Le “due Siene”, Camilla Conti, il nuovo Isis
Pezzo assai denso, quello odierno; due parti su tre, sono naturaliter dedicate al big event di ieri pomeriggio in Fortezza: la prima presentazione senese (e non solo senese) del mio libro sul Caso Rossi, introdotta dalla giornalista Camilla Conti; per iniziare, però, come non scrivere almeno qualcosina – giusto il minimo sindacale, peraltro – sull’Afghanistan?
L’INFERNO IN TERRA
Di solito, quando un evento drammatico (di matrice umana, per quelli metereologici è ovviamente diverso) viene ampiamente anticipato, quasi fornendo le coordinate spazio-temporali dello stesso, non accade: ciò che è successo ieri a Kabul, dunque, rappresenta l’autentica eccezione confermante la regola; e dimostra, fra le tante, una cosa in particolare: i talebani sono sempre gli stessi (divieto della musica, tanto per gradire), ma, a differenza dello status quo ante 2001, non hanno il pieno controllo dell’Afghanistan.
Pochi (pare un paio di migliaia), ma assai agguerriti, in loco si sono dunque presentati al mondo altri macellai, quelli dell’Isis locale (del Khorasan, in partcolare: entità infrastatuale fra Afghanistan, Pakistan e financo parte dell’ Iran): ed i risultati sono quelli sotto gli occhi di tutti. La terra dell’oppio, e di tanti altri materiali oggi quantomai preziosi (coltan e cobalto, per esempio), è oggi – con un’espressione abusata, certo, ma drammaticamente appropriata nel caso di specie – un vero e proprio Inferno in terra.
Se alcuni commentatori di fama tornassero a studiare e guardassero meno masterchefs (meglio puntare alla fama che alla fame, no?), magari si sarebbero accorti di una cosa: vale a dire che Joe Biden, una volta eletto, avrebbe continuato con il trumpiano America first, pari pari.
Come ricorda acutamente Ian Bremmer (intervistato da Anna Lombardi su Repubblica odierna, pagina 5), tra l’altro, c’è una granitica e non scalfibile coerenza tra quanto Biden sta facendo (in modo pessimo) oggi, da Presidente e Commander in chief, e ciò che, da giovane senatore, diceva nel 1975, ai tempi dell’abbandono americano – molto più decoroso dell’attuale – di Saigon. Leggere per credere: “C’è un punto in cui non si possono soddisfare oltre gli obblighi morali mondiali. Non abbiamo nessun dovere di evacuare stranieri, che sia uno o 100mila sudvietnamiti”. Amen…
CAMILLA CONTI, GRADITA OSPITE
A introdurre “Cronaca di un suicidio (annunciato)”, in Fortezza, ieri c’era la giornalista Camilla Conti; fiorentina docg, trapiantata a Milano per lavoro da una ventina di anni, giornalista esperta di finanza ed economia con tutti gli addentellati del caso, buonissima conoscitrice di Siena da lunga data (Mps, ma non solo). La persona davvero giusta, per un evento come quello di ieri.
Fra i vari punti toccati dalla Conti, almeno tre vanno citati (in ogni caso, in attesa della trasmissione su Siena Tv, l’integrale della presentazione è già sul sito de La Gazzetta di Siena). Il primo, concerne il fatto che la giornalista ha detto chiaro e tondo, con interessante sguardo comparativo, che in nessuna altra banca italiana, allora come oggi, esiste una personalizzazione della comunicazione pari a quella di Mps targato Mussari: Rossi era la comunicazione in persona.
In secondo luogo, la Conti ha detto che lei stessa – che con Rossi aveva solamente rapporti professionali, spesso polemici – l’aveva visto assai cambiato, in occasione dell’ultima assemblea degli azionisti prima della tragedia (e ha citato un episodio specifico, in tal senso).
Infine, la giornalista ha detto molto chiaramente di essere d’accordo su quella che è una delle tesi del mio libro (questa per l’appunto tale, giacché del tutto indimostrabile per ovvi motivi), cioé che David Rossi sarebbe il primo ad essere amareggiato dello scempio di riservatezza (e di molto altro) messo in scena nel post 2013.
Dopodichè, cena da Bagoga (ove fu celebrato anche il decennale dell’ottimo acquisto di Antonveneta, nel 2017, ci è tornato in mente); ove – inaffiando le parole con il rosso di Montalcino del dominus del locale (14 gradi) – Camilla ci ha regalato un po’ di sano gossip sul mondo del giornalismo nostrano, con autentiche chicche e genuine sorprese. Raccontando come spesso certi (presunti) agnelli, in redazione, diventino dei lupi, ed i lupi gli agnelli che non ti aspetteresti. Il tutto, raccontato con quella bonaria leggerezza da balzacchiana “commedia umana”: sempre tenendo presente che, senza l’ironia, non si vive bene.
LE DUE SIENE…
Fra i meriti che si possono ascrivere all’evento di ieri – ci sia consentita questa considerazione, non da flagellante -, oltre al fatto che per la primissima volta si è creato un seppur embrionale dibattito sul Caso (best has yet to come), ce n’é anche, e forse soprattutto, un altro. Un qualcosa che era già piuttosto chiaro da anni, ma che, dal 26 agosto, lo è anche di più.
Cerco di spiegarmi al meglio; Flavio Mocenni, uomo che ha avuto i suoi galloni di potere nella Siena a trazione piddina, ha fatto un intervento molto, molto favorevole sul libro dello scrivente; io l’ho ringraziato, mi sono schermito, anche sapendo che, al di là di tutto, può avere avuto un peso anche il fatto di una lunga frequentazione pregressa fra noi (chi scrive, è stato per qualche anno cancelliere della Selvina, Flavio regnante: roba da anni Novanta, per capirsi); merito personale di Flavio Mocenni, comunque, è quello di avere detto pubblicamente sul Caso in questione – lui, fra i primissimi a farlo – ciò che lui pensa, mentre tanti altri ex (o magari neanche ex) maggiorenti cittadini, pur del tutto d’accordo con quanto vergato nel libro, si guardano bene dall’esporsi, in pieno stile senese. Sanno bene come siano andate le cose, ma si godono lo spettacolo di chi per la prima volta le documenta dal punto di vista mediatico, in rigoroso silenzio.
Dopo di lui (ed altri interventi, a favore del libro, dei quali ringrazio toto corde), è intervenuto Maurizio Montigiani, il quale – detto con affetto – ha affastellato 7,8 cose di fila, temiamo senza essere capito dalla maggioranza dei presenti (io l’ho abbastanza compreso, ma solo perché mi ci ero già confrontato a luglio, su queste tematiche, altrimenti non so se l’avrei potuto seguire).
Ma la cosa più stimolante è stata quella del dietro le quinte (si fa per dire); mentre firmavo qualche copia del libro, mi si è presentato innanzi un ex studente, del quale ovviamente non faccio il nome.
“Professore, glielo posso dire? Con questo libro, lei non mi è piaciuto…”.
Dopo avere elogiato la sua sincerità, peraltro su posizioni sulle quali in passato ci eravamo già confrontati criticamente, chiedendogli poi io il perché della sua posizione, ecco la risposta (pressoché letterale):
“Perché questo suo libro non è un libro contro il Sistema, è un libro che lo difende”.
C’è da ringraziarlo, perché lui ha avuto, oltre a quello della piena sincerità, anche il dono della chiarezza: in qualche misura, si sono infatti formate due Siene, a cagione e a margine del Caso in questione.
C’è quella che vedrebbe, nella tesi del suicidio, un elemento di autoassoluzione da parte dell’antico regime, e c’è quella alternativa – dei vari Montigiani, per capirsi -, la quale pensa che scavare ad libitum nel Caso Rossi sia salutare, intendendo questo esercizio come un grimaldello per addivenire ai misteri targati Mps, e magari non solo.
Come dovrebbe sempre essere, però, in mezzo alla fine ci sarebbero i fatti, con la loro dinamica intrinseca e ben documentata: ed è da quelli – e solo da quelli -, che si dovrebbe partire (ed anche arrivare). Che servano per una immagine o per un’altra della collettività cui si appartiene, questo, e solo questo, è ciò che serve: il rispetto dei fatti, di quelli che si possono documentare; questo conta: nel Caso Rossi, come in altri, incandescenti, argomenti…
Ps 1 Il sottosegretario Durigon si è dimesso: lo avevamo auspicato, alla fine è avvenuto; schierarsi per il fratello del Duce, ed ancora di più ignorare il sacrificio di Falcone e Borsellino, deve portare dritto a questo sacrosanto esito.
Ps 2 Certo che sul buon Tomaso Montanari, da par suo, chi di dovere può fingere che non sia accaduto alcunché? Perché il rischio di creare un precedente, e di tornare indietro agli anni del negazionismo sulle foibe (che ovviamente vanno sempre contestualizzate), c’è davvero tutto…
Ps 3 Post scriptum aggiunto il sabato mattina, appena ricevuta la notizia: per chi fosse interessato, Siena Tv manderà in onda la presentazione integrale della presentazione del libro (già presente sul sito de La Gazzetta di Siena, come detto) lunedì 30, alle 21,05 (più repliche in svariati orari).
Visto che siamo a scrivere, agganciandomi al Ps 2; letta in mattinata la lettera di Tomaso Montanari al Corriere della sera, in cui ci sono due elementi sorprendenti (non in senso positivo, purtroppo): in primo luogo, Montanari invoca a sua difesa la Costituzione, in quanto Rettore, cioé l’esatto contrario di ciò che aveva detto l’attuale (Pietro Cataldi, ancora in carica), il quale ha dichiarato in settimana che Montanari scrive da pubblico cittadino; in secondo luogo, Montanari cita a suo favore il fatto di essersi basato sulle idee di Eric Gobetti, storico free lance che definire schierato, nel senso che si può immaginare, sarebbe riduttivo. Come si dice, la toppa peggio del buco, ahinoi…
Umanamente apprezzabile l’intervento a favore di due figure “minori” ingiustamente finite nel tritacarne mediatico.
La domanda della Conti sia spunto per un incontro futuro: Siena anno zero, la demontepaschizzazione dei senesi.
Arrivo della commissione e corsa alla seggiola vacante.
A Settembre niente palio straordinario ma giostra assicurata.
Scrutinata l’ultima scheda si tumula il babbo e Siena (vicenda Rossi annessa) uscirà definitivamente dai radar nazionali.
Intanto c’è un bischero che s’è dimesso.
Ce ne sarebbero tanti/e altri/e ma preferisco riferirmi a due personaggi che, secondo me, dovrebbero rassegnare immantinente le dimissioni: uno abita piuttosto lontanino in una casa tutta bianca, l’altro non so dove abiti ma penso che sia un pendolare visto che bazzica spesso nei dintorni della stazione.
Ossequi
Come cambiano i tempi…
Mentre in Afghanistan gli USA si accordano coi talebani a Siena si assiste all’endorsement di acetello all’eretico.
A livello nazionale l’interesse sul caso Rossi è totalmente strumentale. Quando matureranno i tempi questo libro sarà fonte primaria per un’analisi pacata e razionale dei fatti.
L’augusto padre sempre due colonnini avanti.
Quando si evoca Saigon sarebbe però opportuno ricordare che il Vietnam fu una battaglia persa di una guerra (stra)vinta.
PS
La Conti (al netto delle origini) garba parecchio e la si legge/ascolta sempre con piacere
Sbaglierò, ma forse Rossi, da senese e persona intelligente quale era, aveva intuito il triste futuro della banca e della città, e dopo aver constatato di aver contribuito a distruggerla per ’30 denari’ ha preferito fare come Giuda.
Probabilmente sarebbe stato un prezioso e informato collaboratore per la giustizia
Di certo se David avesse raccontato agli inquirenti come stavano veramente le cose, ricostruendo la resistibile ascesa dei distruttori (autoctoni e non) della ricchezza prodotta da questa comunità nei secoli, la storia di Siena (e della sua Banca) sarebbe stata molto diversa …
Il fatto che, poveretto, in un modo o nell’atro, abbia tolto il disturbo ha sicuramente giovato al sistema, al quale – evidentemente – comunque sia andata, l’ipotesi suicidaria (ricostruita magistralmente da Raffaele) è quella di gran lunga preferibile.
In questo senso – credo – l’ossevazione dell’attento ex studente ereticale.
Quanto al pur sempre suggestivo paragone evangelico non posso non notare che forse i denari erano più di trenta e che poi nessuno è stato né sarà mai neanche lontanamente crocifisso per causa sua.
Barabbba, in ogni caso, si è salvato anche stavolta.
La storia purtroppo si ripete …
Poro citto ed ex studente, s era affezionato all eretico e ora non digerisce la di lui ipponatica conversione in nome ,si badi bene , non d un passaggio di schieramento( come balzanamente e dualisticamente ipotizza lo studente, evidentemente un bipede sanesota docg con tanto di corredo genico e di influenze socioambientali di Tozziana memoria) ,ma d una sintesi risolutiva tra tesi e antitesi orgiastico complottarde, che rialzi la balzana nostra dalla fanga troiesca nella quale l avean gittata le ” involontarie ” dichiarazioni d un altro pilastro della cultura sanese, gia’ ex sindaco.
Notare bene, niuno dei protagonisti ( non della vicenda, ma della sua farsesca narrazione,evoluzione e…risoluzione) e’ genicamente sanese.
Ne’ l ex sindaco ,loquace al bar ,ma… laconico e afono in quel di genoa.
Ne’ l ex pagano novello converso, in nome dell onore e dei valori( socio cul turali ehhh , dato che quelli economico finanziari ormai so’ iti) di sieninanostra.
Niuno dei due, chi dette la stura alla mediatica commedia e chi ne decreto’ la mediatica conclusione, e’ nato sotto l auspici dei genius loci sanesoti.
Ovvero sempre per restare in campo religioso, quel fava lessa di bernardino(che spredicozzava pensando di ravversare gli strozzini) e quella rimbombata della cate( che tanto prodigossi pe’ riportare in itaglia l impestatura papale)
Gente ingenua e di capo sodo
Un ex sindaco……. e uno futuro?
Le credenziali l arebbe tutte, un omo integro, un riconciliatore,un pacificatore,…..un redentore di sienina nostra?
ECCE OMO?
Avvocato…. mi tolga una curiosita’ , le e’ scappata involontariamente l espressione ” ipotesi preferibile” anziche’, come sarbbe stato lecito aspettarsi da un avvocato
” ipotesi piu’ plausibile”
O…scrive tra le righe?
Insomma, e’ stato l inconscio sanesamente condizionato, o una maliziosamente criptica cosciente volonta’ a guidarle la man sulla tastiera?
Certo che sei davvero Acuto, caro Giovanni Maununta.
Confermo il preferibile a prescindere dal plausibile e non vado oltre.
…te pareva che non era pure avvocato? Il novello giangiacomo pigna corelli in selvi, redivivo (purtroppo) dopo tanto tacere, oggi si è svegliato così, principe del foro…
Beh, la parte del crocifisso c’è ed è la nostra povera Città e quelli che non hanno avuto voce in capitolo nei misfatti passati, che non hanno avuto il piccioncino e l’hanno dovuto pagare con la loro ignavia.
Caro Eretico, scrivo da Firenze, lavoro al Monte e ho visto on line la tua presentazione, dopo avere letto con la massima attenzione il tuo libro: aria fresca e limpida in un mondo giornalistico, del quale tu formalmente non fai parte, che mi pare sempre più inquinato (la Conti è davvero una eccezione).
Non saprei da dove partire per elogiare l’equilibrio, il rigore documentario e l’accuratezza formale di Cronaca di un suicidio annunciato. Come ha fatto anche un altro lettore, mi limito per ora a sottolineare che l’avere fatto emergere l’accanimento ingiustificato verso due figure di montepaschini per bene, già questo sarebbe da applausi: come scrittore di inchiesta e come uomo.
Affastellato? Ho spiegato tutto, ma non facile in poche parole, certo… ma come ho detto quel telefono di lavoro non finiva il credito, la chiamata è in uscita e non in entrata (e sarebbe stata dal 40916 come ho invitato a Googlare) e sempre in rete appaiono i certificati pre-dormienti di GE Capital, uno dei quali recante quel numero… l’altra curiosità è per l’identità non svelata di quello che nel vicolo si affaccia quasi un’ora prima, che rimane accanto al muro in fondo, non per i soccorritori, vittime anch’essi per uno scambio di foto del NY Post.
Caro Maurizio, stasera riguardati su Siena tv, se non hai di meglio da fare: francamente, un pochino hai affastellato, e non aggiungo altro per non fare lo stesso anche io, sic (sulla telefonata misteriosa, il Capitolo del libro è chiarissimo, salvo che anche i due dirigenti della Tim – i quali NON si contraddicono assolutamente, anzi – facciano parte del “complottone”)…
Salutiamo poi il rientro di Manunta, con vivo piacere, e lo tranquillizziamo molto volentieri: nessuna possibilità che lo scrivente possa anche solo pensare di fare il Sindaco (peraltro, la butto là in attesa di entrare nel dettaglio: negli ultimi giorni, ad una candidatura politica in effetti ho detto di no…).
L’eretico
Brao Raffa, fatti pregare, falli mettere in ginocchioni, cosi’ t’ ha a fare,cheddi’ tanto un lo sai……. in do’ dorme la lepre.
Verranno n processione e te magnanimo, omo responsabile ,obtorto collo alla fine acconsentirai a gravarti del pesante fardello in nome del bene di sienina, ma alle tu condizioni.
Gnamo o un lo sai, le commedie l hanno inventate costi’, proprio all intronati e la prima la intitolonno ….gli ingannati.
Sicche’ vedi di rispetta’ le tradizioni.
Domandina semplice semplice:
dare del bischero a un bischero può portare ad una denuncia ?
P.S. ogni riferimento ad un magnifico è puramente casuale.
Io so’ io so’ chi fu’ e c ho le prove
Io so’ come e perche’ ci fu qui’ botto
Casco’ accellerando a metri nove
Ogni secondo e decimali otto
L’e’ tutta qui la vexata questione
Io vi rivelo come venne di sotto
Fu colpa solo della gravitazione
Basta baccani basta nfamature
Studiate newton e’ li la spiegazione
Senesi torbi e colle teste dure
Aete fatto un monte di casino
E perde tempo alle magistrature
I caso l era chiaro e no pochino
Fin dal inizio si capiva tutto
Poi venne qui caffe’ a i tavolino
E ci montonno sopra ma di brutto
Na’ sceneggiata pe’ nfama’ sienina
Amaro ai banco e dopo giu’ di rutto
Invece di caffe e caffeina
Che rende lo si sa’ troppo loquace
Come la porvere di cocaina
I popolo di siena si dia pace
Ritorni a i su affari quotidiani
E a quello che da sempre piu’ gli piace
Palio contrade priori e capitani
Feste gotti sarcicce costolecci
E vada n culo chi ci crede vani
Noi siamo duri come sorbe o lecci
E ci s ha duro i capo piu’ di’ billo
Noi siamo masti sani e goderecci
Ci vole poco questo pe’ capillo
I troio l era tutta una menzogna
E questo e’ bene sempre ribadillo
W sienina nostra,Raffa uno di noi, ao semmai.
Sulla politicizzazione dell’istruzione (Montanari e dintorni) e sul diritto degli insegnanti ad esternare le proprie convinzioni politiche, mi permetto di segnalare (ricordare a chi c’era) un illuminante e brillantissimo intervento del Prof. Duccio Balestracci nella chiesa si s. Agostino in occasione di una delle varie ricorrenze del Liceo Piccolomini.
Da esponente di spicco del movimento studentesco senese il Prof. Balestracci ricordò di aver all’epoca aspramente criticato i suoi professori perché non manifestavano le proprie idee politiche, ma di avere sbagliato perché la scuola (e l’istruzione in genere) dovrebbe essere assolutamente apolitica per garantire ai discenti di poter sviluppare in assoluta libertà le proprie idee.
Un ipse dixit mica da nulla …
Del resto colui che professionalmente è in grado di esprimere il proprio valore non ha alcuna necessità di accreditarsi politicamente anche a costo di screditarsi scientificamente.
Non solo nella scuola.
x Jago
N’hai cambiati un fottio di soprannomi ma quello di Nanni Acuto un me lo sarei mai aspettato.
Tra tutte queste brutte notizie io mi godo almeno le belle figure che stanno facendo i nostri connazionali alle paraolimpiadi. Dimostrano che non ci dobbiamo mai arrendere e cercare di essere sempre positivi e portati al bene, al rispetto del prossimo, anche se più svantaggiato di noi. E peccato che il nostro Zanardi non c’era perché il bottino di medaglie sarebbe stato molto più pesante. Forza azzurri e forza Alex! Rimettiti presto!
Mi domando se il mosaico di fatti che Ascheri mette con rigore di logica al microscopio nel suo libro, possa portare a un giudizio conclusivo sul caso Rossi: ci sono stati elementi malamente accertati, o non più documentabili oggi, che restano in ombra, fuori dal quadro che è stato illuminato? Oltre a questo dubbio, che magari offrirà ancora a qualcuno argomenti d’interesse mediatico, si sente parlare di Davide nel suo ruolo di potere. Ma non si parla di Davide come persona, con la sua storia di giovane intellettuale preso negli ingranaggi dell’ azienda da cui non ha saputo districarsi con il cinismo di chi aveva intorno, rimettendoci la vita. E dopo la sua tragedia si è ricomposto un sistema che sembra resistere nella continuità.
Cara Silvia,
alla tua domanda è del tutto inutile che risponda: chi ha letto il libro, troverà argomenti in tal senso (che l’interesse mediatico andrà avanti, nessun dubbio: anche perché chi ha creato la narrazione, ormai, indietro non può certo tornare in nessun modo, anche se le querele divideranno gli uni dagli altri); se tu hai letto il mio libro, avrai trovato che, verso il finale, un certo spazio dedicato al profilo intellettuale di David Rossi c’è (in un Capitolo, per esempio, si racconta di una visita che facemmo insieme, illo tempore, ad un piccolo editore senese, nel 1990).
Scusa se te lo dico, ma sul lavoro un po’ cinico lo era (anche parecchio), a detta di pressoché tutti: ma ora, sarebbe bene che riposasse in pace, avendo certo pagato troppo. Non succederà, però, non succederà…
L’eretico
Ritonfa bada Raffa che la narrazione non fu’ creata ne’ da jene ne da’ leoni di montagna.
L’ idea del plot la dette qualcun altro, pria assai ciarliero,appoi muto e afono.
Le motivazioni le dovresti chiedere a lui, lo hai fatto?
No sai visto che abita a sienina l avresti avuto a poca distanza.
Un quinto della citta’ premio’ la loquacita’ iniziale dell ideatore del plot, il quale forse s attendeva maggior successo dopo le sue estemporaneamente ” involontarie ” rivelazioni.
Non ando’ cosi, un terzo della citta’ gli preferi, una figura locale piu’ boncittamente rassicurante.
La manovra falli’,l autore fu’ costretto a negoziare un alleanza che pero’ risulto’ stantia ,troppo puzzosa di vecchio sistema.
Insomma, questo tizio ,l ebbe in saccoccia, poiche’,benche’ da lustri e decenni pesticciasse le lastre, evidentemente la vacanza parigina gli annebbio’ il giudizio, facendogli credere che un plot alla victor hugo( le fogne di parigi non sono i bottini di sienina) ,potesse riscuoter successo ,nella citta’ degli ingannati ,la cui mente individuale e collettiva ,invece par corrispondere ora et semper alle Tozziane descrizion di ” ad occhi chiusi” e “come le bestie” .
Chi arza troppa ” porvere ” ( bianca o nera che sia) chi parla troppo in pubblico,chi scoperchia i bottini( nel senso di pozzi neri) a sienina ci picchia il musino.
L idea non era campata in aria, in qualsiasi altra citta’ probabilmente avrebbe riscosso il successo che l ideatore si attendeva, ma nella sua equazione non tenne conto d un fattore locale ineludibile.
A te caro Rafiullah, novello muezzin che con “sapienza” dai bastioni cittadini, chiami a raccolta il gregge dei fedeli alle sanesi tradizioni, e’ toccato il compito di rimettere insieme i cocci usando l opportuno collante.
Del resto…..te a sienina ci sei cresciuto, lui invece c’era arrivato col postale pdino in eta’ gia’ avanzata.
dalla ottima Camilla Conti avrei voluto un giudizio giornalistico su due protagonisti fondamentali della vicenda Monte che, a livello media, mi sembra che siano stati un po’ ignorati, non cercati. Mi riferisco al boccoluto e a Mario Draghi.
Ora se il silenzio che è calato sul primo è forse comprensibile anche perché, a parte i processi in corso, si è ritirato di buon grado nei luoghi di origine, protetto dalla famiglia, il silenzio sul secondo è un po’ strano, visto che è presidente del consiglio e l’occasione di fargli domande, anche scomode, non dovrebbe mancare……volenti o nolenti senza la sua firma il più grande scandalo finanziario degli ultimi anni non si sarebbe verificato. Va bene che ora è diventato “ santo”, ma anche alla beatificazione c’è un limite.
Te le sottoscrivo queste parole. Confermano quante volte ho ricordato nei commenti di questo (piccolo?) neo nella carriera di San Mario Draghi, salvatore della Patria.
Aggiungerei un terzo personaggio ossia colui che, in deroga alla normativa vigente, ha autorizzato la Fondazione Mps ad indebitarsi per acquistare Antonveneta.
C’era una norma giusta ……..
In Verità anche su Draghi ho scritto molto
Tipo questo, ma non solo
https://www.laverita.info/supermario-ritrovera-subito-la-grana-mps-2650283399.html