La domenica del villaggio: Porta Pia, Baldovina Vestri (ed un Ps)
Questa domenica, per la rubrica settimanal-culturale del blog, si celebrano i 150 anni dalla Breccia di Porta Pia (20 settembre 1870, come purtroppo quasi nessuno ricorda): un anniversario, infatti, colpevolmente, ma in modo significativo, caduto in un silenzio quasi tombale.
Si parte con una riflessione generale sulla data in questione, poi si focalizza su un personaggio senesissimo che a Porta Pia c’era, eccome se c’era: la pasionaria garibaldina Baldovina Vestri (del trombettiere senese Niccolò Scatoli si parlerà nel dettaglio in futuro, dopo avere ascoltato la relazione del sempre documentatissimo Gabriele Maccianti questo pomeriggio, nel Montone). Per mancanza di spazio, nonché per il carattere monografico dell’odierno pezzo, si rimanda a domenica prossima la rubrica sulle trasfertine extra moenia.
L’OBLIO SU PORTA PIA
Sono trascorsi 150 anni dalla Breccia praticata dall’Esercito italiano (italiano, non piemontese!) lungo le mura aureliane, ma non se ne è accorto quasi alcuno: a parte i frequentatori delle “terze pagine” e dei supplementi culturali, di Raistoria o di Radiotre, non si è mossa una foglia, ed il coronavirus – in questo caso specifico – c’entra solo in minima parte.
Su Siena, invece, qualcosina si è fatto (ed il meglio deve ancora arrivare, questo pomeriggio, ed ovviamente se ne darà conto con la dovuta calma, come già anticipato); ieri, conferenza sull’evento (sotto le Logge di Pio II – per la cui disponibilità si ringrazia il Comune -, eh: chissà cosa avrebbe detto il buon Enea Silvio), a cura dello scrivente e del professor Gerardo Nicolosi, valente contemporaneista dell’Università nostrale (Università che, durante il Risorgimento, fu il fulcro del primo attivismo patriottico, ricordiamoci di Curtatone e Montanara); questo pomeriggio, ghiotto pomeriggio montonaiolo dedicato alla figura di Niccolò Scatoli, il trombettiere di Porta Pia (1845-1935), che nel territorio della Contrada visse per quasi tutta la sua lunga vita.
Il XX settembre è stata la data più importante dell’Ottocento italiano: tutte le altre – compreso il 1861 – sono date fondamentali, ma a livello nazionale, al massimo interessando il giuoco diplomatico delle alleanze (Francia, Prussia, la sempre nemica Austria e via dicendo); il XX settembre è invece la data, l’unica, ad avere una autentica, perdurante, dimensione europea, per non dire mondiale. Pur tuttavia, essa è passata pressochè sotto silenzio (alzi la mano chi avrebbe pensato, pur desiderandolo, il contrario), con una a tratti imbarazzante distonia comparativa rispetto alla grancassa del 2011, come giustamente messo in evidenza anche da Nicolosi ieri pomeriggio.
Non resta che chiedersi il perchè, di questo silenzio, a fronte di altre date invece iperinflazionate; la risposta che ieri abbiamo data è questa: il combinato disposto dell’imbarazzo, perdurante, di settori della Chiesa (nonostante fior di Papi – ed in modo esplicito Paolo VI in occasione del centenario del 1970 – abbiano di fatto accettato Porta Pia), nonché la scomparsa pressochè assoluta della famiglia politica dei laici (Partito liberale e Repubblicani estinti da tempo, Radicali ridotti al lumicino e rivolti soprattutto ad altro); infine, la figura di Papa Francesco (sul cui pontificato in progress, è uscito un saggio di Massimo Franco che promette bene): Pontefice antitemporalista per eccellenza, ma – è cronaca di queste ore – evidentemente non capace di gestire situazioni di malaffare neanche fra i suoi più stretti collaboratori. Perchè i problemi con il denaro, quelli ci sono da una parte e dall’altra, del Tevere…
BALDOVINA LA GARIBALDINA (CONVERTITA)
La straordinaria figura della torraiola Baldovina Vestri riassume, incarnandoli, tutti i passaggi che portano da Porta Pia ai Patti Lateranensi, che dopo 69 anni sanarono il clamoroso dissidio fra Stato e Chiesa (quando l’ex anticlericale fino al midollo Mussolini diventò, per Pio XI, “l’uomo che la Provvidenza ci ha fatto incontrare”).
Figlia di garibaldino, sorella di garibaldini, Baldovina – classe 1840 – segue l’Eroe dei due mondi già a Mentana (1867) -, e poi sarà, in veste di infermiera, a Porta Pia, quel XX settembre 1870; dopodichè, sarà attivissima nella filantropia laica (Pubblica assistenza), e nella quotidiana ricerca di fondi per le famiglie dei soldati durante la Grande guerra (andava porta per porta, casa per casa, con la gavetta, a chiedere contributi in tal senso); trait d’union fra Risorgimento e Prima guerra mondiale, dunque, fu un autentico mito per i senesi – soprattutto gli interventisti, certo non esclusi i fascisti -, fino alla sua morte, avvenuta da novantunenne nel 1931. Si veda ciò che ne ha scritto Aurora Savelli nel bel volume che il circolo culturale dei Battilana (Torre) dedicò alla mostra risorgimentale torraiola del 2010.
Nel luglio del 1929 (a poche settimane dai succitati Patti Lateranensi, e solo lei potrebbe dire quanto questo evento in ciò abbia influito), inviò al parroco di San Martino una lettera autografa nella quale chiedeva di non essere cremata – secondo la tradizione anticlericale vigente -, ma di essere sepolta: nel quadrilatero del cimitero garibaldino, però, e con quella camicia rossa che lo stesso Garibaldi le aveva donato illo tempore.
I furori di Porta Pia si erano rasserenati, in vecchiaia, ma senza rinnegare affatto i fremiti garibaldini di un tempo: migliore sintesi antropologica del sessantennio 1870-1929, davvero, non ci sarebbe potuta essere.
Ps Scusate, è domenica e siamo tutti presi dall’afflato risorgimentale, però questa non riusciamo a non segnalarla: il Premier Conte, in un intervento pubblico, a proposito della scuola (okkio a questa settimana: sarà quella decisiva per il rapporto coronavirus-classi, speriamo bene), ha dichiarato – per cercare di salvare il Ministro Azzolina, ergo se stesso – che quando lui andava al Liceo tutti gli anni aveva supplenti su supplenti.
Chissà, forse perchè nei Provveditorati si spulciavano punteggi e curricula dei docenti da mandare in classe; e, quanto a curricula, il nostro Presidente del Consiglio è davvero un fior di intenditor…
se Conte ha avuto a scuola supplenti su supplenti vuol dire che non ha conosciuto continuita’ di insegnamento… quando e’ passato alla politica pero’ ed al ruolo di primo ministro gli e’ tanto piaciuta la continuita’ da sacrificare per essa la coerenza ideologica
Il CV di Giuseppi è VERO come la persona Giuseppi.
A quando una , metaforica, porta pia a Siena? Magari stavolta dall’interno:
1. abbiamo un capogruppo in consiglio comunale che inneggia alla xmas e , poi, nell’esercizio delle sue funzioni, scaglia una bottiglietta in pista durante la corsa del palio,
2.un comandante di polizia municipale( e altri in divisa) sotto processo,
3. Un assessore allistruzione( e altri) condannato per ingiuria,
4. Il principale interlocutore economico del comune sotto processo in vari paesi dell’Europa….
E questi sono i più eclatanti!Poi ci sono anche quelli meno evidenti come il cambio dello statuto dell’ asp,la rsa del pavone, la sicurezza in città…
Cosa deve accadere perché i fautori del cambiamento( quelli in buona fede e onesti) si ravvedano?
Concordo, nessuna metaforica Porta Pia, il disfacimento sostanziale e morale del passato recente di questa città si ripresenta in maniera forse ancora più preoccupante. Almeno prima i blogger e qualche raro giornalista si battevano contro quel sistema. Ora non più, silenzio. E “non resta che chiedersi il perchè, di questo silenzio”…
Se ricordo bene, correggetemi se sbaglio, il palazzo dove abitava Baldovina Vestri non ha scalini ma un rampa (tipo Guggenheim) appositamente realizzata per consentire all’anziana eroina di entrare in casa più agevolmente.
Porta Pia dimenticata? Oggi abbiamo un governo formato da un movimento n estinzione ed un partito catto-buonista.
Baldovina Vestri? Grande donna, torraiola. Se vedesse come siamo ridotti ora non sarebbe molto contenta. Lei animata da disinteressati, alti, nobili ideali, chi ci governa ispirato solo dal proprio interesse. Riguardo i fatti nostrani; a Siena chi voleva un cambiamento rischia di avere l’ennesima delusione, una grande occasione persa.
Correzione: Riguardo ai fatti nostrani…
Buongiorno, io ero presente ieri, e sono orgoglioso che la mia Contrada abbia organizzato questo evento memorabile e storico (come detto dall’Eretico, che ha fatto un intervento eccellente). Vedere una sala piena, e la gente che guardava dal maxischermo in chiesa, con una giornata come quella di ieri. Scusate l’autoesaltazione: tutto memorabile.
Concordo in pieno!
Memorabile serata! Complimenti al Valdimontone e a chi è intervenuto.
Un plauso anche ai mitici bersaglieri!!!
Han reso omaggio al trombettiere
che Porta Pia aprì alle schiere
e suonò, sebben caduto
e il potere fu abbattuto
ma dal tempo della breccia
chi ha abbattuto qui la feccia
non è stato blasonato
ma escluso e poi trombato
breccia, sassi o monetine
non sgroviglian le manfrine.
Ah, ah ,ah !
Bellino, davvero!
Ce ne farebbe uno sui 49 milioni? O su quali finanziamenti abbia goduto la Susanna cercarsi dato che le case della lega sono ufficialmente vuote?
Sia chiaro! Questo esula dalla stima della sua persona , che ho avuto il piacere di conoscere e di apprezzare per i tanti meriti e pregi che ha dimostrato in varie occasioni
E invece i 20 miliardi sottratti alle casse del paese per salvare la banca del PD? Di quelli un te lo ricordi è…
Mi dispiace, ma non rispondo a chi confina capre e cavoli…non sapendo di cosa si sta parlando e buttarla in caciara e ‘ nello stile dei poveri di spirito!
Me lo insegna un violinista?
Complimenti all’avvocato pànzieri per la prestigiosa nomina e un augurio di buon lavoro!
Mi associo ai complimenti della sig.ra Lucia.
Potremmo anche avere idee diverse ma resta la stima per una persona per bene.
Buon lavoro!
Ps. Interessante puntata di presa diretta sul tesoro nascosto….i birbanti non sono solo quelli del pd!
L’informazione, (e l’opinione) selettiva tradisce la disonestà intellettuale!
Il termine “prestigioso” – sinceramente – lo riserverei a ben altre fattispecie.
Con la massima onestà intellettuale possibile, leggendo un po’ i temi sul tappeto, penso il problema del presente sia non tanto il nuovo che avanza (speditamente o meno), quanto ancora il vecchio che rimane, declinato nelle sue due principali accezioni di “resiste” (tipo gattopardo) e “resta” (tipo il resto del carlino, appunto).
Ecco quello di cui parlate – purtroppo – è la rappresentazione plastica di quello che effettivamente resta: macerie.
Probabilmente sarebbe servito più un operaio edile che un legale, tra l’altro in odore di eresia (almeno donatista direi), visto che ogni tanto gli scappa di scrivere ancora su questo blog …
Comunque grazie.
Strani casi italiani. Prima della vittoria di Don Vincenzino la Campania era un baluardo contro la pandemia del virus, ora è invasa di contagi. Pensare male è peccato, ma spesso ci si indovina. Stavolta un sottile sospetto sui dati statistici dei contagi prima e dopo le elezioni trionfali per lo sceriffo anti contagio De Luca. Ipotesi azzardata? Ormai non mi meraviglio più di niente in questa povera Italia.
L eventi storici con la lente di siena
Diventan roba vana che fa’ pena
Ma state fermi con la baldovina
Ma state boni voi e porta pia
E la retorica garibaldina
Nella citta’ piu’ vana che ci sia
Non c’e’ una piazza per il farinata
Nemmanco un vicolo od una via
Con i foresti siena e’ smemorata
Da voi ogni evento viene ricordato
Sol per citare persona che sia nata
Nel saliscendi in pietra lastricato
Per rammentare la guerra mondiale
Citaste il chigi quel bell imboscato
Che tra ambulanze licenze ed ospedale
Avea scansato la trincea e i pericoli
Con porta pia avete fatto uguale
La baldovina e i trombettiere scatoli
Eran senesi e per voi tanto basta
Siete campioni nel rendervi ridicoli
Vana gentuccia di cervello guasta
Che smaneggicchia appena l novenario
Per voi la storia par che sia rimasta
Dei van senesi il vano calendario
Dal ugurgeri fin ai tempi attuali
Recita siena il suo vano scenario
Passan i secoli ma voi restate uguali
….. novenari accoppiati , roba da asilo nidio
Storia raccontata dai senesi….roba da scuole differenziali.
Dall urgurgeri fin ai giorni nostri, lo stampo e’ sempre quello.
Pompe pompature e storici pomposi.
A parte le solite esagerazioni, una questione posta da Manunta è da tenere ben presente: Siena dovrebbe avere una Via-Vicolo-Piazza dedicato a Farinata degli Uberti; vediamo se nell’anno dantesco si riesce a fare qualcosa (ottimismo della volontà, e via discorrendo…).
L’eretico