La domenica del villaggio: Daverio, Radicofani, “vittoria mutilata”
Dopo la agostana pausa, si torna a pubblicare la rubrica cultural-domenicale (nel frattempo, si è accumulata una quantità imbarazzante di temi ed argomenti, che speriamo, prima o poi, di smaltire); si parte con la presentazione di un libro che merita davvero di essere letto, e che ci ha fatto conoscere uno storico senese di valore, Paolo Soave; poi, un ricordo dello scomparso Philippe Daverio, per cedere infine il passo ad una nuova rubrica (“Paese in cui vai”), dedicata a paesi e borghi del Senese: si parte con Radicofani, e – a Zeus piacendo, ovviamente – si proseguirà con altri…
UNA VITTORIA MUTILATA, DI GRAZIA?
Parafrasando il buon Manzoni, fu vera vittoria mutilata (quella dell’Italia nella Grande guerra)? Siccome i posteri siamo noi, proviamo ad articolare una risposta (la quale, ovviamente, non può essere categorica e drastica, tanto è complesso lo scenario di cui si tratta).
In ogni caso, la lettura del saggio del professor Paolo Soave “Una vittoria mutilata? L’Italia e la Conferenza di Pace di Parigi”, uscito a giugno per Rubbettino, può fare non solo conoscere ancora meglio l’argomento, ma ha il pregio di farci riflettere sullo stesso (e lo faremo in pubblico giovedì prossimo in Fortezza, alle ore 18: lo scrivente, insieme a Soave ed al professor Monzali); con la lucidità del ricercatore (Università di Bologna, Storia delle relazioni internazionali), con uno stile asciutto ed essenziale, senza inutili appesantimenti da storico italiano medio, Soave squaderna la complessità della partita a scacchi che si giocò a Parigi e dintorni alla fine della Grande guerra.
L’autore scrive di “connessioni fra la politica estera fascista e la “vittoria mutilata”, che come un fiume carsico (immagine azzeccata ed appropriata, diremmo, quella del Carso, Ndr) riemerse in alcuni passaggi, come la soluzione della questione di Fiume e l’occupazione dell’Etiopia”. Lo slogan dannunziano (tirato fuori dalla funambolica mente del Vate il 24 ottobre del 1918, alla vigilia dell’attacco finale italiano agli austro-ungarici) ebbe un indubbio successo, ma oggi, raffreddata crocianamente la incandescente materia, ne si può trattare sereno pacatoque animo, come appunto più che lucidamente fa Soave.
Leggendo il libro, a dir poco plurimi sarebbero gli spunti da trattare diffusamente: per la consueta deficienza di tempo, ne segnalo solo uno, cioè il fatto che l’Italia dichiarò guerra alla Austria-Ungheria il 24 maggio del 1915, come risaputo (magari lo fosse dalla maggioranza…); ma la dichiarazione di guerra alla Germania, quella arrivò solo nell’agosto del 1916, stanti i rapporti economici così forti e cogenti con Berlino, si pensi per esempio all’ascesa della Banca commerciale (pagina 28): più che “sacro egoismo”, furbizia italica, per l’appunto?
In ogni caso, l’Italia liberale, l’Italia del tris Salandra-Sonnino-Orlando (più Vittorio Emanuele III, ovviamente) voleva diventare una grande Potenza, ma non ne aveva proprio lo status, e andò come andò. Secondo Nicolson (citato da Soave a pagina 106) “Italy was determined to become a Great Power without the internal force to justify such an ambition”.
Postilla finale, che è dello scrivente e non dell’autore; passano i decenni, ma siamo sempre lì, dal punto di vista della italica autoreferenzialità: ci diciamo che tutto il mondo guarda all’esempio italiano per la nuova guerra (quella contro il coronavirus), quindi siamo una grande potenza; ma, forse, non è proprio proprio così…
PHILIPPE DAVERIO, E DEL SAPERE PORGERE
In settimana, a 71 anni, ci ha lasciati Philippe Daverio, brillantissimo (ci permettiamo, consapevolmente, di scomodare il superlativo) divulgatore di Arte e di umanità varia: chi parla e scrive di Storia dell’Arte, in effetti, può e deve permettersi il lusso di spaziare; se non spazia, di che Arte parla? Aveva un dono – che potremmo definire innato, se credessimo all’innatismo – del sapere offrire, del sapere porgere, senza mai abbassare il livello dell’eloquio e la qualità delle opere descritte, con comparazioni ed avvicinamenti, talvolta davvero arditi, che solo un profondo conoscitore della materia può permettersi. Pierluigi Panza, sul Corriere della sera, ha con brillantezza scritto di lui che “la sua vita è stata l’attraversamento di una Wunderkammer”, ed anche che Daverio era un autentico curioso, in senso settecentesco-illuministico: un po’ come il filosofo della Scienza Giulio Giorello, capace di passare da Popper a Tex Willer.
Per molti – quorum ego – Daverio è stato soprattutto un divulgatore televisivo, di quella televisione confinata nei canali periferici (Rai 5, per esempio, benemerita), spesso ad orari sghembi: in particolare con “Passepartout”, sua trasmissione cult; dopo una decina di anni di straordinario gradimento del suo pubblico, di nicchia ma neanche solo di nicchia, nel settembre del 2011 la Rai gli diede il benservito: la trasmissione andava a gonfie vele, funzionava, ed era una di quelle per cui il canone si fa pagare meno malvolentieri. Come ricorda Aldo Grasso sul Corriere della sera di giovedì, al momento del “fattaccio” Daverio la prese con l’ironia degli intelligenti, vergando un elogio funebre della trasmissione. “è improvvisamente mancato “Passepartout”, nel pieno della sua salute. Lo compiangono la redazione tutta e centinaia di migliaia di suoi affezionati seguaci”.
Ricorda Grasso che ben pochi si strapparono le vesti, in quel caso, e nessuno parlò di “editto bulgaro” od altro; il peccato originale di Daverio – non mondabile, per molti – era stato quello di accettare di fare l’Assessore alla Cultura nella Milano del Sindaco leghista Marco Formentini, nei Novanta. Siccome, poi, non aveva fatto ammazzare nessuno, neanche un Commissario di Polizia, questo era davvero un peccato senza possibilità di perdono, per la Chiesa rossa e per le sue propaggini culturali.
PAESE IN CUI VAI: RADICOFANI
Partiamo, per questa nuova rubrica settimanale dedicata a trasfertine extra moenia, con il borgo di Radicofani; scegliamo questo luogo per vari motivi, non ultimo fra i quali il fatto che – in occasione delle celebrazioni per la odierna Giornata europea della cultura ebraica – a Radicofani è esistita una, seppur ovviamente minuscola, comunità ebraica.
L’ultima volta, ci siamo passati domenica scorsa; arrivati dalla suggestiva strada che passa da Contignano, lasciata la macchina all’esterno di Porta romana, eccoci subito arrivare alla piazzetta dedicata a Ghino di Tacco, controversa figura di brigante medievale (secondo alcuni – fra i quali l’augusto padre – forse come brigante mai esistito); in ogni caso, una domanda si pone: giacchè non tutti i visitatori sanno di Storia medievale (o leggevano i corrosivi corsivi craxiani su L’Avanti, firmati con tale soprannome), perchè limitarsi a scrivere che egli “è il più importante personaggio antico del borgo”? E diciamolo, che (forse, appunto) era un brigante, un fior di birbone, insomma…
Dalla piazzetta in questione, c’è da salire, in una ascesa ai pezzi forti del paese (la mia mamma – “suo dì tardo traendo”, combinato con gli acciacchi dell’età – ha faticato non poco, ma ce l’ha fatta), tra i quali la Torre cosiddetta dell’orologio, bombardata dai nazisti in fuga a metà giugno del 1944; e di sicuro la chiesa di Sant’Agata, all’interno della quale si trova un imperdibile dossale in terracotta di Andrea Della Robbia, di inizio Cinquecento, con al centro una Madonna incoronata, e alla sua destra un San Francesco che sembra un Bernardino, più Santa Elisabetta d’Ungheria; alla sinistra della deipara, Santa Cristina da Bolsena, con immancabile freccia al collo, nonchè San Lorenzo.
Ma è la Rocca, nel punto più alto del borgo, a riservare una sorpresa autentica, per i cultori di Storia senese: secondo una targa della Pro loco, a Radicofani gli ultimissimi repubblicani senesi si arresero 17 giorni dopo la ferale caduta di Montalcino. Alzi la mano chi lo sapeva!
Ps A proposito di caduta della Repubblica: domani, lunedì 7 (alle ore 18 al bastione San Domenico in Fortezza) big event, con la riproposizione dei Commentari di un certo Blaise de Monluc, introdotti dallo scrivente, contestualizzati dall’augusto padre e, dulcis in fundo, commentati da chi – con grande acribia – ha dedicato anni ed anni della sua vita per tradurli, il professor Mario Filippone. Una occasione davvero imperdibile. Giovedì, poi, il libro sulla “vittoria mutilata” del professor Soave, per chi si diletti di Storia contemporanea, e non solo.
scusate, ma tutte le regole di comportamento COVID dove sono andate a finire ? dimenticatoio o tarallucci e vino come al solito, all’italiana, di cui fa parte a pieno regime Siena
Caro Professore
Pare proprio che la geopolitica non interessi a nessuno. Vengono staccati degli episodi, tralasciando il contesto generale. E inutile nascondere che chi controlla il centro Asia controlla il mondo. Quindi la distruzione dei due imperi cristiani e quello mussulmano da parte del mondo anglosassone avrebbe aperto la via. Ma il destino volle che salirono al potere due dittari, un prete ortodosso di nome Stalin e un dittatore nazista in Germania. La strada per il centro Asia fu di nuovo chiusa. Allora si fece una seconda guerra. Ma nacquero gli stati canaglia ed e ‘ stata di nuovo chiusa. Nuove guerre ma la via rimane chiusa. Vediamo se con il covid si aprirà.
Il resto sono tutte considerazioni giuste ma parziali…..e lasciano il tempo che trovano. Per dire solo gesta da raccontare..ed eroi da scrivere sui libri….
Geofantapolitica elvetica
Caro A B
La svizzera è così, perché ha delle conoscenze geopolitiche non indifferenti.
La speranza è minima quando un popolo crede che le guerre siano combattute
Per la gloria.
Caro elvetico, la geopolitica è una cosa seria, ridurre le ragioni dello scoppio della seconda guerra mondiale al controllo dell’Asia centrale, elemento che ha sicuramente avuto una sua importanza, ma almeno insieme ad altri piccoli problemini, come i totalitarismi in lotta contro le democrazie, l’internazionalismo comunista, l’espansionismo nipponico (estremo oriente), il revanscismo tedesco, la crisi economica del ‘29, le contese coloniali. Ne potrei tirare fuori altre cento. La chiusura della strada per il centro Asia mi sembra più funzionale al suo “ragionamento” che fondamentale nella ricostruzione storica. Peró lei è elvetico, conosce segreti come le contese internazionali per il controllo dell’acqua italiana (la ferrarelle?). Insomma mi inchino alla sua sapienza elvetica. La saluto in attesa di nuove chicche..,
Caro A B
L’acqua di buona qualità e non inquinata da sostanze non è facile a trovarsi in giro per il mondo. Poche nazioni hanno a disposizione qualche migliaio di km di montagne, fra due mari, e sicuramente in vetta l’inquinamento è scarso…..
Riguardo alla storia come l’acqua pura viaggia sempre sulle vette dei commerci e delle risorse. Il resto sono accessori.
Importanti e da studiare comunque.
Il tacco del italico stivale
Stiaccio’ qualcosa e resto’ mbrattato
Se ne puli sul predellino d un postale
Che sul tufin l ha poi recapitato
Simil similia nello strame di stalla
Pare che compagnia abbia trovato
La laurea sul tufin pote’ piglialla
La sua natura forni’ l ispirazione
Lui la segui’ come potea ignoralla?
E medico fu ‘ la sua professione
Simil natura lui prese a modelli
Un certo olezzo ed un tal purgone
L origin sua si trova nei budelli
Li nasce si trasforma e sorte fuori
Tra spasmi dissenterici ed avelli
Schizzi lordure e cattivi odori
Caro raffa questa e’ poesia sicche se censuri , fai c..a’.
L arsiccio lo piglio di tacco.
a sienina sò decenni che si raccatta di tutto:i risultati,”belli”roba,sono questi e sono sotto gli occhi di tutti.
Mi raccomando,seguitiamo così!
Devo rispondere? Almeno Zelig qualche stimolo lo dà, questo è il vuoto pneumatico, lo zero assoluto, un minus habens all’asilo nido.
…un capolavoro, più che poesia, pura emozione…
“Osteria numero mille, paraponziponzipò”…
Condivisibile l’analisi, ma non capisco come il covid riaprirà la strada per il centro Asia. Ultima riflessione sulle ex grandi potenze francesi ed inglesi riguardo una loro azione politica e militare verso il mondo mussulmano cioè quella del loro aiuto per la caduta di Gheddafi il Libia con lo scopo nascosto di potere avere vantaggi dai nuovi governanti per lo sfruttamento del petrolio nei confronti dell’Italia, avvantaggiata da diversi accordi commerciali con la Libia e dalla presenza in loco dell’ENI. Noi intelligenti gli abbiamo anche fornito le basi militari per gli attacchi aerei. Tutto in nome della cosiddetta solidarietà (sig) europea. Poi tutti sanno come è andata e di come sia ora difficile risolvere la questione Libia. Noi purtroppo siamo in prima linea, più delle ex illuse potenze Francia ed Inghilterra.
Corsi ricorsi e contrappassi storici, Francia e Inghilterra, con il piemonte a rimorchio gia’ dettero bona mano agli ottomani nel 1858 contro i russi.
Dopo 150 anni le due nazionesse con l’ apooggio del candidato nobel per
la pace obama e della maiala figlioccia di rockefeller hilary , scalzando gheddafi hanno riaperto la via al ritorno dei turchi in libia.
L italietta del bibitaro ministro degli esteri osserva inane il ritorno dello psicopatico erdogan nei vecchi domini ottomani, dai quali l italietta
del 4 governo Giolitti, ( tanto decantato dal cerebroleso messapico ab)
nel 1911 li aveva scalzati.
Certo erdogan col controllo delle coste libiche provvedera’ a fermare i flussi migratori clandestini verso l itaglia……semmai.
Certo erdogan lasciera’ all eni le risorse energetiche libiche…….si vai meglio mi sento.
Semplici eventi , niente geopolitica, ab , te pensa alla robur vai , pare che sia quella la tua ruffianesca nuova passione .
Caro Manunta (per me sei sempre Manunta, in senso buono!),
i “complimenti” ad Erdogan e a Hillary te li lascio (non solo perchè non credo leggano il blog, pur seguito anche parecchio extra moenia, ma soprattutto perchè se li meritano tutti); quello su A.B. invece te lo censuro, perchè è eccessivo, e abbassa assai il livello dei commenti.
Come mi diceva un Pm, ai bei tempi: “Lei deve essere asciutto, tagliente; non una parola di più: sono gli aggettivi che creano le querele”.
Quanto alla guerra di Crimea, ci sarebbe molto da dire, ma ora non ho tempo; su Erdogan, concordo in pieno…
L’eretico
Non lo querelo, ne ha scritte talmente tante (modestamente pure io). Ho scritto da poco come considero sue invettive: l’olezzo passa in fretta.
Caro vedo nero
Verso il settimo secolo dopo Cristo, il cristianesimo si diffuse presso alcune tribù mongole iniziando a cambiare una visione di vita. Circa nel 1200 un uomo di nome Gengis Can fece un grande impero controllando l’eurasia I commerci divennero sicuri. Ed ecco rifiorire Genova Venezia Amalfi Pisa Roma e tante altre per il resto dell’Europa.
Forse ho spiegato l’importanza. Il covid forse chiude ancora per molto tempo.
Concordo. Semmai mi scuso perché sono andato fuori argomento parlando della Libia che non è certo il centro Asia. L’unica cosa che la unisce al centro Asia è che ambedue sono nell’orbita islamica.
Storicamente e antropologicamente
Lo si capisce non e’ cosa strana
Perche’ sienina abbia le pretese
D essere altro dall esser toscana
Abbandonata dal capitan francese
Dopo d aver chiamato i turchi invano
Vana repubblica ritorno’ paese
Avrebbe preferito solimano
La campionessa di vana scemenza
all unita’ con lo stato toscano
Or solimano in piazza indipendenza
vende prosciutti sarcicce e costolecci
E l contrappasso mette in evidenza
Che i senesoti son duri come i lecci
legno nodoso duro bono a poco
Non val la pena che lo si scortecci
L unico uso , buttallo dentro i foco
Dato ch’ e’ rinomato per la brace
Per le grigliate lo preferisce i cuoco
Sulla sua vanita’ sienina tace
Gli storici senesi imbonitori
Raccontan quel ch a loro gente piace
E se ne nventan di tutti i colori
Narran pomposamente dello ieri
Certi tromboni dotti professori
Pompan sienina con stile da ugurgeri
Questo succede a non essere toscani
Inutil che sienina invano speri
D avere cronisti schietti alla Villani
Chi storia vanamente la racconta
Assecondando i suoi vani paesani
Ralleva gente vana cieca e tonta
Storia vera a endecasillabo e….antropologia
Quando m affaccio da un certo terrazzino
Di fianco alla chiesetta di’ battista
Vedo il castello che prese il medeghino
Spuntar tra arbatri e lecci in bella vista
Si chiusan li di siena le vicende
Li fu tagliata quell ultima pista
Che alla citta’ portava le vivande
Sopra la stretta che fa’ i fiume merse
Di vostre genti fu’ massacro grande
Vostre speranze li furono perse
Poiche da vani sciocchi pe’ davvero
Tra scelte che potean esser diverse
Faceste capitano strozzi piero
Fu’ caterina medici a mandallo
E strozzi vostro grande condottiero
Che vi porto’ a ruina a scannagallo
Invece di proteggere capraia
Si mise n testa, come, vai a sapello
D andare a girellar fino a pistoia
Per poi continuare in val di chiana
Che a stare a siena gli veniva a noia
Piero e Leone eran gente vana
Progetti grandi e giudizio pochino
Leone stianto’ in terra maremmana
Un archibugio lo freddo’ a scarlino
D un altra pasta era il marignano
Di gloria e fama gl’interessaa pochino
Cauto e guardingo si moveva piano
E solo a suo favor cercava ingaggio
Concreto astuto e di spietata mano
Sapeva che non basta aver coraggio
O fare grande e pretenzioso piano
Senza pensar al rischio e allo svantaggio
Ognun si sceglie il proprio capitano
Ognun lo fa’ seguendo sua natura
Chi per natura e’ popolo vano
Suo capitan lo porta alla sventura.
E se la conclusion vi par dura
Andate ad ascoltare la novella
Che sempre il senesota rassicura
Che poi sarebbe sempre e solo quella
Narrata da senesi pei senesi
“La causa del destin fu’ mala stella”
Di tutte la piu’ idiota delle tesi
per Burchiccio:
da qualche parte, nella mia quasi immensa bilioteca digitaLe, ho la traduzione in francese de “La Cazzarìa”.
Se ti interessa … parliamone
Concordo con il commento, ma penso che, alla fine, il modo migliore per trattare con certi individui sia quello di ignorarli.
Per precisare l’origine della “Cazzaria”. L’opera più rinomata di Antonio Vignali, La Cazzaria, pubblicata sicuramente intorno al 1531 a Venezia, fu riscoperta all’inizio del XVIII secolo dal francese Bernard de La Monnoye, che ne fece una copia, tradotta e pubblicata in seguito da Isidore Liseux.
La Cazzaria mette in scena un dialogo priapesco nel modo comico, illustrante una battaglia fra i sessi. La lingua è gergale e fa ricorso a termini volgari mutuati dalla parlata toscana.
Membro dell’Accademia degli Intronati, sorta di confraternita libertina nel solco dei coquillard cari a François Villon, Vignali, contemporaneo di François Rabelais, scrisse sotto lo pseudonimo di Arsiccio Intronato. Dopo essersi contrapposto alle fazioni politiche senesi nel 1530, fuggì dalla sua città natale per trovar rifugio dal cardinale milanese Cristoforo Madruzzi e assistette alla caduta della Repubblica di Siena e alla repressione che ne seguì.
La Lettera alla Gentilissima Madonna fu redatta nel maggio del 1557 e contiene 365 proverbi indirizzati alla città di Siena nel modo cinico.
Il giovane francescano Francesco Calcagno (1528-1550) fu condannato a morte per blasfemia e sodomia durante l’Inquisizione a Venezia dopo aver confessato la lettura della Cazzaria, della quale possedeva una copia.
Vedo nero e leggo wikipedia è basta?
Presa pari pari da li bastavq mettere il lino
Capisco benissimo l’imbarazzo dell’Eretico sull’argomento, e lo capisco, ma la vicenda della mostra su Dalì che si aprirà a breve alla Papesse (la cui nuova fruibilità è peraltro un successo della amministrazione De Mossi) è realmente significativa. Si affida ad una volenterosa leghista, che forse Daverio non lo guardava, la gestione di una mostra su cui qualche ombra si addensa. L’Assessore alla Cultura, specie in casi come questi, ci starebbe tutto…
Perdonate l’off topic, ma il video del candidato di fdi sui richiedenti permesso di soggiorno fuori porta san marco è qualcosa di sconcertante e aberrante!
Uno sciacallaggio mai visto, odio riversato nelle parole usate!
E quei cittadini che hanno denunciato a lui( anziché a agli organi preposti o a “nappe d’argento ” -guardacaso anche lui fdi-) che animo hanno?
La parte tragica sono questi disgraziati che vengono da tutta la provincia per un foglio, che invece di avere l’ufficio alla stazione( dove arrivano i treno e in bus) devono giungere fino a latere urbis!
La parte ridicola è che i due protagonisti( Red e Mike…sennò censurano o querelano) sono due comici della medesima commedia…invece di risolvere il problema, lo consentono, lo denunciano e lo sfruttano come propaganda elettorale, sciacallando!!!
E a questi dovremmo dare in mano il governo della Regione?
Dovrebbero vergognarsi!
Uno è di Poggio bonizio….lo si potrebbe scherzosamente appellare un gazzilloro, no conoscendo i suoi luoghi….ma quell’altro è cresciuto in Contrada, dove i valori della solidarietà, della cooperazione e del mutuo soccorso sono i fondamentali( come hanno dimostrato i 17 rioni – anche il suo- durante il lockdown)! Ma forse credeva che quei ” villeggianti” fossero tutti del Le’o!
No! Vogliamo persone migliori!
Ancora pochi giorni e poi fuori Porta San Marco ci faremo due risate! Che ne dici Riccarda?
Andate a fare spedizioni punitive?
Come in piazza del mercato immagino, o agli orti dei tolomei, o nel fosso….bravi, degni compari dei fratelli bianchi…
Per adesso agli Orti dei Tolomei non è andato nessuno,te lo posso garantire.
Ti posso,altrettanto,dire che c’è pochino,però.
E li telecamere non ce ne sono,per cui fossi uno dei babbi di quei troiai che ci albergano nottetempo strafatti comincerei a preoccuparmi un pochino…poi facciano loro, e se vogliono accompagnare i bei soggetti che hanno prodotto,facciano pure.Sarà solo + divertente,vuoi venire anche te?
chi sono i fratelli Bianchi? Cosa c‘ entrano con il mio commento? Come al solito sei distratta e fuori tema…
Ciccio,
Io piscio in piedi!!
Prima pensavo ad un refuso, ma ora temo che lo fai a studio( sommo ho paura, per te, di no!)
Leggiti la sindrome di Adler…ti calza a pennello
Ma magari,io ci so!
Ecco, vedi eretictra il serio e il faceto, questa è una cultura dilagante…talvolta derubricare un metodo ad una battuta rischia di far degenerare i comportamenti di qualcuno , istigato e incapace di azionare il filtro tra il bene e il male.
La risposta giusta, anche in questo contesto sarebbe dovuta essere:
” no, io mi batteri per la democrazia, per i valori di solidarietà, per il rispetto della legge…
Evidentemente, dopo la famiglia e la società anche la scuola( dove lavori te ed operò io) ha fallito, non essendo riuscita a trasmettere i fondamentali del vivere civile e lasciando germogliare commenti come questo.
In attesa del pensierino di Riccarda!
Al tempo del distanziamento sociale, Siena e la sua provincia, con i suoi borghi, si confermano come qualcosa di unico e impareggiabile.
Da qualsiasi parte tu ti diriga, Chianti, Crete, Val D’Orcia, Val di Merse, ecc. quello che stupisce è la continuità della bellezza.
Ben venga dunque la recensione delle trasfertine extra moenia.
Se unitamente all’aspetto culturale, fosse possibile curare anche l’aspetto “ mangereccio” , con indicazioni di trattorie-osterie tipiche locali – è lecito? – con segnalazioni anche dai frequentatori del blog, non sarebbe cosa sgradita.
Del resto borgo che vai…..una chiesa da vedere e un posto per mangiare lì trovi sempre.
Vai si fa’ a cambio con la traduzione francese della “Circe” di
Giovanbattista Gelli, ispirata all odisse e al “Grillo” di Plutarco
https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&url=https://hal-amu.archives-ouvertes.fr/hal-01760970/document&ved=2ahUKEwj4nJD2ptzrAhXEoXEKHXyCDlsQFjAAegQIBBAB&usg=AOvVaw2cnRb8xzwXiNYLUfVSzP9H
Non solo La Circe fu ristampata più volte a Firenze e a Venezia nel 500 e nel 600, ma
le traduzioni furono straordinariamente rapide e numerose. Il testo fu subito volto in francese
da Denis Sauvage ed edito a Lione nel 1550, 1560, 1564 e 1569; a Rouen nel 1551; a Parigi
nel 1572 (presso tre librai diversi lo stesso anno !). Nel 1681 fu pubblicata a Parigi una nuova
traduzione (ma il traduttore non viene menzionato). Nel 1551 era uscita in Spagna una
versione in castigliano. Nel 1557 e nel 1744 La Circe fu tradotta in inglese, nel 1609 in latino,
nel 1620 in tedesco !!! (E. N. Girardi 1961: 1131 ; A. Montù 1973: 2).
Due successi librari quasi coevi, a ognuno stile e argomento consono alla
propria tradizione.
Billo da una parte.
Dialoghi filosofici dall altra.
Oooh non e’ colpa mia, carta canta.
Finalmente !
Era ora che si uscissE dalle mura e bene ha fatto l’Eretico Professore ad iniziare dal delizioso Radicofani,acrocoro basaltico ( circa 2,5 milioni dianni fa) punto sdi osservazione bellissimo (soglia di Radicofani) sul mare pliocenico verso Pienza a nord,sul M.Amiata(circa 350mila anni fa) con la sua imponente mole ad ovest,sul M.Cetona ad est(piega geosinclinale rovesciata,infatti le formazioni rocciose più antiche della Serie Toscana sono dislocate in vetta ,quelle più recenti alla base (per la legge del baule la roba messa per prIma sta sotto).Insomma una delizia per lo spirito e per l’occhio.Per la gola basta chiedere dei formaggi e ricotta di Contignano,della deliziosa Mantovana prodotta nel minuscolo forno-pasticceria a pochi passi dalla Chiesa di S.Agata.
Ma per arrivarci a Radicofani! Eretico sii sincero, lo stato delle strade che hai percorso possono essere degne di uno Stato civile?
E Sienina caput mandi dove è o meglio,dove era al tempo delle vacche grasse?
Caro Giaguaro,
grazie dell’integrazione: in effetti, Radicofani è una delizia anche per i nostri amici geologi, “acrocoro basaltico” come è; e quanto alle strade, si nota una discrasia fra la beltade assoluta dei luoghi e la qualità dell’asfalto, certo.
Ho da par mio censurato uno dei due interventi di A.B. su Manunta: non solo per par condicio, ma soprattutto perchè non vorrei abbassare troppo il livello dei commenti, alcuni dei quali invece degnissimi di nota.
L’eretico
Comunque era un riferimento cinematografico, un classico della comicità italiana con colonna sonora del grande Morricone. Leggo (e scrivo) cose ben pesanti sul tuo blog.
In merito al post di cui sopra, la parte tragicomica è che uno è il consulente dell’altro: invece di fare consulenza divulga un video( con un ansimante ed inquietante sottofondo) dove rimarca( se non ce ne fosse bjsogno) le manchevolezze e del ” suo” assessore alla sicurezza e di quello al decoro.
Se applicare alla Regione il modus senese saremmo invasi da extracomunitari facoltosi cui svendere le nostre bellezze…ma abbiamo capito, per i soldi va bene tutto