Eretico di SienaLa domenica del villaggio: assedi, vacanze, idiozia - Eretico di Siena

La domenica del villaggio: assedi, vacanze, idiozia

Eccoci all’appuntamento con la rubrica cultural-settimanale del blog; una recensione, un commento all’ultima pagliacciata della cancel culture, dipoi la rubrichetta manzoniana di ordinanza. Due Ps a guarnire il tutto, per finire.

LO “STATO D’ASSEDIO” DI BALESTRACCI

In settimana, sotto le Logge di Pio II, si è presentata l’ultima fatica di Duccio Balestracci, il quale – alternando il sodalizio fra Laterza ed il Mulino – si è ormai ritagliato uno spazio di rilievo nazionale, sapendo scegliere sempre tematiche accattivanti, capaci di potere attrarre tanto un pubblico di specialisti, quanto di semplici appassionati. A questo giro, dopo “Il Palio di Siena” (2019), si parla di assedi, dal periodo medievale (ma con eventi anche pregressi) alla seconda metà del Settecento (con assedi successivi, tipo Leningrado), in pratica Bonaparte escluso: ecco dunque “Stato d’assedio Assedianti e assediati dal Medioevo all’età moderna” (376 pagine, 25 euro).

Per chi – come lo scrivente – da bambino era un appassionato di soldatini, in particolare delle fasi preparatorie delle battaglie e degli assedi in particolare, è un libro da non mancare; ma non lo è anche per tutti coloro che vogliano riflettere, e sapere di più, su cosa sia un assedio: da un punto di vista militare, antropologico, sanitario et alia.

Tra l’altro, un assedio – ci dice Balestracci a pag. 55 del suo libro – “è un test sulla gestione del capitale umano”, e ci può insegnare, anche oggi, tante cosine importanti, per esempio a razionalizzare le risorse (acqua e cibo in particolare), visto che ormai sappiamo che il 30% del cibo che compriamo lo buttiamo via. Oppure la valorizzazione dei cosiddetti “orti urbani”.

Insomma, se vivessimo come durante un assedio, tante cose cambierebbero; e poi, non si sta già dicendo che si tornerà a breve in zona rossa, di grazia?

LATINO E GRECO RAZZISTI, SIC

Era nell’aria da tempo, adesso ci siamo finalmente arrivati: la Howard University di Washington (quella da cui è uscita Toni Morrison) ha cancellato tout court la facoltà di Lettere antiche; Princeton, da par suo, ha fatto (forse) di peggio: si può arrivare a laurearsi in Lettere antiche, senza conoscere una parola di Greco – antico, per l’appunto – e di Latino. Basta leggere tutto in traduzione, che diamine. Siccome l’esperienza insegna che noi in Italia prendiamo circa il 50% delle cose buone dagli States, ed il 101% delle negative, i lettori permetteranno che lo scrivente – e spero non solo lui – sia un po’ inquieto, per non aggiungere altro?

Ah, dimenticavamo: perché questo scempio? Perché il Latino ed il Greco antico sono colonialisti, razzisti, misogini (sui gay, si dovrebbe invece essere a posto, ma non è detto…); secondo il bel pezzo di Costanza Rizzacasa d’Orsogna (La lettura del Corriere della sera, 20 giugno, pagg. 20-21), l'”animatore del cambiamento” sarebbe un docente dominicano, tal Dan-el Padilla Peralta. Il quale – lo diciamo con piena convinzione – andrebbe attaccato ad un muro, e schiaffeggiato coram populo (a proposito di Latinorum).

Tra l’altro, per dirne due, il motto degli States è in Latino (“E pluribus unum”): basterà leggerlo in traduzione, d’ora in avanti; e molte parole inglesi – cosa poco nota – sono di derivazione greca (poem, museum, mnemonic): ma tanto, in definitiva, chi se ne frega? Il Padilla Peralta ha sentenziato che non si possono più leggere i Classici in lingua originale, che senso ha continuare questa polemica?

Giusto en passant: siccome qui è davvero come nel ’68 – partito con idee giuste e nobili intenti, poi degenerato nel 6 politico -, si fa sommessamente presente che questo autentico scempio di Cultura, di Memoria, di Historia, è ovviamente in pieno avallato dai Black lives matter, quelli che vorrebbero che tutti si inchinassero prima delle partite. Quelli che, partendo da denunce sacrosante, vorrebbero che tutti mettessero il cervello all’ingrasso: etsi omnes, ego non…

“PROMESSI SPOSI 4.0, CAPITOLO XXV: LE VACANZE

Il Capitolo XXV del capolavoro manzoniano è quello in cui entra in scena donna Prassede, di gran lunga il personaggio più disprezzato dal Manzoni (allora era misogino: si cancella anche il Gran lombardo, di grazia?); ma giacché della vituperata donna Prassede avremo ancora modo e tempo di discettare, sia consentito solo una breve notazione su un aspetto del tutto marginale dal punto di vista diegetico, al contempo stimolante sotto altri aspetti.

“Poco distante da quel paesetto (quello del sarto e della sua famiglia, che hanno accolto Lucia ed Agnese, Ndr), villeggiava una coppia d’alto affare”. Donna Prassede ed il marito don Ferrante (anche di lui scriveremo).

Ci preme sottolineare questo verbo “villeggiare”, per un semplice motivo (oltre che per il fatto che tanti sono in questo periodo a godersi le più o meno meritate ferie): in tutti i 38 Capitoli del romanzo, si tratta – salvo errore – dell’unica coppia che si possa godere una vacanza.

Sono di casato nobile, e questo ci conferma ciò che già sapevamo: le vacanze se le potevano permettere solo gli aristocratici. Il fatto che oggi, per un Paese a vocazione turistica come il nostro, il turismo rappresenti il 13,14% del Pil, vi fa capire che- rispetto alla prima metà del XVII secolo – non siamo semplicemente cambiati (in 4 secoli, sarebbe stato strano il contrario): viviamo proprio in un’altra dimensione antropologica.

Grazie prima al Fascismo – quel che va detto, va detto -, poi alla Democrazia cristiana, che ha lanciato il boom economico (1958), anche in questo caso quel che va detto, va detto. Un Renzo o una Lucia attuale, le ferie se le fanno, eccome: non c’è Covid che tenga (tutto al più, si indebitano); nel romanzo, invece, per gente semplice come Renzo e Lucia c’era solo una possibilità per abbandonare il paesello di origine: il venire minacciati dal birbone di turno…

Ps 1 Italia-Austria: gaudeamus igitur, anche se certi nodi sono venuti al pettine; fresca fresca, la vittoria del Belgio sul Portogallo campione uscente. Con chiosatura finale: gran bel goal, quello decisivo di T. Hazard; ma il povero Zoff, al Mondiale del 1978, fu offeso, quasi criminalizzato, a lungo (e non c’erano i social), per avere preso reti in conseguenza di tiri da distanze simili. Si fa per chiacchierare, eh…

Ps 2 Martedì (ore 18, Logge del Papa), incontro-evento per ricordare Franco Battiato, con lo scrivente e Massimo Biliorsi; mercoledì, al ristorante Cane e gatto, per chi vorrà, alle 17,30 lo scrivente terrà un incontro tutto incentrato sulla figura di un certo Provenzan Salvani. Si può ascoltare, bere e mangiare: e a questo giro, non dovrebbe neanche piovere!

Ps 3 Un po’ annebbiato da Belgio-Portogallo, mi ero dimenticato di segnalare – anche in prossimità del compleanno di Giacomino, che cade domani 29 giugno – che è appena uscito un inedito leopardiano: “Compendio di Storia naturale, con l’aggiunta del saggio di chimica e di storia naturale” (a cura di Gaspare Polizzi e di Valentina Sordoni, edito da Mimesis); c’è una introduzione dello stesso Polizzi sul Domenicale del Sole 24 ore del 20 giugno. Piccolo dettaglio: il Nostro aveva 14 anni, quando, in un quadernetto, lo scrisse. Ragazzetto curioso ed intelligente, suvvia…

30 Commenti su La domenica del villaggio: assedi, vacanze, idiozia

  1. Vedo nero e basta scrive:

    Greco e latino razzisti. Io sono ignorante in materia perché dal glorioso Istituto Tecnico Bandini non ho mai studiato il latino e greco anche se le ritengo lingue affascinanti e nel tempo mi sono appassionato della Storia antica e moderna. Mi sembra però, se mi sbaglio o meno, che i filosofi greci da Socrate ad Aristotele fossero bisessuali e Saffo amasse le donne e degli antichi romani da Giulio Cesare ad Adriano avessero lo stesso vizietto eppure sono considerate grandi persone. Riguardo al razzismo abbiamo avuto imperatori come Filippo l’Arabo e molti provenienti da varie regioni romane africane, illiriche come Diocleziano. Quindi concludendo non vedo omofobia e nemmeno razzismo. Ma questo professore Padilla Peralta dove e come ha studiato a casa sua e per corrispondenza? Didattica a distanza ante literam? Un’altra storia pazzesca sempre dall’America racocnta che qualche mente balzana sta considrando la matematica una materia razzista, come se gli arabi e gli indiani non avessero detto qualcosa in merito. E ci credo ora perché qualcuno ha iniziato a credere alla Terra piatta. Il nuovo medioevo culturale. Il cervello all’ammasso.

  2. Il resiliente scrive:

    Oggi va molto di moda la protesta “paracula”, lo schierarsi al giusto prezzo.
    Il I Maggio, invece di parlare di come il tuo cliente tratta i suoi dipendenti, meglio parlare dei diritti LGBT.
    Pare da contratto non possa parlare di banche, forse adesso si dovrà aggiungere una postilla per il Vaticano.
    Per uno sportivo professionista occidentale oggi inginocchiarsi è la scelta più facile ed anche più remunerativa.
    Ti fanno sentire a costo zero (o quasi) un Jesse Owens o un Muhammad Ali.
    Alla manifestazione si può sbertucciare Cristo ma guai a toccare Allah o Maometto. Sia mai ti ritrovi qualcuno sotto casa.
    Meglio di tutti però le multinazionali che colorano sui social i loro loghi di arcobaleno ad esclusione degli account per i mercati medio orientali in lingua araba.
    Bello l’arcobaleno, belli i diritti ma ricordiamoci sempre che siamo qui per fare business e la prima regola è che il cliente ha sempre ragione.
    Negli anni gli USA hanno alimentato un legame con l’impero romano e lo studio delle lingue classiche ha sempre avuto un forte contenuto simbolico.
    Il periodo atlantico sta volgendo al termine a favore del secolo indo-pacifico?

  3. Marco Burroni scrive:

    Mi ha incuriosito la sintesi che hai fatto dell’articolo del Corriere, caro Eretico, e avendo un po’ di tempo da perdere mi sono messo a fare qualche ricerca sulla vicenda della Howard University e ho scoperto che, attraversando l’Atlantico, la notizia e’ stata talmente deformata da diventare una vera e propria “fake new” da manuale.

    Andiamo con ordine e leggiamo questo articolo del Washington post https://www.washingtonpost.com/opinions/2021/04/19/cornel-west-howard-classics/ in cui il professore Cornell West ( Harvard University) e Jeremy Tate parlano letteralmente di “ Catastrofe spirituale” e lamentano la visione utilitaristica della scuola americana che insegna solo nozioni e competenze da spendere nel mondo del lavoro dimenticando che scuola ed universita’ devono tendere ad una “soul-forming education” una educazione che elevi lo spirito ( e in inglese suona molto meglio che in italiano…).

    Dalle colonne del NY Times ribattono Brandon Hogan e Jacob Adeshei Carter, direttori della Howard University https://www.nytimes.com/2021/05/02/opinion/howard-university-classics-department.html
    dicendo in sostanza che se e’ vero che il dipartimento e’ stato eliminato i corsi di cultura classica sono stati semplicemente spostati in altri dipartimenti e che la chiusura del dipartimento e’ dovuta a motivi meramente economici ; se infatti Harvard riceve 42 miliardi di dollari, Yale 31 e Princeton 27 la Howard ottiene solo 712 milioni di dollari dallo stato. Ed e’ stato quindi deciso di concentrare le scarse risorse negli insegnamenti piu’ richiesti dagli studenti.

    E il politicamente corretto? E la cancel-culture? Se ne fa qualche vago accenno ma pare che non c’entri niente. Neppure per il famigerato professore Padilla Peralta sono riuscito a trovare qualcosa di incriminante: egli risulta essere uno stimato professore di Princeton e dagli articoli che sono riuscito a trovare in rete risulta essere un convinto sostenitore dell’insegnamento della cultura classica verso gli studenti delle comunita’ afroamericane, generalmente non interessati a questo tipo di insegnamento.

    Come la Costanza Riccacasa d’Orsagna ( anche Serbelloni Mazzanti Viendalmare?) abbia tratto da questa vicenda l’articolo che hai sintetizzato mi risulta difficile da comprendere: forse e’una furbacchiona che vuole “epater le bourgeois” scandalizzando il lettore benpensate con l’ennesima articolo contro il politically-correct, o forse semplicemente una incompetente che ha riassuto male qualche agenzia trovata in rete. Visto lo stato penoso del giornalismo italiano propenderei per la seconda ipotesi.

    • Eretico scrive:

      Caro Marco,
      la giornalista del Corriere della sera mi pare essere assai seria, per esperienza pregressa (con altre citazioni sul blog); non credo abbia pescato quella che tu definisci una fake news (peraltro tu stesso ammetti che il Dipartimento alla Howard è stato in effetti eliminato), senza controllarla in modo adeguato. Che il giornalismo italiano versi in uno “stato penoso”, su questo non c’è dubbio alcuno.

      L’eretico

      • Marco Burroni scrive:

        Non sono io che “ammetto”, io ho solo riportato due articoli, uno del New York Times e l’altro del Washington Post – testate serie ed autorevoli- che ricostruiscono la vicenda in modo decisamente diverso da come lo descrivi nella tua sintesi ( non ho l’articolo originale sottomano).

        La mia perplessita’ sulla professionalita della giornalista nasce appunto da questa enorme diversita’nel tono degli articoli, come mai quello che i giornalisti americani percepiscono come un problema di budget e di cultura utilitaristica diventa in Italia un’aggressione del “politicamente corretto” nientemeno che verso la cultura classica.

        E poi come mai tutto quel furore, quel livore nel tuo commento? come mai quando si nomina il “politically correct” diventi come un toro quando vede un drappo rosso? Qual’e’il tuo problema, insomma, con l’affermazione dei diritti delle minoranze?

        • Eretico scrive:

          Caro Marco, credo tu sia davvero fuori strada: non solo io NON ho alcun problema nell’affermazione dei diritti delle minoranze, anzi nel mio piccolo mi sono sempre espresso a favore di quegli stessi diritti (magari, ben prima di altri che sembrano tarantolati solo da qualche mese); divento come un toro, però, quando vedo che gli eccessi della cancel culture e del BLM (che, non a caso, è guardato con diffidenza dallo stesso Biden, visto che leggi la stampa straniera) arrivano ad uno stadio di pura demenza, come quella del buttare giù statue e cancellare – ebbene sì, cancellare – la genuina cultura classica dai corsi universitari.

          Quanto ad Holden Caulfield ed al suo quesito: per quanto ne so, mi pare di potere dire che se un ente è finanziato anche dal Comune, con lo stesso dovrebbe certo relazionarsi; ciò detto, con simpatia per Anna Carli, con la quale parlo – quando raramente capita – molto volentieri.

          L’eretico

          • Holden Caulfield scrive:

            Penso che ci si debba intendere su cosa significhi “relazionarsi”, sinceramente non me la vedo la Carli barricata nel Convento di Sant’Agostino come Allende al palacio della Moneda. Comunque la cifra comunicativa dell’amministrazione comunale si è ancora una volta dimostrata arrogante e nel suo piccolo anche la tua risposta non se ne discosta troppo (chi paga ha sempre ragione!).

          • Eretico scrive:

            Caro Holden,
            a me pare di avere scritto che il relazionarsi con chi finanzia (ed è anche proprietario dei locali nei quali si svolgono le attività, a quel che mi risulta), in modo istituzionale, sia la scelta migliore da perseguire: cosa ci sia di arrogante in questa considerazione, lo sai solo tu, ma va bene lo stesso (chi paga non potrà certo avere ragione su tutto, ci mancherebbe; ma almeno la sua la potrà dire, no?)…se ci sono altre cose, scrivile pure, ne prenderemo atto, senza niun problema.

            L’eretico

          • Marco Burroni scrive:

            Sulle esagerazioni siamo d’accordo, ma non ti viene il dubbio che molte cose che avvengono in america appaiano esagerate anche a causa di un sistema di informazione che distorce le notizie?
            Un saluto e alla prossima.

          • Holden Caulfield scrive:

            Va bene, allora scrivo.
            Io pensavo, mi illudevo, che cambiare il modo di governare Siena comportasse un cambio di passo, un nuovo metodo (almeno per le lastre). Per questo ingenuamente credevo che un modus operandi innovativo nella gestione di un’istituto quale il Conservatorio, dovesse partire da un progetto, da un’idea, che ne so, un rafforzamento di un polo delle arti musicali, connesso strettamente alla chigiana e al siena jazz, con una nuova sede, magari con auditorium annesso, per sviluppare orchestre giovanili da far girare per il mondo. La sparo a caso, lo scrivo solo a titolo di esempio. Poi mi sarei aspettato da un’amministrazione degna di questo nome, che al progetto si accompagnasse magari il nome di qualche esperto autoctono o straniero, in grado di contribuire alla ideazione ed alla realizzazione, da proporre alla cittadinanza ed all’istituzione stessa. Invece mi ritrovo una giunta sdegnata per una miserevole questione di nomi, che con protervia stigmatizza il fatto di non essere stata consultata per la terna da proporre al ministero e per questo si vendica sfrattando il conservatorio. Per te evidentemente tutto questo è normale. È normale che la prima gestione “post-comunista” di Siena si riduca a distribuire posti agli amici, contestando le nomine di persone compromesse con le vecchie amministrazioni (e qui ci sarebbe davvero da ridere o da piangere, decidi tu) con provvedimenti assurdi che denotano disprezzo per le istituzioni cittadine, che non appartengono ad una parte politica, ma alla comunità nella sua interezza. Ribadisco che nel caso specifico non ho nè informazioni ulteriori nè competenze tali da permettermi di giudicare la scelta della Carli e le contestazioni che le si possono imputare nella gestione del Conservatorio. Però so leggere e sono in grado di distinguere quando un’amministrazione opera per il bene della città oppure solo per occupare qualche poltrona.
            Siamo lontani anni luce da un modo nuovo di amministrare, basato su competenza e idee, su comunicazione e apertura. Siamo veramente al piccolo cabotaggio, con modi di operare vendicativi che ricordano il marito che si taglia le palle per fare un dispetto alla moglie o peggio ancora un ricatto con toni intimidatori.

          • Eretico scrive:

            Caro Holden (assai notturno, vedo),
            credo che nessun dei due sappia molto di più di quello che è uscito sulla stampa, a proposito del caso di specie; ciò detto, tu fai benissimo a dire la tua, ci mancherebbe altro. E io pubblico.
            Scrivendo in generale, comunque, è normale che un Sindaco scelga anche persone di sua fiducia (non solo lo facevano tutti i pregressi, senza alcuna eccezione: lo farà anche chi verrà dopo), l’importante è la qualità, come scritto non so quante volte; mi permetto di aggiungere – da nominato, il quale non può e non deve certo autocelebrare se stesso – che dal Sindaco sono state nominate anche persone di provato valore nazionale (il primo che mi viene in mente, è il buon Benvenuti).
            E soprattutto, cosa che posso – questa sì – testimoniare molto bene, e di persona: nella Siena di oggi, a livello di spazi per portare avanti la propria visione del mondo e della città, c’è spazio davvero per tutti. Prima, questo non accadeva, neanche di striscio: forse a te non interessa, a me invece parecchio…

            L’eretico

          • Holden Caulfield scrive:

            Boh? Io non ne faccio neanche una questione politica, dato che per esempio ho molto a che fare con Grosseto, ina città che mi pare ottimamente amministrata da una giunta di destra nella quale trovano spazio attenzione al decoro, efficienza, spirito d’iniziativa e capacità di progettazione e di comunicazione. Te ne dico una a caso, se ci capiti guarda cosa significa pianificare una raccolta differenziata intelligente, con raccoglitori elettronici belli, efficienti e ben distribuiti, guarda cosa significa avere strade pulite, spazi verdi curati, attrezzature sportive in espansione. Ogni tanto bisogna, invece di guardarsi l’ombelico, darsi un’occhiata intorno, per confrontarsi, per migliorarsi (dove si trovano quegli affreschi allegorici sul buon governo e sul cattivo governo? Ora non ricordo…)
            Invece qui ci si ritrova un Conservatorio in mezzo alla strada (roba mai vista) in un’atmosfera di incomunicabilità totale nel contesto di una città stupenda che però non è mai stata così brutta, sporca, sgarrupata e triste. Poi ci sta che nel mazzo si possa pescare qualche carta buona, tu stai facendo benissimo, Benvenuti è un mio mito personale, ma è il metodo, l’azione politica, la capacità di unire e non di dividere, andando oltre le incomprensioni, con capacità di sintesi che evidentemente non appartengono a chi gestisce l’amministrazione comunale. E purtroppo questa cosa si percepisce, tu vedi “spazi aperti per portare avanti la propria visione della città”, io invece vedo una cappa plumbea con tanti mugugni sottotraccia per evitare di incorrere nelle ire funeste del Gigi furioso.

  4. Quello di Via delle Vergini scrive:

    L’intervento del Burroni mi pare il tipico tentativo dei piddini politicamente corretti: siccome la sostanza non si può cambiare, allora si attacca la credibilità della giornalista, mettendone in dubbio la professionalità (non avrebbe controllato), con tocco finale di presa per il sedere per il suo doppio cognome (paragone con la Serbelloni Mazzanti). Se lo fa uno di destra, è sessista e discrimina. Se lo fa uno orientato a sinistra, non c’è nessun problema…

    • Marco Burroni scrive:

      Caro il mio anonimo di Via delle Vergini, cerchiamo di capirci; LA SOSTANZA CAMBIA, E DI PARECCHIO! l’Eretico fa la sintesi di un articolo in cui si dice che A: il dipartimento di lettere antiche di un’universita’ americana e’ stato chiuso B: la colpa e’ del “politicamente corretto”…

      Io mi informo e scopro che A: Il dipartimento e’stato effettivamente chiuso MA l’insegnamento viene trasferito ad ALTRI dipartimenti B: causa della chiusura non sarebbe il famigerato “politicamente corretto” ( qualsiasi cosa esso sia…) ma problemi di budget e di una mentalita’ utilitaristica che privilegia la cultura scientifica rispetto a quella umanistica.

      E io vorrei solo capire come mai attraversando l’oceano questa notizia sia stata deformata in un modo cosi’ assurdo da diventare di fatto una falsita’. E le risposte possibili sono due, dolo o incompetenza.

  5. Filippo scrive:

    Tocca vedere per l’ennesima volta i cagnolini di Pavlov reagire sdegnati di fronte all’ennesimo articolo furbetto e poco informato (Rizzacasa d’Orsogna Vien dal Mare) che indica alla folla dei boomer social-media-liberali l’ennesimo nemico del libero pensiero (Dan-el Padilla Peralta), dimenticando che la scelta della Howard e di Princeton ha a che vedere più con il posizionamento degli atenei sul mercato universitario (tale è, negli USA), e meno – o non solo – con una petizione di principio; (per inciso, questo dibattito non nasce ora, ma se ne ritrovano abbondanti tracce nel Canone occidentale di Harold Bloom, a.d. 1994;) andrebbe poi detto che le posizioni stile Padilla Peralta riguardano il contesto americano, per cui penso si possa serenamente dire che i diretti interessati, cioè gli americani, hanno tutto il diritto di organizzare i loro corsi di studi come meglio credono: in questo caso, cioè, fare corsi più americani, appunto, senza che di qua dall’Atlantico la cosa ci riguardi; infatti, non penso proprio che negli USA commentino le nostre politiche universitarie e mi pare ridicolo fare l’inverso, da questa distanza e soprattutto masticando, come è il caso di molti, giusto tre parole di inglese; a me sembra proprio che questo vizio – commentare ciò che accade negli States come se accadesse da noi – sia un chiaro segno di sudditanza culturale che vedo tipica, appunto, nei boomer social-media-liberali (che poi accusano proprio di questo noi di sinistra); ed eccoci alla seconda questione, maldestramente impastata insieme all’altra e con anche un pizzico di attacco al mitico gender (che funziona sempre benissimo per “triggerare” i boomer social-media-liberali): l’inginocchiarsi. Le competizioni sportive hanno sempre offerto l’occasione per lanciare messaggi, dire chi siamo, come siamo o come vorremmo essere; (fin dal mondo classico, lo sport non è mai stato solo gesto atletico, ma anche atto sacro, politico e identitario; ma che lo dico a fare…) in questo caso, il concetto era prendere posizione contro il razzismo, e se non si voleva aderire al gesto – perché BLM è cosa troppo americana, o perché è un movimento controverso, o che – si poteva fare qualcos’altro, in modo da sottoscrivere il principio senza necessariamente allinearsi al movimento; siano onesti, dunque, i boomer social-media-liberali, visto che ogni due per tre la menano con l’ipocrisia del P.C.: la realtà è che per loro essere razzisti è libertà, e dunque il problema nasce da questo, non dall’allineamento culturale con gli USA o da quello ideologico con BLM.

    • Gp scrive:

      Sai chi era Camara Fantamadi? Credo di no. Era un giovane bracciante, del Mali credo, morto di caldo e fatica dopo ore di zappa sotto il sole in Puglia. Per me la notizia più grave, triste e significativa della settimana.
      L’inginocchiamento per blm mi pare una inutile buffonata.
      Se i cari e sensibili calciatori avessero organizzato una colletta per la famiglia del povero ragazzo, ad esempio, penso che avrebbero compiuto un gesto nobile focalizzando l’attenzione su un fenomeno, lo sfruttamento dei lavoratori, in particolare di colore… e nessuno li avrebbe criticati.
      Salvo interventi esterni, la destra dilagherà immeritatamente nelle praterie scavate dalla vostra mala gestione che neanche il sistema mediatico compiacente riesce più a nascondere, e nei titanici vuoti lasciati dal vostro disinteresse per i lavoratori e la ex classe media.
      Non so di che ‘parrocchia’ sei, ma da quando il PC (30%) ha raccattato gli ex DC della Margherita (8%) il partito ha sempre sostenuto premier di ‘destra’ (Amato, Prodi, Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, Conte, Draghi…) unica eccezione… D’Alema (già comunista e armatore di barca a vela di 18 metri).
      La fusione fra ex PC e Margherita mi ricorda, guarda caso, quella fra Mps e 121, con la minoranza marcia che si é presa tutto con risultati disastrosi.

      • Filippo scrive:

        Sottoscrivo in pieno almeno la prima metà di quanto hai scritto: intendevo proprio quello, cioè va bene non inginocchiarsi ma fare qualcosa di alternativo, perché un problema di razzismo esiste. Almeno il 40% degli italiani è favorevole a far annegare i migranti in mare oppure a lasciarli torturare dai nostri amici libici, però sai, sarò un “pietista”, come al tempo del fascismo venivano chiamati gli italiani “troppo teneri” verso gli ebrei… Sull’uso della seconda persona plurale (voi, vostro), invece, non ho la minima idea di cosa tu intenda perché di parrocchie non ne ho mai avute. Sono nato nel 1982, la mia generazione non conta nulla, non ha nessun potere, e francamente sono stufo di sorbirmi le prediche dei boomer che ci scaricano addosso la responsabilità morale e politica di governi che erano in carica quando nemmeno votavamo.
        Meanwhile in sienina: è stata istituita l’agenzia per il welfare, un obbrobrio che dovrebbe sostenere e coordinare gli interventi in favore delle famiglie e che “sostiene i valori della cultura locale senese, lo sviluppo del senso identitario della cultura contradaiola e il riferimento all’attaccamento e alla reverenza del popolo senese nei riguardi della Madonna”. Sì, la sinistra ha davvero perso di vista i lavoratori e il popolo in generale. Meno male che ora la musica è cambiata. Da Siena, XIII secolo d.C., a voi la linea.

        • Gp scrive:

          Ho usato la seconda plurale perché nel post ti sei definito ‘noi di sinistra’. Comunque se hai votato dal 2000 in poi un po’ ci rientri nel ‘predicozzo’.
          Grazie per la segnalazione dell’agenzia welfare, approfondirò.

  6. Holden Caulfield scrive:

    Off-topic: caro Eretico, che ne pensi dello sfratto del Conservatorio Franci da S.Agostino e delle polemiche tra una risentita (e a quanto pare vendicativa) amministrazione comunale e i vertici dell’Istituto. Può la polemica politica giocarsi sulla pelle degli studenti? Tu che ne dici?

    • Daria gentili scrive:

      Diciamo che il sindaco non ha usato il politichese ed è stato un po’ troppo diretto, ma …………..io a piangere per la sig.ra Carli non mi ci metto, ha raggiunto una certa età ed è stata una globe trotter delle poltrone di ogni genere e, ovviamente, delle competenze più varie. Non si lamenti la Sig.ra Carli.

      • Eretico scrive:

        Rispondo su Daria, ma in realtà a “Gio”, che ho dovuto obtorto collo censurare: un intervento a favore di Anna Carli, il suo, assolutamente coerente con la linea pluralista del blog, checché ne scriva la stessa Gio (guardali tutti, gli interventi, e te ne accorgerai, cara Gio); ma credo che la lettrice convenga con lo scrivente, che per difendere – ripeto, più che legittimamente – Anna Carli, forse non vale la pena di andare davanti ad un Giudice, apostrofando qualcun altro come “figuro” (senza chiamarlo per nome, ma rendendolo più che riconoscibile). Ho già avuto guai a sufficienza, per avere passato commenti border line su questo blog, francamente non ne vorrei più avere, almeno a breve; ma lo ripeto: chi accusa questo spazio di mancanza di pluralità, davvero non legge (o non sa leggere) gli interventi che vengono postati…

        L’eretico

        • Paolo Panzieri scrive:

          Della serie l’eterogeneità dei fini.
          Chi ha o avuto recentemente figli a scuola a S.Agostino sa che quell’edificio scoppia perché negli anni non si è saputo fare altro che accatastare scuole intere tutte lì, laddove ai nostri tempi c’erano solo il Liceo Classico ed il Convitto Tolomei.
          Ci sono infatti il Liceo Classico, l’Economico, le Scienze Umane e pure il Liceo Musicale, che insieme oggi compongono il Liceo Piccolomini.
          Centinaia di ragazzi …
          Non ci sono più le aule di scienze e di fisica, non c’è più la biblioteca né la sala insegnanti e soprattutto manca qualunque spazio per i disabili.
          Non mancano i problemi di sicurezza più volte segnalati.
          Nell’ultimo anno 5 classi sono state trasferite a Montarioso, con tutte le polemiche di cui abbiamo letto, senza risolvere il problema, ma complicando evidentemente di molto l’organizzazione e la logistica scolastica.
          In questa situazione è evidente che il trasferimento altrove del Conservatorio Franci, tempo fa pure anch’esso ivi allocato (credo in via soltanto temporanea), rappresenta l’unica soluzione praticabile.
          Sinceramente dei problemi relativi alle poltrone (che poi sono strapuntini) non credo interessi a nessuno.
          Dei problemi dei ragazzi che frequentano le scuole sul prato di S.Agostino, invece, dovrebbe interessare a tutta la comunità cittadina.
          Per questo spero proprio che il Conservatorio, Anna Carli o non Anna Carli, trovi finalmente una nuova e possibilmente migliore sistemazione (ci sono tanti immobili pubblici di prestigio inutilizzati in città) e liberi gli spazi di cui il Piccolomini ha assoluta necesstà e bisogno di diporre.
          Quindi, qualunque siano i fini, si tratta oggettivamente di una decisione attesa e necessaria.
          Certamente se poi – per qualunque motivo – non se ne dovesse fare di nulla, grande sarebbe la beffa.

          • Holden Caulfield scrive:

            Io sono d’accordissimo e l’ho pure scritto, ma ci vuole proprio una fervida fantasia per dedurre la sequenza di eventi virtuosi che lei paventa dal comunicato e dalla successiva delibera approvata dal consiglio comunale. Quello che è stato votato è un documento vergognoso. Se poi c’è qualcuno nel palazzo comunale intenzionato ad amministrare seriamente nell’interesse collettivo, è meglio che proponga soluzioni e che non pensi solo a vendicarsi per presunti torti subiti. Lo faccia subito e ponga riparo, che queste figurette non fanno bene a nessuno.

          • Paolo Panzieri scrive:

            Non ho letto e non leggerò la delibera incriminata.
            Ci credo sulla parola.
            Ma stavolta siamo tutti d’accordo che è stata fatta una scelta giusta?
            Quindi, evviva, finalmente, era ora.
            Pazienza per l’eterogenesi dei fini o per la forma scadente.
            Per una volta conta solo la sostanza.
            Piuttosto troviamo una bella sede prestigiosa al Conservatorio, magari insieme a Siena Jazz, in modo che possano costituire con piena dignità la terza (o anche la quarta, la quinta …) Università (visto che la prima ce la siamo quasi giocata) e liberiamo finalmente i ragazzi e gli insegnanti del Piccolomini …
            A mio modesto avviso, infatti, già da tempo, ma soprattutto dopo la pandemia, le chiacchiere, l’ideologia, la polemica politica stanno a zero, forse anche sotto.
            Conta soltanto rimboccarsi davvero le maniche (dunque fatti non parole …) per spalare un po’ di detriti dello sfacelo di decenni di malgoverno. A Siena come a Roma.
            Tutto il resto ormai è noia.

  7. Vedo nero e basta scrive:

    Fuori argomento, ma ne parlo lo stesso. Oggi primo luglio, a quest’ora c’erano le cene della prova generale. Oggi c’era la terra in Piazza. Domani qualcuno gioiva e molti meno. La realtà: nulla di tutto questo. La pandemia finita? Per niente, contagi in aumento per la variante indiana – perché è da li che è partita – e gli inglesi non possono venire a vedere la partita di calcio a Roma. Concludendo, già due anni senza Palio e con il rischio che anche nel 2022 ci sia qualche doloroso rinvio. Qualcuno si era già dato alla pazza gioia ed invece la luce fuori dal tunnel della pandemia si allontana. Non è tanto il Palio, si faranno un po’ di Straordinari, ma penso al’economia che si sta appena riprendendo. Tremendo pensare a nuove chiusure generali. Vaccini obbligatori a tutti, non ci sono ragioni no-vax che tengano. Occorrono i fatti non parole.

  8. Roberto scrive:

    Andiamo, non cercate giustificazioni dove non ce ne stanno. Sul Franci è stata presa una decisione illogica senza nemmeno sentirsi in dovere di spiegarla : comando io perché il popolo mi ha dato il potere e faccio come mi pare. Punto.

    • Gio scrive:

      Esatto.
      Se fosse persuasiva la tesi x cui occorre far tornare i ragazzi da mongarioso, prima avrebbero dovuto allocare il Franci.
      Dunque è stata una meschina manovra degna di meschini individui x interessi personali e non collettivi.
      Vorrei ricordare che il comune va amministrato e non è proprietà quinquennale. Nonostante lo scempio sinistroidi degli ultimi anni, la vedo difficilissima una conferma di questi ” figuri”!

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