Giannelli, Gori, Grillo (e nuova rubrica)
Per non farci mancare niente, quest’oggi scriviamo dei “3 G” (ai 5 non siamo ancora arrivati): in rigoroso ordine alfabetico, il numero uno dei Presidi (Dirigenti) della fu scuola italiana, Antonello Giannelli; dipoi, Ledo Gori, quasi ex Capo gabinetto della Regione Toscana; infine, lo straripante Beppe Grillo, con il suo video bomba sulle prodezze del figlio Ciro. Nel frattempo, segnaliamo il settimo rinvio della sentenza senese sul cosiddetto Ruby-ter, concernente il Silvio nazionale pare alle prese con “strascichi vaccinali” che gli impediscono di uscire dall’ospedale, come scrive la stampa amica. Mah…
Alla fine del pezzo, infine, una nuova rubrica: chi avrà voglia, leggerà…
IL PRESIDE WHAROLIANO
Tutto si può scrivere di Antonello Giannelli (niente a che vedere con il nostro grande Emilio, ovviamente), fuorché che non abbia un Curriculum vitae di primo ordine: classe 1959, laurea in Fisica a Bari, si professa “ricercatore nel campo della fisica del plasma per fusione termonucleare”, ergo non si capisce perché non sia al Cern, invece che a passare le sue giornate a dirigere l’Anp (Associazione nazionale Presidi), dal dicembre 2017; una carica che dà di solito una visibilità solo intra moenia (le moenia scolastiche), ma che – a cagione del “maladetto virus” – da più di un anno lo ha proiettato appena sotto ai mostri sacri dell’iperpresenzialismo televisivo da prime time (i virologi alla Galli-Crisanti, per capirsi).
Con la sua “fronte inutilmente spaziosa” (copyright di Fortebraccio), la sua erre moscia di ordinanza, il buon Giannelli si barcamena, nel caravanserraglio che è la scuola al tempo del Covid, fra Ministri che dicono una cosa e ne fanno un’altra (dall’Azzolina a Bianchi, che non a caso con lei collaborava), tra aperture e chiusure, tra paure e privilegi della categoria più conformista del panorama lavorativo italiota, quella degli insegnanti (i Presidi ormai sono manager, è tutta un’altra galassia che con la Cultura non ha più niente a che fare).
All’ottimo Giannelli, in conclusione, ci sentiamo di dare un consiglio, non richiesto e di certo non ascoltato: ove si riapre, facciamola finita con la questione dei banchi (di quelli a rotelle non parliamo neanche più, per carità di Patria); ogni singolo cambio dell’ora, gli studenti si mescolano, si assembrano, stanno a molto meno (molto, molto meno) del metro o più raccomandato e prescritto. Agli ingressi e all’uscita, idem con rinforzo. Il docente o Preside che affermi il contrario, è un bugiardo patentato, o uno che ha il prosciutto davanti ai globi oculari. Insomma, se non vogliamo prenderci in giro: rimettiamo pure i banchi come erano prima, teniamo davvero spalancato ogni pertugio verso l’aria aperta, e semmai potenziamo il tracciamento con i test salivari. Tutto il resto è fuffa, anche ipocrita: tipicamente italiana, dunque.
LEDO IL GORI, DALL’UISP CON FURORE
Ieri la Toscana, una delle Regioni più filo-Greta che ci siano, ha celebrato la Giornata mondiale della Terra: finalmente, abbiamo infatti saputo che dai Casalesi, falcidiati dalle inchieste della Magistratura (che lavora sempre bene quando colpisce gli altri), siamo passati nelle mani della gloriosa ‘Ndrangheta, per quanto concerne i fanghi ed i rifiuti conciari.
In particolare – secondo il ben informato Giovanni Spano della Nazione – i nuovi curatori dell’ambiente toscano provengono da Guardavalle, ridente location in provincia di Catanzaro (4422 abitanti), ove del tutto casualmente si trova la cosa dei Gallace.
Come tutti sanno, il Pd è fortemente coinvolto in questa clamorosa inchiesta, e staremo a vedere come andrà a finire dal punto di vista giudiziario; certo, politicamente c’è una difesa ad oltranza dell’indifendibile (lo dice anche Vannino Chiti, che non è certo l’ultimo arrivato). Per il resto, non si dimette nessuno, ed il primus inter pares del Partito-tira-dritto, il capogruppo del Consiglio regionale Vincenzo Ceccarelli, dice in modo apodittico che nel Pd non c’è “nessun imbarazzo”. Ci mancherebbe altro, non facciamo tanto gli schizzinosi: cosa volete che siano 8mila tonnellate di troiaio ipertossico usato per realizzare il quinto lotto del collegamento fra Empoli e Castelfiorentino?
In tutto ciò, ci colpisce la figura di Ledo Gori, ex braccio destro di Enrico Rossi (il quale ora sta ringuattato ben bene): lui soldi non ne ha presi, certo (era Capo di gabinetto gratis?), gli hanno giusto chiesto di dare una mano, e lui come poteva tirarsi indietro? Ledo Gori, per noi, è sempre stato un mito, e lo conferma in queste ore.
Noi, cresciuti a pane e Gomorra, ora ce la ritroviamo in casa; e si stava meglio con i Casalesi, in effetti, che pare non sversassero in loco, a differenza di questi bricconcelli della ‘Ndrangheta i quali, invece, non portano rispetto neppure per la terra dei cipressi. ..
BEPPE GRILLO, E CIRO IL GRANDE
Che scrivere di Beppe Grillo a questo giro, dopo il video-bomba di lunedì scorso? Non potendo, né tantomeno volendo, difendere l’indifendibile (neanche con la pantomima del “dolore di padre”, perché tra le altre cose, così facendo, il pater ha clamorosamente danneggiato il figlio Ciro, innocente o colpevole che sia).
Il 19 aprile 2021 segna dunque la fine del Movimento, ormai Partito neodemocristiano, e non può essere un caso che la rottura con Rousseau – nell’aria da settimane – sia arrivata proprio nella settimana del video in questione (vedremo se Di Battista – uno dei pochissimi pentastellati ad avere dato solidarietà piena a Grillo – guiderà la parte movimentista, o se ne ripartirà per il Sud America, sic); cerchiamo, per esigenza di sintesi, di stare al contenuto del video, in particolare al dato prettamente giudiziario (sul linguaggio anni Settanta, non necessariamente del Novecento, crediamo ci sia ben poco da aggiungere).
Grillo inizia a sbraitare brandendo, con gli occhi iniettati di sangue, il fatto che in questi quasi due anni, il figlio Ciro non sia stato arrestato; domanda che vorrebbe essere retorica (secondo lui, in quanto gli inquirenti non avrebbero prove a suo carico), mentre denota sic et simpliciter clamorosa ignoranza delle norme basilari della italica Giustizia: non essendoci pericolo di fuga (chiede asilo politico al Billionaire, il rampollo?), né a questo punto rischio – secondo gli inquirenti – di inquinamento probatorio, e neppure di reiterazione del reato (immaginando la Procura di Tempio Pausania che il figlio di cotal paparino, per un po’ almeno, passi le serate a giocare alla play station), NON c’era ovviamente nessun motivo plausibile, Codice alla mano, per arrestare l’ottimo Ciro. Clamorosamente padellata, poi, l’aggiunta sul pomeriggio in spiaggia della vittima: in pratica, Grillo sputtana una delle pochissime cose positive ed intelligenti del Conte 1, cioé l’allungamento da sei mesi ad un anno del periodo per potere denunciare, da parte della vittima.
Infine, last but not least, una cosa che ci sta particolarmente a cuore, ed anche a fegato: il video di Grillo mostra a cosa sia ormai arrivata la deriva del Diritto, della Legge che si platealizza ad uso televisivo, magari con il televoto da casa, ovviamente sempre a favore di se stessi o di qualcuno della propria famiglia. Almeno, in questo Beppe Grillo non ha avuto bisogno di chiedere aiuto ad alcuno: ha fatto tutto da solo, e amen…
Ps 1 Il Gip del Tribunale di Roma ha assolto i giornalisti (seri e coraggiosi) Nicola Borzi (ora a Il Fatto, ex del Sole 24 ore), e Francesco Bonazzi (La Verità) dall’accusa di rivelazione di segreto di Stato: i due avevano rivelato l’esistenza di conti correnti della Presidenza del Consiglio e di altre strutture statali, a novembre 2017, in una filiale romana di Banca nuova (del gruppo Banca popolare di Vicenza); il Gip ha assolto, in quanto il fatto non è previsto dalla Legge come reato. Benissimo così.
Ps 2 In vista dell’uscita del libro sul Caso Rossi, noi, non avendo corazzate mediatiche a disposizione, iniziamo dal blog la promozione dello stesso: ogni settimana, ci sarà una “perla” sul Caso; per sapere come siano andate effettivamente le cose, poi, per l’appunto fra non molto ci sarà il libro.
Ecco la prima perla, dunque: da Libero (23 settembre 2019), by Giovanni Terzi. Carolina Orlandi, fra le altre cose, dice quanto segue: “Ho capito che qualcosa non andava dal giorno seguente la morte. Il Pm Marini non dispose l’autopsia ma la distruzione del corpo. Quella negligenza mi fece capire che si voleva subito chiudere il caso”.
Riguardo Grillo: come si dice? Chi semina vento raccoglie tempesta. La sua mancanza di coerenza l’ha condannato all’oblio politico per il suo comportamento sbagliato tale da peggiorare nettamente la posizione di suo figlio anziché migliorarla. Era meglio se stava zitto insomma. Il movimento 5 Stelle non morirà per colpa di Grillo perché è da molto che ha un piede e mezzo nella tomba per la sua politica poco coerente. Partito da un movimento di persone che andava dalla destra alla sinistra, unita solo dal malcontento e sfiducia nella politica, si è perso passando da Salvini a Zingaretti, ora Letta, dando da vedere che molti suoi rappresentanti pensavano più a mantenere la poltrona che pensare ai veri interessi nazionali. In passati blog io previdi la sua fine mettendolo in parallelo con il vecchio Movimento “L’Uomo Qualunque”. Anche quel movimento cementato dall’antipolitica senza chiari programmi politici venne poi fagocitato dai partiti tradizionali. Il caso Grillo sta solo accelerando la sua dissoluzione. Peccato perché è stata un’occasione mancata di cambiamento.
Ovvìa, s’è capito almeno il salto della fila vaccinale in Toscana…
Gli avvocati sono i caregiver dei politici.
In tempi di covid, Giannelli rientra nella categoria i nuovi mostri come il portaborse filosofo (Robertino Hope farnetica di egemonia culturale) o il virologo influencer ( Crisanti ritiene necessario informarci che lunedì non andrà al ristorante)
Beppe Grillo è questa roba qui… io non mi stupisco… era chiaro fin dall‘ inizio a cosa mirava veramente con la sua allenza con il PD… Io comunque mi sono fatto delle grasse risate vedendolo ridotto in quel modo… PD + M5S = Progressisti che avanzano.
Quanto la vicenda del figlio di Grillo ha condizionato le scelte politiche del Moviimento da due anni a questa parte? Questa mi sembra altra questione interessante da sviscerare….
Chi di vaffa ferisce ecc. ecc.
L’effetto sull’opinione pubblica del video di Beppe è equiparabile a quello della testata al giornalista ad Ostia…
PS sembra sia intenzione degli Usa riconoscere il genocidio degli armeni. Indipendentemente dall’esito e dalle reali motivazioni tanto basta per non catalogare l’uscita di Marione su Erdogan come casuale
Giusto, più si va avanti più si conferma la strada presa… Magari ora Erdoğan riconoscerà il genocidio dei nativi americani
ah ….scordavo .a proposito di Rossi, che, data la sua loquacità, trova il tempo giorni fa di replicare al Sindaco per la critica fatta alla sanità regionale, mentre per uno scandalo del genere, risalente ai tempi di quando era presidente, fa gobbino e sta muto come un pesce……
Mi sa che Ciro il Grande, Cambise, Dario e perfino Serse (senza Cosmi) si lamenterebbero parecchio per l’accostamento.
Ciò nonostante Ammiano Marcellino descriva i Persiani gracili, barbuti come delle caprette e dediti ad ogni perversione, ma probabilmente soltanto perché le avevano suonate di santa ragione a lui ed al suo eroe Giuliano.
Meno male che Alessandro estinse la dinastia Achemenide, altrimenti una querela per diffamazione e una causa di risarcimento danni non te la levava nessuno …
Speriamo che gli Āyatollāh non abbiano letto questa puntata del blog.