La domenica del villaggio: “chi regala un libro, non prende il Covid!”
Edizione speciale, nel senso di monografica (nonchè in ritardo di un giorno, anche per un problema tecnico) della rubrica culturale del blog, all’insegna dello slogan “Chi regala un libro, non prende il Covid!” (fino a dopodomani c’è tempo, dateci sotto); slogan forse non approvato dall’Oms, ma va bene lo stesso, visto il contesto.
Oltre ai sette libri, segnaliamo la scomparsa di John le Carré (pseudonimo di David Cornwell, classe 1931), ex spia al servizio di Sua Maestà e demiurgo del genere spionistico (come sir W. Scott lo è stato per il romanzo storico, e sir A.C. Doyle per il giallo); visto il delicato momento, God save English writers, ordunque!
- New entry assoluta, in questo Natale in cui i “grandi vecchi” della cultura senese non hanno prodotto alcunchè, per la giovanissima (classe 1993) Alice Betti, figlia dell’editore e fotografo Luca; la sua traduzione di un testo sulla Guerra di Siena di metà XVI secolo (“La conquista de Sena”, del misconosciuto Diego de Fuentes, attivo nella seconda metà del Cinquecento) è un tassello in più, nella ricostruzione dei complessi fatti in questione (ed il punto di vista di un vincitore – per quanto non presente di persona ai fatti -, nemico di Siena, aggiunge un quid pluris al tutto). Dunque, tutto questo è “Agredir para vencer – La narrazione della conquista di Siena di Diego de Fuentes”, con introduzione di Duccino Balestracci e postfazione di Ettore Pellegrini, cultore ed espertissimo della materia.
- Seconda, ed ultima, opera senese, anzi senesissima: “Siena tra pietre e nuvole. La città nel primo Novecento in 50 fotografie d’arte” (Nuova immagine edizioni); le foto in questione, sono quelle dell’archivio di Mario Appiani, gli ampi commenti sono curati da Robertone Morrocchi. Tenendo presente che la Siena di un secolo or sono è quella narrata da Federigo Tozzi (ed è una Siena che custodisce molte sorprese, che non possono non stupire anche chi la città la conosce bene), ecco un valore aggiunto per acquistare il libro.
- Dal professore emerito dell’Alma mater bolognese, nonchè forse il massimo sociologo italiano vivente, cioè Marzio Barbagli, è uscito un libro che verrebbe da definire – per quanto lo si possa fare – “definitivo” sulla prostituzione (anche maschile), vista in lodevole prospettiva diacronica, dal basso Medio evo all’oggi, un oggi in cui, statistiche alla mano, c’è un crollo della domanda (in tempi pre-Covid, si capisce). Incrociando Sociologia, Storia, Economia, Demografia, Storia delle religioni e della Medicina, un affresco rigoroso, e capace di sfatare tanti luoghi comuni: questo, e molto altro, è “Comprare piacere” (Il Mulino).
- Come ogni anno, torna in libreria il nutrizionista preferito dalla redazione del blog, nonchè curatore di una pregevole rubrica domenicale sul Quotidiano nazionale (in cui mescola per l’appunto nutrizionismo e Storia); da Ciro Vestita, ecco dunque “Cibi ed erbe che curano. Impara a trattare gli ingredienti della tua tavola per conservarne tutta la salute” (scritto con Stefano Filipponi, Bur edizioni). Visto che dovremo trascorrere qualche altro mese in semicattività, almeno cuciniamo in modo sano, senza troppi sprechi e senza seguire quei palloni gonfiati degli chef stellati (e ci compiacciamo della rimetta).
- Non di solo Dante – di cui nel 2021 ci sarà l’ingorgo da anniversario – vive la critica letteraria; ci permettiamo infatti di segnalare – dovendo scegliere fra le varie cosette segnalande – la riproposizione del non perdibile “Il pensiero di Leopardi” del luminare Mario Andrea Rigoni, con introduzione sui generis di E. Cioran (scoperto in Italia da Rigoni stesso, anni fa), e postfazione del bravo Raoul Bruni, che insegna a Varsavia e che, nel 2019, avemmo con grande piacere alla Comunale a discettare del Leopardi filosofo. Un approfondimento, quello di Rigoni, dell’aspetto filosofico del pensiero del grande recanatese, ancora in larga parte colpevolmente trascurato dalla manualistica di Storia della Filosofia. Ricordate sempre: “Tutto è follia in questo mondo, fuorchè il folleggiare. Tutto è vanità tranne le belle illusioni e le dilettevoli frivolezze”, Giacomo scripsit.
- Per guardare alla pandemia con l’occhio lungo della Historia, senza farsi appiattire quotidianamente dal narcisismo dei virologi: “La grande pandemia. Come la peste nera generò il mondo nuovo” (Libreria pienogiorno editore), dello storico della Medicina (e medico egli stesso) K. Bergdolt. Da una parte, lettura financo rinfrancante: nel 1347-1350, circa un terzo della popolazione europea morì, di Peste nera (ci fa ridere, il virus mutato, rispetto a tutto ciò!), e gli specialisti curavano i malcapitati con abbondanti salassi, come nemmeno nei peggiori ospedali italiani a marzo. Ma almeno – come già scritto tante volte -, dopo la Peste nera i sopravvissuti in genere si arricchirono, e la disoccupazione pressochè scomparve (la fluttuazione compensatrice, eh), mentre a questo giro non andrà certo così…
- Per finire, un libro che ci sta prendendo assai: “La città dei vivi” (Einaudi), del tagliente Nicola Lagioia, già apprezzato per “La ferocia”; in quel caso, la narrazione era frutto dell’inventio dell’autore pugliese, mentre qui – all’insegna di un tipico esempio di non fiction novel alla Capote – si prende spunto da un devastante fatto di cronaca nerissima (il Caso Varani, la quintessenza della crudeltà), avvenuto a Roma nel marzo del 2016, e si contestualizza in modo davvero notevole il tutto, ambientazione romana inclusa (una Città eterna in cui i topi ed i gabbiani mangia monnezza sono il correlativo oggettivo degli umani). In attesa di leggerne la recensione sul blog nel 2021, per adesso consiglio ai lettori, fra tutte la recensioni lette, quella dello psicanalista Vittorio Lingiardi sul Domenicale del Sole 24 ore di ieri. Buona lettura a tutti, dunque, e ricordate ancora: “Chi regala (anche a se stesso) un libro, non prende il Covid!”.
Tutte proposte stimolanti, in particolare mi intriga quella sulla Peste nera, perchè penso davvero che il metodo comparato che l’ERetico ci ha presentato anche fra il Caso Moro e l’emergenza attuale sia quello decisivo per capire meglio il presente. Va anche aggiunto che a metà del Trecento si procedeva come detto per salassi, ora c è il vaccino (speriamo efficace: la gattina frettolosa, ricordate?). Grazie per i consigli.
Caro “Vedo nero”
Rispondo volentieri a “Vedo nero”,
è educato, ci si pòl ragionà.
Du’ sigarette sole per davvero
a nessuno del male possan fa,
l’ho sostenuto sempre, so’ sincero,
un è un vizio, è abitudine a fumà
e un ti porta di certo al cimitero,
guardate me, so’ sempre qui a campà.
Da giovanotto di fumo passivo
mica lo so quanto n’ho respirato,
dal cinema, ricordo, quando uscivo,
anche il vestito ne era impregnato,
eppure eccomi qui, so’ sempre vivo
e da allora di tempo n’è passato.
P.S. Qualche malanno si, l’ho rimediato,
anche du’ infarti, però sopravvivo.
22 Marzo 2020
Sentito stamani il Bezzini a Radio anch’io, in 5 minuti ha detto almeno 10 volte “diciamo” senza dire alcunché di concreto. Un ovviologo.
Caro Eretico, solo per dirti che ho appena acquistato copia dell’ultimo libro di Lagioia. Certamente l’argomento non è molto natalizio, ma visto il tipo di Natale che stiamo per affrontare forse va bene così, c’è piena coerenza insomma: la storia del delitto Varani è comunque di uno squallore che non ha pari negli ultimi anni.
Caro Eretico, ottimo lo slogan sull’acquisto dei libri, che tra l’altro essere un settore in crescita. Io credo che ormai le cose stiano così: prima, alla gente e ai ragazzi si cercava di fare leggere buona letteratura, i famosi classici. Oggi inevitabilmente ci si emoziona se un giovane trascorre qualche oretta con un libro n mano, anche se fosse uno di quei pessimi fantasy che piacciono agli adolescenti: ci crogioliamo su una cosa che prima condannavamo come esecrabile…
Auguri di buon Natale, buone feste e buon sol invictus a tutti!
Buon “Deus Sol Invictus” a tutti.