggi astruse e superflue. La disoccupazione, gli anziani, la scuola, la sicurezza ed altro sono argomenti molto più importanti.
Quindi voterà Rizzo alle suppletive?
Rizzo e Golini sono gli unici candidati di sinistra
No perché anche se parla di lavoro, giovani e altri argomenti seri non condivido le sue idee. Però lo vedo molto più sincero dei sinistrorsi, parla e partecipa direttamente con la gente comune, non mette in primo piano argomenti come l’omofobia e simili, cose di cui non c’è bisogno di stare a perdere tempo quando basta solo il rispetto delle leggi vigenti. Penso a gente come D’Alema, Prodi, Gentiloni, Boldrini e simili che fanno la bella vita lontano dalla gente comune e parlano solo di immigrati senza però aiutarli concretamente quando arrivano in Italia anzi li aggiungono ai nostri pensionati, disoccupati, ecc. bisognosi di assistenza. A Capalbio, salvo cambiamento di politica, molti di loro a godersi il sole, la spiaggia, il tennis e le regate in vela si sono opposti alla distribuzione in quel comune di alcuni migranti. Fare tutto, ma non nel mio giardino. Sbaglierò, ma sarà sempre meglio aiutarli a casa loro, fare dei seri accordi con i Paesi del sud Mediterraneo e obbligare anche i nostri “fratelli” europei a darci una mano invece di tante futili promesse. Chiudo perché l’argomento è troppo complesso e facile di critiche. Ognuno la pensi come gli pare e li rispetto, però non vorrei tutta questa ipocrisia da parte dei sinistrorsi.
In effetti due proposte balzano agli occhi per la semplicità e la lungimiranza:
Votare Rizzo perché rappresenta uno degli ultimi esemplari di una sana sinistra;
e portare Rosaria Bindi come Presidente della Repubblica perché è donna e perché è del Montone.
(con calma vi racconterò come e perché Rosy ha anche il fazzoletto del Montone)
Daltrocanto (tutto attaccato) nel Nicchio hanno Renzi, moglie e tre figli battezzati. (habemus fotom)
Ossequi
che poi il discorso è abbastanza semplice:
se devo votare una delle tante fave tonchiate che mi sono state presentate negli ultimi anni (Verdini docet) potrei decidere di votare Rizzo che potrebbe essere (forse) un voto in opposizione al pisano.
Riossequi
Votare non è un obbligo…
Astensione! Altrimenti coi soli voti opportunamente comprati in questi lustri qualche candidato potrebbe non farcela
Cosa c‘ entra Rizzo con la sinistra riformista europeista? Non l‘ ho mai visto questa tale a Capalbio… invece Letta è veramente schikke, e poi conosce la Francia come pochi altri…
Quanti bischeri in questo blog…me compreso, sia chiaro!