Eretico di SienaLa domenica del villaggio: la mostra dell'anno (e 4 Ps) - Eretico di Siena

La domenica del villaggio: la mostra dell’anno (e 4 Ps)

Questa settimana, la consueta rubrica cultural-domenicale si occupa in modo pressoché monografico (pur con i Ps di ordinanza, a questo giro 4) della mostra inaugurata in settimana al Santa Maria della scala, direttamente da Johannesburg: mostra la quale – lo scriviamo subito – si presta davvero a non poche notazioni, artistiche e culturali in senso lato.

DAL SUDAFRICA A SIENA: LA JOHANNESBURG ART GALLERY AL SMS

Fra le tante cose che colpiscono il visitatore della nuova mostra del Santa Maria, forse una delle più eclatanti è questa: è una mostra in cui non c’è alcuna opera a sfondo, o committenza, religiosa; nel percorso – che si dipana dall’Ottocento inglese all’Arte contemporanea sudafricana, ergo autoctona rispetto alla Johannesburg Art gallery -, infatti, non troverete Madonne, Redentori o Santi di alcun genere. Al punto che, in piena crisi di astinenza, dopo 48 ore dalla visita, lo scrivente ha sentito il cogente bisogno di trascorrere un’oretta in Pinacoteca, fra fondi oro e Madonne di ogni genere e San Bernardini di ogni foggia ( Pinacoteca in cui sono state riaperte un paio di sale chiuse da qualche tempo, tra l’altro quella con la imperdibile “Anna e Gioacchino che insegnano la lettura a Maria” dei Manetti, senior e junior).

Torniamo però, dalla Pinacoteca, al Santa Maria, ed alla mostra inaugurata giovedì scorso dal Sindaco Luigi De Mossi, dal dominus locale del gruppo Opera Civita, Stefano Di Bello, e dalla curatrice Simona Bartolena, la quale si è presa cura anche del catalogo edito dalla milanese Skira; è una mostra che punta decisamente sulla qualità più che sulla quantità, come detto sopra, spaziando dall’Ottocento inglese (con una “Regina cordium” di Dante Gabriel Rossetti davvero strepitosa), all’Impressionismo (primus inter pares, ci verrebbe da dire “La primavera” di Monet, 1875; ma anche la trilogia di Boudin non è perdibile senza rimpianto); dopodichè, tanto Novecento (litografia di Matisse “Donna seduta”, assai conturbante), con il poker Picasso-Wharol (con una serigrafia calligrafica)-Bacon-Lichtenstein a farla da padrone; infine, l’Arte sudafricana.

Qui si arriva al centro della questione, della funzione stessa dell’Art gallery voluta dall’illuminato mecenatismo di Lady Florence Phillips (nata nel cuore della Victorian age, nel 1863, e vissuta fra Sud Africa ed Inghilterra), nonché del suo consigliori Sir Hugh Lane; il Museo, all’inizio della sua vita (1915) e per molti anni a venire, non ospitava artisti autoctoni tout court (all’inizio, a dirla tutta, il nazionalismo vittoriano del gusto della mecenate non aveva simpatia neanche per gli Impressionisti, in quanto Francesi); poi le cose sono cambiate, e, a metà degli Ottanta del secolo scorso, le acquisizioni, abbandonando la visione eurocentrica, si sono rivolte anche verso gli artisti del posto, prima di allora considerati – è bene dirla proprio tutta – non degni di essere esposti al pari dei succitati maestri.

Noi siamo contenti, con il massimo della sincerità, che ciò sia avvenuto: l’apartheid si combatte anche così, Nelson Mandela ed altri hanno combattuto e si sono fatti decine di anni di galera dura anche per questo. L’Arte come emancipazione di un popolo, vessato per decenni. Si può al contempo aggiungere, sine ira ac studio, che le opere in mostra nella sezione finale – quella, per l’appunto, dedicata agli artisti autoctoni – ci sembrano essere decisamente di livello inferiore a tutto quanto il resto? Si può dire che si preferisce “La scogliera a Etretat” di Gustave Courbet (1869), ai “Giunchi”, acquaforte del poliedrico William Kentridge, per non dire ai “Tre uomini in blu” di Gladys Mgudlanlu? Gusto squallidamente eurocentrico, per non azzardare peggio? Può darsi, può darsi: ma così è, se vi pare; i lettori vadano, e poi ci facciano sapere…

Ps 1 Una doppia buona notizia, anzi eccellente, dal punto di vista della toponomastica cittadina: il Parco di Viale Mazzini sarà intitolato a Norma Cossetto, giovanissima martire delle foibe (la cui figura è stata ricordata, a suo tempo, anche in biblioteca); e soprattutto, finalmente Siena avrà qualcosa (nel caso di specie, l’area intorno alla fontana del Parco delle rimembranze, tra la Fortezza e San prospero alta) intitolata al XX settembre, data (di importanza decisiva, e non solo per la storia italiana) dalla quale stanno per decorrere i 150 anni. Come è del tutto ovvio e prevedibile, ne riparleremo, eccome se ne riparleremo…

Ps 2 Abbiamo dedicato troppo poco spazio (solo un misero Ps) alla scomparsa del filosofo della Scienza Giulio Giorello, uomo di straordinaria cultura che recentemente ci ha lasciati; Il Giornale di ieri (pagina 32, Luca Gallesi) dà notizia dell’uscita postuma – il 30 luglio – di un volumetto da non perdere “Filosofia di Tex ed altri saggi” (Mimesis, pagg. 142, euro 14). Chi era Tex Willer, in estrema sintesi, per il professor Giorello? Un pragmatico, un razionale; soprattutto, un “filosofo con la colt”.

Ps 3 Domenica scorsa abbiamo scritto del Governo Tambroni, caduto il 19 luglio del 1960; segnaliamo l’uscita, per Mondadori, di “1960, l’Italia sull’orlo della guerra civile”, scritto dai due storici Alessandro Giacone e Mimmo Franzinelli (che abbiamo avuto, nostro graditissimo ospite in Comunale, nell’era pre-Covid, sic).

Ps 4 Per finire, l’appuntamento con cui si chiude il luglio di presentazioni in Fortezza, al bastione di San Domenico (luogo che ha conquistato tutti coloro che hanno partecipato a qualcuno dei nostri eventi culturali): gran finale, venerdì 31 alle ore 18, con “Bartali l’ultimo eroico”, scritto dal valente Giancarlo Brocci, demiurgo delle Strade bianche; oltre allo scrivente – che inquadrerà la figura di Gino Bartali nel contesto della Seconda guerra mondiale, e non solo – ed all’autore, ci sarà fra gli altri anche Gianni Bugno. Un appuntamento da non perdere (ed il 14 agosto, in Fortezza, si riparte alla grande!)…

11 Commenti su La domenica del villaggio: la mostra dell’anno (e 4 Ps)

  1. Vedo nero e basta scrive:

    Riguardo il ps 1, buona l’iniziativa pro Norma Cossetto come quella di fare qualcosa a ricordo del 20 settembre 1870, ma già che siamo nell’argomento dediche non sarebbe l’ora di togliere quella imprecisione sull’origine della filosofa Ipazia, a cui è stato giustamente dedicato un’area verde cittadina, perché non era greca, ma una cittadina romana, oppure più precisamente egizio-romana, dato che era nata ad Alessandra d’Egitto. E’ un’inezia, sarò pignolo, certo, ma costa poco essere più precisi.

  2. Un ammiratore di Pistoia scrive:

    Anche questa domenica, un altro pezzo di grande interesse, caro Eretico: in settembre, non potendo prima, sarò sicuramente a Siena a vedere e gustare questa mostra. Sul resto, strano che Siena non abbia avuto per ora una Via o Piazza dedicata al XX settembre, data ricordata anche in piccoli borghi.

  3. L'iconoclasta con la prostata scrive:

    Carissimo Eretico, mi unisco ai complimenti dell’ammiratore pistoiese, ed andrò a vedere la mostra: ci sarei andato lo stesso, però questo tuo pezzo mi incoraggia ancora di più.
    Attento però a dire che l’arte sudafricana è nettamente inferiore a quella europea, che poi qualcuno, preso dall’enfasi del politicamente corretto, butta giù la tua statua..ah già, anche se in città te l’avrebbero dovuta fare, non essendoci la statua, non c’è nessun rischio…

  4. Uno che vorrebbe essere Sgarbi scrive:

    Buongiorno a tutti, scrivo con un nuovo nickname perchè vedo che c’è una certa creatività da mezza estate, e mi voglio adeguare. Il dibattito posto dalla recensione ereticale della mostra è centrale: posto che l’Arte è anche il risultato del contesto in cui nasce e magari si raffina, il Genio di un eventuale singolo può superare un contesto oggettivamente arretrato (a livello di alfabetizzazione, circolazione delle idee e molto altro)? Ripeto, la domanda mi pare assolutamente centrale. Grazie, ancora una volta, del bel pezzo e dell’ospitalità.

  5. Vedo nero e basta scrive:

    Commento fuori argomento, ma attuale. Se continua questa tendenza ad ignorare che ancora siamo in emergenza Covid e quindi tra abbracci, assembramenti e simili, il prossimo anno rischiamo di non disputare i Palii anche il prossimo anno. I contagi crescono di nuovo e davanti abbiamo sempre più vicini i cattivi mesi autunnale ed invernali. Usare bene le mascherine ed i distanziamenti ed aggiungo (riconosco che sono fissato) ridurre ai minimi termini il vizio del fumo che fa sempre e comunque male alla salute. E anche al portafoglio, soldi in fumo, meglio una pizza.

    • A.B. scrive:

      Ma no vedo nero cosa dice, il Covid non esiste! O forse esiste ma è una banale influenza! Oppure esiste ma è una banale influenza sfruttata dall’Orban del tavoliere per sopprimere le libertà individuali e instaurare una dittatura dauna! O ancora, esiste ma lo ha costruito Bill Gates nei suoi laboratori segreti! Meglio, lo hanno fatto i cinesi con la complicità di Bill Gates e hanno già il vaccino pronto da un paio d’anni aspettando qualche centinaia di migliaia di morti ancora per poterlo mettere in commercio! Anzi lo hanno fatto per mettere in commercio un vaccino letale che sterminerà la razza umana!
      Andiamo avanti?

      • Eretico scrive:

        Caro A.B.,
        rispetto il tuo sarcasmo, ci mancherebbe, e lo scrivente è tutto fuorchè negazionista: ma che l’Orban del Tavoliere ci marci e ci abbia marciato alla grande, è dato di fatto, sottolineato a più riprese da insigni costituzionalisti (gentuccia come Cassese o Ainis), i cui editoriali trovi sul Sole 24 ore e Repubblica. I quali, a livello di conoscenza della Carta costituzionale, valgono più di me e te messi insieme: il principio di auctoritas non vale solo per i virologi, eh…

        L’eretico

        • A.B. scrive:

          Caro Eretico, non potevo escluderti, per quello ho citato “l’Orban del Tavoliere”, ma ne ho approfittato solo per la definizione. Tu non avevi fatto un commento dietrologico, avevi manifestato dei legittimi dubbi sul prolungamento dello stato d’emergenza, dubbi bipartisan e che sinceramente condivido. Sul punto mi riferivo soltanto alle ipotesi di complotto che puntualmente si scatenano senza freni su motivazioni e finalità, ipotesi che come sempre superano i confini della realtà.

      • Daria gentili scrive:

        Richiudiamo tutto e ricominciamo a fare le multe……a chi viene trovato a raccogliere asparagi selvatici nel bosco.
        E, se soffrite di insonnia, ascoltate la ninna nanna di Borelli alle 18,30 a reti unificate. Scuola, ovviamente a distanza, con mezzo paese collegato via piccione viaggiatore
        Se chiudono le attività? Si consiglia di cambiare mestiere, il ristoratore può aprire un negozio, il commerciante può mettere su un ristorante ecc..
        Si potrebbe continuare, ma mi fermo qua!
        Si comincia a capire perché l’italia sia fanalino di coda tra i paesi europei nella gestione del Covid….

        • Stefano scrive:

          Io invece comincio a pensare che lei non sappia leggere, o non sappia capire quello che legge o peggio non legga proprio, ma si fidi alla cieca di quello che le dicono!

          • Daria gentili scrive:

            E lei cosa legge? Non nasconda alla plebe quello che può aver contribuito a formare un intelligenza di cotanto spessore…..

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